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RASSEGNA STAMPA – La Lazio spreca un’altra occasione di rialzarsi

Ultima chiamata per la Lazio sul binario del campionato. La disperata corsa della Sampdoria di Montella – ancora alla ricerca della prima vittoria sulla panchina blucerchiata, dopo tre sconfitte – non deve essere un ostacolo. Pioli si gioca il posto, la squadra e il presidente Lotito vuole placare la contestazione dei tifosi esplosa in settimana. Lo stadio Olimpico è deserto, tante le assenze biancocelesti: out Basta, Lulic, Keita, Kishna e il lungodegente De Vrij. Mauricio è squalificato, c’è la coppia Hoedt-Gentiletti al centro con Konko confermato sulla corsia mancina della difesa. Il tecnico emiliano ne inventa un’altra per sbrogliare la matassa, arriva il Natale e il modulo ad albero con Candreva e Djordjevic alle spalle di Klose. Il serbo svaria tra il ruolo da trequartista e la seconda punta, a trasformare la Lazio in un 4-3-1-2, anche se i biancocelesti non sembrano avere troppo chiari in mente i movimenti di gioco da fare. Per i blucerchiati c’è Cassano a trainare l’attacco, senza troppo successo. Sul fronte opposto Klose non capitalizza il pallone servito a puntino da Candreva per la sua inzuccata. Il tedesco ha vissuto certamente momenti migliori, poco dopo lascia sfumare un’altra occasione a tu per tu con Viviano. Il centrocampista romano invece appare il più in forma – si fa trovare al posto giusto al momento giusto, ma predica nel deserto – Radu è il leader della difesa: il romeno mette una toppa alle disattenzioni della retroguardia biancoceleste e chiude un paio di affondi doriani. La Lazio è quasi irritante, i tifosi sono pochi ma fanno sentire i fischi per una squadra che proprio non riesce a girare e a inventare la manovra. Biglia trova difficoltà a impostare il gioco. Il secondo tempo si apre col cambio tra Cataldi e Felipe Anderson, Pioli ha capito che la forma mentis della Lazio è giocare sulle fasce e per tutta la prima frazione i biancocelesti si sono mossi su un’unica corsia: Djordjevic avanza qualche metro a fare la punta vera, il brasiliano e Candreva gli esterni in un 4-2-2. Il Pipe è fumoso, l’esterno romano è l’unico che riesce a mettere palloni in area per compagni assenti, l’evanescente Klose lascia il posto a Matri. Montella prova a dare la scossa ai suoi e sostituisce Cassano – da ex giallorosso fischiato dai laziali – con Muriel per gli ultimi venti minuti di partita. La Lazio è prevedibile, tenta sempre lo stesso gioco, impatta sempre contro il muro blucerchiato: non registra occasioni degne di nota. Ma la svolta invece la dà l’attaccante biancoceleste appena entrato con un gran gol di testa a girare servito da Radu. I biancocelesti esultano come se fosse la rete della vita: Marchetti riesce nell’incredibile impresa di stirarsi una coscia per correre dai compagni, entra Berisha. Un paio di uscite sconsiderate per l’albanese, la seconda – con la complicità di errori marchiani della difesa, Konko in primis – costa la delusione più grande alla Lazio. Cartellino giallo per il portiere a travolgere Muriel, poi la punizione mortifera della Sampdoria. Il sinistro di Zukanovic, la deviazione di testa di Felipe Anderson ed ecco la beffa biancoceleste. L’1-1 arriva in pieno recupero e sancisce una crisi senza fine. Solo due punti nelle ultime sette partite di serie A, solo sei lunghezze dalla zona retrocessione.

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Fonte : Il Tempo


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