Come riportato dal sito ufficiale della Lazio, la formazione biancoceleste femminile è uscita sconfitta dall’ultimo impegno contro il Nebrodi. La Lazio Women scende in campo per la diciottesima giornata del campionato cadetto con quattro defezioni importanti: Cianci, Lommi, Berarducci e Santoro.
Il Nebrodi è una squadra organizzata, occupa le posizioni alte della classifica del campionato di Serie B. Al pronti via le ragazze di De Cosmi giocano sempre la palla, con idee chiare e precise: la ricerca dell’ampiezza con gli esterni e le transizioni positive nel cercare di sorprendere la retroguardia siciliana. Il primo gol arriva proprio dalla Lazio, sugli sviluppi di un corner battuto dalla Lombardozzi, Pezzotti prolunga di testa per il colpo vincente di Celli che sempre di testa insacca. Dopo tre minuti arriva il raddoppio della Lazio grazie ad un passaggio filtrante della Corradino per la Coletta che buca centralmente la retroguardia siciliana. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo le siciliane accorciano le distanze, siamo la 28esimo minuto di gioco. Sul finire del primo tempo, il Nebrodi agguanta il pareggio con un rapido capovolgimento di fronte. Termina in parità la prima frazione di gioco. Nel secondo tempo, dopo una fase di controllo, sugli sviluppi di un corner il Nerobi si porta in vantaggio. La Lazio prova a pareggiare i conti ma gli avversari chiudono ogni varco. A due minuti dalla fine, con un contropiede, arriva il quarto gol delle padrone di casa.
Biancocelesti con tante giovani in campo, ben quattro Under 16 (Sarnataro, Angelini, Sette e Olivieri) e quattro Under 22 (Pezzotti, Vaccari, Lombardozzi e Celli).
Nebrodi – Lazio 4-2
Marcatrici: 9′ Celli (L), 12′ Coletta (L), 28′ Dragotto (N), 42′ Buttaccio (N), 52’ Trassari (N), 88′ Minciullo (N).
Lazio Women (4-2-3-1): Mari (53’ Sarnataro); Sette, Vaccari, Angelini, Pezzotti; Casali, Lombardozzi; Celli, Lattanzi (75’ Lattanzi), Corradino (75’ Spagnuolo); Coletta.
A disp. Autili, Schiavi.
All. Roberto De Cosmi.

Nel 1966 nacque il WWF Italia, la più nota organizzazione per la conservazione della natura. L’associazione si prepara a festeggiare cinquanta anni di conquiste ambientali ma avverte: “Per salvare il pianeta nel prossimo mezzo secolo ci vorranno una forte leadership da parte dei governi e delle imprese e un pieno coinvolgimento delle comunità e dei consumatori”. L’istituzione del WWF Internazionale risale al 29 aprile del 1961 a Morges, un villaggio sulle rive del Lago Lemano in Svizzera, dove sedici dei più noti naturalisti provenienti da dieci diversi paesi si riunirono per dar vita a una organizzazione che operasse concretamente, raccogliendo anche fondi per la salvare la natura e le specie in pericolo. Tutto iniziò in una vasta area di zone umide alle foci del Guadalquivir nel sud della Spagna, la zona divenne il primo nucleo del Parco Nazionale delle Marismas (Coto Donana). Mentre, in Italia iniziò con la nascita nel 1966 della prima Oasi nel Lago di Burano, in Toscana. Oggi le Oasi Wwf italiane sono oltre cento per complessivi 35mila ettari dove conservazione e green-economy si conciliano perfettamente. In 50 anni il Wwf è cresciuto e ai nostri giorni è sostenuto da 5 milioni di persone, inoltre, è attivo in oltre 100 paesi con oltre 2mila progetti sul campo per la tutela della biodiversità e per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Attivo sia nel dialogo con i governi che con le organizzazioni non governative e, sempre più, con le imprese per spingerle verso una politica ambientale anche nei settori economici.
Oggi le minacce combinate e collegate tra loro come il cambiamento climatico e l’accelerazione della perdita di biodiversità comportano uno sforzo ancora maggiore da parte degli ambientalisti.