Non c’è esperto di mercato che tenga quando si parla di Lazio. La polizia brancola nel buio, si diceva nei polizieschi anni settanta. Niente di più vero in una situazione in cui si sono già fatti mille nomi, alcuni improbabili, per mettere in piedi una rifondazione per la quale servirebbe una vera lega di supereroi.
Sarà Prandelli l’allenatore? Neanche Batman lo sa. Il crociato prova ad aggirarsi di notte per scoprire qualche retroscena, ma al di là che in quanto crociato è sicuramente tifoso del Parma e dunque ha altri problemi, l’uomo pipistrello al massimo può incontrare Preziosi e Lotito che parlano di Pavoletti, una scena che farebbe inorridire tutta Gotham City.
A proposito: non serve The Riddler, l’Enigmista, per capire che se l’Ansa batte contemporaneamente alla finale di Champions League la notizia che è fatta per Pavoletti, forse l’informazione non è di primissima mano. Alle 20.27 di sabato sera è più probabile che Lotito e Tare siano impegnati con la faccia immersa in un pasticcio di maccheroni nel buffet di San Siro, piuttosto che a dare via libera per il bomber del Genoa. Tanto poi il giorno dopo una bella smentita (che come diceva un altro supereroe, il senatore Andreotti Giulio, è una notizia data due volte) alza il numero di click che è un piacere.
In tutto questo, Prandelli potrebbe portare con sé un suo pupillo: Mario Balotelli. Il che è un po’ come dire che Maria Montessori avesse come pupillo Ozzy Osbourne. Mentre ci sforziamo a immaginare SuperMario pupillo di qualcuno, e vi assicuriamo che ce ne vuole, ci viene in mente che Balotelli è un po’ l’Aquaman dei calciatori. Sarebbe fortissimo, ma solo in determinate situazioni, su certe superfici, a certe ore del giorno e con l’adeguata protezione solare. Aquaman sconfigge i criminali acquatici ma non saprebbe prevenire uno scippo di una vecchietta su una battigia: ah, se solo aveste commesso questo crimine in acqua ve la facevo vedere io! Balotelli, uguale: proprio quello che serve ai laziali, un altro presunto supereroe da aspettare all’infinito, mentre i Tonelli, i Meggiorini, i De Silvestri e gli Dzeko continuano a scipparci a riva.
Il bello dei fumetti, comunque, è che quando ti rompi le scatole puoi riporli e tornare alla realtà. Qui ci sarà da avere pazienza almeno tutta l’estate, prima di tornare a soffrire sul campo. Il vero supereroe, stai a vedere, è il tifoso laziale!
Fabio Belli

Denominato Totip – Totalizzatore Ippico – si basava su sei corse di cavalli suddivise in tre gruppi 1, X e 2. Gli italiani iniziarono grazie al nuovo gioco a parlare di cavalli. Con lo slogan “la fortuna arriva al galoppo“ il concorso in Italia ha certamente fatto costume. I grandi successi del Totocalcio si ricrearono magicamente anche nell’ippica, sport fino ad allora destinato ai frequentatori di ippodromi e sale corse.
114mila le colonne giocate la prima volta. Ai due vincitori della prima schedina, uno a Milano e l’altro a Napoli, quasi un milione e mezzo ciascuno di vincita per aver indovinato tutti e dodici i segni. Tempo dopo verranno premiati anche i “dieci” e gli “undici”. Il nuovo concorso ha sempre più successo. Complici le imprese di due storici cavalli, Ribot e Tornese, che negli anni 50 e 60 appassionano i tifosi di ippica e non solo.
Negli anni 80 il connubio tra la Sisal e il Festival di San Remo. Anche attraverso le schedine Totip si determina il vincitore della manifestazione canora. Il Totip entra in TV divenendo un fenomeno di costume che appassiona gli italiani con i celebri spot dei Frati e del Cavallo verde. La prima campagna televisiva nasce nei primi anni 80 con spot girati in convento e con la simpatica immagine del frate.