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Juve Pjanic sullo Scudetto: “Lazio forte. Supercoppa? Ci scusiamo”

Juve Pjanic sullo Scudetto che quest’anno sembra davvero riaperto rispetto alle ultime stagione, con l’Inter in piena corsa e a sorpresa la Lazio a pochi punti

Juve Pjanic sullo Scudetto – Presente ai Globe Soccer Awards 2019, anche il centrocampista della Juve Mirelem Pjanic. Il bosniaco è stato premiato con il Player Career Awards (premio alla carriera), ecco le sue parole

La Lazio e la Roma sono delle avversarie molto forti per la Juventus per quanto riguarda la Serie A, idem l’Inter. Noi però, puntiamo anche la Champions League, competizione importante per noi. Volevamo scusarci ancora per aver perso la Supercoppa Italiana. Sarri e Allegri sono due allenatori diversi, il primo ha un’altra mentalità calcistica”.

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DOMANI CANCELLI APERTI

Immobile e Ibrahimovic un record in comune che Ciro può superare

Immobile e Ibrahimovic hanno un record in comune che presto potrebbe essere superando dal nostro bomber

Immobile e Ibrahimovic un record in comune – Due attaccanti, due bomber, due punte di due grandissime squadre, non sono le uniche cose che hanno in comune questi due. Lo svedese è appena tornato al Milan dopo aver giocato per 3 anni nell’Mls con i LA Galaxy e ha voglia di mettersi in mostra e dimostrare di poter ancora dare qualcosa. Però, quando giocava ancora in Serie A fa, fece un record ancora valido ovvero segnò ben 16 gol in un’unica stagione (2011-2012), tutti in trasferta, record acciuffato nella stagione 2017-2018 da Immobile. I due ora, sono pronti per una nuova sfida visto che giocheranno entrambi nello stesso campionato da avversari

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I TIFOSI A BRESCIA

Lazio Tare fa sognare: “Scudetto? Se alla fine saremo ancora lì ci proveremo”

Lazio Tare fa sognare i tifosi biancocelesti anche se ripete ancora una volta che l’obbiettivo principale della Lazio è centrare la Champions League

Lazio Tare fa sognare – Il Ds dei biancocelesti ha parlato dopo aver presenziato alla serata Globe Soccer Awards, anche lui era uno dei candidati per vincere il premio come miglior direttore sportivo dell’anno. Ha voluto parlare della Champions, ovvero l’obbiettivo principale della Lazio e anche della speranza Scudetto qualora la squadra si trovasse ancora lì al termine della stagione, ecco le sue parole:

“Per me è bello essere qui e aver ricevuto la candidatura. Dopo la vittoria in Supercoppa siamo stati molti contenti, ma tutto ciò ormai riguarda il passato. Dovremo essere bravi a rimanere con i piedi per terra, perché è proprio ora che arriva il bello, dovremo confermarci. Siamo riusciti a vincere per ben due volte contro la Juventus, non è una cosa facile e di poco conto, però, come ho detto prima, dovremo rimanere umili e guardare in avanti con più voglia alle prossime partite di campionato che sono alle porte. Dovremo avere la voglia di vittoria perché vincere aiuta a vincere, ci faremo trovare pronti. Il nostro obbiettivo è sempre stata la qualficazione in Champions League, al momento pensare a vincere il campionato è prematuro. Le ultime 4-5 partite saranno decisive, se saremo ancora lì, allora sicuramente non ci tireremo indietro dalla lotta e non ci nasconderemo”.

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PJANIC PARLA DELLO SCUDETTO

ACCADDE OGGI 30 dicembre 1989: Lazio-Napoli 3-0 (VIDEO)

È davanti alla Lazio, allo Stadio Flaminio, che dopo un intero girone di imbattibilità si ferma la corsa della capolista Napoli. Campani che a fine stagione conquisteranno il secondo scudetto della storia della società.

Nelle fila del Napoli gente del calibro di Careca, Maradona e Zola esaltano le manovre del tecnico Alberto Bigon che per un giorno però devono inchinarsi a una Lazio affidata all’estro di Di Canio che per tutto l’arco della gara tiene in mano ben salde le redini dell’incontro. Frastornato da tre gol, due pali e tanto gioco, i partenopei si scioglievano come neve al sole. Nella Lazio vista l’assenza di Ruben Sosa si temeva che il tecnico Giuseppe Materazzi di fronte alle bocche da fuoco azzurre, fedele alla propria filosofia, sostituisse l’uruguayano con un difensore.

E invece l’allenatore dei biancocelesti stupisce i più schierando in campo un poker di giocatori votati all’offensiva. Il primato dei partenopei in questa prima parte di campionato nasceva da un improvvisato cocktail fra talento, carattere e fortuna. Venuto meno il terzo elemento, il campo ha mostrato l’immagine di una squadra fragile e senza idee. Il Napoli si presenta in campo con la retroguardia rimaneggiata e con il portiere di riserva Di Fusco al posto di Giuliani. Le uniche occasioni da gol partenopee nascevano dai calci piazzati del solito Diego Maradona, che in un paio di occasioni creava problemi trovando in area Careca, che però non riusciva ad approfittarne, e un’altra volta impegnava seriamente Fiori.

La Lazio da parte sua controllava e ripartiva impegnando la retroguardia avversaria. Al 36′ il vantaggio biancoceleste, Di Canio serviva Bergodi che si vedeva respingere il tiro da Di Fusco, ma sul rimbalzo del pallone il più lesto a intervenire è Amarildo, che mette dentro. Con la Lazio in vantaggio di una rete e dopo una traversa colpita da Di Canio poco prima del termine del primo tempo ci si avvia negli spogliatoi. Tutti si aspettano la reazione degli uomini di Bigon ma il secondo tempo è tutto di marca laziale. Prima Pin e poi ancora Amarildo infieriscono su un Napoli stordito e completamente in balia degli avversari che sfioravano il 4-0 finale con Troglio che centrava il palo.

IL TABELLINO

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio (84′ Beruatto), Icardi, Gregucci, Soldà, Di Canio, Troglio, Amarildo, Pin G., Bertoni (87′ Piscedda). A disp. Orsi, Nardecchia, Monti. All. Materazzi

NAPOLI: Di Fusco, Ferrara (46′ Carnevale), Francini, Crippa, Alemao, Baroni, Fusi, De Napoli, Careca, Maradona, Mauro. A disp.: Giuliani, Corradini, Renica, Zola. All. Bigon

Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa)

Marcatori: 36′ Amarildo, 77′ Pin, 81′ Amarildo

Ammoniti: 6′ Di Canio, 43′ Careca, 44′ Icardi, 82′ Amarildo

Spettatori: paganti 10.818, incasso 383.195.000 lire; abbonati 6.716, quota abbonati 293.020.000.

 

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ACCADDE OGGI 30 dicembre 1973: Lazio-Milan 1-0 (VIDEO)

Sono 84.000 i tifosi accorsi allo Stadio Olimpico sfidando il freddo e la pioggia del penultimo dell’anno per assistere alla gara fra Lazio e Milan.

Il big match della giornata vede la Lazio vincere grazie a una grande prova di tutta la squadra, composta da uomini determinati a centrare l’obiettivo dello scudetto. Di fronte un ottimo Milan, che però lascia il pallino del gioco in mano ai biancocelesti per tutto il primo tempo per poi dare filo da torcere nella ripresa. Lazio e Milan si affrontano a viso aperto e per i tifosi sugli spalti è un continuo tourbillon di emozioni.

Garlaschelli impegna subito Vecchi. Poco dopo Nanni tira da fuori area ma il portiere sventa ancora. Al 28′ viene annullato un gol a Garlaschelli per aver prima toccato la palla con la mano. Al 30′ una punizione di Chinaglia rimpallata in area non viene sfruttata da Petrelli che, da un metro, liscia a porta vuota. Tutto il primo tempo è un monologo biancoceleste e solo verso la fine del primo tempo il Milan si affaccia nell’area della Lazio e, proprio al termine della prima frazione, va in gol con Bigon ma l’arbitro Ciacci annulla perché aveva appena fischiato la fine del primo tempo.

Nel secondo tempo la musica sembra cambiare, i rossoneri iniziano la ripresa spingendosi in avanti ed il portiere biancoceleste Felice Pulici è chiamato a sventare in uscita un tiro di Bigon. Sul capovolgimento di fronte è Chinaglia, su punizione, ad impegnare Vecchi. Al 61′ su traversone di D’Amico, Petrelli tocca la palla verso Nanni che tira al volo ma Vecchi alza sulla traversa salvando il risultato. Al 64′ punizione per il Milan: la palla viaggia da Rivera a Bigon che fa da sponda verso Biasiolo, che però a porta vuota manca clamorosamente la palla. Subito dopo, cross di Garlaschelli, D’Amico prende la palla e dopo un paio di finte scocca un gran tiro sul quale il numero uno rossonero si oppone deviando in angolo. Due minuti dopo l’arbitro Ciacci caccia dal campo Benetti e Petrelli per reciproche scorrettezze e Maestrelli rileva D’Amico con Franzoni.

Al 75′ Bigon a tu per tu con Pulici si lascia ipnotizzare dal portiere che gli para il tiro in uscita. Quando la partita sembra avviarsi verso il pareggio, in pieno tempo di recupero, l’arbitro concede una punizione alla Lazio: si incarica della battuta Nanni che passa a Frustalupi, da questi in area per Re Cecconi che tira al volo e realizza la rete della vittoria. Lo stadio esplode, Re Cecconi esulta correndo incredulo assieme a tutti i giocatori, i raccattapalle e i panchinari. L’arbitro fischia la fine della gara. La Lazio conquista la vittoria e si porta in testa alla classifica a 17 punti, davanti a Juventus e Napoli a 15.

IL TABELLINO

LAZIO: F. Pulici, Petrelli, L. Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico (69′ Franzoni). A disp.: 12 Moriggi, 13 Facco. All.: Maestrelli

MILAN: Vecchi, Sabadini, Zignoli, Anquilletti, Turone, Biasiolo, Sogliano (63′ Bergamaschi), Benetti, Bigon, Rivera, Chiarugi. A disp.: 12 Pizzaballa, 14 Dolci. All.: Maldini; DT Rocco

Arbitro: Sig. Ciacci (Firenze)

Marcatori: 90′ Re Cecconi

Note: giornata piovosa, terreno in ottime condizioni. Espulsi al 68′ Petrelli e Benetti per reciproche scorrettezze

Spettatori: 80.000 circa di cui 18.315 abbonati per un incasso di £. 186.815.900.

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LA NOSTRA STORIA L’ex difensore biancoceleste Sergio Castelletti

LA NOSTRA STORIA Sergio Castelletti nasce a Casale Monferrato (Al) il 30 dicembre 1937. Cresce nel Casale per passare poi al Torino dove è inserito nel settore giovanile. Esordisce in serie A a soli 19 anni.

Nella stagione 1957/58 Castelletti passa al Vigevano dove dopo una sola stagione si trasferisce alla Fiorentina. In maglia viola resta per otto stagioni. Durante la permanenza a Firenze colleziona sette presenze con la Nazionale Italiana. Nell’estate 1966 arriva alla Lazio con i compagni di squadra Marchesi e Morrone. Gioca due stagioni in biancoceleste dopodiché passa alla Massese. Nel 1969 si trasferisce alla Ternana dove resta per due stagioni prima di appendere gli scarpini al chiodo e iniziare la carriere di allenatore. Allena Empoli, Lucchese, Alessandria, Vigevano, Montevarchi e Massese. È morto a Firenze il 27 novembre 2004.

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DOMANI TUTTI A FORMELLO PER ABBRACCIARE LA SQUADRA

Dopo una settimana di riposo, domani la Lazio riprenderà l’attività agonistica per preparare la sfida di domenica 5 gennaio contro il Brescia. I biancocelesti si ritroveranno al Centro Sportivo di Formello per iniziare a preparare la sfida di domenica prossima allo Stadio Mario Rigamonti alle ore 12:30. L’allenamento sarà a porte aperte per consentire ai tanti bambini di vedere i propri beniamini.

I tifosi della Lazio invadono Brescia e vogliono anche la Curva Sud

I tifosi della Lazio invadono Brescia e vogliono anche la Curva Sud

Questa Lazio ti fa innamorare ed è seguitissima dalla sua gente. I tifosi della Lazio anche stavolta sono pronti per la prossima trasferta, in quel di Brescia dove, il giorno prima della festa della Befana, alle 12:30 si disputerà Brescia Lazio, gara decisiva per il cammino della compagine capitolina.

“Brescia Calcio informa che il settore Ospiti della partita di Serie A Brescia – Lazio, in programma domenica 5 gennaio alle ore 12:30, è già esaurito”. A tal proposito, vista l’enorme richiesta da parte dei tifosi ospiti, ci potrebbe essere anche la possibilità che metà Curva Sud del Brescia possa essere messa a disposizione per i tifosi della Lazio.

Ora toccherà alle due società accordarsi e trovare un accordo, magari già domani si potrebbero avere novità al riguardo. 

LAZIO Inzaghi torna sulla Champions persa nel 2018: “Vi spiego il motivo”

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LAZIO Inzaghi torna sulla Champions persa nel 2018, all’ultima giornata in casa contro l’Inter. E spiega…

LAZIO Inzaghi torna sulla Champions persa nel 2018. Il tecnico biancoceleste, reduce da un periodo davvero d’oro, ieri ha presenziato all’International Sports Conference di Dubai, in compagnia di Deschamps e Giggs. Tra gli argomenti trattati, i sistemi d’allenamento e l’uso della tecnologia nel calcio. Inzaghi ha ammesso i cambiamenti, nel corso degli anni, nel suo modo di gestire l’organico: “Il recupero è fondamentale. Ora cerco di ruotare di più rispetto al passato”. Il mister si è poi soffermato sull’eliminazione dall’Europa League e la perdita beffa della Champions nella scorsa stagione: Quell’anno giocavano sempre gli stessi. Alla lunga paghi a livello di infortuni e stanchezza”. Inzaghi ha poi confidato di ascoltare maggiormente le staff tecnico, dai preparatori fino ai medici ed i fisioterapisti. Una componente divenuta ormai fondamentale.

Subito dopo, l’ex attaccante ha parlato della preparazione delle partite. Ha sottolineato quanto sia importante parlare con i propri calciatori, anche di fattori extra-calcistici, e come il suo organico sia stato ampliato da ben due match analyst. Infine, una battuta sul passaggio da calciatore ad allenatore: “Ho avuto tanti grandi tecnici. Pensavo un giorno di diventare allenatore, ma dentro non sentivo questa voce che mi chiamava. Ho cercato di prendere il meglio da tutti”.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante biancoceleste Fabio Nigro

LA NOSTRA STORIA Fabio Nigro nasce a Junin, in Argentina, il 29 dicembre 1965. Era soprannominato ‘El ñufa’ o ‘El Pelado’. Inizia a giocare nel Sarmiento nel 1978. Dopodiché si trasferisce per due anni nel Rivadavia di Junínnelle e quindi nel River Plate. Nel 1983 siccome i giocatori titolari erano in conflitto con la dirigenza schierarono i ragazzi delle giovanili.

Fabio Nigro arriva in Italia nel 1985. I genitori sono argentini, il bisnonno originario di Sulmona. Si allena con il Parma di Arrigo Sacchi ma provenendo da federazione estera per ottenere la cittadinanza deve giocare due stagioni tra i dilettanti. Nella stagione 1985/86 passa al Vigor Lamezia. La stagione dopo è alla Viterbese di Omar Sivori. La Lazio lo prova in occasione di una amichevole. La società biancoceleste lo acquista nell’estate successiva. Nel 1988/89 torna alla Viterbese dove resta due stagioni prima di passare al Frosinone. Due anni dopo si trasferisce in Francia nel FC Gueugnonnais (D2), poi in Slovacchia dove gioca tre anni con lo Slovan Bratislava. Nel 1996/97 torna in patria all’Estudiantes. Gioca poi con Atlético Douglas Haig e Atlético Sarmiento di Junin, di cui diventa DT delle squadre giovanili.

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ULTIME BRESCIA LAZIO – Laziali in massa in trasferta: settore sold out

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Il settore ospiti del Rigamonti è già esaurito. Questa la notizia di giornata in vista di Brescia Lazio: troppa la voglia dei colori biancocelesti.

La vendita è partita lo scorso 23 dicembre e, dopo appena cinque giorni, i mille tagliandi messi a disposizione per i tifosi laziali sono stati polverizzati. Tanto l’entusiasmo tra la gente laziale in attesa di Brescia Lazio per iniziare il 2020 con il botto e portare a Roma la vittoria. La ripresa degli allenamenti è fissata per il 30 dicembre, mentre gli avversari, da qualche giorno in ritiro nella Capitale, sono già tornati a correre.

Luis Alberto tra Supercoppa e sogno proibito Scudetto: “Un passo alla volta”

E’ l’indiscusso re europeo degli assist e uno dei trascinatori del grande inizio di stagione della Lazio, il Mago Luis Alberto ha rilasciato un’intervista a Marca, tra vittoria in Supercoppa e un sogno proibito chiamato Scudetto.

Luis Alberto tra Supercoppa e Scudetto. Le parole a Marca dell’asso spagnolo: “A Riyad una grande gioia. La passata stagione è stata difficile, volevamo chiudere l’anno alla grande. Personalmente ho fatto il possibile per giocare nonostante avessi qualche fastidio. Alla fine ho anche segnato. La Juventus non ci ha regalato nulla, c’era un titolo in palio. Li abbiamo battuti sia in campionato che in Coppa. Siamo consapevoli di quello che possiamo ottenere e diamo l’anima in ogni gara”.

INZAGHI E IL SOGNO SCUDETTO

“Siamo in un ottimo momento di forma, vogliamo continuare così per rimanere nei piani alti della classifica. Lo Scudetto? È presto, facciamo un passo alla volta. Parlarne adesso ci fa perdere la concentrazione. Essere in lotta è un sogno che diventa realtà, ma dobbiamo essere prudenti. Inzaghi quest’anno mi ha dato più libertà e spazio. Il mister vuole che sia più protagonista e per ora sta andando bene sia alla squadra che a me. Quest’anno sono ad un livello molto alto, ho fatto uno scatto in più. Mi sento molto bene e mi sto prendendo nuove responsabilità. Spero di continuare così. C’è qualcosa che mi entusiasmerebbe: andare agli Europei, ma non dipende solo da me. Ci sono tanti altri grandissimi giocatori che vogliono lo stesso”.

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INTANTO VERTICE SOCIETARIO A FORMELLO?>>>LEGGI QUI

LAZIO A breve vertice dirigenziale a Formello. Sul mercato?

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LAZIO A breve vertice dirigenziale a Formello. Tra i probabili temi, inevitabilmente, il mercato.

LAZIO A breve vertice dirigenziale a Formello. In questo momento campi e stanze sono vuote: tutti si stanno godendo qualche giorno di riposo, in attesa di riprendere, da lunedì 30, la preparazione del prossimo impegno ufficiale (Brescia-Lazio, domenica 5 gennaio – ore 12:30). Per i biancocelesti l’impegno non riguarderà però solo il campo, ma anche l’ufficio presidenziale. Nei primi giorni del nuovo anno è previsto un vertice dirigenziale per fare un attimo il punto della situazione. Il tempo che si effettuino i ritorni dalle vacanze dello stesso Lotito (da Cortina), di Inzaghi e di Tare (entrambi a Dubai direttamente da Riyad). Il momento è ottimo e l’entusiasmo, ovviamente, alle stelle. Un’altra Supercoppa italiana in bacheca e un terzo posto in campionato a soli 6 punti – con una partita in meno – dalla vetta. Come ogni gennaio, il tema più caldo sarà il calciomercato. A meno di sorprese, non sono previste mosse in entrata. Un concetto espresso più volte dal patron: il gruppo è unito e la squadra segue alla perfezione il proprio allenatore. Quindi nessun ritocco agli equilibri, soprattutto dopo l’eliminazione dall’Europa League. Da qui sino a maggio le partite da giocare saranno molte di meno, quasi una a settimana (Coppa Italia esclusa). Ognuno all’interno del gruppo conosce il suo ruolo alla perfezione. Negli ultimi giorni si è parlato di un ritorno di Sofian Kiyine dal prestito alla Salernitana. Operazione però complicata sotto il profilo morale: per Lotito sarà infatti difficile privare Ventura e la Salernitana del suo giocatore migliore in un momento delicato del campionato. Il lavoro del ds Tare si rivolgerà quindi più che altro sul mercato in uscita.

Tra i ‘casi’ più rilevanti, quelli relativi a LukakuBerisha e André Anderson. Il primo, a parte l’ingresso (con assist) a Firenze, è stato costantemente out per infortunio. La società vorrebbe dunque cederlo definitivamente (ha mercato in Belgio). Stesso discorso per Berisha. Che ha sin qui deluso le promesse di rilancio senza riuscire a incidere minimamente. Non si è mai adattato al gioco di Inzaghi, dando un apporto alla causa pari allo zero o quasi. In caso di addio, a essere arruolato come sesto centrocampista sarebbe André Anderson, nonostante Ventura vorrebbe riportarlo a Salerno in prestito per sei mesi.

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LAZIO Lotito sul momento d’oro: “Il merito non è mio, ma del gruppo”

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Il presidente della Lazio Lotito sul momento d’oro attraversato dalla squadra biancoceleste. Il patron torna a ribadire quel senso di comunione e di costruzione di una famiglia prima di una società vincente già espresso di fronte alla stampa estera.

LAZIO Lotito sul momento d’oro in un’intervista a RTV Time: Tare? Gli ofrii il ruolo di direttore invece che quello di giocatore e gli dissi: ‘hai mezz’ora per consultare il tuo procuratore e farmi sapere’. Mi ero reso conto che aveva delle buone capacità manageriali e che sarebbe migliorato con il tempo”. 

Poi l’elogio dei meriti del gruppo“Ma non dobbiamo dimenticare che nel calcio si vince e si perde tutti insieme. Sento dire che è merito di Lotito. Il merito è anche di Tare, il merito è dell’allenatore. Quando la Lazio perde la colpa è mia anche se non scendo in campo perché significa che non ho creato le condizioni affinché la squadra vinca. Il calcio è forza di gruppo e si applica sempre la regola del gruppo. In quest’ottica, Igli Tare è una persona che ha aggiunto valore all’interno di questo gruppo”.

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LA NOSTRA STORIA – Fulvio Bernardini: un grande laziale a Trigoria

Nato a Roma il 28 dicembre del 1905 viene registrato all’anagrafe solo il 1 gennaio del 1906, per fargli guadagnare un anno, perché a quei tempi si usava fare così. Fulvio Bernardini è stato il primo giocatore “universale” del calcio romano e italiano.

SFILATINO

Abbinava grande dinamismo a una tecnica sopraffina, sapeva giocare in qualsiasi ruolo del centrocampo e segnava quasi come un attaccante. Bernardini inizia la sua carriera da portiere. Comincia a giocare in una squadra dell’oratorio di San Sebastiano chiamata Exquilia. Da ragazzo veniva soprannominato “sfilatino” perché aveva sempre delle pagnottelle che la mamma gli metteva nella borsa sportiva.

L’ARRIVO IN BIANCOCELESTE

Arriva alla Lazio a 13 anni e mezzo presentato dai soci Mangialaio e Riccioni e viene aggregato alla squadra Ragazzi. Poco dopo esordì in porta nel torneo dedicato al calciatore laziale Alberto Canalini caduto durante la Prima Guerra Mondiale. Era il 1919 e lui si comportò talmente bene che fu promosso portiere titolare fino alla metà della stagione 1920/21 quando, chi dice a causa di una sconfitta con il Naples per 4-2 e chi invece parla un colpo in testa preso durante un derby contro la Fortitudo che lo portò a sfiorare la morte, chiese di poter giocare in attacco. I dirigenti, vista la sua bravura come portiere all’inizio non volevano accontentarlo ma poi decisero di provarlo centravanti nella squadra riserve.

GIOCATORE UNIVERSALE

Anche in questa posizione Fulvio si destreggiò alla grande ma improvvisamente, verso il termine della stagione, chiese di nuovo di essere cambiato di ruolo e cominciò a giocare come centrale difensivo anche se, a seconda dei momenti della partita, occupava tutti i ruoli. In quel periodo l’allenatore era Baccani e la squadra, che giocava alla Rondinella, per tre volte fu la vincitrice delle semifinali interregionali, per altre tre fu Campione della Lega Sud, due volte finalista della stessa Lega – anche se vennero prese decisioni tese a revocare il risultato ottenuto sul campo – e una volta vinse la Prima Divisione. Non si sa quante partite abbia giocato con la Lazio, dato che a quei tempi i giornali non riportavano sempre le formazioni, comunque dovrebbero essere intorno alle 100 mentre i gol furono circa 65.

PRIMO IN NAZIONALE

Il 22 marzo 1925 fu il primo giocatore del centro-sud ad essere convocato in Nazionale per l’incontro Italia-Francia finito con il punteggio di 7-0 per i nostri. Durante il suo periodo biancoceleste indossò la maglia azzurra altre otto volte. Ma nello stesso anno si cominciarono a registrare i primi dissapori con la Lazio. La squadra, alla fine del Campionato 1925/26, finì terza in classifica alle spalle delle rivali Alba e Fortitudo. Bernardini con la sua grande personalità condizionava il gioco della squadra e i rapporti interni.

I PRIMI DISSAPORI CON LA SOCIETA’

Anche fuori dal terreno di gioco cominciò a mostrare una certa insofferenza e qualcuno ne cominciò a criticare certi atteggiamenti di superiorità. Ebbe dei duri confronti con i compagni e inoltre, a soffiare sul fuoco, le grandi società del Nord iniziarono a interessarsi al calciatore. Bernardini respinse un’offerta della Juventus e il dirigente Olindo Bitetti, venutone a conoscenza, ritenne opportuno trovare subito un impiego in banca per il giocatore.

L’INCOMPRENSIONE CHE PORTO’ AL DIVORZIO

Fulvio fu grato alla società ma arrivò un’offerta dell’Internazionale che proponeva al calciatore uno stipendio mensile di 3.000 lire e un premio di rinnovo annuale di 50.000 lire. Bitetti capì subito il pericolo che questa offerta significava per la Lazio e, presentatosi da Bernardini, gli ricordò il fatto che aveva promesso al padre in punto di morte che mai avrebbe lasciato la Lazio. A Bernardini però arrivò un messaggio diverso e il giocatore credendo che gli si stessero rinfacciando le spese sostenute dalla società per il funerale del padre infuriato si trasferì all’Inter.

FRA I PRIMI GIOCATORI A LAUREARSI

L’ultimo che tentò di trattenerlo nella capitale fu il Generale Giorgio Vaccaro che, quando si rese conto che non c’era più nulla da fare, impose al giocatore di pagare un indennizzo di 20.000 lire alla società. Nonostante le proteste del calciatore, suo fratello Vittorio firmò 20 cambiali da 1.000 lire l’una. Un giocatore che per tanti anni era stato il simbolo della Lazio e per il quale i tifosi biancocelesti stravedevano se ne era andato. Nell’Internazionale “Fuffo“, questo era il suo soprannome, rimase fino al 1928: giocò 58 partite e segnò 27 reti. Nel frattempo si laureò alla Bocconi in Scienze Economiche. Nello stesso periodo c’erano soltanto altri due giocatori laureati: Rava e Frossi.

IL PASSAGGIO ALLA ROMA

Quando ormai la Lazio stava cominciando ad abituarsi all’assenza del giocatore nell’estate del 1928 Bernardini accettò di trasferirsi alla Roma. Il giocatore divenne il punto di forza dei giallorossi e si immedesimò talmente nel carattere della squadra testaccina che, con Attilio Ferraris (IV), ne divenne il simbolo, giocando quasi sempre da centromediano. Avversario implacabile nei derby, si distingueva alla fine della partita per la signorilità e l’affetto con cui salutava i calciatori biancocelesti come se quei colori fossero sempre rimasti indelebili nell’anima del campione. Con la Roma giocò fino al 1939, scendendo in campo 286 partite e segnando 45 reti.

LA NAZIONALE

Fece parte della Nazionale fino al 1932 giocando 26 partite, segnando 3 reti e conquistando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1928. Il rapporto con il CT Vittorio Pozzo fu molto conflittuale. Il Commissario Tecnico non lo portò né ai Mondiali del 1934 né a quelli del 1938 giustificandosi dicendo: “Fulvio gioca troppo bene per essere capito dai compagni”. Nel frattempo Bernardini scriveva su Il Littoriale articoli riguardanti la tecnica e la tattica nel gioco del calcio e, una volta finita la carriera, divenne anche giornalista professionista. Lasciata la Roma giocò fino al 1943 con la squadra romana della Mater.

DA ALLENATORE

Dopo l’abbandono dell’attività agonistica e terminata la guerra iniziò la carriera di allenatore con la Roma nel 1949/50 ma il rapporto si chiuse con un esonero. Dal 1951 al 1953 guidò il Vicenza in Serie B. Nel 1956 alla guida della Fiorentina conquista uno storico Scudetto aggiudicandosi anche il premio “Il Seminatore d’Oro”, che bissò con il Bologna nel 1964. Nel 1958 allena la Lazio, con la quale vince la Coppa Italia, primo successo dei biancocelesti. Va sottolineato che questi successi furono gli unici ottenuti da squadre non di Milano o Torino nel dopoguerra fino agli anni ’70. Fu allenatore della Lazio dal 1957/58 al 1960/61 totalizzando 92 panchine. Dal 1961/62 al 1965 fu a Bologna e poi si trasferì alla Sampdoria fino al 1971. Chiuse la sua carriera a livello di club, ricoprendo il ruolo di direttore tecnico nel Brescia.

LA SCOMPARSA

Nel 1974 dopo la disfatta ai Mondiali  tedeschi fu chiamato ad allenare la Nazionale italiana, ruolo che ricoprì fino al 1977. Dopo aver lasciato la Nazionale ricoprì il ruolo di Direttore Generale nella Sampdoria fino al 1979. Morì a Roma il 13 gennaio 1984 a causa di sclerosi laterale amiotrofica diagnosticatagli tre anni prima: le cause della sua morte furono note solo vent’anni dopo, in quanto all’epoca non erano ancora state ipotizzate correlazioni dell’insorgere di tale malattia con l’attività agonistica. Bernardini è stato sepolto nel Cimitero Flaminio a Roma. A suo nome è intitolato il Centro Sportivo di Trigoria della A.S. Roma.

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LA NOSTRA STORIA Il jolly difensivo Primo Sentimenti

LA NOSTRA STORIA Primo Sentimenti nasce a Bomporto (MO) il 28 dicembre 1926. Era soprannominato ‘Pagaia’.

A 14 anni Primo Sentimenti è tra i ‘pulcini’ del Modena. Fa il suo esordio in serie A il 2 dicembre 1945. Nella stagione 1949/50 si trasferisce al Bari. Nel 1950 viene acquistato dalla Lazio dove già si trovano i fratelli Vittorio e Lucidio. In maglia biancoceleste gioca per sette stagioni. Detiene un curioso primato: ha indossato almeno una volta tutte le maglie della Lazio dal numero 2 all’11. Nel 1957 passa all’Udinese dove resta due anni prima di chiudere la carriera nel Parma in Serie B. La sua ultima esperienza da calciatore è nell’Ostiglia. Veste due volte la maglia azzurra nella rappresentativa giovanile. È deceduto a Bomporto il 13 ottobre 2016.

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LAZIO Diaconale: “La squadra ha acquisito maturità”

LAZIO Diaconale: “La cosa più importante è che c’è una grande consapevolezza della squadra che fa ben sperare per il futuro. La svolta? Si è avvertita nel secondo tempo contro l’Atalanta. Adesso la squadra è matura, la vittoria contro la Juventus rappresenta un’ulteriore spinta per centrare il nostro obiettivo che è la qualificazione in Champions. Naturalmente è lecito sognare qualcosa di più. Come gruppo ci sono delle analogie tra questa Lazio e quella del ’74 di Maestrelli, i singoli invece sono molto diversi. Si è registrato un percorso di crescita che ha riguardato tutti, non solo Inzaghi. Vogliamo crescere, per questo non abbiamo cambiato l’ossatura della squadra. Mercato? Si dice sia di riparazione ma la Lazio non è stata rimandata in alcuna materia, e gli acquisti a gennaio sono spesso complicati”. Così il portavoce biancoceleste Arturo Diaconale ai microfoni di Tmw Radio.

ABBONAMENTI LAZIO Canigiani: “Possibile riapertura campagna”

ABBONAMENTI LAZIO Marco Canigiani, responsabile del settore marketing biancoceleste, ha parlato ai microfoni di Lazio Style Radio della possibile riapertura della campagna abbonamenti.

ABBONAMENTI LAZIO Canigiani: “Stiamo effettuando delle verifiche e delle valutazioni in merito alla possibile riapertura della Campagna Abbonamenti. Speriamo possa essere una novità dell’anno nuovo, siamo fiduciosi. Nella nuova formula di fidelizzazione potremmo inserire tutte le gare del girone di ritorno di campionato. Possiamo anche aggiungere, eventualmente, la gara con l’Hellas Verona valida per il recupero della diciassettesima giornata”.

LA LAZIO E I SUOI TIFOSI

Nel 2020 sarà fondamentale l’apporto dei tifosi. Il loro contributo avrà una grandissima importanza per la Lazio. Il nuovo Lazio Style 1900 Official Store sta andando molto bene e la vittoria della Supercoppa ha incentivato le vendite all’interno dei nostri punti vendita. In particolare ad aver riscosso maggior successo sono state la maglia da gara della finale di Supercoppa e la maglietta celebrativa del trionfo contro i bianconeri. Il Natale, sotto questo punto di vista, è stato doppiamente positivo”.

TOUR DELLA SUPERCOPPA

Nel nuovo anno organizzeremo un tour della Supercoppa italiana nei Lazio Style 1900 Official Store evitando problemi di sovrapposizione con la possibile riapertura della Campagna Abbonamenti. Dovremo studiare i momenti migliori per effettuare questo tour. Per la celebrazione dei 120 anni del Club avevamo progettato un bellissimo piano legato alla gara con l’Hellas Verona programmata inizialmente per l’8 gennaio e poi posticipata al prossimo 5 febbraio per esigenze tecniche. Sono in vendita i tagliandi per il prossimo derby. Ancora non abbiamo dei dati in merito a questa campagna. A breve comunicheremo le modalità di vendita dei tagliandi per l’incontro in trasferta con il Brescia. Siamo in attesa di novità da parte del club ospitante”.

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Brescia senza un pezzo top contro la Lazio?

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Brescia senza un pezzo top contro la Lazio? Le ultime da casa delle Rondinelle, prossimo avversario dei biancocelesti in campionato.

Brescia senza un pezzo top contro la Lazio? La squadra lombarda inizierà il nuovo anno in campionato sfidando i lanciatissimi biancocelesti di Simone Inzaghi. La partita è in programma allo stadio ‘Rigamonti’ il 5 gennaio alle 12:30. Per l’occasione, gli uomini di mister Eugenio Corini, da oggi fino al 31 dicembre, saranno in ritiro per prepararsi a questo difficile impegno. Nella lista dei convocati, diramata in questi minuti dal tecnico, spicca però l’assenza del nome di Donnarumma. L’attaccante ha infatti accusato un risentimento muscolare, che potrebbe costringerlo a saltare la gara con la Lazio. Di seguito la lista completa:

Portieri: Alfonso, Andreacci, Joronen.
Difensori: Chancellor, Cistana, Gastaldello, Magnani, Mangraviti, Martella, Mateju, Sabelli, Semprini, Pojani.
Centrocampisti: Bisoli, Morosini, Romulo, Spalek, Tonali, Viviani, Ghezzi, Lussignoli.
Attaccanti: Ayè, Balotelli, Matri, Torregrossa.

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Lazio Luis Alberto il suo talent scout Calderon: “Non avrebbe difficoltà nel City o nel Barcellona”

Lazio Luis Alberto il suo talent scout Josè Calderon, è stato il primo a capire il vero genio del numero 10 biancoeleste

Luis Alberto sta incantando i tifosi biancocelesti ormai da ben 3 stagioni, quella passata leggermente sotto tono ma ha dimostrato comunque di essere un grande giocatore. In questa però, sta spazzando via ogni record, è già a quota 11 assist in Serie A e anche nella Supercoppa ha messo il suo timbro, il Mago fa magie a ogni partita. Lazio Luis Alberto il suo talent scount lo racconta:

Era il 2004 e ricordo che andai a Jarez de la Frontera che si trova vicino Siviglia, per visionare alcuni giocatori. Pioveva molto, ma poi tutto cambiò, il numero 10 ricevette la palla, saltò due avversari e tirò in porta, in quel momento capii di aver trovato un vero fenomeno. La madre per portarlo al campo di allenamento si faceva ben 230 chilometri, poi c’era lui che non voleva mollare e quindi rimaneva comunque lì nella squadra andalusa dove non riusciva a imporsi. Lasciò il Siviglia perché non riusciva a esprimersi con loro e decise così di andare a Liverpool. In questo momento è alla Lazio però devo ammettere che non avrebbe alcuna difficoltà o ostacolo nel giocare con il Barcellona o il Manchester City. Spero per lui che riuscirà ad andare a Euro 2020, lo meriterebbe molto”.

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