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Ovazione per Mihajlovic al Dall’Ara

Ovazione per Sinisa Mihajlovic, al momento dell’ingresso in campo. Confermate le indiscrezioni che volevano il tecnico in panchina per Bologna-Lazio. Il tecnico serbo è entrato in campo per ultimo e i presenti allo stadio si sono alzati per tributargli un lungo applauso e cori. Mihajlovic ha ringraziato battendosi la mano sul petto, poi si è diretto verso la curva biancoceleste per salutare anche i tifosi laziali.

Lotito: “Lazio multietnica. Vi spiego la mia frase sul razzismo”

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Ai microfoni della trasmissione di Rai2 ‘Domenica Ventura’, il presidente della Lazio Lotito è tornato a parlare di razzismo nel calcio.

Le parole di Lotito, a partire dal cammino condotto alla guida della Lazio: “I tifosi non sempre hanno compreso gli sforzi della società: dal mio arrivo ha vinto solo la Lazio, oltre alla Juventus”. Sulla sua frase sul razzismo di qualche giorno fa poi, il patron chiarisce : “Io non parlo da diverso tempo proprio per evitare che le cose vengano fraintese: a volte un termine può risultare improprio, ma non va estrapolato dal discorso. Nel complesso dicevo che lo sport deve stare al di sopra di qualsiasi cosa, ai tempi dell’Antica Grecia anche le guerre veniva sospese per le Olimpiadi. In quel contesto, specificavo che non sempre i ‘buu’ hanno valenza razzista. Quando ero piccolo e c’erano poche persone di colore a Roma, esisteva già quest’atteggiamento e serviva a scoraggiare l’avversario. Non si trattava di dire che chi ha la pelle bianca è ‘normale’, questo termine, chiarito anche nel comunicato, è sicuramente inappropriato dal punto di vista lessicale, ma volevo dare il senso di ‘comune’”.

Lazio multietnica? Assolutamente sì. Il termine ‘normale’ sta a significare, ripeto, ‘comune’”, prosegue Lotito, che poi approfondisce: “La normalità è dare a tutti le stesse possibilità. Per esempio, a chi magari ha delle difficoltà: mi riferisco, in questo caso, alle persone con disabilità. Per esempio, la mia iniziativa per i non vedenti, al fine di farli venire allo stadio, fa capire che questa è la ‘normalità’. Un non vedente non può vedere la gara? I nostri speaker gliela racconteranno. Noi vogliamo che questa sia la normalità, chi esaspera le differenze tra le persone e traccia confini fa un danno alla collettività. Io credo che sia necessario guardare a ogni diversità con gli occhi della normalità. Il calcio unisce tutti i popoli, al di là di tutte le condizioni”.

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ULTIM’ORA Mihajlovic in panchina a Bologna Lazio: c’è l’ok

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ULTIM’ORA Mihajlovic in panchina a Bologna Lazio: c’è l’ok.

ULTIM’ORA Mihajlovic in panchina a Bologna Lazio. La bellissima notizia è arrivata a poche ore dalla partita, in anticipo rispetto al previsto. Questa mattina l’allenatore serbo si è sottoposto ad alcuni test, che hanno dato esito positivo. Dai medici è arrivato dunque l’ok per poterlo vedere vicino ai suoi ragazzi questo pomeriggio.

Attualmente impegnato in una dura lotta contro la leucemia, Mihajlovic era tornato al suo posto in panchina per la prima di campionato in casa dell’Hellas Verona. Presente anche la settimana successiva, nella vittoria interna del suo Bologna contro la Spal. Oggi sarà dunque la sua terza presenza in campionato.

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BOLOGNA LAZIO PROBABILI FORMAZIONI – Gli uomini migliori per Inzaghi

Bologna Lazio probabili formazioni: mister Inzaghi sceglie gli uomini migliori per centrare la terza vittoria consecutiva tra campionato e coppa.

Per la trasferta di Bologna in campo la migliore formazione possibile. Questo il pensiero di mister Inzaghi per la sfida Bologna Lazio prevista domenica 6 ottobre alle ore 15.

Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Tomiyasu, Danilo, Denswil, Mbaye (Krejci); Poli, Medel (Dzemaili); Orsolini, Svanberg, Sansone; Palacio.

Lazio (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Marusic, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto, Lulic; Immobile, Correa.

BOLOGNA LAZIO Conferenza Inzaghi: “Serve continuità. Sinisa? È un guerriero”

BOLOGNA LAZIO Conferenza Inzaghi — Questo pomeriggio il tecnico biancoceleste è intervenuto in sala stampa e ha presentato la sfida del Dall’Ara

Con quale spirito umano e sportivo va a Bologna? 

Senz’altro il primo pensiero va a Sinisa, che è un guerriero. Sono sicuro al 100% che vincerà la sua battaglia. Un caro amico, ci penso spesso, quando sono arrivato a Roma per me è stato molto importante, era uno dei vecchi, mi ha aiutato a integrarmi, con lui abbiamo condiviso tante vittorie, se non avrò modo di abbracciarlo domani lo farò all’Olimpico”.

Quanto è importante la vittoria domani?

“Deve essere la partita della svolta, della continuità, che poi è quello che ci è mancato non a livello di prestazioni, ma di risultati. Step importante, il Bologna è organizzato, sta bene fisicamente, ha raccolto poco per quello che ha proposto. Troveremo un avversario avvelenato davanti ai propri tifosi”.

Tra quanto tempi i nuovi arrivati potranno incidere in questa Lazio?

“Di questo ne ho già parlato. Non sono qui per caso, sono giocatori voluti, sta a me e al mio staff di metterli nelle condizioni migliori. Devono crescere e ambientarsi, stanno cercando tantissimo di apprendere, va dato del tempo, sono fiducioso perché sono ragazzi che vogliono capire”.

Come sta Correa?

“Sta bene, aveva avuto un indolenzimento con il Genoa. Poi il ragazzo è generoso, voleva esserci già giovedì ma abbiamo preferito preservarlo per averlo al massimo domani”.

Luis Alberto è stato convocato dalla nazionale spagnola

È molto contento, giusto così, l’ha meritato per la continuità avuta in questo inizio di stagione. L’anno scorso si è messo a disposizione anche se non stava benissimo, credo sia stato buono anche nella scorsa giornata. Un professionista serio, merito pure dei suoi compagni che gli permettono di esprimersi al meglio”.

In base a cosa sceglierà uno tra Marusic e Lazzari?

Sto avendo buone risposte da entrambi, li sto alternando, è un ruolo molto dispendioso il quinto di centrocampo. Adam mi dà più fisicità, Manuel viene dentro al campo con più facilità. Ho la fortuna di avere l’alternanza, gli altri anni ne ho avuta meno, c’era l’anno scorso una volta arrivato Romulo”.

La sosta arriva al momento giusto?

Avremo la settima partita in 21 giorni. La squadra ha speso tanto, ma ho alternato i giocatori, quindi sono fiducioso. L’anno scorso i miei erano più stanchi, stavolta ho cambiato. Dovremo sfruttare la sosta con quelli che rimangono a Formello. Sette gare in ventuno giorni sono tante. A parer mio, cominciando il campionato con un paio di settimane di anticipo non ci saranno tutte queste partite ravvicinate. Noi e la Roma non abbiamo quel giorno in più che tutte le altre hanno”.

Non si rinuncia ai big per avere continuità?

Io parlavo di continuità di risultati, adesso serve questo. Sull’alternanza dico che continuirà, dovrò essere bravo a cambiare quando sarà il momento. Con 7 partite in 21 giorni è impensabile giocare sempre con gli stessi”.

A che punto è la Lazio? 

Domani è una partita importantissima in cui abbiamo il dovere di far bene. Abbiamo perso due partite, ve l’ho detto, ero sereno. Poi normale che se ne parli, giusto così. Anni indietro ero più preoccupato per come avevamo perso alcune gare. A Ferrara e Cluj abbiamo commesso errori che dovevamo evitare, ma dal mio punto di vista stiamo sulla buona strada”.

Luis Alberto: “Alla Lazio ho trovato serenità. Questo è il mio miglior momento”

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Tra Lazio e Nazionale, Luis Alberto si gode il suo esaltante momento.

Così Luis Alberto, in una lunga intervista a ‘Marca’: “Ritorno in Nazionale? Volevo e speravo di tornare a giocare per la Spagna. Sapevo che l’allenatore stava offrendo molte opportunità e che, se avessi giocato bene, avrei potuto avere un’opportunità. Che fortunatamente è arrivata. Il campionato (con la Lazio ndr) è iniziato nel migliore dei modi, è importante perché l’anno scorso ho passato un anno complicato a livello personale. Sono molto felice per me stesso e per tutti quelli che mi sono vicini”.

Tutta un’altra musica rispetto a dodici mesi fa: “L’anno scorso non ho potuto partecipare al ritiro a causa della pubalgia e di alcuni problemi che mi trascinavo dietro dal finire dell’annata precedente. Ho iniziato il campionato (2018/19 ndr) al 20% e ho giocato quasi tutto l’anno infortunato. I tifosi non sapevano cosa stessi attraversando e ho dovuto convivere con le critiche. Questa estate non ho mai smesso di lavorare per poter cominciare la stagione al 100%, e il cambiamento è stato radicale. Questo potrebbe essere il mio miglior momento di forma da quando gioco a calcio”.

Il segreto di questo cambiamento? L’ambiente biancoceleste: “Nella capitale ho trovato serenità, io e la mia famiglia siamo felici a Roma. Qui ho l’opportunità di giocare con continuità, lottare per vincere dei trofei e giocare anche in Europa”.

Grazie soprattutto a Inzaghi: “Il mister mi ha dato quella continuità e fiducia che cercavo con perseveranza e tanto lavoro. Quest’ultima stagione mi ha concesso più libertà con la palla. Vuole che io sia protagonista, e così facendo le cose stanno andando bene sia per me che per la squadra”.

Di recente ha toccato quota 100 presenze in maglia biancoceleste, condite da 20 gol e 31 assist. Ma prima di questa esplosione, era arrivato a pensare anche al ritiro: “È vero, in quel periodo vedevo tutto nero. Ma con il lavoro, la maturità e una mentalità diversa sono riuscito a superare quel brutto momento. Ora sono una persona diversa”.

Merito di una preparazione atletica e mentale diversa: “Parlo di meno con Campillo (mental coach), ma mi dà sempre consigli per continuare a migliorare. Ora lavoro anche con Ruben Pons e ogni giorno con un personal trainer, Pablo, per essere fisicamente sempre in forma e adesso penso che si noti. Ho imparato che bisogna prendersi più cura di se stessi. Una volta recuperato, abbiamo iniziato a lavorare per prevenire infortuni e resistere meglio al carico delle partite. Faccio esercizi di forza ogni giorno. Sono diventato più forte, ma dobbiamo continuare a lavorare per mantenere il livello perché la stagione è appena iniziata. La chiamata della Nazionale premia lo sforzo fatto. Quando sono stato chiamato la prima volta (nel 2017, ndr) non avevo la sicurezza che ho adesso, non mi sentivo così protagonista né avevo questa fiducia” 

Capitolo campionato: “Quest’anno affronteremo nuovamente la Juventus in Supercoppa. L’obiettivo principale, in ogni caso, è quello che è sfuggito negli ultimi due anni: entrare in Champions League. È il desiderio nostro di squadra e del club. Il gruppo è lo stesso, ma la mentalità è cambiata: siamo convinti di ciò che facciamo. I giovani sono cresciuti e non cadiamo negli errori del passato. La scorsa stagione anche Milinkovic-Savic ha avuto una leggero calo, ma quest’anno sta tornando ai suoi livelli. Immobile sta realizzando i gol che ci aspettavamo. Ma ci sono anche El Tucu Correa, Caicedo… Tutti giocatori che ci aiutano davvero tanto”. 

Poi sul futuro“Di nuovo a Siviglia? Dall’esterno c’era più rumore di quanto non ci fosse davvero. Il Siviglia non è riuscito ad accontentare le richieste dalla Lazio”

Chiusura infine con una battuta videoludica: Se gioco a FIFA? Diciamo che sono peggio con le mani che con i piedi (ride, ndr). Nel nuovo aggiornamento che uscirà a breve spero di essere anche nella rosa della Spagna”.

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LAZIO Milinkovic ha rinnovato: c’è la firma sul nuovo contratto

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LAZIO Milinkovic ha rinnovato: c’è la firma sul nuovo contratto. Tutti i dettagli.

LAZIO Milinkovic ha rinnovato. Il Sergente ha fatto dunque nuovamente felice la Lazio, per la seconda volta in pochi giorni. Sempre in pochi minuti: tanto gli è bastato col Rennes per entrare e dare la svolta alla partita. E altrettanto è successo con la firma sul rinnovo di contratto. La terza in due anni e mezzo, arrivata in gran segreto. E che lo legherà ai colori biancocelesti per un altro anno ancora, fino al 2024. Il contratto è già stato depositato in Lega. Il tutto si è verificato in estate, a mercato ancora aperto, segno che le parti, nonostante le offerte choc, non avevano alcuna intenzione di separarsi. Si sono dette invece nuovamente sì, sempre alle stesso ingaggio: 3 milioni più bonus. Una cifra inferiore solo a quella percepita da Immobile (che ha una base fissa più alta). La società ha dunque blindato il suo gioiello. Insieme per tutta l’estate hanno tenuto testa alle voci di addio che rimbalzavano ogni giorno di qua e di là. E ora lo tiene stretto a sè, lo coccola e lo protegge, come solo un campione di alto rango merita. Quanto agli assalitori esterni, per ora sono destinati a sbattere il grugno su una porta sbarrata, chiusa a doppia mandata.

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LA NOSTRA STORIA – La voce storica biancoceleste: Gianni Elsner

Il 5 ottobre 2009 si spengeva a Roma Gianni Elsner, voce storica e indimenticabile della lazialità e non solo.

Un grande tifoso della Lazio, uno dei primi anchorman calcistici. Malato da tempo fino all’ultimo ha lavorato dalla sua casa-studio alla Balduina. Pochi giorni prima di lasciarci Gianni Elsner aveva compiuto 69 anni. Nato a Merano il 27 settembre del 1940. Arriva a Roma nel 1965 e due anni dopo inizia l’esperienza radiofonica. Aveva anche fatto l’attore dopo aver frequentato l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Inoltre nel 1992 era stato eletto deputato con la Lista Pannella, per poi passare al gruppo misto per divergenze sui rimborsi elettorali.

Arrivato in radio quasi per caso, raggiunse la popolarità con la trasmissione “Te lo faccio vedere chi sono io”. Il titolo prende il nome da una canzone di Piero Ciampi. L’idea di usarla come sigla gli viene data dal suo grande amico Luciano Re Cecconi. L’impegno, che doveva essere temporaneo, va avanti per oltre trenta anni spaziando in tutti i campi, dalla cultura al sociale. Le letture del professor Trento Morera, le poesie, le adozioni dei suoi “bambuccini” del Paraguay – che continuano ancora oggi grazie all’Associazione Gianni Elsner www.associazionegiannielsner.it/ -, la cartolina per Riccardino, le nonnine della Magliana, le sue battaglie a fianco dei meno fortunati.

Ai suoi microfoni negli anni sono intervenuti campioni e stelle dello sport, esponenti della politica e delle istituzioni e, soprattutto, molta gente comune. Compagno di intere mattinate trascorse ad ascoltare i suoi racconti dal sapore di una radio antica con lui è finita l’epoca romantica dell’etere romana. Molti sono i giornalisti che tentano di imitarlo con scarsissimi risultati. Pochissimi quelli che spiccano per un po’ di personalità ma che risultano imprigionati nella ricerca di una propria dimensione.

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ACCADDE OGGI Lazio-Chievo 1-0, l’ultima punizione di Mihajlovic in un mare di maglie

Lazio-Chievo è sempre stata un po’ una partita tabù per i colori biancocelesti: a dispetto di tante vittorie ottenute a Verona, il bilancio in casa è in svantaggio per l’Aquila, con tre soli successi in quattordici stagioni di militanza degli scaligeri nella massima serie.

La prima volta non si scorda mai, e il 5 ottobre del 2003 è una data da fissare nella memoria dei tifosi laziali: forte del record assoluto di abbonati, 41.056 le tessere staccate, il club organizza uno spettacolare “maglia day” con tutte le casacche regalate ai tifosi che hanno sottoscritto un abbonamento. Anche i circa 5.000 paganti vengono invitati ad indossare una maglia con l’Aquila sul petto: il colpo d’occhio è da togliere il fiato, ma la partita come al solito è difficile.

Reduce da un non esaltante pari esterno contro l’Empoli e da una sconfitta interna contro il Parma, la Lazio ha bisogno di una scossa che tarda ad arrivare. A metà ripresa, Sinisa Mihajlovic si incarica di calciare una punizione: dal 1998 i tifosi laziali nel hanno viste tantissime, addirittura tre di fila in un match passato alla storia contro la Sampdoria. E una delle esecuzioni più belle di sempre del serbo aveva permesso circa due mesi prima alla banda Mancini di piegare il Benfica nei preliminari di Champions League.

Stavolta serve una deviazione della barriera per spezzare l’incantesimo e permettere ai quasi 50.000 dell’Olimpico di esultare: non lo sanno, ma sarà l’ultima prodezza balistica di uno degli eroi dello scudetto. Per battere di nuovo il Chievo in casa, serviranno invece bene 10 anni di attesa, un tre a zero nel 2013 che spezzerà una grottesca serie di pareggi e sconfitte contro una delle bestie nere dei tempi moderni per la Lazio.

Fabio Belli

IL TABELLINO

5 ottobre 2003, LAZIO-CHIEVO 1-0

Marcatore 19’st Mihajlovic (L)

LAZIO: Peruzzi, Stam, Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli (9’st Zauri), Fiore, Dabo, Liverani, Stankovic (37’st Giannichedda), Muzzi (1’st S. Inzaghi), Claudio Lopez. Panchina Casazza, Negro, Oddo, Corradi. Allenatore Mancini.

CHIEVO: Marchegiani, Moro, Sala, D’Anna, Lanna, Semioli (13’st Franceschini), Perrotta, Zanchetta, Santana, Cossato (1’st Pinilla), Amauri (24’st Sculli). Panchina Frezzolini, Mensah, Barzagli, Morrone. Allenatore Del Neri.

Arbitro: Collina di Viareggio

Note espulso al 46’st Liverani (L)

LA NOSTRA STORIA L’attaccante Riccardo Okely

LA NOSTRA STORIA L’attaccante Riccardo Okely nasce a Siena il 5 ottobre 1906. Era soprannominato ‘Righetto’.

Nel 1922/23 fa parte dei Boys. Promosso tra i titolari della Lazio dal 1927, raggiunge in prima squadra il fratello Giorgio. Nel 1928/29 Okely passa in prestito al Padova. La stagione seguente torna a Roma. Gioca al centro dell’attacco e all’ala sinistra fino al 1931.

Poi passa al Robur Siena spinto dalla possibilità di un ottimo impiego al Monte dei Paschi. Nel 1932/33 ritorna alla Lazio ma viene impiegato esclusivamente nella squadra Riserve. Torna ancora alla Lazio nel 1935/36, ma non viene mai utilizzato.

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FORMELLO Lazio a Bologna con Correa?

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FORMELLO Lazio a Bologna con Correa? Le ultime dalla ripresa nel quartier generale biancoceleste in vista della trasferta di domenica pomeriggio.

FORMELLO Lazio a Bologna con Correa? C’è anche il Tucu stamattina alla ripresa dopo la vittoria sul Rennes. L’argentino svolge l’intero allenamento in gruppo e può dirsi dunque perfettamente ristabilito e arruolabile. Un affaticamento all’adduttore della coscia sinistra l’ha costretto a saltare la sfida europea di ieri: uno stop che gli ha fatto decisamente bene, insieme al lavoro differenziato degli ultimi giorni. Ora sta a Inzaghi gestirlo al meglio: la tentazione di schierarlo subito dall’inizio al Dall’Ara è forte, ma le alternative per evitare ricadute non mancano. In particolare, c’è Caicedo scalpita per essere confermato dopo i 90′ contro i transalpini.

Un dubbio che probabilmente il tecnico scioglierà solo domani, quando inizieranno (e finiranno) le prove tattiche. Intanto stamattina riscaldamento per tutta la rosa, poi divisa in due: da una parte i titolari di ieri, che hanno svolto lavoro di scarico; dall’altra tutti gli altri, alle prese con una seduta tecnica. Per domenica in Emilia sono invece previsti diversi ritorni dal 1′: da Luiz Felipe e Radu in difesa, a Milinkovic (oggi a parte), Leiva e Luis Alberto a centrocampo. Unico dubbio a destra, tra Marusic e Lazzari: anche in questo caso la decisione arriverà domani, durante la rifinitura.

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Zaniolo mette like a un coro dove si insultano i tifosi della lazio

Zaniolo mette like a un coro dove si insultano i tifosi della lazio

Roma – Dopo la “mamma di Zaniolo…” ora la “mamma dei laziali…”. E sul filo dei cori beceri stavolta nel botta e risposta scivola proprio Nicolò Zaniolo, il cui commento alle offese cantate ieri sera dai tifosi della Roma (“la mamma dei laziali e’ una p…”) durante la trasferta contro il Wolfsberger e postato su Instagram da un profilo di supporters giallorossi non è passato inosservato. Né ai laziali, né alla stessa società giallorossa.

“Grandiiii” il commento di Zaniolo con tanto di like al video e al coro dei romanisti, tutto rimosso poche ore dopo: non senza una valanga di reazioni, sempre social, dei tifosi laziali, con inevitabili e quasi sempre censurabili botta e riposta. A ritenere “sbagliata” la reazione del giovane talento romanista anche la società giallorossa, oltre allo stesso giocatore, come testimonia la sua marcia indietro.

SCUDETTO 1915 Avv Mignogna: “La Lazio subì discriminazione, ecco le prove”

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SCUDETTO 1915 Avv Mignogna torna a ribadire la discriminazione subita dalla Lazio e reca le prove a sostegno della sua affermazione.

Così sullo Scudetto 1915 Avv Mignogna in una nota ufficiale:

Ad integrazione di quanto già depositato agli atti del procedimento di riesame avente ad oggetto il “Campionato di Prima Categoria 1914/15” ed in vista dell’emissione del parere della Commissione Storica nominata dal Consiglio Federale il 30/05/2019, il sottoscritto Avv. Gian Luca Mignogna ha ritenuto  necessario ed opportuno precisare, osservare e documentare alle Istituzioni Federali quanto segue, onde chiarire come, quando e perché la Lazio 1914/15 subì il grave pregiudizio del “settentrionalismo” post-unitario dell’epoca.

Com’è noto il 31/08/1912 la Figc approvò il “Progetto Valvassori-Faroppa”, che per la prima volta ammise al Campionato di Prima Categoria le squadre centro-meridionali e stabilì che il titolo di “Campione d’Italia” sarebbe stato assegnato nell’ambito di una “Finalissima Nazionale” da disputarsi tra la compagine Campione del Nord e la compagine Campione del Centro-Sud, previo espletamento dei rispettivi Gironi Finali interregionali delle due aree della nazione.

Tale riforma fu approvata nonostante l’ostracismo dei club settentrionali, ma si rivelò comunque pregiudizievole dei diritti di “par condicio” dei club centro-meridionali, poiché la squadra Campione del Centro-Sud risultava suo malgrado costretta a sospender la propria attività agonistica per parecchie settimane in attesa di conoscere la primatista settentrionale e, pertanto, a disputare la “Finalissima Nazionale” in condizioni di forma certamente impari rispetto a quelle della propria avversaria.

Nel Campionato di Prima Categoria 1912/13, infatti, la Lazio divenne Campione dell’Italia Centro-Meridionale il 30/03/1913, ma dovette disputare la finalissima nazionale contro la Pro Vercelli solamente il 01/06/1913 (partita unica) e per di più dovendosi recare sul campo neutro di Genova con tutte le note difficoltà di collegamento logistico, stradale e ferroviario del tempo. Nella stagione successiva, parimenti, la Lazio si confermò Campione dell’Italia Centro-Meridionale il 10/05/1914, ma fu costretta a disputare la finalissima nazionale contro il Casale (partita doppia), recandosi a Casale Monferrato il 05/07/1914 per il match di andata ed ospitando i nerostellati a Roma il 12/07/1914 per la sfida di ritorno (partita e contropartita, come era solito dirsi con il lessico dell’epoca), con le medesime difficoltà di spostamento patite la stagione precedente ed aggravate dalla diversa capacità economico/finanziaria che notoriamente caratterizzava le società settentrionali (più facoltose ed oramai strutturatesi da oltre un decennio) rispetto a quelle centro-meridionali (meno abbienti, aduse a trasferte senza confortevoli pernottamenti e costrette a spostarsi con sfiancanti viaggi su primordiali mezzi di traporto pubblico).

La storiografia tradizionale successiva al Campionato di Prima Categoria 1914/15, peraltro, ha sempre tentato di giustificare la (presunta) assegnazione d’ufficio del titolo di “Campione d’Italia 1914/15” al Genoa sulla base di censurabili considerazioni a carattere discriminatorio, antisportivo e aprioristico, finalizzate ad enfatizzare oltremisura il divario tecnico sussistente tra i club del Nord ed i club del Centro-Sud: a sommesso parere dello scrivente, invero, tale “forzatura” è stata attuata e reiterata strumentalizzando le “posizioni dominanti” su cui in passato hanno potuto contare le società settentrionali a livello politico, istituzionale e mediatico.

La competitività della Lazio di quei tempi, infatti, oltre che dai numerosi risultati sportivi ottenuti nei propri ambiti territoriali, risulta esemplificativamente comprovata puranche dalla circostanza che il 01/01/1913 la società biancazzurra, quale miglior squadra centro-meridionale, fu invitata e ospitata dall’Internazionale di Milano per disputare una prestigiosa amichevole in occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto nerazzurro “Virgilio Fossati”: come riporta La Gazzetta dello Sport del 02/01/1913, in quell’occasione i capitolini vennero sì sconfitti per 3-1, ma si distinsero per il bel gioco espresso, destando una grande impressione tra il pubblico e ricevendo addirittura gli elogi di alcuni esperti della stampa settentrionale.

La Gazzetta dello Sport del 02/01/1913

Fino a prova contraria, infatti, nello sport soltanto il campo di gioco e la disputa di match in condizioni di “par condicio” agonistico/regolamentaria possono determinare, ex post e giammai ex ante, il risultato e l’esito di una competizione, come chiaramente è dato evincersi dall’ordinario buon senso, dai più basilari principi olimpici e dalle ulteriori risultanze emerotecarie quivi riportate.

Il Messaggero del 31/07/1914

Tale settentrionalismo discriminatorio non sfuggì affatto alle società calcistiche romane dell’epoca, che difatti, come riporta “Il Messaggero” del 31/07/1914, si riunirono per sollevare vibranti contestazioni all’Assemblea della Federcalcio del 02/08/1914 onde protestare per “l’abbandono in cui furono lasciate le società centrali e meridionali”, ottenere che “le date dei giorni siano stabilite in modo che il campionato settentrionale e quello centrale-meridionale abbiano termine contemporaneamente” e chiedere l’approvazione di modifiche regolamentari affinché “alle semifinali e alle finali debbono essere ammesse le due prime squadre classificate”.

Come riportato da “Il Calcio – Il Bollettino Ufficiale della Figc 1914/15”, invero, le richieste delle società calcistiche romane furono accolte soltanto “in itinere” durante il Campionato di Prima Categoria 1914/15, sicché:

1) al Girone Finale dell’Italia Centrale furono finalmente ammesse le prime due classificate del Girone Toscano (Pisa e Lucca) e le prime due classificate del Girone Laziale (Lazio e Roman);

2) per la prima volta fu prevista la conclusione contestuale del campionato settentrionale e del campionato centro-meridionale;

3) venne stabilita la data del 23 Maggio 1915 per definire in pari data  le due squadre primatiste interregionali e finaliste nazionali.

La Federazione Italiana Giuoco Calcio, tuttavia, il 22 Maggio 1915 indisse la “sospensione bellica” poi comunicata ai club italiani il giorno successivo, con la conseguenza che la “Finalissima Nazionale” 1914/15 non fu mai più disputata e la Lazio tornò a subire il pregiudizio del “settentrionalismo” dell’epoca poiché, in circostanze tuttora ignote ed in difetto di ogni requisito formale, il Genoa risultò successivamente aggiudicatario d’ufficio del titolo di “Campione d’Italia 1914/15” senza alcun presupposto di ordine sportivo e senza alcuna delibera di ordine federale.

Tale grave forma di discriminazione territoriale, vieppiù, si manifestò e si reiterò anche successivamente a tale periodo bellico e post-bellico, allorquando la storiografia nazionale prevalente cominciò a romanzare, senza remora alcuna, che l’assegnazione d’ufficio a favore del genoani sarebbe stata adottata tra il 1919 ed il 1921, circostanza poi inconfutabilmente smentita dai reperti documentali rinvenuti dalla scrivente difesa e già prodotti agli atti del procedimento di riesame de quo (Cfr.: Annuario Italiano del Giuoco del Calcio 1926-1927, pag. 63, edito dalla FIGC nel 1928, che attesta ufficialmente come il Campionato 1914/15 a tale data non risultasse ancora assegnato).

Non solo. Nello stesso senso più di qualche perplessità, infine, desta l’incresciosa circostanza che “L’Italia Sportiva”, quotidiano dell’epoca che nel 1920 fu organo ufficiale della Figc e scrisse nero su bianco che la Lazio 1914/15 fu Campione dell’Italia Centro-Meridionale, è risultata inspiegabilmente espunta presso tutte le elencazioni delle fonti bibliotecarie e degli archivi nazionali fino al relativo ritrovamento nell’ambito delle ricerche eseguite a corredo della presente rivendicazione.

Del tutto destituita di fondamento, ex ultimis, si palesa la circostanza evocata dalla “Fondazione Genoa”, secondo la quale la Lazio avrebbe potuto far valere le proprie ragioni nell’Assemblea Generale della Figc del 13/04/1919, tenuto conto che a quell’epoca il “Comitato Regionale Lazio” era rappresentato meramente “ad interim” dall’Ing. Francesco Mauro: lombardo ed in tempi diversi presidente, dirigente ed allenatore dell’Internazionale di Milano, oltre che dirigente e presidente della stessa Federcalcio.

Illuminante in tal senso si rivela la lettera scritta dal Conte Dino Spetia a “La Gazzetta dello Sport” poco dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale, così come testualmente tratta dal sito del Comitato Regionale Lazio: “Il Comitato Regionale? Morto. Il Commissario per il Lazio ha buona volontà, ma da solo non può fare. Quelli che lo dovrebbero aiutare, o fanno parte delle molteplici giure delle più volte lodate gare e “giornate sportive”, o pensano ai casi loro… La Federazione è in crisi, il suo presidente si è anche dimesso. Ebbene si faccia un Comitato provvisorio, un Consiglio Nazionale… quello che si vuole, ma non si permetta che il football a Roma ritorni ad essere la cenerentola degli sports”.

Con ogni più ampia riserva difensiva.

Roma, lì 04 Ottobre 2019

Avv. Gian Luca Mignogna

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LAZIO Luis Alberto il mago degli assist

LAZIO Luis Alberto il mago, è tornato a incantare con i suoi assist vincenti, ieri ha fornito la palla del momentaneo pareggio di Milinkovic contro il Rennes

LAZIO Luis Alberto il mago degli assist per i compagni. Anche nella partita di ieri contro il Rennes, lo spagnolo è riuscito a trovare un passaggio filtrante geniale che ha permesso a Milinkovic di pareggiare la partita con una rasoiata all’angolino. Lui e Serjei hanno cambiato la Lazio sfornendo assist e gol determinanti che hanno permesso di ribaltare la partita. Con il passaggio di ieri, Luis si porta a ben 5 assist determinanti nella stagione, 4 effettuati tutti in campionato. Meglio di lui considerando tutti i campionati, ha fatto solo il belga De Bruyne, 5 assist tutti in campionato, anche se, il giocatore del City ha già giocato più partite in Premier rispetto allo spagnolo in Serie A. Insomma, Luis Alberto in questa stagione sta diventando sempre più determinante, come 2 stagioni fa.

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LE PAROLE D LAZZARI

LAZIO RENNES LAZZARI: “Inzaghi vuole che giochi alto, alla Spal era diverso”

Lazio Rennes Lazzari esulta per la vittoria della squadra e parla del suo ambientamento in biancoceleste e il suo cambio di ruolo.

Lazio Rennes Lazzari a Sky: “Nel primo tempo si sono chiusi bene, noi abbiamo fatto fatica a trovare gli spazi. Nel secondo tempo è aumentato il ritmo ed è aumentata l’intensità, quindi è andata meglio. Il mister voleva che stessi alto, ecco perché mi richiamava spesso nel primo tempo. Il mister vuole questo dai noi esterni: dobbiamo essere bravi a difendere e ad attaccare. A Cluj ho avuto un’ottima occasione ma l’ho sprecata. Stasera invece siamo contenti di essere riusciti a portare a casa questa vittoria. C’è molta differenza rispetto a come giocavo alla Spal: lì ricevevo palla basso e avevo spazio per affrontare l’avversario, qui il mister vuole che giochi alto, che mi faccia trovare sempre pronto per i compagni”.

LAZIO RENNES INZAGHI: “Milinkovic è uno dei migliori. Dobbiamo recuperare i punti persi”

Lazio Rennes Inzaghi soddisfatto per la vittoria ma non per il gol preso. Poi lodi per Milinkovic, l’autore della riscossa laziale.

Lazio Rennes Inzaghi a Sky: “Le partite le dobbiamo sempre guadagnare e sudare. Nel primo tempo, complice anche il Rennes, non abbiamo trovato sbocchi. Non trovavamo i nostri attaccanti. Nel secondo tempo ci siamo riusciti, abbiamo fatto 2 gol, potevamo farne un altro. Il gol del Rennes non dovevamo prenderlo: lo analizzeremo. Milinkovic? E’ uno dei nostri giocatori migliori, ha fatto un ritiro super. Nell’ultima settimana ha avuto un problemino, ora sta tornando. Sia in campionato che in coppa abbiamo qualche punto in meno: dobbiamo essere bravi a recuperarli. I cambi in Europa sono necessari? Penso di sì, eravamo alla sesta partita in 17 giorni. Dobbiamo distribuire le forze, devo capire di volta in volta quando introdurre i nuovi. La crescita passa dalle partite”.

LAZIO RENNES MILINKOVIC: “Bella vittoria. Aspettiamo a dire che sono tornato”

Lazio Rennes Milinkovic ha cambiato il match e ha portato i 3 punti alla Lazio: suo il gol del pareggio e l’assist per Immobile.

Lazio Rennes Milinkovic a Sky: “Non l’ho cambiata io la partita ma tutta la squadra. Con Luis Alberto abbiamo alzato il ritmo: abbiamo vinto, questo è importante. I ragazzi hanno dato il massimo anche nel primo tempo ma non è andata. Vincere è importante anche quando non giochi bene. Sono due vittorie consecutive, ora vinciamo con il Bologna. Ho fatto 6-7 partite quest’anno, aspettiamo a dire che sono tornato”.

PAGELLE LAZIO RENNES – Il Sergente entra e la ribalta

PAGELLE LAZIO RENNES Questi i voti di Laziochannel per la seconda sfida biancoceleste nella seconda competizione europea. Sfida terminata con il risultato di 2-1 per la squadra di Inzaghi.

PAGELLE LAZIO RENNES E’ da poco terminata la sfida dello Stadio Olimpico valida per la seconda giornata del girone E di Europa League.

STRAKOSHA 5,5 – Non riesce a trasmettere la giusta sicurezza alla squadra, dimostrandosi sempre poco padrone dell’area.

VAVRO 5,5 – Comincia bene ma con il passare dei minuti va spesso in difficoltà e in affanno, mostrando poca sicurezza. Pagato 12 milioni, per ora non sta giustificando l’esborso economico.

ACERBI 6,5 – Centrale o a sinistra il risultato non cambia, è l’elemento che dà sicurezza a tutto il reparto.

BASTOS 7 – Il migliore, soprattutto nel primo tempo. Preciso e puntuale nelle chiusure, bravo nell’anticipo, concentrato e determinato. Applausi.

LAZZARI 5,5 – Troppo timido all’inizio, cresce nella ripresa dove trova qualche spunto interessante. Gli manca però sempre l’ultimo passaggio.

PAROLO 6 – Partita ordinata ma priva di acuti. Meglio da regista che da mezzala, forse anche “a causa” dei compagni subentrati…

CATALDI 5 – Designato in estate come “vice Leiva”, stasera ha la prima occasione da titolare. Occasione sprecata, non riesce a dettare i tempi e a dare le giuste geometrie. Ci prova su calcio piazzato ma la sua punizione è telefonata… Dal ’53 Milinkovic-Savic 7,5 – Entra insieme al “compagno di merende” Luis Alberto e cambia la partita. Goal e assist per il serbo, elemento imprescindibile della squadra di Inzaghi. Un’altra categoria.

BERISHA 5,5 – Il kosovaro corre, corre, corre…ma spesso, ed inesorabilmente, a vuoto. Tanto dinamismo e tanta voglia di fare, ma nel calcio serve altro. Esce stizzito e nervoso. Dal 53′ Luis Alberto 6,5 – Il suo ingresso conferisce geometria e fluidità alla manovra biancoceleste.

LULIC 6 – Solita prova di corsa e determinazione, ma la troppa generosità lo porta spesso a sbagliare appoggi semplici. Ha il merito di far partire l’azione del pareggio di Milinkovic. Dall’82’ Jony SV

CAICEDO 5,5 – Meno brillante delle ultime uscite, stasera pecca anche nella sua arma migliore, il gioco di sponda.

IMMOBILE 6,5 – Quasi impalpabile nel primo tempo, poco e mal servito dai compagni. Alla prima palla buona mette il sigillo sulla rimonta laziale con un grande stacco di testa.

ALL. INZAGHI 6 – Rischia molto con il turnover, ma con i cambi fa in tempo a ribaltare la situazione. La sufficienza è la media tra il 5 del primo tempo e il 7 della seconda frazione. Salvato dai senatori.

Tare: “Turn over? La nostra rosa è lunga ed è giusto far girare i giocatori”

Ha appena parlato il direttore sportivo della Lazio che ha parlato con i colleghi di TV8 direttamente dallo Stadio Olimpico. Il direttore ha esordito affermando che non si trova d’accordo con tutti gli ospiti in studio. “Il turn over di Luis Alberto e Immbile contro il Cluj è stato fatto perché i due avevano piccoli fastidi muscolari e quindi si è pensato di lasciarli direttamente a Roma”. Poi riguardo l’inserimento dei nuovi Tare non ha problemi “Vavro, Lazzari e gli altri hanno bisogno di tempo per integrarsi nel gruppo. La Lazio non ha una rosa corta e tutti i ragazzi sono bravi. Simone (Inzaghi) è abile nel farli ruotare e vedrete che oggi faremo una bella partita”

LAZIO RENNES FORMAZIONI UFFICIALI – Turnover confermato ma non per tutti…

LAZIO RENNES FORMAZIONI UFFICIALI – Le due squadre hanno diramato le formazioni per la seconda giornata della fase a gironi di Europa League in programma alle 21 allo Stadio Olimpico.

LAZIO RENNES FORMAZIONI UFFICIALI – Confermato il turnover in casa biancoceleste, con Cataldi, Berisha e Vavro in campo dal 1′. A sorpresa c’è capitan Lulic a sinistra al posto di Jony, fino a ieri indicato come titolare. In avanti spazio alla coppia Immobile-Caicedo. Il Rennes in campo con la formazione tipo con l’ex Milan e Torino Niang a guidare l’attacco. Arbitra l’ucraino Boiko.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Vavro, Acerbi, Bastos; Lazzari, Parolo, Cataldi, Berisha, Lulic; Caicedo, Immobile. A disp. Proto, Luiz Felipe, Patric, Milinkovic, Luis Alberto, Jony, Adekanye. All.: Inzaghi.

RENNES (3-5-2): Mendy; Da Silva, Gnagnon, Morel; Traoré, Grenier, Martin, Camavinga, Doumbia; Tait, Niang. A disp.: Salin, Hunou, Gelin, Bourigeaud, Maouassa, Léa Siliki, Raphinha. All.: Stéphan.

ARBITRO: Boiko (Ucraina)
ASSISTENTI: Volodin e Voytyuk 
IV UOMO: Romanov

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