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Euro 2016 – Collina spiega le modifiche al regolamento

Presente a Coverciano per un incontro con gli azzurri Pierluigi Collina. L’incontro si è tenuto per mettere in guardia i giocatori sui rischi legati al mondo delle combine e ai personaggi che alimentano il circuito delle scommesse irregolari sulle partite e per poter spiegare ai calciatori le nuove regole del calcio.

Dopo aver illustrato le nuove disposizioni arbitrali Uefa, già entrate in vigore, il responsabile della commissione arbitrale dell’Uefa ha dichiarato: “Già ho avuto altri incontri con diverse nazionali. Mi ha fatto piacere l’attenzione e lo scambio di opinioni con gli azzurri. Il gioco deve sempre  preservare l’integrità fisica dei calciatori. Si gioca con maggiore intensità rispetto a prima, di conseguenza c’è il rischio di un numero maggiore di contatti e maggiori rischi d’infortunio. Bisogna fare maggiore attenzione con interventi che possono creare danno fisico all’avversario. Nessuno accusa chi commette un fallo di averlo fatto apposta per far male al rivale. I giocatori devono capire che bisogna avere rispetto dei colleghi senza metterli nelle condizioni di subire, anche se involontariamente, infortuni che possano metterne in dubbio il futuro professionale”.

Collina ha poi parlato di alcuni punti-chiave del nuovo regolamento Uefa: “L’incontro di oggi fa parte di un programma ideato sin dal 2008. Ma, visto che l’Ifab ha ultimamente apportato diverse modifiche al regolamento, abbiamo preferito concentrarci sugli aspetti meno consolidati. Ad esempio su come è cambiata la tripla sanzione. All’Europeo chiunque faccia un fallo onesto tentando di arrivare sul pallone ma arriva leggermente in ritardo commettendo fallo all’interno dell’area di rigore non verrà più punito con cartellino rosso, rigore e squalifica per la gara successiva, ma verrà solo ammonito e punito con il calcio di rigore. Inoltre non c’è più l’obbligatorietà dell’ammonizione per fallo di mano quando un giocatore ferma un passaggio tra due avversari e, in caso di cure brevi la scelta di far restare sul terreno di gioco il giocatore infortunato senza per forza farlo uscire dal campo”.

Infine sul possibile tifo per gli azzurri a Euro 2016: “Ho fiducia nella ‘mia’ di nazionale: i 18 arbitri più lo staff che lavora dietro le quinte. Abbiamo più di 110 persone al lavoro per questo Europeo. Sono loro che ho a cuore. Se spero che Rizzoli non diriga la finale? Domanda banale che ho ricevuto anche quando arbitravo”.

FIFA – Blatter e altri due dirigenti nei guai

Ieri presso il quartier generale della Fifa a Zurigo le autorità svizzere hanno effettuato una perquisizione e preso in esame documenti e dati informatici con l’obiettivo di ottenere nuovi elementi riguardanti un’inchiesta sull’assegnazione dei Mondiali del 2018 e quelli del 2022.

Come riportato da Sky Sports Uk gli avvocati della Fifa accusano l’ex presidente Sepp Blatter e altri due ex dirigenti – Jerome Valcke e Markus Kattner – di essersi assegnati bonus per un totale di circa 70 milioni di euro tra il 2011 e il 2015. Non sono state rilasciate informazioni su altre persone indagate.

Scambio di opinioni tra Di Biagio e un tifoso: scoppia la rissa tra i due

Dopo le scaramucce in campo tra l’Italia Under 21 e i parigradi della Francia Mendy ha sputato a Mazzitelli e dato una manata a Masina – anche fuori dallo stadio si è verificato uno spiacevole episodio.

Prima di mezzanotte mentre i ragazzi della nostra nazionale stavano per tornare in hotel o a casa, Di Biagio, che si trovava in compagnia dei figli, è stato preso di mira e insultato da un ragazzo. Uno scambio di battute fuori posto e tra il CT e il tifoso è scoppiato un principio di rissa. Il riferimento fatto dal ragazzo a Montero che, in un Inter-Juventus, colpì Di Biagio con un pugno non è andato giù al tecnico che ha reagito prima a parole e poi fisicamente. A quel punto altri tifosi sono intervenuti e hanno diviso i due contendenti.

Di Matteo: “Che belli che erano i derby! Peccato che quest’anno lo stadio era vuoto”

Intervistato da fourfourtwo.com, l’ex centrocampista biancoceleste Roberto Di Matteo ha ricordato la stracittadina: L’atmosfera del derby a Roma è qualcosa di incredibile. Quest’anno non c’era nessuno e questo mi dispiace molto. Io ne ho giocati sei, ne ho vinti 3 pareggiati 2 e perso uno. Vedere oltre 60000 spettatori sugli spalti ti dà una carica unica“.

Poi su Zeman: “Non è vero che avevo un pessimo rapporto con Zeman. Ogni tanto ci confrontavamo e potevo essere d’accordo oppure no su qualche cosa, ma questo è normale nel rapporto tra giocatori e allenatore”. Sulla sua decisione di lasciare la Lazio: Ho pensato che dopo un po’ di anni fosse giusto provare una nuova esperienza. Credo che anche la Lazio sia stata contenta dell’offerta che ha ricevuto dal Chelsea”.

Gascoigne di nuovo nei guai. Questa volta l’accusa è di abuso razziale aggravato

Un idolo sui campi di calcio, un disastro fuori. Paul Gascoigne è di nuovo finito nei guai, come rivela il tabloid inglese Express & Star per abuso razziale aggravato. L’episodio è avvenuto lo scorso novembre durante l’evento Serata per Gazza. Il 17 giugno si terrà l’udienza alla Corte di Wolverhampton.

 

Ecco perché la Lazio non ha pubblicato il bilancio trimestrale

In molti si saranno chiesti in questi giorni che fine ha fatto la trimestrale approvata e consolidata al 31 marzo 2016?! Prima il regolamento obbligava a renderla pubblica, ora invece le società quotate in borsa devono pubblicare soltanto la semestrale. La Juve ha comunque deciso di pubblicarla, ma la Lazio no. Forse Lotito spera di risanare le casse con la cessione di qualche big. In modo da poter di concorrere anche quest’anno “all’ambitissimo” premio fair play finanziario. Non è un caso che la società stia aspettando di liberarsi di Pioli prima di ufficializzare Prandelli.

LEGGI I DETTAGLI DELL’ACCORDO TRA LA LAZIO E PRANDELLI

Parolo: “La Nazionale vuole sorprendere tutti. Prandelli alla Lazio? Ha la personalità giusta”

Dal ritiro della Nazionale italiana Marco Parolo ha parlato dell’europeo e della Lazio. Queste le sue parole: “Ci consideriamo tutti titolari, la nostra forza è il gruppo. Ruolo? E’ indifferente dove giocherò, l’importante è sapere che fare. Conte ci fa lavorare tanto, siamo sempre esausti a fine allenamento, ma a me piace. Anche perché nell’ultimo periodo avevo giocato poco nella Lazio a causa di un infortunio e quindi sono fuori condizione. Il mister ci dà tanta carica e mentalità vincente, ci sprona continuamente. La nostra forza dovrà essere il gruppo e lo spirito di sacrificio. Abbiamo pochi picchi di talento e tanti grandi giocatori, ma la forza deve essere nel gruppo. Klose mi diceva sempre che la forza della Germania campione del mondo era nel gruppo. Primo gol in Azzurro? Vorrei farlo ma non deve diventare un’ossessione”. Quando gli viene chiesto se preferirebbe Ventura in Nazionale o alla Lazio, Parolo risponde: “E’ un grande allenatore che ha dimostrato tanto. Gli dico che starebbe bene in entrambi i casi, poi sta a lui scegliere”. Questa Nazionale viene reputata la più scarsa degli ultimi anni: “Questa è l’opinione fuori, ma noi siamo consapevoli della nostra forza. Con solo il talento non si vince, con lo spirito di sacrificio e di gruppo tutto è possibile. Magari riusciamo a sorprendere tutti”.

Sulla concorrenza a centrocampo:”Siamo 4 mezzali con caratteristiche simili a coppie, ma possiamo servire tutti. Il mister ci sta testandoInsigne? Ha fatto una stagione incredibile e sta bene. Ha grande talento e se lo mette al servizio della squadra può essere determinante. Speriamo faccia come a Napoli e magari mi dà l’assist per il mio primo gol”. Il timore di tutti e di rivivere la debacle brasiliana: “Allora ci furono tanti stravolgimenti nelle convocazioni mentre stavolta siamo quasi tutti gli stessi degli ultimi due anni. Questo può essere un vantaggio. Le favorite per vincere l’Europeo sono Francia e Germania, subito dopo Belgio, Spagna, Inghilterra e pure l’Italia. Noi abbiamo una delle difese più forti del torneo”. Infine chiusura sui giovani italiani: “Siamo molti critici verso i nostri giovani ma andate a rivedervi la gara della Nazionale under 21 contro la Francia… meritavamo di vincerla noi. Qui i giovani vengono caricati di troppe responsabilità mentre all’estero vengono lasciati tranquilli e liberi di crescere”.

Poi il discorso ricade inevitabilmente sulla Lazio: “Si sta aspettando per ufficializzare l’allenatore perché si vogliono fare scelte ponderate e giuste per non ripetere la scorsa stagione. Ci vuole un allenatore di personalità che sappia imporsi nell’ambiente. Spero che la scelta venga fatta quanto prima per non perdere troppi giorni e pianificare subito la stagione. Prandelli? Sarei contento, è un allenatore di spessore che ha calcato palcoscenici importanti. Ha fatto bene sia in Nazionale che alla Fiorentina. Ha la personalità giusta per allenare a Roma”.

 Fabrizio Piepoli

Caso: “Con Prandelli la Lazio darebbe un segnale importante”

Intervistato da tuttomercatoweb, l’ex allenatore della Lazio Mimmo Caso ha avallato la scelta di Prandelli sulla panchina biancoceleste: “Speriamo arrivi l’ufficialità di Prandelli, la società deve dare un segnale importante e va annunciato a breve per iniziare a progettare la squadra. L’ambiente è particolare e un uomo solo non può ricompattare la situazione tra tifosi e club: dipende tutto dalla società. Il compito che spetterebbe a Prandelli è duro, perché continuare a vivere in questa situazione non è facile per nessuno”.

Prandelli Lazio, ecco i dettagli dell’accordo. Intanto anche l’Atalanta dice no a Pioli

L’accordo tra Prandelli e Lazio sembra il segreto di Pulcinella, tutti lo sanno ma della società nessuno ne parla. Intanto, Studio Sport tg sportivo di Italia 1, svela i dettagli dell’accordo: Prandelli ha pronto un biennale da 1,5 mln a stagione + bonus. Intanto rimane il “problema” Pioli, che dopo aver ricevuto in no di Anderlecht e Chievo, adesso incassa pure quello dell’Atalanta che ha raggiunto l’accordo con Gasperini. Per Lotito si prospetta il suo incubo più grande: pagare due allenatori contemporaneamente.

Ag. Fifa Pallavicino sicuro: “Berisha e Candreva lasceranno la Lazio”

Intervistato da Radio Incontro Olympia, l’agente FIFA Carlo Pallavicino ha parlato del mercato della Lazio partendo però da un suo assistito: “Sirigu è in nazionale, si allena serenamente, come altrettanto serenamente valuterà dopo gli Europei il suo futuro. Salvatore sta bene al Psg, anche quest’anno il club più ricco la mondo di Parigi ha vinto tutto quello che si poteva vincere in Francia. Tuttavia, se dovesse arrivare l’offerta giusta, magari dall’Italia, Sirigu la prenderà in considerazione perché ha voglia di giocare e di rendersi protagonista soprattutto dopo questa stagione passata più in panchina che in campo. Stessa cosa dicasi per Berisha… Credo che il portiere della rappresentativa albanese voglia andare via perché ha Marchetti davanti ed il numero 1 della Croazia Vargic già acquistato dalla Lazio.

Poi Pallavicino ha parlato del mercato della Lazio: “L’ex Ct dell’Italia è pronto e voglioso di rientrare dopo la perentesi negativa in Turchia con il Galatasaray ed il tempo trascorso dalla fine di quel rapporto con la società giallorossa del Bosforo. Per la Lazio, oltre che la migliore soluzione, rappresenterebbe una garanzia per il presente e futuro prossimo, dato il valore ed il curriculum di tutto rispetto che Cesare porterebbe con se. Pioli? Era ad un passo dall’Anderlecht, ma poi l’affare con la squadra belga è saltato cosicchè Stefano sta aspettando eventuali proposte provenienti da panchine ancora vacanti del nostro campionato. Candreva? Lascerà la Lazio. Economicamente e non solo, il Chelsea di Antonio Conte, il suo più grande estimatore, ha e può vantare una corsia preferenziale…”.

PRIMAVERA – Lensen a rischio ‘taglio’, ecco le alternative

Non si può certo dire che l’ultima sia stata una stagione per la Lazio Primavera. Dopo l’uscita di scena di Inzaghi, ‘promosso al timone della prima squadra, i baby biancocelesti sono stati affidati all’olandese Joop Lensen, responsabile del settore giovanile e capo dell’Academy ‘Bob Lovati’. Una scelta ‘interna’, in continuità soprattutto con quelle che erano le ambizioni della squadra. Che invece ha visto naufragare ben presto il progetto, non essendo riuscita a confermare gli ottimi risultati conseguiti nella stagione precedente. E allora, come scrive La Gazzetta dello Sport, a ‘pagare‘ potrebbe essere proprio Lensen, che potrebbe essere ‘tagliato‘ dalla dirigenza biancoceleste. Ciò a causa non solo dei deludenti risultati di tutte le squadre giovanili, ma anche della ‘rivoluzione’ che riguarderà il gruppo dei 2000, nel quale la Lazio inserirà i classe 2001, oltre naturalmente ai nuovi ragazzi che saranno ingaggiati nel corso del mercato. Tra i candidati alla sostituzione di Lensen ci sono Alberto Bollini, ma anche Tommaso Rocchi e Pasquale Foggia, che potrebbero essere inseriti, con un ruolo al momento non meglio specificato, nell’ambito del settore giovanile dei biancocelesti.

Keita, sirene estere in agguato: la Lazio pensa al rinnovo

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Quella che sta per arrivare sarà un’estate fondamentale per il futuro di Keita Baldè Diao: il giovane attaccante biancoceleste, fuori per infortunio dal play-off della Coppa d’Africa tra il suo Senegal e il Burundi, intanto continuerà a guardare le prospettive che gli si pongono davanti. ‘Il bambino’ è cresciuto e ora vuole mostrare tutte le sue straordinarie capacità, alla Lazio o altrove. Sì perché le possibilità di una cessione non sono del tutto scongiurate, per cui occorrerà risolvere il prima possibile il problema fondamentale, quello del contratto. L’ex Barça è infatti in scadenza nel 2018 e la Lazio deve anticipare i tempi cercando di arrivare ad un rinnovo prima dell’inizio della prossima stagione. In modo da blindarlo e tenerlo lontano dalle sirene estere. Che, soprattutto in Europa, sono parecchie e molte di esse sono piuttosto gradite al giocatore, il quale non ha mai nascosto di voler giocare in un top club, ammira la Premier League e sogna un giorno di tornare in Spagna. Il Chelsea e il Watford hanno già provato l’approccio, al pari di Valencia, Villarreal e Siviglia. La Lazio si sbrighi dunque: perché un ritardo nella ratifica del rinnovo potrebbe portare Keita a guardare ad altri lidi.

CALCIOMERCATO – Lazio: “Eppur si muove”, pronta la chiusura di due colpi?

Eppur si muove” diceva con convinzione il grande uomo di scienza Galileo Galilei: a “muoversi”, naturalmente, era la Terra, secondo quella che sarebbe diventata poi la “teoria copernicana”. Più o meno la stessa esclamazione potremmo usarla per descrivere il mercato biancoceleste: apparentemente fermo ma in realtà, in continuo movimento (almeno così sembra).  Secondo quanto riferisce “Il Messaggero“, infatti, la Lazio sarebbe pronta a chiudere 2 colpi:

Il primo acquisto è in attacco. Accordo totale col Pescara per Lapadula: ok a 8 milioni cash più due giovani della Primavera biancoceleste, nonostante il club abruzzese vorrebbe tenere il suo bomber in caso di promozione in A. Tare però nelle ultime ore accelera l’affare con Luca Leone, attuale dirigente del Lanciano e futuro ds del Pescara, per scongiurare intromissioni di altri club.

Sempre secondo quanto riferisce il quotidinao romano, è imminente anche un nuovo blitz a Lisbona per chiudere Jardel: il Benfica rifiuta Mauricio come contropartita tecnica e chiede almeno 9 milioni contro i 6,5 più bonus offerti. Intanto proprio oggi Adriano busserà al Barcellona con il suo avvocato per liberarsi gratis dalle ramblas: se ci riuscirà, il terzino tra domani e lunedì potrebbe volare a Roma per le visite mediche accurate (7 infortuni alle spalle) e la firma sul quadriennale da 2 milioni a stagione più bonus. Nel frattempo è arrivata la smentita su Van Persie.

E’ morto Cassius Clay, addio alla leggenda del Pugilato

E’ morto Muhammad Ali, nato Cassius Clay. La leggenda del pugilato si è spenta ieri sera all’età di 74 anni a Phoenix, in Arizona. A confermarlo il portavoce della famiglia Bob Gunnell. Il tricampione del mondo dei pesi massimi, che ha combattuto la battaglia contro il Parkinson per 32 anni, nei giorni scorsi era stato ricoverato in ospedale per problemi respiratori.

Fra i primi a unirsi al cordoglio della famiglia il campione di boxe Mike Tyson che su Twitter ha postato una foto in cui compare seduto vicino ad Ali e ha scritto: “Dio è venuto a prendersi il suo campione. Lunga vita al più grande”.

Poco prima della morte della leggenda, la figlia Laila Alì,  ha postato su Facebook una foto del padre con la nipotina Sidney e ha scritto: “Grazie per tutto l’amore e la benevolenza. Sento il tuo amore e lo apprezzo”. Poche ore dopo la ex pugile ha postato un’altra foto in cui compare sul ring insieme al mitico Cassius Clay.

Tra i tantissimi messaggi di cordoglio arrivati da tutte le parti del mondo, anche quelli del biancoceleste Ravel Morrison che, su Instagram, ha pubblicato una foto del pugile accompagnata dalla frase: “Riposa in pace, re Ali”.

Rest easy king Ali.. 💔

Una foto pubblicata da @1ravel in data:

CALCIOMERCATO – Sirene greche per Bisevac? Ma l’agente smentisce: “Sono solo voci…”

In attesa che cominci ufficialmente il calciomercato, i rumors sono già tanti. Radio mercato impazza sui potenziali acquisti ma anche sulle cessioni. Tra queste si è parlato anche di un interesse greco per Bisevac. Il giocatore non ha mai convinto nella Capitale e dopo 6 mesi potrebbe partire. Su di lui Aek Atene e Paok Salonicco. Tuttavia, il suo agente Kezman ai microfoni di lalaziosiamonoi.it ha smentito tutto: “Quelle che arrivano dalla Grecia sono solo voci, non ho avuto contatti con quei club al momento. Futuro ancora alla Lazio? Vediamo, il mercato è lungo e nel calcio tutto può accadere“.

CINEMA – Il 4 giugno 2004 ci lasciava Nino Manfredi (VIDEO)

Il 4 giugno 2004 dopo una lunga malattia moriva a Roma all’ospedale Nuovo Regina Margherita all’età di 83 anni l’attore Nino Manfredi. Il 9 luglio 2003 era stato colpito da una emorragia cerebrale, a settembre un lieve miglioramento e il ritorno a casa, fino a una serie di ricadute tra cui quella che gli sarebbe risultata fatale. Le sue precarie condizioni nei giorni precedenti alla scomparsa si erano aggravate ulteriormente fino al ricovero in terapia intensiva.

Grande interprete della commedia all’italiana, Manfredi ha rappresentato una delle maschere più amate e comunicative del cinema nostrano. Insieme a Gassman, Mastroianni, Sordi e Tognazzi, ha condiviso il viaggio che aveva reso grande e popolare il cinema italiano. In cinquantacinque anni di carriera ha interpretato oltre 110 film, diretto da Alessandro Blasetti, Vittorio De Sica, Nanny Loy, Luigi Magni, Antonio Pietrangeli, Dino Risi, Ettore Scola e Luigi Zampa.

Ma a fargli raccogliere i primi successi con il grande pubblico è stata la tv: prima “Canzonissima” nel 1959-60, poi per aver interpretato come testimonial per diciassette anni consecutivi la pubblicità di una nota marca di caffé, e infine, ancora alla ribalta, con fiction di successo come “Un commissario a Roma” nel 1993 e “Linda e il brigadiere” nel 1997. La prima apparizione di rilievo di Manfredi in tv è del 1956 nello sceneggiato “L’alfiere” accanto a un cast d’eccezione composto, tra gli altri, da Carlo Croccolo, Ubaldo Lay, Domenico Modugno, Ilaria Occhini, Aroldo Tieri e Monica Vitti. Ma il successo vero e proprio lo raggiunge nel ’59 con “Canzonissima” di Garinei, Giovannini, Verde e Lina Wertmuller, condotta insieme a Delia Scala e Paolo Panelli, in cui Nino Manfredi interpretava l’indimenticabile e un po’ burino barista di Ceccano dalla tipica battuta “Fusse che  fusse la vorta bbona”. Negli anni seguenti le ospitate in varietà e talk-show aumentarono fino al 1972, l’anno del “Pinocchio” di Comencini, in cui vestì i panni di Geppetto. Negli anni ’90 viene ricordato come attore  di sceneggiati: nel 1992 in “In nome del popolo sovrano”, ambientato negli ultimi giorni della Repubblica Romana del 1849 (interpreta Ciceruacchio, il leggendario capopopolo romano), e poi con “Commissario a Roma”.

Nino Manfredi, che si definiva uno senza troppi peli sulla lingua, non fu particolarmente tenero nei confronti degli altri mostri sacri della commedia all’italiana. I rapporti più complicati furono quelli con Alberto Sordi, al quale Manfredi rimproverava di non aver frequentato l’Accademia d’arte drammatica e aver creato il personaggio dell’italiano medio sfigato. E quando nel 1995 Sordi ebbe il Leone alla carriera al Festival di Venezia, Manfredi commentò: “In gara mettono solo film tragici, poi i Leoni alla carriera li danno a chi ha fatto ridere. E’ una vergogna”. I due grandi attori avevano lavorato insieme in “Venezia la luna e tu” di Risi nel 1958, “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente scomparso in Africa” di Scola nel 1968 e “Nell’anno del Signore” di Magni nel 1969. Ma del resto le scintille non erano mancate neanche quando, cinque anni prima, i “quattro moschettieri” del cinema italiano si erano trovati per la prima volta tutti assieme davanti al pubblico sul palcoscenico del festival di Taormina.

Presidente Fenerbahce: “Van Persie è la nostra stella e resta anche il prossimo anno”

Qualche giorno fa dalla Turchia avevano lanciato una bufala su un accordo tra Van Persie e la Lazio. Notizia che la nostra redazione ha scelto di non riportare data l’inconsistenza della stessa. Comunque, a far ricredere i più sognatori che il bomber olandese non vestirà la maglia biancoceleste, il presidente del Fenerbahce Aziz Yildirim ha precisato ai media locali: “Robin è una stella del nostro club e del calcio mondiale. Io ho molta fiducia in lui, sono convinto che la prossima stagione farà vedere tutte le sue qualità e che le metterà in mostra con la maglia del Fenerbahce“.

Fabrizio Piepoli

CINEMA – Il 4 giugno 1994 ci lasciava Massimo Troisi (VIDEO)

Nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano, cittadina a quattro chilometri da Napoli, Massimo Troisi è cresciuto in una famiglia numerosa, abitando in una casa oltre che con i suoi genitori e i suoi cinque fratelli anche con due nonni, gli zii e i loro cinque figli.

Sin da studente iniziò ad avvicinarsi al teatro recitando in un gruppo teatrale I Saraceni, di cui facevano parte Lello Arena, Enzo Decaro, Valeria Pezza e Nico Mucci. Nel 1972 con gli stessi compagni di avventura fonda all’interno di un ex garage del suo paese natio il Centro Teatro Spazio. Nel 1977 nasce La Smorfia: Troisi, Decaro ed Arena iniziano a recitare al Sancarluccio di Napoli e il successo teatrale si trasformerà ben presto in grande successo televisivo. Il successo arriva prima alla radio con “Cordialmente insieme” e poi in tv nel 1976 con “Non stop” e nel 1979 con “Luna Park”. In quegli anni il gruppo registra tra gli altri gli sketch dell’Arca di Noè, dell’Annunciazione, dei Soldati, di San Gennano. L’ultimo spettacolo teatrale de La Smorfia è “Così è (se vi piace)”.

Dal 1981 Troisi comincia l’avventura nelle sale cinematografiche con il primo film di cui è regista e protagonista: “Ricomincio da tre”. Nel 1984 è insieme a Benigni nel film “Non ci resta che piangere”. Nel 1985 la curiosa interpretazione di “Hotel Colonial”. Due anni dopo, nel 1987, è la volta di “Le vie del Signore sono finite”. Poi l’artista è protagonista di tre film di Ettore Scola: “Splendor” (1989); “Che ora è” (1989), con cui ha vinto il premio come migliore attore (in coppia con Marcello Mastroianni) alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e “Il viaggio di Capitan Fracassa” (1990). L’anno successivo firma la sua quinta regia cinematografica: “Pensavo fosse Amore… invece era un calesse”. Il 4 giugno 1994 Troisi a Ostia, in prov. di Roma, ventiquattro ore dopo aver terminato le riprese de “Il postino”, muore nel sonno a causa del suo cuore malato.

Deborah Compagnoni, la pluricampionessa italiana

Il 4 giugno 1970 a Bormio nasce Deborah Compagnoni, la prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre differenti edizioni dei Giochi Olimpici invernali nella storia dello sci alpino. Nonostante due gravi infortuni ai legamenti crociati è stata la sciatrice italiana più vittoriosa di sempre.

A sedici anni, nel 1986, vince la medaglia di bronzo in discesa libera ai Mondiali juniores e, nell’edizione successiva, l’oro in slalom gigante e un altro bronzo in discesa. Due anni dopo subisce il primo dei suoi gravi infortuni, la rottura del ginocchio destro, seguito da un grave blocco intestinale che ne mise a rischio la vita. Una volta ripresasi, nel 1989, vince la medaglia d’oro in tutte e quattro le specialità dello sci alpino moderno ai Campionati Italiani. Nel 1991 nella Coppa del Mondo ottiene il primo podio nel gigante di casa, a Santa Caterina di Valfurva e la prima vittoria nel supergigante di Morzine nel 1992. Al debutto ai XVI Giochi olimpici invernali di Albertville 1992 conquista una medaglia d’oro nel supergigante, ma il giorno dopo in una scivolata di poco conto subisce un altro dei suoi infortuni alle ginocchia.

Quando ha potuto dimostrare il suo talento e la sua classe la sciatrice valtellinese ha sempre dominato la scena agonistica internazionale, specialmente nello slalom gigante dove tra il 1994 e il 1998 ha conquistato tutti gli ori tra Olimpiadi e Mondiali. In Coppa del Mondo ha raccolto sedici vittorie in singole gare (tredici in slalom gigante, due in supergigante e una in slalom speciale) e nel 1997 una Coppa del Mondo di slalom gigante. La Compagnoni però a causa dei suoi ricorrenti infortuni ha disputato poche stagioni complete. Tra le sue imprese una striscia di nove vittorie consecutive in slalom gigante nel 1997-1998 (otto in Coppa del Mondo più una ai Mondiali di Sestriere) e il distacco abissale di 3″41 inflitto alla Alexandra Meissnitzer nel 1997 al gigante di Park City.

Una volta ritiratasi dalle competizioni sposa Alessandro Benetton, da cui ha avuto tre figli. Nel 2002 insieme ad alcuni amici fonda a Bormio l’associazione filantropica “Sciare per la vita”, dedicata alla lotta contro la leucemia. A febbraio del 2006 è protagonista della parte finale della staffetta della fiamma olimpica all’interno dello Stadio Olimpico nella cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Ricevette la torcia da Piero Gros e dopo un tratto la consegnò nelle mani della fondista Stefania Belmondo.

Nel suo palmarès si contano:

4 medaglie Olimpiche: 3 ori (supergigante ad Albertville 1992; slalom gigante a Lillehammer 1994; slalom gigante a Nagano 1998), 1 argento (slalom speciale a Nagano 1998);

3 medaglie Mondiali: 3 ori (slalom gigante a Sierra Nevada 1996; slalom gigante, slalom speciale a Sestriere 1997);

3 medaglie Mondiali juniores: 1 oro (slalom gigante a Sälen/Hemsedal 1987) e 2 bronzi (discesa libera a Bad Kleinkirchheim 1986 e discesa libera a Sälen/Hemsedal 1987);

Coppa del Mondo: Vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante nel 1997, 44 podi di cui 16 vittorie (13 in slalom gigante, 2 in supergigante, 1 in slalom speciale, 15 secondi posti (10 in slalom gigante, 5 in slalom speciale) e 13 terzi posti (8 in slalom gigante, 4 in slalom speciale, 1 in supergigante);

12 medaglie Campionati Italiani: 9 ori (discesa libera, supergigante, slalom gigante, slalom speciale nel 1989; supergigante, slalom gigante nel 1991; slalom gigante nel 1993; slalom gigante nel 1994; slalom gigante nel 1997), 1 argento (slalom gigante nel 1987) e 2 bronzi (slalom speciale nel 1991, slalom gigante nel 1998);

– inoltre è stata premiata con una Medaglia d’Oro al Valore Atletico.

 

Anastasi critica Conte: “Attaccanti mediocri, meritava Pavoletti. All’Italia serve un miracolo”

Le convocazioni di Antonio Conte ancora tengono banco. Molte esclusioni non sono state digerite dagli addetti ai lavori e dai tifosi. Bonaventura, Pavoletti, Jorginho gridano vendetta. Poi la 10 a Thiago Motta è stato veramente il culmine. L’Italia non si presenta con i favori dei pronostici agli Europei, ma c’è chi, come Anastasi, vede un Europeo tragicomico per gli azzurri: Al portale itasportpress.it ha detto “Se arriviamo ai quarti sarà un miracolo. Non c’è qualità nella rosa e gli attaccanti sono mediocri“.

Poi afferma: “Tanto valeva portare Pavoletti, almeno con il Genoa ha dimostrato di fare gol. L’Italia è mediocre. Quanto sono lontani i tempi di Baggio, Totti e Del Piero. Con Conte concordo solo la scelta di non convocare Balotelli. Uno che nemmeno esulta ai gol è giusto che stia a casa”.