Uno dei massimi esponenti italiani di calciomercato Niccolò Ceccarini, giornalista di Mediaset Premium, ha parlato delle ultime in casa Lazio su Radiosei. Di seguito le sue parole.
BIELSA VUOLE BIGLIA E CANDREVA
Ceccarini incensa Bielsa: “A livello mediatico farà parlare molto di se. Lo stimo anche a livello tattico. Sono contento che venga in Italia perché è un allenatore innovativo che ha fatto cose straordinarie a Bilbao e a Marsiglia. Sa lavorare bene coi giovane, sa farli crescere. E’ una scelta ottimale. So che lui ha chiesto la conferma di Biglia e Candreva, il primo credo rinnoverà mentre il secondo penso andrà all’Inter che i nerazzurri stanno corteggiando già dalla scorsa estate e ci ha riprovato a gennaio. Penso che con 20 mln + bonus l’Inter lo prende a meno che non si inserisce il Chelsea mettendo sul piatto 25 mln. Sappiamo che Conte è un grande estimatore di Candreva. Bielsa ha chiesto Thauvin, si prende con 12-13 mln ma ha un ruolo diverso da Candreva”.
OCCASIONE IMMOBILE
Molto importante sarà l’attaccante che dovrà prendere la pesante eredità lasciata da Klose: “Il tecnico argentino ha molte idee ma servono i soldi e i fatti, servono giocatori che si adattino bene al suo gioco. Anche la punta sarà molto importante, dovrà essere di un certo livello con determinate caratteristiche. Mi viene in mente Llorente che lui ha già avuto a Bilbao oppure Immobile che si prende a 8 mln dal Siviglia, si è ridotto ancor di più il diritto di riscatto fissato per il Torino. Il problema è il suo ingaggio di 2 mln. Le ultime stagioni fallimentari lo rendono un’occasione ma ha voglia di fare bene. Comunque se Bielsa ha accettato la Lazio vuol dire che ha avuto delle garanzie”.
IL MERCATO DELLE ALTRE
Infine sul mercato delle altre squadre: “La Juve parte davanti a tutte a prescindere dagli acquisti fatti. In più ha preso Pjanic e Dani Alves che sono fortissimi. Vogliono il sesto scudetto consecutivo ma stanno facendo la squadra per vincere la Champions. Se tengono Pogba e prendono una grande punta possono competere con i grandi colossi europei. Higuain? Il Napoli non vuole venderlo, oggi scade la clausola rescissoria di 94 mln. A due anni dalla scadenza del contratto il volere del giocatore assume un peso maggiore: lui vuole una squadra più forte e un ingaggio più alto”.
Fabrizio Piepoli

l’amore per questi colori e la voglia matta di disputare la Champions (poi mancata clamorosamente) con gli altri compagni della banda Pioli è stato un richiamo troppo forte a cui non poté resistere. Questa volta, dopo 10 anni e 303 presenze, l’addio sembra essere definitivo. L’agente spera fino all’ultimo in una chiamata della
biancoceleste. L’anno scorso è stato sicuramente una delle poche
Nel 1963 la famiglia si trasferì a Wellingbro, nel New Jersey, e William ed Evelyn fondarono un Club di atletica leggera. Non avendo una baby-sitter a cui affidare il piccolo Carl, i genitori lo portavano al Club e mentre si allenavano lo lasciavano giocare nella fossa di sabbia della pedana del salto in lungo. Gli inizi della carriera sportiva furono difficili ma la stoffa c’era doveva solo crescere fisicamente. A 14 anni divenne il miglior saltatore in lungo dello stato del New Jersey e grazie ai successi raggiunti il ragazzo iniziava a fare gola a molte università; Lewis scelse la Houston University, spinto dalla presenza di un famoso allenatore di atletica, Tom Tellez. Come dichiarato dallo stesso Carl gran parte dei grandi risultati conseguiti sono stati merito della loro collaborazione.
Ma la ribalta mondiale era vicina e Carl si fece trovare pronto conquistando ai Campionati del Mondo di Helsinki nel 1983 tre medaglie d’oro e diventando per tutti l’erede di Jesse Owens. A 48 anni dalle Olimpiadi di Berlino del 1936 e dal record dello stesso Owens alle Olimpiadi di Los Angeles disputate l’anno dopo eguaglia il primato di vincere quattro medaglie d’oro nelle discipline simbolo dell’atletica: 100 metri, 200 metri, salto in lungo e staffetta 4 per 100. Da quel momento in poi Carl Lewis, come Owens, divenne per tutti il “figlio del vento”. Lewis divenne un personaggio popolarissimo, un classico “self made man” ma lo show business non lo distrasse più di tanto visto che continuava a raccogliere successi e record. Nessuno sembrava essere alla sua altezza, nessuno tranne Ben Johnson.
I due si sfidarono nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Seul 1988, gara che passò alla storia per lo scandalo doping. Lewis corse in 9’92 ma il canadese Johnson trionfò con il tempo di 9’78. Sembrava dovesse essere l’inizio del declino per Lewis, nonostante la conquista della medaglia d’oro nel lungo e l’argento nei 200 metri. Alcuni giorni dopo Ben Johnson venne però squalificato per uso di droghe e a Lewis venne assegnata anche la medaglia d’oro dei 100 metri.
Nel 1992 Lewis difese per la terza volta il suo titolo nel salto in lungo ai Giochi Olimpici di Barcellona, dove riesce a conquistare un altro oro con la vittoria nella 4×100 USA. Quattro anni dopo, nel 1996 ad Atlanta, a 35 anni suonati Lewis è ancora una volta in pedana nella finale del salto in lungo. A dodici anni dal suo primo successo olimpico nessuno crede in una sua nuova impresa. Prima del sesto e ultimo salto non si trovava nemmeno in zona podio ma, all’ultimo salto della sua carriera, fra lo stupore e il giubilo generale King Carl balzò al primo posto conquistando la quarta medaglia d’oro olimpica consecutiva nel salto in lungo. Da quel giorno si dedicò alle sue fondazioni benefiche (ben quattro), alla sua linea di moda e alla sua innata passione: la recitazione. Il suo palmares finale alle Olimpiadi recita: 9 medaglie d’oro e 1 medaglia d’argento conquistate in 4 diverse edizioni.


