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LA NOSTRA STORIA Il mitico Ezio Sclavi

LA NOSTRA STORIA Ezio Sclavi nacque il 23 marzo 1903 a Montù Beccaria. La sua vicenda sportiva è legata a un giorno, il 22 luglio 1923, in cui non era ancora calciatore ma che fu importante per la Lazio e per lui. Alla Rondinella si svolgeva la partita di ritorno tra i Capitolini e il Genoa. Gara che avrebbe deciso le sorti del campionato. Il Genoa, vincitore del girone nord, incontrò la Lazio, vincitrice del girone centro-sud, dopo che all’andata i rossoblù avevano vinto per 4-1. Nella partita di ritorno alla Rondinella i liguri si imposero 2-0 conquistando l’ottavo titolo. Ciò fece comprendere che il gioco del calcio aveva raggiunto larghi strati della popolazione.

Gli stadi non bastavano più per contenere gli appassionati che deliravano per vedere un incontro come quello. Ma soprattutto si capì che l’epoca del dilettantismo puro era finita e che bisognava impostare le società su precisi modelli economici. Dopo quella partita la Lazio vide partire alcuni giocatori che approdarono nei grandi club del Nord, i soli che potevano garantire stipendi e ricompense. La Lazio si trovò priva dei giocatori più forti ma entrò in ballo il destino. Alla Farnesina tutti i giorni si trovavano i soldati di leva che nella vita civile si dedicavano alle discipline sportive. Tra loro anche un certo Ezio Sclavi che aveva praticato salto con l’asta e corsa piana con ottimi risultati. Il ragazzo si accorse che i commilitoni che praticavano il calcio godevano di un numero maggiore di uscite.

Non amando la vita di caserma decise di fare il giro delle società calcistiche romane per chiedere di essere provato come portiere. Le risposte delle società interpellate furono tutte negative. Il 22 luglio inviato alla Rondinella con il suo reparto per montare delle tribunette supplementari finito il lavoro ne approfittò per reiterare la richiesta di un provino a un dirigente laziale presente allo stadio ma la risposta fu ancora negativa. Sclavi e alcuni commilitoni decisero di iscriversi a un torneo di calcio amatoriale e cominciarono a incontrarsi con altre squadre. In una di queste partite erano presenti alcuni soci della Lazio che rimasero colpiti dalle doti fisiche e dall’agilità di Sclavi. Tesserato per la Lazio con sua grande sorpresa gli annunciarono che avrebbe esordito in porta nella prima giornata del campionato 1923/24 contro la temibile Fortitudo.

Iniziò così la carriera del più leggendario, eroico, generoso, appassionato, epico giocatore che abbia mai indossato la casacca biancoceleste. Nel 1925 tre giocatori biancocelesti, Sclavi, Vojak e Cattaneo, che svolgevano il servizio militare a Roma vennero congedati. Tutti e tre volevano restare alla Lazio ma la linea del presidente Ballerini non prevedeva nessun riconoscimento economico. I tre erano costretti a tornare al Nord dove avrebbero potuto guadagnare qualcosa. Il più insistente nella richiesta di restare alla Lazio fu Sclavi. Il portiere arrivò a dichiarare che si sarebbe accontentato del solo vitto giornaliero pur di restare. Ma la risposta fu negativa. Il portiere e Vojak finirono alla Juventus che, senza sborsare un centesimo, si accaparrò i due forti calciatori.

Alla Lazio al posto di Sclavi arrivò Bruno Niccolini, ex portiere della Pro Roma. Dopo una stagione alla Juventus il portiere rifiuta il prolungamento del contratto e chiede di tornare alla Lazio. La società biancoceleste non ci pensò un attimo e ingaggiò il giocatore. Evitata nel 1927 per merito del Generale Giorgio Vaccaro la fusione con le altre squadre di Roma per dar vita all’A.S. Roma la Lazio continuò a partecipare ai vari campionati. Sclavi divenne il perno e il riferimento della squadra. Ha giocato con la Lazio dal 1923 al 1934, salvo nella stagione 1925/26 in cui militò nella Juventus. Morì ad Arma di Taggia (IM) il 31 agosto 1968.

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