Manca poco più di una settimana al derby, ma nella Capitale già non si parla d’altro. Per i biancocelesti la stracittadina resta l’ultima chance per chiudere con dignità una stagione fallimentare. Ma la Roma non vuole farsi perdere terreno sul Napoli. Sarà una gara combattuta, lo sa bene il portiere giallorosso Morgan De Sanctis che su gazzettagiallorossa.it ha precisato: “È essenziale vincere perché non è una partita come le altre. Vale 3 punti e mezzo. In una considerazione cittadina non è una partita uguale alle altre. Dopo il 26 maggio la Roma sta avendo una continuità di risultati che può far in qualche modo “passare” quella partita visti i risultati positivi“,
L’Isis colpisce il calcio. 26 morti al termine di una partita
Ormai è una lotta su ogni fronte contro l’Isis. I terroristi non perdono occasione di sferrare i loro codardi attacchi contro i civili, in nome (?) della loro religione. Anche il calcio è stato vittima: quest’oggi in una cittadina a sud di Baghdad un kamikaze si è fatto esplodere al termine della partita. Esattamente nel parco antistante lo stadio dove la gente passava per tornare a casa. Il bilancio è di 26 morti e 71 feriti. Le vittime però potrebebro aumentare. La zona è stata isolata e l’attacco è stato già rivendicato dai jihadisti.
STRAGE BRUXELLES – Morta l’italiana dispersa
Patricia Rizzo non ce l’ha fatta. Le ultime speranze di ritrovarla viva sono state spazzate dalle dichiarazioni del cugino. L’italiana dispersa durante gli attacchi terroristici di Bruxelles è morta. Suo cugino, tramite la sua pagina facebook, ne da la triste notizia: “Patrica non è più con noi. Cari amici, in primo luogo grazie per il vostro sostegno, il vostro aiuto e quello degli amici di diversi paesi. Patricia purtroppo non è più tra noi. E’ dura. Abbiamo messo fine a questa corsa interminabile contro il tempo per ritrovarti: Pat, mi manchi, ci manchi. Ti voglio bene“. Questo il triste e amaro messaggio. La Rizzo aveva origine italiane, precisamente la sua famiglia era originaria di Calascibetta, vicino Enna.
ACCADDE OGGI – La magia di Veron contro la Roma, nell’anno dello Scudetto
Era un bella domenica pomeriggio, Stadio Olimpico gremito, ore 15.00 e la città di Roma silenziosa in tutte le vie. Si sentono solo boati provenienti dallo Stadio, dalla Curva Nord e dalla Curva Sud. E’ il 25 marzo 2000 e Lazio e Roma si sfidano per la 27esima giornata di campionato. Sfida delicatissima sotto il profilo della classifica. La Lazio, scese in campo già sapendo della sconfitta della Juventus contro il Milan e consapevole che una vitoria la proietterebbe a -6 dai bianconeri. la Roma di Capello per rientrare in corsa per un posto in Champions League, ma soprattutto per fare lo sgambetto ai cugini. Eriksson in piena emergenza difensiva deve affidarsi a Gottardi, spostando Negro al centro in coppia con Couto. Nesta e Mihajlovic sono out. Giallorossi con la formazione tipo e con l’incubo Montella. Ed è proprio l’aeroplanino a gelare i laziali dopo appena 2 minuti. La sua zampata trafigge Marchegiani e trafigge anche i cuori dei tifosi biancocelesti. Ma l’orgoglio, la grinta e la voglia di vendicare quel maledetto 4-1 dell’andata porta la Lazio al pareggio. Incursione di Nedved tiro sporco, deviazione di Zago e Lupatelli battuto. E’ 1-1 al 25esimo. La Lazio ci crede e dopo appena tre minuti sigla il sorpasso. E’ il minuto 28, punizione e Veron posiziona il pallone con tanta delicatezza sul rettangolo verde, come se fosse una corono da posare sopra la testa di una Regina… Breve rincorsa e il suo destro va ad accarezzare il pallone, parabola perfetta e la sfera che si va a piazzare sotto l’incrocio, con Lupatelli proteso invano in volo. 2-1 Lazio e l’Olimpico esplode! Ma la malasorte si accanisce culla Lazio e Marchegiani si infortuna. Dentro Ballotta che nella ripresa diventa protagonista salvando a più riprese la posrta laziale. Brividi intensi ma 3 punti d’oro per la vittoria dello Scudetto a maggio!
Italia-Germania raccontata da Miro Klose
Lunedì 28 marzo, su Rai Sport 1 alle 23.15 andrà in onda uno speciale sulla storia di Italia-Germania, a cui parteciperà Miroslav Klose, con un’intervista rilasciata alla Rai, uno dei protagonisti della trasmissione. L’evento è stato presentato ai microfoni di Lazio style radio 89.3 da Stefano Bizzotto, il nome dello speciale è “finisce sempre 4-3“. Questo in vista anche dell’amichevole tra le due squadre in programma il 29 marzo all’Allianz Arena di Monaco.
Federsupporter, la risposta all’attacco di Lotito alla Curva Nord
Dopo il comunicato della Curva Nord sulle parole, dure e offensive, pronunciate contro i tifosi biancocelesti nel corso della lezione tenuta all’Università Europea di Roma dal presidente Lotito qualche giorno fa arriva anche la risposta di Federsupporter.
Questa la dura e secca replica del presidente Alfredo Parisi nei confronti del numero uno biancoceleste: “Occorre rilevare che i contenuti della ‘Lectio’ ricalcano sostanzialmente quelli, monotonomamente e, quasi ossessivamente, sempre ripetuti nel tempo dallo stesso ‘magister’. Tra le, invero, stupefacenti, ma non più sorprendenti, affermazioni del dr. Lotito, spiccano quelle, secondo cui le sue iniziative per il calcio ‘Ora sono un esempio per il sistema’ . Ma può essere considerato il dr. Lotito il miglior esempio di persona assolutamente trasparente e al di sopra di ogni sospetto?
Egli ha riportato plurime sanzioni disciplinari sportive per inosservanza dei doveri di lealtà, correttezza e probità e, sul piano penale, ha riportato una condanna definitiva per uno dei reati (art. 173, “Omessa alienazione di partecipazioni”) previsti dal T.U.F. (Testo Unico in materia di Intermediazione finanziaria).
Egli, inoltre, è stato riconosciuto, sempre in via definitiva, responsabile di altri, più gravi reati previsti dallo stesso TUF e di plurimi reati di frode sportiva, sebbene tutti tali reati dichiarati estinti per effetto della santa prescrizione. Lotito omette, poi, di dire che ha potuto evitare la decadenza dalle cariche sportive ricoperte solo grazie a, dapprima, fantasiose interpretazioni e, poi, a provvidenziali modifiche normative delle regole federali sull’onorabilità per ricoprire tali cariche”.
Praticamente Lotito parla di valori nel mondo dello sport quando è l’ultima persona che potrebbe rappresentare “un esempio per tutti“.
FORMELLO – Amichevole con la primavera, ma a tenere banco sono ancora gli infortuni…
Durante la sosta di campionato della Seria A, la Lazio affronta in amichevole la Primavera, vincendo per 2-1, nonostante le molte assenze. La partita si è disputata nel campo centrale del centro sportivo di Formello alle 15, il match consisteva in due tempi da trenta minuti. Il primo tempo si è concluso 1-1 con i goal di Klose, in spaccata, a cui ha risposto Folorunsho, mentre il goal vittoria è stato siglato da Djordjevic, in contropiede con un tiro d’esterno sinistro.
I due allenatori hanno schierato un 4-3-3, la formazione di Pioli era composta da Marchetti (Matosevic 45’); Patric, Bisevac, Mattia, Braafheid; Murgia, Mauri (Florusho 45’), Verkaj; Klose, Djordjevic, Matri. Invece quella di Inzaghi da Guerrieri; Cotani, Petro, Germoni, Seck; Beqiri, Cardoselli, Folorunsho; Palombi, Cali, Ennali.
Stefano Pioli per affrontare le assenze ha dovuto ricorrere a dei prestiti dalla formazione avversaria, in vista del derby saranno fuori uso Radu, Konko e Basta per infortunio, mentre Lulic per squalifica. In settimana si attendono gli accertamenti di Milinkovic e Kishna, che confermeranno o meno la loro presenza nella stracittadina.
Franzoni: “Sono fiducioso per il derby. La sfida di Milano ha…”
Manca poco più di una settimana alla stracittadina del 3 Aprile, e anche se si giocherà in un clima surreale a causa dell’assenza di entrambe le curve la tensione sarà comunque elevata. La Lazio ha l’obbligo di riscattarsi da una stagione nata male e proseguita peggio, la Roma ha bisogno di punti per la Champions. Per parlare del derby e delle emozioni che questa gara comporta, l’ex attaccante biancoceleste Paolo Franzoni è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 FM. Queste le sue parole: “Da martedì, con il rientro dei Nazionali, la Lazio si deve preparare bene per questo derby, spariamo che il risultato sia diverso da quello dell’andata. La stracittadina è sempre una partita di un certo livello per tutte e due le squadre: la Roma vorrà consolidare il terzo posto in classifica e cercare di accorciare le distanze sul Napoli, mentre la Lazio vorrà cercare di raggiungere il sesto posto per rientrare in Europa. Il derby ha il proprio fascino, per le due squadre è molto importante”. Esordire al derby. E segnare pure un gol. Basta questo per ritagliarsi uno spazio nel cuore dei laziali. Franzoni ricorda ancora quel giorno: “Ho esordito nel derby del ‘73 segnando, è una storia, quell’anno fu l’apice della mia carriera, è un ricordo vivo, conservo ancora i giornali e le foto di quel giorno. Mi fa enormemente piacere ricordare quel momento. Il gol lo ricordo molto bene: entrai nel secondo tempo al posto di D’Amico, il mio gol arrivò grazie al cross di Garlaschelli. Con la mia rete riuscimmo a pareggiare e successivamente Chinaglia ci regalò la vittoria. Il giusto atteggiamento per affrontare questo tipo di sfide è quello di non caricarsi troppo poiché la pressione dell’ambiente è sempre molto alta. La Lazio affronterà una Roma in ottime condizioni sia fisiche che tecniche. Spalletti ha apportato grandi miglioramenti, la Lazio invece è altalenante. Ma sono convinto che la sfida di Milano ha restituito ai biancocelesti la spinta necessaria per affrontare la Roma”.
1 Aprile, “Il giorno di Giorgio e i suoi amici”
Venerdì prossimo, 1 Aprile, è la ricorrenza del giorno in cui il più amato calciatore biancoceleste, Giorgio Chinaglia, ci ha lasciato. A quattro anni dal giorno della sua scomparsa per l’occasione alle ore 19,00 presso la Chiesa del Cristo Re, in viale Mazzini, verrà celebrata una messa a suffragio. Ad annunciarlo ai microfoni di Radio Sei è stato il Presidente della Polisportiva, Antonio Buccioni, che ha dichiarato: “Non ricorderemo soltanto Giorgio, ma tutti i protagonisti di quel gruppo straordinario che sono venuti a mancare. Sarà anche il giorno di Lenzini e Bob Lovati, ecco perché abbiamo deciso di chiamarlo Il giorno di Giorgio e dei suoi amici“.
Miele: “Derby partita dell’anno, massimo impegno per riscattarsi”. E su Pioli…
Per commentare la prossima stracittadina, in calendario nel prossimo turno di campionato, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio l’ex biancoceleste Renato Miele: “Il derby per i biancocelesti è la partita dell’anno. Tutto l’ambiente laziale, giocatori e società, devono affrontare questa gara con il massimo impegno per ottenere il massimo e dare una grande soddisfazione ad una tifoseria scontenta dei risultati raccolti fin qui. La Lazio possiede un reparto avanzato, superiore a quello giallorosso, in grado di far male ai rivali cittadini: Candreva, Keita, Klose, Mauri, possono essere molto pericolosi. Il problema dei biancocelesti è la difesa e la squadra deve giocare compatta per limitare al massimo la pressione avversaria. Quando una società assume un tecnico lo fa con l’intento di realizzare un progetto, quindi il lavoro dell’allenatore va valutato al termine del suo mandato. Anche se ha incontrato varie difficoltà nel gestire la stuazione è prematuro mandarlo via prima della scadenza del contratto. Pioli è molto preparato sul piano tecnico tattico, non si possono scaricare su di lui tutte le colpe se questa è stata una stagione deludente. Lo stimolo per risolvere i problemi deve arrivare dalla società e da tutto l’ambiente circostante. Quando la squadra non funziona non è mai colpa del singolo ma di tutto l’ambiente”.
Nanni: “Quanti bei ricordi sulla mia Lazio”. Poi su derby e Parolo…
Ogni giorno il derby di Roma si avvicina sempre più e tra le tante stracittadine a cui ogni tifoso laziale è legato particolarmente, tra queste è impossibile dimenticare quel Roma-Lazio del 12 novembre del 1972, quando al 35esimo un bolide di Franco Nanni piega la Roma e regala il derby alla Lazio. Proprio l’ex biancazzurro ha parlato di quei dolci ricordi, della Lazio di oggi e del derby di Roma: “Dopo quel gol sentii tutto lo stadio inneggiare il mio nome, questo mi diede una grande carica”. Poi su Maestrelli: “Non era uno qualunque, aveva una bontà che non potevi trovare in nessuno, la cosa che gli riusciva meglio- Continua l’ex biancoceleste ai microfoni di Radiosei– era quella di saper mettere a suo agio ogni giocatore, al di la del problema che uno poteva avere. Ci trasmetteva l’energia che serviva ma allo stesso tempo riusciva a farci stare tranquilli e avere fiducia“.
Un ricordo su Giorgio Chinaglia: “Non voleva mai farmi battere le punizioni ma una volta segnai contro la Sampdoria. Lo comprendevo, perché ero consapevole del fatto che essendo lui il centravanti era quello che avrebbe dovuto segnare più di tutti, ma in alcuni casi sarebbe stato meglio che lo tirassi io, ma non c’è mai stato niente da fare. Se mi rivedo in Hernanes? non proprio, più a Nedved, perché appena avevo la palla tra i piedi tiravo“.
Poi sul derby: “Prima era più sentito, in campo c’erano tutti italiani, diciamo che ci tenevamo di più. Contro la Roma non credo che si possa giocare a viso aperto, hanno nelle loro fila calciatori che se ti prendono in contropiede possono farti male”.
Su Patric: “Non si può dare un giudizio, l’abbiamo visto troppo poco e a certi giocatori va data tranquillità e fiducia per farli esprimere al meglio”. Continua su Parolo: “A me piace molto, vorrei vederlo giocare più avanti perché è bravo negli inserimenti e ha confidenza con il gol e invece viene sacrificato in un gioco di contenimento”.
Infine racconta della sua avventura nel settore giovanile della Lazio in veste di allenatore: “Nel 2005 mi arrivò la chiamata della Lazio, mi fu affidato il ruolo di coordinatore tecnico, il mio compito era di visionare gli allenatori, dialogare con loro e riportare alla società, diciamo che era anche un po scomodo come ruolo. Più tardi presi la guida degli Allievi Nazionali ma dopo 5 mesi mi dissero che avrei dovuto far giocare sempre un ragazzo, un terzo portiere, io mi opposi a questo perché la decisione doveva essere la mia e non di altri, a quel punto ricevetti risposte poco carine, io dissi alla società che del mio futuro ne avremmo parlato a fine contratto visto che loro mi confessavano di avere grandi progetti. Il 28 luglio mi dissero che non rientravo più nei loro piani, ma in quel momento decisi io di andarmene perché se avessi seguito gli ordini non sarebbe finita così…”
In vigore da oggi la nuova legge sull’omicidio stradale: ecco le nuove regole!
Come pubblicato su facebook da Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Amici della Polizia Stradale, “è stata pubblicata ieri in serata sulla Gazzetta Ufficiale la nuova legge sull’omicidio stradale, la n.41 del 23 marzo 2016“.
Con le nuove disposizioni l’omicidio stradale è diventato un reato a se’. Resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) nell’ipotesi base, cioè quando la morte viene causata violando il codice della strada, ma la sanzione penale sale sensibilmente negli altri casi. Con le nuove regole per chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza, ossia con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto l’effetto di droghe, la sanzione prevista è da 8 a 12 anni di carcere. Da 5 a 10 anni per l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio. La pena pero’ potrebbe aumentare della metà nel caso di decesso di più persone: in questo caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere. Queste le altre novità del testo approvato alla Camera.
LESIONI STRADALI – Aumentano le pene se chi guida viene trovato in stato di ebbrezza o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se invece il colpevole ha un tasso alcolemico fino a 0,8 g/l o se l’incidente viene causato da manovre pericolose la reclusione varierà da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime.
CONDUCENTI MEZZI PESANTI – L’ipotesi più grave di omicidio stradale (e di lesioni) si applica a camionisti e ad autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l.
FUGA DEL CONDUCENTE – Se il conducente fugge dopo l’incidente aumenta la pena da un terzo a due terzi, e la condanna non potrà essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Altre aggravanti sono previste se vi è la morte o lesioni di più persone oppure se si è alla guida senza patente o senza assicurazione. La pena è invece diminuita fino alla metà nel caso l’incidente sia avvenuto anche per colpa della vittima.
REVOCA DELLA PATENTE – In caso di condanna o patteggiamento (anche con la condizionale) per omicidio o lesioni stradali automaticamente scatta la revoca della patente di guida. In questo caso si potrà prendere una nuova patente solo dopo 15 anni, in caso di omicidio, o 5 anni, in caso di lesioni. Tale termine viene aumentato in casi più gravi: ad esempio, se il conducente fugge dopo l’omicidio stradale dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca della patente.
RADDOPPIO DELLA PRESCRIZIONE – Il nuovo reato di omicidio stradale prevede il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave (bevuta ‘pesante’ e droga). Negli altri casi l’arresto è facoltativo. Il pm, inoltre, potrà chiedere per una sola volta di prorogare le indagini preliminari.
PERIZIE COATTIVE – Il giudice può ordinare anche d’ufficio il prelievo coattivo di campioni biologici per determinare il dna. Nei casi urgenti e se un ritardo può pregiudicare le indagini il prelievo coattivo può essere disposto anche dal Pubblico Ministero.
Bruggink contro il ct dell’Olanda: “Trovo incredibile che Hoedt…”
La Nazionale olandese, nonostante non sia riuscita a qualificarsi per i prossimi Europei, si troverà da qui a poco ad affrontare due amichevoli di lusso, a cui gli orange tengono particolarmente per ben figurare conto Nazionali di primissimo livello. Le sfide in programma vedranno scontrarsi gli olandesi contro la Francia prima e l’Inghilterra poi. Ma quello che sta facendo più discutere nell’ultimo periodo sono le convocazioni del Ct, in particolare a non condividere alcune scelte del tecnico Blind è Arnold Bruggink (ex giocatore della nazionale) che parlando ai microfoni di SoccerNews.nl, esprime tutto il suo disappunto per la mancata convocazione del laziale Hoedt: “Il Ct considera molto gli olandesi che giocano in patria, ma all’estero ci sono giocatori di qualità che farebbero sicuramente al caso della Nazionale olandese: mi chiedo come sia possibile che Wesley Hoedt non venga preso in considerazione, non è forse meglio di Timo Letschert? Ha deciso di giocare in Italia e con la Lazio è migliorato tanto ed è un giocatore molto più intelligente”.
Storace: “Lotito mai in politica, vi spiego perché”
Claudio Lotito e la politica: un matrimonio di cui si è vociferato spesso in passato, accostando il nome del patron della Lazio a questo a quel partito. Un’unione che però alla fine non si è mai celebrata e il motivo lo ha spiegato, ai microfoni di ‘Radio Cusano Campus’, il leader de ‘La Destra’ e candidato a sindaco di Roma Francesco Storace: “Lotito – ha detto – ha provato ad entrare in politica un sacco di volte, ma è sempre stato respinto. Nessun partito lo ha preso perché ha dimostrato il suo valore come chiacchierone e inconcludente. È vero che in politica spazio per i chiacchieroni e gli inconcludenti ce n’è, ma uno in più sarebbe stato invasivo“.
LAZIONALI – Bene Biglia, solo qualche lampo per Felipe Anderson
Bottino pieno per l’Argentina: nella gara contro il Cile, disputata all’Estadio Nacional Julio Martinez Pradano e valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2018, i vice campioni del Mondo si impongono per 2-1, non senza affanni. A passare in vantaggio per primi sono infatti i padroni di casa con Gutierrez, che mette in rete di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. L’Albiceleste però non si arrende e ribalta il risultato prima con un’incursione in area di Di Maria e poi con un gran gol di Mercado. Buona la prova di Lucas Biglia, che ha disputato 90′ di intenso sacrificio per cercare di porre un freno alla manovra della Roja.
Continua invece il momento negativo di Felipe Anderson, battuto di misura con il suo Brasile U23 dai pari età della Nigeria. Decisamente opaca la sua prova, nonostante qualche lampo: al 19′ infatti tenta il tiro dopo una serie di dribbling al limite dell’area, ma la sfera termina alta. Sette minuti più tardi, poi, è servito da Gabigol, ma un rimpallo smorza il suo colpo di tacco negandogli la gioia del gol. Da qui la sua luce si spegne, facendogli sbagliare tanti passaggi e relegandolo sempre fuori della manovra. Il pubblico così si spazientisce e al 62′ lo vede abbandonare il terreno di gioco per far posto a Pereira.
Candreva-Inter, sulle orme del…Profeta?
Sulle orme di…Hernanes. Sarebbe questa, stando a quanto rivela ‘calciomercato.com’, l’ultima maniera escogitata dall’Inter per acquisire le prestazioni di Antonio Candreva. Il club del presidente Thohir, scrive il portale, vorrebbe infatti convincere il patron biancoceleste Lotito a cedere l’esterno classe ’87 utilizzando la stessa formula con cui il Profeta, ora alla Juventus, approdò in nerazzurro nel gennaio 2014. L’intenzione di Ausilio è quella di mettere sul piatto una cifra intorno ai 20 milioni di euro, pagabile in due anni e alla quale si aggiungerebbero alcuni bonus facilmente raggiungibili. In questo modo Lotito, come già accaduto in passato con il brasiliano, riuscirebbe ad intascare l’intero importo concordato in partenza per il cartellino del suo numero 87. Che intanto avrebbe già espresso il suo massimo gradimento all’ipotesi di un trasferimento in riva ai Navigli.
Ostia Antica auto in fiamme. Alle 3 di notte nella periferia è divampato..
Questa notte intorno alle 3 nella periferia di Roma, Ostia Antica è divampato un incendio dove sono state coinvolte ben 18 auto, distrutte dalle fiamme e altre incenerite.
Il tutto presso l’autonoleggio Laurentina Automotive in via Faustino Bertenghi, un parallela di via Federico Bazzini. Gli interventi sono finiti alle 5 del mattino e sul posto le forze dell’ordine del Lido non hanno escluso la matrice dolosa.
Il prefetto Gabrielli: “Roma? La minaccia è incombente. La stazione Termini..”
Dopo i recenti attacchi il prefetto Franco Gabrielli non fa un passo indietro e mantiene alto il livello d’allerta, per quello che riguarda la capitale romana: “Dopo gli attentati di Bruxelles i timori di essere dentro una minaccia sono reali, segnali specifici non ce ne sono, ma la minaccia è incombente. E anche noi siamo un obiettivo di questo terrorismo islamista”.
Sulle misure di sicurezza: “Non è realistico mettere un poliziotto o un carabiniere in ogni angolo di strada e per certi aspetti non è neanche funzionale a garantire la sicurezza. Questo tipo di terrorismo lo si combatte con la prevenzione perché quando i terroristi scendono in campo possiamo soltanto limitare i danni. La presenza delle forze dell’ordine e il controllo sul territorio sono importanti però sono una condizione necessaria ma non sufficiente”.
Con la Pasqua alle Porte i controlli saranno serrati: “Questa mattina abbiamo fatto il punto con la Questura, l’Arma e la Guardia di Finanza, c’è un’attenzione all’altezza della situazione ma io personalmente temo più l’ordinario dello straordinario. Questi signori non seguono i nostri calendari, colpiscono quando sono in grado di colpire e quando sono sicuri di compiere il massimo del danno con lo sforzo minimo. E poi in una città come Roma non c’è bisogno di un evento particolare per compiere un attentato terroristico. Abbiamo la stazione Termini che movimenta ogni giorno 500mila persone, a Roma è straordinaria l’ordinarietà”.
Conclude con un appello alla comunità islamica: “La comunità islamica, con la quale abbiamo continui rapporti, è doppiamente vittima di questo terrorismo islamista, perché anche i musulmani possono essere colpiti e perché in qualche modo, senza fare tanti giri di parole, il legame con la religione esiste. Chi professa una religione non deve avere niente a che fare con il terrorismo, non è il tempo di dire ‘né con lo Stato né con i terroristi’, è invece il momento di compiere scelte chiare nell’interesse dell’umanità, perché non si possono fare distinguo di fronte a questa barbarie”.
(VIDEO) – Cesar, tutto l’amore per la Lazio su Instagram.
Cesar ogni volta che ha la possibilità di parlare del suo passato alla Lazio lo fa con amore e un grande attestato di stima. Su Instagram l’ex giocatore biancoceleste ha postato un video di due anni fa, ricorreva ‘Di Padre in Figlio’. A seguito del video una dichiarazione d’amore: “Sei così bella Lazio mia, mi riempi il cuore e l’anima con ricordi meravigliosi! Abbiamo discusso tante volte ma la passione che proviamo l’uno per l’altro ci ha fatto sempre far pace. Abbiamo gioito insieme conquistando traguardi importanti che hanno solidificato il nostro rapporto. Abbiamo sofferto tanto e anche questo ci ha aiutato a conoscersi meglio e crescere , rispettarsi sempre di più. Dopo il primo anno stavo per andare via. Ma grazie all’amore, alla passione, alla dedizione e al coraggio abbiamo deciso di riprovare ancora una volta Da lì non ci siamo più lasciati”.
Poi un incoraggiamento: “Non mollare mai è una frase che ho nel sangue, ha accompagnato tutta la mia vita. Il nostro è un amore eterno, la distanza che per qualche anno ci ha tenuto lontani è stata solo fisica! Ci ha aiutato a riconoscere ancora di più quanto siamo stati , siamo e saremo importanti l’uno per l’altro sempre! Ti amo Lazio, dal tuo Cesaretto”.