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TWITTER – Gene Gnocchi: “Lotito, Gigi e la Cremeria”

La sorpresa di Lotito e dei calciatori della Lazio ai famosi 11 abbonati, non è passata inosservata nel mondo social. Si sono scatenati in molti sulle foto che ritraevano Claudio Lotito in procinto di citofonare. Tra questi, ovviamente, non poteta mancare il comico Gene Gnocchi.

Dal suo profilo Twitter, ha pubblicato un tweet ironico, paragonando Lotito al ragazzo della Cremeria, famosa pubblicitò dei gelati degli anni 90. Di seguito il tweet del comico:

 

EUROPA LEAGUE – Il risultato di Sassuolo – Lucerna

Questa sera è andato in scena il ritorno del match del preliminare di Europa League tra Sassuolo e Lucerna. Al Mapei Stadium i neroverdi di Di Francesco, si sono imposti con un perentorio 3-0 che permette agli emiliani di staccare il pass per il prossimo turno.

Mattatore del match è stato Domenico Berardi. Doppietta messa a segno, uno su rigore. Di Defrel il terzo gol. Partita mai in discussione vista la grande differenza di tasso tecnico tra i due club. Domani i sorteggi.

Marchio Lazio senza appeal. Basta guardare gli avversari delle amichevoli

Chi segue il calcio sa che non esiste una pausa nemmeno in estate. I club si attivano nel calciomercato, tra acquisti e cessioni, campagne abbonamenti e sfide amichevoli. Si preparano tournée, si affrontano squadre di blasone per testare la preparazione e l’ambizione della squadra, si cerca di espandere il marchio del club stesso cercando nuove frontiere di marketing e nuovi sponsor che possano aumentare il capitale della società. Tutti, o quasi, i maggiori club, ma anche di media fascia, di ogni campionato europeo, attuano tale strategia. Ma, come tutti sanno, vige la regola dell’eccezione.

UN’ECCEZIONE CHIAMATA LAZIO – Come spesso accade ultimamente, è sempre la Lazio ad essere differente dagli altri club. Dall’avvento di Lotito, la società biancoceleste, non ha saputo mai approfittare della stagione estiva per espandere e far conoscere il marchio Lazio. Una costante che ha portato “l’aquila” a svalutarsi, a non avere più appeal, a non ricevere più richieste di tournée o partecipazioni ad importanti trofei estivi contro top club. Anche quest’anno le amichevoli allestite per la squadra guidata da Simone Inzaghi, hanno avuto come rivali squadre sconosciute e/o di categorie inferiori. Brasile Soccer Team, Padova, Spal, Brighton, non citando la rappresentativa di Auronzo che, come primo test stagionale, può benissimo starci.

PERCHE’ QUESTA ESCLUSIONE? – Bisognerebbe capire il motivo del perchè ci si ostina ad isolarsi sulle Tre Cime di Lavaredo e non, abbinare un tournèe estera che possa garantire soldi e visibilità. Eppure durante l’era cragnottiana non era così. Basta ricordare il torneo di Amstedam, con Ajax, Arsenal e Barcellona. La consueta sfida del Trofeo Herrera contro il Deportivo La Coruna. Le toruneè in terra inglese e tedesca. La famosissima Umbro Cup negli anni 90. Tutte sfide appassionanti, che permettevano di conoscere subito il reale valore della squadra, oltre a far conoscere la LAZIO al di fuori dei confini Nazionali.

ZERO VISIBILITA’, ZERO INTROITI – Ora, probabilmente è troppo tardi per mettersi sui livelli delle altre squadre che da anni sono impegnate nelle tournée internazionali. Juventus, Milan, Inter e Roma su tutte riescono a vendere bene il loro marchio, grazie anche ai vari agganci oltre oceano e verso Dubai e il Sol Levante. Ed è proprio da quest’ultimo che la Lazio dovrebbe iniziare. Le sfide in Supercoppa a Pechino hanno dimostrato che la società biancoceleste è amata dal popolo cinese, che rappresenta un business importante a livello calcistico, di visibilità e, soprattutto di introiti. Volere è potere: ci si augura che, dopo la rivoluzione all’interno della società nel settore della comunicazione, avvenga anche un cambio nel settore del marketing. Solo così la Lazio potrà riuscire ad avere introiti importanti per allestire una squadra di valore che possa competere con le altre big della Serie A. Piccole innovazioni, per grandi soddisfazioni.

Marco Corsini

Kishna papà: gli auguri della Lazio

Questo il messaggio di auguri, postato sul sito della Lazio, con cui la società biancoceleste si congratula con il proprio giocatore per essere diventato padre di una splendida femminuccia:

La S.S Lazio accoglie con gioia la notizia che Ricardo Kishna è diventato papà. A Ricardo e alla sua compagna Siham le più sincere congratulazioni dal Presidente, dalla società, dallo staff e da tutti i tifosi per la nascita della piccola Kenza Chloé“.

Ballotta: “Che Candreva andasse via si sapeva, mancava solo l’ufficialità. Per ora il mercato non è…”

Per parlare del mercato biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb.com Marco Ballotta.

L’ex portiere biancoceleste si è soffermato a parlare in particolare della cessione di Candreva: “Mancava solo l’accordo con l’Inter ma ormai da tempo si sapeva che sarebbe andato via. Già dallo scorso dicembre si sapeva che il desiderio del giocatore fosse quello di lasciare la Lazio. I tifosi ormai erano consapevoli che sarebbe finita così ma giustamente non saranno felici lo stesso. Nel mercato sarebbe serviva una partenza diversa per riconquistare la piazza ma per ora è stato fatto ben poco. Per ora quello fatto non è un mercato all’altezza, la società deve dare un segnale forte. I tifosi non sono contenti, dimostrazione lo sono i pochi abbonamenti sottoscritti. Mi auguro che la situazione possa sbloccarsi ma oggi mi sembra difficile. Non è questa la strada giusta”.

Wilson: “E’ un momento importante, i tifosi nel comunicato sono stati chiari. Non può bastare Immobile…”

Per parlare del mercato biancoceleste ai microfoni di Tuttomercatoweb.com è intervenuto l’ex capitano biancoceleste Pino Wilson. Queste le sue parole:

“Credo che questo sia un momento molto importante, non può bastare Immobile, in difesa ci sono ancora molte lacune. Nel reparto avanzato manca un altro con caratteristiche diverse dalle sue. L’ingresso di Peruzzi è un aspetto positivo che mostra dei cambiamenti strutturali. Per riportare la squadra a certi livelli manca ancora molto, spero che la società intervenga sul mercato. I tifosi con il loro comunicato sono stati chiari e il loro è stato un passo importante, l’arrivo di Peruzzi è stato accolto positivamente dalla piazza. Ora serve una reazione sul campo”.

Rio 2016 – Il tricolore illumina il Cristo Redentore

Vista dal Corcovado, Rio de Janeiro, è meravigliosa: le spiagge di Copacabana e Ipanema, il Pan di Zucchero che spicca tra tante isolette sparse nell’oceano. La vita in città scorre caotica, mentre sulla vetta del Corcovado regna la calma. A dominare il paesaggio la maestosa statua del Cristo Redentore che per una sera si è vestito di tricolore. Alle sei di ieri pomeriggio (ora brasiliana), grazie a una iniziativa della Pirelli che da 87 anni è presente in Brasile, la statua è diventata bianca, rossa e verde.

Come ricordato dal Messaggero il legame tra l’azienda italiana e il Cristo Redentore risale al 2014 quando Pirelli finanziò la ristrutturazione della statua. Alla cerimonia, organizzata in occasione della visita in Brasile del premier Matteo Renzi, è stato proprio il presidente del Consiglio a premere il pulsante di accensione dell’illuminazione tricolore. Presenti all’evento anche Marco Tronchetti Provera, numero uno di Pirelli, e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Dall’alto dei suoi trentotto metri il Cristo, intanto, apre le braccia al mondo e saluta tutti gli atleti che da sabato prossimo si contenderanno le medaglie olimpiche.

CALCIOMERCATO – Il sostituto di Candreva verrà dall’estero

Non sarà Papu Gomez  e non sarà Sansone. Daniele Magliocchetti , giornalista de Il Messaggero vicino alla società, ai microfoni di Radio Incontro Olympia ha assicurato che il sostituto di Antonio Candreva non verrà dall’Italia.

Ve lo assicuro al 100%. Il giocatore che sostituirà Antonio Candreva non verrà dal campionato Italiano. Ci sono un paio di situazioni che la Lazio sta valutando. Fra martedì e mercoledì della prossima settimana tutto potrebbe sbloccarsi“. Queste le parole del giornalista alla radio romana. Il nome? Top secret, ma sembra ormai sicuro, il post-Candreva parlerà straniero.

Resp. marketing Canigiani: “La sorpresa agli 11 abbonati una risposta ai giornali”

Ieri Lotito e alcuni giocatori della Lazio hanno fatto visita ai primi 11 abbonati della stagione regalando loro la seconda maglia della Lazio. Su Lazio Style Radio il responsabile marketing Marco Canigiani ha spiegato il motivo di questa sorpresa: “L’idea era quella di ringraziare questi 11 tifosi e da loro abbiamo deciso di ripartire. Quel titolo finito su tutti i giornali non ci è proprio andato giù. Godersi la scena e i volti stupiti di gioia ad ogni sorpresa è stata molto divertente. All’inizio avevamo programmato di presentare la maglia durante l’amichevole con il Borussia Mongeglabach. Poi abbiamo pensato che questa bella iniziativa sarebbe stata l’occasione più indicata per mostrare la nuova divisa ‘Away’. Speriamo che possa essere una scintilla importante per ricompattare l’ambiente”.

FORMELLO – Lavoro di possesso palla. Differenziato per Kishna

Penultimo allenamento prima della partenza per Marienfeld (Germania). I ragazzi di Inzaghi hanno iniziato l’allenamento svolgendo prettamente un lavoro atletico: attraverso combinazioni, slalom tra i coni e passaggi in diagonale. Nella seconda parte dell’allenamento c’è stato lavoro tattico e possesso palla celesti contro fratinati: l’obiettivo era quello di raggiungere massimo 10 passaggi.

Nella parte finale dell’allenamento il tecnico ha diviso il gruppo a metà: da una parte i nazionali (lavoro di corsa per loro), dall’altra il resto della rosa (lavoro di potenza aerobica). Lavoro a parte per Kishna che, per tutta la durata dell’allenamento, si è alternato tra corsa sul campo laterale ed esercizi in palestra. L’olandese deve ancora ritrovare la forma migliore in vista dell’inizio della nuova stagione. La ripresa è fissata per domattina, sempre alla stessa ora, nel pomeriggio la partenza per la Germania.

Felipe, parla il primo allenatore: “È nato poverissimo, ma ha sempre avuto un grande talento”

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Da Brasilia alla Lazio, fino ad arrivare al sogno olimpico di Rio 2016 (dove oggi esordirà con il Brasile U23 contro il Sudafrica, al Manè Garrincha Stadium). Ne ha fatta di strada Felipe Anderson, ma il viaggio, soprattutto all’inizio, non è stato tutto rose e fiori. A confermarlo, ai microfoni di ESPN.com.br, il sergente Leviston, coordinatore della scuola calcio dove il numero 10 biancoceleste ha mosso i primi passi in questo mondo: la scuola calcio ‘Kandango‘ di Santa Maria, gestita dal 26’ battaglione della Polizia di Brasilia, creata per allontanare i bambini dalla pericolosa tentazione della droga.

Ha incominciato a giocare nella nostra scuola tra i sei e i dodici anni. Il progetto che portiamo avanti è quello di allontanare i ragazzi dalla strada e Felipe c’è riuscito magnificamente, a differenza purtroppo di altri. Il nostro progetto è quello di avvicinare la comunità alla polizia per creare cittadini modello. Purtroppo i giovani della comunità di Santa Maria vengono reclutati dalla criminalità organizzata per i suoi traffici e cerchiamo in tutti i modi di proteggerli con questi progetti sociali. Felipe viene a trovarci ogni volta che torna in Brasile, evidentemente per ringraziarci per il suo successo professionale, il che non può che renderci orgogliosi. Fin da piccolo, ha mostrato un talento fuori dal comune, è un ragazzo semplice che proviene da una famiglia poverissima. Il papà era un netturbino, ma non ha mai voluto che lui lavorasse per aiutare economicamente la famiglia. Poi Felipe è finito al Gaminha e, durante un torneo giovanile, il Santos ne notò le qualità indiscusse e gli fece firmare il primo contratto da professionista. La sorella Juliana, che nel frattempo si è laureata in diritto, ne gestisce la carriera. La famiglia lo ha sempre accompagnato e lo ha sempre seguito, a ogni partita“. Dieci  anni dopo, Felipe torna dunque nella ‘sua’ Brasilia con la casacca verdeoro: il suo sogno (e quello di tutti coloro che l’hanno  conosciuto) può dirsi compiuto.

Farris: “I ragazzi hanno tanta voglia di far bene. Se la teniamo accesa potremo ottenere risultati importanti”

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Proseguono i lavori a Formello in vista della tournée in Germania, in programma nei prossimi giorni in quel di Marinfeld. La Lazio sta faticando duramente per farsi trovare pronta all’avvio della nuova stagione, previsto tra meno di un mese. Per  fare il punto della situazione, al termine dell’allenamento odierno ha parlato, ai microfoni di ‘LSC’, il vice di mister Inzaghi, Massimiliano Farris: “Non si può dire che i ragazzi non abbiano corso. Già ad Auronzo era iniziata una bella fase di allenamento e di ciò il merito è anche dei ragazzi, oltre che del professor Ripert. Non si sono mai fermati, hanno tanta voglia di fare bene. Se teniamo accesa questa fiammella di entusiasmo, potremo ottenere obiettivi importanti. Per la seconda di campionato tutti i giocatori dovrebbero essere sullo stesso livello, anche i nazionali”. Poi sul suo personale apporto: “Siamo ripartiti da zero, con scivolamenti, marcature e coperture. Abbiamo iniziato a mettere il mediano basso a copertura della difesa e in questo modo speriamo che i ragazzi possano avere sempre lucidità ed evitare il più possibile i gol in passivo”.

Un commento infine su due dei nuovi arrivati e su un potenziale neo acquisto: “Wallace si è messo a disposizione, ha grandi doti fisiche e voglia di imparare. Lukaku invece è molto esplosivo, mi piace molto lo sforzo che sta facendo per comunicare con i compagni. De Vrij? Si è presentato come se fosse un nuovo acquisto, portando grande entusiasmo. Nei giorni in cui i compagni lavoravano di meno, lui ha lavorato il doppio. È di una professionalità unica e una grandissima simpatia”.

Under 21, c’è anche Cataldi tra i convocati per l’Albania

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Ci sarà anche Danilo Cataldi nell’amichevole che l’Italia Under 21 disputerà contro i pari età dell’Albania. A confermarlo il ct Luigi Di Biagio, che con una nota della FIGC ha comunicato i nomi dei convocati per il match, in programma il prossimo 10 agosto.

“Con l’amichevole del 10 agosto contro l’Albania inizia, per l’Under 21, la nuova stagione che porta al Campionato Europeo 2017 in programma in Polonia. Un test importante per i 23 Azzurrini convocati oggi dal tecnico Luigi Di Biagio, soprattutto in vista del doppio impegno casalingo con Serbia e Andorra – la prima il 2 settembre a Vicenza, la seconda il 6 a La Spezia – gare valide per la qualificazione alla Fase Finale europea. Il gruppo si radunerà domenica 7 agosto in Località Colli del Tronto (AP) entro le 19.00; la novità è l’attaccante del Brescia Leonardo Morosini, alla prima convocazione in azzurro. Martedì 9 agosto alle ore 12.30, nella Sala Consiliare del Comune di San Benedetto del Tronto, sarà presentata l’amichevole con l’Albania in programma mercoledì 10 agosto (calcio d’inizio alle ore 21,00) allo Stadio “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto”. Sotto la lista completa dei convocati:

Portieri: Alessio Cragno (Benevento), Gianluigi Donnarumma (Milan), Alex Meret (S.P.A.L. 2013);
Difensori: Antonio Barreca (Torino), Davide Biraschi (Avellino), Arturo Calabresi (Brescia), Mattia Caldara (Atalanta), Andrea Conti (Atalanta), Nicola Murru (Cagliari), Michele Somma (Brescia);
Centrocampisti: Leonardo Capezzi (Crotone), Danilo Cataldi (Lazio), Roberto Gagliardini (Atalanta), Alberto Grassi (Napoli), Valerio Verre (Pescara);
Attaccanti: Domenico Berardi (Sassuolo), Alberto Cerri (S.P.A.L. 2013), Luca Garritano (Cesena), Gaetano Monachello (Bari), Leonardo Morosini (Brescia), Vittorio Parigini (Torino), Federico Ricci (Roma), Valerio Lorenzo Rosseti (Juventus).

Il porta a porta e lo stare dalla parte del tifoso e della Lazio: sempre e comunque

Stare dalla parte del tifoso e della Lazio: un concetto che può sembrare quasi contraddittorio, in un momento in cui la Lazio sembra dilaniata all’interno, in cui molti tifosi non si riconoscono nell’attuale società.

Legittimo, ma partiamo subito da un concetto: per chi scrive, la Lazio è una religione UNITARIANA: non c’è Trinità, non c’è mistero, c’è la Lazio e il patrimonio dei suoi tifosi, tutti, dal primo all’ultimo. Un corpo e un’anima, col dovuto rispetto (che molto spesso è mancato da una parte e dall’altra) sia verso chi è mosso dall’ardore di sempre, sia verso chi è in pausa di riflessione, sentendosi improvvisamente in una terra straniera.

Ma la Lazio, almeno per quanto mi riguarda, è una. Cragnottiana e vincente, Lotitiana e mediocre, infognata nel calcio scommesse o esaltata dalla Banda Maestrelli. E’ una storia di gioie e dolori che non finirà nemmeno di fronte all’ennesima sconfitta, all’ennesima campagna acquisti sballata, all’ennesima triste fotografia di uno stadio vuoto.

Non c’è un’ALTRA Lazio, mai e poi mai, così come non ci sono tifosi della Lazio diversa schiatta. Il tifoso non è una casta, è forse la categoria più bistrattata nel mondo del calcio di oggi, pur essendo alla base della piramide. Senza di loro crolla tutto, ma continuano ad essere frustati da chi sta in cima, forse perché nelle idee di chi comanda solo un popolo sottomesso può essere considerato un popolo fedele.

Quello laziale invece è un popolo libero: ma la libertà è un concetto che ferisce sempre quando non collima con le proprie convinzioni. La libertà va rispettata anche quando differisce dal pensiero guida del sentire comune. Vale per la Curva, che ha visto distorto il suo messaggio: “Torniamo allo stadio per non disperdere il patrimonio delle future generazioni” in “Torniamo allo stadio perché tutto va bene, ci hanno fatto il lavaggio del cervello!”.

Ma vale anche per quegli undici tifosi che dopo aver fatto l’abbonamento il primo giorno, si sono visti sbattuti in prima pagina. Per essere andati controcorrente, anche con insulti pesanti in quell’inferno di vigliaccheria che sono ormai i social. E così sta venendo interpretato anche il porta a porta di ieri: sorrisi e sorprese inaspettate per quegli undici tesserati che si sono visti recapitati la maglia da trasferta da De Vrij, Lulic, dai giocatori più rappresentativi, non di questa Lazio, di quella Lazio o di chissà quale invasione degli ultracorpi.

Non è con queste iniziative, si è detto, che si coprono le lacune: ed è anche giusto. E’ bello però vedere una spruzzata di buonumore per undici tifosi che erano stati additati come ascari, e che vanno invece rispettati per la loro scelta tanto quanto chi resta fuori ad oltranza o chi si è visto intimare dai giocatori di stare zitto dopo quattro gol al Chievo in una stagione piena di fiele.

Sarebbe bello il rispetto per tutti: il laziale è inquieto, oggi parla di Cragnotti come un principe azzurro, ma chi se li ricorda i sermoni sulla “Lazio che non emoziona”, le contestazioni a base di “Latte e biscotti”, i “Sergio, la Lazio siamo noi” nella notte di Montecarlo? L’era della felicità non è mai esistita, al di là di ciò che può dire qualche trasteverino che ha salito quello scalino, e che sulle partite non ci scommetteva come magari faceva Mauri, ma le cedeva proprio nelle mani del nemico, così. Eppure lui può parlare del tifoso 24 ore al giorno, come chi si scrive le lettere aperte da solo, schiavo di una battaglia che in 12 anni non ha portato un singolo frutto, nemmeno piccolo, acerbo e cisposo: ammettere di non contare alcunché sarebbe una sconfitta più dura da digerire di un 26 maggio.

Le uniche battaglie che vanno a segno, sono quelle del tifoso: che non si arrende mai, che non si vende per una maglietta, che siano le 40.000 di Ugo Longo o le 11 distribuite ieri: ma mantiene la sua identità e la sua ironia: e se un porta a porta serale può riportare un’ombra di sorriso e legittimare la libertà di una scelta, ben venga.

Le porte di casa mia per Lulic, per quel che vale, so’ sempre aperte: c’ho pure la grappa bosniaca.

Fabio Belli

E’ caos portieri in casa Lazio. Preziosi glissa: “Perin alla Lazio? No comment”

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 12:00 – Il patron del Genoa Enrico Preziosi è intervenuto a Radio Incontro Olympia. Non ha voluto però sbottonarsi sulla questione Marchetti-Perin. Il che può lasciare spazio a varie interpretazioni. Queste le sue brevi parole: “Perin alla Lazio? Non voglio rispondere… Marchetti al Genoa? No comment !”

Predomina il caos in casa Lazio e tra i settori in qui questa situazione emerge in modo evidente c’è quello dei portieri. Sembra assurdo ma ad oggi ancora non si sa chi è il portiere titolare della S.S. Lazio. Fino a ieri le indiscrezioni parlavano di un Berisha titolare, con sia Marchetti che Vargic sul piede di partenza.

Ora invece – secondo quanto riportato questa mattina da “Il Tempo” pare che sia cambiato nuovamente tutto: Berisha e Vargic non convincono Inzaghi, Marchetti è stato bloccato dalla società (e il fatto che sia stato usato come testimonial per la presentazione della second maglia può essere indicativo). Il Genoa di Preziosi pronto a “dare una mano” cedendo eventualmente Perin alla Lazio, ma nulla è certo. Insomma la parola d’ordine è “incertezza”. Le sorprese sono dietro l’angolo. La Lazio è davanti all’ennesimo crocevia. Ed è vietato sbagliare.

CALCIOMERCATO – Lazio, sbrigati. Il Siviglia fa sul serio per Rodrigo Caio…

Capitolo difensore, come abbiamo già detto la Lazio non ha alcuna intenzione di mollare la presa su Rodrigo Caio, ma non c’è più tempo da perdere, il campionato inizierà a breve e ci sono ancora tante troppe questioni in ballo da risolvere. Come se non bastasse ci sono anche le concorrenti a mettere i difficoltà i biancocelesti, tra cui il Siviglia di Sampaoli. Gli andalusi, infatti, in queste ore avrebbero presentato la loro prima offerta ufficiale: come svela il portale brasiliano saopaulofc.com.br, sono stati messi sul piatto 7,5 milioni di euro per il 50% del cartellino (che è nelle mani del San Paolo solo all’80%).

Basteranno per convincere la dirigenza del ‘Tricolor‘? E la volontà del giocatore? Dove vuole andare Rodrigo Caio? La speranza è che voglia seguire il suo amico Felipe Anderson alla Lazio. Tra le alternative continuano a rimbalzare i nomi di Acerbi, Barba e Ranocchia. Oppure rimane in piedi la pista estera con Sven Van Beek, ventiduenne olandese del Feyenoord.

 

 

 

SCUDETTO 1915 – Tavecchio: “Deciderà il Consiglio, ma non so quando…”

AGGIORNAMENTO ORE 19:54 – Tavecchio, al termine del Consiglio Federale, ha fatto sapere che il caso dello scudetto del 1915 non era all’ordine del giorno aggiungendo: “Ho consegnato a tutti i consiglieri federali l’elaborato della Commissione, in un momento successivo sarà portato all’attenzione del Consiglio“.

AGGIORNAMENTO ORE 10 – Oggi alle 13 si terrà il consiglio federale: non è detto, però, che si giunga oggi a una soluzione: come il presidente della Figc Tavecchio aveva dichiarato, la decisione definitiva a riguardo potrebbe slittare, forse dopo ferragosto. Insomma, è difficile che oggi sia il giorno in cui restituire lo scudetto, ingiustamente non assegnato alla Lazio in ax-equo con il Genoa alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Ma non è impossibile.

C’è uno scudetto da assegnare. Ancora un po’ di pazienza e verrà fatta nuovamente la storia del calcio italiano. La storia ormai si sa: nella stagione 1914/1915 lo scudetto fu attribuito dalla Figc al Genoa nel campionato 1914/15 ma senza poter disputare la finale con la Lazio per motivi di guerra. A metà luglio una commissione della Federcalcio ha scritto una relazione nella quale si spiega che sarebbe giusto assegnare il titolo ex-aequo tra Lazio e Genoa. E domani il Consiglio Federale si riunirà di nuovo per decidere se dare il terzo titolo alla Lazio.

Di polemiche e discussioni in merito ce ne sono state diverse, l’ultima riguarda – come riportato da “Il Messaggero” – le due squadre che componevano il girone del Sud, l’Internazionale di Napoli e l’Fc Naples, la vincente delle due, in gare tra andata e ritorno, doveva prima affrontare la Lazio. Il problema è che questa partita, secondo gli archivi riconosciuti, fu annullata per irregolarità nei tesseramenti. La novità sarebbe che una delle due gare sarebbe stata rigiocata e adesso vorrebbero avere voce in capitolo. Il problema però è che le due squadre non esistono più e, cosa più importante, la loro discendente non può essere in alcun modo l’attuale Napoli di Aurelio De Laurentiis perché le matricole e le iscrizioni datate alla Figc non sono le stesse e non c’è alcuna successione né mai c’è stata alcuna fusione con l’Sc Napoli o l’attuale Napoli soccer. Cosa assai diversa tra Lazio e Genoa che hanno le stesse matricole e le stesse iscrizioni del 1915 fino ad oggi del 2016. La palla ora passa nuovamente alla Figc. Che sia fatta giustizia.

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6 giocatori in lista per il post Candreva: c’è anche un ex romanista…

Trenta milioni quindi da investire sul mercato (e potrebbero diventare quasi 50 qualora venisse ceduto anche Keita). Scatta l’assalto al dopo Candreva (ufficiale all’Inter). L’uomo designato, Thauvin, è saltato definitivamente: il Newcastle non vuole cederlo al Marsiglia, ma la Lazio s’è stancata di aspettare e da una settimana ha iniziato a studiare altri profili.

Si è passati da Boudebouz del Montpellier a Sansone del Sassuolo; Da Gomez dell’Atalanta a Januzaj dello United e Zaha del Crystal Palace. Ma c’è una new entry che pare stia stuzzicando il ds Tare e facendo sognare Ciro Immobile (visto che con lui ha dato spettacolo nel Torino). Si parla di Alessio Cerci, in uscita dall’Atletico Madrid. L’esterno romano – secondo quanto riportato da Repubblica – farebbe carte false pur di tornare a casa, è italiano e inoltre aiuterebbe la Lazio a rispettare il famoso regolamento stabilito lo scorso anno dalla FIGC. Non sembra preoccuparlo il suo passato giallorosso. Costa 7 milioni di euro, ma il contratto in scadenza nel 2017 permetterebbe a Lotito e Tare di acquistarlo con uno sconto di 2-3 milioni. L’idea di ricomporre i gemelli del gol stuzzica parecchio. Preso Immobile, perché non prendere il suo gemello del gol? 35 gol in due (22 la punta, 13 l’esterno) nel campionato 2013/14 con la maglia del Torino. Poi il nulla, o quasi, per entrambi.

Biglia resta alla Lazio. La conferma dell’agente

Nel “fuggi fuggi” generale che sta coinvolgendo molti giocatori della Lazio emerge finalmente una buona notizia per i tifosi biancocelesti. Lucas Biglia continuerà ad essere il faro del centrocampo laziale ed il capitano per ancora molto tempo. La conferma arriva dalle parole di Enzo Montepaone, suo agente che parlando a ‘Repubblica’ blinda il calciatore argentino: “Lucas è ambizioso e vorrebbe lottare per traguardi prestigiosi, ma l’offerta del presidente Lotito è troppo importante”.

Parole che permettono di tiare un sospiro di sollievo e di poter dire ad alta voce che Biglia resterà il capitano della Lazio, la fascia non dovrà cercarsi un nuovo padrone…finalmente. Nella stagione di rilancio è importante ripartire da quei pochi punti fermi che ci sono, anche perché ad oggi, con le scarse risorse economiche che si hanno in casa Lazio trovare anche un sostituto che sia forte come o addirittura più forte del capitano biancoceleste è veramente dura. La firma sul rinnovo avverrà nel ritiro tedesco di Marienfeld. La Lazio ha fatto uno sforzo economico importante per tenere il perno della Nazionale Argentina. Offrirà al capitano un triennale da 2,5 milioni di euro più 500 di bonus a stagione. A giugno avevano sondato il terreno Manchester Utd e Valencia ma nessuno ha mai tentato l’affondo. “El Principito” lotterà ancora con l’aquila sul petto e si riprenderà le chiavi del centrocampo insieme a Parolo e Lulic.

Reja incensa Candreva: “E’ il migliore nel suo ruolo. L’Inter ha fatto un grande affare”

Se oggi Candreva è uno delle ali più forti del nostro calcio, lo deve anche a Edy Reja, l’allenatore che l’ha voluto e lanciato alla Lazio.  “E’ stato molto bravo racconta Reja a gianlucadimarzio.com molto forte psicologicamente. Non ha mai rilasciato dichiarazioni, interviste compromettenti. Col tempo ha iniziato a far bene. Lavorava, si impegnava. E i tifosi si sono affezionati, è stato anche capitano. Già dalla prima settimana di allenamento si vedeva che avrebbe reagito bene, in partitella era il primo a metterci grinta, voglia. Segnava e dribblava. Calciava divinamente. Poi è arrivato il gol al Napoli…”.

E tutto quel che ne consegue: “Giocatore completo, davvero. Salta l’uomo, crea superiorità, ha piede, fa tutta la fascia avanti e indietro. E’ migliorato anche nella fase difensiva. Tecnica, velocità, progressione, resistenza. Un giocatore vero, l’Inter ha fatto un grande affare. Dimostrerà tutta la sua forza”. Punti deboli? “Forse di testa. Per il resto è un talento puro”. Ala si diventa, non si nasce. Con un grazie a Reja e alle sue intuizioni: “Giocava sulla sinistra, voleva rientrare e calciare in porta. Gli ho fatto capire che sarebbe stato meglio partire da destra, arrivare sul fondo e crossare. E’ l’ultima ala che ci è rimasta, poi da quella parte ce ne sono davvero pochi. Ne abbiamo tanti a sinistra, tipo Giaccherini. O lo stesso Keita Balde. Idem Gomez, che a destra rende un po’ meno. Giocatori bravi nel