A New York, nel Bronx, in una modesta famiglia ebrea di origini ungheresi il 3 giugno 1925 nasceva Bernard Schwartz, in arte Tony Curtis. Curtis ebbe una vita piuttosto movimentata condita da ben sei matrimoni.
Ha debuttato nel mondo del cinema nella parte di un ballerino in “Doppio gioco”. Negli anni cinquanta ha interpretato “Il principe ladro”, “Il figlio di Ali Babà”, “Il mago Houdini”, “Furia e passione”, “Trapezio”, “Piombo rovente”, “La parete di fango“ (nel 1958 grazie a quest’ultimo film ricevette la nomination agli Oscar). Nel 1959 sale alla ribalta grazie alle sue interpretazioni in “Operazione sottoveste”, con Cary Grant, e in “A qualcuno piace caldo”, accanto a Jack Lemmon e Marilyn Monroe (con la quale ebbe anche una relazione).
In Italia divenne famosissimo negli anni ’70 a seguito della serie tv “Attenti a quei due”, che interpretava al fianco di Roger Moore.
Durante la sua vita si è sposato ben sei volte. Dal suo primo matrimonio con l’attrice Janet Leigh sono nate Jamie Lee Curtis, a sua volta nota attrice, e Kelly Curtis. Dalla seconda moglie, l’attrice austriaca Christine Kaufmann, ebbe due figlie, Alexandra e Allegra. Dal matrimonio con Leslie Allen nacquero Nicholas e Benjamin. Poi sposò l’attrice Andrea Savio e Lisa Deutsch. Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi con Jill Vandenbergh, di 42 anni più giovane, che aveva sposato nel 1998. Tony Curtis morì a Henderson, nei pressi di Las Vegas, il 29 settembre 2010 all’età di 85 anni in seguito a una broncopneumopatia cronica ostruttiva di cui soffriva.

Durante il periodo fascista il nome d’arte Wanda Osiris, viene italianizzato in Vanda Osiri. Nel 1937 viene scritturata da Macario per portare in scena “Piroscafo giallo”, una delle prime commedie musicali del nostro Paese. L’anno successivo è la volta di “Aria di festa”. Ormai la carriera della Osiris ha intrapreso la strada giusta: in “Tutte donne”, del 1940, esce da un astuccio di profumo; quattro anni dopo a Roma è insieme a Carlo Dapporto in “Che succede a Copacabana”.
I due lavoreranno insieme anche ne “L’isola delle sirene”, “La donna e il diavolo” e, dopo la Liberazione, a Milano nel Gran Varietà. Nel 1946 appare in “Si stava meglio domani” e soprattutto in “Domani è sempre domenica”, dove Wanda si mostra uscendo da una conchiglia come una Venere. Tra le sue canzoni più celebri di quel periodo si ricordano “Donna di cuori”, “L’ultimo fiore”, “Il mio saluto”, “Prima luna” e “Ti porterò fortuna”.
A dispetto della sua eccentricità è una donna molto generosa, sia nella vita che sul palcoscenico. Fervente cattolica, diventa la prima icona gay in un’epoca in cui l’omosessualità va tenuta nascosta. Nei suoi spettacoli lavorano giovani alle prime armi come Alberto Lionello, Nino Manfredi ed Elio Pandolfi.

