Le dichiarazioni di Marco Nervi sul Flaminio fanno chiarezza. Progetto difficile, ma c’è speranza
IL FLAMINIO
L’ing. Marco Nervi, nipote del progettista Pier Luigi Nervi, fa chiarezza sullo Stadio Flaminio, che dal 2011 è abbandonato a se stesso. Non c’è nulla di più poetico di uno stadio di proprietà di una sola squadra. Un posto che tifosi e giocatori possano identificare come casa, in questo caso a tinte biancocelesti.
DICHIARAZIONI
Nervi, alla rassegna stampa di Radiosei commenta così: “Un ottimo momento da diversi punti di vista per il Flaminio. Con le amministrazioni precedenti siamo sempre stati coinvolti in situazioni all’ultimo momento, mentre questa volta grazie all’assessore allo sport Frongia è iniziato un percorso virtuoso che può portare a risultati positivi. Con il Comune pensiamo di fare un percorso diviso in 3 tappe. La prima costituita da uno studio approfondito sullo stato della struttura, con lo scopo di stilare criteri e condizioni per la riqualifica dell’edificio. Ha un valore artistico importante per Roma ed è un monumento dell’architettura moderna, quindi dobbiamo definire i limiti d’intervento rispettando l’opera originaria. L’intero studio è finanziato dalla fondazione Getty. Fatto ciò si può passare alla seconda tappa, con la pubblicazione di un bando di assegnazione. Per fortuna tante realtà si sono manifestate interessate, quindi l’attribuzione non sarà un problema. I vari concorrenti devono essere giudicati rispetto alle linee guida fissate nel primo step. Il terzo e ultimo passaggio è la realizzazione degli interventi”.
ALTRE REALTA’
“Siamo stati interpellati in passato all’epoca del sindaco Alemanno quando la Federazione Italiana Rugby voleva allargare la capienza, in quanto il 6 Nazioni imponeva di giocare in impianti di almeno 42.000 posti. All’inizio si era messo in atto un allargamento temporaneo con tribune mobili, poi è stato presentato un progetto di allargamento definitivo. Non eravamo d’accordo perché sarebbe stata stravolta l’opera originaria. Per il Calcio sarebbe necessaria la copertura per disputare incontri europei, però non so dire se si può fare. Il profilo del Flaminio è qualcosa di unico e segue la collina che sta dietro, la copertura stravolgerebbe il progetto; si può fare, ma una copertura parziale. Il primo studio ci può far capire che se vogliamo conservare l’opera originaria alcuni usi non sono possibili”.
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Nell’ultima gara fuori casa, la responsabile del gruppo, Giovanna Campagna, è andata a Pescara dove ha incontrato la squadra grazie alla disponibilità della Società, e ne ha approfittato per ringraziare Lulic per la tenacia che mette in campo e, principalmente, per la famosa “coppa in faccia” del 26 maggio 2013, derby vinto in finale di Coppa Italia ai danni della Roma. Un altro giocatore omaggiato non poteva che essere il partenopeo Immobile, al quale è stato donato una statuetta in terracotta raffigurante appunto il bomber biancoceleste e della Nazionale, realizzato in una famosa Bottega d’arte di San Gregorio Armeno. La Lazio è uno stile di vita, essere laziali una fede.



