La Lazio continua a credere nei play off. Dopo la delusione per l’eliminazione nella Coppa Italia Primavera, i biancocelesti hanno dato continuità al buon momento in campionato vincendo in rimonta una partita che sembrava ormai compromessa al “Fersini” di Formello.
PRIMO TEMPO SENZA GOL – I ritmi nel primo tempo sono alti con molti capovolgimenti di fronte, ma le occasioni da rete si contano sulle dita di una mano. La prima vera palla gol è del Latina, con Sbordone che sfrutta gli spazi che la difesa biancoceleste non manca mai di lasciare agli avversari. L’esterno nerazzurro arriva alla conclusione da buona posizione, ma trova solo l’esterno dalla rete pur dando l’illusione del gol. Nella Lazio si muove molto bene Folorunsho nella zona mediana del campo, con i suoi cambi di passo preziosi e i suoi break che lo rendono molto pericoloso alla mezz’ora. Ci prova anche Rossi, ma a 6′ dall’intervallo l’occasione migliore capita sui piedi di Manoni, che su un cross di Murgia di testa va vicinissimo al bersaglio, mancando la porta d’un soffio.
RIMONTA NEL FINALE – I veri fuochi d’artificio arrivano però nel secondo tempo. La prima fiammata del Latina vale il gol al 3′. Su cross da calcio d’angolo Matosevic sbaglia il tempo dell’uscita alta facendo spiovere il pallone in area: la deviazione fatale è di Germoni, che sigla un rocambolesco autogol. E’ una mazzata per la Lazio che ci mette un po’ per riorganizzarsi. Ma la concretezza sotto porta dei ragazzi di Inzaghi cresce esponenzialmente: al 9′ Manoni spreca un perfetto assist di Rossi e al 14′ Murgia su punizione va molto vicino al pari. Sarac ed Ennali prendono il posto di Rokavec e Verkaj, ed al 32′ è proprio Sarac a trovare la prodezza che vale il pari. Una pregevolissima conclusione che permette alla Lazio di chiudere a testa bassa la sfida: a 8′ dalla fine la svolta, con un movimento da bomber consumato di Rossi che scarica in rete tutta la rabbia biancoceleste. Con questa vittoria la Lazio si isola al quinto posto e vede l’Empoli battuto a Napoli e il Frosinone battuto a Palermo lontani rispettivamente una e cinque lunghezze: i play off sono sempre più a portata di mano.
Fabio Belli
IL TABELLINO
LAZIO – LATINA 2-1
Marcatori: 48′ aut. Germoni (L), 77′ Sarac (L), 82′ Rossi (L)
LAZIO (4-3-1-2): Matosevic; Manoni, Mattia, Quaglia, Germoni; Folorunsho (76′ Beqiri), Rokavec (52′ Sarac), Murgia; Verkaj (52′ Ennali); Calì, Rossi. A disp. Borrelli, Cotani, Dovidio, Petro, Antonucci, Bernardi, Bezziccheri, Cardoselli, Impallomeni. All. Simone Inzaghi
LATINA (3-5-2): Loliva; Matino, Befani, Costanzo; Sbordone (76′ Oberrauch), Criscuolo, Gennari (63′ Kasai), Shahinas, Atiagli; Wolski (70′ Ricci), Di Nardo. A disp. Paparo, Sottoriva, Menichelli, Dal Monte, Guardabasso, Caruso, Varriale, Beccaceci, Vinciarelli. All. Marco Ghirotto
ARBITRO: Dionisi (sez. Aquila)
ASSISTENTI: Alessandro-Annunziata
NOTE. Ammoniti: 17′ Rokavec (L), 38′ Verkaj (L), 56′ Matino (Lat), 58′ Manoni (L), 80′ Criscuolo (Lat), 91′ Quaglia (L). Recupero: 3′ st.

ue parole sulla sua bellissima avventura romana e non solo: “Ho tantissimi di bei ricordi per tutti i club in cui ho giocato. Ma non dimenticherò mai di essere stato capocannoniere della Serie A con la Lazio durante la stagione 2000-01″. Per quanto riguarda il suo caro amico Veron: “Io dico sempre che Juan Sebastian è stato il miglior giocatore di sempre nel fare ‘l’ultimo passaggio’. Si metteva sempre nelle migliori condizioni per realizzare un assist, riuscendo a tirare fuori il meglio dai suoi compagni di squadra. Infatti, quando ho giocato con lui, ho avuto le mie migliori stagioni come attaccante. I gol di tacco? Erano anche merito suo, come quella volta contro la Juve. Il difensore più forte che ho affrontato? Sono tanti: Samuel, Terry, Maldini, Nesta…Ma il mio motivo d’orgoglio più grande è aver segnato a Franco Baresi”.
Gli spettatori presenti per la 25esima di campionato erano 9 mila e questa ennesima assenza quasi totale deve far riflettere e non poco chi, fino ad ora, ha finto di non sapere cosa stiano passando i tifosi della Lazio. Vero è che per la gara contro i gialloblu era stata comminata una squalifica ai danni dei settori: curva nord, distinti nord (est ed ovest). Ma questo non va ad inficiare su quanto appena detto sul calo spettatori perché, questo abbassamento dei paganti avviene ormai da inizio stagione ed i motivi sono molteplici: calciomercato estivo fallimentare, eliminazione nei preliminari di Champions League, le barriere divisorie in curva, una squadra che non ha mai convinto per voglia e determinazione, collezionando alcune figuracce purtroppo incancellabili dalla mente dei tifosi. L’ultima squalifica, con ricorso respinto, inflitta dal giudice sportivo per i cori discriminatori ha evidenziato ancor di più quanto si stia (come detto anche dal mister Pioli) facendo di tutto per allontanare il tifo dagli spalti dell’Olimpico. I numeri non mentono mai, e paragonando questi dati che accentuano il declino del popolo laziale, alle presenze della stagione scorsa, tutto appare più chiaro.
Senza barriere, con buone scelte di mercato e una squadra che buttava il cuore oltre l’ostacolo i tifosi hanno sempre presenziato lo stadio facendo registrare una media di 33.511 spettatori, mentre in questa stagione la media è ferma a 20.042 tifosi. Anche il dato degli abbonati nelle due stagioni a confronto rende ben visibile la differenza e se nel primo anno di Pioli le tessere sottoscritte erano pari a 17.400, in questo campionato la Lazio (salvo contestazione) avrebbe potuto contare sui “soli” 13800 abbonati. Non sono tantomeno paragonabili gli ultimi due Lazio-Verona giocati tra le mura amiche, visto che nelle ali dell’entusiasmo dello scorso anno e con l’assenza di ogni problema sopraccitato, i tifosi il 22 marzo 2015 si presentarono in 40.134, mentre dopo solo 11 mesi si è dovuto assistere a un desolante spettacolo di uno stadio con 9.000 spettatori. Tutto questo deriva quasi totalmente dal “genocidio” attuato dal presidente Lotito nei confronti del popolo laziale, che da sempre è la forza motrice di questa società. Se questa società, avesse come obbiettivo primario un roseo avvenire, tornerebbe immediatamente sui suoi passi, capendo che tutto o quasi dipende dall’entusiasmo che i tifosi emanano ogni domenica e che il loro sostegno può essere l’ago della bilancia (vedi la scorsa stagione). Ma tutto ciò con questa società siamo stati abituati, negli anni, a sperarlo più che a viverlo, ma nonostante tutti questi anni avversi il laziale non ha mai allentato la presa, essendo sempre vigile su qualsiasi accadimento non andasse per il verso giusto e per storia e tradizione ci sentiamo di poter assicurare che così sarà anche in futuro, nonostante ora il cielo biancoceleste sia oscurato da tante nubi, “dietro ogni nuvola, per quanto sia nera, c’è sempre un raggio di sole”.