Presentate le nuove maglie Liverpool. E sui social di Oltremanica è partita una polemica in salsa…giallorossa.
Le nuove maglie Liverpool sono targate Nike, vecchio sponsor proprio dei capitolini. Una collaborazione che deve essere rimasta nel cuore dell’azienda americana, che ha deciso così di ricordarla sulle divise degli inglesi. Lo si nota in particolare sulle maniche e sul colletto: qui infatti compare un inserto di un color arancione molto simile a quello presente sulle maglie della Roma.
Un dettaglio che ha fatto letteralmente infuriare i tifosi del Liverpool. “Noi siamo i Reds – scrive uno sui social – Per caso stiamo collaborando con la Roma?”. A lui fa eco un altro, che giudica il modello “orribile”.
E, come di consuetudine sui social, immediate sono partite le prese in giro. Tra esse, una ha visto protagonista l’attaccante egiziano (ex giallorosso) Salah. Il quale è stato ritratto in una foto con la maglia, sulla quale è stato attaccato ‘artificialmente’ il logo della Roma. E anche in questo caso i commenti ironici non sono mancati: “Pensavo che Momo fosse stato nuovamente ceduto ai giallorossi”, uno dei tanti.
Sassuolo-Lazio, 38esima giornata di campionato: tutte le info sul match
Sassuolo-Lazio. Nella 38esima e ultima giornata di Campionato di Serie A, i biancocelesti giocheranno in trasferta in terra emiliana. L’incontro si terrà infatti domenica 23 maggio, alle ore 20:45, presso il Mapei Stadium di Reggio Emilia.
Sassuolo-Lazio, dove vedere la partita
L’ultimo impegno di campionato della Lazio potrà essere seguito dai tifosi su Sky, sul canale 255: sarà questa infatti la piattaforma che avrà l’esclusiva della trasmissione dell’evento sportivo.
Sassuolo-Lazio, probabili formazioni
Ecco le probabili formazioni che verranno schierate in campo dai mister Inzaghi e De Zerbi.
Il tecnico dell’Atalanta Gasperini ha perso nuovamente la finale di Coppa Italia. E ancora una volta si è accanito con la Lazio
Poteva e doveva essere la volta buona per Gian Piero Gasperini e la sua Atalanta, etichettata squadra spettacolo e modello da seguire. Invece, nuovamente,, la squadra orobica è caduta sul più bello. Stessa competizione, avversario diverso ma stesso finale: sconfitta. E forse questa volta fa anche più male visto lìavver affrontato una Juventus non certo irresistibile e ai livelli degli anni passati. Ma i nero azzurri si sono sciolti come neve al sole.
OSSESSIONE BASTOS
Non sono mancate le polemiche nella notte del Mapei Stadium. In occasione del primo gol bianconero gli orobici hanno protestato per un fallo che ha dato il via al gol. E questo episodio ha fatto cadere Gasperini nel girone dantesco infernale, dove ha potuto rivedere la mano di Bastos. Si, proprio così. Al termine della gara il tecnico dell’Atalanta, rispondendo ai cronisti in mixed zone, ha riportato a galla il “gesto tecnico” dell’angolano: “Quello di due anni fa era un episodio clamoroso, li si è chiuso gli occhi, era non solo rigore ma c’era anche il doppio giallo, quindi espulsione. Quesllo di stasera è un episodio e sicuramente rientra un po’ nella normalità dei rigori dati e non dati“.
GASPERINI NON SA VINCERE, MA SA PERDERE (LE FINALI)
Sempre ieri abbiamo avuto la conferma che Gasperini non sa nè vincere nè perdere. Quando vince è pronto a vantarsi ma anche a non rispettare l’avversario. Quando perde, soprattutto le partite importanti, è pronto a scagliarsi su arbitri, complotti ed episodi. Forse è per questo suo atteggiamento poco rispettoso che la sua carriera non lo ha portato ad allenare top club e, quando fu chiamato all’Inter, non riuscì neanche ad arrivare a Natale. Ma l’importnate è attaccare la La Lazio, fare la sua corsa sui biancocelesti e ricordare la mano di Bastos. Contento lui, contenti noi che ci ricorda puntulamente che abbiamo trionfato in quella notte dell’Olimpico.
Virginia Raggi, nel primo pomeriggio di oggi, si è recata in visita a Formello in compagnia del marito e del figlio. Presente anche il patron della Lazio Claudio Lotito
Virginia Raggi, sindaca di Roma e simpatizzante della Lazio, si è recata in visita a Formello in compagnia del marito e del figlio, entrambi tifosi biancocelesti. Un pomeriggio all’insegna della lazialità che la prima cittadina ha voluto condividere con la prima squadra della Capitale in vista dell’ultima partita della stagione contro il Sassuolo. La famiglia Raggi ha assistito all’allenamento degli uomini di Inzaghi, quindi la sindaca è stata ricevuta dalla dirigenza al completo, patron Lotito in testa. Al termine della seduta è stato il momento per concedersi qualche selfie e scambiare qualche battuta. Una visita simbolica, che testimonia ancora una volta l’importanza dei colori biancocelesti nell’attualità e nella storia di una città gloriosa che, nel 1900, diede i natali alla sua prima squadra di calcio.
Lazio Torino – Gli episodi verificatisi nel post partita dell’Olimpico continuano a far discutere. Le parole di Urbano Cairo potrebbero portare all’apertura di un’indagine
Lazio Torino – Non accennano a placarsi le polemiche dopo i fatti del post partita. Ricostruendo l’accaduto, al termine del match il presidente granata Urbano Cairo ha raggiunto Ciro Immobile all’ingresso dello spogliatoio iniziando a inveire contro l’attaccante biancoceleste. Insulti, illazioni e provocazioni che, in quanto proferite da un personaggio di spessore manageriale, hanno destato incredulità e continuano a far discutere. Immediata la reazione del patron che ha dato vita al più classico dei botta e risposta, con la società biancoceleste che ha fatto sapere di essere intenzionata a procedere per vie legali. La questione, oltretutto, non è sfuggita alla Procura Federale, la quale starebbe pensando di aprire un’indagine. Nel caso in cui si decidesse di procedere, Urbano Cairo rischierebbe una pesante sanzione. Dopotutto le frasi pronunciate dal patron granata risultano doppiamente denigratorie: oltre all’insulto diretto alla figura di Ciro Immobile, Cairo ha infatti segnato un netto passo indietro nell’ottica dell’evoluzione dello sport a livello umano.
Atalanta (nuovamente) sconfitta in finale di Coppa Italia: la Lazio deride Gasperini.
La Lazio deride Gasperini – Il tecnico bergamasco non deve aver capito che il calcio non è come le bocce, non conta andarci vicino. E invece ad un passo da un traguardo storico per l’Atalanta e per la città di Bergamo, ha trovato la strada sbarrata. Colpa della Juventus, che con Kulusevsky e Chiesa ha reso vano il gol (del momentaneo 1-1) di Malinovskyj. Festa rimandata dunque, ancora una volta.
Sì perchè già 2 anni fa, il 15 maggio 2019, i nerazzurri erano arrivati a giocarsi il trofeo nell’atto finale. Quella volta di fronte, nella cornice dello stadio Olimpico, c’era la Lazio di Simone Inzaghi. E anche allora la storia per l’Atalanta fu avara di soddisfazioni: i sogni di gloria dei bergamaschi annegarono infatti, oltre che nella pioggia, nei gol di Milinkovic e Correa.
Al termine di quella gara, le recriminazioni da parte di Gasperini non mancarono. Nel mirino finì in particolare il difensore biancoceleste Bastos, reo di un tocco di mano in area non visto dagli arbitri. Un episodio che, secondo il tecnico, avrebbe invece potuto dare, con il conseguente rigore, tutt’altra direzione alla gara e quindi al trofeo.
Un episodio che evidentemente Gasperini non ha dimenticato e di cui anche ieri sera ha fatto menzione al termine della sfida del Mapei Stadium. “Clamoroso, in cui sono stati chiusi tutti e due gli occhi”, così l’ha definito. Probabilmente l’ha rivissuto quando Pessina è caduto in area dopo un contatto con Rabiot, senza che però l’arbitro concedesse il penalty.
LO SFOTTO’ DELLA LAZIO
Ma a far piombare ancora di più nell’incubo il tecnico ci ha pensato la Lazio. In un post sulla pagina Facebook ‘Società Sportiva Lazio‘, ha sottolineato come Gasperini abbia una vera e propria “ossessione Bastos”. “Incredibile ma vero”, la chiosa ironica del post. Accompagnato da una foto del tecnico “con la coppa in faccia”. Ancora una volta.
Il raid del signor Scamacca, padre del giocatore in forza al Genoa, ha fatto un danno incalcolabile. Rovinato a terra l’unico trofeo europeo dei giallorossi.
Addio Bonsai – Anche quest’ anno è stato tragico per i nostri cugini. A Trigoria non bastava terminare il campionato sotto la Lazio o prendere 8 goal dagli inglesi del Manchester. L’acquisto di Mourinho e la vittoria nel derby avevano fatto respirare i tifosi giallorossi, già campioni di Maggio, ma la caduta del Bonsai ha riportato tutti alla triste realtà. Non c’è pace per i trofei europei della Roma, ora anche Scamacca senior ci si mette.
Il trofeo di Trigoria
Il Bonsai è caduto ma, seppur danneggiato, è tornato subito su quella bacheca tanto cara a noi laziali. A parte gli scherzi. Prendiamola a ridere perché quest’anno anche noi laziali non è che abbiamo fatto chissà quali figure. Riconsoliamoci con queste cose “da bar” perché tanto, alla fine, noi romani sempre di quello parliamo.
Lazio Cairo – Questa mattina la società biancoceleste ha fatto sapere che prenderà provvedimenti in seguito agli episodi di ieri. Nel pomeriggio è arrivata una nuova replica del patron granata
Lazio Cairo – Nella tarda mattinata odierna il club biancoceleste ha risposto alle parole proferite ieri dal patron granata nei confronti di Ciro Immobile. Immediata la replica del presidente del Torino che aggiunto ulteriori dettagli agli episodi di ieri. Stando a quanto dichiarato dal patron granata, i calciatori biancocelesti avrebbero più volte, nel corso del match, proferito le parole: “Andate in Serie B“, parole non gradite da Cairo, come non gradito è l’atteggiamento da “tuffatori“ che lo stesso presidente attribuisce agli uomini di Inzaghi. “Va benissimo la grinta, la voglia di lottare su ogni pallone. Non va bene che i calciatori si tuffino e protestino animatamente per un calcio di rigore“. Così Urbano Cairo ai microfoni di Radio Sportiva. Un episodio, quello di ieri, che rischia di lasciare strascichi extracalcistici, un episodio che con lo sport non ha nulla a che vedere. Uno sport, il calcio, che ha fatto e sta facendo pulizia contro ogni forma di ingiuria. Quando le ingiurie, a maggior ragione, arrivano da figure che dovrebbero funger da esempio per tutto l’ambiente, è lecito porsi delle domande.
Lazio contro Cairo – All’indomani del match e delle successive polemiche, la società ha replicato al patron del Torino
Lazio contro Cairo – Al termine della gara, che ha sancito la salvezza per il Torino, il presidente granata ha proferito parole ingiuriose nei confronti di Ciro Immobile. A riferirlo è stato lo stesso calciatore con un post su Instagram nel quale si è detto deluso e oltraggiato per essere stato offeso come uomo. Non si è fatta attendere la risposta di Urbano Cairo, che ha giustificato le proprie parole portando alla luce un comportamento a suo dire non trasparente da parte di Immobile all’epoca dell’addio al Torino.
Lazio contro Cairo
Lazio contro Cairo – La replica del club
Nella tarda mattinata di oggi è poi arrivata la replica della società capitolina, che ha posto l’accento sulla gravità delle frasi di Cairo e sull’intollerabilità delle stesse. Il club ha fatto sapere che procederà per vie legali allo scopo di tutelare completamente Ciro Immobile e i colori biancocelesti. “Un comportamento fuori luogo e inaccettabile, di cui qualcuno dovrà assumersi la responsabilità” ha chiosato la società in un comunicato pubblicato sul sito ufficiale della Lazio. Una brutta pagina di sport, di umanità, di fair play. Al giorno d’oggi, al netto del fatto che in campo sia lecito perdere talvolta la testa salvo poi tornare sui propri passi, risulta pressoché inverosimile, oltre che inaccettabile, assistere a episodi di questo tipo per mano del presidente di una società. Un autogol, un passo indietro rispetto ai progressi che il mondo del calcio sta compiendo a livello umano, un episodio su cui, in maniera più che legittima, Claudio Lotito e la Lazio non intendono sorvolare.
LAZIO TORINO – Da Giacomelli a Fabbri, gli arbitraggi delle sfide all’Olimpico tra biancocelesti e granata sono sempre pessimi. E sempre (o quasi) vanno nella direzione contraria ai padroni di casa.
LAZIO TORINO – Da Giacomelli a Fabbri, ormai, se non è un dato di fatto, poco ci manca: la Lazio, quando affronta in casa il Torino, non è praticamente mai fortunata con gli arbitri. Ci ricordiamo tutti la direzione scandalosa del ternano, che nel 2017 diede una mazzata non da poco alle ambizioni Champions.
Lazio Torino
Quel rigore clamorosamente non concesso a Immobile, che fu anzi espulso su indicazione del Var, grida ancora vendetta. Ebbene, ieri sera in ballo non c’era niente (almeno non per i biancocelesti), ma la solfa non è mutata di una virgola.
UNA PARTITA ‘NON VINTA’ PRIMA
Prima di addentrarci nell’analisi dell’operato del signor Fabbri, è necessario tuttavia fare una premessa. Si è detto che la Lazio di Simone Inzaghi ha condannato alla Serie B il Benevento del fratello Pippo. Su questo possiamo anche essere d’accordo, ma solo in parte. Perchè, se è vero che, al netto delle decisioni arbitrali avverse, la Lazio ha sprecato l’incredibile (perfino un rigore con Immobile), è altrettanto vero che i biancocelesti la partita non l’hanno ‘non vinta’ ieri sera.
L’hanno non vinta quando, lo scorso 2 marzo, il Torino, spalleggiato dalla Asl piemontese, decise di non venire a Roma per la presenza in squadra di un nutrito focolaio Covid. Mentre, quando è stato il turno della Lazio, si è assistito a trasferte di Champions (mica amichevoli in periferia!) effettuate con una decina di giocatori di movimento. E senza che nessuna Asl o una qualsiasi autorità sanitaria si sia presa la briga di intervenire o di dire una parola al riguardo.
Non l’ha vinta la partita quando il comportamento del Torino, pur giudicato “non improntato ai canoni della lealtà sportiva e della correttezza” (bensì, in parole povere, alla furbizia), invece di essere punito con un giusto 0-3 a tavolino, è stato addirittura quasi premiato con il rinvio della gara.
IERI LA CILIEGINA SULLA TORTA
E arriviamo così a ieri, alla direzione di Fabbri. Che rappresenta, in un certo modo, il completamento dell’opera, la classica ‘ciliegina sulla torta’. Il 38enne romagnolo si è reso infatti protagonista adottando un diverso metro di giudizio per episodi simili nell’arco dei 90′. Ha iniziato negando nel primo tempo un gol a Immobile. Il motivo, un tocco dell’attaccante su Nkolou prima di spedire la palla nel sacco.
Roba lieve, ma per il Var Aureliano tanto grave da giustificare l’annullamento. Sorvoliamo sull’ammonizione (a cuor leggero) al già diffidato Luiz Felipe (che costringerà Inzaghi a inventarsi la difesa nell’ultima di campionato). E passiamo al rigore negato a Muriqi: il kosovaro, appena saltato per impattare di testa, viene sbilanciato da una spallata di Ansaldi e cade in piena area. In questo caso, a differenza del precedente, il Var non ritiene opportuno intervenire.
Ma il clou viene raggiunto sul rigore dato a Immobile, in un primo momento punito per un fuorigioco inesistente. E infine, il contrasto, in pieno disinteresse del pallone, di Bremer ancora su Muriqi, sempre in area. A nulla valgono le proteste dei laziali: l’arbitro non concede il penalty ai biancocelesti ma punizione ai granata, per un fallo del numero 94 di Inzaghi. Missione compiuta, pericolo Serie B scampato: Cairo (e la sua ‘Gazzetta’) ringraziano…
Non accenna a placarsi il vortice delle polemiche che ha caratterizzato il post gara di Lazio Torino. Adesso arriva la replica di Cairo.
Cairo risponde a Immobile – Immobile ha denunciato di aver ricevuto dal suo ex presidente, al termine della partita “gravi accuse diffamatorie“. Parole, a suo dire, rivolte dal punto di vista strettamente personale, “all’uomo che sono”, e proprio per questo inaccettabili. Nello specifico, Cairo avrebbe criticato l’atteggiamento tenuto in campo da Immobile (che avrebbe giocato “con il sangue agli occhi“).
Ma non solo: nel mirino del patron granata ci sarebbe stata anche la presenza dell’attaccante nella partita d’andata (nonostante una sua presunta positività al Covid). “Tutti sanno chi è Ciro Immobile“, ha concluso poi il numero 17. Sottolineando il suo pieno rispetto “delle regole e dei principi della lealtà”. E proprio su quest’ultimo punto, sulla reputazione di Immobile, che Cairo ha deciso di sviluppare la propria replica.
CAIRO RISPONDE A IMMOBILE
“Anch’io so chi è Ciro Immobile”, esordisce il patron granata. Che ricorda l’arrivo al Toro dell’attaccante, “dopo un campionato deludente al Genoa per rilanciarsi”. Un obiettivo centrato, a detta del presidente, complice anche la fiducia di Ventura. Ma poi, racconta Cairo, sono cominciati i guai: la speranza del patron di permanenza “almeno per un altro anno” è stata disattesa da Immobile, che invece “ha fatto il diavolo a quattro per andare al Borussia Dortmund”.
Risultato, altra stagione sotto le attese e il prestito al Siviglia. Anch’esso condito da scarse prestazioni. “Allora – prosegue Cairo – Ciro mi ha telefonato chiedendomi il favore di tornare al Toro“. Richiesta che il patron ha accolto, a suo dire, anche per l’affetto che lo legava all’attaccante. E qui un’altra speranza andata in frantumi: nonostante “un girone di ritorno non molto brillante“, il presidente avrebbe voluto comunque riscattarlo. La risposta di Immobile è stata però nuovamente negativa: “Non mi ha chiamato personalmente, ma mi ha fatto dire dal suo procuratore che non poteva restare per motivi personali“. Un figlio ingrato, così lo dipinge Cairo. Vedremo se Ciro contro replicherà a queste contro accuse.
Dure accuse al bomber della Lazio. Lazio Torino sarà ricordata anche per questi strascichi polemici.
Immobile contro Cairo per via delle dichiarazioni che il presidente del Torino si è lasciato andare dopo il triplice fischio del
Lazio Torino è da poco terminata ma le polemiche non tendono a placarsi. Immobile contro Cairo per le dichiarazioni che il Presidente del Torino ha lanciato al bomber della Lazio. L’attaccante però non ci sta e spara a zero contro il Proprietario della Gazzetta dello Sport. Ecco il post dove Ciro spiega le sue ragioni. “Tutti sanno chi è Ciro Immobile. Dentro il campo, e soprattutto fuori. Posso accettare le critiche al calciatore, non gravi offese diffamatorie all’uomo che sono. Soprattutto se quest’ultime arrivano da dirigenti del mondo del calcio.“
Poi Ciro continua il post e accusa direttamente Urbano Cairo “Al termine della partita di questa sera il Presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando ad offendermi, a scagliarsi verbalmente nei miei confronti rivolgendomi gravi accuse infamatorie, accusandomi di aver giocato la partita con “il sangue agli occhi”, e altre cose riguardanti anche la gara d’andata di questo campionato disputata contro il Torino, arrivando perfino a dirmi che ho giocato quella gara positivo al COVID.”
La signorilità di Ciro è fuori discussione e nella parte finale del post ringrazia il Presidente del Torino per avergli dato fiducia ma poi, senza usare mezzi termini, risponde per le rime alle accuse del Presidente dei granata. “Non smetterò mai di ringraziare il Presidente Cairo per avermi dato la possibilità di consacrarmi nel Torino come calciatore, ma non posso sorvolare su un episodio che oltrepassa la dimensione calcistica. Tutti sanno chi è Ciro Immobile; un calciatore, sì, ma soprattutto un uomo rispettoso delle regole e dei principi della lealtà. Non posso tollerare ingiurie ed infamie che diffamino, senza alcun valido motivo, la mia persona. Ciro Immobile”
Lazio Torino pagelle – Il Torino è matematicamente salvo grazie a questo pareggio a reti inviolate. Immobile spreca dagli undici metri.
Lazio Torino pagelle del reparto difensivo
Strakosha 6 – Ultimamente gioca solo le gare non importanti. Portiere che forse ha finito il suo ciclo a Roma? Al 27′ non esce bene e per poco il Toro non passa in vantaggio. Per il resto durante la prima frazione non viene mai chiamato in causa. Nella ripresa nessun patema d’animo.
Marusic 6 – Costretto agli straordinari per via dell’assenza di Acerbi, viene schierato a destra nei tre dietro. Gara sufficiente.
Luiz Felipe 6 – Al centro del terzetto difensivo dimostra un discreto miglioramento della sua condizione atletica. Diffidato, quell’entrata dura su Belotti al 59′ se la poteva risparmiare. Ammonito, salterà la trasferta contro il Sassuolo. Dal 67′ Patric 5,5 – 100esima gara in seire A per lo spagnolo che prende il posto del compagno brasiliano per via dell’ammonizione subita. Quando il Toro prende il palo lui non copre come dovrebbe.
Radu 6 -Sempre presente per lui il tempo non passa mai. Intorno alla mezz’ora per poco non porta la Lazio in vantaggio con una spizzata di testa che però è troppo angolata. Dal 75′ Parolo 5,5 – Non incide sul match.
Lazio Torino pagelle del centrocampo e dell’attacco
Lazzari 5,5 – Ansaldi lo marca bene e lo mette anche in difficoltà. Al 73′ poteva capitalizzare meglio quel rasoterra che gli è capitato sui piedi.
Akpa-Akpro 5,5 – Giochicchia e fa sempre il suo dovere. Certo non è Leiva dei tempi migliori però è un buon incontrista dotato di discreta velocità. Dal 70′ Pereira 5 – Se non per l’ammonizione subita non è che la sua gara sarà ricordata per chissà quali giocate. Anche sul rigore di Immobile non è pronto sulla ribattuta colpendo in malo modo la sfera.
Leiva 6 – Gioca bene nella prima frazione arpionando diversi palloni dai piedi degli avversari. Anche nella ripresa gestisce diversi palloni che danno il via alle azioni capitoline. Dal 67′ – Escalante 6 – Anche nella gara di stasera si dimostra pulito e ordinato. Al minuto ottanta un suo tiro al volo dal dischetto per poco non sblocca il risultato.
Luis Alberto 5,5 – Nervoso contro il rognoso Rincon. Il mago deve stare calmo, senza le sue giocate la Lazio non crea gioco. Ammonito a inizio ripresa, non giocherà l’ultima gara di campionato contro il Sassuolo.
Fares 5 – Un danno per la Lazio su quella corsia sinistra. Non difende e non incide nemmeno in fase di attacco. Meno male che doveva prendere il posto del “vecchio” Lulic. Stagione da di-men-ti-ca-re. Impalpabile viene sostituito dal tecnico dopo appena quindici minuti della ripresa. Dal 60′ Lulic 6,5 – Il suo innesto dà vita alla corsia sinistra. Tutta un’altra storia rispetto al compagno sostituito.
Immobile 5 – Ciro è stanco e non può segnare sempre. Tutti sapevamo che non poteva ripetere lo score dello scorso anno (36 reti), però anche quest’anno ha fatto il suo. Sul finire di tempo realizza un bel gol ma l’arbitro troppo severamente gli annulla la rete del vantaggio. Ci prova anche al 57′ ma il suo destro è alto sopra la traversa. Con Izzo instaura un duello tutto campano che lo costringe a cercare la via del gol con diverse conclusioni da fuori area.Al 84′ spreca dagli undici metri la palla per portare in vantaggio la Lazio. Quarto rigore fallito di questo campionato.
Muriqi 5 – “Non segna manco a carci” Così direbbe il tifoso medio della Lazio. A noi non resta che confermare quanto detto dal tifoso. Senza ombra di dubbio possiamo affermare che il Kosovaro è stato il flop assoluto dell’ultimo calciomercato biancoceleste. La sfortuna non lo molla e nella ripresa un suo tiro a botta sicura viene respinto in scivolata dal difensore del Torino. Al 64′ dentro l’area viene spinto da Ansaldi in maniera netta ma per l’arbitro fabbri non è rigore. bah…
Il direttore sportivo della Lazio ha parlato poco prima del match contro il Torino rilasciando importanti dichiarazioni su futuro di Simone Inzaghi.
Tare su Inzaghi – Lazio Torino è importante, ma lo è di più il futuro del nostro mister Simone Inzaghi. Le parole di Tare non affermano la chiusura positiva sulla querelle con Inzaghi. Non è detto che il mister vada via, ma a sentir il dirigente albanese la situazione è in bilico. Bisogna dirlo. Anche perché se no non si spiega ancora tutta questa attesa per il rinnovo contrattuale.
Le Parole di Tare su Inzaghi
Intervistato da Sky nel prepartita Tare su Inzaghi afferma che “Quest’anno la priorità era la Champions League ma anche in Europa League può andar bene. L’importante è dare continuità in Europa.” Poi il giornalista Sky Matteo Petrucci gli domanda se Inzaghi rimane oppure no e Tare risponde così “Ho letto di un incontro ma non è vero. Dopo la partita di Sassuolo penso di chiudere questo argomento.” “Positivamente?” gli domanda il giornalista e il direttore sportivo risponde in modo criptico “Non lo so, perché noi sappiamo cosa è stato detto fra di noi. Lui sa cosa pensiamo noi, mentre noi sappiamo cosa pensa lui.” Parole che di certo alimentano ancora il dubbio su chi sarà il prossimo allenatore della Lazio. Forse Inzaghi vuole garanzie sulla prossima campagna Acquisti e chissà se la società o il direttore sportivo sapranno accontentarlo. A breve sapremo la verità…
Ancora incerto il futuro di Gigi Buffon, che a fine stagione dirà addio alla Juve. Sull’argomento è intervenuta la compagna Ilaria D’Amico
Tanti gli scenari possibili, dal ritiro all’estero, passando per l’ipotesi relativa a una permanenza in Serie A. Che Gigi Buffon, a dispetto dei 43 anni suonati, faccia gola a tanti, è cosa nota: ecco perché cercare di delineare il futuro dell’ormai ex portiere della Juve è tutt’altro che semplice. Al termine della stagione 2017/2018 il Campione del Mondo 2006 aveva salutato lo Stadium ufficializzando la separazione dal club bianconero. Quindi l’esperienza al Psg, per rimettersi in gioco a livello europeo tentando un’ultima rincorsa alla tanto agognata Champions, sfuggita però agli ottavi di finale contro il Manchester United. In bacheca un campionato e una Supercoppa di Francia, troppo poco per decidere di smettere, complice la decisione del club parigino di puntare su Keilor Navas per la stagione successiva. Gigi torna dunque a Torino dove accetta il ruolo di vice Szczesny: le ultime due stagioni coincidono con la vittoria di uno Scudetto, una Supercoppa e una finale di Coppa Italia in programma domani. Contro l’Atalanta Buffon avrà infatti l’occasione di conquistare l’ultimo trofeo in bianconero.
GIANLUIGI BUFFON, 43 ANNI
IL PUNTO DI VISTA DI ILARIA D’AMICO
Il futuro, come detto, è però tutt’altro che scritto: la carta d’identità inizia a far sentire il suo peso eppure, nelle gare disputate quest’anno, il classe ’78 ha dimostrato di essere in condizione a dispetto dell’inesorabile scorrere del tempo. L’estero potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo verso il campo e di questo avviso è anche Ilaria D’Amico, nota giornalista e compagna del portiere, la quale ha dichiarato di non voler fare pressioni sul futuro di Buffon. “Non metto veti” ha chiosato la conduttrice, ammettendo però che, se dovesse scegliere, opterebbe per un trasferimento all’estero. La giornalista ha poi aggiunto: “Gigi ha un peso non indifferente per continuare a giocare in Serie A”riconoscendo però il fascino che questo campionato può avere agli occhi di un calciatore italiano. Dall’ipotesi ritiro al capitolo estero, tante le soluzioni per il futuro di Buffon. Al netto delle dichiarazioni di Ilaria D’Amico, rilasciate ai microfoni di Radio1, non è escluso che il richiamo della Serie A (con diversi club interessati: Lazio e Roma su tutti) possa fare la differenza.
Lazio Torino – Questa sera all’Olimpico è in programma il recupero della 25esima giornata
Lazio Torino – Quella di questa sera è più di una semplice partita: se da un lato, ai fini della classifica, i biancocelesti non hanno niente da chiedere, la componente affettiva potrebbe essere determinante. Ai granata basterebbe infatti un punto per centrare questa sera l’aritmetica salvezza a spese del Benevento di Pippo Inzaghi. I campani sono appesi a un filo ma, in caso di sconfitta del Toro contro i biancocelesti, avrebbero a disposizione l’ultima chance nel match della 38esima giornata proprio contro gli uomini di Nicola. Pertanto, al netto del fatto che le dinamiche familiari debbano rimanere fuori dal campo, non risulterebbe inverosimile che Simone Inzaghi chieda ai suoi un ultimo sforzo per consentire al fratello di giocarsi le ultime possibilità contro i granata. Dopotutto si sa: la famiglia prima di ogni cosa.
Funerale di Enza – È da poco iniziato il funerale di Vincenza Spinelli, meglio nota come Enza, storica tifosa della Lazio. Tanta gente alla basilica di Don Bosco, nel quartiere Tuscolano, per dare l’ultimo saluto alla storica tifosa. Bellissimo gesto della Società Lazio che, per mezzo di Laura Zaccheo (ufficio marketing) e Roberto Rao (portavoce della società,) poco prima dell’inizio della messa hanno donato al figlio Angelo la maglia ufficiale della Lazio firmata da tutti i giocatori della rosa biancoceleste. Naturalmente non poteva mancare il nome di Enza sul dorso della prima maglia ufficiale.
La Lazio presente al Funerale di Enza
Il dono rappresenta un gesto simbolico di vicinanza da parte della società verso una grandissima tifosa della Lazio, rispettata da tutto il popolo laziale.
Panchina Lazio, spunta il nome di Gattuso come possibile sostituto di Inzaghi
Panchina Lazio. Al momento la questione è ancora un rebus. Tutta colpa del rinnovo di Inzaghi: l’accordo con la società sembrerebbe essere stato trovato già da tempo, a mancare è la firma del tecnico. Che, più volte annunciata, si sta in realtà facendo attendere più del previsto. Il motivo – dicono voci circolate nelle ultime ore – starebbe nel vaglio da parte del piacentino delle posizioni di alcune altre squadre, italiane ma anche estere. I suoi tentennamenti starebbero però cominciando a stancare Lotito, spingendolo a guardarsi anch’egli intorno. Il presidente non vuole farsi trovare impreparato nel caso il suo Simone decidesse di cedere alla tentazione (legittima) di rimettersi in gioco altrove, e per questo starebbe già valutando alcuni profili. Tra essi, quello dell’attuale tecnico del Napoli Rino Gattuso. Un nome che, a quanto pare, sarebbe in prima fila per un’eventuale sostituzione di Inzaghi. La concorrenza tuttavia non manca: in particolare, è la Fiorentina ad avere un interesse molto forte per l’ex allenatore del Milan. I colloqui tra le parti sono molto fitti e ci sarebbe addirittura un’offerta già recapitata dai viola. Alla quale tuttavia Gattuso ancora non ha dato una risposta definitiva: dopo l’addio (praticamente certo) agli azzurri, ripartire da una squadra come la Lazio (e da una piazza come Roma) è infatti un’opportunità che lo stuzzica non poco. Senza contare i buoni rapporti che lo legano al patron biancoceleste. In attesa che prenda una decisione, anche la Fiorentina studia alternative: su tutte l’ormai ex tecnico della Roma Fonseca, seguito dall’altro ex giallorosso Garcia e dal veronese Juric. Il club però continuerà ad aspettare Gattuso e non chiuderà per nessuno, almeno per il momento. Solo al termine della stagione dunque si saprà chi siederà sulla panchina del Franchi. E di conseguenza su quella dell’Olimpico biancoceleste.
A Roma è importante arrivare sopra alla rivale diretta e anche per quest’anno la squadra di Simone Inzaghi si conferma sopra alla Roma di Fonseca.
La Lazio vince il derby della classifica. Lo fa per il secondo anno consecutivo, pochi giorni dopo aver perso quello sul campo. Una soddisfazione piccola, come le squadre che di solito se ne fregiano, ma che diventa grande in un contesto come quello romano, dove la rivalità tra le due realtà cittadine supera a tratti per importanza la stessa vita di tutti i giorni. In realtà, la matematica certezza era già arrivata nel turno precedente la stracittadina, complice la vittoria biancoceleste sul Parma e la contemporanea sconfitta dei giallorossi sul campo dell’Inter. Un incrocio di risultati che aveva fatto volare gli uomini di Inzaghi, sesti, a 9 lunghezze sui ‘cugini’, un gradino più sotto. Il gap, con due giornate ancora da disputare e 6 punti a disposizione, si era reso così incolmabile. Come quello collezionato nella scorsa stagione, in cui per la Lazio il ritorno in Champions dopo anni di assenza non è stato l’unico traguardo raggiunto. Al quarto posto finale, a quota 78 punti, ha fatto infatti da contraltare il quinto ottenuto dai giallorossi, a 70. 8 dunque i punti inferti dai biancocelesti ai rivali: un traguardo che potrebbe essere anche incrementato quest’anno. Al momento sono 6 infatti i punti che dividono le due squadre, ma la Lazio ha un match ball in più da sfruttare rispetto ai giallorossi, il recupero di stasera contro il Torino. Se Inzaghi & co. dovessero centrare la posta piena in questa sfida, e poi in quella successiva, l’atto finale, contro il Sassuolo, porterebbero il vantaggio a 9 punti. Uno in più rispetto a quelli collezionati 12 mesi fa.
INZAGHI COME REJA, ERIKSSON E…
Ma quello tra Lazio e Roma è uno scontro la cui origine risale alla notte dei tempi. Precisamente, alla stagione 1929-30, prima volta in cui il campionato italiano di calcio si disputò in un unico girone. In quell’occasione ad arrivare davanti furono i giallorossi, sesti, mentre i biancocelesti dovettero accontentarsi di una misera 15esima piazza. Da allora, nelle 76 annate (su 88 complessive) disputate insieme, la seconda squadra della Capitale ha collezionato numerose lunghe serie di migliori piazzamenti. Decretando, alla fine dei conti, un sostanziale doppiaggio nei confronti dei ‘cugini’: 49 infatti le occasioni in cui i giallorossi sono arrivati prima contro le 27 dei biancocelesti. Ai quali tuttavia, in questo eterno derby, le soddisfazioni non sono certo mancate. Ad esempio, l’accoppiata di quest’anno, non certo una novità: l’ultima volta infatti la Lazio l’aveva centrata dieci anni orsono, a cavallo tra il 2010 e il 2012. In quell’occasione la squadra guidata da Reja mise in fila rispettivamente un quinto e un quarto posto, lasciando ai giallorossi il sesto e il settimo. In precedenza, l’impresa era riuscita a Eriksson (nel 1998-99 e nell’anno dell’ultimo scudetto 1999-00), a Maestrelli (nel 1972-73 e nel 1973-74) e a Jesse Carver (nel 1955-56 e nel 1956-57).
SERIE DA PRIMATO
Inarrivabili e nella storia restano comunque due strisce: la prima, di ben 5 migliori piazzamenti, risale alla piena era Cragnotti. Iniziata nel 1992-93, con Zoff al timone, si concluse nel 1996-97, con Zeman (subentrato al friulano dal 1994-95). Erano anni in cui la Lazio veleggiava costantemente nelle parti alte (e altissime) della classifica. E affrontava una Roma che a volte le teneva testa, mentre in altre non andava oltre piazzamenti di centro classifica. Ma il record per le file biancocelesti è costituito dalla seconda striscia: ben 6 i migliori piazzamenti consecutivi, ottenuti tra 1946-47 e 1951-52. Era l’immediato dopoguerra e in panchina si succedettero diversi allenatori, dall’austriaco Cargnelli a Bigogno. In realtà, contando solo la Serie A, questo ciclo dovrebbe fermarsi a 5 primati. Ma noi contiamo anche l’ultimo, in cui, mentre la Lazio terminava il massimo campionato al quarto posto, la Roma vinceva sì, ma tra i cadetti.
Marchegiani ha detto la sua sul futuro di Inzaghi: poco probabile secondo lui che resti in casa Lazio
Rinnovo Inzaghi. Nelle ultime ore si continua a parlare molto del futuro del tecnico piacentino. Voci di corridoio sempre più insistenti vedono accostare il nome di Simone Inzaghi alla panchina bianconera.
A tal proposito ha detto la sua anche l’ex portiere della Lazio Luca Marchegiani, ora opinionista a Sky Sport. Nello specifico, il suo commento sul possibile proseguimento del percorso di Inzaghi a Formello è stato particolarmente tranciante: “È solo una mia idea, ma credo che il tempo di Inzaghi alla Lazio sia scaduto“, ha infatti dichiarato.
Marchegiani su Inzaghi: le previsioni dell’ex portiere della Lazio
A sostegno di questa tesi l’ex giocatore ha evidenziato come nel nostro paese il ruolo di tecnico di una squadra di serie A comporti una sorta di data di scadenza: “Un allenatore in Italia più di 3-4 anni fa fatica ad essere così incisivo nella gestione di un gruppo”, ha dichiarato. Nella sua ottica le caratteristiche del mister biancoceleste sarebbero più adatte in questo momento per mettersi alla guida della squadra zebrata. “Vedrei bene Inzaghi alla Juventus. I bianconeri hanno bisogno di un tecnico di questo tipo“, ha infatti aggiunto.
Semplice opinione personale o profezia? Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane relativamente al rinnovo contrattuale di Inzaghi. Sicuramente le parole di Marchegiani avranno un riscontro tra i tifosi, soprattutto dopo le polemiche nate dai grandi elogi che l’opinionista ha speso verso la Roma durante l’ultimo match disputato contro il Manchester, che sono stati visti un pò come un tradimento verso la squadra biancoazzurra nella qual il portiere ha giocato per diversi anni.