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Udinese-Lazio, parla il doppio ex Giannichedda: “Ci vuole tempo per trovare equilibrio. Sabato? Non sarà facile…”

Inizio di stagione tra alti e bassi. Cominciano ad ampliarsi i mugugni dei tifosi (le scelte del tecnico, il modulo all’utilizzo di alcuni giocatori rispetto ad altri, etc.). Sabato sera c’è una trasferta insidiosa contro l’Udinese che può dare un po’ di sano ottimismo, ma dipende tutto dai ragazzi di Inzaghi. Per parlare della sfida con i friulani è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia un grande doppio ex Giuliano Giannichedda:

Ero pronto a scommettere su Simone Inzaghi allenatore. Conosceva tutti i calciatori dalla A alla Z e vedeva centinaia di partite. Io, quando eravamo compagni, dopo l’allenamento tornavo a casa e staccavo la spina. Lui si metteva a studiare e a vedere le gare. La sua Lazio non brilla? La squadra viene da un’estate difficile ed è al centro di un cambiamento importante. E quando si cambia ci vuole un pò per trovare il giusto equilibrio. Anche io, nel Racing Roma ho cambiato modulo passando dal 352 al 433. In più ha spesso dovuto rinunciare a dei giocatori importanti. Diciamo che troppo spesso noi allenatori pensiamo più al risultato che al gioco“. Con il passaggio al 352 Felipe Anderson sembra il calciatore più sacrificato: “Inzaghi lo vede ogni giorno e può valutare meglio di noi. Dall’esterno però penso che Anderson non abbia le caratteristiche per fare il quinto. Giocando su tutta la fascia può essere limitato nei suoi movimenti. E’ chiaro che, se Simone ci lavora tutta la settimana e soprattutto con l’aiuto di Lulic dalla parte opposta, può trovare un giusto equilibrio“. Sabato si gioca Udinese-Lazio: “Per la Lazio non sarà facile. Ci sarà la voglia di riscattare la prestazione, poco esaltante con l’Empoli, ma troverà un avversario agguerrito. Udine piazza tranquilla? Vero, ma fino ad un certo punto. Pozzo sta investendo e vuole trovare i risultati“.

Ds Udinese: “Con la Lazio gara aperta. Immobile? Signor attaccante ma mi tengo Zapata”

Il ds dell’Udinese Nereo Bonato ha analizzato la stagione dei friulani: “C’è grande voglia di riscatto dopo due stagioni così così. Siamo all’inizio, non abbiamo ancora trovato la quadratura, stiamo crescendo. La filosofia di gioco dipende dai calciatori che abbiamo in rosa, per questo si è scelto il 4-2-3-1 o il 4-3-1-2 per valorizzare al massimo la squadra, anche se gli infortuni ci hanno condizionato. Iachini? E’ un grandissimo allenatore che sta cercando le soluzioni più giuste per far partire l’auto e farla andare al meglio. Quando si apre un nuovo ciclo serve pazienza, ma uns volta trovato l’equilibrio poi si può imbastire un progetto pluriennale”.

Bonato poi parla di Inzaghi: “Abbiamo giocato insieme nel Brescello. Siamo amici, è un ragazzo intelligente che ne capisce di calcio, ne ha capito subito le metodologie. Ha un ottimo futuro”. Sui nuovi giocatori della Lazio: “Chi conosce i vari campionati europei conosce questi giocatori. La Lazio ha all’interno dei valori importanti che devono essere ottimizzati. Fa specie lo scorso campionato della Lazio, nonostante avesse tanti giocatori importanti. La squadra ha tanti talenti, serve pazienza. Bisogna portare alla maturazione questi ragazzi ma non è facile in una piazza importante come quella della Lazio. Sono tutti giocatori di prospettiva, bisognerà capire chi sarà bravo ad adattarsi al calcio italiano. Balotelli? Mai cercato. Abbiamo un parco attaccanti importante composto da giocatori esperti e giovani che devono ancora esplodere. Balotelli ha dei valori importanti, è determinante l’ambiente e le motivazioni che ha per capire che tipo di continuità può dare. Le sue qualità nessuno le mette in dubbio”.

Sulla gara di sabato sera alla Dacia Arena, Bonato ai microfoni di Radiosei ha commnentato: “E’ una gara aperta a qualsiasi risultato. La Lazio ha valori importanti, noi siamo in crescita e dobbiamo dare il massimo davanti al nostro pubblico. Lo stesso farà la Lazio che vorrà vincere per dare continuità, quindi servirà l’atteggiamento giusto fin dall’inizio. Scambio Immobile Zapata? Stiamo bene con Duvan, lo cercavo già al Sassuolo e sono convinto che farà un campionato importante al di là della stima per Immobile che è un signor attaccante soprattutto se fatto giocare nelle condizioni in cui lui predilige”.

FORMELLO – Si va verso la conferma del modulo. Domani controlli per Marchetti

Doppia seduta oggi per gli uomini di Simone Inzaghi. L’attaccante serbo Filip Djordjevic ha preso parte a metà allenamento per poi passare a lavorare in disparte (il giocatore sta tentando il recupero per far parte dei convocati per la traferta di Udine), mentre i compagni danno inizio alla partitella in famiglia a campo ridotto. Previsti domani (ore 14) per Marchetti degli accertamenti clinici. Le prove per la gara in terra friulana entreranno nel vivo nei prossimi giorni. Durante la seduta si ferma Patric: il terzino spagnolo accusa un problema fisico e abbandona il campo. A causa della carestia di terzini destri si punterà ancora sul 3-5-2 visto contro l’Empoli. Confermato Felipe Anderson sulla fascia e la coppia KeitaImmobile davanti.

Calori: “Udinese squadra giovane ma esperta, la Lazio deve stare attenta”. E su de Vrij…

Per parlare della gara di sabato prossimo a Udine Alessandro Calori, vecchia benvoluta conoscenza biancoceleste ed ex bianconero, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3:

“L’Udinese ancora è alla ricerca di una certa continuità ma ha dei giovani interessanti. La società bianconera ha molta fiducia in questi talenti e ci punta molto. La gestione della società friulana è questa da molto tempo, e questo modo di agire gli ha permesso di mandare bene avanti la società. Inoltre ha anche giocatori esperti di Serie A, come Danilo e Felipe. Il loro marchio di fabbrica è sempre stata la difesa a tre, ma Iachini sta provando quella a quattro per poter sfruttare al meglio le caratteristiche di De Paul e di Zapata. Anche Perica è un elemento fastidioso e inotre ha Penaranda, un ’96 che può entrare a partita in corso. Qualche pecca la hanno a sinistra, Armero e Ali Adnan non hanno ancora trovato la continuità giusta soprattutto in difesa”.

Sulla Lazio: “Quello dei biancocelesti è un 3-5-2 più offensivo dato che il quinto di centrocampo è Felipe Anderson. I difensori con lui in campo sono chiamati a lavorare bene e ad adattarsi alle esigenze di gioco. L’importante è che il 3-5-2 non si trasformi in un 5-3-2, perchè altrimenti resti troppo schiacciato e rischi che non riesci a ripartire, gli esterni devono essere all’altezza di fare tutta la fascia. Se contro squadre come l’Empoli non alzi il baricentro fai fatica a ripartire. L’importanza di de Vrij? Il suo era solo un problema di salute, ha grande qualità e nel reparto difensivo è un leader, è difficile trovare in giro difensori simili. Il ruolo che ricopre inoltre è importante anche nella costruzione del gioco, può consentire al regista di non abbassarsi troppo sostituendolo in impostazione”.

Ecco quanto ricaverà in tutto la Lazio dalla cessione di Candreva

La cifra per la quale il presidente Lotito ha ceduto Antonio Candreva all’Inter è di 22 milioni, cifra che la società nerazzurra pagherà in rate pluriennali alla Lazio. Inoltre, altri 3 milioni di euro sono legati ai bonus da totalizzare nel giro di questi anni: un milione di euro è legato a un certo numero di gol di Candreva; gli altri due milioni invece saranno vincolati agli obiettivi della squadra nerazzurra, dalla qualificazione Champions nel giro dei prossimi quattro anni ai trofei vinti (Europa League, scudetto e simili). Bonus che potrebbero essere raggiunti facilmente. Come riportato da Calciomercato.com, un affare che ha fatto tutti contenti: la Lazio ha fatto cassa, Candreva ha avuto la possibilità di misurarsi in una nuova sfida e l’Inter che si ritrova un giocatore già importante per l’economia della squadra.

Monachino: “Nel caso Biglia è mancata la collaborazione, sarebbe servito più dialogo”

Per dire la sua sul caso Biglia è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia l’ortopedico Pietro Monachino:

“Sono un chirurgo ortopedico della medicina dello sport simpatizzante biancoceleste. In genere dopo un infortunio prima viene fatta un’ecografia e successivamente una risonanza magnetica. La decisione su come agire deve essere presa dallo staff medico, se il calciatore non può giocare non gioca. Se invece sta bene è anche il giocatore a decidere se rischiare o meno. Ci sarebbe dovuta essere una maggiore collaborazione da parte di tutti per prendere una scelta così delicata. Non voglio difendere i medici ma ci sarebbe stato bisogno di più dialogo”.

 

Cataldi: “Io vice Biglia? Impossibile giocare come lui”

L’infortunio di Biglia apre nuovi scenari per Danilo Cataldi che dovrebbe giocare di più finché l’argentino non recupera.

Una chance per dimostrare il suo reale valore, che si era intravisto due stagioni fa, ma che l’anno scorso pareva svanito. Intervistato da Lazio Style Radio, il centrocampista romano ha parlato di vari argomenti, partendo dalla visita a Chiara Insidioso Monda, la ragazza ridotta a uno stato vegetativo dal suo ex fidanzato: “Ieri è stata una bella giornata ma anche difficile date le condizioni in cui versa Chiara. Mi sono sentito di andarla a trovare e sono contento che lei lo abbia apprezzato. Lei e il papà hanno grande forza e spero che migliori e che un giorno venga allo stadio”.

Oggi Inzaghi vi ha fatto svolgere doppia seduta, su cosa state lavorando?

“Stiamo limando qualche dettaglio tattico e di gioco. Contro l’Empoli abbiamo vinto ma non abbiamo giocato bene. Stiamo lavorando tanto a livello fisico, sulle gambe. Non siamo al 100% ma questo è normale dato che siamo ancora alla sesta giornata. Quasi tutte le squadre stanno come noi, guardate la Juve a Palermo. Questo non è un alibi. Finora abbiamo giocato bene contro la Juventus, contro il Pescara e nel primo tempo contro il Milan. Anche con l’Empoli abbiamo creato tanto nel primo tempo ma ci è mancato qualcosa. Nel secondo tempo abbiamo lasciato a loro il pallino del gioco e questo non deve succedere. Dobbiamo lavorare su questo aspetto. A Udine interpreteremo un’altra gara”.

Modulo?

“Sento parlarne spesso, ma bisogna andare oltre: non conta il modulo ma quanto ci si sacrifica l’un con l’altro, quanto corri di più dell’avversario. Ognuno deve capire cosa fare in campo e rimanere concentrato”.

Lulic ha detto che non riuscite a fare in partita quanto preparate in allenamento…

“Ha ragione, questo dimostra poca attenzione. Dobbiamo essere più intelligenti in campo. Studiamo determinati movimenti per fare male all’avversario. Bisogna avere un’identità di gioco e alla lunga questa porta risultati”.

La carica di Inzaghi?

“Il mister non bada all’immagine, è uno che si fa sentire, che non si ritrae da quello che prova in quel determinato momento. E’ molto diretto e se si sente di dire qualcosa la dice, senza nessun problema. Se avessimo avuto un pizzico in più di attenzione, avremmo qualche punticino in più. Il passato però è andato”.

Che gara sarà contro l’Udinese

Sarà una gara difficile, loro difendono bene, hanno due grandi attaccanti che ci daranno fastidio. Dobbiamo imporre il nostro gioco per fare male e avere la voglia di fare gol. Questo ci è mancato un pochino ultimamente, spero di averla sabato”.

Contro l’Udinese hai messo a segno la tua prima rete, ti senti più maturo?

“L’anno scorso era un momentaccio, più si va avanti con l’età più si gestiscono meglio le situazioni. Sono cresciuto, l’anno scorso non è andato benissimo ma si cresce anche e soprattuto quando le cose vanno meno bene. Cercheremo di fare meglio”.

Sull’assenza di Biglia

“Questo compito mi responsabilizza. Come ho già detto, avere un sostituto di Biglia non vuol dire giocare come Biglia. E’ un giocatore difficile da sostituire, quasi impossibile. Sappiamo tutti quanto vale e quanto è importante. Io cerco di fare del mio meglio per me e per la squadra. E’ un ruolo molto particolare che non puoi imparare tutto in una partita. Servono tanti piccoli particolari da imparare, che dalla televisione non si vedono e in campo fanno la differenza. Se sarò chiamato in causa farò del mio meglio”

Quest’anno batti anche punizioni e corner?

“Sì quando non c’è Lucas il mister mi ha dato la possibilità di battere i corner. Spero di tirare anche qualche punizione”.

Come si conquista la fiducia dello spogliatoio?

“Penso di essere una persona umile che rispetta tutti, questo è importante. Noi l’anno scorso avevamo nello spogliatoio gente con molta personalità. Il leader lo riconosci quando trasporta gli altri non quando attacca al muro i compagni. Io in parte sono leader, venire dal settore giovanile ti fa vedere agli occhi degli altri come un ragazzino. Starà a me far capire che non sono più un bambino. Al di là di tutto non ci deve essere uno o due persone a fare il leader, servono tutti. Immobile? E’ già un uomo spogliatoio. E’ uno che ci tiene molto, si sacrifica per la squadra, che tira la carretta. Non mi aspettavo fosse così e sono contento”.

Che ne pensi di Murgia?

“La Lazio ha avuto e ha un settore giovanile importante. Bisogna puntare su una determinata idea di futuro, questo spetterà alla società deciderlo. Se un ragazzo fa vedere quello che vale merita di giocare”.

Chi mi ha impressionato di più in campo?

“Pirlo, perché dalla tv pare che non tocchi mai la palla, invece ha sempre lui la palla e gioca ad uno o due tocchi”..

Chi consigli al fantacalcio?

“Non prendete me (ride, ndr). Punto su Higuain e sul gallo Belotti, spero non segni a noi e poi su Ciruzzo”.

Chi vedi favorita allo scudetto?

“Juve e Napoli sono le più attrezzate, i campani hanno perso un grande giocatore come Higuain ma ne hanno guadagnato in termini di gioco. Sicuramente loro arriveranno fino alla fine, per il terzo e il quarto posto ci sono diverse squadre tra cui anche noi”.

Potresti giocare come numero 10?

“Ho giocato un paio di partite con Pioli, non mi dispiacerebbe perché è un ruolo che mi diverte, ma il trequartista classico non esiste più. Uno dei pochi che gioca in quella posizione è Saponara”.

Che differenza c’è tra questa Lazio e quella della scorsa stagione?

“Avendo fatto un anno del genere, quando si ricomincia si azzera tutto e si fa tesoro di quello che è stato per non fare gli stessi errori e non ripetere certi tipi di atteggiamenti. Dentro di noi nessuno vuole fare un’altra stagione anonima”.

Dove pensate di poter arrivare?

“Questa squadra può fare molto bene perché ha qualità e gli uomini adatti per una bella stagione però sicuramente dobbiamo cambiare qualcosina. Dobbiamo andare oltre alcune cose che ci sono, voltando pagina. Quando andremo tutti nella stessa direzione potremo fare bene. Alla lunga determinati atteggiamenti portano ai risultati, noi dobbiamo limare qualcosa”.

Uno stadio in cui ti piacerebbe giocare e un avversario che ti piacerebbe affrontare?

“Anfield: Liverpool Lazio non sarebbe male, magari in Champions”.

Ventura?

L’ho incontrato prima delle prime convocazioni. Ci ha parlato della sua idea di gioco. Ci penso alla Nazionale ma penso prima a fare bene con la Lazio, vorrei portarla in alto dove merita. Ogni giocatore italiano sogna la convocazione”.

Fabrizio Piepoli

Sergio: “La Lazio è un cantiere aperto ma ho fiducia in Inzaghi”

Da doppio ex di Lazio e Udinese, Raffaele Sergio è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali on Air” per parlare della sfida di sabato sera che vedrà impegnati i biancocelesti di Simone Inzaghi alla Dacia Arena in Friuli. Udinese-Lazio è una partita strategicamente molto importante per la Lazio: “Sarà una partita complicata per la Lazio, che si troverà di fronte un avversario ben organizzato, che non ha trovato però ancora la quadratura del cerchio. In un inizio di stagione complesso la Lazio ha comunque trovato un buon rendimento. Non sarà facile far risultato a Udine, ma riuscirci aiuterebbe ancor di più la squadra dal punto di vista del morale”.

Gli infortuni tengono banco in casa Lazio. Saranno i giovani che salveranno Inzaghi dall’emergenza? “Sicuramente i ragazzi vanno fatti giocare per permettere loro di crescere. Ce ne sono molti di valore in giro, il problema è avere coraggio. Personalmente se all’epoca non avessi avuto Carlo Regalia e Beppe Materazzi che hanno creduto in me prendendomi dal Mantova, non ce l’avrei fatta. Noi valorizziamo molto ciò che viene dall’estero e sottovalutiamo i prodotti del calcio italiano. Strakosha ha dimostrato di poter giocare in Serie A, pur avendo esordito quasi per caso. Bisogna avere coraggio e fiducia nei giovani”.

Può essere Cataldi il sostituto a centrocampo di Lucas Biglia? “In futuro, con applicazione e voglia di fare, oltre alla consapevolezza di questo ruolo che non è il suo, perché Cataldi è una mezzala sinistra, può sicuramente farcela. Anche a Cataldi serve fiducia, col tempo può calarsi nel ruolo, ma non deve essere subito messo da parte al primo errore”. Su Simone Inzaghi: “L’anno scorso quando ha preso le redini della Lazio in mano ha avuto subito un approccio ottimo coi calciatori, giocandosi bene la carta del dialogo. La sua Lazio è ancora un cantiere aperto, ma mi sembra che si sia calato bene nella situazione, mi offre l’impressione di avere personalità e soprattutto di essere capace di regalare equilibrio alla squadra e all’ambiente. Così come per i calciatori, ci vuole fiducia per i tecnici italiani. Quella del centro tecnico di Coverciano è stata un’invenzione ammirata in tutto il mondo, credo sia giusto valorizzare i tecnici nostrani che sono apprezzati a livello internazionale, come si è visto ad esempio in Inghilterra”.

Quale può essere il modulo ideale per la Lazio per valorizzare le qualità degli esterni, come ad esempio Lukaku? “Vedo il belga più adatto a giocare in un 4-3-3, perché nell’attuale 3-5-2 ha bisogno di più tempo per capire i movimenti e calarsi nella realtà del modulo. Nella difesa a quattro può trovarsi più a suo agio e partire in campo conoscendo già i meccanismi dello schema, mentre nel centrocampo a cinque l’esterno deve essere praticamente un’ala. Inzaghi sa che Lukaku ha bisogno di tempo e aspetta per inserirlo”La difesa della Lazio sembra essere quest’anno finalmente all’altezza: “La Lazio può contare su centrali di qualità, pur essendo tutti calciatori giovani. Bastos è un giocatore di grande temperamento. La società ha scelto bene i nuovi interpreti, ma soprattutto ha recuperato un giocatore come De Vrij che può essere il leader della difesa per molti anni”.

L’attacco sembra invece essere diventato più leggero, anche a causa della mancata sostituzione di Candreva. Con gli interpreti attuali, meglio le tre punte o altre soluzioni? “Come dicevo prima credo che la Lazio in questo momento sia ancora un cantiere aperto, con Inzaghi che non ha ancora trovato un equilibrio tattico e sta facendo delle valutazioni generali. Io vedo bene la squadra con il 4-3-3, bisogna capire in questo momento quali sono gli equilibri di squadra e soprattutto come sostituire un giocatore come Biglia, perso per superficialità, ma ormai out fino a dicembre, per cui va sostituito ora e senza indugi. Al momento la Lazio mi sembra avere più problemi a metà campo che in attacco”.

Su Keita e i suoi alti e bassi d’inizio stagione: “La vicenda Keita è abbastanza particolare. Si tratta di un ragazzo che si è messo lui dalla parte del torto, perché qualsiasi siano le questioni in ballo non si può non presentarsi in ritiro. Dall’esterno è difficile dare un giudizio, ma non bisogna venire meno agli obblighi contrattuali. Poi sono stati bravi i dirigenti della Lazio, in particolare Peruzzi, a recuperare questa situazione, ma al momento in campo il calciatore mi sembra ancora al 50% delle sue possibilità“. 

Colantuono: “Lazio superiore, ma non sarà una passeggiata. Io alla Lazio? Non mi ha mai contattato”

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Stefano Colantuono ha parlato ai microfoni di Radio Incontro Olympia. Queste le parole dell’ex allenatore dell’Udinese: “Ho pochi elementi per valutare i bianconeri di oggi ed essendo stato li recentemente non esprimo giudizi. È una questione di correttezza. Se parliamo di numeri dell’anno scorso possiamo dire che le cose sono andate diversamente da come erano state presentate. Inutile parlarne ormai e sono felice per la loro salvezza. Vero è che fino a qualche anno fa la rosa era di un certo spessore, poi qualcosa è cambiato, ma non mi sento di stare li a pensare al perché“. Udinese-Lazio: “Non sarà una passeggiata di salute per i biancocelesti. In Italia non si può scendere in campo senza affrontare la gara in un certo modo. Neanche la Juventus può permettersi di non accelerare. Magari pensavano alla Champions in quel di Palermo, ma avete visto che sfida ne è uscita? I capitolini sono superiori all’Udinese anche contando le assenze. Se la Lazio deve lottare per un piazzamento in Europa League ha la rosa per lottare fino alla fine. Se gli chiediamo un piazzamento in Champions, non lo so. Poi tutto può succedere. La classifica già oggi è lì a testimoniarlo“. Di Natale: “Il mio grande rammarico è quello di essere arrivato a Udine e non poterlo avere nella sua totalità. L’anno scorso ha avuto delle problematiche ma è sicuramente il calciatore più forte che ho allenamento. Gli ho visto fare cose per cui può cambiare la fisionomia di un gruppo. In Nazionale ha giocato ed è cresciuto in una generazione in cui di numeri 10 ce n’erano tanti. Da Del Piero a Totti, e per un periodo anche Baggio. Comunque Di Natale c’è stato senza giocare in un grande club“.

Immobile: “Ciro sta facendo cose importanti in Italia, in un campionato competitivo. È un calciatore dal futuro assicurato. La situazione Dortmund va vissuta per capirla. Vedete anche Zaza, che io adoro, quante difficoltà sta incontranto all’estero. Ci sta“. Lo scacchiere: “Juventus e Napoli sono le squadre più in forma. Dietro metto la Roma che deve uscire da un momento delicato, e l’Inter che ha un organico importantissimo. Poi tutte le altre, come Lazio, Milan, Fiorentina e Sassuolo. Credo che il Torino abbia poi l’organico della sorpresa, con l’allenatore giusto. Mihajlovic competente e bravo“. Lazio senza sostituto di Candreva e senza vice Biglia: “Antonio calciatore straordinario non facile da sostituire. Questo situazione potrebbe però rilanciare Keita, rendendolo determinante. A questo ragazzo va data fiducia. Giocando con continuità potrà mostrare il suo valore. È diverso da Candreva ma potrebbe diventare importante. Biglia invece è un’assenza pensate. Calciatore di prima fascia. Il suo infortunio mi è sembrata pura sfortuna. Non sono neanche d’accordo con la polemica. Se non l’avesse schierato e la Lazio avesse perso con l’Empoli si sarebbe infatti polemizzato ulteriorimente. Con Cataldi comuqnue vale lo stesso discorso di Keita, con un buon futuro davanti. Non conosco le strategie di Inzaghi ma trovando spazio e giocando tante partite potrà mostrare il suo valore“. Panchine calde: “Qualche sondaggio in estate, ma tutto lì. La Lazio non mi ha mai contattato“.

 

FORMELLO – Allenamento mattutino, nessuna novità dall’infermeria. Assente anche…

Due allenamenti quest’oggi per la Lazio. Il primo, in programma alle 10, non ha visto novità sotto il profilo dell’infermeria, che dovrebbe iniziare a svuotarsi, almeno un po’, nei primi giorni della prossima settimana. Niente da fare dunque in vista della trasferta contro l’Udinese. Dopo la sosta, in occasione dell’impegno casalingo con il Bologna, dovrebbero tornare a fare la loro apparizione sia Marchetti (che oggi lascia i ‘colleghi’ Strakosha, Vargic e il Primavera Borrelli solo a sudare con il preparatore Grigioni) che Basta. Per gli altri calciatori finiti ko (Bastos e Biglia) se ne riparlerà invece più avanti: entrambi hanno infatti riportato uno stiramento muscolare di secondo grado e occorreranno loro non più di 2 mesi per recuperare e tornare a disposizione di Inzaghi. Che deve rinunciare anche a Djordjevic, rimasto anche oggi a lavorare in palestra (dopo il paio di allenamenti saltati la settimana scorsa). In campo la rosa effettua esercizi di possesso palla e un breve lavoro atletico agli ordini del preparatore Ripert. La ripresa è fissata per oggi pomeriggio alle 16.

‘Caso’ Allardyce in Inghilterra, coinvolto anche il laziale Morrison

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In Inghilterra è scoppiato il caso Allardyce. Il ct della Nazionale britannica, esonerato dopo appena 67 giorni e una sola partita dall’arrivo, è finito nell’occhio del ciclone dopo che il quotidiano Telegraph ha rivelato il suo ruolo di primo piano in un giro di consigli a procuratori per evadere alcune regole della FA. Nel caso sarebbe coinvolto anche il centrocampista della Lazio Ravel Morrison, al quale, ai tempi in cui militava nel West Ham, Allardyce promise un aumento di stipendio se avesse consegnato la sua procura all’agente Curtis. Ravel però rifiutò e, per ‘punizione’ fu spedito a giocare in prestito al QPR.

Non c’è niente di vero – si difende l’ex ct – non mi sono mai seduto con Morrison per fargli firmare qualsiasi cosa con un agente”. Parole che non hanno sin qui convinto del tutto gli inquirenti, i quali, come riporta il Sun, continueranno le loro indagini. Staremo a vedere a quali conclusioni arriveranno.

Bilancio 2016, Lenzi: “Lazio in perdita doppia rispetto al 2014. Se non si fosse ceduto Candreva…”

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Questa mattina il presidente della Lazio Scacchi ed editore di Lazio Family Paolo Lenzi, ai microfoni di Radiosei, ha parlato del bilancio annuale al 30 giugno 2016, diffuso dalla società tramite un comunicato stampa e che viene predisposto dal Consiglio di Gestione – composto dal presidente Lotito e dal dottor Moschini – dopo essere stato approvato dal consiglio di sorveglianza. Di esso al momento si conoscono soltanto i dati numerici, mentre non c’è (perlomeno non ancora) traccia né della relazione sulla gestione né della nota integrativa che illustra nel dettaglio l’operato del club. Detto materiale dovrà anch’esso essere approvato formalmente dal consiglio di sorveglianza e verrà notificato e diffuso tra il 6 e il 10 di ottobre.

Dobbiamo ricordare – spiega Lenzi – che il bilancio include il cosiddetto consolidato e il separato, che è relativo alla Lazio Calcio quotata in borsa; poi c’è Lazio Marketing and Communication di cui fanno parte le attività commerciali; il consolidato è la somma dei due bilanci meno le partite incrociate, ovvero le fatture che Lazio Calcio emette al Marketing e viceversa. In chiusura, è stimata una perdita di 12,6 milioni di euro mentre il consolidato è in attivo grazie alla presenza di plusvalenze, pari a 1,8 mln per le cessioni di Cavanda e la risoluzione con Cana, oppure dei proventi dalle Coppe europee, che in questo bilancio mancano. Questo perché nel bilancio 2015 la Lazio anticipò i ricavi dalle competizioni europee, circa 20 milioni, con l’avvallo della società di revisione”. Lazio in considerevole perdita, quindi, rispetto agli anni precedenti: “Nell’era Lotito, nel 2014, quando cedemmo Kozak, il segno rosso era di 6 milioni, quindi la metà della perdita al 30 giugno di quest’anno”. Passando poi ai ricavi: “Dal botteghino abbiamo guadagnato 7 milioni su 93, circa l’8%, mentre i diritti tv ammontano a 68 su 93, oltre il 70%. Il dato del merchandising si aggira appena sugli 841.000 euro, meno dell’1%, le squadre migliori in Italia arrivano al 20%, il 35% in Inghilterra. In sostanza, se non avesse ceduto Candreva la Lazio non non avrebbe potuto fare la stessa campagna acquisti. Va poi precisato anche l’aspetto finanziario, quando cioè un club effettua mercato differendo nel tempo il pagamento e variando di conseguenza i relativi flussi di cassa”. Due parole inoltre sugli investimenti effettuati a Formello: “Questa voce non è mai stata esplicitata con precisione. Nel bilancio al 30 giugno 2015, per esempio, veniva evidenziata nella materia costi operativi che include le spese per i servizi esterni. I costi per tesserati sono pari a 393 mila euro, somma divisa principalmente tra oneri sanitari e quelli per il ritiro precampionato”. Trattandosi di servizi esterni, si deduce che i membri dello staff medico sono principalmente collaboratori e non dipendenti del club.

Orsi: “Sono preoccupato. La Lazio ormai è diventata una provinciale…”

Archiviata la sofferta vittoria contro l’Empoli, si comincia a pensare all’Udinese. Inzaghi sembra non aver intenzione di abbandonare il dogma del 3-5-2 nonostante i tanti infortuni che hanno colpito la Lazio in questi ultimi 7 giorni. Di questo e di altri temi di attualità ha parlato Fernando Orsi in esclusiva sulle frequenze di Radiosei. Ecco le sue parole:

IL CAMMINO DELLA LAZIO – “I dieci punti in classifica sono un buon bottino. Ma sono preoccupato e lo ero già quando ho visto gli acquisti. Inzaghi era una scelta quasi obbligata, ma mi intrigava come soluzione. L’ho visto lavorare in Primavera, era una scommessa rispetto a Bielsa. I nuovi arrivi invece continuano a non entusiasmarmi. Il tecnico ha cambiato il suo modo di pensare e si è indirizzato verso un nuovo modulo tattico che a mio parere non rispecchia le caratteristiche della squadra. Inzaghi deve avere più coraggio, se la sarebbe potuta giocare con il Milan e fare qualcosa di più anche a Verona”.

MODULO E DIFESA – Orsi non è convinto dal nuovo modulo: “Inzaghi ha cercato di essere conservativo: vincere con le piccole e cercare di limitare i danni con le grandi. In un allenatore emergente voglio vedere qualcosa di diverso. Tra l’altro lo conosco benissimo e glielo dirà anche di persona. Se me lo permetterà, vorrei confrontarmi con lui proprio su quest’aspetto. I giocatori devono essere impiegati al loro posto, un tecnico deve fare le cose più semplici possibili. Questa squadra è costruita per il 4-3-3, la Lazio non sa giocare con il 3-5-2. Anche gli esterni così non sanno come muoversi. Felipe Anderson ha preso un tunnel ed è stato ammonito, un attaccante esterno non può fare tutta la fascia esterna. Se allenati bene, i tre lì davanti sono alla pari del Milan. Tra l’altro con l’Empoli non c’è stata neanche questa grande copertura”. In difesa ci sono tanti volti nuovi: “Mi sono dato un tempo ragionevole per giudicare i nuovi elementi. Gentiletti sembrava il nuovo Beckenbauer, Bastos si è subito perso nelle ultime partite. Voglio vederli tutti con grande tranquillità, al momento sembrano giocatori normali. Inzaghi probabilmente non li vede pronti e usa la difesa a tre proprio per avere maggior copertura. Ma l’angolano secondo me gioca meglio a due, in questo modo deve uscire in zone che non sono di sua competenza. Anche de Vrij così è limitato”.

SENATORI – Si è parlato spesso del peso di alcuni senatori: “Io credo e spero che Inzaghi faccia le sue scelte in autonomia. Non vince lo spogliatoio, i giocatori devono fare i giocatori e non gli allenatori”.

BIGLIA – “C’è stata una cattiva gestione da parte dell’allenatore, del giocatore e dello staff medico. È una grave perdita, si conoscevano i suoi problemi. Tecnico e medici invece hanno avallato la sua scelta. Rappresenta la più grande problematica in questo momento per la Lazio”Modus operandi che non convince neanche tra i pali: “Strakosha pensavo peggio, ha dimostrato personalità. Anche la gestione dei portieri non è stata oculata. A 29 anni non è possibile che Vargic non possa giocare in A”.

 L’UDINESE – “Sarà una partita molto difficile. L’Udinese si copre e riparte, è una squadra fastidiosa. La Lazio ormai è diventata una provinciale”.

Cena per Amatrice, Suor Paola: “Siamo pronti per questo evento. Vi svelo i presenti…”

Questa sera  al So.Spe. di Via de’ Iacovacci 21 (00164, Roma) si terrà la cena di beneficienza il cui ricavato (l’offerta è libera) andrà alle vittime del terremoto che un mese fa ha colpito Amatrice. A questo evento parteciperanno anche i giocatori della Lazio nei panni di camerieri. Dell’evento ha parlato Suor Paola, fondatrice dell’associazione “So.spe” (Solidarietà e speranza), sulle frequenze di Radiosei. Ecco le sue parole:

“Siamo in fermento, siamo tutti pronti per questo evento. Speriamo vada tutto bene. Come associazione andiamo sempre in questi posti colpiti dalle catastrofi. Mentre mi recavo ad Amatrice per portare diversi beni, ho visto che le persone cominciavano ad andar via da qui. Ho pensato allora di fare un progetto importante, parlando con il sindaco e il vescovo. L’obiettivo è raccogliere dei fondi per far tornare il paese com’era prima, acquistando ad esempio banchi per le scuole o ristrutturando la chiesa. Sarà la prima di tre o quattro manifestazioni e, a seconda del ricavato, vedremo come aderire ai vari progetti”.

IL PROGRAMMA DELLA SERATA – “I tifosi arriveranno con largo anticipo. Cominceremo a farli entrare ed accomodare alle 19. Intanto andranno in onda delle immagini della Lazio. Quando saranno tutti arrivati, ci sarà un momento solenne in cui i bambini della casa famiglia daranno a ogni giocatore una parannanza per cominciare a servire. Insieme a loro ci sarà anche Delio Rossi. Il menu prevede un piatto di antipasti calabresi, proprio come le miei origini. Ci saranno poi due primi: una lasagna e una pasta all’amatriciana. Infine avremo dolci e frutta”.

I GIOCATORI PRESENTI – Suor Paola ha svelato anche i giocatori presenti: “Ho chiesto di far venire quelli più legati alle tradizioni italiane. Ci saranno Parolo, Cataldi, Milinkovic-Savic – che ha vissuto la guerra in Bosnia – e Ciro Immobile. Se poi arriverà qualcun altro, meglio così. Lotito? Credo venga anche lui. Gli ho detto: ‘Meglio che non vieni altrimenti fai scappare tutti i tifosi (ride, ndr)’. E si è messo a ridere anche lui”.

GLI ANNI PASSATI – “Quando ho costruito la prima casa famiglia, feci il ‘derby del panino’ in un locale. Prendemmo tre giocatori della Lazio tra cui Nesta e tre della Roma. Ci fu tantissima gente, i calciatori al tempo sentivano molto queste vicende”.

 

Cuore Cataldi – Ieri visita a Chiara Insidioso. Il Papà Maurizio: “Il loro abbraccio è stato un’emozione unica…”

Piccoli gesti che sanno riempirti il cuore. E’ quello che ha fatto nella giornata di ieri Danilo Cataldi. Il giovane centrocampista biancoceleste ieri si è recato a Casa Iride, la clinica che ospita Chiara Insidioso Monda. Danilo ha deciso di fare visita proprio alla giovane tifosa della Lazio (ridotta in stato vegetativo dall’ex compagno nel febbraio del 2014). Il piacevole incontro è stato apprezzato da tutti, sopratutto dal papà di Chiara, Maurizio, che attraverso un post su Facebook ha voluto raccontare questo episodio di pure commozione. Vedere la figlia felice di incontrare il giocate della squadra che ama non può che illuminare d’immenso il cuore:

“Oggi pomeriggio è venuto a Casa Iride, a trovare Chiara, il giocatore della Lazio Danilo Cataldi. Per Chiara è stata una bellissima sorpresa. Vedere la felicità e il sorriso sul suo volto è stato bellissimo. L’abbraccio che Chiara si è scambiata con Danilo è stato un’emozione unica, al di sopra di ogni regalo! Danilo ha portato una maglia regalandola a Chiara e promettendo di dedicarle un gol nelle prossime partite. Noi come famiglia possiamo solo che ringraziare Danilo Cataldi per questa bella sorpresa e per la grande emozione che ha vissuto Chiara”.

Virginia Raggi, imparzialità… a squadre alterne

Come volevasi dimostrare. La scelta di Virginia Raggi di rifiutare una maglia donata dalla Lazio per il figlioletto, tifoso biancoceleste, aveva fatto discutere. Con questa lettera avevamo cercato di stimolare il dibattito: alcuni erano d’accordo col gesto troppo rigido e forse inopportuno della Sindaca, altri invece hanno preso le sue difese, lodandone l’imparzialità.

Il punto focale della questione però era: se la Sindaca non si è sentita di accettare in omaggio una maglia di una squadra della Capitale, cosa avrebbe fatto quando ci sarebbe stata occasione di mostrare vicinanza ad altri sodalizi della città? In primis avevamo fatto l’esempio dell’altro club calcistico cittadino, ma era un ragionamento valido anche per società di basket, volley, hockey su prato…

La risposta è arrivata ancor prima della consegna (che prima o poi avverrà come è accaduto per tutti i primi cittadini) di maglie, targhe o quant’altro. Un tweet in bella vista che reca gli auguri per il capitano dei rivali cittadini (anche tardivi, come evidenziato in maniera pungente da un utente). Secondo il criterio di imparzialità della Sindaca, ora ci aspettiamo auguri pubblici anche per giocatori della Lazio, soprattutto per quelli che rappresentano la città di Roma a partire da Danilo Cataldi, per esempio.

Il compleanno del capitano degli altri era forse un’occasione “speciale“? Oppure è stato salutato semplicemente come espressione di punta dello sport cittadino? In entrambi i casi viene meno quel principio di imparzialità a dir poco teutonico e, permetteteci, un po’ ridicolo che ha fatto rispedire al mittente la maglia del più antico club della Capitale.
I problemi della città in questo momento saranno pure altri, ma lasciateci dire: che gran cavolata rifiutare quella maglietta… ma la Lazio, per fini elettorali, è stata sempre bistrattata. Per la serie, niente di nuovo sotto il sole.

Fabio Belli

CINEMA – L’affascinante Marcello Mastroianni

Il 28 settebre 1924 nacque a Fontana Liri, in prov. di Frosinone, Marcello Vincenzo Domenico Mastroianni. Fin da bambino ebbe la fortuna di fare comparsate addirittura in alcuni film del grande De Sica.

Successivamente dopo aver conseguito la maturità liceale si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio, senza però interrompere il rapporto con lo spettacolo e con il teatro. Entrato a far parte di gruppi del Centro Universitario Teatrale venne notato da Luchino Visconti, che lo chiamò per interpretare importanti ruoli in lavori teatrali come “Un tram chiamato desiderio“, “Morte di un commesso viaggiatore”, “La locandiera” e “Le tre sorelle”.

Allo stesso tempo lavora anche nel cinema, dove viene sempre chiamato per effettuare alcune comparsate. Il film che lo rivela è “Le ragazze di Piazza di Spagna”, girato da Luciano Emmer nel ’52, regista che lo aveva già diretto due anni prima in “Domenica d’agosto”. La sua predisposizione a interpretare ruoli tra il neorealismo e la commedia all’italiana venne confermata in “Giorni d’amore”, dove potè rivivere le sue origini ciociare in una chiave di lieve comicità. In seguito, la sua cifra stilistica si improntò quasi sempre a questo modello, anche quando, come nei film di Blasetti o Lizzani, gli venivano proposte parti drammatiche. Caratteristiche che vennero poi abbinate in alcuni film, a ‘mò di contrasto, alla malizia femminile della giovane Sophia Loren, da cui scaturirono nella metà degli anni cinquanta film come “Peccato che sia una canaglia”, e “La fortuna di essere donna”.

La svolta della sua carriera arriva con “La dolce vita” del 1960, pellicola che segna anche l’inizio di un lungo e fortunato sodalizio artistico con Federico Fellini. Seguirono infatti “Otto e mezzo” nel 1963, “Divorzio all’italiana” e “I compagni” nei primi anni ’80. Fece coppia con la Loren in vari film di De Sica e in diversi film di Ferreri tra i quali “La grande abbuffata”, “Ciao maschio” e “Storia di Piera”. Ha lavorato con Petri in “L’assassino”, con Scola in “Dramma della gelosia”, “Splendor”, “Che ora è?”, “Una giornata particolare”. Il prosieguo della sua carriera è stato un susseguirsi di successi a fianco dei più grandi registi. Negli ultimi anni, si ricorda la sua interpretazione ad un film di impegno civile come “Sostiene Pereira” e il montaggio dei suoi ricordi personali, apparsi postumi, nel film-documento “Ricordo, sì io mi ricordo”. Mastroianni si è spento il 19 dicembre 1996 nella sua casa di Parigi.

CULTURA – Achille Campanile, il più grande umorista italiano del Novecento

Il 28 settembre 1899 (anche se alcune biografie riportano 1900) nasce a Roma Achille Campanile. Sin da giovanissimo inizia a scrivere. Prima giornalista alla Tribuna, all’Idea Nazionale e poi al Travaso, in pieno periodo fascista, e poi per il teatro con le prime Tragedie in due battute, in cui prevale il gusto per i giochi di parole e un clima surreale.

Nel 1930 critiche feroci e lodi fanno da sfondo alle prime rappresentazioni di “L’amore fa fare questo e altro”. Poi ancora, i romanzi: da “Ma che cosa è quest’amore” a “Chiarastella”, da “La moglie ingenua e il marito malato” a “L’eroe”, oltre a numerosi racconti. Molti di questi ultimi prima di essere pubblicati apparvero sulle colonne dei più importanti quotidiani come La Stampa, la Gazzetta del Popolo, Milano Sera.

Campanile vinse due volte il Premio Viareggio, nel 1933 con “Cantilena all’angolo della strada” e quaranta anni più tardi con “Manuale di conversazione”. Era un lavoratore instancabile, a volte lavorava fino a notte inoltrata. Visse tra Roma e Milano fino agli ultimi anni di vita quando, per accontentare la moglie Pinuccia e il figlio Gaetano, trasferisce la sua residenza a Lariano nei pressi di Velletri. Qui abbandona il monocolo e gli abiti eleganti, si fa crescere una barba lunga e fluente ed assume l’aspetto di un vecchio patriarca. Continua a scrivere racconti, romanzi ed opere inedite. Muore il 4 gennaio 1977 a Lariano, lasciandoci come testamento, oltre alle sue numerose opere, il segno dell’immortalità del riso.

Crespo: “Diamo tempo ad Inzaghi. Il mio addio alla Lazio? Che dolore…”

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L’ex attaccante della Lazio, Hernan Crespo, è intervenuto a Radio Olympia, dove ha parlato del nuovo modulo adottato da Inzaghi e del suo addio alla Lazio:

Il compito dell’allenatore è scegliere bene il sistema di gioco per risolvere i problemi dei suoi giocatori e metterli nelle condizioni migliori per esprimere tutto il loro potenziale. Inzaghi adesso ha battezzato questa idea del 3-5-2 però sono convinto che sta studiando anche lui l’evolvere della situazione. Poi la cosa più importante è sempre avere un’identità di squadra, per il momento nella Lazio ancora non l’ho vista, oggi non c’è. Però diamogli tempo, non è giusto giudicare così presto se sta facendo bene o male. Quando si cambia ci vuole del tempo, lo dimostrano anche altri allenatori che hanno cambiato sistema di gioco, oggi possiamo solo valutare la singola partita. Il compito dell’allenatore è quello di convincere i propri giocatori della propria idea di calcio. A me non piace snaturare le caratteristiche dei giocatori. Inzaghi ha accettato un compromesso, è arrivato dopo che la Lazio ha rincorso Bielsa e quindi il mercato non è stato totalmente deciso da lui, si è adeguato. Non è facile per Inzaghi lavorare in questo momento nella Lazio per tanti motivi, però ha una bellissima macchina da guidare. La Lazio è forte ha una rosa di grande qualità, tanti giocatori che hanno una marcia in più e si vede anche nelle giocate estemporanee dei singoli. Non dimenticherò mai il dolore di Nesta quando è andato via. L’addio è stato traumatico, ne abbiamo parlato spesso e lui ha sempre vissuto in maniera intensa l’amore per la Lazio. Purtroppo non ci fu scelta, lasciammo la Lazio insieme, la vita a volte ti porta anche a vivere questi momenti. Dispiace anche per i tifosi della Lazio, Sandro è una bandiera che ha dovuto lasciare la Lazio contro la sua volontà e hanno sofferto tutti“.

FOTO – La FIFA fa gli auguri a… FERNANDO Totti

Nel giorno del quarantesimo compleanno di Francesco Totti, la FIFA, nell’augurargli buon compleanno, è caduta in un simpatico errore. Dal profilo Twitter ufficiale del massimo organo calcistico, sono apparsi gli auguri ad un certo FERNANDO TOTTI. Prontamente rimosso il post, e sostituito da un nuovo pieno di scuse, che vi proponiamo di seguito. E comunque tanti auguri FERNANDO!