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LA NOSTRA STORIA L’ex difensore-centrocampista Lionello Manfredonia

LA NOSTRA STORIA Lionello Manfredonia nasce a Roma il 27 novembre 1956. La Lazio lo acquista quindicenne dal Don Orione, società di Monte Mario dove ha iniziato, pagandolo un milione di lire e strappandolo alla Juventus.

Lionello Manfredonia è convocato tre volte nella Nazionale Juniores e nel Torneo Giovanile Principato di Monaco del 1973. Con Bruno Giordano, Stefano Di Chiara e Andrea Agostinelli conquista lo scudetto Primavera 1975/76. Giulio Corsini lo nota e lo fa allenare con la prima squadra nel precampionato. Fa il suo esordio in Serie A non ancora diciannovenne. Tre giorni dopo gioca addirittura in Coppa UEFA contro il Barcellona di Johan Cruyff. La stagione seguente è quella della consacrazione e diventa titolare inamovibile.

Gioca sei gare nella Nazionale Under 21. Poi quattro presenze nella Nazionale Militare, terza al Campionato Militare Internazionale 1977 a Damasco (Siria). Nella stagione 1977/78 Enzo Bearzot lo convoca in Nazionale. Gioca tre partite, poi una partita nella Nazionale B, tre nella Nazionale Militare e cinque nell’Under 23. Bearzot lo convoca tra i ventidue per il Mondiale in Argentina del 1978. La Lazio manda il giovane Manfredonia senza un dirigente lasciandolo in balìa della stampa. Non scende mai in campo e a causa di alcune dichiarazioni e particolari atteggiamenti entra in contrasto con il CT. Gioca solo un’altra partita dopo il Mondiale e tre nella Nazionale B.

Nel 1979 sposa la fidanzata Anna. Le grandi squadre del nord chiedono di acquistarlo a suon di miliardi ma Umberto Lenzini rifiuta ogni proposta. Nel 1980 è coinvolto con Giordano, Wilson e Massimo Cacciatori nello scandalo del calcioscommesse. È il primo ad essere fermato ed arrestato in tribuna a Pescara il 23 marzo 1980. Condotto con i tre al carcere di Regina Coeli vi resta rinchiuso per quasi 2 settimane. Sarà squalificato per tre anni e 6 mesi e la Lazio retrocessa in Serie B. Nel 1982 l’Italia vince i Campionati del Mondo in Spagna e gli squalificati vengono amnistiati. Grazie a lui e a Bruno Giordano la Lazio torna in Serie A. Gioca due partite, da capitano, con la Lega Nazionale Serie B Under 21.

Nell’estate 1984 l’allora Presidente Giorgio Chinaglia, per risanare le casse della Lazio pensa di vendere sia lui che Giordano. Il rifiuto dei due sconvolge i piani del Presidente. La stagione è un calvario e già al girone d’andata la Lazio è spacciata. La squadra paga anche i rapporti non più buoni tra Manfredonia e Giordano. Chinaglia abbandona la presidenza e Manfredonia si trasferisce alla Juventus. Con la maglia biancoceleste ha vinto un Campionato Under 23 nel 1973/74, un Torneo di Sanremo nel 1974 e il Campionato Primavera 1975/76. Con la Juventus vince uno Scudetto e una Coppa Intercontinentale. Nel 1987 passa alla Roma. Il trasferimento viene visto come un ‘tradimento’ dai tifosi laziali e provoca una spaccatura tra quelli romanisti. È convocato nella Lega Nazionale Serie A.

Il 30 dicembre 1989 si gioca Bologna-Roma, fa molto freddo e il terreno è ghiacciato. Manfredonia, dopo solo sei minuti, crolla a terra privo di sensi. Tra i primi a soccorrerlo c’è proprio l’amico Bruno Giordano che gioca con i felsinei. Intervengono il dottor Ernesto Alicicco e il massaggiatore Giorgio Rossi che gli praticano il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Trasportato all’Ospedale Maggiore in coma la diagnosi è infarto del miocardio di piccola dimensione. Trascorre il Capodanno all’ospedale bolognese privo di conoscenza. Con lui la seconda moglie Carolina e l’amico Cabrini con sua moglie Consuelo. Si sveglia 42 ore dopo il dramma. Appesi gli scarpini al chiodo assume il ruolo di Direttore Sportivo del Vicenza (premio Guerin d’oro per la serie B nel 1999/00) e poi del Cagliari. Svolge la professione di agente di calciatori.

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LA NOSTRA STORIA – Il “Mancio”: Roberto Mancini tra classe ed eleganza

Classe ed eleganza: il marchio di fabbrica, da sempre, di Roberto Mancini. Che sia seduto su una panchina, davanti ai microfoni o che si chiuda gli occhi e si immagini di vederlo ancora illuminare con il numero 10 sulle spalle il marchio c’è sempre.

Roberto Mancini nasce a Jesi il 27 novembre 1964. Cinquantaquattro primavere. Tutte vissute da protagonista, in campo prima e in panchina poi. Uno di quei personaggi che nobilita il calcio italiano. Inghilterra prima e Turchia poi lo hanno visto trionfare sulle panchine di Manchester City e Galatasaray. Quando la carta d’identità segnava qualche anno di meno invece ha fatto strabiliare i tifosi di Bologna, Sampdoria e Lazio.

LA LAZIO

Nella capitale fu l’acquisto che probabilmente cambiò una volta per tutte le ambizioni della squadra. Uno dei più grandi giocatori che abbia mai indossato la maglia biancoceleste. Gol ed assist, giocate individuali e visione di gioco come poche se ne sono viste in Italia. E tacchi… si tacchi. Come dimenticare quel gol al Tardini, dove da calcio d’angolo anticipa tutti sul primo palo con un colpo di tacco visto e rivisto migliaia di volte ovunque. Uno spot per il calcio. Uno spot per la classe e l’eleganza, appunto. E come scordare poi la banda Mancini? Una squadra che come poche ha incarnato la lazialità sul campo da gioco.

MANCINI ALLENATORE

Ritiratosi dal calcio giocato resta nei quadri della Lazio e il 19 luglio del 2000 diventa allenatore come vice di Eriksson, vincendo subito la Supercoppa Italiana con il tecnico svedese. Dopo un breve ritorno al calcio giocato con il Leicester City a 36 anni viene ingaggiato dalla Fiorentina al posto del turco Fatih Terim. L’incarico suscita polemiche poiché all’epoca il Mancio non era in possesso del patentino di allenatore di prima categoria e soprattutto era già tesserato con la Lazio. A differenza dei calciatori non è permesso a un allenatore cambiare squadra nel corso della medesima stagione. Mancini però era il tecnico in seconda e non il responsabile diretto della formazione biancoceleste. Sostenendo così di non stare violando la norma.

Nonostante il parere contrario dell’Assoallenatori alla fine ottiene il via libera ad assumere l’incarico da parte del commissario straordinario della Federcalcio Gianni Petrucci. Alla Fiorentina riesce a vincere la Coppa Italia, il suo primo trofeo da allenatore. A gennaio 2002 si dimette dopo che alcuni tifosi lo minacciano per scarso impegno. A luglio 2002 torna alla Lazio con un contratto biennale ottenendo buoni risultati nonostante le dimissioni dell’allora presidente Sergio Cragnotti causate da diverse vicissitudini finanziarie, e con l’inserimento dello stesso Mancini nel consiglio di amministrazione della società.

Al suo primo anno arriva quarto in campionato, centrando la zona Champions dopo essere stato in corsa anche per lo scudetto, e arrivando in semifinale sia in Coppa Italia che in Coppa UEFA. L’anno dopo vince la Coppa Italia contro la Juventus. In campionato è sesto dopo una lotta a tre con Inter e Parma per il quarto posto. A luglio 2004 lascia il club capitolino per approdare all’Inter. Dopo il club nerazzurro allena il Manchester City, il Galatasaray, ancora Inter, Zenit San Pietroburgo e infine l’Italia. A maggio 2018 viene infatti nominato commissario tecnico della nazionale Azzurra.

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LAZIO Riccardo Cucchi parla di Maradona e del loro incontro

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Intervenuto all’interno del programma C’mon Lazio, in onda su Non è la Radio, Riccardo Cucchi ha parlato di Maradona e ricordato l’incontro con il campione argentino.

Riccardo Cucchi è intervenuto ai microfoni di Non è la Radio e ha ricordato il suo incontro con Diego Armando Maradona. “Sì, ne ho vissuto tante, sono stato fortunato, ho lavorato in un epoca in cui nel nostro calcio era pieno di campioni, tra questi sicuramente Maradona”, ha riferito, “ho avuto il piacere di conoscere Diego Armando Maradona, di lui conservo un ricordo speciale: un’intervista realizzata in Svizzera che mi era stata chiesta per ricordare il Maradona che aveva vinto il mondiale con l’Argentina, mi aveva chiesto di non trattenerlo più di 3 minuti, invece rimanemmo al tavolo del bar dell’albergo per 45 minuti con caffè svizzero. Il suo rimase lì, abituato come era a bere caffè napoletani. Io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo piede, lui mi chiese come mai lo stavo fissando e gli risposi che stavo cercando di capire quale segreto nascondesse il piede. Non l’ho mai saputo e non l’ho mai scoperto”. E ancora: “Quello che faceva Maradona era trasformare l’impossibile in possibile”. “Sembrava tutto facile, ma in realtà non lo era affatto, non aveva doti fisiche o atletiche adatte, tendeva a ingrassare, si allenava poco ma quando aveva il pallone tra i piedi tutto cambiava, la partita si illuminava”, ha proseguito. Maradona è morto nel giorno in cui sono morti Fidel Castro e George Best: “Una circostanza che ci porta a due riflessioni, la prima è che Maradona era legato a Fidel Castro” e poi “il paragone con Best mette insieme la grandezza del calciatore e anche la fragilità dell’uomo, ma quando erano in campo erano veramente Dei del pallone, Maradona era un Dio in campo”. Cucchi ha infine dedicato un pensiero alla Lazio e all’ultima partita: “Una bella Lazio, fatemelo dire, mi è piaciuta molto la squadra, la coralità, l’impegno, la concentrazione. Sono rimasto molto soddisfatto. Due o tre eccellenze dell’altro giorno: Ciro Immobile è straordinario, Correa è imprendibile e poi Acerbi in questo momento uno dei difensori più forti d’Italia”.

LAZIO UDINESE – Probabili formazioni, orario e dove vederla

LAZIO UDINESE – Reduci dal successo in Champions contro lo Zenit, i biancocelesti ospiteranno i friulani all’Olimpico nella gara valida per la nona giornata di Serie A

LAZIO UDINESE – Ottimo momento di forma per gli uomini di Simone Inzaghi, reduci dal 3-1 sullo Zenit e dalla bella vittoria di Crotone, preceduta a sua volta dal pareggio in pieno recupero contro la Juventus e dalla vittoria in rimonta in extremis sul Torino. Questo è il momento di dare continuità ai risultati e al bel gioco, arrivati in più occasioni quando la squadra si trovava in condizioni di piena emergenza. I biancocelesti avranno l’occasione di ripetersi già nella prossima giornata di campionato, quando all’Olimpico arriverà l’Udinese di Gotti. Il match, in programma domenica alle 12.30, verrà trasmesso in esclusiva su Dazn. Inzaghi dovrebbe schierare dall’inizio il ristabilito Luiz Felipe, in campo per mezz’ora contro lo Zenit. Da valutare il possibile impiego dal 1′ di Milinkovic-Savic, guarito dal Covid-19 ma rientrato in gruppo solo oggi. Quindi ballottaggio in porta con Strakosha, anche lui recuperato, che potrebbe riprendere posto tra i pali a scapito di Reina. Di seguito le probabili formazioni:

LAZIO (3-5-2) – Strakosha/Reina; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Parolo/Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Fares; Correa, Immobile. A disp. Furlanetto, Patric, Hoedt, Marusic, Armini, Djavan Anderson, Akpa Akpro, Cataldi, Escalante, Pereira, Caicedo. All. Inzaghi.

UDINESE (3-5-2) – Musso; Becao, Nuytinck, Samir; Stryger Larsen, De Paul, Arslan, Pereyra, Zeegelaar; Okaka, Pussetto. A disp. Scuffet, Ouwejan, Makengo, Bonifazi, Lasagna, Molina, ter Avest, Gasparini, Mandragora, Forestieri, Palumbo, De Maio. All. Gotti.

CHAMPIONS LEAGUE – Ciro Immobile nella top 11 della settimana

CHAMPIONS LEAGUE – Nella quarta giornata della fase a gironi, la Lazio ha battuto per 3-1 lo Zenit con Ciro Immobile assoluto protagonista. La Scarpa d’Oro è stato inserito nella UCL Fantasy Team of the Week

CHAMPIONS LEAGUE – Ancora un riconoscimento per Ciro Immobile, Scarpa d’Oro 2019/20 e candidato a miglior giocatore della passata stagione a livello internazionale. Il bomber biancoceleste, autore di una prestazione sensazionale (condita da due gol) contro lo Zenit, figura infatti nella squadra della settimana stilata dalla UEFA. L’attaccante classe ’90 compone, insieme a Braithwaite, la coppia d’attacco nella top 11 della quarta giornata della fase gironi. Di seguito formazione completa:

 

LAZIO Lazzari: “Nostalgia dei tifosi. Scudetto? Lotteremo fino alla fine”

LAZIO Lazzari – Nella giornata odierna, il laterale biancoceleste si è raccontato ripercorrendo la sua avventura a Roma

Maradona ha cambiato il mondo di concepire calcio, è stato una leggenda. La sua scomparsa dispiace a tutto il mondo. Campionato? Quest’anno non c’è una vera favorita per lo scudetto, quindi sarà aperto fino alla fine. Noi faremo di tutto per trovarci lì fino all’ultimo. Sono contento di aver realizzato il primo gol della stagione, che mi è valso delle bottiglie di vino. I tifosi ci mancano tanto, all’Olimpico andavamo in campo con la consapevolezza di giocare in 12. Sappiamo che è un momento difficile per tutti, dobbiamo tenere duro per uscirne il prima possibile. Abbiamo una rosa ampia, lo dimostra la qualità dei nostri cinque cambi. Sono arrivati ragazzi in punta di piedi, che ora danno il massimo in campo. Era importante partire bene a Cagliari, spero di continuare così. Contro lo Zenit purtroppo ho tirato troppo centrale, per fortuna abbiamo portato a casa una vittoria fondamentale per il nostro passaggio del turno. La Champions League è il punto d’arrivo per chiunque gioca a calcio, per me è stata un qualcosa di unico. Ogni tanto ripenso da dove sono partito e mi emoziono. Fares? Siamo caratterialmente simili, Momo è molto felice di essere qui. Adesso si sta ambientando, anche io lo scorso anno all’inizio ho fatto fatica. Sulle sue qualità però non ci sono dubbi.

NAZIONALE E CHAMPIONS

Per ora, i due momenti più belli della carriera sono stati l’esordio in Nazionale e quello in Champions League. Lo scorso anno è stato importante, non pensavo di riuscirmi ad integrare così velocemente. La Lazio per me è qualcosa di incredibile, una big del calcio italiano e non solo. Qui sono diventato più maturo, ho cambiato mentalità, si gioca sempre per vincere. Ricordo ancora il mio gol in casa del Celtic, purtroppo è servito a poco ma fu lo stesso una grande emozione. A Crotone ci siamo presi tre punti fondamentali su un campo diffiicile e pesante. Idolo? Da piccolo guardavo molto Kakà, ora mi ispiro a Carvajal e Alphonso Davies, i terzini più forti al mondo. Punto molto sulla velocità, devo migliorare sicuramente in zona gol. Ho scelto il 29 perché è la mia data, mi ha sempre portato bene. Cibo? Mi piace molto la carbonara, la preferisco all’amtriciana. Futuro? Vogliamo continuare a fare bene, andando avanti in Champions e giocandoci il campionato. Quest’anno purtroppo ho saltato qualche partita, adesso sto riprendendo la condizione migliore. Adesso testa all’Udinese, una squadra che meriterebbe più punti per le qualità che ha. Giocare alle 12:30 è fastidioso perché appena ti svegli devi fare subito colazione-pranzo. Siamo però consapevoli di poter fare una grande partita e dare continuità. Poi andremo a Dortmund a giocarci le nostre chances”. Così Manuel Lazzari ai microfoni di Lazio Style Radio.

 

Verso Udinese Lazio De Paul: “Lazio grande squadra ma ci servono punti”

Verso Udinese Lazio De Paul parla così della partita che si giocherà domenica alle ore 12.30

Verso Udinese Lazio De Paul parla della partita di domenica – Archiviata la vittoria in Champions contro  lo Zenit, i biancocelesti dovranno affrontare l’Udinese domenica in un match molti importante per la classifica. In questo momento, davanti alle aquile, ci sono diverse squadre e in questa giornata, si giocheranno diversi scontri diretti ai vertici perciò, gli uomini di Inzaghi dovranno approfittare di questa occasione per risalire un po’ di posizione. L’uomo più talentuoso dell’Udinese, ha rilasciato alcune parole ai microfoni di Udinese Tv dopo la partita di Coppa Italia disputata ieri e persa contro la Fiorentina.

LE PAROLE DI DE PAUL

“Questa partita ormai l’abbiamo archiviata ora, dobbiamo pensare alla prossima di campionato. Dobbiamo concentrarci sulla Lazio che oltre a essere una grande squadra in questo momento si sta rialzando e vuole di tornare al suo vero livello. Ovviamente noi daremo tutto e ci proveremo fino all’ultimo perché in un momento come questo, è molto importante fare punti. La morte di Maradona mi ha reso triste, non me l’aspettavo. Sono diventato calciatore grazie a Diego, in Argentina tutti siamo cresciuti tutti con il suo mito. Il numero 10 l’ha reso quello che è, perciò ogni volta che la indosserò, penserò a lui”.

Coppa Italia – Sarà il Parma l’avversario della Lazio agli ottavi

E’ morto Diego Armando Maradona

LAZIO Anna Falchi ricorda Maradona

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Anna Falchi, grandissima tifosa della Lazio, ha dedicato un bellissimo pensiero a Maradona.

A poche ore dalla notizia della scomparsa di Diego Maradona, l’attrice Anna Falchi, grandissima tifosa biancoceleste, ha voluto ricordare il campione argentino dedicandogli un bellissimo messaggio sui social. “Ho cominciato da piccola ad amare il calcio perché mi piaceva Maradona… E’ e resterà per sempre il più grande di tutti”, ha scritto su Instagram. “Grazie Diego, per averci fatto sognare!”, ha concluso l’attrice.

E’ morto Diego Armando Maradona

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E’ morto Diego Armando Maradona.  L’ex calciatore argentino è morto alle 17.20 a seguito di un arresto cardiaco nella sua abitazione a Tigres, Buenos Aires. Ad annunciarlo sono i media argentini, citando fonti mediche. Alcuni giorni fa era stato sottoposto a un’operazione al cervello. El pibe de oro aveva da poco compiuto 60 anni. Era infatti nato il 30 ottobre del 1960. Tra le sue esperienze calcistiche più importanti ricordiamo quella italiana con il Napoli.

 

Coppa Italia – Sarà il Parma l’avversario della Lazio agli ottavi

COPPA ITALIA – Sarà il Parma l’avversario della Lazio agli ottavi di finale. Gli emiliani hanno battuto per 2-1 il Cosenza passando così al turno successivo

COPPA ITALIA – Nel match del Tardini, disputatosi questo pomeriggio alle 14.30, il Parma si è imposto per 2-1 sul Cosenza. Decide la doppietta del argentino Brunetta, che porta così i gialloblu agli ottavi di finale, dove ad attenderli ci sarà la Lazio di Simone Inzaghi. Il match sarà in programma in una delle seguenti date mercoledì 13 o mercoledì 20 gennaio 2021.

 

Milinkovic-Savic negativo al Covid-19. Oggi controlli in Paideia

Milinkovic-Savic negativo al Covid-19. Questo l’esito dell’ultimo tampone. Oggi in programma le visite di idoneità in Paideia

Buone notizie in casa Lazio: dopo la negatività all’ultimo tampone effettuato, Milinkovic-Savic è pronto al rientro in campo: il giocatore ha fatto rientro a Roma e oggi sosterrà presso la clinica Paideia le visite di idoneità per riprendere l’attività sportiva. Il sergente, con tutta probabilità, tornerà domani ad allenarsi in gruppo a Formello, in vista della gara di domenica contro l’Udinese, in programma alle 12.30 all’Olimpico.

LAZIO FORMELLO – Rientra Escalante, ma Muriqi va ko

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LAZIO FORMELLO – Le ultime dal quartier generale biancoceleste dopo il bel successo Champions sullo Zenit e a pochi giorni dalla sfida di campionato all’Udinese.

LAZIO FORMELLO – Buone notizie dall’ex Eibar, che svolge in gruppo l’intera seduta. Il recupero dallo stiramento occorso con il Bologna può dunque dirsi cosa fatta. Inzaghi potrà contare anche su di lui per il lunch match di domenica prossima all’Olimpico. L’argentino ha lavorato sul campo insieme ai compagni non titolari ieri sera e ad un gruppo di Primavera. Scarico invece per chi è stato impiegato dall’inizio: tra essi, solo Lazzari svolge allunghi di 50 metri sul terreno verde insieme al preparatore Ripert.

Al ciel sereno si accompagna però un piccolo fulmine: Inzaghi tiene infatti d’occhio Muriqi, che, dopo essere subentrato a Immobile nel finale, potrebbe aver rimediato uno stiramento muscolare. Non si fermano dunque i problemi in questo inizio stagione per il kosovaro, che ora dovrà attendere l’esito degli esami per capire quanto dovrà star fermo. Assenti questa mattina anche Akpa Akpro e Lulic: il capitano aspetta solo di ritrovare il top della forma per rientrare nella lista campionato. A quel punto, sarebbe Djavan Anderson a fargli spazio. E’ previsto invece per domani il rientro di Milinkovic: dopo la negatività al tampone in patria, il serbo è tornato a Roma e nelle prossime ore si sottoporrà in Paideia alle visite di idoneità.

 

Champions Lazio qualificazione: le possibili combinazioni per gli ottavi

Champions Lazio qualificazione agli ottavi – I gironi di Champions sono quasi terminati, mancano solamente due partite e poi si deciderà il futuro biancoceleste

Champions Lazio qualificazione per gli ottavi – Un cammino in Europa del tutto roseo quello giocato dalla Lazio fino a questo momento. Dopo aver battuto e dominato lo Zenit per 3-1 grazie ai gol siglati dei due italiani Immobile e Parolo, la Lazio, può mettere mezzo piede agli ottavi di Champions. Per essere tutto ufficiale però, bisognerà ancora attendere. In questo momento la classifica dice: B. Dortmund 9 punti, Lazio 8, Brugge 4 e Zenit 1.

LE POSSIBILI COMBINAZIONI

Per poter qualificarsi con un turno di anticipo giocando così l’ultima gara solo per il primo posto, la Lazio dovrebbe: pareggiare o vincere a Dortmund. In questo modo, la squadra tedesca si porterebbe a quota 10, mentre la Lazio a 9 e anche qualora ma solo se, il Brugge non dovesse vincere contro lo Zenit rimanendo a quota 4 o 5. Se invece la Lazio dovessero vincere, non ci sarebbe il problema della squadra belga. Seconda ipotesi: in caso di sconfitta contro il Borussia, i biancocelesti rimarrebbero a quota 8 con il Brugge che, potrebbe avvicinarsi a quota 7 in caso di successo contro lo Zenit (che cercherà di lottare per entrare in Europa League) e la qualificazione verrebbe rimandata proprio all’ultimo torno all’Olimpico nello scontro diretto.

LA NOSTRA STORIA Maurizio Manzini, una vita dedicata alla LAZIO

Lazio Capello crede in te: “Sarà pericolosa anche in campionato”

Lazio Capello crede in te: “Sarà pericolosa anche in campionato”

Lazio Capello ex allenatore giallorosso, ha parlato bene della rosa complimentandosi anche con Immobile

Lazio Capello si complimenta con la squadra – In questo momento dove tutti attaccano la Lazio, ricevere qualche apprezzamento farà sicuramente bene. I biancocelesti, hanno affrontato lo Zenit superandolo con un netto 3-1 e ora le cose in classifica si fanno decisamente più facili. Durante la trasmissione su Sky, Fabio Capello parla della Lazio in questo modo: “Immobile? Sono felice per lui, è una punta che corre molto, anzi molti in più di tutti gli altri. Ma questo non lo frena, perché nonostante corra molto riesce comunque a essere lucido sotto porta. In questo momento sono tornati tutti i calciatori che fanno la differenza. Sicuramente questa Lazio sarà pericolosa anche in campionato, è una squadra ritrovata e questa vittoria darà un morale più alto”.

LAZIO ZENIT INZAGHI: “Raggiungiamo gli ottavi prima possibile”

LA NOSTRA STORIA Maurizio Manzini, una vita dedicata alla LAZIO

LA NOSTRA STORIA Maurizio Manzini, una vita dedicata alla LAZIO

Oggi, 25 novembre, in casa biancoceleste si festeggia un avvenimento importante. Ricorre infatti il compleanno della “storia della Lazio“. Di colui che sin dal 1971 prestò le sue prime collaborazioni nella grande famiglia biancoceleste: Maurizio Manzini.

COME NASCE IL MAURIZIO MANZINI LAZIALE

“Sono l’unico tifoso biancoceleste in una famiglia di romanisti. Mio padre mi por­tò per la prima volta all’Olimpico in occasione di un derby perso. Al termine della partita mi disse: “Maurizio, hai visto, abbiamo vinto”. Io gli risposi: “Papà, mi piacciono quelli con la maglia celeste!”. Diventai laziale così, nonostante la sconfitta. Ero un tifoso accanito. Seguivo la squadra in trasferta. Facevo anche quattordici ore di treno per vedere la mia Lazio. Una volta a Brescia perdemmo male e mi ritrovai con altri cinque tifosi a contestare la squadra. Faceva un freddo pazzesco. Ricordo ancora Trippanera, il massaggiatore della Lazio, che ci lanciò un secchio d’acqua per allontanarci”.

MAURIZIO MANZINI DIRETTORE DELLE VENDITE PER L’ITAVIA

Grande tifoso laziale, prima di entrare nei ranghi biancocelesti era il direttore delle vendite di una compagnia aerea privata. Allora lavorava per l’Itavia, la società che organizzava le trasferte dei biancocelesti. Un giorno si presentò l’occasione di organizzare una trasferta a Bergamo proprio per la Lazio. Da quel giorno divenne molto amico del segretario Fernando Vona e pian piano si conquistò la fiducia della società, legandosi molto con Tommaso Maestrelli. Il tecnico lo invitava sempre più spesso al campo di allenamento. Dopo tanti anni spesi a favore della squadra del cuore fu Giorgio Calleri, nel 1988 a proporgli il posto da Team Manager. Maurizio Manzini in un primo momento rifiutò, per poi accettare qualche mese più tardi. Nei suoi occhi il racconto di mille storie di Lazio, specchio di tante pagine biancocelesti che hanno fatto la storia della società romana. Nelle sue parole l’Amore, con la A maiuscola, mai tradito per la sua squadra del cuore.

L’ARRIVO ALLA LAZIO 

“Lavoravo a Milano in un’altra compagnia aerea ma mi richiamò a Roma l’Itavia. Appena visionai la lista dei clienti vidi che c’era proprio la Lazio. Fu la prima società che contattai. In quei giorni stavano organizzando la trasferta a Bergamo dove volava la mia nuova compagnia, così andai con loro. Tutto andò bene e al ritorno a Roma dopo aver salutato tutti i giocatori Maestrelli mi guardò e mi disse: ‘Allora Manzini martedì ci vediamo al campo’. Da allora iniziò una fruttuosa collaborazione. Cominciai ad andare a Tor di Quinto e iniziai ad aiutare mettendo a posto il magazzino, inventariando i materiali e tanto altro. Nel 1976 diventai dirigente dell’American Express ma il legame con la società biancoceleste stava diventando sempre più unito. Nel 1988 mi chiamò Giorgio Calleri, il tecnico era Gigi Simoni. Mi disse che volevano ristrutturare la società istituendo la figura del team manager, come fatto in precedenza dal Milan con Ramaccioni. Accettai l’offerta rinunciando ­a un posto di lavoro sicuro e di prestigio. Ho sempre pensato che se riesci a trasformare la tua passione in un lavoro sei un uomo fortunato”.

LA PRIMA PARTITA CON LA LAZIO

“Perdemmo ad Empo­li, arbitro Magni. Beccai settecentocinquantamila lire di multa dal giudice sportivo perché i giocatori avevano i tacchetti troppo alti e il team manager doveva essere il garante del regolamento!”.

IL RITIRO PIU’ PARTICOLARE

“Sicuramente l’anno dei meno 9 con Fascetti fu un’annata fantastica. Ricordo ancora che quando arrivammo a Gubbio con il pullman per il ritiro estivo, l’hotel dei Cappuccini era chiuso per restauro. Il proprietario dell’albergo ci aveva dato la fregatura. Per fortuna che grazie anche a Gabriella Grassi, riuscimmo a risolvere la situazione e il ritiro andò bene comunque”.

IL DERBY PIU’ SIMPATICO

“1-0, gol di Signori. Nel finale per la tensione scambiai una punizione per il fischio finale e corsi in campo per festeggiare. Poi rendendomi conto che la partita non era ancora conclusa sono uscito dal campo facendo finta di niente. Mazzone, in panchina, mi guarda e fa: ‘Ah Manzì, ma ’ndo * vai???'”.

I GIOCATORI PIU’ AMATI

“Sono stati tanti. Da ragazzo Bob Lovati e Nello Governato. Poi Chinaglia, dopo di lui Signori, Marchegiani, Peruzzi, ma farei un torto agli altri non citandoli. Ma nessuno si offenderà se più di tutti ricordo Mario Frustalupi. D’estate, quando la moglie restava al mare a Genova, mi chiedeva di andare a dormire a casa sua. Non ce la faceva a restare solo. Eravamo legatissimi. E poi Paul Gazza Gascoigne. Avevo appena comprato una Lancia The­ma, un giorno me la rubò a Tor di Quinto riuscendo a nasconderla in palestra. La porta era strettissima, appena solo due metri. Ancora devo capire come avesse fatto. Io impiegai più di un’ora per tirarla fuori senza uno sgraffio!”.

GLI ALLENATORI DELLA LAZIO

“Tutti grandi allenatori. Mi sono trovato bene con tutti e da tutti ho imparato sempre qualcosa. Ricordo con molto piacere Fascetti, Zoff, Eriksson, Mancini, Delio Rossi e Zeman. Anche con quest’ultimo ebbi un bel rapporto tanto che, quando passò alla Roma, in società mi fecero uno scherzo. Venni convocato in sede dalla figlia di Cragnotti, Elisabetta, che mi disse che il presidente romanista aveva contattato il padre per portarmi in giallorosso. Ascoltai la proposta, tra l’altro molto allettante, ringraziai e rifiutai dicendo di sentirmi solo laziale. Solo a quel punto De Mita e Cellini entrarono nella stanza spiegandomi che era stato solo uno scherzo. Ma io non ci avrei pensato neanche per scherzo a una cosa del genere”.

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LAZIO ZENIT INZAGHI: “Raggiungiamo gli ottavi prima possibile”

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Lazio Zenit Inzaghi gongola per la prestazione dei suoi: ottima gara dei biancocelesti con un piede e mezzo agli ottavi di finale di Champions.

Inzaghi a Sky: “Abbiamo fatto un’ottima partita, i ragazzi sono stati straordinari. Manca un punto per la qualificazione: proveremo a prenderlo a Dortmund nella prossima sfida. Il traguardo degli ottavi manca da troppo tempo: dobbiamo fare risultato prima possibile. Zenit? Avversario non banale, soprattutto in avanti. I loro attaccanti sono fortissimi: noi siamo stati in grado di proteggerci bene soprattutto con i nostri attaccanti. I miei ragazzi mi stanno dando grandi soddisfazioni: sono stati bravi tutti da Immobile a Correa. Un plauso ai 5 subentrati che hanno fatto un’ottima partita. Dortmund? Sarà un match impegnativo da affrontare nel migliore dei modi ma prima pensiamo all’Udinese, una gara molto ostica”.

LAZIO ZENIT PAROLO: “Gol? Contento per i tifosi laziali”

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Lazio Zenit Parolo grande protagonista del match di Champions League che ha regalato un’altra vittoria ai ragazzi di Inzaghi.

Parolo a Lazio Style Channel: “Sono contento per il mio gol questa sera ma soprattutto per i tifosi della Lazio. Era da tanto che non stavamo in Champions e qualificarci e onorare la competizione è la cosa più importante. Dobbiamo mantenere questa mentalità se vogliamo fare di nuovo una grande stagione. Gol? Oggi mi sentivo bene, sentivo che potevo fare una grande gara. Ora testa a domenica: c’è l’Udinese per un’altra partita importantissima”.

LAZIO ZENIT ACERBI: “Grande gara ma piedi a terra”

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Lazio Zenit Acerbi ancora una volta uno dei migliori in campo. Il leader difensivo ha guidato il reparto da veterano e con parole da leader nel finale.

Acerbi a Lazio Style Channel: “Loro dovevano vincere a tutti costi, abbiamo dimostrato di essere una grande squadra e non abbiamo mollato di un centimetro. Ora testa alla prossima sfida: guardiamo avanti mantenendo i piedi a terra. Faccio i complimenti a Marco Parolo (primo gol in Champions per lui): io e lui giochiamo con il bastone (ride, ndr) ma comunque siamo giovani dentro”.

LAZIO ZENIT IMMOBILE: “Dispiace aver saltato 2 gare visto stando bene…”

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Lazio Zenit Immobile soddisfatto per la prestazione e per i suoi gol. Stoccata finale ancora alla stampa per tutti gli attacchi subiti in queste settimane.

Immobile a Lazio Style Channel: “Sono soddisfatto, una partita eccezionale dopo Crotone. Era difficile recuperare in tempo. Ho visto i miei compagni carichi e pronti e la partita è stata perfetta. Avevo tanto entusiasmo all’inizio di questa competizione, mi è dispiaciuto perdere due partite visto che stavo benissimo. La squadra sta bene, in una condizione fisica e mentale eccezionale. Abbiamo l’opportunità di passare per primi facendo un’ottima prestazione a Dortmund. Saranno diversi rispetto all’andata, se andrà male ci giocheremo tutto con il Bruges. Guardiamo partita per partita”.

UCL PAGELLE LAZIO ZENIT – Ciro, gol da cineteca. Hoedt e Correa da applausi

Quarta giornata della Uefa Champions League. Pagelle Lazio Zenit

Pagelle Lazio Zenit

REINA 6.5 – Seppur inoperoso per quasi tutto il match, infonde sicurezza ai compagni di reparto. E’ uomo spogliatoio e veterano da cui si può solo imparare. Incolpevole sul gol subito, sempre pronto a dare consigli ai difensori. Prezioso.

PATRIC 6.5 – Solita partita ordinata dello spagnolo senza sbavature. Quando è necessario spazza come se non ci fosse un domani. Sicurezza. Dal 60′ LUIZ FELIPE 6 – Buona sgambata per il ritorno in campo dopo lo stop forzato.

HOEDT 7 – Una delle migliori partite da quando è tornato a Roma. La Champions sembra dargli motivazioni in più e lui non tradisce la fiducia del mister. L’olandese domina siia sulle palle alte che sugli anticipi, lasciando le briciole agli attaccnti russi. Dominatore.

ACERBI 6.5 – Il leone schierato braccetto di sinistra ormai non fa più notizia: gioca bene ovunque venga schierato. Crrca spesso il fondo per sfornare cross, quasi sempre precisi. Commette però un errore di marcatura su Dzyuba in occasione del gol dello Zenit, lasciandogli tutto lo spazio per la girata vincente.

LAZZARI 6.5 – Inserimeni perfetti quest’oggi, ma la solita pecca: la mancata freddezza sottoporta. Sbaglia un gol già fatto sul finire del primo tempo a tu per tu con il portiere . Si riscatta nella ripresa con il suo guizzo vincente nell’azione che porta al rigore del 3-1. Dal 67′ FARES s.v.

PAROLO 7 – E’ nel suo magic moment. Dopo la bella prova a Crotone condita da un assist, questa sera sigla un bel gol dal limite dell’area con una staffilata di destro che lascia senza scampo il portiere avversario. Tanta sostanza e copertura davanti alla difesa. Sfiora anche il raddoppio, esce per stanchezza. Rinato. Dal 60′ AKPA AKPRO 6.5 – Corsa e sostanza al servizio della squadra. Che bella scoperta questo calciatore.

LEIVA 6.5 – Meno brillante rispetto a Crotone, soffre le due gare ravvicinate in pochi giorni. Nel primo tempo è ottimo, suo il passaggio per Immobile per l’1-0. Cala fisicamente nella ripresa, ma tiene senza troppi problemi le offensive russe. Dal 67′ CATALDI s.v.

LUIS ALBERTO 7 – Buona prova dello spagnolo che torna ad assaporare il sapore della Champions dopo la prima contro il Dortmund. Senza Milinkovic, è lui a prendere la guida del centrocampo. Ha giocato a tutto campo, tra discese, assist e coperture. Ha messo in porta anche Muriqi, che però non ha finalizzato. Magico.

MARUSIC 6.5 – Grande partita di sacrificio per Adam che ha iniziato a sinistra e terminato a destra. ha rinunciato alle folate offensive per dedicarsi al contenimento, lasciando spesso scendere Acerbi con lui a coprirgli le spalle. Lavoratore silenzioso, mai una polemica, è sempre al servizio della squadra. Risorsa.

CORREA 7.5 – Danza con il pallone, supera gki avversari con una facilità disarmante e mette tutti in porta. Delizose le sue progressioni con partenza lenta e accelerazione improvvisa che non lascia scampo a nessuno. Il pallone gli resta incollato sullo scarpino e fermarlo diventa proibitivo. E’ in grande forma e soprattutto sta trovando la continuità giusta che lo sta facendo maturare. Gli è mancato solamente il gol. Vai col tango.

IMMOBILE 8 – Pronti, via e gol da cineteca. Si è presentato così il King in questa notte, per lui, da Re. Si perchè la girata improvvisa dal limite dell’area e la parabola sotto l’incrocio con il destro, sono da stropicciarsi gli occhi. Poi si procura il rugore e lo trasforma con la solita potenza e freddezza. Le polemiche lo satnno rendendo ancor più cattivo sotto porta. Re per una notte. Dall’81’ MURIQI s.v.

ALL.INZAGHI 7 – Ad un passo dalla qualificazione agli ottavi di finale. Questa sera las ua squadra è stata bella anche se troppo sprecona. Tatticamente ordinata e perfetta, non sembre finalmente risentire dei tanti impegni ravvicinati. Avanti così.

Marco Corsini

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