Nella puntata andata in onda ieri sera su DMax, Chef Rubio mangia e pensa alla Lazio e ai Laziali
Non è la prima volta che Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, sparla della Lazio e dei laziali. già lo scorso anno il noto chef baraccone mediatico di Sky, aveva rosicato della sveglia patita nel derby grazie alle due polpette di Immobile e Milinkovic-Savic. Stavolta ci ricasca e, nonostante abbia vestito anche la maglia della Lazio rugby dal 2008 al 2011, evidentemente il rispetto è cosa a lui sconosciuta. Nella puntata andata in onda ieri sera su Dmax, lo chef frascatano cena con un camionista e durante il pasto si parla naturalmente di cibi e pietanze. Dopo le due bruschettine, i due ordinano due piatti di pasta per poi dividerseli. Il primo sono gli Strozzapreti alla Norcina, conditi con salsiccia, panna, pepe e una spolverata di tartufo; mentre l’altro piatto di pasta sono gli Umbrichelli cacio e pepe, un piatto condito solo con il parmigiano ma senza pecorino. Questo fa “rosicare” la stella frascatana, rincuorato però dal camionista che afferma: “Hai ragione. Però sempre meglio di quelli che fanno la Carbonara con la panna”. Pronta la risposta no sense dello chef che dice: “Sempre meglio dei laziali”.
Evidentemente “sti laziali” chissà cosa gli avranno fatto per essere di nuovo menzionati in un programma che parla di cucina. Ok lo sfottò, ma alla fine lui rimane sempre della Roma.
“A Gabriè, avoja a mannà giù bocconi amari. Daje che pure quest’anno, vincete l’anno prossimo!”
Davide Sperati

Karol Józef Wojtyla nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, in
A settembre del 1939 la Seconda Guerra Mondiale arrivò anche in Polonia. L’università venne chiusa e iniziò a lavorare. Lavorò un anno come fattorino e quattro come manovale. Nel 1941 subì la perdita del padre, dopodiché l’anno seguente entrò nel seminario clandestino di Cracovia. Dopo due anni la sua scelta di entrare in seminario fu rafforzata da una sorta di segno divino ricevuto nel corso della sua totale ripresa dopo essere stato ricoverato in stato di semi incoscienza per due settimane in ospedale dopo essere stato investito da un camion. Dopo la Seconda Guerra Wojtyla tornò in seminario e nel 1946 fu ordinato sacerdote. I due anni successivi si spostò a Roma per proseguire gli studi di filologia. Poi tornò in Polonia dove ebbe inizio il suo operato e la sua ascesa verso la nomina a Papa del 16 ottobre 1978.
Il suo pontificato ha superato i 25 anni. La sua figura è rimasta impressa nella memoria di tutti. E’ stato il Papa che si è avvicinato di più alla gente, dedicando particolare attenzione ai giovani, e che ha viaggiato per tutto il mondo diffondendo la pace e l’amore. Durante il suo mandato ha prodotto ben 14 encicliche e ha proclamato 482 Santi. Papa Giovanni Paolo II non si è mai risparmiato nonostante il suo cammino sia stato costellato da diversi problemi di salute, come il tumore al colon del 1992 e il morbo di Parkinson diagnosticato nel 2001 e ufficializzato nel 2003. Il Papa dei giovani fu debilitato dalla malattia. Non riuscì a superare un’infezione alle vie urinarie e ci lasciò il 2 aprile del 2005.
Le Sue esequie si svolsero l’8 aprile in Piazza San Pietro. Vennero officiate dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Diversi pellegrini, al grido di «Santo subito» sono rimasti vicini fino all’ultimo al Papa. Al funerale presenziarono molti capi di Stato e di governo e molti rappresentanti di tutte le religioni. Dal 4 aprile la salma del pontefice era stata esposta nella Basilica di San Pietro. Dove, una folla numerosissima (più di 3 milioni di persone), durante tutto il giorno e tutta la notte aveva reso il proprio omaggio al Pontefice tanto amato.
