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Presenze allo stadio a picco! Bene la Juventus. La Lazio invece…

L’Osservatorio Calcio, ha redatto il report sulle presenze allo stadio dei tifosi. C’è stato una caduta generale del -1.7%, ovvero il peggior dato delle ultime cinque stagioni. Bene le milanesi, con l’Inter conferma il primato degli spettatori durante le gare casalinghe (43.595) anche se il dato registra una flessione del 4.3% se rapportato all’equivalente dello scorso campionato mentre  i cugini del Milan che in casa collezionano una media presenze pari a 42.501 facendo registrare un incremento del 12.3% rispetto alla passata stagione. Bene anche la Juventus (40.122), nella top five anche Napoli (30.144) e Roma (28.910) dove, però, si registrano dei veri e propri crolli delle presenze rispetto alla passata stagione: -22.3% al San Paolo, -17.8% allo stadio Olimpico.

Spettatori in flessione anche per Fiorentina (26.031, -9.4%), Genoa (21.169, -0.9%), Sampdoria (20.362, -7.3%) e Lazio (19.456, -7.5%). Nelle prime dieci posizioni, invece, risulta in controtendenza il dato dell’Olimpico di Torino: durante le gare interne dei granata, infatti, si registra una media presenze pari a 19.639 (+1.3%). Bilancio positivo anche per il “Dall’Ara” di Bologna (19.363, +2.5%). Pressoché invariato il dato registrato al “Dacia Arena” di Udine (16.010), allo “Stadio Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo (15.891) ed al “Mapei Stadium” (11.036) mentre un vero e proprio exploit si registra durante gli incontri casalinghi del Chievo Verona (13.889, +23.5%).

E’ la Juventus la compagine che richiama il maggior numero di spettatori avversari: con in bianconeri in campo si è registrato, finora, il miglior dato stagionale a Verona (Chievo V.), Empoli, “Luigi Ferraris” di Genova (Genoa), “Giuseppe Meazza” di Milano (Inter), Palermo, Olimpico di Torino durante il derby della Mole.
Il derby di Milano (Milan-Inter) detiene il primato di match con il maggior numero di presenze allo stadio (77.882). A seguire l’incontro Inter-Juventus (76.484) e Napoli-Sassuolo (49.490).

CALCIOMERCATO – Pista argentina per Gonzalez

Alvaro Gonzalez, fino a qualche anno fa uno dei titolarissimi e intoccabili, soprattutto con Reja, “El Tata” metteva sempre la sua grinta a disposizione della squadra. Ora però la rivoluzione in casa Lazio ha colpito anche lui, infatti, dalla fine del mercato estivo è rimasto fuori rosa, non è stata trovata alcuna sistemazione. Ma ecco allora che, secondo Sky Sport, dall’Argentina arriva una nuova possibilità, infatti il Velez vorrebbe acquisire le prestazioni del centrocampista in prestito per 6 mesi.

Lopez :” Sosta necessaria per riordinare le idee “

Il 2016 sta terminando e si fanno i primi bilanci, proprio come ha fatto Antonio Lopez. L’ex centrocampista è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel : ” Il bilancio del 2016 è più che positivo. La marcia di Inzaghi è eccezionale. La delusione per la gara contro l’Inter è ancora fresca. Il tecnico biancoceleste ha detto che c’è da migliorare sotto l’aspetto della convinzione, che deve sempre restare ad alti livelli. Sono d’accordo: contro i nerazzurri la squadra non doveva mollare subito, la Lazio deve acquisire la mentalità della squadra forte. Bisogna essere cinici, non leziosi. La reazione post-derby è stata ottima ma non ci si doveva sedere dopo quanto fatto, doveva esserci continuità di risultati. Bisogna stare sul pezzo tutte le partite. La Lazio deve assumere la mentalità della Juventus, quella di lottare ogni gara fino al 95’. A Milano, dopo un primo tempo decisamente positivo, non si può regalare tanto nella ripresa. Prendere tre gol non è molto bello, c’è da lavorare tanto e darsi da fare per diventare una squadra che ogni domenica non regala nulla.”

Poi su la situazione che la Lazio troverà al rientro dalle vacanze: “ La sosta sarà necessaria per riordinare le idea. Nelle prossime settimane non ci sarà Keita: cambierà l’impostazione della squadra. Con il senegalese è tutta un’altra cosa, lo ha dimostrato il suo inserimento a gara in corso a Milano. Sarà necessario trovare altre soluzioni, possibile che Lulic venga schierato nel tridente come già proposto da Inzaghi nelle ultime due trasferte. Con Lulic davanti insieme a Immobile e Felipe Anderson siamo più coperti. Ai biancocelesti servirebbe una seconda punta: una con numeri importanti in zona gol e che sia da supporto a l’attaccante di Torre Annunziata. Immobile è un grande giocatore ma non può scendere in campo ogni partita con l’obbligo di segnare. Tutti confidano in lui, sono certo che si riprenderà da questo periodo di scarsa vena realizzativa”.

Bonucci shock: “Volevo lasciare il calcio, ecco perché”

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Il calcio messo per un po’ da parte, con il rischio di abbandonarlo definitivamente. Ci sono situazioni più importanti nella vita che, a volte, sconvolgono l’esistenza nel breve volgere di qualche attimo. Leonardo Bonucci lo sa. L’incubo vissuto negli ultimi mesi lo ha temprato dal punto di vista psicologico, trovando dentro di sè una forza d’animo davvero straordinaria. Adesso la serenità è tornato sul volto del difensore bianconero, grazie anche alla felicità dei suoi figli, in particolare del piccolo Matteo. “Ho festeggiato il Natale a Viterbo, casa mia, con tutta la famiglia. Papà dipendente Telecom, mamma contabile in un’azienda di termoidraulica. Il Capodanno sarà a Sestriere con mia moglie Martina e i nostri figli. Lorenzo Filippo che compirà cinque anni a luglio e Matteo Marco, tre il prossimo maggio. Momenti semplici, con un regalo che ci ha fatto qualcuno più grande di noi. La paura che è durata da luglio sino a pochi giorni fa è finita. A Matteo ora ripetiamo spesso una sorta di mantra: sei tu il nostro campione, hai vinto la partita più difficile. Gli leggo libri di favole, le storie di Cars. È tornato a giocare con suo fratello, presto potranno anche ricominciare a fare la lotta. Finalmente sta bene fisicamente e psicologicamente“.

Il calvario è finalmente finito, ma Bonucci non si esime dal raccontarlo ai microfoni della ‘Repubblica’: “Estate, vacanze a Formentera dopo i campionati europei in Francia. Tre settimane prima a Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo la sensazione che Matteo sia diventato un bimbo diverso. All’inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All’ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Bisogna intervenire subito, ci dice il medico. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio. Mentre superava le porte della chirurgia Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé. Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino. Poi sono uscito dall’ospedale e ho trovato ad aspettarmi una trentina di persone, famigliari e amici. Qualcuno aveva chiesto un permesso dal lavoro, altri avevano chiuso il negozio. Per loro, per i miei compagni di squadra, per i tifosi, non soltanto della Juventus, che ci sono stati vicini in questi mesi ho pianto in tv. È stata l’emozione di un grazie. Matteo è tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall’intervento. Un recupero record“.

L’incubo però non era ancora finito: “E’ cominciata l’attesa dei progressivi miglioramenti, l’ansia di cogliere ogni piccolo passo in avanti, la speranza che il tempo necessario a dissipare i timori scorresse rapido. Abbiamo spiegato la situazione a Lorenzo, abbiamo parlato a lungo e pazientemente con Matteo per renderlo consapevole che era successo qualcosa di molto importante, ma che non doveva avere paura perché sarebbe tornato come prima. In quelle settimane sono stato sfiorato dall’idea di abbandonare il calcio, avevo completamente accantonato l’obbligo di pensare al mio lavoro. Proprio non ci riuscivo. Mi ha aiutato mia moglie Martina, con la sua determinazione, un’energia che sfiora la testardaggine. Lei mi ha convinto a sposarla, nonostante il nostro amore non fosse stato un colpo di fulmine, lei mi ha dato stabilità, sempre lei mi ha tirato fuori dal pozzo dopo ogni caduta, come quando mi sono trovato, da innocente, sbattuto nell’inchiesta sul calcio scommesse. Martina mi ha insegnato a essere fiero di me stesso nel bene e nel male. E ho capito che nel dolore tutte le famiglie si assomigliano. I privilegi si azzerano nella sventura, se vuoi riemergere devi lottare“.

Adesso Matteo sta bene, così Bonucci può tornare a pensare al calcio: “Una delle persone che hanno aiutato la mia crescita sportiva è Antonio Conte, che mi ha trasformato sul piano tecnico e tattico, e ci ha trasformati tutti alla Juve, prendendo una squadra dal settimo posto per portarla a tre scudetti consecutivi. Ha creato un gruppo di giocatori affamati. Si sarebbe potuto continuare. Lui ha deciso diversamente. Quando l’ho ritrovato in Nazionale gli ho detto, scherzando, che dieci giorni di allenamenti ai suoi ordini sono il tempo perfetto…».

Un carattere schivo quello di Bonucci, residuo di un’adolescenza solitaria: “Sono fatto così, forse per la mia gioventù. Indosso un’armatura. Sono una mente tanto pensante e una bocca poco parlante. Lo ammetto, la diffidenza è un mio limite, i miei veri amici sono pochissimi. La ragione della maglia 19? Un altro lascito di Ferrarini, appassionato di numerologia e simbolismi. Difficile da spiegare. Le dico soltanto che il numero 19 è presente nella data di nascita di mia moglie e dei miei figli e nel giorno del nostro matrimonio. Ed è il motivo per cui ho voluto firmare il rinnovo del contratto con la Juventus il 19 dicembre. Chelsea? Vorrei diventare una leggenda qui“. Infine, il difensore bianconero racconta il curioso derby di casa Bonucci: “Mio figlio Lorenzo tifa Torino ma non posso farci nulla, a meno che non gli proibisca di frequentare i suoi migliori amici dell’asilo. Ci corre per casa imitando la cresta di Gallo Belotti. Voleva farsi stampare sul retro della maglia granata il nome di Pogba…gli ho detto di no, questo proprio non me lo poteva fa’!“.

 

FonteGianlucadimarzio.com

Lazio-Giaccherini, risponde l’agente. Che poi consiglia Di Canio…

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Quello di Emanuele Giaccherini è solo l’ultimo dei nomi circolati in casa Lazio per la sostituzione di Keita. Proprio di quest’indiscrezione ha parlato, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, l’agente del calciatore, Furio Valcareggi: “Al momento non so nulla da parte della Lazio. Non ho sentito Tare e non conosco personalmente Lotito, dunque non ho avuto mezzo indizio in questa direzione. Certo, se partisse Keita… Anche se Emanuele comunque è più una mezz’ala da corsa. Copre una distanza di 13-14 chilometri a partita e potrebbe dunque diventare un esterno alto di quantità. La sua arma principale è però la duttilità, oltre alla grande capacità di ritrovarsi con i tempi giusti solo davanti al portiere“. Doti che non gli hanno permesso tuttavia di ritagliarsi il suo spazio nel Napoli: “I partenopei, come rosa, sono superiori anche alla Juventus, che però resta più forte davanti. Quando davanti hai Callejon, Insigne e Mertens, è normale che giochi poco, anche se comunque Giaccherini è sceso in campo sia in campionato che in Champions League. Per Giuntoli è incedibile, ma questo è un concetto che nel calcio non esiste“. Un approdo quello ai piedi del Vesuvio avvenuto dopo la parentesi al Sunderland: “Facile rimuginare sulle decisioni il lunedì, meno prenderle il sabato. Certo si fa poca fatica, ma il contesto prestigioso è stato importante nel farci decidere anche di abbandonare la strada Torino, con cui era tutto fatto“. Sulle possibilità di uno sbarco nella Capitale: “Con Lotito non ho parlato, ma so che Emanuele non guadagna tanto per i parametri biancocelesti. Poi non saprei. Il presidente se lo può permettere, ma è anche uno che sta molto attento ai conti. In biancoceleste poi ritroverebbe Marco Parolo, di cui è un grande amico. Sullo stipendio però i giocatori non fanno sconti. Giaccherini è un bel ristorante, non si prende con un budget da pizzeria“. Anche in biancoceleste si troverebbe davanti una notevole concorrenza: “Keita e Felipe Anderson sono giocatori importanti e se la battono con gli esterni del Napoli, che però vivono un periodo piuttosto fortunato e stanno letteralmente dipingendo il campo sostenuti dalla solidità di Diawara, un calciatore che in futuro diventerà forte quanto Pogba“.

Qualche parola poi sull’avventura al fianco di Paolo Di Canio: “Entrò nello spogliatoio facendo troppo rumore. Era sempre troppo agitato. Io in carriera l’ho aiutato a Terni e da allora è molto cambiato. Fare l’allenatore è diverso dal fare il calciatore, bisogna essere più riflessivi. Lui ha reso un po’ violento l’approccio con la squadra quando invece deve violentare un po’ la sua esuberanza per ripartire alla grande su una panchina“. Infine, sull’arrivo dei cinesi nel calcio italiano: “Stanno entrando a piedi uniti con tanti di quei soldi che fanno barcollare anche giocatori che guadagnano bene. Hanno fatto un’offerta ad Hamsik, vi svelo, fuori di testa. Stanno venendo qua con argomenti irrinunciabili. Oscar guadagnerà 25 milioni netti l’anno, ed è solo l’inizio di fermenti pazzeschi“.

CALCIOMERCATO – Non solo Gabbiadini: anche un altro ‘napoletano’ nella lista per il post Keita

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A gennaio la Lazio perderà Keita, impegnato nella Coppa d’Africa, e dovrà dunque muoversi sul mercato per trovare un degno sostituto, viste le poche garanzie offerte sinora da giocatori come Kishna e Luis Alberto. A stuzzicare i capitolini, oltre al profilo di Biabiany, anche quello di Emanuele Giaccherini, che non trova spazio nel Napoli di Maurizio Sarri e potrebbe dunque dirigersi verso altri lido. Il suo contatto scadrà nel 2019, ma la sua partenza dal club partenopeo potrebbe avvenire già a gennaio: come riporta Calciomercato.it, anche la Roma sembra interessata all’ex Juventus.

Sempre in casa Napoli, si guarda anche a Manolo Gabbiadini: l’attaccante – come riporta l’edizione online di Repubblica – vorrebbe restare in Italia, per questo un trasferimento nella Capitale sarebbe cosa gradita rispetto all’ipotesi Stoke City – che offre 28 milioni – promossa dalla società napoletana. Un affare che potrebbe andare in porto proprio grazie a Keita: se entreranno almeno 20 milioni per il suo cartellino, nelle casse laziali, Lotito potrebbe decidersi.

SERIE A – I Flop del 2016: presenti 3 biancocelesti

Nonostante la pesante sconfitta di Milano l’annata di Simone Inzaghi resta molto positiva e gli elementi per ripartite con entusiasmo nel 2017 ce ne sono in abbondanza. Non è tutto oro però quello che luccica. Questa prima parte di stagione ha evidenziato anche dei veri e propri “flop” nell’organico del tecnico piacentino, giocatori che hanno deluso le aspettative: stiamo parlando di Vargic, Morrison, Kishna, Luis Alberto, Djordjevic e Leitner. 3 di loro hanno avuto il “privilegio” di finire nella top11 dei flop stilata da Gianlucadimarzio.com (ma qualora li avesse li avesse messi tutti e 6 sicuramente non avremmo gridato allo scandalo). A cominciare proprio dal portiere croato Ivan Vargic. Chiamato a difenderne i pali di questa ipotetica formazione fittizia (almeno qui è titolare). Arrivato dal Rijeka, l’estremo difensore croato non ha ancora esordito in Serie A: in assenza di Marchetti, Inzaghi gli ha preferito Strakosha. Doppietta a centrocampo, con Ravel Morrison e Ricardo Kishna che rubano la scena. L’inglese ormai si è auto escluso dalla rosa biancoceleste e attende una chiamata dall’Inghilterra, mentre l’olandese si è perso tra infortuni e l’esplosione dell’ex Primavera Lombardi. Ma l’assenza di Keita (per giocare la coppa d’Africa) può essere per l’ex Ajax un’ottima occasione di rilancio. Di seguito la formazione completa.

FLOP 11 (3-4-3) – Vargic; Benalouane, Ranocchia, Vangioni; Morrison, Kishna, Ucan, Bertolacci; Gabigol, Paloshi, Balogh.

L’ERBA DEL VICINO – E il Pupone dove stà? Gaffe nella locandina di auguri. Tifosi insorgono con commenti memorabili

Buon Natale e grazie per il vostro supporto nel 2016“. Questo recita la locandina di auguri pubblicata sul sito ufficiale della Roma. A prima vista niente di strano se non fosse che nella locandina non viene raffigurato capitan Totti. E questo non è stato perdonato dai tifosi della “Magggica”

Si vedono il tecnico Spalletti, De Rossi, Strootman, Salah e Szczesny ma mancano il capitano Totti, Nainggolan e Florenzi. Di seguito una serie di esilaranti commenti rilasciati dai tifosi della AS FRANCESCO TOTTI (P.s. gli errori grammaticali nei commenti non sono stati VOLUTAMENTE corretti dalla redazione, perciò sono tutti ORIGINALI): “No Totti, no Roma“, “As Roma hai fatto uno scivolone”, “Vogliono fare fuori Totti, Spalletti in primis, “Mi sa che avete toppato pure questa volta…manca il simbolo di Roma”, “Continuate imperterriti a cancellare simboli e storia, la memoria non si cancella! Ho siete stupidi o in malafede…o entrambi?

E c’è anche chi dà del ridicolo alla propria squadra (siete fantastici): “American Straccions…neanche a Natale il rispetto per Nostro Signore Francesco Totti…ridicoli!“, Che tristezza ‘sti auguri. tanto, fra qualche anno de quel gruppone nun se ne ricorderà più nessuno, “fenomeno” rosicone in testa, mentre ci sarà per sempre un solo Capitano“, “Manca il Capitano..nun ve permettete! Ma che é poi quel super capoccione de Spalletti?! Fate ride levate sto post d’auguri

E chiudiamo con il commento del secolo della serie “COMPLOTTO&VERGOGNA”: “vergogna! estrema vergogna! assoluta vergogna! non vi preoccupate, ci pensiamo da soli a ricordare il nostro grande immenso vanto! lui è la Roma, e tu che hai creato questa immagine non sei un caxxo. Auguri a tutti i fratelli Romanisti, alla nostra amatissima Roma, ma tu vergognati“.

Auguri Cappetà!

Lazio, ecco l’offerta del Bayer per Keita. Cosa risponderà la società?

AGGIORNAMENTO DEL 27/12 ORE 09:30  Keita comincia a fare gola a molte squadre e la sua posizione conflittuale con la Lazio in tema di rinnovo rende ancora più appetibile l’eventuale operazione di acquisto. Per il senegalese – come riporta “Il Corriere dello Sport” – c’è un forte interesse dei tedeschi del Bayer Leverkusen. Sì proprio il club tedesco a cui Keita, più di un anno fa, aveva segnato il gol vittoria nella gara d’andata preliminare di Champions portando la Lazio ad un passo dal sogno. Il club tedesco si era fatto sotto nell’estate del 2015, di nuovo ora  ha lanciato segnali di interesse concreto nei confronti del classe ’95.  I tedeschi per l’ex barca sono disposti ad offrire 22-23 milioni. La palla passa a Lotito: il numero uno laziale dovrà scegliere se accontentarsi o continuare a tirare la corda.

Diventa sempre più incerto il futuro di Keita. Rimarrà? Verrà ceduto? In estate o a Gennaio? Purtroppo dare una risposta al momento diventa una vera e propria impresa per chiunque. Il senegalese per ora ha la testa solo all’ormai prossima Coppa d’Africa da giocare con la sua nazionale. Per ora quindi non ha intenzione di pensare al futuro anche se l’indicazione per il suo procuratore è chiara: cambiare aria a fine stagione. Nonostante ciò però, secondo quanto riportato da Sky Sport24, la Lazio ha intenzione di fare un ultimo grande tentativo per far cambiare idea al ragazzo: nei primi giorni di gennaio, infatti, Lotito proporrà “l’ultima offerta” al classe ’95 per provare a prolungare il contratto (in scadenza nel 2018). Se dovesse arrivare un altro rifiuto, a quel punto la Lazio lo metterà ufficialmente sul mercato per circa 20/25 milioni di euro.

“Torna a casa Filip”: il Lione spinge per avere il numero 9 biancoceleste

La Francia chiama, che farà Filip? Nonostante Djordjevic sembrava essere promesso sposo del Genoa, in Francia sono convinti che il futuro dell’attaccante serbo non sarà ancora nel bel paese, anzi rilanciano con un possibile ritorno “a casa”. Il Lione fa sul serio per Djordjevic: è deciso a riportare in Ligue 1 il bomber serbo dopo l’esperienza con la maglia del Nantes. Secondo Gianlucadimarzio.com però come al solito Lotito spara alto: 15 milioni di euro. Cifre che però può abbassarsi sensibilmente a  circa 6-7 milioni nel momento in cui la trattativa entrerà nel vivo. I media francesi addirittura parlano (oltre a quello del Lione), anche di un interessamento anche del Marsiglia di Rudi Garcia. Il Genoa attenderà fiducioso o rilancerà? Filip fatica a trovare spazio nella Lazio, appena dieci presenze e la maggior parte a gara in corso, e potrebbe decidere di ripartire proprio dalla Liguria. Ormai manca poco all’apertura del mercato, la sensazione è che non si dovrà attendere molto.

Boxing Day, Conte sempre più nella storia: dodicesima vittoria di fila per il Chelsea

Come da tradizione, nel giorno di Santo Stefano il calcio inglese scende in campo al gran completo nel classico Boxing Day. E il grande protagonista in Premier League è stato ancora una volta il Chelsea di Antonio Conte, che battendo tre a zero a Stamford Bridge il Bournemouth ha ottenuto il dodicesimo successo di fila in campionato. Un record che mantiene i Blues saldamente in testa alla classifica con sette punti di vantaggio sul Manchester City, a sua volta capace di rifilare un tris a domicilio all’Hull City. La squadra di Guardiola è andata a segno solo negli ultimi venti minuti di gara, con un rigore di Yaya Touré, un gol di Iheanacho e un’autorete di Curtis Davies.

Momentaneamente terzo l’Arsenal che grazie ad una rete di Giroud a quattro minuti dal novantesimo ha piegato all’Emirates Stadium le resistenze del West Bromwich Albion. Nella sfida di oggi nel tardo pomeriggio, nel posticipo il Liverpool di Jurgen Klopp battendo lo Stoke City staccherebbe di nuovo di tre punti i Gunners e si riporterebbe al secondo posto, a -6 dal Chelsea e davanti al City di Guardiola. Bene anche Tottenham e Manchester United, che battono in casa rispettivamente 2-1 il Burnley e 3-1 di Sunderland. Il Watford di Mazzarri pareggia in rimonta contro il Crystal Palace, l’Everton sbanca il King Power Stadium 2-0, col Leicester di Ranieri, campione d’Inghilterra in carica, sempre più in zona retrocessione, con soli tre punti di vantaggio sul Sunderland terzultimo.

Fabio Belli

SERIE A – Il Tar annulla tutte le multe sui diritti tv. Beretta soddisfatto

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Colpo di scena sul caso dei diritti tv. Il Tar del Lazio ha deciso di annullare tutte le sanzioni ai danni di Mediaset, Sky e Lega Calcio, in quanto non sussisterebbero situazioni di scorrettezza delle parti citate. Di conseguenza vengono a cadere tutte le sanzioni comminate dall’Antitrust per il triennio 2015-2018.

Il Presidente della Lega, Maurizio Beretta, ha così commentato all’Ansa: “Sono soddisfatto per l’esito della sentenza del Tar. E’ stata riconosciuta la nostra correttezza“. Nonostante ciò, l’Antitrust farà ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. La causa è ancora aperta.

 

We Run Rome, quasi 10.000 podisti iscritti per la gara di Capodanno

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Il 31 dicembre si terrà la gara podistica a Roma, per celebrare l’anno che verrà. La manifestazione , dal nome We Run Rome, sta registrando il boom di iscritti. Lo scorso anno si arrivò a quota 8.000. Per la gara di questo 2016 si sta polverizzando ogni record e si attesta che ci saranno quasi 10.000 podisti.

Il percorso attraverserà il cuore di Roma, dalle Terme di Caracalla al Circo Massimo, passando per Piazza Venezia, Piazza di Spagna e Piazza del Popolo. La gara competitiva sarà su un percorso di 10 km, la gara non competitiva si articolerà su un percorso della lunghezza di 5 km. Presenti anche gli arbitri di calcio, vista la collaborazione tra la We Run Rome e l’AIA.

Simone Inzaghi laziale dell’anno

La Lazio è una delle vere rivelazioni del campionato italiano in questa parte finale di 2016, su questo sono tutti d’accordo. Merito innanzi tutto di mister Inzaghi che subentrato dopo il no di Bielsa era considerata come la scelta perdente da chiunque avesse seguito la vicenda. Sono stati pochi i coraggiosi che da subito hanno riposto la loro fiducia nell’ex punta biancoceleste e come dargli torto a chi storceva il naso dato che era pronto a salire sul treno per Salerno. Infatti il vero merito di Inzaghi non è stato solo quello di rilanciare in alto il morale di tutto l’ambiente laziale mettendo insieme una squadra competitiva e unendo un gruppo sull’orlo del tracollo, ma soprattutto va reso onore alla sua voglia di Lazio. Già, proprio quel sentimento di vicinanza per i colori biancocelesti che ha fatto rispondere presente alla chiamata di Lotito sapendo che sarebbe potuto diventare il bersaglio di tutti i mal di pancia del momento più basso della Lazio degli ultimi anni. Le accuse lanciate contro di lui sono state molteplici, su tutte lo si accusava di non essere all’altezza del progetto e di essere capace soltanto a rappresentare le volontà del Presidente come un impiegato qualunque. Ma il suo obiettivo era la panchina della Lazio e era disposto ad arrivarci anche attraverso qualche stagione di “gavetta” alla Salernitana, cosa poi non più necessaria e Simone non si è tirato indietro. Si riteneva l’uomo giusto per la Lazio, non un traghettatore e neanche un rimpiazzo, era sicuro delle sue capacità e delle potenzialità del gruppo. Per una serie di (s)fortunati eventi si è ritrovato ancora a Roma e come è andata e sta ancora andando è sotto gli occhi di tutti. Quarto posto, 11: una situazione che solo a ripensare ad un anno fa sembra più che idilliaca. Sicuramente a volte ha sbagliato e sbaglierà ancora, ma altrettanto sicuramente affronterà a testa alta tutte le sfide che incontrerà con la sua squadra, senza tirarsi indietro e nascondersi. Non si vuole fare l’apologia dell’allenatore piacentino ma si deve riconoscere l’indubbio coraggio che ha dimostrato nel mettersi in gioco contro tutto e tutti, e questa è una dote che non tutti hanno, neanche gli allenatori più esperti e famosi.

CHAPECOENSE – Emergono nuovi agghiaccianti dettagli

Emergono nuovi dettagli inerenti il disastro aereo che il 28 novembre scorso vide coinvolta la squadra di calcio brasiliana della Chapecoense.  Gli investigatori colombiani hanno infatti accertato che il British Aerospace 146 della compagnia charter boliviana Lamia viaggiava con poco carburante e in sovrappeso. Dalle registrazioni della cabina di pilotaggio emerge un’animata discussione tra pilota e co-pilota che resosi conto del poco carburante dovevano decidere se fare scalo a Leticia o a Bogotà. In realtà poi l’aereo ha proseguito, evidentemente non calcolando che era in sovrappesso. Un errore di calcolo che è costato la vita a 71 persone.

Lazio debole con le grandi. Ma nel 2017 cambierà qualcosa

La Lazio sopra ogni aspettativa si trova al quarto posto in solitaria un punto sopra il Milan e uno sotto il Napoli. Ma nonostante questa situazione idilliaca un dato negativo è sotto gli occhi di tutti: La Lazio è “piccola con le grandi. Contro quelle squadre di alta classifica, con cui si giocherà le prime posizioni, ha vinto 1 volta (Fiorentina), pareggiato con il Napoli e totalizzato zero punti con Inter, Juve, Milan e Roma, per un totale di 4 punti in 6 partite. Con le “altre” la situazione si capovolge, condizione necessaria per un punteggio come quello dei biancocelesti, e totalizza i restanti 30 punti, ben 2.5 di media a partita. Un altro dato che può far riflettere riguarda le sfide contro le prime 8 squadre (includendo quindi anche Atalanta e Torino), in queste partite la Lazio ha subito 13 gol sui 15 totali nei secondi tempi. Questi due dati si leggono bene guardandone un terzo, l’età media di 24.9 anni. Infatti le difficoltà a recuperare partite ed affrontare le “grandi”, in contrapposizione con l’esuberanza dei primi tempi giocati al massimo, possono essere motivate dalla giovane età, e quindi poca esperienza, di molti dei giocatori laziali e non ultimo l’allenatore. Per i tifosi tutto sommato questa analisi è un fattore positivo, infatti quei punti mancanti per competere ad alti livelli non sono dati da difetti intrinsechi della rosa ma da una mancanza di esperienza che si può colmare solo con la crescita. E’ questa la direzione del gruppo di Inzaghi: crescere. Crescere nei secondi tempi, crescere psicologicamente per sostenere e sostenersi anche nei momenti difficili, come ad esempio nelle sfide contro Roma ed Inter, dove accusato il colpo la squadra non ha reagito. Al centro di questo percorso ci saranno proprio gli scontri diretti come banco di prova di un salto di qualità necessario che, nell’ambiente laziale, si cerca da tempo. Fortunatamente contro Inter, Roma, Torino e Milan la Lazio giocherà in casa ed avere il proprio pubblico vicino sarà sicuramente un’arma in più che avranno i giocatori per riuscire a sostenere il “peso delle grandi” e questo sarà un fattore importantissimo. A maggio si avranno tutte le risposte, in un senso o nell’altro.

 

Lazio, approfittane! Quanti big a parametro zero nel 2017

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Il 2017 sta per arrivare e con sé porterà una lista impressionante di parametri zero. E’ vero che giugno è ancora lontano, ma è sempre meglio anticipare l’eventuale concorrenza. Perchè di concorrenza ce ne sarà molta per i tanti BIG che si ritroveranno senza una squadra. Per la Lazio potrebbe essere un’occasione d’oro per puntellare la squadra. Alcuni non sono più giovanissimi ma hanno fatto la storia ovunque hanno giocato. Vediamo insieme i più intriganti:

Ibrahimovic – Re Zlatan si svincolerà dal Manchester United. Nonostante i 35 anni è ancora tra i più forti nel suo ruolo.

Balotelli – In estate è stato accostato a più riprese alla Lazio. Al Nizza sembra esser tornato quello di qualche anno fa, a suon di gol ed ottime prestazioni.

Yaya Tourè – Nonostante l’età avanzata, è ancora uno dei centrocampisti con il miglior piede in circolazione. Oggetto dei desideri di Mancini ai tempi dell’Inter.

Ivanovic – Difensore jolly del Chelse, può giocare sia centrale che terzino. Affidabilissimo.

Jesus Navas – Potrebbe far comodo ad ogni squadra italiana che giochi con il 4-3-3. Esterno dall’ottima tecnica e dal dribbling facile. Attualmente al Manchester City.

Mertesacker e Thiago Silva – Due centrali difensivi tra i più forti in circolazione. Sarà difficile che non rinnovino il contratto, ma i grandi club sono pronti a soffiarli rispettivamente ad Arsenal e PSG.

Zabaleta – L’argentino del City è un ottimo terzino che può giocare sia nella difesa a 4 che nel centrocampo a 5.

Lichtsteiner – Come lo vedreste un suo ritorno alla Lazio?

Gonzalo Rodriguez – Difensore della Fiorentina, ancora non ha trovato l’accordo per il rinnovo. Ottimo centrale con il fiuto del gol ed anche rigorista.

Choupo Moting – La punta dello Schalke 04 potrebbe essere un vero affare per i club italiani. Ottimo fiuto del gol e tanta tecnica

La lista è ancora e spiccano i nomi di Pepe, Sagna, Clichy, Fernandinho, Lucas Leiva, Obi, Witsel, Antonio Valencia, Santi cazorla, Berahino. E voi chi consigliereste alla Lazio?

Onazi attacca la società Lazio e rivela il futuro di Keita

La storia tra la Lazio e Ogenyi Onazi si è chiusa bruscamente questa estate dopo 5 anni. Il giocatore era arrivato nella Primavera di Bollini, di cui era stato protagonista fino alla finale poi persa contro l’Inter. Il giocatore era progressivamente diventato un titolare nel corso degli anni fino all’avvento di Pioli che, specie il secondo anno, gli ha fatto collezionare panchine su panchine, tanto da convincere il nigeriano a lasciare la Capitale per trasferirsi in Turchia nelle file del Trabzonspor.

Incalzato da lazionews24.com, Onazi ha commentato la stagione della sua ex squadra: “Fino a quando Inzaghi resterà alla Lazio, la squadra farà bene. Uno dei miei rimpianti è proprio quello di aver lasciato il club quando è arrivato lui. Mi sarebbe piaciuto giocare ancora per lui, perché ha sempre creduto in me, addirittura in estate mi ha chiesto di restare e mi ha detto che avrebbe parlato direttamente lui con la dirigenza per farmi ottenere il rinnovo del contratto. Io però avevo già fatto la mia scelta, dovevo lasciare la Lazio per i troppi problemi che erano nati. Mi manca Inzaghi, perché è davvero un bravo allenatore e capisce i giocatori. Poi mi mancano i tifosi che con me sono sempre stati meravigliosi, mi mancano anche le canzoni e i loro cori d’incoraggiamento allo stadio. Li ringrazio per i messaggi d’affetto che continuano a mandarmi. Poi mi mancano tanto anche i miei ex compagni di squadra, parlo con loro quasi tutti i giorni

E pensare che due anni fa Onazi fu il protagonista del San Paolo nella sfida Champions contro il Napoli: “Non la dimenticherò mai quella serata, anche perché fu veramente una partita difficile, dove tutti eravamo sotto pressione. Poi quando sono entrato, ho segnato e il mio gol ha regalato la qualificazione ai preliminari di Champions. Ringrazio sempre Dio per tutto quello che mi ha dato”

Dai ricordi belli a quelli brutti legati alla società: “Riguarda la questione degli stipendi è veramente vergognoso che io e la Lazio ci ritroviamo a discuterne. E’ una grande società, io ho firmato un contratto, dopo aver lavorato ricevere ciò che mi spetta è normale. Se quando ero in trattativa qualcuno dei dirigenti ne avesse discusso con me avrei potuto capire. Non credo stiano agendo in maniera intelligente, questo significa comportarsi da sprovveduti. Non so quali prove vogliano portare alla FIFA per giustificare il fatto che non mi hanno pagato. Ho lavorato ogni giorno sul campo con la Lazio, fin quando non sono andato via e per questo devo essere pagato e non rinuncerò al mio stipendio per niente e nessuno. È una vergogna che la Lazio non mi paghi, anche perché loro hanno ricevuto puntualmente i soldi dal Trabzonspor e adesso vogliono tenersi i miei stipendi. Vorrei che tutto ciò non fosse successo perché amo tantissimo la Lazio, è la squadra con cui ho iniziato la carriera”.

Poi su Keita rivela: “Il più grande errore della Lazio sarà quello di vendere Keita! E’ un talento puro”. Infine un saluto ai tifosi: “Voglio sfruttare l’occasione per ringraziare la grande Curva Nord e tutti i tifosi della Lazio per il loro amore che mi hanno dato e che continuano a farmi sentire ogni giorno con i messaggi che mi arrivano. Mi mancano davvero e auguro a loro tutto il meglio dal mio cuore. Il mio desiderio è che un giorno la Lazio potrà vincere lo scudetto e giocare in Champions League ad alti livelli. Buon anno e felice anno nuovo a tutti!

CALCIOMERCATO – Keita: il sostituto arriva dall’Inter?

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Eccoci quasi a gennaio: tempo di calciomercato ma anche di Coppa d’Africa. La manifestazione africana porterà via alle squadre italiane molti giocatori almeno per un mese. Tra questi ultimi anche Keita Balde Diao. La partenza del senegalese costringerà la società biancoceleste a trovare un degno sostituto per l’attacco di Simone Inzaghi. Soluzioni interne per sostituire Keita la Lazio ne avrebbe diverse: c’è il giovane Lombardi, l’olandese Kishna e lo spagnolo Luis Alberto. Tre alternative che però non convincono in pieno e per questo motivo la Lazio sta valutando l’ipotesi di tornare sul mercato. Cerci sembra tramontato, Cafù del Ludogorets ha sulle sue tracce diverse squadre, e a questo punto  dirigenti biancocelesti potrebbero decidere di puntare su un giocatore che conosca già il campionato italiano e che possa essere raggiunto senza sborsare cifre esorbitanti. Il profilo giusto potrebbe essere quello dell’interista Jonathan Biabiany. Il giocatore nerazzurro piace al ds Igli Tare che cercò di arrivare al calciatore già due anni fa quando giocava con il Parma. Biabiany è fuori dai piani di Pioli e vorrebbe trovare una nuova squadra che sia disposta a credere in lui. L’Inter vuole 8 milioni di euro ma potrebbe essere disposta a cederlo in prestito oneroso, una modalità che il presidente laziale Claudio Lotito ama molto.

 

LAZIO STORY – Il 26/12/71 la Lazio di Chinaglia e Maestrelli sfidò il Taranto

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Altri tempi, altro calcio, altri calciatori. Quest’oggi ci proiettiamo nel 1971, quando la Lazio di Chinaglia sfidò il Taranto in quella domenica del 26 dicembre. Allo Stadio “Salinella” si disputa la 14esima giornata del campionato di Serie B. La banda Maestrelli in quella stagione è tra le favorite per la promozione nel calcio che conta. Eppure, nonostante il secondo posto a fine stagione, non fu un’annata facile.

In quel 26 dicembre i biancocelesti affrontarono una dura prova. Uno stadio gremito fino all’ultimo posto ed un Taranto pronto a vender cara la pelle. Il risultato finale fu 0-0 ma la Lazio rischiò grosso. Eroici furono Papadopulo, che decise di continuare il match nonostante una sublussazione alla spalla, e Wilson, anche lui con un problema alla coscia, rimanendo sempre in campo. Ma il man of the match fu il nostro portiere Bandoni. Una serie di interventi prodigiosi tennero a galla la banda Maetrelli. Chinaglia all’80esimo servì magistralmente Facchin che però non riuscì a centrare la porta. Alla fine fu un punto d’oro che servì per la promozione in Serie A, a fine stagione. Due anni dopo arrivò il primo scudetto. Ma quella è un’altra storia…

26 dicembre 1971 – 1707 – Campionato di Serie B 1971/72 – XIV giornata – calcio d’inizio ore 14.30

TARANTO: Cimpiel, Biondi, Colletta, Pelagalli, Cattaneo, Gagliardelli, Morelli, Aristei, Paina, Tartari, Beretti. A disp.: Baroncini, Campidonico. All. Caciagli.

LAZIO: Bandoni, Facco, Oddi, Wilson, Papadopulo, Martini, Massa, Abbondanza, Chinaglia, Moschino, Facchin. A disp.: Di Vincenzo, Nanni. All. Maestrelli.

Arbitro: Giunti (Arezzo).

Note: temperatura quasi primaverile. Calci d’angolo: 11 a 1 per il Taranto.

Spettatori: 22.555 paganti e 4.000 abbonati per un incasso di £.48.781.000 (record per il Taranto)