Forse in Italia, maggiormente al govero, il problema è che nel momento in cui si cerca di risolvere un problema si corre il rischio di crearne altri. Renzi ha voluto da sempre combattere l’evasione all’abbonamento TV, con la volontà iniziale di porre dei vantaggi al popolo italiano, ma il Governo Renzi appunto, sembra che si sia letteralmente incartato su tutto ciò andando incontro a degli errori, e le conseguenze di questi sbagli saranno a carico dei cittadini italiani. E’ stato deciso il modo per la riscossione del “Canone Rai”: bolletta della luce legata all’abitazione principale. Ora però, ci sarebbe da risolvere un ulteriore problema creato da questa idea di riscossione, questa “trovata” richiederà l’impiego di risorse e di personale per coordinare le informazioni provenienti dal fisco, e chi risarcirà le società elettriche dell’attività che dovranno sostenere per il recupero delle somme e per il successivo versamento allo Stato? Le compagnie elettriche non hanno la minima idea di ridurre i guadagni per un’iniziativa mai richiesta. Lo stato, neanche a dirlo, non vuole assolutamente sborsare un euro magari pescando dal “gruzzoletto” incassato dallo stesso Canone Rai. Indovinate chi pagherà? semplice, i contribuenti italiani. Infatti la bozza del decreto di attuazione alle norme della legge di Stabilità dedicate, appunto, al canone Rai prevede che alle imprese elettriche verrà corrisposto un contributo forfettario per coprire i costi della riscossione del canone Rai, pari a 14 milioni per il 2016 e altrettanti per il 2017. Risorse economiche, che verranno coperte dall’Agenzia delle entrate, quindi dai contribuenti italiani.
Insomma, in poche parole i contribuenti pagheranno due volte il canone Rai: la prima, con l’imposta vera e propria “abbinata” al contratto della luce, la seconda, invece, sottoforma di contributo alle società elettriche per i costi che sosterranno nel riscuotere gli importi e poi versarli allo Stato, costi che ricadranno quindi sulla collettività intera. Viste le difficoltà che trova lo stato nel rimborsare le società delle varie compagnie della luce e le stesse compagnie elettriche che non hanno intenzione di sborsare soldi, ora speriamo che, ai poveri cittadini che al contrario sembrano rattoppare alcune falle nonostante le mille problematiche, non venga sbandierato più lo spot riguardante l’abbonamento TV “pagare il canone è ora facile come accendere la luce”…

Un’opera d’arte lunga più di mezzo chilometro (550 metri per la precisione), composta da 80 figure altre fino a dieci metri. Dal prossimo 21 aprile 2016 sarà inaugurata l’immensa opera d’arte renderà più belli gli argini sul Tevere e con essi la città di Roma (già spettacolare di suo). L’opera, intitolata “Triumphs and Laments” è realizzata dall’artista sudafricano William Kentridge ed è realizzata attraverso una pulizia selettiva della patina biologica accumulata sui muraglioni di travertino nel tratto del Tevere tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, il fregio sarà visibile per 4-5 anni, prima di essere riassorbito dal muro stesso. Le figure “incise” sulla pietra raccontano la grande storia della città di Roma, tra trionfi e sconfitte, dall’età antica fino a oggi, da Romolo che fonda Roma e uccide Remo, alla morte di Pasolini. L’opera sarà inaugurata in occasione del Natale di Roma (appunto il 21 aprile 2016) e l’evento sarà accompagnato dalla composizione musicale di Philip Miller. Intanto i lavori di realizzazione vanno avanti e gran parte dei disegni sono già stati realizzati. L’artista prova a spiegare e a sintetizzare lo spirito del suo lavoro: “Non so quale sarà la sua espressione finale, ma credo che riguarderà questo intrecciarsi di trionfi e disastri, partendo dall’ovvio presupposto che il trionfo di qualcuno sia anche il disastro di qualcun altro. Dal mio punto di vista, lo sforzo è quello di trovare un linguaggio visivo che esprima questa combinazione di trionfi e lamenti, il senso di una città che rappresenta essa stessa il trionfo, e come la sua architettura ne conservi le tracce. Inoltre sono interessato alle ombre, a cosa si nasconde sotto la superficie, a mettere insieme tutti questi livelli e trasformarli in un nuovo lavoro di arte contemporanea. Generalme
nte guardo ai materiali storici, agli archivi, alle sculture, ai dipinti, che mi restituiscono la storia millenaria della città”. Alla realizzazione dell’opera collaborano: Roma Capitale (Assessorato Cultura e Sport, Assessorato all’Ambiente), Sovraintendenza Capitolina, Polo Museale Contemporaneo di Roma Capitale, Regione Lazio, Direzione Infrastrutture ambiente e Politiche abitative della Regione Lazio, Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici di Roma, MIBAC Ministero dei Beni Artistici e Culturali, Municipio I.
