Intervistato da Radio Incontro Olympia, l’ex ala laziale Cesar ha parlato del momento biancoceleste.
“E’ difficile che un giocatore venga alla Lazio con questa società. Quando un giocatore va via, è sempre colpa sua, mai della società. Walace? E’ un giocatore di carattere, di personalità. In questa Lazio ci può stare. E’ un ragazzo giovane di prospettiva. Ma perché dovrebbe andar via Biglia? La Lazio dovrebbe averne due in quel ruolo di alto livello. Bisogna fare degli investimenti per rendere gradualmente più forte la Lazio. Cosa fa più male a Lotito? Quando non entrano i soldi. Ha criticato tanto il Carpi quando poi ha avuto più spettatori allo stadio di tante altre squadre. Il problema è che guarda sempre ai problemi degli altri e mai ai suoi”.
Poi Cesar parla del Brasile: “Sul piano del gioco c’è stato un decadimento. Non è concepibile che sia schiava di un solo giocatore ovvero Neymar. Questo non è il Brasile che ha conquistato tutto il mondo col suo modo di giocare”. In chiusura il conduttore Scarcelli gli chiede se tornerebbe alla Lazio: “Purtroppo sono già stato nelle giovanili della Lazio. Ogni uomo deve avere le proprie responsabilità. Lui parla di valore dei giovani ma non c’è nessuna alla Lazio che li insegna. Il pesce puzza dalla testa”.
Fabrizio Piepoli

Bjorn Rune Borg nasce a Stoccolma, in Svezia, il 6 giugno 1956. Grande campione di tennis, nella sua carriera ha vinto cinque volte il trofeo di Wimbledon (dal 1976 al 1980), sei volte il Roland Garros (1974-75, 1978-81) e i Masters gp nel biennio 1979-80.
Nella sua carriera uno dei peggiori momenti è stato quando nel 1981 perse contro John McEnroe la finale degli US Open, torneo mai vinto nonostante avesse disputato quattro finali. Nel 1983 si ritirò a soli ventisei anni perchè nauseato dai massacranti allenamenti quotidani. Nel 1989 sposò Loredana Bertè ma il matrimonio non durò a lungo. Nel 1991, dopo molti anni di inattività, tentò il rientro nel circuito tennistico mondiale al torneo di Montecarlo. Scese in campo contro Jordi Arrese ma alla fine si rivelò un match deludente… si trattò solo di un romantico lampo strappato al passato.
Mann nasce il 6 giugno 1875 a Lubecca, frequenta il ginnasio ma i risultati non sono brillanti. Nel 1894 si trasferisce a Monaco dove si iscrive all’Università. Nel 1905 sposa Katia Pringsheim, figlia di uno degli uomini più ricchi della capitale del regno della Baviera. Dalla loro unione nascono Erika, Klaus, Golo, Monika, Elisabeth e per ultimo Michael.
Nel 1912 viene pubblicato “La morte a Venezia”, un romanzo destinato a suscitare scalpore a causa dell’adombrata pedofilia del protagonista. Nel 1914 è la volta del saggio “Pensieri di guerra”, dove Mann sostiene la causa tedesca. Al termine della guerra escono le “Considerazioni di un apolitico”. Nel ’19 esce la novella “Cane e padrone” e nel ’24 esce il capolavoro “La montagna incantata”. Nel 1926 inizia la tetralogia biblica “Giuseppe e i suoi fratelli” a cui lavorerà per 15 anni, la storia biblica diventa una suggestiva narrazione che unisce mito e psicologia, ricerca ed epica. Nel 1929 riceve il Premio Nobel per il romanzo “I Buddenbrook”.
Gli anni successivi vengono sconvolti da diverse disgrazie: nel 1949 si suicida il figlio Klaus; l’anno dopo muore il fratello minore Viktor; nel 1950 muore anche l’altro fratello Heinrich. Nel 1951 pubblica il romanzo “L’eletto” e si stabilisce a Kilchberg, sul lago di Zurigo, dove continua a lavorare fino alla morte. Nel 1953 esce il racconto “L’inganno” e, infine, nel 1954 “Le confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull”, l’ultimo suo grande successo. Il 12 agosto 1955 Thomas Mann muore per collasso.
Il 6 giugno 1906 nasceva a Roma il grande attore cinematografico e teatrale Paolo Stoppa. Nel 1927 fa il suo esordio in teatro come attore comprimario nella compagnia Capodaglio-Racca-Olivieri. In pochi anni passa dal ruolo di generico a quello di attore brillante recitando accanto a Dina Galli, Antonio Gandusio, Lamberto Picasso e
Paolo Stoppa si rivela come 