Dove si sono mai visti dei minatori entrare in miniera fischiettando e cantando allegramente? Ognuno di noi, ha visto almeno una volta, una scena del genere, più di una volta se abbiamo figli piccoli, guardando il cartone animato “Biancaneve e i sette nani”. Ma, “perfino Brontolo appare troppo felice di lavorare in miniera”, osserva la Duke University, come riporta il Daily Mail di Londra, tralasciando di notare che il film – uno dei più amati dai bambini – tratta con leggerezza anche la questione del lavoro minorile, mandando anche Cucciolo, il più giovane dei sette nani, a scavare sotto terra con il piccone.
L’università tramite la ricerca fatta denuncia come “non realistica” la rappresentazione della classe lavoratrice sia in questo che in altri film della Walt Disney. Lo studio della Duke University afferma che il cinema, perlomeno quello rivolto all’infanzia, fornisce una visione zuccherosa, artificiale e ipocrita dei mestieri più umili, e in generale rende un’immagine distorta della povertà e delle differenze di classe. Critiche del genere sono rivolte anche ad altre pellicole della Disney, in “Mary Poppins”, lo spazzacamino, interpretato dall’attore Dick Van Dyke, sembra “troppo spensierato rispetto alla durezza della vita della working class nella Londra dell’era edoardiana”; “Aladino” viene accusato per una scena in cui il protagonista e la principessa Jasmine paragonano i propri diversi vissuti sociali per poi concludere che entrambi hanno avuto un’esistenza non facile.
I ricercatori americani hanno analizzato trentadue film, di cui molti prodotti dalla Disney, che ai botteghini hanno incassato più di 100 milioni di dollari e che hanno avuto come principale pubblico l’infanzia. L’analisi che ne viene fuori dimostra che nella maggior parte dei casi gli eroi sono o finiscono per diventare ricchi, e che la maggioranza dei personaggi appartengono a classi privilegiate o medio-alte. Le trame danno a intendere che l’ineguaglianza sociale è un bene e che le classi meno abbienti non hanno nulla di cui lamentarsi. Anzi, molto spesso i poveri vengono descritti come più felici dei ricchi, con questi ultimi che farebbero volentieri cambio per vivere al posto dei primi.
I fans della Disney replicano che sono soltanto film per bambini. Ma, tuttavia, “ehi oh, ehi oh, andiamo a lavorar”, il canto dei sette nani durante il tragitto verso la miniera non risuona certamente nelle miniere della realtà, conclude il rapporto.

Tare ha sempre creduto in lui a differenza di Pioli: il mister ha provato a dargli più di un’occasione, ma la scarsa propensione alla professionalità e all’impegno del giovane inglese lo ha fatto sempre di più allontanare dai suoi schemi tattici. La società non demorde ed è sicura che il ragazzo metterà la testa a posto e si rivelerà una scommessa vinta nonostante i problemi caratteriali confermati anche nel corso degli ultimi mesi. Sperano che presto possa dimostrare al mondo di essere un giocatore VERO, quello stesso giocatore che anni fa fu capace di far impazzire Sir Alex Ferguson quando era ancora allenatore del Manchester United e che regalava goal pazzeschi in grado di far sognare chiunque. La speranza è che il 23enne ex West Ham si sblocchi e che, soprattutto, Pioli gli dia ancora la possibilità facendogli giocare gran parte di queste 11 partite che restano alla fine.
sempre comportato in modo esemplare seguendo come
di poterlo ammirare. Qualcuno (viste le prove altalenanti di Marchetti prima e Berisha poi) avrebbe voluto vederlo subito titolare, un po’ come la favola che sta vivendo “Gigio” Donarumma del Milan. Probabile invece che il ragazzo la prossima stagione andrà a farsi le ossa in prestito da qualche parte (stesso procedimento utilizzato per Strakosha, girato provvisoriamente a Salerno), ma visto che è quasi certa la partenza di Berisha (sarà sostituito da Vargic a partire da giugno) e con Marchetti che non ha ancora recuperato dall’influenza che gli ha fatto saltare la partita con il Sassuolo, allora la sfida di domenica prossima a Torino potrebbe essere una bella occasione per testarlo in palcoscenici diversi dal campionato Primavera.
sensibilmente negli altri casi. Con le nuove regole chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe, rischiera’ da 8 a 12 anni di carcere. Sara’ invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosita’ (eccesso di velocita’, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio). La pena puo’ pero’ aumentare della meta’ se a morire e’ piu’ di una persona: in quel caso il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere . Ecco le altre novita’ del testo approvato.
IL PRODUTTORE – Il produttore, il presidente, della pièce teatrale è colui che manovra i fili dal retro, colui che da dietro le quinte comanda e decide, fa e disfa a suo piacimento. La sua organizzazione è precisa e puntuale in termini di parole, ma manchevole e inadeguata a livello di fatti concreti. Mai un passo in avanti, mai un passo indietro, mai un culmine e mai un abisso. Sembra esserci la volontà precisa di rimanere in un limbo di emozioni e risultati che accontenta solo i mediocri e tutti coloro che non hanno ambizioni. Sempre pronto ed in prima fila quando arrivano i complimenti del pubblico pagante e degli addetti ai lavori, nascosto e taciturno quando gli spettatori non gradiscono. Il produttore dovrebbe metterci la faccia, nel bene o nel male, sempre. Ma non tutti i produttori sono uguali e nel caso del grande carrozzone-Lazio, questo produttore non sembra avere quei colpi di genio e di classe necessari a mettere in piedi produzioni tali da ottenere l’approvazione della platea.

GLI ATTORI – Gli attori, gli interpreti, i giocatori. Coloro che mettono in scena le indicazioni del regista, o perlomeno dovrebbero farlo. I personaggi che rendono vive le idee sulla carta della produzione. In questo cast ci sono molti attori che sembrano seguire una linea propria, fregandosene delle indicazioni che provengono dalla regia. Un cast formato da tanti divi difficilmente aggregabili tra loro, alcuni comprimari di basso livello e tanti giovani di belle speranze che sembrano sinceramente non ancora pronti per calcare palcoscenici così grandi come questo. Alcuni attori mancano di umiltà, altri mancano di abnegazione, altri invece mancano decisamente di qualità recitativa.
