Dopo i complimenti dell’ex moglie Alessia Marcuzzi per la nuova avventura iniziata oggi da Simone Inzaghi come allenatore della Lazio non potevano mancare i complimenti di una delle persone più importanti della sua vita e che ha già assaporato il gusto (seppur agrodolce) di allenare in Serie A: il fratello di Simone, Pippo Inzaghi. Super Pippo è sempre stato orgoglioso dei successi del fratello con la Primavera biancoceleste, non può non esserlo ora che allenerà la prima squadra, seppur in condizioni non proprio ideali per iniziare l’avventura da allenatore dei grandi. Di seguito comunque vi proponiamo i complimenti che Pippo Inzaghi ha scritto sul proprio profilo Instagram: “In bocca al lupo Simo, te lo meriti! Sono certo che la tua passione e la tua competenza ti porteranno grandi soddisfazioni. Ti abbraccio“.
Nuova iniziativa della Curva Nord per ricompattare l’ambiente biancoceleste
Le ultime 48 ore sono state tra le più difficili vissute dall’ambiente biancoceleste negli ultimi anni: l’umiliazione del derby, la contestazione, l’esonero di Pioli, Lotito aggredito, il ritiro punitivo di Norcia…insomma, dire che il momento è duro sarebbe un clamoroso eufemismo. I tifosi sono stanchi di questa annata e di tutte le problematiche che si sono susseguite da agosto fino ad ora. Dalla vigilia della gara contro il Milan, alcuni esponenti della Curva Nord avevano chiesto invano, in un pacifico colloquio con la squadra, di concludere in maniera degna una stagione ormai da mesi compromessa. Ora, all’indomani dalla stracittadina c’è invece tanta rabbia e delusione: c’è bisogno di compattezza in questo momento difficile e nessuno meglio della Curva Nord può riuscire a dare questa compattezza. A riguardo proprio un rappresentante della Curva Nord è intervenuto sulle frequenze di Radiosei, per anticipare la realizzazione di un’importante iniziativa: “Una grande manifestazione, per far vedere che i tifosi della Lazio ci sono, sono ancora qui. È un appuntamento che vogliamo dare per ricompattare l’ambiente, in cui ci sarà spazio anche per il nostro dissenso. Non abbiamo deciso ancora la data, dirameremo un comunicato appena avremo stabilito i dettagli”.
Jacobelli tuona contro Lotito
L’era Pioli è ormai andata in cantina, quasi due anni di picchi molto alti e di bassi profondissimi. Il tecnico di Parma ha pagato per tutti, ha pagato gli errori della società e gli errori tecnici della sua squadra. Certamente non è esente da colpe, ma bisogna dire che il buon Stefano si è sempre assunto le proprie responsabilità davanti a squadra e tifosi. Ma la vera crisi della Lazio viene da più in alto e ha altri volti. “Una crisi che affonda le sue radici negli errori marchiani commessi da Lotito in sede di mercato estivo 2015 e mercato invernale 2016; nella desertificazione dell’Olimpico, scaturita dall’azzeramento di ogni rapporto positivo con i tifosi della Lazio che sono stati, sono e saranno sempre il primo, autentico e fondamentale patrimonio della Lazio; nella grigia accettazione di un piccolo cabotaggio che frustra ogni passione, demolisce ogni sogno, poggia su un presente anonimo premessa di un futuro che non c’è“. Queste le parole che il direttore editoriale del Corriere dello Sport Xavier Jacobelli usa, in maniera sintetica ed inequivocabile, per spiegare le cause di una crisi lunga e connaturata del mondo Lazio. Nel suo editoriale Jacobelli rincara la dose, rinnovando l’invito fatto a Lotito all’indomani della pesante eliminazione dall’Europa League per opera dello Sparta Praga: farsi da parte e vendere la Lazio. Il 23 Maggio, giorno dell’evento ‘Di Padre in Figlio‘, si avvicina a grandi falcate, e si ripromette di diventare una sorta di festa della liberazione della Lazio. “Del resto – conclude Jacobelli – se è vero che, toccato il fondo, c’è sempre qualcuno che comincia a scavare, a Formello ci sono sin troppe buche…“.
Rambaudi: “Inutile prendersela ora con Pioli, la Lazio deve fare un mea culpa…”
Roberto Rambaudi, ex giocatore e allenatore della Lazio, ha commentato la scelta della presidenza della società biancoceleste di esonerare Stefano Pioli, dopo la disfatta nel derby di ieri, perso per 1-4.
Rambaudi è intervenuto alla trasmissione “Non mollare mai” di radiosei, affermando: “Sbagliato gettare fango su Pioli ora, il suo vero errore è stato solo quello di accettare tutte le strategie e gli acquisti della società. Vedendo la partita ho notato che fino al 2-0 la Roma stava ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo, poi i cambi hanno dato una scossa alla Lazio, soprattutto nella zona di Keita, dove Florenzi andava spesso in difficoltà. Detto questo, la Lazio deve solo fare un mea culpa per tutti gli errori commessi da inizio stagione. Dopo il grande lavoro dello scorso anno, la società Lazio ha buttato via tutto. Quello che vorrei capire è perchè questo è accaduto, se per incompetenza o per mancanza di interesse a lavorare in un certo modo. Avrebbe avuto un senso sollevare Pioli dal proprio incarico in tempi non sospetti, già nella prima parte della stagione quando ormai si era capito che le cose stavano andando male. Esonerarlo oggi a cose fatte e dopo un derby perso è come gettare sulle spalle la croce della stagione, è come gettare del fango sul professionista e sull’uomo. Così non va bene, le colpe non sono sole sue. Tutto parte dal mercato e l’errore di Pioli è stato quello di avallare completamente tutte le sbagliate strategie della società. Era in quel momento che si doveva battere il tasto, doveva immaginare come potevano andare le cose. Il credito che aveva guadagnato con il terzo posto della scorsa stagione dovevano dargli la forza per dettare delle condizioni. Nel caso in cui non le avesse ricevute, poi, non avrebbe avuto problemi a trovare un altro club che gli potesse proporre un progetto interessante”.
Lazio: cosa cambierà con Inzaghi?
Stefano Pioli è stato esonerato, e questo non fa più notizia, dopo sole 24 ore. Simone Inzaghi è il nuovo allenatore della prima squadra biancoceleste, e nemmeno questo fa più notizia. Interessante invece, è capire se e come potrebbe cambiare la Lazio in queste ultime 7 giornate di campionato con l’arrivo in panchina del tecnico piacentino. Sempre ammesso che qualcosa cambi, che tipo di Lazio dovremmo aspettarci? Partendo dal modulo, come sostiene il Corriere dello Sport, sembra acclarato che la tattica base da cui ripartirà questo mini ciclo biancoceleste dovrebbe essere il 4-3-3: Inzaghi, nella sua pluriennale esperienza con la squadra Primavera, ha sempre adottato questo modulo, e la soluzione del 4-3-1-2 con un trequartista puro alle spalle di due punte non sembra percorribile. In porta confermato Marchetti, nonostante anche la sua stagione non sia stata delle più positive; Berisha rimarrà comodamente in panchina, in attesa di una sua cessione a giugno in un club che gli permetterà di giocare con più regolarità per mettere in mostra le sue doti, sempre ammesso che di doti ce ne siano. Sulla difesa c’è poco da dire: gli interpreti sono quelli e Inzaghi avrà poco da inventarsi, anzi dovrà continuare a fronteggiare il problema infortuni e non è da escludere, anzi è quasi certo, che alla ripresa contro il Palermo la linea difensiva biancoceleste sarà la stessa che è stata violentata più volte ieri pomeriggio dall’attacco giallorosso, fatta eccezione per l’ingresso di Mauricio al posto dello squalificato Hoedt. Dalla padella alla brace insomma. A centrocampo ovviamente il faro continuerà ad essere il capitano Lucas Biglia, protagonista anche lui di una stagione sotto le righe, ma elemento imprescindibile per la mediana biancoceleste; Parolo dovrebbe mantenere il suo posto, mentre per la terza maglia salgono le quotazioni dell’ex capitano Mauri, a scapito del giovane Cataldi. Non è da escludere l’inserimento nel gruppo dei possibili titolari di Ravel Morrison, oggetto misterioso di questa tragicomica annata biancoceleste. In attacco Klose parte con i gradi di titolare, mentre per gli esterni dovrebbero essere in pole position Felipe Anderson e Lulic, per una formazione più bilanciata. Esclusi Candreva e Keita quindi, Matri e Djordjevic seconde scelte, Kishna chissà invece in quale clinica specializzata si sta facendo visitare.
Ci si augura inoltre, in un finale di stagione in cui la Lazio non ha più nulla da chiedere alla classifica, al di là di dichiarazioni più o meno convincenti su poco plausibili ambizioni d’Europa (vedi Biglia), che Simone Inzaghi provi ad inserire in pianta stabile in prima squadra qualche promettente giovane della Primavera. All’attaccante Palombi, al centrale di difesa Mattia e al centrocampista Murgia potrebbe essere concessa qualche chance, così come al giovane portiere Guerrieri, per non si sa quale motivo costretto a una stagione da terzo alle spalle di Marchetti e Berisha, quando ad un giovane promettente come lui doveva essere concessa l’opportunità di andare a giocare e farsi le ossa. La Lazio di Inzaghi prende quindi forma, una forma non troppo lontana da quella che aveva con Pioli, ma del resto il materiale umano e tecnico rimane invariato.
Conte ufficiale al Chelsea: “Non vedo l’ora di allenare in Premier”
Antonio Conte sarà il nuovo allenatore del Chelsea. Il club inglese ha ufficializzato la notizia con un comunicato ufficiale: “Il Chelsea Football Club è lieto di annunciare la nomina di Antonio Conte come head coach della prima squadra”. L’incarico dell’attuale ct della nazionale italiana inizierà con la nuova squadra dopo gli europeri 2016. Già è stato stipulato il contratto che avrà durata triennale di 20 milioni.
L’ex allenatore della Juventus aveva già esternato il suo malumore e la voglia di andare via dalla nazionale, in cui si sentiva come “una macchina in garage”. Sarà il quinto italiano a sedere sulla panchina del Chelsea dopo Vialli, Ranieri, Ancelotti e Di Matteo.
Antonio Conte non ha mai nascosto il gradimento per la corte che gli ha fatto Abramovich, ed ora che tutto è risolto, così ha parlato di questo nuovo ingaggio: “Sono molto emozionato all’idea di lavorare per il Chelsea. Solo un ruolo prestigioso come questo può dar seguito alla mia esperienza da c.t. dell’Italia, di cui vado fiero. Non vedo l’ora di incontrare tutti nel club e di cimentarmi nella sfida quotidiana di allenare in Premier League. Il Chelsea e il calcio inglese vengono visti dappertutto, i tifosi sono straordinari e la mia ambizione è di conseguire altri successi dopo le vittorie che ho festeggiato in Italia. Sono felice che l’annuncio sia stato dato e che ora tutto sia chiaro, in modo da porre fine alle voci. Ora posso concentrarmi sul mio lavoro per la Nazionale del mio Paese e rimandare ogni discorso sul Chelsea alla fine di Euro 2016″.
Roma, ancora una aggressione a un autista di bus
Due persone, senza fissa dimora e alquanto alterate dai fumi dell’alcol, sono giunte alla fermata mentre un autobus della linea 310 stava ripartendo. Colpendo il mezzo hanno costretto l’autista a fermarsi e, una volta saliti a bordo, hanno sradicato un estintore gettandolo contro la cabina del conducente, per poi costringere gli altri passeggeri presenti a scendere con la pretesa di avere il mezzo completamente a loro disposizione. L’autista del mezzo si è dovuto rifugiare su un altro autobus. Alcuni cittadini, testimoni dell’accaduto, hanno fermato una volante della polizia per segnalare che vicino piazza Bologna due persone stavano danneggiando un mezzo pubblico. Gli agenti dei commissariati Sant’Ippolito e Vescovio sono subito intervenuti sul posto e saliti sull’autobus e, tra la folla che guardava stupita, hanno bloccato i due violenti, un 35enne di origini svizzere ed un 27enne romano. I due ora dovranno rispondere, in concorso fra loro, dei reati di danneggiamento aggravato, interruzione di pubblico servizio e violenza.
Domani l’ultimo addio a Cesare Maldini
Le esequie di Cesare Maldini verranno celebrate martedì alle 11 nella basilica di Sant’Ambrogio. A darne l’annuncio è stata la famiglia, che ha ringraziato “tutti per l’enorme testimonianza di affetto ricevuta per la scomparsa del nostro Cesare”.
Il Comune di Milano è al lavoro per organizzare diverse iniziative in ricordo di Cesare Maldini, anche grazie all’aiuto della società rossonera. Per dedicargli una via, in base a una legge nazionale, si dovranno attendere dieci anni dalla scomparsa (per via Giacinto Facchetti, bandiera dell’Inter scomparso nel 2006, si è dovuto attendere fino a quest’anno). Nel frattempo però gli verranno dedicate una targa a San Siro e l’intitolazione dei giardini che verranno presto realizzati fuori dallo stadio. Palazzo Marino per ora ha deciso di celebrare in questa maniera la memoria della bandiera milanista e primo capitano italiano a sollevare la Coppa dei Campioni nel 1963, scomparso nella notte tra sabato e domenica a 84 anni. La famiglia Maldini, Cesare e il figlio Paolo, già nel 2003 avevano ricevuto un Ambrogino d’Oro dall’allora sindaco Gabriele Albertini che li aveva premiati per i successi regalati a Milano nel corso della loro carriera. Riconoscimento che non dovrebbe sovrapporsi a un eventuale Ambrogino alla memoria, qualora l’aula decidesse di concederglielo. Maldini, inoltre, nelle prossime settimane verrà omaggiato nel corso degli eventi legati alla finale di Champions del 28 maggio al Meazza. Il 22 aprile la Coppa arriverà in città e dallo stadio verrà trasportata a Palazzo Marino. In Sala Alessi resterà esposta per tre giorni e verranno montati alcuni schermi dove saranno proiettate delle immagini di vecchie finali di Coppa dei Campioni con protagonisti Cesare Maldini e Giacinto Facchetti.
Pronto un altro ex biancoceleste per la panchina della Primavera
A seguito della promozione alla guida della prima squadra di Simone Inzaghi la Primavera biancoceleste è rimasta senza allenatore. A rilevare il posto dell’ex tecnico non sarà però il suo secondo, Massimiliano Farris, perché quest’ultimo seguirà il tecnico nell’avventura con la prima squadra, insieme al preparatore atletico Fabio Ripert. A quanto riporta Lalaziosiamonoi in prima fila ci sarebbe Sebastiano Siviglia, previo parere positivo del responsabile del settore giovanile Joop Lensen. L’ex difensore laziale conosce bene l’ambiente avendo già allenato giovanissimi regionali e nazionali biancocelesti.
De Cosmi: “Compito arduo per Inzaghi, ma è la sua grande occasione”
Dopo il 4-1 rifilato ieri dai giallorossi alla Lazio il presidente Lotito ha deciso di allontanare il tecnico, Stefano Pioli, per mettere la squadra nelle mani di Simone Inzaghi. Decisione e, di conseguenza, responsabilità forse troppo importanti che rischiano di bruciare il giovane allenatore che tanto bene ha fatto nella Primavera biancoceleste. Per dire la sua sull’avvicendamento in panchina ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto l’allenatore della Lazio Women, Roberto De Cosmi: “Le responsabilità di questa situazione sono di tutti e non solo di Pioli, vanno condivise nel bene e nel male. Quella di ieri è stata una gara che nessuno avrebbe voluto terminasse in quella maniera. Nel primo tempo la Lazio ha giocato d’attesa cercando di chiudere le linee di passaggio ai giallorossi, mentre nel secondo la squadra, anche grazie anche ai cambi, ha avuto un atteggiamento diverso. Ma il risultato finale è stato troppo pesante e i tifosi hanno manifestato tutto il loro dissenso verso tutta la situazione, nel complesso negativa. L’allontanamento di Pioli e l’avvicendamento con Inzaghi è un segnale forte da parte della società, da qui al termine del campionato le ultime sette gare dovranno dare delle risposte diverse. Inzaghi lo conosco bene, ho seguito tutto il lavoro che ha svolto in biancoceleste. A lui piace un gioco aperto, partire rapidamente nella metà campo avversaria, ma parliamo di settore giovanile. Adesso ha un compito arduo ma ha l’occasione di dimostrare tutto il suo valore. Si giocherà tutte le sue carte. Per prima cosa sarà importante cercare un confronto diretto con i giocatori, per capire il da farsi, la comunicazione serve per poter continuare o iniziare a fare qualcosa di positivo”.
FORMULA 1 – Alonso al veleno con Herbert
Nonostante non sia stato protagonista al Gran Premio del Bahrein, Fernando Alonso, lo è stato a causa di una polemica davanti alle telecamere di Sky Sports con Johnny Herbert, ex pilota britannico. Nei giorni precedenti nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sports UK, Johnny Herbert, attuale opinionista, ha spiegato che Alonso dovrebbe seriamente valutare il ritiro al termine di questa stagione. Secondo l’inglese, l’ultima stagione alla guida della disastrosa MP4/30 ha lasciato qualche strascico nelle motivazioni del talento spagnolo e questo non gli permette di dare il massimo durante le gare. Un’intervista pesante in cui, inoltre, Herbert ha fatto notare che ad Alonso non piacciono le nuove monoposto e questo dovrebbe spingerlo verso altri lidi.
Queste le parole di Herbert: “Non credo che Fernando dovrebbe tornare. L’ultima volta che abbiamo visto l’Alonso che tutti noi conosciamo è stato tra il 2011 e il 2012, ragion per cui dovrebbe seriamente valutare altre idee. In qualifica non riesce ad essere efficace come altri piloti e questo lo costringe a gare di rimonta con una monoposto che non risulta il massimo. Jenson, ad esempio, sta portando avanti un lavoro migliore del suo. Queste monoposto non gli piacciono e questo sarebbe un altro buon motivo per cambiare aria. Questo Fernando non è quello che conosciamo e la scorsa stagione penso abbia lasciato qualche strascico, soprattutto sul piano mentale. Non ha la giusta motivazione e lo stesso errore fatto in Australia ne è la conferma. Sembra fuori ritmo e questo non è ideale per un Campione del Mondo. So che queste nuove macchine hanno portato diverse novità per tutti i piloti, ma non penso che Fernando sia il più forte sulla griglia. Tutti lo pensano, ma per me non è così. Basta vedere, ripeto, il lavoro che sta svolgendo Button”.
Alonso, evidentemente risentitosi per l’opinione ingenerosa, ma al contempo legittima, non le ha mandate a dire all’attuale commentatore. In un primo momento lo spagnolo ha scritto un tweet emblematico: “Assicurati sempre che le tue parole siano migliori del silenzio” per poi, durante un servizio mandato in diretta, avvicinarsi all’ex collega apostrofandolo a muso duro. Quella che forse voleva essere solo una battuta ha lasciato l’ex pilota britannico (vincitore di tre Gp di F1 e di una 24 Ore di Le Mans) alquanto stupito.“Come va Fernando?”, ha chiesto Herbert ad Alonso. “Io bene, non mi ritiro amico. Io sono stato campione del mondo, tu invece sei finito a fare il commentatore perché non lo sei mai stato”, la risposta velenosa del campione spagnolo. Dopo attimi di visibile imbarazzo di Herbert e della sua collega, l’inglese ha incassato la frecciata con il sorriso: “Oh, grazie mille” ha risposto.
Dopo il derby due biancocelesti in Paideia…
Il giorno dopo l’amaro derby perso malamente e l’allontanamento di Pioli la Lazio deve affrontare un brutto risveglio. Prima del ritiro “punitivo”, sono arrivati in Paideia due calciatori per accertamenti: Klose e Konko. Il francese è fermo per una lesione di primo grado, mentre l’attaccante di Simone Inzaghi è giunto in clinica con una vistosa fasciatura al polso, dopo aver rimediato una forte contusione, nella sfida di ieri contro la Roma.
Lotito, questo è il valore vero di una difesa a costo zero…
“Più spendi più vinci è un assioma ormai obsoleto”, questo è da sempre il pensiero dell’attuale presidente della Lazio Claudio Lotito ed è leitmotiv con cui quest’ultimo ha dato vita all’operato disdicevole e a questa gestione scriteriata che va avanti ormai da 12 anni. Durante i primi anni di presidenza esisteva una grande fetta di tifosi laziali che concedeva più di qualche errore al presidente per il fatto che lo stesso aveva da poco tempo salvato la Lazio dal fallimento, o come ama tanto dire lui, di aver preso questa squadra al funerale e averla portata in condizione di coma irreversibile, al fine di migliorare tale condizione, ebbene questa fetta di tifoseria tanto paziente non esiste più. Dopo 12 anni di gestione, oggi 4 aprile 2016, questo club grazie al suo presidente, sta attraversando il suo momento più basso. Dal 2004 ad oggi ha portato il tifoso laziale a sperare di non perdere il derby con troppi gol di scarto, ha portato la Lazio a terminare la sua stagione tra fine marzo ed inizio aprile, ha portato la Lazio a stazionare in classifica sotto il Sassuolo, ha fatto diventare questo club una fase transitoria per i giocatori d’alto livello. Come in ogni famiglia che si rispetti, dove ogni figlio apprende dal genitore come affrontare la vita di tutti i giorni, ogni squadra rispecchia quello che è l’operato del suo presidente e di cosa trasmette quest’ultimo, grazie a ciò la Lazio è divenuta in pochi anni una squadra MEDIOCRE e il motivo per cui si definisce mediocre questa squadra e chi l’ha costruita si può capire attraverso il significato della parola stessa= chi dimostra o ha capacità limitate; chi non eccelle e non possiede i requisiti necessari per realizzare certi compiti.
E’ riferito anche a chi dovrebbe costruire una grande squadra in sede di calciomercato, cioè il direttore sportivo Igli Tare, che lavorando 365 giorni l’anno come dichiarato dalla stes
sa società arriva alla stracittadina consegnandosi in anticipo alla squadra rivale grazie ad una difesa composta da 4 giocatori, tutti acquistati a parametro zero. I difensori forzatamente schierati dall’ormai ex allenatore Stefano Pioli erano: Patric, Bisevac, Hoedt e Braafheid. Il primo ingaggiato dal Barcellona B, arriva alla Lazio ricoprendo, per una stagione intera, il ruolo di terza forza per la fascia destra posizionandosi nelle gerarchie dietro a Basta e Konko. Il difensore serbo è arrivato a Roma a gennaio per porre rimedio alla retroguardia biancoceleste, ma ha trovato difficoltà nell’ottenere un posto fisso finché Pioli si è convinto, grazie alle prestazioni imbarazzanti di Mauricio, di consegnargli la maglia da titolare. Anche Hoedt fa parte di quei giocatori che hanno regalato più prestazioni preoccupanti che confortanti, va detto però che l’olandese ha dalla sua, rispetto agli altri la giovane età. Braafheid, è colui che arrivò alla Lazio il 1 agosto del 2014 per un periodo di prova e venne promosso a pieni voti, dopo qualche buona prestazione, ma nella stagione in corso è stato tenuto costantemente ai margini della squadra. L’esterno ex Bayern Monaco è sceso in campo soltanto 5 volte, giocando 90 minuti solo nelle ultime 3 partite. Questo è quello di cui ha potuto usufruire Pioli nel derby, grazie al lavoro sul mercato di questa società, per non parlare della spesa totale dei cartellini del restante dei giocatori visti in campo ieri, che si aggira intorno ai 35 milioni di euro. Il valore di questa squadra rispecchia quanto sborsato da Lotito per costruirla. Detto ciò, vi lasciamo con un interrogativo che crediamo sia lecito: perché il presidente della Lazio al termine della partita persa contro la Roma non si è presentato davanti le Tv nazionali dichiarando che l’assioma più spendi più vinci è obsoleto? Noi, abbiamo un altro credo confermato nell’ennesima figuraccia offerta da questa squadra, a cui il presidente della Lazio sembra non voglia prestare attenzione e cioè: TANTO PAGARE, TANTO VALERE…
Le foto in HD di Lazio Roma
E anche il derby è andato. Quello che doveva essere l’ultimo obiettivo di una stagione inutile si è trasformato nell’ennesima delusione, mettendo ancor più in risalto il fallimentare campionato della Lazio. Le conseguenze sono state catastrofiche: Pioli esonerato, contestazione a Formello e anche il presidente Lotito se l’è vista brutta. Insomma chi più ne ha più ne metta. Alla fine di ieri rimangono soltanto le immagini che sottolineano quello che è stata la partita ma più in generale quello che è il momento Lazio. Si ringrazia per le splendide foto in HD il nostro fotografo Gianni Barberi, che c0me sempre è riuscito a cogliere con maestria i momenti salienti della gara.
Panchina, tutti i nomi per il prossimo anno: in pole c’è…
Esonerato Stefano Pioli, la Lazio si affida a Simone Inzaghi. L’ex allenatore della Primavera, che al suo fianco avrà come vice Massimiliano Farris, anche lui ‘promosso’ dai baby, nelle prossime sette partite dovrà provare a guadagnarsi la conferma anche per il prossimo anno. Lui e, ovviamente, i giocatori, visto che la rivoluzione di giugno riguarderà anche la rosa e stavolta Lotito, a differenza dello scorso anno, non dirà no di fronte ad offerte monstre per i suoi big. Sette sfide, dicevamo, che rappresenteranno un vero e proprio esame di maturità per l’ex attaccante, il quale proverà a coronare la sua prima esperienza su una panchina di serie A con il raggiungimento di un posto in Europa. Un compito arduo, al limite dell’impossibile, ecco perché, in caso di fallimento, la società si sta già guardando intorno per trovare un sostituto. Sotto questo aspetto, la piazza, come noto, spinge per Mihajlovic, che il Milan potrebbe liberare in caso di sconfitta nella finale di Coppa Italia e che accetterebbe di corsa di allenare una Lazio alla quale è ancora molto. Da monitorare anche l’ex ct Cesare Prandelli, in cerca di una buona occasione per rilanciarsi, e Walter Mazzarri, che a fine stagione scioglierà il suo legame con l’Inter. L’ex tecnico del Napoli, insieme a Giampiero Ventura (in uscita dal Torino), piace molto ai vertici biancocelesti per temperamento e carisma, anche se al momento l’allenatore genovese appare in leggero vantaggio. Difficilmente percorribili le strade che portano a Lippi, Capello, Montella e Di Francesco, non si trascurano infine le piste ‘giovani’ legate a Juric, Brocchi e Oddo.
Lazio, Scudetto 1915: aumentano i patrocini all’iniziativa
In un mondo biancazzurro costantemente dilaniato dalle polemiche e dalle divisioni interne, ahinoi, siamo ogni giorno costretti a constatare la nascita di correnti e correntine di pensiero, contropensiero e retropensiero, che come primario effetto collaterale producono senz’altro quello di rendere la Lazio ed i suoi tifosi enormemente più deboli innanzi i grandi poteri istituzionali, mediatici ed economici. Chissà in quanti ne saranno gaudenti e felici, specialmente al di là del Tevere, sol che si ispirino al famosissimo brocardo “Dividi et Impera” che accompagnò le leggendarie gesta romano/imperiali. Fortuna vuole, tuttavia, che ci sia almeno un’eccezione pronta a confermare tale regola. All’alba della rivendicazione dello Scudetto 1915 in ex aequo a Lazio e Genoa, salpata a Maggio 2015, ci premurammo difatti di impetrare la preliminare “Vocatio ad Unitatem” di tutte le componenti laziali, nella piena consapevolezza e nell’ardita speranza che soltanto con una fattiva collaborazione trasversale l’iniziativa avrebbe potuto avere concrete chances di successo finale. Fu così che riuscimmo a corredare il lancio della petizione online “Lazio 1914/15, Campione d’Italia ex aequo!” con il prestigioso sostegno della Polisportiva Lazio, la preziosa collaborazione del Nuovo Corriere Laziale, l’appoggio della costituenda Consulta Biancazzurra e gli importantissimi patrocini di (in rigoroso ordine alfabetico) Cittaceleste.it, Lalaziosiamonoi.it, Lazialita.com, Laziofamily.com, Laziowiki.org e Novegennaiomillenovecento.it. In ossequiosa ottemperanza all’originario marchio della casa, “Concordia Parvae Res Crescunt”, l’entusiasmo, la perseveranza e la puntualità con cui tali organizzazioni e tali testate hanno costantemente pubblicato il link della petizione, i relativi eventi promozionali, le immagini degli aerostriscioni estivi, i filmati della sfilata delle auto storiche, le raccolte firme, i comunicati, gli articoli, le interviste, le rassegne, etc. etc., si sono rivelati encomiabili per il concreto raggiungimento dell’obbiettivo dichiarato delle 30.000 sottoscrizioni, cui è seguito l’invio degli atti e dei documenti alla Figc e la conseguente apertura del procedimento concernente il riesame dell’attribuzione del titolo nazionale 1914/15. Assolutamente basilari e fondamentali, altresì, sono stati puranche il supporto mediatico e le prime pagine riservateci da “Il Tempo” (“Il Corriere dello Sport” in parte, altri non ancora pervenuti…) e quello dei più seguiti rotocalchi radiotelevisivi locali, ancorché editi e prodotti in quello che forse rappresenta il periodo più funesto della c.d. lazialità partecipata che a memoria d’uomo si possa ricordare. L’elaborazione del Dossier Emerotecario sul Campionato di Prima Categoria 1915/15, tuttavia, ha prodotto ulteriori suggestioni e prove inconfutabili su come la Lazio fosse effettivamente stata l’unica a qualificarsi con certezza alla finalissima nazionale di quel campionato bruscamente interrotto dalla grande guerra e conseguentemente ha condotto la nostra rivendicazione tricolore in una fase talmente cruciale, per la quale sarà indefettibile e necessaria la spinta incondizionata di tutte le anime del glorioso popolo biancazzurro. Non dobbiamo dimenticarcelo mai, anche se taluni vorrebbero farci sentire scozzesi in terra inglese, in realtà noi siamo i Laziali, i primi Figli della Capitale ed i diretti discendenti di quel Popolo del Latium che a partire dal II millennio a.C. prima fondò la Civiltà Latina e poi originò la nascita dell’Antica Roma. Proprio in tale ottica e tenendo bene a mente le nostre nobili origini, pertanto, ci apprestiamo a sostenere la battaglia finale per ottenere il riconoscimento di quello che sarebbe il primo scudetto della capitale ed a tal fine salutiamo con estremo piacere le new entry nei patrocini della petizione (anche in questo caso in rigoroso ordine alfabetico) di Laziochannel.it, Lazionews.eu, Lazionews24.com, Laziopress.it, Museodellemaglie.it e Sslazionews.it, che sicuramente potranno garantire un ulteriore, considerevole e fedele contributo rispetto all’obiettivo tricolore per cui tutt’insieme stiamo lottando e continueremo a lottare.
Se l’eccezione conferma la regola, per quel che ci riguarda, siamo ancor più convinti che… L’unione fa la forza!
Gian Luca Mignogna
CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE – LAZIO CAMPIONE D’ITALIA 1914/15
UFFICIALE – Pioli esonerato. Squadra affidata a Simone Inzaghi, Farris sarà il suo vice
AGGIORNAMENTO ORE 11.10 – Si va delineando il nuovo staff tecnico della prima squadra per questo finale di stagione: vice allenatore Massimiliano Farris, preparatore atletico Fabio Ripert, insieme ai ‘vecchi’ Alessandro Fonte e Adriano Bianchini. Match analyst rimane Enrico Allavena, detto “Billy”. Insieme a Pioli, quindi, salutano Murelli (vice), Lucarelli (assistente tecnico) e i preparatori Osti e Perondi.
Lo aveva annunciato Gianluca Di Marzio sul suo account Twitter ma adesso è UFFICIALE: Stefano Pioli non è più l’allenatore della Lazio. Questo il comunicato apparso sul sito della S. S. Lazio. La prima squadra sarà guidata fino al termine della stagione dall’ormai ex tecnico della Primavera biancoceleste: “La S.S. Lazio comunica di aver sollevato dall’incarico il mister Stefano Pioli. La prima squadra viene affidata al mister Simone Inzaghi”.
TEMPI BELLI – Tripudio intestinale (hanno ammazzato Pioli)
Quando eravamo ragazzini (oddio, neanche troppo “ini”) Lupo Alberto era una lettura molto piacevole. Fra i tanti tormentoni nei botta e risposta tra il protagonista e colui che spesso gli rubava la scena, Enrico La Talpa, c’era una scenetta molto divertente che si ripeteva spesso. La Talpa si produceva nella stesura di versi dal linguaggio particolarmente aulico, temi e toni lirici e interi bignami della poesia srotolati in quattro vignette. Il buon Enrico si lasciava andare a considerazioni sull’ineffabilità della vita, sui tormenti dell’anima umana e sulla nobiltà della sofferenza del poeta. Finché dal piano di sotto, la moglie Cesira non gli chiedeva scocciata: “Enrico, non ti sembra di esagerare per un po’ di stitichezza?”
Ecco, l’impressione è che tutta questa stagione molto laziale, fatta di sofferenza, invocazioni, imprecazioni e male di vivere, abbia radici in realtà ben più prosaiche, terra-terra, E a rimetterci, come volevasi dimostrare, è stato colui che aveva portato in alto lo spirito come nessuno aveva fatto, in campionato, negli ultimi dodici anni. E noi stiamo qui a interrogarci su problemi di testa e di anima, quando ogni tanto bisogna tirarsi su le maniche, mettersi i guanti, infilare le braccia nel pozzo nero e spurgare.
Servirà una bella bonifica. A partire da chi comanda, perché se il pesce puzza sempre dalla testa, il tripudio intestinale del derby non può che partire da chi aveva il dovere, anche e soprattutto per i propri interessi, oltre che per quelli sacri dei tifosi, di valorizzare il lavoro eccellente compiuto l’anno scorso. Lotito ha peccato di presunzione: nella gestione delle sue aziende calcistiche, non è un caso che le disgrazie della Lazio vadano di pari passo con quelle della Salernitana. L’anatema del tifoso non deve togliere spazio alla lucidità del cronista: qui ci limitiamo a dire che a mangiare su molti piatti si rischia l’indigestione. Il calcio è cambiato, mostra una faccia feroce e spizzicare un po’ qua e un po’ la non basta per vincere, serve solo a farsi venire un gran mal di pancia.
Hanno ammazzato Pioli, alla fine: l’unico che si meriterebbe un po’ di poesia e di anima in uno scenario che Ettore Scola in Brutti, Sporchi e Cattivi non avrebbe reso in maniera più brutale. Dire che l’allenatore sia esente da colpe è sbagliato, e noi non l’abbiamo mai nascosto. E ha sbagliato ancora, Stefano nostro, al cospetto di una Roma che Spalletti ha indottrinato per aspettare che la Lazio si facesse male da sola. Ma l’allenatore è l’unico a essere messo in discussione, come accaduto a Petkovic (che alla guida della Svizzera ha dimostrato di non essere un carneade che aveva avuto un colpo di fortuna, come aveva ipotizzato qualcuno), Delio Rossi e anche a zio Edy Reja. Il quale a molti non piace per quella frase della “cornice marcia“, ma che tra una minestra e l’altra aveva portato la squadra a quel limite che Pioli aveva superato tra mille sforzi, di pochi punti, un anno fa.
Segno che tale limite fisiologico dei risultati è stato raggiunto da tempo: la scelta di Simone Inzaghi può sembrare logica agli occhi di chi guarda da fuori, vista la necessità di un “traghettatore“: può risultare deleteria in una società che rischia di chiudersi in un’enclave di “fedelissimi“, il che farebbe sfociare l’attività aziendale nell’autismo più puro e completo, senza più il fondamentale confronto con la realtà. Un timore alimentato dall’impermeabilità del lavoro del direttore sportivo, al contrario di quello dell’allenatore, a qualunque tipo di discussione. Ma se Tare c’è e ci sarà, anche lui dovrà iniziare ad ascoltare ciò che la pancia quest’anno ha detto più chiaramente del cervello.
Questo stavolta era un articolo per stomaci forti: dopo un 1-4 nel derby, non poteva essere altrimenti. Abbiamo detto anche la parola Roma, per dire, non la città, proprio quella cosa brutta là, che da bambino dicevi “cacca“, attaccavi le figurine al contrario e spesso alla fine bruciavi l’album. Pioli meritava ben altro commiato, per essere stato quello che aveva fatto cantare l’inno ai giocatori, che era andato a chiedere rispetto faccia a faccia a Malagò , che aveva accolto tra le sue braccia il suo più grande talento, Felipe, come il buon padre fa con il figlio smarrito. Tutte belle parole, ma ci sembra di sentirla Cesira che dice al suo Enrico: “Tutto questo per un po’ di stitichezza?” Perché quello alla fine è il problema: per questo parliamo di aziende da gestire, lavoro da portare a termine, unghie nere che rovistano nella nuda terra per provare l’ennesima semina. Perché il tempo è scaduto. Una volta si diceva: “Una risata vi seppellirà!“. A noi stavolta pare di aver sentito un altro rumore: ma anche stavolta, il mal di pancia passerà.
(grazie per l’anno scorso, Stefano. Non dimenticheremo)
Fabio Belli
RASSEGNA STAMPA – Lazio, ora tutti dietro a Mihajlovic
Simone Inzaghi subito e domani chissà. Perso il derby con la Roma, esonerato Pioli, si apre un labirinto di incertezze intorno al futuro della Lazio. La verità? Lotito non ha ancora deciso a chi affidare la panchina nella prossima stagione. Si era rotto il rapporto di fiducia con Pioli e voleva cambiare per dare una sterzata. Pensa ancora sia possibile rimontare il Sassuolo e il Milan nelle ultime sette giornate di campionato per agganciare un posto in Europa che oggi sembra un miraggio, una chimera. E poi sarà rifondazione. Simone Inzaghi, promosso dalla Primavera, si giocherà le sue chances. Riuscisse a tirare su la Lazio e dimostrasse di essere l’uomo giusto per un nuovo ciclo, si conquisterebbe la fiducia e la panchina per la prossima stagione. E’ gradito ai tifosi, dovrà superare l’impatto con la serie A.
Fonte : Il Corriere dello Sport