Di seguito l’intervista realizzata a Giorgio Sandri da “I Laziali Sono Qua“, trasmissione radiofonica in onda dalle 10 alle 13 dal lunedì al sabato sugli 88.100 FM di Elleradio
Su Lotito – “Credo che dopo 12 anni questo personaggio non debba dimostrare più niente a nessuno. Ha fatto di tutto per perdere la stima ai nostri occhi. Mi auguro davvero che possa fare un passo indietro. Personalmente non mi rappresenta e non capisco che senso abbia continuare questa battaglia contro tutto e tutti. Non può girare senza scorta, se viene riconosciuto in un ristorante deve scappare… Ne tragga le conclusioni. Si è dimesso Papa Ratzinger, penso che lo possa fare anche lui“.
Sulla brutta vicenda che lo ha visto coinvolto con il Corriere dello Sport – “Mi è dispiaciuto molto che una testata del genere abbia preso un mio post su Facebook e ne abbia fatto una notizia. Oltretutto pubblicandola sui social e facendoci una domanda. Due poveri idioti hanno scritto cose offensive nei riguardi nostri e della memoria di Gabriele e nessuno ha rimosso questi commenti per alcune ore. Ormai la spazzatura non si trova solo nei cassonetti…“.
Sull’esonero di Pioli – “Sicuramente anche il Mister ha le sue responsabilità, ma credo che siano minime rispetto a quelle della presidenza. E’ stato il capro espiatorio che ha pagato per tutti. Purtroppo cose del genere le abbiamo viste anche in passato. Non ci si prendono mai le proprie colpe e si scarica il barile sul tecnico. Una cosa che posso imputargli è di non aver battuto i pugni l’estate scorsa durante la campagna acquisti, ma parliamoci chiaro: il colpevole è uno solo e si chiama Claudio Lotito“.
Sulla manifestazione di protesta che sta organizzando la Curva Nord – “Sono assolutamente favorevole e sarò presente come sempre. Sono sceso in piazza per evitare che venisse ceduto Signori ai tempi di Cragnotti, pensate ora che c’è in ballo il futuro della Lazio. L’unica raccomandazione che mi sento di fare è di usare la testa. Molte persone non aspettano altro che poterci impallinare“.
Sui momenti più belli vissuti da laziale – “Sicuramente lo Scudetto del 1974. Erano venti anni che aspettavo che la mia squadra vincesse qualcosa e quell’anno fu davvero da leggenda. Poi Lazio-Vicenza l’anno degli spareggi e lo Scudetto del 2000. Credo che questi momenti siano nei cuori di tutti noi“.

Un Renato Zero polemico quello che è intervenuto alla conferenza show organizzata ieri presso l’AreaPergolesi di Milano per presentare il nuovo disco dell’artista romano in uscita l’8 aprile, e le date dei due concerti in cartellone all’Arena di Verona il 1 e il 2 giugno. Il cantautore ritorna con una rinnovata passione e spirito di denuncia, nel disco presenti brani dedicati ai grandi temi sociali e alle battaglie civili. Il disco è già stato anticipato dai singoli “Gli anni miei raccontano” e “Chiedi”. Tutti brani inediti quelli registrati nel nuovo album “Alt”: “Questo disco si rivolge a chi non vuole arrendersi, è un intervento obbligatorio perché in questo mondo non si può restare a braccia conserte aspettando la manna. Bisogna trovare il coraggio di alzare la testa”, ha spiegato il cantante. Come del resto anche nel singolo “Chiedi” dove afferma: “Se la parola d’ordine è reagire, il primo passo per farsi rispettare è tenere spenta la tv che ha dato lavoro a criminologi e psicanalisti”. Ma poi Zero punta il dito contro qualcuno dei suoi fan: “Qualche sorcino un po’ sprovveduto ieri sera ha messo in rete il mio album. Non venite più ai miei concerti, non acquistate i miei dischi. Io mi produco i dischi da solo, faccio l’artista, non il rapinatore. Non può venire il primo pischello e mettere in rete il mio disco: non lo tollero”.
Dopo Londra la mostra toccherà altre undici città per un periodo complessivo di quattro anni: “Abbiamo pensato a questa cosa per molto tempo, volevamo fosse perfetta e fruibile dal maggior numero possibile di persone. Prepararla nei modi giusti e su larga scala. Il processo di realizzazione ha ricordato quello dei nostri tour e penso che questo sia il momento giusto per farlo”, ha dichiarato Mick Jagger. “Anche se si tratta di una mostra sui Rolling Stones non parla solo dei membri della band – ha aggiunto Keith Richards – E’ un racconto di tutta la tecnologia e gli oggetti che hanno fatto parte della storia di gruppi come noi, così come di strumenti che sono passati di mano in mano per anni, è questo quello che rende la mostra davvero interessante”.