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L’ultima stravaganza di Bielsa: amichevole a metà mattinata

La Lazio ha annunciato per dopodomani l’inizio del raduno. Assente il neo tecnico Marcelo Bielsa, atteso nella capitale tra mercoledì e giovedì a causa dell’obbligo di ritirare in Argentina il visto per l’Italia.

La partenza per il ritiro di Auronzo (ritiro che si concluderà il 23 luglio) è fissata per domenica prossima. Durante il ritiro in Veneto sono previste quattro amichevoli. I biancocelesti esordiranno alle 17 del 13 luglio con un’amichevole in famiglia: Lazio A-Lazio B; il 17 su espressa richiesta di Bielsa la squadra scenderà in campo a metà mattinata: infatti, l’amichevole con l’Iberos (squadra di quarta serie spagnola) è fissata per le 10. Il 20 sarà la volta di Lazio-Padova (ore 18) e infine il 23 luglio alle 16 ci sarà Lazio-Spal a chiudere il ritiro. In quest’ultima amichevole verrà messo in palio il trofeo “Tre Cime di Lavaredo” e la gara sarà anticipata dall’esibizione di una delegazione del Palio di Ferrara, il più antico del mondo.

Inoltre, secondo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport“, Bielsa inoltre ha chiesto e ottenuto di svolgere gli allenamenti a porte chiuse. Il provvedimento, seppur controvoglia, è stato accettato dalla società. Il club ha cercato di far presente all’argentino che per stare vcini alla propria squadra i tifosi, abituati ad assistere alle sedute di lavoro, da tempo hanno prenotato il viaggio per il Veneto ma il tecnico su questo punto è stato intransigente.

Il Comune di Auronzo non ha preso bene la decisione, il timore è che i sostenitori biancocelesti possano annullare le loro prenotazioni. Ad Auronzo sono previste anche altre iniziative: il 16 luglio si vivrà la notte biancoceleste, il 19 la presentazione della squadra. L’evento in programma dalle 21 si terrà in piazza Santa Giustina e non all’interno del PalaRoller come sempre avvenuto. Nei prossimi giorni verrà presentata anche la seconda maglia da gioco. La campagna abbonamenti, invece, verrà svelata la prossima settimana a Formello.

PAIDEIA – Al via le visite mediche: attesi i primi biancocelesti tra cui Candreva

E’ ora, finalmente si ricomincia. Sono previste domani in Paideia le prime visite mediche dei giocatori biancocelesti.

In lista alle 9 per accertamenti Antonio Candreva. Dopo sarà la volta di Danilo Cataldi, con al seguito alcuni giovani che faranno parte del gruppo dei convocati. Attesi anche il preparatore dei portieri Adalberto Grigioni e il preparatore atletico dedito al recupero degli infortunati Adriano Bianchini. Ambedue faranno parte del nuovo corpo tecnico.

Ecco la lista di Bielsa per Auronzo. 23 i probabili convocati ma quante sorprese!

Il Corriere dello Sport riporta la probabile lista dei 23 che il futuro mister Bielsa porterà ad Auronzo di Cadore. Naturalmente non saranno presenti i nazionali (Marchetti, Berisha, Vargic, Parolo, Candreva e Biglia) e inoltre sono previste tante sorprese sia in entrata che in uscita. Sono stati inseriti i portieri Guerrieri (che ha chiesto di fare esperienza altrove), Strakosha e Borrelli. I difensori saranno Basta, De Vrij, il baby Germoni (terzino sinistro, 18 anni), Hoedt, Mauricio, Patric, Prce e Radu. Ecco i centrocampisti: Cataldi, il baby Duje Javorcic (acquistato a giugno, 16 anni), Lulic, il misterioso Morrison, il rientrante Oikonomidis, Onazi, Milinkovic e Murgia (ex Primavera). In avanti convocati Djordjevic, Keita, Kishna e Felipe Anderson. La presenza di quest’ultimo però resta un mistero: la società gli ha negato l’autorizzazione a partecipare alle Olimpiadi ma lui fa orecchie da mercante, vuole far parte della selezione brasiliana. Ha chiesto un confronto con la società per cercare di convincerli a farlo rimanere in Brasile.

Come già anticipato in mattinata, sono esclusi a sorpresa Gentiletti e Bisevac. L’argentino era già con le valigie in mano a gennaio, poi non se n’è fatto nulla. Il serbo non ha convinto nei suoi 6 mesi romani e adesso è già sul mercato così come il Tata Gonzalez che non è stato riscattato dai messicani dell’Atlas. Fuori dal ritiro anche gli ex Primavera Pollace,Tounkara, Crecco, Filippini, Rozzi, Elez, Minala e Lombardi. Non pervenuti neanche Perea, Vinicius e Ronaldo mandati in prestito a farsi le ossa ma che hanno deluso le aspettative.

Lazio senti l’agente di Giaccherini: “Vuole lasciare il Sunderland ma chi lo vuole deve sbrigarsi”

L’Italia è uscita ieri sera dall’Europeo ma ha fatto brillare molti giocatori dimenticati dai nostri club come Graziano Pellè ma soprattutto Emanuele Giaccherini che ha impreziosito le sue ottime prestazioni con un gol e un assist. Per il 31enne toscano è stata una grande stagione iniziata col Bologna con cui ha collezionato 28 presenze e 7 gol. L’esterno è tornato in auge e molti club adesso lo vogliono.

Per far chiarezza il suo agente Furio Valcareggi su tuttomercatoweb.com ha spiegato: “Gli scenari per il futuro sono buoni: noi abbiamo intenzione di portarlo via dal Sunderland, le condizioni sono note e non c’è bisogno poi di fare una grande trattativa. La Fiorentina in prima linea? Corvino sa tutto di Giaccherini, è stato l’artefice del suo ritorno in Italia. Corvino sa tutto di lui e anche di me, compreso il mio numero di telefono. Ma ora comunque in generale c’è bisogno di sbrigarsi perché il discorso evolve e Giaccherini è molto gettonato. I tempi per una soluzione e una eventuale nuova squadra? E’ difficile stabilirli, però io metto un po’ di fretta perché dobbiamo decidere dove andare. In teoria possiamo restare al Sunderland e venir via da svincolati a Natale prossimo. La sua valutazione? E’ aumentata professionalmente ma c’è la “minaccia” di star fermi sei mesi e poi venir via. Dunque gli inglesi devono anche poter prendere ciò che portiamo: tra sei mesi Giaccherini va in svincolo e questo toglie forza al Sunderland”.

INTANTO LA LAZIO ACCELERA PER DUE BRASILIANI…>>>CONTINUA A LEGGERE

Tavecchio: “Spero che Conte ritorni in azzurro, magari presto. Abbiamo portato in alto il tricolore”

Dopo Antonio Conte, ha preso parola in conferenza stampa il presidente della federcalcio Carlo Tavecchio: “Spero che in futuro possa tornare qui. E non è detto che non ritorni anche presto. Conte è stata la scelta migliore sulla piazza, abbiamo fatto il primo passo creando un gruppo importante, bisogna continuare così. La Nazionale avrà uno staff permanente, vogliamo costruire in casa il nostro futuro. Come organizzazione non siamo inferiori a nessuno. Abbiamo portato in alto la bandiera italiana che era stata un po’ dimenticata. In futuro in tanti saliranno sul carro degli azzurri, io resto finché potro dare il mio contributo. Addio Conte? Sapevamo che sarebbe stata dura trattenerlo dopo 2 anni. Abbiamo fatto un sforzo economico importante per portarlo in Nazionale. Umanamente mi spiace che ci abbia lasciato, lui e il suo staff sono persone speciali. Ha preso in mano una Nazionale smarrita e gli ha dato un’identità. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere una persona splendida, un condottiero. Ha costruito la squadra con razionalità scientifica mettendo in difficoltà la Germania con la nostra organizzazione di gioco. E’ stata una spedizione europea importante, la strada è tracciata ma non ci fermiamo qui…”.

LEGGI L’ULTIMA CONFERENZA DI CONTE

Fabrizio Piepoli

 

 

 

 

CONFERENZA – L’ultimo saluto di Conte: “Oggi è peggio di ieri. Auguro a Ventura il meglio”

Il day after è ancora amaro per gli azzurri che ieri hanno visto svanire il sogno europeo dagli 11 metri. Antonio Conte in conferenza stampa ha salutato tutti: “Oggi è peggio di ieri. Sono ancora coinvolto emotivamente, solo ora realizzo che è finita questa avventura. Mi dispiace per i ragazzi, è stato un onore allenarli. Hanno dato tutto. Ringrazio lo staff, i magazzinieri, i cuochi e tutti quelli che hanno lavorato con noi. Ringrazio in particolar modo una persona silenziosa ma preziosa come Oriali, è stato un onore lavorare con lui. Ringrazio i media con cui abbiamo lavorato insieme in questi due anni, si è raggiunto un punto di stima reciproca. Auguro il meglio a Ventura e alla Nazionale. Abbiamo intrapreso una bella strada, facendoci rispettare e temere da tutti e tenendo testa ai campioni d’Europa e del mondo. Grazie a tutti”.

Fabrizio Piepoli

 

Delio Rossi incensa Inzaghi: “Bravo coi giovani e alla Lazio ha dato subito un’impronta”

Sulle colonne di Metropolis, l’ex tecnico biancoceleste Delio Rossi incensa Simone Inzaghi, neo allenatore della Salernitana: “È una persona a cui sono particolarmente affezionato. Ha una sensibilità incredibile, è stato un grande uomo spogliatoio. Anche se non trovava il campo con continuità non ha mai fatto polemiche, non ha mai detto una parola fuori posto. Potrà fare bene”.

Delio sottolinea il lavoro di Inzaghino in primavera e in prima squadra: “Nel settore giovanile ha raccolto grandi risultati, sfiorando lo scudetto Primavera e facendo crescere tanti talenti. Ha dimostrato di saper lavorare molto bene con i giovani e, allo stesso tempo, nei due mesi alla guida della prima squadra ha dato subito un’impronta, facendosi rispettare in uno spogliatoio con grandissima esperienza come quello dell’ultima Lazio. E poi c’è un dettaglio da non sottovalutare: Simone è un ragazzo che sa stare bene nel mondo del calcio. Si è saputo costruire un ottimo rapporto sia con il presidente Lotito che con il direttore sportivo Tare. Sono fattori da tenere in considerazione”.

Delio Rossi scherza su Inzaghi suo erede: “Lui è stato un grande calciatore, io un po’ meno. In panchina, però, la nostra carriera è in parte simile. Siamo partiti dai settori giovanili, ritagliandogli pian piano un po’ di spazio. Spero che a Salerno possa ottenere i miei stessi risultati” .

CALCIOMERCATO – Barba alla Lazio? Il presidente dell’Empoli tuona: “Resta qui”

Barba in prestito non lo cederemo, non siamo convinti nemmeno a cederlo a titolo definitivo”, questa la risposta del presidente dell‘Empoli Fabrizio Corsi a un’eventuale cessione del suo difensore negli ultimi 6 mesi in prestito allo Stoccarda. Abbiamo sbagliato a darlo via a gennaio, nel girone di ritorno ci sono mancati per diverse partite Tonelli e Costa e abbiamo pagato dazio – ha spiegato il patron toscano a TMW Radio -. Non vogliamo pagare dazio anche questa stagione”.

CALCIOMERCATO – Accelerata per Rodrigo Caio: ecco l’offerta della Lazio. Intanto si riavvicina Adriano

Rodrigo Caio è uno dei maggiori talenti sfornati dal campionato brasiliano. 22enne difensore centrale del San Paolo, all’occorrenza mediano, il ragazzo è finito nel mirino della Lazio che, secondo il Messaggero, avrebbe già presentato l’offerta di 1 mln per il prestito e 4,5 di riscatto obbligatorio. Il San Paolo chiede di alzare l’offerta per il prestito ad almeno 2 mln, una richiesta ragionevole. Le parti stanno trattando.

Non solo Rodrigo Caio, rispunta Adriano, che sembrava tramontato, invece è tornato in auge nelle ultime ore. Ieri c’è stato un incontro tra il segretario del Barcellona e l’agente del terzino che ha ribadito la volontà del suo assistito di lasciare il club blaugrana. Il Barca ha dato il via libera a trattare con un’altra squadra promettendo di abbassare le richieste economiche. Vedremo se la Lazio riuscirà a strappare il sì degli spagnoli con prezzi da saldo.

CULTURA – Morto il Nobel per la Pace Elie Wiesel

Sopravvissuto ad Auschwitz ed eloquente testimone della tragedia di sei milioni di ebrei sterminati dal nazismo è morto ieri nella sua casa di Manhattan all’età di 87 anni il Nobel per la Pace Eliezer “EliE” Wiesel.

Fu uno dei testimoni del dramma della Shoah. Cinquantasette libri, conferenze, reportage, due lavori teatrali e due cantate che nel 1986 gli valsero il Nobel per la Pace. Alla fine della guerra i sopravvissuti sotto trauma e gli ebrei americani, pieni di sensi di colpa, erano chiusi nel loro silenzio e secondo il New York Times fu proprio Wiesel con i suoi scritti a far emergere l’enormità del genocidio. Tra i primi ad esprimere cordoglio è stato il premier israeliano Benyamin Netanyahu: “Ha dato espressione alla vittoria dello spirito umano sulla crudeltà e il diavolo”.

Eliezer Elie Wiesel nacque nel 1928 nella città rumena di Sighet in una famiglia hassidica, la cui vita venne sconvolta nel 1940 quando l’Ungheria annesse la città e costrinse gli ebrei a chiudersi nel ghetto. Elie, prima di esser trasferito in altri campi verso la fine della guerra, finì per otto mesi assieme al padre nel campo di lavoro di Buna Werke, un sotto-lager di Auschwitz. Si rivelò agli occhi del mondo per la prima volta nel 1960 quando la sua autobiografia “Notte” venne tradotta in inglese. Elie aveva scritto dei suoi sensi di colpa per essere sopravvissuto e dei dubbi che lo tormentavano su un Dio che aveva permesso tutto quel massacro. I suoi libri scavavano sulle grandi questioni emerse dall’Olocausto: il senso della vita in un universo che ha permesso qualcosa di così crudele. E che senso può avere un mondo che è rimasto muto di fronte a tutto quell’orrore? Come si può continuare a credere? Tante domande ma pochissime risposte.

Bufera Belgio: rissa Wilmots-Courtois nello spogliatoio dopo l’eliminazione

E’ una delusione enorme passare da sicuri favoriti per la vittoria finale del torneo e finire come uno dei flop più clamorosi di questo Euro 2016. Sopratutto se l’eliminazione dai quarti è avvenuta per mano di una squadra tecnicamente inferiore, con un solo fuoriclasse “tuttofare” e che gioca con un centravanti svincolato. Il contraccolpo per il Belgio dopo la sconfitta con il Galles è stato enorme. Il 3-1 di ieri sera certifica il fallimento di una nazionale che, dopo il flop all’esordio contro l’Italia, sembrava poter decollare definitivamente verso la finale scollandosi di dosso quell’etichetta scomoda di “bella incompiuta“.

COLPEVOLI – In cima alla lista dei colpevoli secondo i media locali c’è Wilmots, reo di non aver saputo iniettare coesione in un gruppo dal talento debordante. Pur vantando un contratto fino al 2018, è pura utopia che il Ct rimanga sulla panchina belga fino al 2018. Sopratutto alla luce del fato che il ct non è assolutamente ben visto all’interno di alcuni membri di spicco nello spogliatoio e il rientro ad alta tensione che ha coinvolto la nazionale belga lo dimostra: il Ct, infatti, avrebbe litigato in maniera pesante con i giocatori e sarebbe addirittura arrivato alle mani con Thibaut Courtois. Il portiere del Chelsea ha preferito non parlare dell’accaduto e pensare solo alla partita. Ecco le sue parole riportate da “Gazzetta.it“: “È la più grande delusione della mia carriera sportiva, nonostante io abbia disputato e perso una finale di Champions con l’Atletico Madrid. Il Galles ci è stato superiore e nello spogliatoio ho detto quello che sentivo di dire. Abbiamo cominciato bene, creando due o tre occasioni, segnando anche un gol. Però abbiamo ci siamo chiusi troppo nella nostra metà campo e abbiamo lasciato troppi spazi. I gallesi hanno avuto più occasioni di noi, sono stati anche più pericolosi. Dobbiamo essere intelligenti. Siamo giovani e dovremo stare molto tempo insieme, però siamo delusi perché avevamo l’occasione di superare i quarti e approdare in semifinale”. Wilmots ha provato a gettare acqua sul fuoco: “Courtois è frustrato perché ha avuto una stagione difficile al Chelsea e aveva la speranza di diventare campione d’Europa“. Uno dei lati negativi è quello dell’età media bassa dei 23 convocati: “L’esperienza non si può comprare, non sono un mago“.

CONFERENZA – Conte al veleno: “Ho fatto guerra a tutti”

Ultima conferenza stampa di Antonio Conte da ct della Nazionale dopo l’eliminazione da Euro 2016 avvenuta dopo la sconfitta contro la Germania ai rigori. Di seguito la conferenza completa.

Il tecnico leccese ha evidenziato quanto l’Italia facesse paura ai tedeschi: “La Germania ci rispetta e lo dimostra il fatto che hanno modificato il loro sistema di gioco. E’ stata una gara maschia sotto tutti i punti di vista. Sturato ha avuto un problema al ginocchio e ha fatto una partita stoica, avevo difficoltà a trovare un sostituto. I ragazzi dimostrano che volere è potere, col lavoro si possono raggiungere risultati insperati. Dispiace uscire così ma va avanti una squadra fortissima. Averli tenuto testa significa molto. Torniamo a casa sereni sapendo che abbiamo dato tutto il possibile. Sono stati due anni fantastici culminati in un mese e mezzo incredibile. Ringrazio tutta la rosa dei 23, lo staff, i magazzinieri, i medici, si era creato qualcosa di magico”.

SOLO CONTRO TUTTI

Il ct della Nazionale si toglie un po’ di sassolini dalla scarpa: “La decisione di lasciare la Nazionale è stata presa in anticipo anche se per un momento avrei voluto continuare, però non ho potuto soprassedere su alcuni fatti. Nessuno mi ha supportato, neanche i giornalisti, sono sempre solo nel fare guerra a tutti. Va bene così, io lavoro in funzione della squadra e non per me. Qualcuno ha fatto passare questo messaggio per fare le trasmissioni. Nessuno mi ha appoggiato, il presidente lo ha fatto fino a un certo punto. Spero che in futuro si dia più spazio alla Nazionale. Mi sono battuto fino all’ultimo anche per spostare la Coppa Italia. Lascio una piccola macchina da guerra. Serve amore per la Nazionale, spero che sia passato questo messaggio”.

GENERAZIONE DI TALENTI

Conte è convinto del potenziale degli azzurri: “La mia più grande soddisfazione è aver lavorato con questi ragazzi che mi hanno dato tutto, hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo. Credo che questo la gente lo apprezzi. I ragazzi hanno trasmesso lavoro, sacrificio, entusiasmo… C’è una generazione che può crescere, le va data fiducia. I ragazzi devono giocare partite a questo livello. C’è una traccia importante che bisogna continuare, la federazione farà di tutto per proseguire questo lavoro”. Infine sul Chelsea:Appena ho deciso di non continuare con la Nazionale ho avvertito il presidente, dopodiché si è presentata l’occasione di andare lì e ho accettato. Ora ho bisogno di scaricare la delusione con una settimana di vacanza poi inizierò questa nuova difficile avventura, ma a me piacciono le sfide”.

Fabrizio Piepoli

Doumbia amaro contro la Roma: “Mi punirono perché non accettai la Cina”

La breve esperienza in giallorosso è stata al quanto traumatica per Doumbia. In poco meno di 365 giorni, l’ivoriano è passato dalla gloria per la Coppa d’Africa. vinta con la sua nazionale, fino  con la sua nazionale Campione d’Africa fino a vivere un vero e proprio incubo con i giallorossi. Un’avventura, quella romana, nata male  (vedi i fischi all’esordio dopo la pessima prova col Parma) e finita peggio. A testimoniarlo è lo steso giocatore in una breve intervista riportata da “La Gazzetta dello sport“:
Quando ho vinto la Coppa d’Africa ho festeggiato talmente tanto che mi ero dimenticato di essere un calciatore professionistaIn quei giorni, prima di arrivare in Italia, dormivo a malapena, ma se tornassi indietro lo rifarei e farei anche di più. L’anno dopo – aggiunge l’attaccante – la Roma voleva mandarmi per forza in Cina, ma quando ho rifiutato mi facevano allenare tre volte al giorno: alle 8, alle 12 e alle 16. Una punizione? Sì. Adesso sono al Basilea e cercherò di dare tante soddisfazioni ai miei tifosi”.

EURO 2016 – Germania Italia, Parolo: “I rigori la più grande emozione della mia carriera”

In zona mista il centrocampista della Lazio e della Nazionale Marco Parolo ha commentato l’eliminazione da Euro 2016: “Abbiamo fatto una grande partita ma siamo stati puniti dai rigori. Questi rigori hanno rappresentato la più grande emozione della mia carriera. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto, abbiamo cercato di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Nello spogliatoio ci siamo sfogati anche con le lacrime. Siamo una squadra vera. Conte è dispiaciuto ma al contempo orgoglioso di noi. Non abbiamo rimpianti perché abbiamo dato tutto. Ho vissuto intensamente questi due anni, è stato bello vivere queste emozioni. Ringrazio il mister e tutti i compagni. Pellè e Zaza? Siamo dispiaciuto per loro ma fa parte del gioco. Abbiamo avuto tre match point e tre volte Gigi non l’ha presa per un soffio. Spero che gli italiani siano fieri di noi”.

 

EURO 2016 – Germania Italia, Buffon: “Abbiamo messo le basi per qualcosa di importante”

Ai microfoni di Sky Sport capitan Gigi Buffon ha commentato l’amara eliminazione da Euro 2016 avvenuta ad opera della Germania:Pensavamo che questo fosse l’ultimo passo a suggellare qualcosa di eccezionale. E’ assurdo non vincere ai rigori quando gli avversari ne sbagliano 3 su 5. Rimpianti? No, quelli possono venire quando non hai dato tutto o non hai lavorato al massimo. Dispiaciuti per non essere riusciti a compiere un’impresa unici. Felici che questo gruppo ha risvegliato i cuori dell’Italia calcistica. Si vede che non era storia ma abbiamo messo le basi per qualcosa di importante nel breve futuro”.

 

Auronzo – C’è subito la mano de “El Loco”: due giocatori resteranno a Formello

AGGIORNAMENTO DEL 03/07 ORE 08.10 – Emergono ulteriori dettagli sugli uomini che Bielsa poeterà con se ad Auronzo. Nessun “necessità fa virtù”, chi non rientra nei suoi piani resta a Formello per cercareuna nuova sistemazione. Da Roma partiranno in 23 alla volta di Auronzo di Cadore. Bielsa ha chiesto di lavorare con un gruppo ristretto. E sorprendentemente, come riporta la consueta rassegna stampa di Radiosei, tra coloro che partiranno in ritiro non ci sono ne Bisevac ne Gentiletti. I due difensori sono fuori dal progetto tecnico, ma era difficile immaginare un’esclusione simile. Viste le tante assenze per i nazionali Bielsa dovrà puntare molto sui giovani e anche qui c’è una novità un nuovo ingresso: dopo Guerrieri, Strakosha, Borrelli, Prce, Oikonomidis, Murgia e Germoni, il Loco ha deciso di puntare anche su Duje Javorcic. Centrocampista offensivo classe 1999, è arrivato a giugno dall’Rnk di Spalato e sarà il più giovane della spedizione. Il tecnico argentino in carriera non ha mai guardato la carta d’identità. Da capire solo cosa fare con Felipe Anderson. La questione Olimpiadi sta diventando un nodo inopportuno che visciolo al più presto. Che, in occasione del raduno di Formello, avrà un confronto con la dirigenza biancoceleste. L’obiettivo è ottenere il via libera per le Olimpiadi di Rio.

L’ideale sarebbe stato avere subito tutti a disposizione per permettere al nuovo tecnico di conoscere fin da subito a fondo la nuova rosa che ha a disposizione (in attesa del mercato). Purtroppo invece, complice il doppio impegno delle Nazionali, il ritiro ad Auronzo di Cadore vedrà una rosa poco numerosa. Saranno al massimo in 25 ad allenarsi sotto le tre Cime di Lavaredo. Nella spedizione figura pure Felipe Anderson anche se su di lui c’è un forte rebus da risolvere sulla questione Olimpiadi. Lasciarlo andare oppure no? Lui intanto esulta per la convocazione facendo orecchie da mercanteBielsa continua a negargli il permesso di partecipare, mentre pare che il Ds Tare abbia lasciato aperto qualche spiraglio. Si prospetta un braccio i ferro decisamente inopportuno in questo momento.

IL RITIRO – Sulle Dolomiti, dunque, mancheranno tutti i Nazionali (Berisha, Vargic, Marchetti, Parolo e Candreva, ma anche Biglia e Gonzalez) impegnati nell’Europeo o in Coppa America. Mentre, come riporta la rassegna stampa andata in onda su Radiosei, Bielsa porterà solo i giovani Guerrieri (su di lui un presunto interesse del Sassuolo), Strakosha (interessa al Catania), Borrelli, Prce, Oikonomidis, Murgia e Germoni (su cui punta la Salernitana). 

FORMELLORestaranno in 10 a Formello, in attesa di collocazione: Vinicius, Perea, Lombardi, Elez, Ronaldo, Crecco, Filippini, Minala, Tounkara e Pollace.

Balotelli il “modesto”: “Vincerò il pallone d’oro. Conte? Giusto non convocarmi”

Dopo l’ennesima stagione fallimentare al Milan, Mario Balotelli rischia di diventare una meteora del calcio nostrano. In una lunga intervista al Corriere della Sera, l’attaccante italiano si è raccontato tra autocritiche, obiettivi e sogni nel cassetto.

CONTE HA FATTO BENE

Nonostante siano passati 4 anni, tutti hanno ancora negli occhi il gol di Super Mario alla Germania a Euro 2012, ma da allora cos’è successo? “È successo che ho fatto due anni non ai miei livelli – risponde con molta onestà Balotelli -. Problemi fisici, altri problemi, non sono stato io. E Conte giustamente ha portato altri giocatori all’Europeo. Fossi stato in lui, avrei fatto esattamente la stessa cosa. Mi spiace non essere andato in Francia ma così doveva andare. Alla gente che mi ferma dicendomi che Conte avrebbe dovuto convocarmi, io rispondo: il vero Balotelli lo convocherebbe Conte, Ventura, qualsiasi allenatore. Il Balotelli di oggi no”.

SOGNO PALLONE D’ORO

Balotelli è convinto dei suoi mezzi e mira al Pallone d’oro: “Posso fare molto di più di quello che ho detto. Però ci vuole tempo. In una scala da 0 a 10, io mi sono fermato a 5, ma piano piano al 10 ci arriverò. Perché ci voglio arrivare. Diventerò Pallone d’oro. Anche se mi rendo conto di aver fatto due anni della mia carriera dove potevo avvicinarmi al 10 e invece sono rimasto a 5. Lo so, fa ridere, posso non aver fatto tutto l’indispensabile per essere il più forte, però l’importante è che l’ho capito e non è troppo tardi. Non voglio arrivare a fine carriera con il rimpianto di non aver fatto di tutto per diventarlo. Fino a due anni fa mi accontentavo di quello che avevo. Facevo bene, sapevo di avere dei colpi, ed ero felice così. Non avevo in testa di migliorare, pensavo bastasse. Mentre da due anni a questa parte ho cominciato a lavorare seriamente, eppure i risultati non sono arrivati. Forse ho pagato i 23 anni precedenti. Però sono molto tranquillo. Sono consapevole che negli ultimi due anni cambiato da così a così.

IL RAZZISMO IN ITALIA

Diverse le polemiche tra Super Mario e i tifosi razzisti: “Due anni fa sono arrivato al punto di chiamare il mio procuratore e dirgli: Mino, io non voglio più giocare in Nazionale. Non è giusto. Io nato in Italia, cresciuto in Italia, non sono mai stato in Ghana — anche se ci andrò — per la legge è giusto che io sia italiano. Per prendere quel certificato che è appeso all’ingresso, mi sono fatto ore di coda davanti alla questura ogni anno. Qualche volta mi piacerebbe che chi insulta dicendo che non esistono negri italiani se ne ricordasse”.

I RAPPORTI CON GLI ALLENATORI

Balotelli racconta dei rapporti coi vari allenatori: “Fantastico, bello con tutti. E anche con i presidenti, con Moratti, con Berlusconi... Disastroso solo con uno: Brandon Rodgers. La rissa con Mancini? Avevo 19 anni, dopo un intervento su un compagno lui si è arrabbiato, mi ha strattonato dicendo che rischiavo di fargli male. Tutto lì. È successo al venerdì, la domenica ero titolare. Mourinho? A lui piaceva fare il cinema, ma mi voleva bene. Si divertiva a farmi arrabbiare perché pensava che avrei reso di più da incazzato. Gli imputo solo una cosa: non mi ha fatto giocare la finale di Champions. Se entravo, segnavo sicuro. Me lo sentivo”. Chiusura sul suo futuro: “Il Milan mi ha lasciato, non ci torno più. Spero di giocare nel Liverpool”.

Fabrizio Piepoli

MUSICA – La scomparsa di Jim Morrison

Dopo anni di successi, ma anche anni di vita sconvolti da alcool e droga, il 3 luglio 1971, appena ventisettenne, il front-man dei Doors, Jim Morrison, viene trovato morto nella vasca da bagno del suo appartamento di Parigi. La causa ufficiale della morte è attacco cardiaco ma potrebbe anche essere stata causata da un miscuglio di droghe ed alcool.

Icona sexy e rockstar incontrollabile negli ultimi tempi, ormai preda dei suoi vizi, litiga sempre più spesso con il resto della band e con la sua compagna. Nel 1969 l’episodio peggiore. Durante il concerto di Miami, al Dinner Key Auditorium, dopo un lungo tour europeo e soprattutto dopo il tutto esaurito al Madison Square Garden, però, Morrison esagera e il concerto degenera in una vera e propria sommossa: sebbene non ci siano prove il cantante viene accusato di aver mostrato i genitali al pubblico. Il 20 settembre del 1970 viene processato e condannato per atti contrari alla morale e bestemmia in luogo pubblico, ma non per ubriachezza molesta e oscenità. È l’inizio della fine. Dopo qualche mese dal triste episodio di Miami, mentre si trova su un volo diretto a Phoenix, si fa arrestare nuovamente per ubriachezza e condotta molesta. Nel 1970 vede la luce uno dei migliori lavori dei Doors, “Morrison Hotel”, contenente la celebre “Roadhouse Blues”. Avrebbe potuto essere l’inizio di una sfolgorante carriera di bluesman per l’interprete di “The End”, genere assolutamente nelle sue corde ma non se ne rende conto più di tanto. Nel frattempo i Doors dal vivo non sono più quelli di prima. All’Isola di Wight, altro concerto leggendario, Jim inscena una delle sue peggiori performance, al termine della quale dichiara che quella sarebbe potuta essere la sua ultima esibizione. Tuttavia, questa arriva il 23 dicembre successivo, al Warehouse di New Orleans, quando il cantante dimostra di essere ormai arrivato alla fine della corsa: ubriaco, stravolto, completamente fuori giri e quasi sempre disteso sul palco. Nel 1971 Morrison si trasferisce a vivere a Parigi, con l’intento di dedicarsi alla poesia e di darsi una ripulita. Ad aprile il gruppo firma un altro lavoro interessante: “L.A. Woman”, contenente la celeberrima “Riders on the storm”. Le cose sembrano poter migliorare ma il 3 luglio Jim Douglas Morrison muore, in circostanze mai chiarite, nella sua abitazione. Due giorni dopo, durante un funerale di otto minuti e alla sola presenza della compagna, dell’impresario Bill Siddons, giunto dall’America, e della regista e amica di Jim, Agnes Varda, viene sepolto nel Cimitero di Père-Lachaise. Forse la morte è stata generata veramente da un attacco cardiaco, come riportato nella versione ufficiale, causato dall’eccesso di alcool; forse una morte inscenata ad hoc per fuggire dalla CIA, incaricata di “fare fuori” tutti i miti della controcultura, i sovversivi come Morrison, Janis Joplin, Jimi Hendrix; o forse, date le sue frequentazioni parigine, una overdose di eroina pura, molte sono e restano le congetture fatte sulla sua morte.

ACCADDE OGGI – L’esordio ufficiale della prima automobile: la Patent Motorwagen

Il 3 luglio del 1886 la Patent Motorwagen, la prima automobile della storia, effettua la sua prima uscita ufficiale percorrendo alcune decine di metri sulla circonvallazione di Mannheim, dove ha sede l’azienda del suo inventore Karl Benz.

Anni in cui la tecnologia avanzava tra la locomotiva a vapore e la rapidità impulsiva del telegrafo elettrico in un incedere inesorabile, foriero di invenzioni, soluzioni e ritrovati che hanno contribuito a delineare i contorni della seconda rivoluzione industriale. Al crepuscolo del secolo precedente il progresso assurgeva a concetto fondante dell’identità occidentale. E con la forza di conquiste scientifiche ritenute fino a poco tempo prima impensabili sconvolgeva ogni campo dell’attività umana. Compresa la mobilità: con l’incontro decisivo tra petrolio e ingegneria meccanica l’uomo liberava il cavallo e poneva le basi per la nascita di un oggetto rivoluzionario, descritto come capace di spostarsi da sé: l’automobile.

Quella che ha portato alla nascita della carrozza senza cavalli è stata una storia lunga decenni, durante i quali numerosi scienziati di tutto il mondo hanno apportato il loro contributo, compresi gli italiani Innocenzo Manzetti (artefice nel 1864 di una vettura a vapore) ed Enrico Bernardi (padre di un modello a benzina datato 1884).

Si arriva così al 3 luglio 1886 quando tra gli sguardi dei passanti, le cui espressioni variavano tra lo stupore e il disgusto, Karl Benz effettuò la prima passeggiata automobilistica della storia. In un primo momento la vettura era sprovvista di un vero e proprio serbatoio, e quindi si rese necessario che Eugen Benz, il primogenito, seguisse a piedi l’auto riempiendo il carburatore ogni volta che esauriva la sua scorta di carburante. La stampa dell’epoca non si fece scappare la notizia e tra parole di apprezzamento e di grande fiducia ne decantò le lodi ma, ignorandone il vero nome, battezzò la vettura Velociped”. Infatti, quando si parla di Benz Velociped ci si riferisce proprio alla Patent Motorwagen. Nonostante tutto la vettura fece fatica a conquistare i favori del pubblico e il successo tardò ad arrivare. Neanche il tentativo di presentarla a una mostra era servito per cui Benz cadde in depressione. Fu la moglie Bertha a ideare uno stratagemma tale da far impennare la celebrità della vettura e la sua reputazione dal punto di vista dell’affidabilità. Il 5 agosto 1888 la signora Benz “rubò” l’autovettura al marito e con i due figli percorse i circa 90 km che la separavano dalla casa dei suoi genitori, per poi tornare a Mannheim. La voce di tale impresa si diffuse ben presto nell’intero Paese. Con il suo stratagemma, Bertha Benz, non solo contribuì a consolidare la reputazione della Patent Motorwagen, ma anche al concetto stesso di automobile.

EURO 2016 – Conte: “Lascio una Nazionale temuta e rispettata da tutti. Questo non è un addio…”

Un rammaricato Antonio Conte ai microfoni di rai 1 ha commentato l’eliminazione dell’Italia da Euro 2016 ad opera della Germania: “Dispiace perché i ragazzi hanno dato tutto contro una squadra fortissima. Esser battuti ai rigori dispiace perché potevamo passare noi. Sono orgoglioso dei miei ragazzi. Il rimpianto per i rigori c’è ma non ho nulla da dire sulla prestazione e sull’attaccamento alla maglia dei ragazzi. Sono stati due anni incredibili e ora siamo rispettati e temuti da tutti.  Ritorno in futuro? La panchina dell’Italia regala sempre emozioni. Questo non è un addio ma un arrivederci”.

Fabrizio Piepoli