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Palermo, due laziali in corsa per la panchina

Non solo la Lazio: anche il Palermo starebbe preparando una rivoluzione. L’ennesima dopo le molteplici già affrontate nel corso dell’ultima stagione. Il patron Maurizio Zamparini starebbe infatti pensando di esonerare Ballardini, il tecnico che ha condotto la squadra rosanero alla salvezza, per ingaggiare un nuovo tecnico. Secondo quanto rivela La Repubblica, tra i nomi sulla lista ci sarebbe quello del mister della Lazio Simone Inzaghi, ancora in attesa di novità da Formello, nonostante la società biancoceleste sembri aver scelto Prandelli per la sua sostituzione. Il piacentino intanto si sta guardando intorno e la Sicilia può rappresentare l’occasione per la sua definitiva consacrazione. Il suo nome però non è l’unico nella mente di Zamparini, che valuta anche la candidatura di Stefano Pioli. Esonerato ma ancora legato ai biancocelesti fino al 2017, per il parmense sarebbe un ritorno al timone della squadra che aveva già guidato per un paio di mesi nel 2011. Insomma, si prospetta un duello in salsa laziale per decidere chi sarà il prossimo allenatore del Palermo. Nei prossimi giorni se ne saprà di più.

La Lazio fa sul serio con Pavoletti: Lotito e Preziosi a cena per parlare della punta

Era già accaduto qualche giorno fa, ma ieri sera Claudio Lotito ed Enrico Preziosi si sono nuovamente visti a cena. Stando a quanto riportato da Gianluca Di Marzio sul suo sito, il piatto forte della serata è stato Leonardo Pavoletti che la Lazio vede come l’uomo giusto a raccogliere la pesante eredità lasciata da Miro Klose. Il Genoa chiede 15 mln per lasciarlo partire dopo l’ottima stagione costellata da 14 reti che gli sono valse la chiamata allo stage in Nazionale. La Lazio sta provando a inserire delle contropartite tecniche per far abbassare il prezzo. Questa volta Lotito sembra farci sul serio.

Patch Adams, il dottore umorista

Hunter Doherty “Patch” Adams nasce a Washington il 28 maggio 1945. Medico e scrittore, nel 1971 fonda il Gesundheit! Institute. Ogni anno travestito da clown, assieme ad altri volontari, si reca in vari ospedali per far tornare il sorriso sul viso di orfani e malati. È l’ideatore di una terapia olistica particolare: quella del sorriso, nota come clownterapia.

Nasce a Washington ma a causa dei trasferimenti del padre, ufficiale dell’Esercito degli Stati Uniti, si sposta di continuo con la famiglia. Visse in Germania per sette anni, in Giappone per tre, in Texas, in Oklahoma e in molti altri posti. All’età di 16 anni rimane orfano di padre, malato di cuore e deceduto in seguito a un infarto. La perdita del genitore lo segna in modo particolare anche perché nell’ultima settimana di vita aveva avuto modo di avvicinarsi al padre che, per molti anni, era stata una figura assente. Assieme alla madre e al fratello si trasferisce in Virginia del Nord dove vennero ospitati da uno zio per un breve periodo. Divenne un alunno ribelle e anticonformista. Scriveva articoli contro la guerra, l’ipocrisia religiosa e la segregazione. Trascorse un periodo travagliato: si ammalò di ulcera, che i medici sbagliarono a curare; Donna, la ragazza di cui era innamorato, lo lasciò, e lo zio si suicidò. Il suo instabile equilibrio interiore precipitò. Pensò di suicidarsi ma non ci riuscì. Allora tornò dalla madre e le disse: “Ho provato a uccidermi. È meglio che mi ricoveri in un ospedale psichiatrico”. Viene ricoverato e dopo aver lasciato l’ospedale decide di entrare a medicina. Ma furono anni difficili: l’ambiente accademico di quel tempo non accettava il modo con cui Patch curava i pazienti. Entrava nei reparti senza autorizzazione già dal primo anno di università per stare vicino a dei malati terminali o a bambini in gravi condizioni di salute, presentandosi in modo comico e originale. Venne accusato di “troppa allegria” e minacciato di espulsione. Di fronte alla commissione che lo doveva giudicare, Adams pronunciò un discorso che lo rese celebre. Nel 1971 riuscì a ottenere la laurea. Nel 1975 sposò Linda Edquist, volontaria della clinica al Virginia Commonwealth University e conosciuta all’ultimo anno di medicina, da cui ebbe due figli; nel 1998 divorziò.

Dopo essersi laureato entrò a lavorare all’ospedale della Georgetown University. Patch Adams trasformò la casa in cui viveva in una clinica. Assieme a un gruppo di volontari, in dieci anni, prestò cure gratuite a circa 15mila malati senza chiedere compensi di qualsasi natura perché convinti che la guarigione doveva essere un interscambio umano amorevole e non una transazione commerciale. Nel 1977 acquista un terreno nel North Carolina dove progetta di costruire una clinica vera e propria. Vista dall’alto nelle intenzioni di Patch Adams la costruzione doveva sembrare la sagoma di un clown. A questo scopo fondò il Gesundheit! Institute (in tedesco salute). Progetto ambizioso con costi previsti intorno ai 15 milioni di dollari. L’istituto fu pensato come una comunità per la libera assistenza sanitaria con l’obiettivo di integrare, in un tradizionale ospedale, sia la medicina alternativa che l’organizzazione di programmi educativi in via di sviluppo sostenibile. La “ricetta Adams” si basa su una combinazione di umorismo e divertimento che secondo l’ideatore sarebbero gli ingredienti essenziali per la guarigione fisica e mentale dei pazienti. All’ingresso dell’Ospedale una celebre frase recita: “Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità – dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti“.

Nel 1983 sulla rivista Prevention apparve il primo articolo sul Gesundheit! e ciò contribuì ad aumentare la notorietà del metodo Patch. Inizia a tenere conferenze e seminari sui suoi progetti e sulla sua filosofia della guarigione e attraverso anche presentazioni teatrali inizia a raccogliere fondi per le spese di sopravvivenza. Nel 1985 va in Unione Sovietica, dove poi ritornò spesso; l’anno successivo si recò presso l’Università nel Minnesota ad un convegno sulla medicina preventiva e il suo intervento ricevette la valutazione migliore. Nell’89 si recò in Georgia per un altro convegno. Il suo messaggio si diffondeva per radio e televisione. Riceveva decine di migliaia di lettere da persone che volevano incoraggiarlo ed aiutarlo e lui rispose ad ognuno. Il suo impegno nel sociale lo rese famoso in tutto il mondo, al punto che gli è stato dedicato il film Patch Adams, interpretato da Robin Williams, che ne romanza la vita rispettando in buona parte episodi realmente accaduti. Nel 1997 Adams riceve un premio per la Pace. Il 20 aprile 2007 gli viene conferita la laurea honoris causa in pedagogia dall’Università di Bologna.

Ronaldo: “Spero che i club italiani tornino al top d’Europa. Simeone? Si vedeva che sarebbe diventato un grande allenatore”

Per chi come il sottoscritto era bambino negli anni ’90 l’unico Ronaldo degno di portare tale nome è il fenomeno. Classe, tecnica, potenza, dribbling, senso del gol, Ronaldo è stato uno dei giocatori più forti del XX secolo. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante di Inter e Real Madrid si è raccontato. Ecco le sue parole: “Il legame con l’Italia è forte. Qui mi vogliono bene, l’accoglienza è fantastica, anche da parte delle generazioni che non mi hanno visto giocare. Peccato che le squadre italiane non stiano facendo bene negli ultimi anni e che la finale a Milano si debba giocare fra club stranieri. Ma l’Italia è la storia del calcio e spero che le squadre italiane si riprendano la loro grandezza in Europa. Juventus? Sono stato anche a Berlino a vedere la finale con il Barcellona e posso dire che non c’è stata partita. La Juve vince da cinque anni in Italia, ma in Europa è un’altra cosa. Comunque spero davvero che i club italiani tornino al livello di un tempo non troppo lontano”.

Il fenomeno è stato compagno di Simeone nell’Inter e di Zidane nel Real. I due tecnici si affronteranno sabato nella sfida di Champions: “Sarà una bella finale, è una bella storia. Zidane è arrivato da pochi mesi ed è subito qui. Dico la verità, non lo vedevo così portato a fare il tecnico. Il Cholo invece è sempre stato così, si capiva da anni che cosa sarebbe diventato, con la sua attenzione alla tattica. Ma Zizou trasmette la sua filosofia, la filosofia di un talento. Vincerà chi è più motivato. Anche il Real è motivato e io spero che vinca. Gioca meglio di qualche mese fa, sono fiducioso. Io sono innamorato del calcio giocato bene, del fair play. Simeone ha un temperamento argentino e trasmette ai giocatori cose che a me non piacciono, però è un grande allenatore. La sua squadra gioca bene, chiusa e compatta. Ha un suo stile ed è difficile da affrontare. Simeone all’Inter? Credo che prima o poi tornerà, l’ho detto tante volte, perché a questo club è molto legato”.

Ronaldo parla anche del suo omonimo, Cristiano: “È arrivato in finale di Champions, se la meriterebbe. A tanti campioni succede la stessa cosa, perché le aspettative sono altissime. Puoi anche avere un atteggiamento impeccabile, non sempre basta. A me pare che Cristiano faccia tutto bene. Dicono che non sia abbastanza accessibile, che conceda poco. Io non so se sia vero. Di certo la gente dai campioni vuole sempre di più”. Chiusura su Morata: “A Madrid c’è una pressione pazzesca, chi va a giocare lì lo sa e non ci deve pensare: deve dimenticare dove si trova e fare del suo meglio per restare al top in una squadra unica. Se fossi Morata andrei a Madrid, e senza troppi pensieri. Tutti vogliono andare nel club più grande del mondo e il Real Madrid lo è”.

Veron: “La serie A conserva sempre il suo fascino. Champions? Simeone è un amico e domani tiferò per lui”

In un’intervista a tuttomercatoweb l’ex regista biancoceleste Juan Sebastian Veron che ha parlato della situazione del calcio nostrano: “È sempre bello tornare in Italia, sono arrivato qui a 20 anni e sono stato accolto molto bene. La Serie A poco competitiva? E’ difficile fare una grande squadra al giorno d’oggi .Quando giocavo io c’era quantità e qualità in ogni squadra. Oggi è più difficile. Il fascino del campionato c’è, bisogna trovare giocatori forti per renderlo più competitivo. La finale di Champions? Forse non sarà una bella partita ma da una finale ci si può aspettare di tutto”. Infine, su Diego Pablo Simeone, tecnico dei Colchoneros: “Con il Cholo siamo stati compagni, abbiamo lottato per grandi obiettivi. Abbiamo iniziato insieme ed è un piacere vederlo in questa situazione. Tiferò per lui, è stato mio allenatore e compagno, spero vada bene per lui. Se un giorno allenerò anche io? No, non mi ci vedo. Serve un altro carattere e io non ce l’ho”.

Ian Fleming, il papà di James Bond

Ian Fleming è lo scrittore che ha partorito uno dei personaggi più famosi della letteratura moderna e della cinematografia mondiale: James Bond, l’agente dei servizi segreti inglesi il cui nome in codice è 007“.

Ian Lancaster Fleming è nato a Mayfair, a Londra, il 28 maggio 1908. Di famiglia aristocratica, figlio di Valentine Fleming, deputato conservatore e ufficiale della Riserva.

A solo nove anni perde il padre, che viene ucciso durante la Prima guerra mondiale. Appena tredicenne frequenta il college di Eton, dove termina gli studi; si distingue in campo sportivo, dove viene citato come uno dei migliori atleti del prestigioso istituto. Carattere esuberante, ama le belle donne e le auto sportive, e inoltre viene considerato un gran bevitore. Per correggerne le cattive abitudini e impartirgli una disciplina più severa la madre lo iscrive all’Accademia Militare di Sandhurst ma dopo solo un anno Ian viene espulso per via di una sua fuga notturna per raggiungere una donna. Nel ’28 la madre gli toglie il sussidio mensile e lo manda in Austria, a Kitzbuhel, presso una coppia inglese che dirige una pensione per studenti. Immerso in un ambiente libero e stimolante il suo profitto migliora. Continua gli studi frequentando corsi di Politica Estera alle Università di Monaco e Ginevra. Diventa giornalista per l’agenzia Reuter; poi si impegna in diverse attività, come inviato a Mosca del Times e come consulente finanziario.

Le sue particolari passioni si concretizzano nella fondazione del club “Le Cercle”, dedicato al culto della gastronomia e del gioco d’azzardo (la prima apparizione di James Bond avviene nel film “Licenza di uccidere” proprio all’interno del club citato). Nel 1939 entra a fare parte del servizio segreto della Marina britannica, dove dirige una serie di operazioni che diventeranno in seguito la base delle esperienze riportate nelle avventure di James Bond. Nel ’52 sposa Anne Geraldine Rothermere, Contessa di Charteris. Durante il viaggio di nozze scrive il suo primo libro con protagonista il famoso agente segreto: “Casinò Royal”. In tutto scriverà dodici romanzi oltre a due raccolte di racconti su 007, un libro inchiesta sul traffico internazionale di diamanti e un romanzo intitolato “Chitty Chitty Bang Bang”. Morì il 12 agosto 1964 a soli 56 anni a causa di un attacco cardiaco.

 

Johnny Depp divorzia. Ipotesi violenza sulla donna

È notizia di qualche giorno fa che Johnny Depp sta divorziano con l’attrice Amber Heard. Niente di nuovo, ad Hollywood i divorzi sono all’ordine del giorno. Ma la cosa che perplime è che secondo la rivista People, l’attore di Pirati dei Caraibi picchia la moglie.  La nota rivista ha pubblicato una foto della Heard col volto tumefatto asserendo che non è la prima volta che accade. A rafforzare questa tesi la richiesta alla corte di un’ordinanza retlstrittiva nei confronti del marito.

CHAMPIONS – Simeone: “Solo la vittoria mi renderà felice. Se temo Ronaldo? No, il loro giocatore chiave è Casemiro”

“Solo vincere mi renderà felice”, esordisce in questo modo la conferenza stampa della vigilia Diego Pablo Simeone, che domani sera affronterà in finale i cugini del Real Madrid. Il Cholo non teme la pressione: “Amo la pressione”. L’allenatore non teme Cristiano Ronaldo ma Casemiro: “E’ il giocatore più importante perché dà equilibrio alla squadra. Merito anche di Zidane che l’ha lanciato. Temo il Real? Abbiamo già eliminato Barcellona e Bayern Monaco che sono tra le migliori squadre al mondo. Domani a San Siro sarà una gara magica. Abbiamo grande entusiasmo e passione, lavoriamo per crescere. Giocare una finale è fantastico e vogliamo vincerla. La cosa migliore del mio gruppo è che insiste e si reinventa. Domani mi aspetto una gara intensa ed equilibrata. Per me è un sogno essere qui. La continuità nel successo della squadra è importante, siamo diventati una delle migliori squadre d’Europa. Abbiamo stabilità, equilibrio e un grande lavoro. Sono il leader di questa squadra”.

 

 

 

CHAMPIONS – Zidane: “Real e Atletico hanno meritato questa finale. Ronaldo? E’ al 100%”

Tra 24 ore sarà Real Atletico Madrid, il remake della scorsa finale di Champions, ma il Cholo spera con un epilogo diverso. Il calcio spumeggiante di Zidane contro quello difensivista ma funzionale di Simeone. Il tecnico dei blancos in conferenza stampa ha commentato: “Credo di essermi meritato di essere qui. Ho lavorato tanto, io come i giocatori, per arrivarci. Ho fiducia nel lavoro, abbiamo sofferto ma lo sappiamo fare. Real e Atletico si sono meritate questa finale. Sono arrivato in finale da giocatore, da secondo, ora da primo allenatore. Mi piace la pressione, mi piace essere teso prima di una partita. Ancelotti a Lisbona mi diceva che erano tensioni diverse. E aggiungeva ‘Speriamo che un giorno tu le possa provare in prima persona’. Due anni dopo, eccoci qui”.
Comunque vada sarà un successo: “Non credo che perdere renderebbe la stagione fallimentare. Nessuno può toglierci quello fatto in questi mesi. Solo se sbagliassimo completamente l’atteggiamento. Ma non succederà. Siamo pronti, manca una notte. Si tratta di dormire e poi giocare una grande finale. Per me è la ciliegina sulla torta. I valori del Real sono sempre gli stessi: unità, impegno, solidarietà coi compagni. E poi mettiamo in campo la qualità. La prima cosa è difendere, poi abbiamo le armi per attaccare. Ma soprattutto dovremo correre. Correre, correre e correre”. Infine, Zizou tranquillizza i tifosi del Real riguardo CR7 che in settimana aveva rimediato una brutta botta in allenamento: Cristiano è al 100 per cento. Sta meglio che a Manchester. Ma anche se avesse qualcosa giocherebbe lo stesso”. L’unica sua sconfitta in Liga arrivò, come detto, col Cholo: “Ma loro fanno bene con tutti, e noi stiamo meglio, sotto ogni aspetto, rispetto a tre mesi fa. Sappiamo che sarà difficile, ma ci prepariamo da 15 giorni. Aspettiamo solo che sia il momento”

Non solo Prandelli, spunta un altro nome per la panchina biancoceleste

Nonostante Cesare Prandelli resti il favorito per la panchina biancoceleste il presidente Claudio Lotito continua a guardarsi intorno alla ricerca di una valida alternativa.

I contatti tra l’ex ct dell’Italia e la dirigenza biancoceleste proseguono da tempo ma, anche se resta la fiducia per un prossimo accordo tra le parti, ancora manca la firma sui contratti da parte di Prandelli.

Secondo quanto riferito da Radio Radio la parte olandese dei biancocelesti starebbe spingendo per favorire la candidatura di Frank de Boer. L’attuale allenatore dell‘Ajax, nelle ultime ore è stato contattato dalla Lazio. Tare da un po’ di tempo ha intrapreso una collaborazione con agenzie di procure olandesi che hanno permesso alla Lazio di arrivare a de Vrij, Hoedt e Kishna. Inoltre a Formello c’è anche il responsabile dell’Academy della Lazio che molto spesso da quando è arrivato in Italia è intervenuto anche nelle decisioni riguardanti il mercato.

Milik saluta l’Olanda: “Grazie Ajax”. Poi sul futuro

Nonostante il costo proibitivo per le casse biancocelesti la società romana continua a seguire  con attenzione il giovane attaccante dell’Ajax Arkadiusz Milik. Sul giocatore, valutato dalla società olandese sui 20 milioni, inoltre c’è anche la concorrenza di Leicester e Roma.

Consapevole di tutto questo Milik intervenendo a ELF Voetbal Magazine ha ammesso: “Non mi da nessun fastidio sentire di continuo qualcuno chiedermi notizie riguardanti il mio futuro. Significa che tante squadre importanti mi stanno seguendo e mi conferma che sto facendo bene. Ma in questo momento penso solo a fare bene nei prossimi Europei in Francia. Solo dopo di allora penserò al mio futuro. Ho tanto tempo per pensare a cosa fare. In tre settimane si possono prendere tante decisioni”. L’Ajax nella sua crescita è stato determinante, grazie alle 21 reti messe a segno con i “lancieri” è stato incoronato capocannoniere: “Qui sono cresciuto come calciatore, grazie agli insegnamenti ricevuti e all’aiuto dei compagni sono migliorato molto. La mia crescita sotto porta è anche dovuta al fatto che quest’anno ho giocato più partite”.

Un ex biancoceleste in Inghilterra alla guida del Reading ?

A quanto riportato da Sky Sports News a seguito del licenziamento del tecnico McDermott i dirigenti inglesi del Reading avrebbero contattato per un’eventuale sostituzione l’ex biancoceleste Jaap Stam.

L’olandese dopo aver allenato le giovanili dell’Ajax negli ultimi tempi ha trascorso un periodo di studio al Southampton lavorando al fianco di Ronald Koeman e del direttore tecnico del club inglese, Les Reed.

CALCIOMERCATO – Agente Pasqual: “E’ stato richiesto da più squadre ma non dalla Lazio”

Da quando Prandelli è stato accostato alla Lazio, hanno iniziato a circolare voci di mercato inerenti i suoi vecchi pupilli: da Mario Balotelli a Giuseppe Rossi passando per Manuel Pasqual. Proprio su quest’ultimo, Gastone Rizzato, agente del terzino su lalaziosiamonoi.it ha precisato: “A me non risulta, non c’è proprio niente al momento. Io sinceramente della Lazio non so nulla. Prandelli vuole Pasqual? Dovreste chiedere al tecnico. Posso solo confermare che nessuno della Lazio mi ha chiesto di Pasqual, mentre il giocatore è stato richiesto da più squadre”.

Rinviata l’udienza per il processo bis sul caso Cucchi

AGGIORNAMENTO  DEL 27/05 ORE 16:15 – L’udienza prevista per oggi dopo la relazione del giudice sulla vicenda è stata aggiornata all’8 giugno, giorno in cui prenderanno la parola il procuratore generale Eugenio Rubolino e le parti civili.

Domani, davanti alla terza Corte d’Assise d’Appello di Roma, prenderà il via il processo d’appello bis per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano e gran tifoso laziale trovato in possesso di sostanze stupefacenti, arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto una settimana dopo nel reparto detenuti dell’Ospedale “Sandro Pertini” a Roma.

Come riportato dall’Ansa ad apparire davanti ai giudici, presieduti da Vincenzo Roselli, saranno Aldo Fierro, il primario del reparto dell’ospedale Pertini dove avvenne il decesso di Cucchi, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo. I cinque medici che nel dicembre scorso si sono visti annullare l’assoluzione dalla Cassazione che  ha invece disposto un nuovo giudizio d’appello con l’accusa di omicidio colposo. Inoltre i giudici decretarono la definitiva assoluzione di tre agenti della polizia penitenziaria, di tre infermieri e di un sesto medico. Intanto a Bari è in corso la redazione di una perizia disposta dal gip capitolino per accertare la natura e l’entità delle lesioni riportate da Stefano Cucchi.

Sebastiani: “Il futuro di Lapadula solo dopo i playoff”

Il presidente del Pescara, Sebastiani, allontana le voci di mercato sull’attaccante della squadra abruzzese Gianluca Lapadula. Il giocatore, come noto, fa gola a parecchie società che hanno posato gli occhi su di lui ma il numero uno pescarese rimanda tutti i discorsi a dopo i playoff di Serie B.

Intervenuto ai microfoni di Radio Crc Sebastiani ha dichiarato: Lapadula in questo momento pensa solo al Pescara, come è giusto che sia. Lo seguono molte squadre e lui è entusiasta all’idea di avere la possibilità di dimostrare tutto il suo valore nella serie maggiore. Napoli è una destinazione che accetterebbe volentieri, con tre competizioni da disputare le occasioni per mettersi in mostra non mancheranno ma sa anche che avrebbe davanti Higuain che ha fatto 36 reti, quindi qualche dubbio se lo pone. Parleremo del suo futuro solo una volta terminati i play-off, sperando che siano andati nella maniera migliore. Anche se dovessimo raggiungere la Serie A, per una questione di bilancio, dovremmo rinunciare a qualcosa per tenerlo ancora qui. Non c’è una società favorita sulle altre, c’è tempo ancora. Le squadre interessate al calciatore sono tante ma io sono corretto e non faccio aste. Il calcio è questo, se qualcuno ci avesse creduto prima l’avrebbe pagato meno. Con il Napoli abbiamo un buon rapporto, le posizioni non sono lontane, ma sono talmente sicuro della bravura del giocatore che sono pronto a giocarmi anche una parte tramite bonus”.

La follia di Gazza (VIDEO)

Oggi 27 maggio il sempre amato e mai dimenticato campione inglese Paul Gazza Gascoigne compie 49 anni. Campione in campo e fuori, durante la sua carriera ha fatto parlare molto di se sia per le sue imprese sul terreno di gioco che per il suo carattere scherzoso, geniale e generoso. Paul amava fare scherzi ai suoi compagni e loro lo ricordano sempre con immenso piacere. Sono tanti gli aneddoti legati alla sua figura. A conferma della sua simpatia e della sua generosità di seguito riportiamo quelli raccontati da alcuni dei suoi compagni e da alcune persone che hanno lavorato al suo fianco.

Cristiano Bergodi: “Ad acquistarlo fu il presidente Calleri, che era anche il proprietario della Mondialpol. Dal momento del suo arrivo alla Lazio nel 1992 un agente della Mondialpol pedinava Gascoigne giorno e notte ma non riusciva a stargli dietro perchè Gazza sfuggiva sempre. Un giorno d’estate si presentò in ritiro con un guaio al ginocchio, poi si scoprì che se l’era rotto in una rissa in un pub. A Tor di Quinto, dove si trovava la vecchia sede della Lazio, spesso lo raggiungevano i suoi amici con un pulmino: sembrava la famiglia Addams, infatti a Gazza cantavamo sempre il ritornello di quella serie televisiva. Un giorno uno di questi suoi amici era senza capelli e senza ciglia: era stato Gazza che durante la notte lo aveva rasato a zero ovunque”.

Gigi Corino, uno dei suoi bersagli preferiti: “Abitava in una villa all’Olgiata, io invece al Fleming. Un giorno mi chiese di andarlo a prendere per andare assieme all’allenamento. Erano le 14, varcai con la macchina il cancello di casa sua ma luì uscì dalla parte opposta e mi chiuse all’interno. Lui si andò ad allenare mentre io non potei uscire. Restai lì fino alle 20, quando tornò si mise a ridere e mi fece uscire. Vallo a spiegare a Zoff il giorno dopo. Alcune cose capitate nello spogliatoio non sono uscite e non è giusto riportarle. Soprattutto una che non posso proprio raccontare. Posso solo dire che in un’amichevole Gazza aveva mal di pancia e… Però posso confermare di non aver mai conosciuto una persona generosa come lui. Quando tornava dalle partite con la sua nazionale mi riempiva l’auto di regali per mio figlio e di sigarette per me”.

Rino Gattuso: “Era un giocatore straordinario, anche se pazzo. Aveva un carattere molto difficile da gestire dentro uno spogliatoio. Ricordo ancora il primo giorno insieme: eravamo ai Rangers, arrivo all’allenamento e vado a cambiarmi per l’allenamento. Mi avvicino alle mie scarpe e sento uno strano odore. Mi faccio la doccia, torno, mi asciugo e mi vesto. Guardo meglio e alla fine noto che aveva fatto la cacca dentro i miei calzini. Era un pazzo ed amava questi scherzi. Nella squadra scozzese dovevamo rispettare un vero e proprio codice riguardo il vestiario. In un grande magazzino Gascoigne mi comprò quattro-cinque vestiti. Era stato il club a dirgli di farlo. Il denaro mi sarebbe stato detratto in seguito dal mio stipendio. Più tardi chiesi alla squadra quando poter saldare quel debito. La loro risposta fu: ‘Ci ha già pensato Gascoigne‘”.

Mario Pennacchia: “Poco dopo il suo arrivo alla Lazio prendemmo parte alla Coppa delle Capitali. Si giocò anche Lazio-Tottenham, la sua ex squadra. Vincemmo noi e quando Sclosa alzò la coppa Gascoigne gli abbassò i pantaloncini davanti a tutti i fotografi e i giornalisti. Ricordo che al suo primo allenamento a Tor di Quinto scambiò le scarpe di tutti. Quando arrivarono i compagni non ci capivano niente, avevano tutte scarpe di numeri diversi e lui se ne stava in un angolo in disparte a ridere. Ma era anche un ragazzo molto generoso. Un giorno era con Di Vaio, appena diciassettenne, davanti a una vetrina. Marco guardava un telefonino, Gazza gli disse di comprarlo se gli piaceva, ma lui gli fece capire che non se lo poteva permettere. Poco dopo Gazza arrivò al campo e glielo regalò”.

Dino Zoff: Non riesco ad essere triste quando penso a Gazza. Mi faceva rabbia. Era un artista, eravamo molto legati anche se io ero l’allenatore e quindi non potevo tollerare certi suoi atteggiamenti. Non si comportava da professionista, era duro da gestire, nessuno nella mia carriera di allenatore mi ha dato tanto da fare. Faceva di tutto, eppure in campo o in allenamento era sempre il migliore”.

Di seguito un video con alcune delle pazzie di Gascoigne in campo e fuori:

https://www.youtube.com/watch?v=c6hYfzSjmYs&feature=share[/youtube

Centenario Coppa America: ecco dove seguirlo

Il 3 giugno 2016 prenderà il via la Copa America, edizione speciale del torneo a cadenza quadriennale ma che quest’anno festeggia il Centenario.

La competizione fu giocata per la prima volta nel 1916 e venne vinta dall’Uruguay, nazionale che si aggiudicò il titolo per ben sei volte durante le prime 10 edizioni. Aggiudicarsi la Copa America del Centenario 2016 rappresenterà un onore e un vanto per la squadra che trionferà il 26 giugno. Questa che va a iniziare sarà la 45a edizione, le favorite per il successo finale sono Argentina e Brasile ma anche la Colombia potrebbe inserirsi nella lotta per il titolo. La manifestazione è divisa in una prima fase a gironi (16 le squadre partecipanti divise in 4 gruppi) e un successivo tabellone a eliminazione diretta. La squadra detentrice è il Cile. Di seguito i quattro gironi della Copa America che sarà ospitata dagli Stati Uniti.

Gruppo A: Stati Uniti, Colombia, Costa Rica, Paraguay;
Gruppo B: Brasile, Ecuador, Haiti, Perù;
Gruppo C: Messico, Uruguay, Jamaica, Venezuela;
Gruppo D: Argentina, Cile, Panama, Bolivia.

Le 24 partite della fase a gironi si disputeranno tra il 3 e il 14 giugno. Dal 16 al 18 si incontreranno le prime due classificate di ogni girone durante i quarti di finale (vincente Gruppo A-Seconda Gruppo B, vincente Gruppo B-Seconda Gruppo A, vincente del Gruppo D-Seconda Gruppo C e vincente Gruppo C-Seconda Gruppo D), il 21 e 22 ci saranno le semifinali, il 25 la sfida per il terzo e quarto posto e il giorno successivo, il 26 giugno 2016, la finale per il titolo. A differenza delle altre edizioni la squadra che si aggiudicherà il trofeo non riceverà l’invito per la Confederations Cup del 2017 – il torneo dove si scontrano i campioni delle sei federazioni continentali, il paese che ospiterà la Coppa del Mondo e i campioni mondiali in carica – in quanto il pass è stato infatti strappato lo scorso anno dal Cile.

La Copa America verrà trasmessa in diretta esclusiva da Sky. I clienti della piattaforma televisiva in possesso di un abbonamento con il pacchetto Sport incluso potranno seguire tutte le 32 partite in programma, inoltre sarà attivo il servizio di streaming gratuito Sky-Go, piattaforma che permette di seguire mediante smartphone, tablet o PC i contenuti in diretta collegando il dispositivo al proprio account e connettendosi a una valida fonte Internet.

CALCIOMERCATO – Ag. Giuseppe Rossi: “Il Levante non lo riscatterà”. Poi sull’interesse della Lazio

Intervistato da TMW radio, Federico Pastorello agente di Giuseppe Rossi ha parlato della stagione del suo assistito: “Sono stati quattro mesi positivi, Giuseppe ha trovato continuità di gioco e noi eravamo andati via sa Firenze per questo. Ha giocato sempre, ha ritrovato il gol ed il ritmo partita. E’ stata una scelta corretta a posteriori, una decisione che ha dato i frutti che tutti ci aspettavamo. Futuro? Saranno Fiorentina e Levante che dovranno accordarsi, da quello che mi risulta, però, il Levante non riscatterà Rossi per cui Giuseppe rientrerà per il momento alla Fiorentina”. Infine sull’interesse della Lazio, Pastorello smentisce: “Non abbiamo avuto nessun contatto con la Lazio. Il rapporto con Prandelli? Quello che è avvenuto è solo acqua passata: eventualmente faremo tutte le nostre valutazioni”.

Fabrizio Piepoli

Corapi: “Ecco chi è il responsabile del fallimento della stagione della Lazio”. E su Candreva…

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Sandro Corapi è intervenuto in ha lunga intervista ai microfoni di ‘FantaGazzetta’. Tanti i temi toccati dal mental coach dell’era Petkovic e attualmente di diversi giocatori biancocelesti tra cui Candreva: a partire da chi possa essere considerato il responsabile del fallimento della stagione biancoceleste.

La responsabilità – dice – è sempre di chi dirige e conduce un gruppo. Poi è chiaro che ognuno deve assumersi la responsabilità in base al suo ruolo, ma in ogni azienda, se qualcosa non funziona, la responsabilità è del capo. Nel mondo dello sport la dinamica è la stessa: il tecnico è responsabile della squadra e la società del tecnico, della squadra e della società stessa“. A proposito della mancanza di risultati nell’andata appena trascorsa, si è parlato spesso di scarse motivazioni: “Per me sono solo degli alibi, – prosegue Corapi – perché la stessa squadra l’anno precedente ha fatto delle prestazioni che hanno meravigliato il mondo calcistico italiano e non solo. Quindi, nella peggiore delle ipotesi, si sarebbe dovuta ripetere la stagione precedente. I motivi del disastro perciò non vanno cercati qua, ma altrove“. A incidere, ma non troppo secondo il mental coach, anche la difficoltà della piazza: “La tifoseria è agguerrita ed esigente, così attaccata ai colori che vorrebbe vederli primeggiare sempre. Questo mette una forte pressione, che poi si riversa sulla squadra. Ma la piazza romana non è differente da quella genovese, torinese o milanese. Devono essere i giocatori, con la loro professionalità, a tenere botta“.

Quei calciatori sempre descritti come servi di popolarità e denaro: “Non mi risulta, i ragazzi che seguo sono tutti ligi al dovere e di una professionalità encomiabile. Credo si voglia semplicemente etichettare il successo e ai guadagni dei giocatori. Che sono esseri umani come tutti e ognuno con le proprie idee e opinioni, ma non sono così libertini nel tempo libero. L’importante poi è che ognuno faccia il proprio dovere quando scende in campo. Da quello che ho visto, però, se uno è campione in campo spesso lo è anche fuori. Nella mia esperienza alla Lazio, la prima persona che ha dimostrato curiosità verso la figura che ricopro è stata Miro Klose. Ciò significa che se una persona vuole lavorare su di sé deve essere sempre curioso di imparare”. Una stagione tra alti e bassi anche per Antonio Candreva: “Per come era iniziata, la sua stagione è terminata in modo positivo, perché per il terzo anno consecutivo è andato in doppia cifra, con una squadra e un ambiente che non favoriscano le migliori prestazioni. A differenza dell’altro anno, dove anche Felipe Anderson, Klose, Mauri e Parolo erano andati in doppia cifra, in questo nessun altro oltre a lui ha superato i 10 gol. Ha avuto problemi in termini di prestazione, diversamente che in Nazionale, ma non ci si deve preoccupare. Voglio dire, l’atleta è sempre lo stesso, se è scarso lo è ovunque. Candreva è stato forte con la Lazio, fortissimo in Nazionale, dove evidentemente le condizioni ambientali erano diverse. Alle critiche ha sempre risposto puntando sui risultati, sul fare gol. La fascia di capitano? Chiaro che all’inizio ci sia rimasto male, ma poi l’ha assorbita bene puntando a dare il meglio di sé e mettersi al servizio dei compagni, con i quali non ha avuto nessun tipo di problema“.

Berlusconi elogia Prandelli: “Può rappresentare una guida per la Lazio”

Ancora non arriva l’ufficialità di Prandelli alla guida della Lazio, nonostante il nostro sito ieri vi ha dato in esclusiva la notizia della firma dell’ex ct della Nazionale avvenuta giorni fa. Nonostante negli ultimi anni Prandelli abbia raccolto più dissensi che consensi, gli addetti ai lavori lo reputano ancora un ottimo allenatore. Dopo Pierpaolo Marino, anche il patron del Milan Silvio Berlusconi ha detto la sua sull’allenatore di Orzinovi: “È senz’altro un professionista serio e può certamente essere una guida per la Lazio – rivela a Tele Radio Più -. Penso sia un allenatore completo, lo conosco, è molto simpatico. Si fa amare dalle persone con cui collabora”.