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LAZIO 120 Lotito: “Tutti insieme per una Lazio sempre più grande”

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Nel giorno del Lazio 120 Lotito, presidente biancoceleste, rivolge un appello a tutto l’ambiente.

LAZIO 120 Lotito durante il ‘Premio Bigiarelli’, nel Salone d’Onore del Coni: “Questa notte abbiamo aspettato la mezzanotte a Castel Sant’Angelo. Abbiamo scelto questa location per ribadire che siamo la prima squadra della Capitale. C’era anche il simbolo dell’aquila, che sa di fierezza, di chi decide il proprio destino. In passato c’è stato qualche momento duro ma noi siamo la Lazio e tutti ci devono rispettare. Vinciamo con merito in tutte le discipline, senza cercare scappatoie. Noi ci siamo e ci saremo come dimostrano oggi i nostri 120 anni di storia, che in pochi possono vantare. Il nostro ruolo poi ci vede portare avanti tutti i giorni con orgoglio i nostri valori, che portano avanti il rispetto e il merito. Rappresentiamo un esempio, i valori dello sport. Questo orgoglio lo dobbiamo dimostrare quotidianamente, diventando una famiglia unita che vince e perde insieme. Possiamo creare le condizioni per crearla sempre più grande e credibile, che rappresenta tutti quelli che si identificano in quei valori fondamentali per raggiungere gli obiettivi. Tutti insieme possiamo farlo”.

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Lazio 120 anni Parolo: “Io e la mia famiglia siamo diventati laziali”

Lazio 120 anni Parolo come al solito, si è divertito alla festa della Lazio nel meraviglioso panorama di Castel Sant’Angelo

Lazio 120 anni Parolo, le sue parole ai microfoni di Lazio Style Channel:

“Da tanto volevo venire a Castel Sant’Angelo, farlo di notte è stato ancora più bello. Per me essere qui è un onore, sono davvero felice. Questi 120 anni sono radicati, essere laziali è un sentimento, nasce dentro. Questa Società ha un percorso storico importante, quest’anno poi stiamo coronando un percorso molto bello e sono felice di farne parte e di aver lasciato il segno con questa maglia. Io e la mia famiglia siamo diventati laziali. Abbiamo intrapreso un grande percorso, fatto anche di qualche errore: è stata una crescita costante della Società che spero continui perché ci sono fondamenta forti. Ora siamo più consapevoli di quello che facciamo proprio dagli errori del passato. Un saluto a tutti e tanti auguri alla Lazio, vi aspettiamo sabato allo stadio”.

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LE PAROLE DELLA RAGGI

Lazio Tare: “A fine stagione si vedrà cosa avremo raggiunto”

Lazio Tare presente alla festa dei 120 anni a Castel Sant’Angelo

Lazio Tare – Il diesse risulta uno dei migliori in circolazione per gli ultimi colpi messi a segno. Durante la cena per i 120 anni della Lazio ha parlato così:

“Devo dire che la cosa più della della serata oltre alla location, è festeggiare questa bellissima società, 120 anni di storia. Partecipare tutti insieme è qualcosa di speciale. La vittoria contro il Brescia? Beh lì sono stato 3 anni, è stato un ritorno importante, come se fossi tornato al passato. La gente mi ha applaudito e ne sono stato contento, significa che ho lasciato un ottimo ricordo ai tifosi. Adesso si parla spesso di noi, però dovremmo essere bravi a continuare su questa strada, facendo quello che stiamo facendo. Alla fine della stagione si vedrà cosa avremo raggiunto”.

Lazio 120 anni Caicedo: “Siamo una famiglia. Felice di essere qui”

Lazio 120 anni Caicedo – La pantera finalmente ha conquistato il cuore dei tifosi grazie alle sue prestazioni. Anche lui era presente alla festa dei 120 anni

Lazio 120 anni Caicedo parla così:

“C’è tanto entusiasmo, voglio fare gli auguri ad una Società storica della quale sono orgoglioso di fare parte. Siamo contenti del momento e di essere qui, è bello. Sto imparando solo cose positive a Roma, siamo una famiglia e questo è un club storico. Un gruppo così unito non l’avevo mai visto, nonostante io abbia girato parecchie squadre e posti, è il nostro segreto, perché contiamo l’uno sull’altro. Anche il presidente lo dice spesso che siamo una famiglia. Gli elogi dei tifosi mi fanno piacere. La strada è lunga ma lavoriamo per regalare altre soddisfazioni ai tifosi perché se lo meritano. Io e la mia famiglia siamo felici di trovarci qui a Roma, questa è una bellissima piazza”.

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LE PAROLE DI MILINKOVIC

Lazio Raggi: “Saluto i tifosi. La Lazio ci sta dando soddisfazioni”

Lazio Raggi – La sindaca di Roma, era presente ai festeggiamenti presso Castel Sant’Angelo per il 120imo compleanno della Lazio

Lazio Raggi – Anche lei presente all’evento, ha parlato in questo modo di una delle due squadre della Capitale, elogiandola per i successi ottenuti:

“Un caro saluto ai tifosi della Lazio, non faccio gli auguri prima di mezzanotte. Questo è un anniversario molto importante, ho nel cuore questa città, la più bella di tutte. Mi sono ritagliata qualche ora dal lavoro per festeggiare i120 anni della Società. Ringrazio tutti i presenti per aver partecipato all’evento, anche i tifosi che sono pronti in Piazza della Libertà aspettando che scatti la mezzanotte. Il 9 gennaio 1900 nasceva la prima squadra della Capitale, questo bisogna dirlo. Questo club ha avuto dei momenti molto diversi, fatti da periodi difficili e alcuni meno difficili”.

“E’ riuscita a vincere anche dei Scudetti, tra l’altro uno, sono riuscita a viverlo anche io ed è stata una grandissima emozione. Quest’anno la squadra ci sta regalando tantissimi successi, comprese le belle giornate e vittorie. Lotito già l’ho visto a Luglio dopo la vittoria della Coppa Italia, venne a trovarci al Campidoglio. Da poco abbiamo vinto un’altra Coppa, in questo caso la Supercoppa. Non si parla di Campionato anche se, ci sta dando moltissime soddisfazioni anche lì. Io come sindaco di Roma non posso che augurarmi il meglio”.

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Lazio 120 anni Peruzzi: “Ottimo momento. Si festeggia la storia”

Lazio 120 anni Peruzzi interviene per parlare dell’ottimo momento biancoceleste e dei tifosi

Lazio 120 anni Peruzzi parla ai microfoni di Lazio Style Radio da Castal Sant’Angelo durante la festa della Lazio:

“Una location bellissima, siamo in un buon momento e festeggiamo una storia lunghissima. La Lazio ha un percorso ultracentenario, siamo contenti anche perché nel prossimo mese giocheremo spesso in casa, ci saranno infatti 5-6 partite interne. Speriamo nel solito supporto dei tifosi anche all’Olimpico, infatti anche questa sera sono venuti per stare vicino a noi. La Lazio, come i suoi sostenitori, non molla mai. Questo gruppo è unito, c’è voglia di scherzare e stare insieme anche fuori dal campo. Così si possono raggiungere grandi obiettivi”.

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AUGURI LEIVA

Lazio 120 anni Milinkovic: “Ringrazio i compagni per il premio”

Lazio 120 anni Milinkovic è stato eletto il miglior centrocampista di dicembre dalla Lega Serie A

Lazio 120 anni Milinkovic verrà premiato sabato pomeriggio, prima del fischio d’inizio della partita tra Lazio e Napoli. Il serbo intorno le ore 17.50 riceverà il premio della Lega Serie A come MVP di dicembre, ecco le sue parole:

“Essere stato nominato dalla Lega Serie A MVP del mese di dicembre è sicuramente una spinta in più, ringrazio anche i miei compagni per avermi aiutato a centrare questo importante traguardo”.

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LAZIO 120 ANNI LO SPECIALE SU SKY

LA NOSTRA STORIA Compie gli anni Lucas Leiva

Il 9 gennaio 1987 a Dourados, in Brasile nasce il centrocampista della Lazio Lucas Leiva. Grazie alle sue origini italiane (il bisnonno era nato in Toscana) ha il doppio passaporto e quindi può essere considerato comunitario. È il nipote dell’ex giocatore della nazionale brasiliana Leivinha.

Centrocampista di sostanza, elemento disciplinato tatticamente che preferisce la quantità alla qualità. Dotato di grande esperienza. Lucas Leiva è un giocatore che ha poca confidenza con la rete ma che fa sentire il suo peso davanti alla difesa. La duttilità e l’intelligenza tattica sono le sue doti principali e per questo i vari tecnici che lo hanno avuto hanno deciso di piazzarlo o al centro della linea mediana, affiancandogli giocatori più tecnici, o in difesa come difensore centrale.

GLI INIZI

Il 22 ottobre 2005, a 18 anni, disputa la sua prima gara da professionista con il  Gremio. Alla sua prima stagione vince il campionato tornando così di fatto in Série A. Nel 2006 vince il suo primo Campionato Gaúcho. Invece in campionato il Gremio si piazza terzo. Le sue prestazioni però gli permettono di essere premiato con la Bola de Ouro, premio annuale assegnato dalla rivista brasiliana Placar al miglior giocatore del campionato. L’anno successivo vince il suo secondo Gauchão però perde la finale di Coppa Libertadores contro gli argentini del Boca Jrs.

L’INGHILTERRA E POI L’ITALIA

A luglio del 2007 passa al Liverpool per una cifra vicina ai dieci milioni di euro. Nel novembre del 2011 subisce un grave infortunio al ginocchio che lo costringe a restare fuori fino a fine stagione. Il 26 febbraio 2012, seppur infortunato, conquista il suo primo titolo inglese vincendo la Coppa di Lega. Resta nel club inglese per dieci anni prima di trasferirsi alla Lazio. La società capitolina sborsa una cifra vicina ai cinque milioni di euro e gli fa sottoscrivere un contratto valido fino al 2020. Il 13 agosto, all’esordio in biancoceleste, vince il suo primo titolo vincendo la Supercoppa Italiana ai danni della Juventus. Il 15 maggio 2019 vince la Coppa Italia contro l’Atalanta: 0-2 il risultato finale.

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LA NOSTRA STORIA Tanti auguri a Santiago Gentiletti

Il 9 gennaio 1985 nasce a Gödeken, nella regione di Santa Fe del dipartimento Caseros (Argentina), l’ex difensore della Lazio Santiago Gentiletti, detto il “Chuevo”. Centrale difensivo con passaporto italiano, usa prevalentemente il piede sinistro ed è in possesso di un ottimo colpo di testa. Non è particolarmente veloce e per questo tende a giocare di anticipo sulla punta avversaria.

Santiago Gentiletti inizia la carriera nelle giovanili del Gimnasia L.P. nella stagione 2003/04. L’anno seguente esordisce in prima squadra grazie al tecnico, ex laziale, Pedro Troglio. Resta nella squadra platense fino al 2008, quando, nell’estate dello stesso anno si trasferisce alla squadra cilena del Provincial Osorno. Nella stagione seguente milita nell’O’ Higgins. Successivamente torna in Argentina per indossare la maglia dell’Argentinos Jrs per una stagione. Nel 2011/12 viene ingaggiato dalla squadra francese dello Stade Brestois. A fine stagione, nel 2012, torna in patria al San Lorenzo de Almagro, dove si mette in mostra per combattività, grinta e per le capacità di marcatore.

In carriera ha vinto il campionato argentino di “Clausura” del 2010 con l’Argentinos Juniors e quello “Inicial” del 2013 con il San Lorenzo de Almagro. In campo internazionale ha conquistato la Coppa Libertadores con il San Lorenzo de Almagro nel 2014. La Lazio lo ingaggia a titolo definitivo alla fine di agosto 2014 pagando una clausola rescissoria di circa 2 milioni di euro. La settimana successiva al suo esordio in maglia biancoceleste subisce un serio infortunio che lo costringe a un lungo stop, dal quale rientra dopo ben 237 giorni. Il 18 luglio del 2016 passa a titolo definitivo al Genoa per una cifra vicina ai 500.000 euro. Il 30 agosto 2018 è ingaggiato dal club spagnolo dell’Albacete, formazione di Segunda División.

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LA NOSTRA STORIA L’ex centrocampista Sergio Guenza

LA NOSTRA STORIA Sergio Guenza nasce a Roma il 9 gennaio 1933. Gioca con le giovanili della Lazio dal 1947 al 1956. Vince un Campionato Regionale Ragazzi 1951/52. Nella stagione 1952/53 passa in prestito a L’Aquila. Quella successiva al San Lorenzo Artiglio.

Sergio Guenza torna quindi in biancoceleste per due stagioni vincendo il Campionato Cadetti nel 1955/56. Nel 1956/57 passa al Tivoli e la stagione successiva passa in via definitiva al Foligno. Terminato di giocare allena le giovanili biancocelesti arrivando a guidare la Primavera nel 1981/82. Nel frattempo lavora come tipografo in un quotidiano sportivo.

Nella stagione 1982/83 è l’allenatore in seconda di Roberto Clagluna. Allena la Lazio Femminile vincendo quattro scudetti e tre Coppa Italia. Dal 1990 al 1998 guida la Nazionale Femminile dell’Italia. Quindi allena di nuovo la Lazio Femminile nelle stagioni 1998/99 e 2004/05. Nel 2008 è il responsabile della squadra Juniores del G.S. Vigili Urbani.

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Lazio 120 anni, in arrivo il fumetto in due volumi

Bellissima novità per i tifosi biancocelesti. In arrivo due albi di fumetti che racconteranno la Lazio e i suoi 120 anni di vita

LazioWiki è lieta di presentare due albi di fumetii che racconteranno i 120 anni della Lazio. La notizia è stata resa pubblica tramite il profilo Facebook di LazioWiki:

LazioWiki è orgogliosa di annunciare che, nel corso del 2020, sarà pubblicato il fumetto “LAZIO 120 – Hai insegnato lo sport in Italia”, dedicato al racconto dei primi centoventi anni della Società Sportiva Lazio. L’opera narra le principali vicende storiche delle sezioni del sodalizio biancoceleste e sarà pubblicata in due volumi composti da 84 tavole ciascuno con casa editrice Astromica. Il primo volume, riguardante la storia della Lazio dalle origini al secondo conflitto mondiale, è disegnato da Andrea De Santis con sceneggiatura di Samuele Zaccaro , autore di LazioWiki e sceneggiatore di entrambi i volumi. Si ringraziano il presidente Antonio Buccioni e l’editore Simone Balzano per aver creduto nel progetto e per averlo incoraggiato fin dalle prime fasi“.

DOMANI LO SPECIALE DI SKYSPORT SUI 120 ANNI DELLA LAZIO

Lazio 120, su Sky lo speciale sui biancocelesti

Domani 9 gennaio la Lazio compirà 120 anni e l’emittente Sky trasmetterà uno speciale dedicato al club biancoceleste

Lazio 120 anni di storia e di amore. Domani 9 gennaio la Prima Squadra dela Capitale taglierà un traguardo importante, quello dei 120 anni. Il compleanno del club biancoceleste verrà festeggiato anche da Sky. Domani sera alle ore 20.30, su SkySpot Uno, l’emittente manderà in onda uno speciale dal titolo “Piazza della Libertà“, che ripercorrerà tutta la storia della società capitolina, con interviste ai calciatori del primo e del secondo scudetto, ai presidenti, a tutti coloro che hanno lasciato un segno indelebile con l’aquila sul petto.

FORMELLO, LE ULTIME DALL’ALLENAMENTO ODIERNO CON VISTA NAPOLI

LAZIO Arriva la sanzione per i cori contro Balotelli

LAZIO Ci si aspettava una sanzione da parte del Giudice Sportivo per i presunti cori discriminatori dei supporters biancocelesti contro Mario Balotelli in occasione di Brescia-Lazio di domenica. E la sanzione, puntualmente, è arrivata.

LAZIO Una multa di 20mila euro alla società biancoceleste per i presunti cori contro Balotelli durante la sfida del 5 gennaio del Rigamonti tra Brescia e Lazio. Questa la decisione del Giudice Sportivo Mastrandrea, che ha inoltre chiesto alla procura Figc un supplemento di indagine. In particolare, Mastandrea vorrebbe approfondire il settore dal quale provenivano i cori.

Il comunicato del giudice sportivo

“Ammenda di € 20.000,00: alla Soc. LAZIO per avere suoi sostenitori, al 21° ed al 29° del primo tempo, intonato un coro di discriminazione razziale nei confronti di un calciatore della squadra avversaria, oltre ad un coro insultante nei confronti del medesimo calciatore al 21° al 29° ed al 42° del primo tempo. Ciò portava il Direttore di gara, al 30° del primo tempo, ad interrompere il giuoco per far effettuare l’annuncio volto alla cessazione del suddetto coro discriminatorio. Dispone altresì, a cura della Procura federale, la trasmissione di maggiori elementi di dettaglio. Sia per quanto riguarda l’effettivo posizionamento (settore o sotto settore) prevalentemente occupato nelle gare casalinghe in base alle risultanze degli organi preposti all’ordine ed alla sicurezza pubblica, dei sostenitori nel cui ambito si collocavano i responsabili di tale coro, sia circa la fattiva collaborazione della Soc. Lazio nell’individuazione dei soggetti coinvolti in tale manifestazione discriminatoria, ai fini dell’eventuale adozione di ulteriori provvedimenti da parte di questo Giudice in ordine all’accaduto, e in ogni caso anche in relazione alla valutazione dell’eventuale recidiva”.

INTANTO IL GIUDICE SPORTIVO SQUALIFICA UN BIANCOCELESTE>>>LEGGI QUI

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LAZIO GIUDICE SPORTIVO Un biancoceleste out contro il Napoli

LAZIO GIUDICE SPORTIVO Marco Parolo, come previsto, è stato squalificato dal giudice sportivo e non sarà disponibile per il match di sabato allo Stadio Olimpico contro il Napoli.

LAZIO GIUDICE SPORTIVO In seguito ai verdetti sportivi maturati nell’ultima gara ufficiale del 2019, il Giudice Sportivo ha diramato le proprie decisioni, confermando delle sanzioni a quattro calciatori biancocelesti. Quinto cartellino giallo stagionale per Marco Parolo che salterà quindi la gara di sabato prossimo con il Napoli. Quarta sanzione invece per Danilo Cataldi e Stefan Radu, che entreranno in diffida a partire dal prossimo incontro di campionato. Prima ammonizione stagionale in Serie A, infine, per Jony.

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Lazio Formello — Esercitazioni tecniche in vista del Napoli: due assenti

Lazio Formello — Nella giornata odierna la squadra si è ritrovata agli ordini di Inzaghi per proseguire la preparazione in vista del match di sabato contro il Napoli. Al termine di un iniziale riscaldamento, la squadra ha svolto delle esercitazioni tecniche incentrate sul possesso palla. Successivamente, il gruppo ha lavorato sull’1 VS 1 e sul 2 VS 2. La seduta si è poi conclusa con una serie di partitelle a campo ridotto. All’allenamento odierno non hanno preso parte Lulic e Correa. Il bosniaco è fermo per un colpo alla caviglia sinistra rimediato nel match del Rigamonti contro il Brescia, mentre l’ex Siviglia è alle prese con un affaticamento al polpaccio, di cui è stata scongiurata la lesione. Allo stato attuale circola però ottimismo in merito alle loro condizioni. L’auspicio è che entrambi possano riaggregarsi al gruppo già nella giornata di domani. Più complicato, invece, il recupero di Jony per l’anticipo dell’Olimpico contro i partenopei. Lo spagnolo è ai box per uno scontro di gioco avvenuto nel corso della seduta di ieri e verrà sottoposto a breve ad accertamenti strumentali. Regolarmente in campo, invece, Danilo Cataldi. Il classe ’94 non è in dubbio, aveva saltato la seduta di ieri per completare il protocollo iniziato la settimana scorsa, quando aveva accusato un problema muscolare al polpaccio destro. Stamattina il regista ha partecipato alla sgambata risparmiandosi soltanto per la fase finale, caratterizzata da esercitazioni di uno contro uno a campo ridotto. Nella giornata di domani è in programma una seduta pomeridiana.

Diaconale precisa: “Lazietta? I tifosi non hanno capito”

“Una delle regole auree del giornalismo stabilisce che se un tuo scritto viene male interpretato e suscita equivoci, vuol dire che non era chiaro. Pertanto, a proposito delle polemiche suscitate dalla mia prima ‘Rubrica biancoceleste’, cerco di fornire alcune precisazioni. La prima è che il termine “Lazietta” non è stato inventato da me ma da quei critici e denigratori che negli anni passati, sia nei periodi più bui e drammatici che in quelli fulgidi dei due scudetti, si ostinavano a considerare la nostra una squadra di basso livello esterna ed estranea al gotha del calcio nazionale a causa della precarietà della sua condizione societaria. Non era mia intenzione paragonare la Lazio di oggi a quelle del passato. Intendevo solo ribadire il fatto inequivocabile che solo la presenza di una proprietà presente, attiva, capace e solida riesce a dare continuità a un percorso di crescita di una squadra proiettandola verso i massimi livelli del calcio nazionale e internazionale. Quando manca questa condizione proprietaria anche le squadre provviste di grandi giocatori soffrono ed entrano in crisi. La seconda precisazione è che non ho deciso di scrivere una “Rubrica biancoceleste” per ragioni professionali (il mio ruolo di portavoce del presidente Claudio Lotito e direttore della comunicazione), ma solo perché sono un tifoso laziale da parecchi decenni prima del mio incarico e mi sembra non solo corretto ma anche doveroso dare voce alla mia passione usando canali mediatici personali e non della società. La terza precisazione, infine, riguarda il tipo di contestazioni che ho ricevuto. Proprio perché tifoso da sempre dei colori biancocelesti, non intendo prendere lezioni di lazialità da nessuno (tantomeno da alcuni di quei denigratori del passato che mi hanno contestato per aver citato il termine “Lazietta” da loro sempre usato per metterci sempre e comunque all’angolo rispetto alle squadre del Nord ed alla “cugina” della Capitale). A tutti coloro che poi mi hanno aggredito verbalmente rispondo, sorridendo, citando quanto disse Totò in “Guardie e ladri” ad Aldo Fabrizi che gli ordinava di fermarsi minacciandolo in caso contrario di sparare a scopo intimidatorio: “Io non mi intimido!”. Non l’ho fatto per una vita e per ragioni politiche. Figuriamoci se lo faccio ora di fronte a chi non capisce per inguaribili pregiudizi”. Questa la replica del portavoce biancoceleste sulla propria pagina Facebook.

LAZIO 120 Poli: “A Roma per volontà di Chinaglia, ero importante per lui”

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LAZIO 120 Poli, ex attaccante biancoceleste, ha parlato a margine della premiazione nel Villaggio biancoceleste di Piazza della Libertà.

LAZIO Poli ai cronisti presenti: “È una cosa meravigliosa ancora oggi, dopo 32 anni, essere ricordato dai tifosi della Lazio. Eravamo in Serie B, e io non ero Ronaldo. Poche società possono dire di avere un tifo così. Essere parte dei 120 anni di storia di questo club è bellissimo”.

Poi sulla polemica sulla ‘Lazietta‘ espressa da Diaconale: “Dal punto di vista dell’importanza, ho capito col tempo che la Lazio del -9 sia stata fondamentale per la vita di questa società. Che in quel momento poteva “sparire”, o che comunque poteva succederle qualcosa di strano. Oggi la squadra è amata tantissimo, ma ci sono tante Lazio del passato che hanno fatto innamorare i propri tifosi”.

Sulla squadra di oggi: “La Lazio deve avere umiltà. È cresciuta tantissimo, Inzaghi è stato un grande, ha trovato il giusto equilibrio e ha fatto capire a questi giocatori di grande qualità che serve sacrificarsi per raggiungere i risultati. Spero che continuino così senza avere problemi, tra le squadre in testa alla classifica la Lazio è quella con la rosa più corta. Ma se ci sono tutti allora può dare fastidio a chiunque. Se mi rispecchio in qualche biancoceleste di oggi? No, il calcio è cambiato, c’è più tattica. Noi eravamo più liberi.”.

Su quel gol storico a Napoli contro il Campobasso“Di quel gol ricordo poco, poi ho rivisto le immagini, ero emozionato. Io non sono tanto alto, ma in quel momento lì ho avuto la forza di arrivare a colpire di testa e fare qualcosa di bello per la Lazio. Ne sono orgoglioso”.

Su Chinaglia, suo presidente ai tempi della Lazio: “Giorgio mi è rimasto nel cuore. È lui che mi ha voluto e che mi trattava nel migliore dei modi. Ho firmato il contratto davanti a Chinaglia, mi ha mandato fuori e poi mi ha richiamato dentro dicendomi: “Ho sbagliato”. Pensavo volesse abbassarmi l’ingaggio, e invece mi disse: “Per quello che sei tu per me, penso di averti dato pochi soldi”. Come a dire “Ti regalo dei soldi”, perché ero qualcuno di importante per lui”.

Poli ha parlato anche dal palco della premiazione: “Sono orgoglioso di aver fatto parte di questi 120 anni. Una storia travagliata, anche quando c’ero io era una Lazio piena di problemi. Li abbiamo risolti, ne siamo usciti. Con Fascetti, Fiorini, poi sono arrivato io. Oggi ci sta facendo divertire, sta facendo grandi cose. Sono felice, la seguo sempre e gioisco insieme a voi. Una Lazio così meravigliosa mi riempie d’orgoglio. Spero che i tifosi possano vivere altri 120 anni così, come adesso”.

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LAZIO Cragnotti: “Ottimo lavoro di Inzaghi. Vi svelo un grande rimpianto”

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Alla vigilia dei 120 anni della società (e dei suoi 80), l’ex presidente della Lazio Cragnotti ripercorre il suo passato al timone dei biancocelesti.

LAZIO Cragnotti in una lunga intervista a ‘Repubblica’: «L’acquisizione fu una cosa improvvisata, sorprendente, mica studiata per chissà quanto tempo. Io all’epoca sul calcio ero agnostico, avevo altri progetti, fu mio fratello Giovanni, super tifoso laziale, a convincermi: fu la sua passione ad accelerare l’operazione.»

GASCOIGNE

«Al di là del suo talento, l’acquisto di Gazza rappresentò per la Lazio un salto di qualità dal punto di vista del marketing. Per la prima volta la maglia biancoceleste era presente negli store delle squadre inglesi, a partire dal Manchester United. Era la più venduta. Gascoigne rese la Lazio famosa nel mondo. In effetti…. Un episodio lo sintetizza bene: dopo le vacanze estive, il nostro team manager Manzini andò a prenderlo all’aeroporto di Fiumicino, solo che non lo vedeva e allora preoccupatissimo chiamò Zoff: ‘L’aereo è atterrato ma lui non c’è’. All’improvviso notò un tipo alquanto in carne seduto come un viaggiatore qualsiasi: era Gazza, diventato rotondo come una palla. Irriconoscibile. Arrivammo a inventarci dei bonus per farlo dimagrire: si pesava ogni settimana, e se aveva perso un chilo o due scattava il premio. Cose così, insomma. Ricordo quel gol di testa nel derby del campionato ’92-’93: perdevamo 1-0, lui segnò nel finale l’1-1. Era eccezionale in tutto. Mi diverte ancora oggi pensare al rapporto tra Gascoigne e Zeman, personaggi opposti. Ma nessuno sapeva confortarlo come Zoff, nei suoi momenti di depressione. Gli piangeva sulla spalla: ‘Mister, tu sei un grande e io no…’»

ZOFF

«Era il simbolo della Lazio, rappresentava i valori di questa società. Io lo vedevo come figura di riferimento nella Fifa, doveva fare quella carriera lì, diventare un grande dirigente internazionale. Aveva l’immagine e la competenza adatte. Però lui preferiva il campo, mi diceva sempre che aveva bisogno di sentire il terreno di gioco sotto i piedi. Non era ambizioso, lo considero un limite per lui, ma il suo contributo nella Lazio è stato fondamentale»

SIGNORI

Con lui iniziò l’escalation della mia Lazio verso i vertici del calcio italiano. Con Zeman formava un’accoppiata vincente. Fu un grande acquisto, diventò tre volte capocannoniere, segnava sempre. Mi dispiace che la sua storia con la Lazio sia finita male: ci furono delle incomprensioni con Mancini ed Eriksson e decise di andarsene. Il giorno della cessione, lasciò la sede di via Novaro da un’uscita secondaria, nascosto sotto una coperta nei sedili posteriori di un’auto: assurdo. Per quello che ha dato alla Lazio, meritava ben altro addio. Sì, l’operazione era conclusa ma successe un putiferio, migliaia di tifosi in strada, ho dovuto rinunciare. A Roma la piazza ha sempre tentato di condizionare le scelte della società. D’altronde va considerato che la tifoseria laziale era reduce da anni difficili, voleva godersi il campione e non era pronta per capire la mia strategia delle plusvalenze. Ora non si parla d’altro e le realizzano tutti i club, ma allora erano una novità assoluta. Cedendo grandi giocatori, io con le plusvalenze avevo un vantaggio sia dal punto di vista economico, del bilancio, sia da quello tecnico, per migliorare la squadra: perché poi i soldi venivano investiti per acquistare altri grandi giocatori. Come nel caso di Vieri…».

VIERI

«Allora le trattative non duravano sei mesi come adesso, con gli intermediari e il resto. Una mattina mi chiamò il direttore generale dell’Atletico Madrid, Miguel Angel Gil, il figlio del presidente, mi disse che avevano bisogno di vendere Vieri: ‘Lo dico a te per primo: sei interessato?’. Io ero in vacanza, dissi di sì, mi raggiunse subito con l’elicottero a Porto Santo Stefano, trattammo sul mio yacht (il ‘Florence’, omaggio alla moglie Flora, ndr) e alle 20 dello stesso giorno era tutto fatto (per 50 miliardi di lire, più 7 netti all’anno all’attaccante, ndr). Il mio amico Franco Sensi non la prese bene… Mi chiamò il giorno dopo con la voce affranta: ‘Sergio, questa non me la dovevi proprio fare’. Ma non l’avevo assolutamente fatto apposta: non potevo immaginare che la notizia si sarebbe diffusa con quella velocità, pensavo sarebbe rimasta segreta fino al giorno dopo. Per la sua cessione Moratti mi offrì 90 miliardi. Alla trattativa partecipò Mancini (l’attuale ct azzurro visse l’estate ’99 da dirigente, ndr), che mi diceva di chiederne 100: a me sembravano già tanti 90, mi vergognavo, chiudemmo a quella cifra. Settanta miliardi cash più Simeone valutato 20. Ma aveva ragione Roberto: Moratti sarebbe tranquillamente arrivato a 100»

DERBY DI MERCATO

«Batistuta? Il centravanti della Fiorentina voleva venire da noi, era un pallino del ds Governato. Ma Sensi offrì una cifra altissima (70 miliardi di lire, ndr) e poi quell’anno vinse lo scudetto. Perché nel calcio funziona così: i grandi obiettivi si raggiungono solo con i grandi giocatori, altro che storie».

DELUSIONI

«Ronaldo il Fenomeno. Io lavoravo da anni in Brasile, conoscevo tutto e tutti, per tanti mesi – quella volta sì – portammo avanti la trattativa con i procuratori: il fuoriclasse era praticamente preso quando arrivò Moratti e convinse Barcellona e agenti con cifre impossibili da contrastare. Peccato»

BOKSIC

«Era l’estate del ’93: io e Bendoni andammo da Tapie, presidente del Marsiglia, che era a Cala di Volpe e ci ospitò sul suo lussuosissimo yacht a 4 alberi. Chiudemmo l’affare in poche ore. Anche Alen era un personaggio difficile da gestire. Ricorda la notte di Dortmund? Era la stagione ’94-’95, stavamo giocando i quarti di Coppa Uefa con il Borussia. E lui a un certo punto uscì improvvisamente dal campo per andare al bagno. Tempo dopo, Signori mi raccontò che quella sera, prima della gara, Boksic gli aveva detto qualcosa tipo: ‘Non mi va di giocare, non è serata’. Un’altra volta si arrabbiò pochi minuti prima di una partita perché sosteneva che la maglietta fosse troppo stretta. Era fatto così, Alen. Ma io lo amavo perdutamente: a Napoli vinse una partita da solo, una prestazione pazzesca. E in un contrasto ruppe il naso a Ferrara, uno tosto»

FERRARA

«Sì, nel ’94 stavamo per chiudere con gli agenti quando Zeman ci disse di bloccare tutto. Non era adatto al suo gioco a zona, scelse Chamot che aveva allenato a Foggia».

ERIKSSON E MANCINI

«Il ds Governato in realtà come allenatore voleva Ancelotti. Lo chiamammo, ma ci disse che lui, ex giallorosso, non si sentiva di passare dall’altra parte del Tevere, lo avrebbe vissuto come un tradimento. Allora puntammo su Eriksson e fu la nostra fortuna. Lui e Mancini cambiarono quella mentalità fatalista, molto provinciale, che c’era nella Lazio fino a quel momento. Sembrava che la scaramanzia contasse più del lavoro. Eriksson portò tutto il suo staff, tutti molto preparati e professionali. Comprammo mezza Sampdoria perché poi arrivarono Lombardo, Mihajlovic, Veron. Avevano una mentalità vincente che fece la differenza. Al di là delle doti tattiche, Sven era soprattutto un grande psicologo: aveva un rapporto speciale con i giocatori, sapeva capirli e parlare con loro anche nei momenti difficili. Mancini è sempre stato decisivo nello spogliatoio, leader nato e persona molto intelligente. Quando smise di giocare, decise subito di diventare il vice di Eriksson. Non avevo dubbi sulla sua carriera di grande allenatore»

SCUDETTO 2000

«Lo avremmo meritato già l’anno prima: il titolo ’98-’99 ci fu scippato dal Milan, fummo clamorosamente penalizzati dagli arbitri. Un furto, proprio. Che poi vincere all’epoca era davvero complicato: c’erano le sette sorelle, sette squadre fortissime. Ora invece ci sono solo Juve e Inter, anzi fino all’anno scorso soltanto la Juve»

LAZIO PRIMA NEL RANKING FIFA

«Lo disse Ferguson: ho perso contro la squadra più forte del mondo. La vittoria della Supercoppa europea a Montecarlo, proprio contro il suo Manchester United, fu il momento più alto della mia gestione. Un’emozione indimenticabile. Tra l’altro tanti di quella squadra sono diventati bravi allenatori, compreso Simone Inzaghi che sta lavorando benissimo nella Lazio di oggi»

CESSIONI NESTA E NEDVED

«Avrebbero potuto restare entrambi. Ad Alessandro avevo aumentato lo stipendio a 6,5 miliardi di lire, solo che Berlusconi quando voleva una cosa se la prendeva. Come Moratti. E Pavel dopo che avevamo trovato l’accordo con la Juve ci disse che non si vedeva con un’altra maglia. Piangeva. Allora gli facemmo firmare il rinnovo e lui contento regalò pure la penna a mio figlio Massimo. A quel punto chiesi a Moggi di strappare il modulo federale che sanciva la cessione. Poi il manager Raiola fece cambiare idea a Nedved e così Moggi, che quel modulo invece di strapparlo lo aveva conservato, se lo portò alla Juve. Un altro film, pure quello»

LAZIO PRIMA IN BORSA

«Sì, dal 6 maggio ’98. Ho anticipato l’evoluzione naturale dei principali club di calcio, che ormai sono degli asset patrimoniali da valorizzare per soddisfare le aspettative degli azionisti. Il risultato economico conta più di quello sportivo. La Premier in questo comanda da anni: non a caso, il 10% del City è stato venduto per 500 milioni di dollari e il club vale 5 miliardi. E in Italia, il segreto del successo della Juve è soprattutto lo stadio di proprietà…».

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BRESCIA LAZIO Buu a Balotelli, biancocelesti a rischio squalifica?

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BRESCIA LAZIO Buu a Balotelli, biancocelesti a rischio squalifica?

BRESCIA LAZIO BUU A BALOTELLI – Al minuto 31 della gara del Rigamonti, l’attaccante delle Rondinelle, dopo aver fermato il gioco, si reca dall’arbitro Manganiello per far notare presunti cori razzisti nei suoi confronti. Segue un breve stop e l’annuncio dello speaker, dopodichè la partita riprende. Ma il caso non si smonta. Anzi, a gettare ulteriore benzina sul fuoco è lo stesso Balotelli, che su Instagram urla “vergogna” ai tifosi biancocelesti presenti al Rigamonti. Una versione che – riporta Repubblica – la Procura quest’oggi avrebbe confermato.

Tutti e tre i delegati presenti alla partita avrebbero infatti notato e messo a verbale cori discriminatori provenienti dal settore dei tifosi biancocelesti. Una circostanza di cui potrebbe tenere conto il Giudice Sportivo, che potrebbe comminare una squalifica alla Lazio (probabilmente un settore dell’Olimpico o una partita a porte chiuse). Se le indiscrezioni venissero confermate, la società biancoceleste risulterebbe infatti recidiva dopo il caso Kessie-Bakayoko dello scorso aprile in Coppa Italia. In un comunicato, i capitolini si sono immediatamente dissociati da certi comportamenti. Basterà? Al Giudice Sportivo l’ardua sentenza.

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Lazio 120 anni – Lotito: “Un domani vorrei tramandarla a mio figlio”

Lazio 120 anni – Lotito parla di questo grande traguardo che ha raggiunto il club che domani festeggerà il suo compleanno

Lazio 120 anni – Lotito in una intervista a Sky Sport:

Posso dire che sicuramente ho fatto delle cose che non credo riuscirei a ripetere oggi. Questa è una società che non ha mai avuto un proprietario e infatti alcune volte c’era il problema delle trasferte”.

“Tempo fa è capitato che alcuni tifosi si siano sentiti in diritto di poter scegliere e dire cosa fare della società non rispettando il loro ruolo. Questo però è avvenuto per via del passato dove venivano coinvolti. A me piace dire che sono un Presidente tifoso e non un tifoso presidente, questo perché devo comunque mantenere il mio ruolo e condurre al meglio il club. La gestisco anche per interesse di altri quindi non posso fare come la cicala che oggi è presente e domani no. Vorrei tramandare questa società e spero che un domani mio figlio proseguirà con questo percorso, ma devo fare in modo che questi colori abbiano una certezza per il futuro”.

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