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L’Ama, i nomadi e il (finto) perbenismo italiano

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Come spesso accade in Italia, una buona azione ne fa dimenticare 10 cattive. In fondo l’Italia è il Bel Paese pronto a dire “bravo” un pò a tutti. Ma adiamo per ordine. Questa mattina i nomadi bosniaci del campo di Via Candoni, in coadiuvazione con l’Ama hanno dato vita ad una (bisogna dirlo) bella iniziativa di pulizia del campo e delle strade limitrofi dai quintali di rifiuti accatastati alla meno peggio dagli stessi abitanti Rom. Tutto ciò rientra nell’iniziativa “repressione dei roghi” voluta fortemente dall’amministrazione capitolina. Giornata produttiva in quanto quintali di rifiuti sono stati tolti dalle strade e dal campo, un “GRAZIE!” all’Ama e un “BRAVI!” ai nomadi. Eppur dietro tutto ciò ci sono molti dubbi, perplessità e un sistema italiano (nonchè una mentalità) che continua ad avere delle grandi falle.

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FALLA NUMERO 1 – Se si clicca su http://www.amaroma.it alla voce “Chi Siamo” si legge testualmente: “… il più grande operatore in Italia nella gestione integrata dei servizi ambientali“, per poi continuare con la “Mission” che è la seguente: “I servizi di igiene urbana, erogati sulla base del contratto di servizio vigente con il Comune di Roma, consistono nella pulizia delle strade della città, nella sanificazione e lavaggio delle aree di interesse storico e delle grandi arterie stradali…”. Tutto ciò finanziato grazie alla Ta.Ri, ovvero alla tassa sui rifiuti. Detto questo l’Ama e tutti gli operatori dovrebbero avere (anzi HANNO) l’obbligo di mantenere pulito ogni angolo di città, utilizzando tutte le risorse e il personale a disposizione. Eppure l’Ama continua a NON PULIRE, lasciando la città in balia dei rifiuti e quando decide di fare una grande opera di pulizia, si affida ai volontari (italiani e/o stranieri). Vedi il caso sopra citato, vedi i vari RETAKE. Ma allora cosa la paghiamo a fare la tassa sui rifiuti se a lavorare e a pulire le strade ci pensiamo autonomamente noi cittadini?

FALLA NUMERO 2 – Nel comunicato del Campidoglio si legge che l’operazione di pulizia dei rifiuti … nasce su richiesta delle stesse famiglie residenti nel campo di via Candoni…“. Non sembra essere paradossale la situazione? L’iniziativa di per sè è molto bella e produttiva, ma è strano che venga richiesta da coloro che sono gli stessi che hanno sporcato il campo e le vie limitrofe. Della serie “prima sporco, poi ripulisco e domani avrò di nuovo spazio per gettare i nuovi rifiuti“. Precisiamo: nessuno vuole attaccare nessuno, ma non si può far passare per “BRAVI!” chi fino a ieri attuava roghi per liberarsi dei rifiuti. A questo punto (come dice il buon Marzullo) fatevi la seguente domanda e datevi la risposta: “Pensate veramente che da domani non verranno più gettati rifiuti in strada da parte dei residenti del campo e, soprattutto, che smetteranno di attivare roghi tossici? Ma poi perchè hanno chiesto questa iniziativa solo quando si sono ammassati quintali di rifiuti e non, magari,  a settimane alterne, in modo da smaltire più velocemente i rifiuti?” Forse resteranno domande senza risposta, ma è ben iniziare a ragionare e capire che chi spesso e sempre sporca non potrà mai tenere pulito.

FALLA NUMERO 3 – Se l’Italia vuole veramente ripartire e tornare quella di un tempo, è giusto che la gente inizia a cambiare mentalità. Basta con il solito perbenismo generalista e basta con i servizi scadenti delle varie Ama, Atac e compagnia bella. Se tutti facessero bene il proprio lavoro e se tutti avessero il buon senso di CIVILTA’, allora si che potremo tornare a parlare di Bel Paese o di Bell’Italia.

Marco Corsini

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