Il 2 settembre del 1938 nasceva a Roma Giuliano Gemma. Trascorre però l’infanzia a Reggio Emilia fino al 1944 quando, con i genitori, torna a Roma.
E proprio a Roma da bambino, giocando in un prato, trova un ordigno bellico il cui scoppio accidentale gli provoca delle ferite. Una delle quali gli lascia un visibile segno sullo zigomo sinistro. Appena dodicenne inizia a frequentare le palestre dedicandosi soprattutto alla ginnastica attrezzistica. Dai sedici ai diciotto anni si appassiona al pugilato prendendo parte anche ad alcuni incontri tra cui un Torneo Novizi. Accanto alla passione per lo sport ce n’è però anche un’altra: il cinema. A quattordici anni Gemma già frequentava gli stabilimenti di Cinecittà, dove il padre lavora come segretario di produzione. A diciotto anni inizia la carriera artistica lavorando in alcuni film come stunt-man. Partecipa inoltre a diversi spot pubblicitari televisivi e cinematografici.
L’ESORDIO
Il suo primo ruolo risale al film “Messalina”, quando viene notato da Duccio Tessari che alcuni anni dopo, nel 1961, gli affida il primo ruolo da protagonista per il personaggio dell’atletico e prestante Crios in “Arrivano i Titani”. Sono oltre un centinaio i film interpretati da Gemma tra cinema e televisione. Nella sua carriera ha affrontato i generi più diversi: dalla commedia in costume a quella brillante, dal dramma all’avventura ai film di mafia, dal genere cappa e spada ai polizieschi, dando vita a tanti personaggi e lavorando al fianco di tante grandi star internazionali. Negli anni conserva l’abitudine di non usare mai controfigure e pur meritandosi la fama di pistolero piu bello e amato dei western all’italiana nel corso della sua carriera dimostra di saper affrontare ruoli molto piu complessi e impegnativi.
Intensa la sua attività anche in tv, iniziata nel 1978 e proseguita per tutti gli anni ’80 e ’90. Nel 1985 con l’amico Duccio Tessari porta al cinema uno dei piu celebri eroi del fumetto “Tex e il signore degli abissi”. Subito dopo interpreta “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli. Giuliano Gemma amava e praticava molti sport. L’alpinismo e le scalate all’equitazione, al nuoto, al paracadutismo (aveva il brevetto di paracadutista civile), allo sci invernale e acquatico, al tennis, al tiro con la pistola, ai tuffi. Collezionava armi antiche e quadri moderni. Inoltre uno dei suoi passatempi preferiti era fare sculture in bronzo, passione sfociata in molte mostre. Il 1° ottobre 2013 muore nell’ospedale di Civitavecchia per i traumi subiti nel grave incidente stradale in cui è rimasto coinvolto, il giorno stesso, a Cerveteri.

“E’
un’adolescenza che non ha altri pensieri se non la gioia di vivere. Ero un chierichetto e la chiesa era il rifugio pomeridiano, l’angolo della riflessione prima del gioco. Poi andavamo a bagnarci nelle acque sotto la diga, quel ritaglio, nei nostri sogni, era la piscina, così la chiamavamo; ballavamo con le canzoni di Battisti, la sua musica accompagnava le nostre sere, alla discoteca lo Scoiattolo, poi in quella dentro l’hotel Roma. Non posso più cercarle, non potrei ritrovarle ma non le cancello. Ogni estate era una pagina da sfogliare di nuovo, il momento per ritrovare gli amici e i parenti, per ricordare giochi e passioni, il parco dei divertimenti che per tutti è l’infanzia, è l’adolescenza. Oggi una fetta di quegli amici, un’altra di quei parenti, non ci sono più, improvvisamente scomparsi. Li piango, non li dimentico così come Amatrice piange straziata i morti ma non può morire assieme, anzi deve ricominciare a vivere. Io provo questo dolore fortissimo, come una lesione sul mio corpo. Ma so che la mia città antica saprà rinascere nuova e uguale a se stessa. Il mio impegno sarà profondo e continuo ed è già avviato, io ci sono. Lo sport potrà aiutare a raggrumare idee e denari, a trovare lo spirito per iniziative certe, sicure, senza angoli bui, senza zone oscure, soprattutto in tempi brevi. Questo dovremo fare. Questo farò io“.



