ECCO LE PAGELLE DI LAZIO-EMPOLI
LAZIO
Marchetti 6 – Mai impegnato, né sulle conclusioni né sulle palle alte.
Patric 6,5 – Una delle soprprese di quest’ultimo scorcio di campionato, fa buona guardia sui movimenti di Manuel Pucciarelli. Elevato il tasso tecnico dello spagnolo ma aspettiamo test più probanti per giudicare anche il lavoro di marcatura. Dal 83′ Basta s.v.
Hoedt 6,5 – Al posto di Bisevac gioca una gara attenta riuscendo a limitare le giocate degli attaccanti avversari.
Gentiletti 6 – Confermato ancora una volta al centro della difesa, l’argentino dimostra di nuovo qualche limite tecnico.
Lulic 6,5 – L’eroe biancoceleste gioca una prova gajarda e tosta non concedendo nemmeno un metro alle giocate dell’Empoli.
Onazi 7 – Il migliore. Dopo la buona prestazione offerta a Palermo anche oggi fa buon filtro sui movimenti di Buchel. La rete realizzata sullo scadere della prima frazione è il giusto premio per un giocatore molto generoso. Su livelli importanti anche nei secondi quarantacinque minuti di gioco.
Biglia 7 – Il capitano della Lazio prende in consegna Saponara a cui concede poco o nulla. Per uno come lui giocare con questa libertà di manovra è un toccasana.
Parolo 6 – Da un suo tiro dal limite arriva il tocco con la mano di Ciosic che decreta il penalty per la Lazio. Contro avversari del suo livello, riesce a fare un ottimo filtro sulla linea mediana.
Candreva 6,5 – Infallibile dal dischetto, gioca un buon calcio anche se diversi spioventi dal fondo non sono molto precisi.
Klose 6,5 – Dopo la doppietta col Palermo, oggi al 37′ sbaglia il colpo di testa che poteva valere il raddoppio della Lazio ma chiude molto bene la triangolazione che porta in rete Onazi. Migliora nella ripresa. Dal 70′ Djordjevic 6 – Venti minuti al piccolo trotto.
Keita 6 – Scavalcato Anderson nelle gerarchie di Inzaghi, anche oggi sulla sinistra mette in difficoltà gli uomini di Giampaolo. Poco sveglio quando prende il giallo per eccesso di foga. Nella ripresa sfiora la rete al 58′. Dal 63′ Anderson 5 – Il cambio di mister ha aggravato la sua posizione. Anche oggi la differenza con Keita è netta ed evidente.
All. Inzaghi 7 – Prima all’Olimpico per “Inzaghino” con il fratello maggiore seduto in tribuna. Il primo tempo fila liscio concludendosi 2-0 per i suoi ragazzi. Aver dato fiducia a Onazi, rinforza la posizione di Biglia e valorizza il lavoro di Parolo, consentendo all difesa minor pressione avversaria. Con questa vittoria la sua squadra aggancia il Sassuolo.
EMPOLI
Pelagotti 6 – Dopo la prestazione positiva nel vittorioso derby toscano viene spiazzato dal penalty di Candreva e non può fare molto sul diagonale di Onazi. Nella ripresa è autore di qualche buona parata.
Laurini 6 – Il francese deve abbandonare il terreno di gioco dopo appena quindici minuti per un infortunio all’adduttore. Dal 18′ Bittante 6 – Keita e Lulic scendono spesso creando qualche grattacapo al terzino destro. Provvidenziale l’intervento in scivolata su Candreva al 77′.
Cosic 5 – Rileva Tonelli alle prese con affaticamento muscolare ma commette subito il fallo da rigore e si fa infilare con troppa facilità sulla seconda rete laziale.
Costa 6 – Una buona gara nonostante sia orfano del compagno di reparto. Provvidenziale l’intervento in scivolata volante al 40′.
Mario Rui 5,5 – Il portoghese è un tipo tosto e contro Candreva dà vita a un bel duello.
Buchel 5,5 – Al posto di Zielinski, durante il primo tempo gioca sia a destra che a sinistra. Nella ripresa non riesce a dare quel cambio di ritmo che serviva per riaprire il match.
Paredes 6 – Colpito duro dai giocatori della Lazio, il giovane centrocampista non perde mai la calma per organizzare il gioco della compagine toscana. Cala drasticamente nella seconda parte dell’incontro. Dal 68′ Dioussè 6 – Entra posizionandosi in cabina di regia assumendo compiti più difensivi rispetto al compagno sostituito.
Croce 5 – Con la fascia di capitano sul braccio, l’interno di centrocampo non riesce a contrastare le giocate degli avversari. Anche nella ripresa rimane ai margini della manovra.
Saponara 5 – Praticamente inoffensivo per tutto il primo tempo, non crea ma soprattutto concede troppi metri alle geometrie perfette di Biglia. Al 82′ si divora il gol che poteva riaprire il match.
Pucciarelli 5,5 – Pochi palloni giocabili e soprattutto zero conclusioni nello specchio della porta difesa da Marchetti. Unico squillo la buona verticalizzazione per Saponara a dieci minuti dal termine.
Piu 4,5 – Il Peggiore. Al posto di Big Mac Maccarone, gioca una partita a dir poco insufficiente contro una difesa che poteva e doveva, essere messa in difficoltà. Dal 60′ Mchedlidze 5 – Entra per cercare almeno un gol che possa riaprire un match senza storia. Anche lui viene oscurato dai difensori della Lazio.
All. Giampaolo 4,5 – Alla prese con qualche defezione non rischia Tonelli alle prese con un affaticamento – anche se fino a ieri tutti i colleghi lo davano titolare – e sopratutto Maccarone relegato in panchina chissà per quale misterioso motivo.
Arbitro: Cervellera 6,5 – Per la prima volta dirige la Lazio. Esagerata l’ammonizione rifilata a Biglia intorno alla mezz’ora del primo tempo. Nella seconda frazione dobbiamo annotare soltanto il giallo rifilato a Mchedlidze per gioco scorretto.
TABELLINO
LAZIO-EMPOLI 2-0
Lazio (4-3-3): Marchetti; Patric (dal 83′ Basta), Hoedt, Gentiletti, Lulic; Onazi, Biglia, Parolo; Candreva, Klose (dal 70′ Djordjevic), Keita (dal 63′ Anderson). A disp: Guerrieri, Matosevic, Mauricio, Mauricio, Germoni, Mattia, Milinkovic-Savic, Cataldi, Morrison, Matri. All. Simone Inzaghi
Empoli (4-3-1-2): Pelagotti; Laurini (dal 18′ Bittante), Cosic, Costa, Mario Rui; Buchel, Paredes (dal 68′ Dioussè), Croce; Saponara; Pucciarelli, Piu (dal 60′ Mchedlidze). A disp: Pugliesi, Camporese, Ariaudo, Maiello, Zambelli, Krunic, Maccarone. All. Marco Giampaolo
Arbitro: Angelo Cervellera della Sezione di Taranto
Marcatori: 6′ Candreva (L), 43′ Onazi (L)
Ammoniti: 5′ Ciosic (E), 26′ Keita (L), 28′ Biglia (L), 29′ Parolo (L), 88′ Mchedlidze (E)
Espulsi: —

terre si estendevano dalla Cina all’Europa, si trovò a regnare sul più grande impero indiviso della Storia. Il segreto della sua influenza economica? Non l’accumulo, ma la suddivisione delle ricchezze: ai membri dell’esercito mongolo era proibito accumulare bottini personali. Le ricchezze conquistate erano inventariate e poi suddivise equamente. Una parte finiva anche all’imperatore, che non le usò mai, però, per costruire sfoggi di ricchezza personale come palazzi, tombe, templi. Quando morì fu avvolto in un panno di feltro come tutti, e così sepolto.
5).
nell’industria petrolifera nel 1863; nel 1880 la sua Standard Oil Company controllava il 90% della produzione petrolifera americana (un monopolio che nel 1911 sarebbe stato dichiarato illegale dalla Corte Suprema degli Stati Uniti). In base a un necrologio del New York Times, nel 1918 la sua ricchezza ammontava a 1,5 miliardi di dollari, quasi il 2% della produzione economica degli Stati Uniti per quell’anno. Tradotto in valuta 2014, una fortuna da 341 miliardi di dollari.
un’enorme ricchezza: non la propria, ma quella di un’intera nazione che si estendeva su circa un sesto di tutte le terre emerse del pianeta. I dati dell‘OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dimostrano che nel 1950, tre anni prima della sua morte, l’Unione Sovietica produceva circa il 9,6% del prodotto interno lordo globale. In termini odierni, l’equivalente di 7,5 trilioni di dollari (un trilione equivale a mille miliardi). Sul fatto di poterla chiamare ricchezza si può discutere, ma non ci sono molti dubbi sulla sconfinata influenza economica che Stalin poté esercitare.
A.C. – 14 D.C.), primo imperatore romano.

Zeffirelli è infatti figlio di Ottorino Corsi (nato e vissuto a Vinci e successivamente trasferitosi a Firenze), nipote di Olinto Corsi, uno dei personaggi più noti della Vinci di fine Ottocento. Secondo la ricostruzione dell’albero genealogico da parte di Vezzosi e Sabato la famiglia Corsi si è imparentata con la famiglia Da Vinci nel 1794 grazie al matrimonio fra Michelangelo di Tommaso Corsi e Teresa Alessandra Giovanna di Ser Antonio Giuseppe Da Vinci, diretta discendente di Ser Piero, padre di Leonardo. «Dopo alcune dichiarazioni dello stesso Zeffirelli – spiega Vezzosi – in occasione del Premio Leonardo che nel 2007 gli venne consegnato dal Presidente Napolitano, ho fatto una serie di ulteriori ricerche per definire esattamente il rapporto tra la famiglia di Leonardo Da Vinci e quella dei Corsi, e quindi di Zeffirelli. E anche sulle due case appartenute in antico alla famiglia di Leonardo e poi agli antenati di Zeffirelli nel borgo e nella campagna di Vinci».