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SOCIAL – Una bella novità per gli amanti di WhatsApp

Bisogna ammettere che WhatsApp, si sta mettendo sempre di più al servizio degli utenti.  L’app di messaggistica istantanea, infatti, sta introducendo un aggiornamento che renderà la vita più facile a chi si scambia frequentemente video. Sappiamo bene quanto possa essere snervante l’attesa per scaricare un filmato prima di poterlo vedere, specialmente in assenza di connessione Wi-Fi. La nuova funzionalità, che al momento è disponibile solo per gli utenti Android, prevede lo streaming del contenuto in attesa del download, come avviene su YouTube.
L’aggiornamento è stato a lungo sollecitato dagli utenti, che per anni hanno lamentato il problema e, nei prossimi giorni, dovrebbe espandersi anche agli altri sistemi operativi. Questa introduzione consente di guardare i primi secondi del video e valutare se sia il caso di scaricarlo, facendo risparmiare memoria preziosa sul dispositivo.
Una bella novità, introdotta poco dopo l’annuncio di inizio novembre della possibilità di realizzare anche le videochiamate.

Calciatore del Leicester distrugge una Lamborghini. La sua reazione? Assurda…

Calcio & spreco: un binomio che anche a chi ama questo sport spesso e volentieri crea comunque sensazioni di disgusto. I calciatori si sa…sono dei privilegiati, i milioni (di Euro, Sterline o Dollari che siano) che guadagnano ogni anno gli permettono di vivere una vita che molti di noi potranno soltanto sognare: case maestose, gioielli, vestiti firmati e ovviamente l’oggetto raffigurato di ricchezza per eccellenza le Auto lussuose. Proprio un auto (una Lamborghini per la precisione) ed il suo proprietario (un giocatore del Leicester City) sono i protagonisti di questo episodio. Una brutta disavventura quella che ha vissuto Jeffrey Schlupp (centrocampista del Leicester di Claudio Ranieri). Il 23enne infatti, come riporta il “Sun“, ha distrutto la sua Lamborghini da 190 mila sterline (oltre 220 mila euro) schiantandosi lungo la M1, una delle autostrade più trafficate di tutta la Gran Bretagna. Fortunatamente il giocatore è uscito illeso dall’incidente, registrando solo un enorme spavento. Ciò che lascia letteralmente senza parole però è ciò che ha confidato ai poliziotti intervenuti sul luogo dello schianto: «Non fa niente, ho altre tre auto di lusso da guidare tra cui scegliere». Schlupp, infatti, possiede anche una Mercedes, una Range Rover Sport e una BMW I8, quest’ultima con i colori sociali del Leicester regalata dal proprietario del club a tutta la rosa dopo l’incredibile trionfo in Premier League dello scorso anno. A causare l’incidente, con tutta probabilità, l’alta velocità della Lamborghini, capace di raggiungere i 100 km/h in poco più di quattro secondi, e l’asfalto bagnato. Capiamo che quando si è giovani e ricchi si perde la cognizione della realtà ma queste parole di Jeffrey Schlupp sono (per fare una metafora calcistica) da cartellino rosso

Castroman ammette: “Simeone mi martellava ma Inzaghi…”

Molti compagni di squadra della sua Lazio sono diventati tra gli allenatori più importanti del palcoscenico Europeo. Lucas Martin Castroman, in diretta su Radio Incontro Olympia, confessa che non si sarebbe mai aspettato che lo diventasse Simone Inzaghi che invece sta sorprendendo tutti con la sua Lazio: “Nella mia Lazio c’erano tanti campioni e giocatori di grandissima personalità. Se mi avessero chiesto un nome tra di loro che non avrebbe mai fatto l’allenatore, avrei detto Inzaghi. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventato un allenatore, lo vedevo molto tranquillo posato, immaginavo una carriera diversa per lui dopo il campo. Io vedevo “Cholo” Simeone che mi martellava tutti i giorni su come mi dovevo comportare e cosa dovevo fare per crescere, io avevo vent’anni e lui mi pressava. Mentre Inzaghi lo vedevo molto più tranquillo. Invece lo sta facendo benissimo e sono contento. Mi sono emozionato sapendo che Inzaghi sta facendo così bene, mi ha fatto davvero tanto piacere. Non so come sia andata con Bielsa, ma immagino che ci sia stato qualcosa che non gli sia andato bene nel contratto. Per me è come un padre lo conosco benissimo e se non ha le certezze e le sicurezze che chiede non si muove, è “Loco”. Ma forse è andata meglio così, vedendo quello che sta facendo Inzaghi. Tutte le persone, come me, che vogliono bene alla Lazio non possono che essere felici che in estate sia andata così, alla luce dei risultati e di quello che sta facendo Inzaghi”

BIGLIA – “Biglia è un giocatore importantissimo, ma non solo per l’aspetto tecnico. Chi guarda il calcio con gli occhi da calciatore si accorge subito del grande contributo che fornisce in campo. Biglia ha la testa da regista, è sempre nella posizione giusta e i compagni sono tranquilli perché possono rilassarsi, sanno che c’è Biglia, copre, recupera palloni e detta sempre passaggi e geometrie precise. Non risolverà mai una partita da solo ma è fondamentale per una squadra”

DERBY – “Quando ho segnato in quel derby non avevo capito quello che avevo appena fatto. Dopo tanti anni prima del derby mi continuano a chiamare in tantissimi. Sono consapevole che i tifosi della Lazio mi portano ancora nel cuore. Sono profondamente legato a loro, un piccolo gesto come un goal, ha creato un legame indissolubile. Ogni volta che rivedo quel goal mi emoziono, ho i brividi. Un calciatore sa che deve sempre fare un goal per vincere una partita, quel goal non portò a una vittoria ma mi ha aperto un portone in un paese che mi ha accolto benissimo quando ero giovanissimo. Era un goal in un derby troppo importante, la Roma era già pronta a festeggiare lo scudetto e a fare il giro di campo. Sarebbe stata l’apoteosi per loro e una tragedia per i nostri tifosi. E’stata un’emozione indescrivibile. La Lazio e i suoi tifosi faranno sempre parte della mia vita e questa è una cosa che mi riempie di orgoglio e di gioia. E anche i tifosi della Roma non mi dimenticheranno mai (sorride, ndr)”.

Tommaso Paradiso (Thegiornalisti) rivela il suo grande sogno laziale

Tommaso Paradiso, frontman dei “Thegiornalisti” ai microfoni di Radio Incontro Olympia ha spiegato il motivo del nome del loro ultimo album Completamente Sold Out: “Perché adesso non si può più chiamare un disco con un nome perdente, mezzo intellettuale o da fighetto. Bisogna andare giù pesante. Inizialmente volevo chiamarlo ‘Cristiano Ronaldo’, sono sempre stato innamorato di lui, della vita che fa, di tutte le ‘robe’ che ha intorno. Il prossimo Felipe Anderson? Se continua così è possibile… “.

Paradiso racconta com’è nata la sua lazialità: “Sono nato nell’83, mio zio “Foffo” mi portava allo stadio, mi fece diventare laziale. Ogni tanto ho scritto pure per la rivista che veniva venduta fuori allo stadio. Poi, quando abbiamo fondato il gruppo, mi sono un po’ allontanato dallo stadio perché nei weekend spesso eravamo impegnati con la musica. Ma quando posso ci torno con piacere all’Olimpico. Ormai sono il laziale più esposto. Ogni volta che vado in qualche trasmissione mi chiedono sempre di che squadra sono. La mia passione è e resterà la Lazio. Perché non scrivo un inno per la Lazio? Il mio sogno, lo dico spesso, è che in Curva prima o poi si possa cantare una nostra canzone, naturalmente con le parole cambiate. Che diventi un coro. Il derby? Per me tra Lazio e Roma, sugli undici, non ci sono tutte queste differenze. Il punto di distanza ci sta, quest’anno siamo veramente forti. Nessuna squadra ha davanti un tridente come il nostro. Poi Milinkovic mi fa impazzire, prende mazzate, botte ma sta lì con il fisico e ci mette sempre il corpo. Nessun altra squadra è come la Juve, ma dietro ce la giochiamo con tutte. Sì, questa Lazio è un po’ ‘dream pop’…”.

Il ct Ventura spiega il motivo dello stage e indica gli eredi di Bonucci e Barzagli

Terminato lo stage dei giovani a Coverciano, a cui ha partecipato anche il nostro Danilo Cataldi, ha preso parola il ct Ventura in conferenza stampa: “Il tempo dirà se quello che stiamo facendo produrrà effetti buoni, ottimi o straordinari – dice il c.t. -. Se non avessimo l’obbligo della qualificazione ci sarebbe da spaziare tanto. Non si conoscevano, hanno fatto tre allenamenti e avevano già un atteggiamento da squadra. E’ una cosa difficile, ma si percepisce la voglia di iniziare insieme”.

Su Balotelli: Non è da stage, ha fatto un Mondiale. Adesso abbiamo un buco da qui a marzo, c’è tutto il tempo che vogliamo. Potrò fare un salto per vederlo di persona. Lui non è un ragazzo, è un calciatore che è o al di qua o al di là della linea: o è un campione o ha perso continuità. Inutile tornarci su”.

Il tecnico azzurro spiega i motivi che l’hanno spinto ad organizzare questo stage: “Rimango sempre dell’idea che, se i calciatori facessero bene, le società ci manderebbero volentieri i loro. Vedere Udinese-Napoli e un solo italiano su ventidue…  Non c’è mai stata una cosa del genere. Ci possiamo lamentare che c’è poco”. Qualche giovane azzurro, tipo Caldara, sta comunque emergendo: “E’ successo che c’è il coraggio di iniziare, la differenza fra parole e fatti è abbastanza evidente. Un conto è dirlo, dall’altra è iniziare. Io ho i risultati, che devono essere prioritari, e poi una verifica del futuro. Ho preso un’iniziativa, quella di parlare con tutti i presidenti, allenatori e società spiegando perché volevo fare questo. Ho trovato presidenti che mi incentivavano a farlo. Dico quasi tutti, ma questa è la differenza fra il dire e il fare. Poi il tempo dirà quanto di buono tutto questo produrrà. Caldara è uno dei promettenti di quel ruolo, ma abbiamo anche Rugani e Romagnoli. Stanno arrivando, quando Bonucci, Buffon o Barzagli abdicheranno avremo sostituti con una voglia feroce di continuità. Stiamo lavorando in questo senso”.

Lo stage è stato molto positivo: “Lunedì sera non sentivi volare una mosca, oggi parlavano e scherzavano a tavola. Abbiamo cercato di dare dei concetti, ci siamo impostati dal punto di vista tattico. Molti nelle loro squadre hanno atteggiamenti diversi, si sono calati nella parte e la stragrande maggioranza si è calata benissimo. Abbiamo trasmesso delle cognizioni, un modo di stare e di essere, di leggere le situazioni, con margini mostruosi di miglioramento. Io prima portavo l’esempio di Barzagli per come si allena, un ragazzo di 35 anni con una professionalità infinita. Oggi c’erano Gagliardini, Cataldi, Lapadula, Izzo, che erano anche nel gruppo Germania e hanno visto cosa significano professionalità e voglia, qual è la strada per diventare grandi protagonisti come Bonucci in questo momento. Non c’è un esempio verbale, ma uno pratico e di comportamento. Io sono molto soddisfatto. Cosa porterà non lo so, ma spero sia un inizio”.

Su Gagliardini: “Quando Marchisio ha dato forfait l’ho chiamato senza grandi dubbi, perché l’ho visto giocare due volte di seguito a Bergamo e mi ha dato la sensazione di un giocatore in crescita. Non sarà il titolare dei prossimi dieci anni, forse, ma sta migliorando molto. La gara con la Roma ha confermato che gli ha fatto bene stare qui, ha giocato con molta personalità. Alcuni giocatori già pronti? Dopo 48 ore scarse dare un giudizio è impossibile, credo che la strada sia quella giusta, lo deduco da quello che hanno fatto in questi due giorni, che poi è un giorno e mezzo, la partitella era di scarico. Sicuramente faremo un’amichevole con questo gruppo, penso il 31 maggio. Vorrei che loro diventassero una squadra… Da qui alla fine ci sono tre quarti di campionato, questa non è una convocazione di giovani. Hanno delle potenzialità, alcuni inespresse, altri con ali tarpate. Per quello in quella maggiore abbiamo convocato Zaza: non gioca, non ha meriti. Vogliamo recuperarlo per il bene del calcio italiano”.

C’è ancora una persona che crede in Morrison: follia o incrollabile speranza?

E’ ormai ai titoli di coda l’avventura (se così può essere chiamata) di Ravel Morrison con la maglia della Lazio. Questo almeno è quello che spera il talento inglese, voglioso più che mai ritornare nella sua Inghilterra. Molti sono convinti però che l’aria di casa non avrà alcun effetto benefico nei confronti del  l’ex Manchester United. Eppure qualcuno che ancora coltiva una speranza in lui ancora c’è…è Harry Redknapp. L’ex allenatore di Morrison nel QPR, è fermamente convinto che la storia di Morrison non è finita anzi tutt’altro e lo ribadisce inc queste parole riportate nel suo nuovo libro ‘It Shouldn’t Happen to a Manager’: Ravel era un altro genio di quella scuola (era con Pogba e Lindgard nel vivaio del Manchester United, ndr). Sir Alex Ferguson pensa che lui è stato il miglior giovane che abbia mai avuto. Io ci ho creduto dopo che lo ha avuto nel QPR. Morrison mi piaceva: era un po’ ribelle, ma non un cattivo ragazzo e aveva un fantastico talento. Potrebbe essere un giocatore di classe mondiale, e non è troppo tardi per lui, ma la voglia di massimizzare le sue capacità deve venire dall’interno. Si può dire ai giocatori un milione di volte di allenarsi e di fare quel qualcosa in più, ma devono avere l’atteggiamento giusto e pensare in unica direzione, senza preoccuparsi di ciò che li circonda”. La speranza è che Ravel legga attentamente queste parole e per una volta per tutte faccia la cosa giusta…non deludere chi ancora, nonostante tutto, crede ancora in lui.

La Lazio si conferma cooperativa del gol. Solo uno manca all’appello

“L’unione fa la forza”: potrebbe essere questo lo slogan da citare in questa prima parte di campionato della Lazio. Già, perché i biancocelesti, come evidenziato dal giornalista Mario Sconcerti qualche settimana fa, comandano una graduatoria molto interessante: quello dei giocatori mandati in gol. In queste prime 13 giornate di Serie A sono ben 13 i marcatori diversi in casa biancoceleste, gli ultimi 2 sono arrivati domenica nella bellissima vittoria contro il Genoa di Juric. Ecco il dato aggiornato: Ciro Immobile (9)Keita (4)Felipe Anderson (2), Lulic (2) ; mentre hanno realizzato un centro a testa Milinkovic-Savic, Radu, de Vrij, Lombardi, Hoedt, Cataldi, Murgia ed infine Wallace e Biglia. Nessuno in Italia ha fatto meglio dei biancocelesti (Sassuolo (12), Juventus (11) e Cagliari (10)) e ciò dimostra sempre di più come il gol non sia un’esclusiva degli attaccanti ma è una risorsa preziosa che può venire da chiunque. Come avete potuto notare, nella squadra biancoceleste segnano tutti, non solo gli attaccanti. La banda Inzaghi ha superato anche la Lazio di Pioli, che nella stagione 2014/2015 aveva portato al gol 12 elementi. E a questa lista manca ancora il nome di Marco Parolo. Il centrocampista azzurro è ancora alla ricerca del suo primo gol in parolo-esultanza-01campionato e solo il palo contro il Genoa gli ha impedito di interrompere il digiuno. Mai in carriera gli era capitato di arrivare ancora a digiuno di gol alla 13° giornata (il record negativo è di 12 giornate). Nel primo anno a Roma ci era riuscito 10 volte, al secondo le reti realizzate sono scese a 3, ma non è difficile ipotizzare che possa sbloccarsi anche quest’anno portando il numero dei marcatori biancocelesti a quota 14. Per ora Parolo si concentra a dare il massimo per aiutare la Lazio, tanto fortunatamente i gol non mancano, poi quando sarà possibile entrerà ben volentieri anche lui nel gabellino dei marcatori. Va riconosciuto in ogni caso il grande merito a mister Inzaghi, capace di far un gioco che, seppur qualcuno continua a ritenere non esaltante, è in grado di portare a segno tanti giocatori diversi. Se qualcun altro vuole aggiungersi alla festa del gol ben venga…

Marco Lanari

Delio Rossi: “Occhio al Palermo. La Lazialità non può essere sopita”. E sui due presidenti…

Per parlare della gara di domenica prossima dei biancocelesti a Palermo ai microfoni di TMW Radio è intervenuto un grande conoscitore delle due piazze, Delio Rossi. Il doppio ex oltre a parlare della sfida ha toccato anche altri argomenti, dalle due società e i rispettivi numeri uno ai perenni problemi che circondano l’ambiente biancoceleste nella diatriba Lotito-tifosi.

Quanto merito ha il tecnico nei risultati della squadra biancoceleste? “Sono contento per Simone, è stato un mio giocatore e gli sono affezionato. Dopo la stagione scorsa la Lazio aveva bisogno di un campionato così. Quest’anno ci sono giovani molto interessanti in grado di fare la differenza. Se continuano a giocare senza pressioni potrebbero raccogliere ottimi risultati. E moltissimo merito di tutto ciò va riconosciuto a Simone Inzaghi“.

A Palermo invece De Zerbi rischia l’esonero: “Per uscire da questa brutta situazione l’ambiente rosanero deve compattarsi, anche perché non ha giocatori del livello della Lazio. Molti gocatori sono nuovi, tanti sono stranieri. Sono partiti male ma ora ogni sfida può essere quella della svolta. Anche un pareggio in casa verrebbe visto come una mezza sconfitta. Bisogna restare sereni. Sarà una lotta con cinque o sei squadre, ma non bisogna viverlo come un dramma”.

Su Lotito e Zamparini: “Ho avuto la fortuna di conoscerli personalmente. Devo dire grazie a Lotito per avermi dato la possibilità di guidare una realtà come la Lazio. Il Lotito che ho conosciuto era molto bravo managerialmente, sapeva far quadrare i conti. Quando ero a Roma si affidava molto al direttore sportivo  e al tecnico nella costruzione della squadra, lui dava una linea ed aveva l’ultima parola ma dal punto di vista tecnico non si è mai intromesso. Zamparini, invece, è molto attivo, ha l’esperienza giusta e gli piace parlare di calcio”.

Su Biglia, de Vrij e Keita: “Una grande squadra ha bisogno di grandi calciatori, soprattutto nell’asse centrale. Biglia è uno di questi. Come lo è anche de Vrij. Keita potrebbe essere un craque del mercato, se dovesse esplodere potrebbe finire in qualche grande realtà europea”.

Su Palermo-Lazio: “In Serie A non ci sono partite facili. La Lazio è favorita ma a volte la forza della disperazione supera il tasso tecnico. Vedo una Lazio ordinata ed attenta, ma non credo che sarà semplice fare risultato”.

Sull’importanza del gesto dei tifosi che andranno a salutare la squadra prima della partenza: “Conta molto. La Lazialità non può essere sopita, i tifosi hanno bisogno di un incentivo attraverso le prestazioni. Credo che la frattura con la società non verrà mai risanata. La gente a Roma vuole sognare e vuole farlo in grande. E ora la Lazio fa sognare”.

 

 

Le parole dell’Avv. Gentile sui ‘Casi’ Onazi, Pioli e Bielsa

AGGIORNAMENTO 23/11 ORE 18:15 – Su Radio Incontro Olympia è intervenuto per fare ancora una volta  chiarezza sui casi Onazi e Bielsa l’avvocato della società biancoceleste Gian Michele Gentile. Queste le sue parole: “Rispetteremo le richieste della Fifa, dimostreremo nelle sedi opportune che la Lazio non deve riconoscere niente a Onazi. Quando il nigeriano passò dalla Lazio al Trabzonspor ha firmato il contratto con la squadra turca, allo stesso momento, tramite il suo agente, ha firmato anche dei documenti in cui dichiarava che la società biancoceleste non doveva corrispodergli altro, dichiarandosi soddisfatto per il trattamento economico ricevuto. Questa cosa avviene ogni volta che un tesserato si trasferisce a un’altra squadra, ma è uso dimenticarsene. Probabilmente anche Onazi e il suo procuratore hanno la memoria corta. Entro i termini stabiliti dalla Fifa presenteremo tutti i documenti, e poi attenderemo le risposte convinti di essere nel pieno dei regolamenti“. Poi sulle mensilità di Pioli e sul caso Bielsa: “Pochi giorni fa anche per Pioli, da poco insidiatosi all’Inter, abbiamo firmato le stesse carte per fare in modo che tutta la questione potesse risolversi al meglio. Per Bielsa ora siamo in attesa della traduzione degli atti ufficiali dall’italiano allo spagnolo, poi resteremo ancora fiduciosi in attesa. La sua inadempienza contrattuale rimane“.

Possibili guai in vista per la Lazio. Il motivo? Gli stipendi arretrati dovuti a Eddy Onazi. Circa un mese fa, infatti, l’ex centrocampista biancoceleste, attualmente al Trabzonspor, aveva ‘minacciato’ di rivolgersi alla Fifa per chiedere che la società gli versasse le due mensilità che ancora non aveva ricevuto. Una mossa cui aveva fatto prontamente seguito la replica della Lazio, per bocca dell’avvocato Gentile: “Onazi non deve avere niente. Al momento della cessione al club turco, ha accettato il nulla a pretendere in futuro“. Caso chiuso? Neanche per idea. Stando infatti a quanto riporta AfricanFootball.com, la Fifa si sarebbe già attivata per tutelare gli interessi del giocatore nigeriano, intimando al club capitolino di provvedere al pagamento delle somme dovute entro il 29 novembre. Solo in questo modo, scrive il portale, si chiuderebbe definitivamente la faccenda e si eviterebbe che, dopo essersi detti addio la scorsa estate, il classe ’92 e la Lazio possano ritrovarsi in un’aula di tribunale.

Per Colonnese i meriti di questa Lazio hanno un nome preciso

La Lazio continua a stupire, la classifica della squadra biancoceleste rispecchia in pieno i valori della rosa a disposizione del tecnico. I risultati danno ragione al gran lavoro dell’allenatore Simone Inzaghi, vero artefice del cammino positivo e della rinascita della Lazio, come riconosciuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com dall’ex difensore biancoceleste Francesco Colonnese: Simone Inzaghi per la Lazio è stato fondamentale. Rispetto agli altri allenatori il tecnico biancoceleste ha inciso molto di più. Inoltre cambia spesso modulo, segno che è un tecnico preparato”.

Liverani: “Questa è stata casa mia, è sempre bello tornare”. E sulla Lazio…

Un gradito ospite quest’oggi al centro tecnico di Formello. Ad assistere all’allenamento della squadra di Inzaghi era presente l’ex centrocampista biancoceleste Fabio Liverani, che dopo la seduta è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel:

“Tornare qui è sempre bello, ricordo tanti momenti emozionanti. È stata casa mia per cinque anni, fa sempre piacere ritrovare alcuni ex compagni. Con Peruzzi e Inzaghi abbiamo vissuto stagioni indimenticabili; con Simone stavo proprio parlando del percorso che sta facendo. Gli ho fatto i miei complimenti per la gestione del gruppo e la voglia dei suoi ragazzi. La sua mano è importante, i ragazzi danno sempre il massimo. Inzaghi ha grandi qualità, aver giocato lo aiuta molto nel rapporto e nell’attenzione ad alcuni atteggiamenti perché, quando hai già vissuto alcuni momenti dall’altra parte, sai cosa può dar fastidio e cosa invece può aiutare chi gioca meno a restare sempre sulla corda. Il calcio è la mia vita. È passione, voglia; mi trasmette tanto. Trasmettere tutto questo a un gruppo di 25-26 ragazzi è il cambiamento più grande. Da allenatore sei chiamato a fare delle scelte, ma sempre in maniera leale; puoi sbagliare, il gruppo lo capisce. Un tecnico deve valutare, vedere e saper tornare indietro anche su iniziali opinioni su alcuni singoli. Pensavo che Inzaghi avesse le qualità per poter allenare, ma non credevo riuscisse così velocemente. Lui è sempre stato uno informato anche sulle categorie minori, già da calciatore aveva voglia di fare questo ruolo. Ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile e ha sfruttato al massimo questa opportunità. Dopo due giorni di riposo, oggi la squadra ha svolto un lavoro intenso, di fatica, ma i giocatori hanno finito col sorriso. Questa Lazio mi piace molto, sono convinto che possa fare bene fino alla fine. Me lo auguro per il tecnico, la società e i tifosi. Quella contro il Palermo è una partita che in questo momento porta con sé tante trappole. Sembra tutto scontato, ma nel calcio non è così. Ci sono differenze tecniche ma vanno messe in campo. La Lazio troverà un ambiente difficile ma ha una squadra superiore tecnicamente, di entusiasmo e di voglia. La bilancia pende dalla parte della Lazio ma sarà una partita da prendere con tutte le attenzioni del caso. Il gruppo biancoceleste ha tanti interpreti con qualità differenti nel ruolo di regista. Per Biglia è la sua posizione naturale e si esprime bene a livello mondiale. Parolo dà equilibrio e lo ha fatto sia qui che in Nazionale. Cataldi quest’anno sta facendo bene, Murgia è tra i giovani più interessanti. È cresciuto molto grazie a Inzaghi, è pronto per questo palcoscenico. Il mio ricordo più bello in biancoceleste? Il primo giorno di allenamento e la serata della vittoria in Coppa Italia, ma non posso dimenticare i tanti ritiri passati qui”.

Neymar nei guai. Chiesti 2 anni di carcere

Ancora problemi giudiziari per i blaugrana. Questa volta a finire sotto l’occhio vigile dei pm spagnoli è la cifra pagata dal Barcellona al Santos per acquistare il cartellino di Neymar. E’ il giornale El Mundo ha riportare la notizia della scoperta di alcuni documenti che riportavano informazioni contraddittorie sul trasferimento del 2013 su cui la polizia spagnola indaga dal 2014. L’accusa ha chiesto ben 2 anni di carcere e 10 milioni di multa al giocatore brasiliano e 5 anni più 400.000 euro per l’ex presidente del Barcellona Sandro Rossel ma per l’allora dirigente il procuratore dell’Audiencia Nacional ha chiesto l’archiviazione del caso. E’ il Dis, ossia il fondo brasiliano proprietario del 40% del cartellino del calciatore,   ad aver denunciato la frode avvenuto per la cifra pagata ai genitori di Neymar che per adesso ancora non commenta la notizia. Dopo l’accusa di evasione fiscale per Messi per gli scandali legati allo stato di Panama non sembrano finite le beghe legali per i blaugrana.

Djordjevic sempre più verso la Francia. La patria invoca il ritorno di Gonzalez

Dalla Serbia sono sicuri: il giocatore durante un incontro con Mister Inzaghi ha chiesto nuovamente di essere ceduto. Non si può dire che l’allenatore laziale non abbia offerto all’attaccante più occasioni per mettersi in mostra, anche troppe per alcuni. Ma la sua maledizione sotto porta non sembra finire e con l’affermazione di Immobile i minuti a disposizione del serbo sono sempre meno. Djordjevic vuole partire e il club è d’accordo. La cifra richiesta è di 8 milioni, per adesso il Marsiglia ne ha offerti 6 superando Lione, Middlesbrough e Valencia. Sulla porta di Formello ci sarebbe anche “el tataGonzales che, stando al sito Tienfield.com, sarebbe oggetto di una trattativa fra Lazio e Nacional anche se il giocatore uruguaiano vorrebbe rimanere in Europa. I due giocatori insieme prendono quasi 4 milioni lordi a stagione e questi soldi servirebbero per prendere la riserva di Immobile, ad oggi la Lazio sembra concentrata su Haller dell’Utrecht o Paloschi dell’Atalanta. Si attendono sviluppi nelle prossime settimane.

Marchetti ancora out. Per lui record negativo

Lesione elongativa muscolare per l’estremo difensore laziale. Con questa arriva al decimo infortunio muscolare in sei soli anni, mai successo ad un portiere. E’ corretto pensare che gli estremi difensori, dato il minore stress fisico, sono meno soliti ad infortuni di questo tipo ed infatti all’origine di questa serie negativa per il portiere biancoceleste ci sarebbe un difetto di postura.Nel 2014 dopo l’ennesima ricaduta Marchetti fu visitato da uno specialista dello studio Fisiolab che diagnosticò una sindrome miofasciale che avrebbe procurato nel tempo degli squilibri di postura. Questa sarebbe la causa della sua “fragilità”, evidentemente anomala per un portiere. Anche per questo motivo, oltre alle lamentele in ritiro con la nazionale, Lotito vorrebbe disfarsene già a Gennaio ma lui non ne vuole sentir parlare: “Io ho fatto una scelta, la mia volontà è quella di continuare con la Lazio fa parte della mia vita, è una società che mi ha dato tanto. Ho ancora tanta voglia di dare, sono motivato come quando sono arrivato il primo giorno”.
Per ora situazione congelata, si pensa a domenica e soprattutto al derby e il portiere non nasconde di voler scendere in campo:«Pensiamo al Palermo, ma per me sarebbe un sogno scendere in campo il 4 dicembre». Prima della sfida contro i siciliani si sottoporrà ad un test altrimenti tornerà contro la Roma. Niente di estremamente grave quindi ma se salterà la prossima sfida sarà la trentasettesima causata da un infortunio muscolare dal 2011.

FORMELLO – Riecco Lukaku, e De Vrij…

Dopo due giorni di riposo, la rosa di Inzaghi ha ripreso a sudare sotto il sole di Formello. Inizio con una mezz’oretta di match analysis per studiare il Palermo. Poi, sul campo, dove il mister ritorva l’esterno sinistro Jordan Lukaku, Il terzino tornerà nella lista dei convocati di domenica.

Anche De Vrij è molto vicino al rientro questa mattina al “Fersini” per un differenziato con il pallone insieme a Bianchini, il preparatore atletico addetto al recupero degli infortunati. L’olandese aumenterà i carichi di lavoro di giorno in giorno. Se non ce la farà per la trasferta del Barbera, comunque rientrerà in tempo per il derby del 4 dicembre.

L’infermeria si sta svuotando, sono rimasti solo Marchetti ( lesione elongativa al polpaccio) e Luis Alberto (entesopatia all’adduttore sinistro). L’altro assente di giornata è Danilo Cataldi, a Coverciano con Ventura per lo stage dei 22 giovani convocati dal ct azzurro.

Novellino: “Complimenti ad Inzaghi e alla Lazio” e sugli attaccanti…

Walter Novellino, tecnico passato recentemente sulla panchina del Palermo e tra i più esperti sulla scena italiana, è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per parlare della prossima sfida che vedrà la Lazio impegnata sul campo dei siciliani e non solo.

Che partita potremo vedere domenica al Barbera? “Innanzitutto bisogna fare i complimenti alla Lazio perché sta giocando veramente bene, una squadra organizzata anche se al momento non ancora corrisposta da una grande presenza di pubblico. Si prova un po’ di dispiacere nel vedere così poca gente a sostenere una squadra così bella. La Lazio si troverà di fronte un Palermo arrabbiato che non fa risultato da tanto tempo. Credo che Inzaghi preparerà con grande attenzione questa trasferta“.

Ci si poteva aspettare un Simone Inzaghi così calato nella parte, alla prima esperienza da allenatore della Lazio fatta eccezione per la parentesi del finale dello scorso campionato? “Devo dire che già dall’anno scorso Simone ha dimostrato di poter far bene e credo che la società abbia fatto bene a puntare su di lui dopo il rifiuto di Bielsa. La Lazio ha saputo inserire un allenatore giovane, ma grande conoscitore dell’ambiente biancoceleste, la società non gli sta facendo mancare appoggio e fiducia e l’esperienza fatta da Inzaghi nel settore giovanile si sta rivelando estremamente importante. E’ stata una palestra che gli ha permesso di sperimentare il suo lavoro con ragazzi di grande qualità, come dimostrato dai tanti giovani che la Lazio ha lanciato negli ultimi anni nel calcio italiano“.

Lei ha anche allenato Inzaghi alla Sampdoria… “Oltre che un bravo tecnico è anche una persona molto positiva, un ragazzo sempre disponibile che non ha mai destabilizzato il gruppo o sottoposto lamentele, neanche quando si trovava a non giocare. Una persona di una correttezza estrema, sempre propositiva“.

Da tallone d’Achille, con l’innesto di Wallace e Bastos e il rientro di De Vrij la difesa si sta trasformando nel punto di forza della Lazio: “Sono tutti giocatori che il direttore sportivo Igli Tare ha saputo scegliere. Inzaghi sa fare molto bene la fase difensiva ed ha trovato elementi di qualità sui quali lavorare. Non va dimenticato che gli stranieri spesso hanno bisogno di tempo per trovare coesione col resto della squadra. Il pacchetto arretrato della Lazio si sta dimostrando uno dei migliori del campionato, senza dubbio“.

Su Ciro Immobile: “E’ un napoletano verace, ha bisogno di calore e fiducia per rendere al meglio e forse a Dortmund è mancato questo aspetto soprattutto durante la settimana, perché in partita non manca di certo il sostegno al Borussia. Credo che alla Lazio si stia trovando molto bene con l’ambiente. Se stimolato è un giocatore che sa sacrificarsi molto, sa fare la fase di non possesso e fare gol con estrema efficacia. A volte la sua grande generosità può essere scambiata per mancanza di tecnica, ma è un giocatore che si sta ritrovando alla grande alla Lazio e questo gli ha permesso di ritornare titolare anche in Nazionale“.

In questo momento quali sono i tre giocatori imprescindibili per la Lazio? “Direi innanzitutto Biglia, Felipe Anderson e Keita. Al di là della qualità dei solisti, la Lazio deve continuare ad ottenere risultati con l’arma del gioco e trovare quella continuità che può permettergli di raccogliere quanto seminato ormai da diversi anni. Ritengo comunque, proprio alla luce di questo lavoro, la Lazio una grande del nostro calcio“.

Quale può essere l’obiettivo stagionale concreto di questa Lazio? “Io credo che la Champions League sarebbe il giusto premio per i sacrifici fatti dalla società. Io poi simpatizzo un po’ più per la Lazio che per la Roma tra le squadre romane, ho sempre amato i vostri colori. Sarebbe una soddisfazione meritatissima per tutto l’ambiente laziale

Panchina Parma, anche due ex laziali in lista…

Il caos regna in casa Parma, la panchina della squadra è stata affidata, temporaneamente, all’ex centrocampista ducale Stefano Morrone, dopo gli esoneri di Minotti, Galassi, Luigi Apolloni e le dimissioni di Nevio Scala. Nel frattempo la società sta sondando i nomi per il ruolo di allenatore gialloblù. Tra i nomi ci sono anche quelli di due ex laziali, primo quello di un ex attaccante, l’argentino Hernan Crespo, che  dopo l’esperienza a Modena della scorsa stagione, è a caccia di una panchina. Anche Delio Rossi in orbita per la panchina parmense: l’ex tecnico biancoceleste, secondo quanto riporta Sky Sport, è in contatto con il club.

MERCATO – Ceccarini: “Biglia piace all’Inter, ma…”

Nonostante il rinnovo di Lucas Biglia sia prossimo alla formalizzazione, continuano gli interessamenti di molte squadre per il centrocampista argentino. Su tutti c’è l’Inter di Pioli, che vuole mettere Lucas al centro del suo gioco, in merito ad una possibile trattativa ha parlato il giornalista di Mediaset Premium, Nicolò Ceccarini: “Biglia piace, ma servono tanti milioni. Ausilio ha detto che l’Inter dovrà rispettare dei parametri del Fair-Play Finanziario durante il mese di gennaio. L’argentino piace, ma sembra difficile che possa approdare all’Inter durante l’inverno. L’argentino, adesso, sta trattando il rinnovo con la Lazio. I biancocelesti non dovrebbero lasciarlo partire, la priorità dell’Inter è legata agli esterni di difesa. Partirà qualcuno, ma entrerà un esterno di difesa. Da giugno, economicamente, a causa del Fair-Play Finanziario cambierà tutto per i nerazzurri

Palermo, Aleesami lancia la sfida alla Lazio

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Appena una vittoria conquistata, a fronte di tre pareggi e ben nove sconfitte, sei delle quali nelle altrettante ultime giornate. Non si può certo dire che il Palermo se la stia passando bene sotto il profilo della classifica. E domenica al ‘Barbera’ arriva la Lazio, per una sfida che si presenta già come una sorta di ‘ultima spiaggia’, anche per quanto riguarda le sorti di mister De Zerbi, la cui permanenza in panchina sarà inevitabilmente legata all’ottenimento di un risultato positivo. Ci proverà il tecnico rosanero, il quale sa però che non sarà facile venire a capo di un ostacolo come i biancocelesti, lanciatissimi sotto il profilo della crescita e dell’entusiasmo dopo la vittoria ottenuta nell’ultimo turno all’Olimpico contro il Genoa. Non partirà comunque battuto, e lo stesso faranno i propri giocatori, fra i quali Haitam Aleesami, che ha parlato della sfida che si disputerà al Renzo Barbera ai microfoni del sito ufficiale del club siciliano:

Mi aspetto una partita difficile, perché la Lazio è una squadra molto forte. Finora però abbiamo sempre giocato bene contro chi era più forte di noi: anche i biancocelesti quindi dovranno attendersi un Palermo che non concederà nulla“, ha dichiarato il terzino norvegese.

Premio Lazialità 2016: una serata di beneficenza con tanti ospiti biancocelesti

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Ha avuto luogo ieri sera al teatro Ghione la quinta edizione del ‘Premio Lazialità‘, l’attesissimo evento organizzato da Lazialità e presentato da Guido De Angelis. Tantissimi gli ospiti legati al mondo biancoceleste presenti, per una serata che ha dato spazio anche alla beneficenza, visto che l’incasso sarà devoluto in beneficenza alla popolazione del comune di Accumoli, devastato dal terremoto dello scorso agosto.

Proprio il sindaco del comune reatino, Stefano Petrucci, è stato tra i primi ad intervenire durante la presentazione della serata, raccontando con fare abbastanza provato la catastrofe che ha colpito il suo paese: “È stata una scossa tremenda, inciampavamo in casa per quante cose erano a terra, io e la mia famiglia ci siamo vestiti e abbiamo avvisato la prefettura. Abbiamo aspettato ad uscire perché il nostro portone dava su un vicolo pieno di macerie, fossimo usciti prima saremmo stati anche noi sommersi dalle macerie. Abbiamo cercato di soccorrere la gente, ma la cosa più brutta e’ stata vedere la luce del sole, con Accumoli completamente rasa al suolo. Il paese è in condizioni disastrose, volevamo mettere in sicurezza i palazzi storici ma non riusciamo ad arrivare“.

Dopo l’introduzione, con un’esibizione canora di Emanuele Angeletti sul brano “Yesterday” dei Beatles, la serata ha preso ufficialmente il via con l’arrivo sul palco dei primi ospiti. I primi a prendere parola e a raccontare le proprie storie legate alla tematica della Lazialità, sono stati quelli legati agli anni 70′ biancocelesti, su tutti Pino Wilson e Giancarlo Oddi, due dei protagonisti principali dello storico Scudetto del ’74. A seguire, anch’essi premiati con lo storico riconoscimento, Gabriella Grassi, Antonio Sbardella, Angelo Tonello, Gino Camiglieri, Brunella e Tonino Di Vizio e Rosaria Romani.

Successivamente, il comico Gianfranco Butinar si è esibito in un divertente intervallo , nel quale ha imitato in modo simpatico alcuni personaggi del mondo dello sport, da Signori a Totti, passando per Ranieri, Del Neri e raccontando un aneddoto su Franco Califano. Butinar ha preceduto l’ingresso di altri due ospiti illustri: Massimo Piscedda e Gabriele Podavini. Quest’ultimo, in particolare, ha raccontato di quel Lazio-Vicenza del 1987 in Serie B, in cui un suo tiro sbagliato diventò un assist per Fiorini, che fece entrare quella partita di diritto nella storia biancoceleste: “Quel giorno il mio fu un tiro sbagliato…di certo non fu uno schema, diciamo cosi (ride). La Lazio è il mio grande amore, Giorgio Chinaglia era un presidente tifoso che amava Lazio tifosi e giocatori. Se dovessi passare a miglior vita ho già preparato la maglia del centenario, la porterò con me“.

Dopo la consegna del premio ai due uomini assist della “Lazio del meno nove“, sul palco del teatro Ghione è salito il noto cronista e tifoso biancoceleste Giampiero Galeazzi, seguito, subito dopo, da Marco Ballotta. In mezzo ai due interventi, una clip in onore di Sinisa Mihajlovic.

È stata poi la volta di altri ospiti, entrati più di recente nella storia biancoceleste: Fiore, Liverani, Giannichedda e Corradi. Successivamente, si ritorna al passato, con una presenza speciale come quella di Bruno Giordano: “È sempre un piacere essere qui, Lazialità per me è una grande famiglia, una famiglia allargata, è una seconda casa“.

A prendere parola per qualche minuto, è poi il direttore del Corriere dello Sport, Alessandro Vocalelli il quale, dopo aver ringraziato e prima di ricevere il premio, ha dichiarato: “La mia vita da giornalista? Sono stato assunto da Giorgio Tosatti, un maestro. Ho visto tanti grandi giornalisti, a 20 anni già ero un professionista, ho iniziato con le tv private , era la generazione ci cerqueti e Piccinini tra gli altri. Ho avuto la fortuna di seguire tante Lazio, prima andavo a tor di quinto al campo. Scrissi un pezzo quando andai in trasferta con la Lazio di Cragnotti: vidi Veron, Simeone, Conceicao, Nesta, Couto e tantissimi altri e scrissi “in viaggio con la squadra più forte del mondo”. Fui molto criticato ma era vero“. Il direttore ha poi aggiunto: “Il 2 dicembre faremo un giornale ad hoc per Tommaso Maestrelli, con una carta speciale, saranno oltre 40 pagine, con l’editoriale del figlio. È stato un onore essere qui, specialmente in una serata del genere”.

Infine, dopo gli interventi di personalità del calibro di Giuseppe Signori, Mino Caprio, Gabriele Paparelli, Cristiano Sandri e Pino CapuaGuido De Angelis ha chiamato tutti gli ospiti sul palco per cantare insieme “I giardini di marzo” di Lucio Battisti, per un finale ancor di più all’insegna dei colori biancocelesti, che ha visto la premiazione anche dell’Aquila Olimpia, giunta a sorpresa in rappresentanza della società capitolina.