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PAGELLONE LAZIO 2017 – Il direttore sportivo Igli Tare

Dopo portieri, difensori, centrocampisti, attaccanti e Inzaghi siamo giunti all’epilogo del nostro pagellone del 2017. Penultimo voto rivolto al direttore sportivo Igli Tare. Buona lettura.

TARE – Inizio a scrivere questo articolo appena terminata la sfida vinta contro la Fiorentina. Strakosha, Bastos, de Vrij, Leiva, Parolo, Anderson, Milinkovic, Lulic, Caicedo, Immobile, Lukaku e Luis Alberto. Ormai sono tanti gli anni da quando questo dirigente albanese, è passato dal campo alla dirigenza. Precisamente dal duemilaotto, anni difficili per la società del patron Lotito, il suo primo estimatore. Come diceva Renato Cavallaro, il mio professore di Sociologia, “La verità è dei pochi”. Quindi non sapremo mai se le bufale acquistate fino allo scorso anno, siano imputabili al suo operato o quello del presidente. Fatto sta che però questo 2017 si conclude con un bel voto per il dirigente di Valona che piano piano, sta guadagnando punti. Non solo attraverso gli acquisti sul campo, ma anche al fatto che, in più occasioni, non ha sbagliato una dichiarazione e, soprattutto perché in questo ultimo periodo, è apparso molto più vicino al popolo laziale rispetto a qualche anno fa, quando non erano poche le dichiarazioni nonsense.

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L’invasione di campo dopo Lazio-Fiorentina di campionato, è stata la ciliegina sulla torta di quell’attaccamento che noi tribù biancoceleste desidereremo avere sempre da chi ci rappresenta.

Igli non è mister simpatia e lo ha ribadito anche al premio di Guido, ma lui dice di essere laziale. Tanti e troppi personaggi lo hanno dichiarato in passato, ma a volte si sà che la strada del professionismo ti porta a fare scelte che poi esulano dalla fede. Tare è abbastanza bravo nel scegliere i giocatori con i soldi che che dispone. La professione viene prima di tutto e allora non mi meraviglierei di vederlo lavorare per un altro club, lontano da questa città che spesso lo ha maltrattato, forse, per colpe non sue. Ora però il passato è alle spalle. Non bisogna mai dimenticarlo, ma nemmeno esagerare con il rancore. Hic et nunc. Godiamoci il presente di questo esaltante 2017. Sono lontani i tempi della contestazione, ora Tare grazie a delle sue doti inconfutabili – il lavoro e la serietà – sta recuperando tanta credibilità.

Tornando all’anno solare appena concluso, bisogna anche dire che a gennaio non rinforzammo per nulla la rosa: arrivò soltanto il giovanissimo Crecco e vendemmo giocatori non certo di prima fascia (Prce al Brescia, Cataldi al Genoa, Minala alla Salernitana, Leitner all’Augsburg, Vinícius all’AEK Atene, Morrison al QPR), Kishna al Lille, ed El Tata González al Club Nacional). Il topo della strategia di Tare, è andata in scena durante la campagna acquisti estiva. Seppur Nanì ancora non abbia ancora strusciato un pallone, tutti gli altri acquisti del mercato sono stati azzeccati. La querelle Keita, con il contestuale arrivo di due mocciosi pagati l’ira di Dio, assume meno valore in questa Lazio, dove tutto sta andando a meraviglia. Quindi caro Igli, dal mio personalissimo pensiero, il voto di questo 2017 è un bel sette (7). Augurandomi che in questo gennaio tu possa capire, insieme al presidente che, con un piccolo sforzo economico, si può migliorare una squadra già molto forte. Augurandoti le miglior fortune, ti auguro buon lavoro.

Davide Sperati

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