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LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Guido Manfré

LA NOSTRA STORIA Guido Manfré nasce a Roma il 27 ottobre 1920. Cresce nelle giovanili della Lazio.

Nella stagione 1934/35 vince il Campionato Federale Romano Ragazzi. Manfré diventa titolare nella Lazio nel campionato di guerra 1943/44 e vince il titolo romano. Gioca alcuni incontri anche l’anno successivo. All’inizio della guerra era stato fatto prigioniero in Grecia per poi essere liberato.

Nel 1946 si trasferisce al Siracusa in Serie B. Gioca anche con il Catania, la Maceratese e il Benevento. Rientrato a Roma gioca per diversi anni nell’A.C.I. Calcio a livello dilettantesco. È deceduto il 15 febbraio 1997. Riposa a Roma al cimitero Flaminio.

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FIORENTINA LAZIO Conferenza Inzaghi: “Testa a domani. Crediamo nel nostro lavoro”

FIORENTINA LAZIO Conferenza Inzaghi — Questo pomeriggio, il tecnico biancoceleste è intervenuto in sala stampa e ha presentato la sfida del Franchi

Che momento è?

Giovedì in Scozia Abbiamo fatto una delle migliori prestazioni, ce ne sono state diverse di questo tipo. Non abbiamo ottenuto il risultato, ma dobbiamo continuare a credere in ciò che facciamo. Non è da tutti giocare così in uno stadio del genere, dobbiamo fare ancora di più, torniamo con 0 punti e grandissima fatica. Dobbiamo recuperare in fretta, domani c’è un’altra gara molto importante”.

Come si migliorano i soliti difetti?

Penso che non ci si debba rassegnare. Dobbiamo continuare a lavorare e a credere nei nostri mezzi e in ciò che facciamo. Ci sono capitate diverse partite così, non devono accadere più. I risultati passano attraverso le prestazioni e a Glasgow abbiamo giocato bene”.

Domani partita determinante?

Domani affrontiamo una gara importante, contro una diretta concorrente. Si affrontano due squadre in un ottimo momento, abbiamo gli stessi punti in classifica. Troveremo una città intera che segue la squadra con molto entusiasmo. Dovremo cogliere i momenti importanti”.

Si è rivisto un buon Leiva. Cosa sta succedendo invece in difesa?

“A inizio stagione difendevamo meglio, questo è un dato di fatto. Dobbiamo difendere di squadra, sui due gol abbiamo commesso errori individuali. Con determinate partite non si possono prendere certi gol, condizionano il risultato e il morale. C’è stato un grande dispendio di energie, vedrò oggi i calciatori, chi avrà recuperato. Avremmo meritato molto di più. Leiva ha fatto una buona gara, ma io non ho mai messo in dubbio le sue qualità. Abbiamo lavorato bene di squadra, parlare di singoli nella gara Glasgow non mi sembra opportuno. Lucas ha fatto la gara che ci aspettiamo da lui”. 

C’è il timore che questi risultati facciano diminuire la fiducia del gruppo?

È quello che non dobbiamo fare. Farò vedere ai ragazzi la gara, abbiamo fatto una partita intelligente, giocavamo contro una squadra forte, in Europa ha perso solo col Valencia due anni fa e in Champions quest’anno in modo fortuito. Hanno agonismo, però avevamo sofferto poco e niente, il rammarico è stato non chiudere la partita. Ci è mancato cinismo con Parolo, Correa, Immobile e Milinkovic, sono occasioni clamorose che avrebbero dovuto avere un altro esito”. 

Perché non ha giocato Immobile in una gara così?

Perché bisogna fare delle valutazioni. Probabilmente con la nostra vittoria non si sarebbe parlato di questo. Domani sicuramente giocherà, vedremo chi affiancargli. Dovremo essere bravi. Facendolo giocare in Scozia, forse, non lo avrei avuto domani. Con il suo ritmo è difficile farne tre in una settimana. Vedrò chi avrà recuperato meglio tra Correa e Caicedo. Immobile a Glasgow ci ha dato una mano negli ultimi 20 minuti”. 

Come stanno i giocatori?

Non sono in grado di rispondere, ho messo l’allenamento nel pomeriggio per dare più recupero. Siamo rientrati solo ieri. Abbiamo qualche giocatore che ha accusato stanchezza, speriamo non ci siano problemi muscolari. Poi sceglierò la formazione, giocando di giovedì e di domenica le squadre che fanno l’Europa League sono svantaggiate. Anticipando di due settimane l’inizio del campionato non ci sarebbero questi problemi. Senza mettere i due turni infrasettimali, insomma. Le squadre che fanno l’Europa League sarebbero più tutelate, avremmo potuto giocare di lunedì. Con l’inizio del campionato in anticipo tutti gli ex sportivi sarebbero contenti, e non ci sarebbe un affollamento di partite ravvicinate”.

Luis Alberto a centrocampo è una scelta irreversibile? Come si fermano Chiesa e Ribery?

Noi abbiamo questa opzione, ma si può utilizzare anche come due anni fa. Ma due anni fa non avevamo Caicedo in queste condizioni e non c’era Correa, ci sono delle valutazioni da fare. Luis è molto importante, lo stiamo utilizzando a centrocampo, ha raggiunto il record degli assist e la Nazionale. Poi lui non ha preclusioni. Montella sta plasmando la squadra per come l’ha costruita, è riduttivo parlare di Ribery e Chiesa. Hanno anche un grande pubblico, dovremo dare il 120%, con personalità. Dovremo essere sempre squadra senza dei buchi che potrebbero costare caro”.

LAZIO Acerbi si racconta: “La malattia mi ha migliorato”

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LAZIO Acerbi si racconta. Intervistato da La Repubblica, il difensore biancoceleste ripercorre le tappe del suo passato.

LAZIO Acerbi: “Paura? Ho smesso di avere paura sei anni fa. Ci pensavo proprio in queste ore. Ace, mi ripetevo, che fai se quella roba ritorna? La affronterò di nuovo, mi sono risposto. Vedo le cose ben chiare davanti a me e so che da un giorno all’altro potrebbe cambiare tutto. Chemioterapia dal sette gennaio al quattordici marzo, l’ingresso in un mondo parallelo e più vicino di quanto immaginassi che non abbandoni più, un mondo straordinario pieno di dolore e di coraggio”

UN CARATTERE DIFFICILE 

“Io, un uomo sbagliato. Credo di essere una persona solitaria e perciò difficile. È complicato starmi accanto e penso che la colpa sia soltanto mia. Non riesco a vivere in piena serenità. C’è sempre un pensiero che mi segue e non ha nulla a che vedere con quanto mi è successo. Come se nella testa mi battesse di continuo un martello. Così a volte risulto antipatico, trascinato dal vento dell’umore”

LA MALATTIA 

“Credo che la malattia mi abbia addirittura migliorato, cancellando rimorsi e rimpianti. Sono diventato un osservatore del paesaggio che sta attorno a me. Ho eliminato il superfluo, le persone negative, ma anche le illusioni. Ho smesso di sognare, preferisco fissarmi dei traguardi semplici. Volevo la Nazionale, per esempio, e me la sono ripresa. Un’ansia di meno. Come la tengo a bada? Calcio e casa, e basta. Cazzo Ace, mi ripeto di continuo, non pensare ad altro. Poi, certo, c’è il lavoro con lo psicanalista che mi segue dai tempi del Sassuolo. Lui sta a Modena, io a Roma. Ci diamo appuntamento il venerdì pomeriggio, con una videochat. Passiamo un’ora che mi fa stare bene”

IL FUTURO 

“Obiettivi? Il campo fino a 38 anni, qualche soddisfazione da togliermi con la Lazio, poi la panchina: farò l’allenatore”.  

GLI INIZI

“Maestri? Roberto Clerici, lo scopritore di Pirlo. Mi ha allenato alla Voluntas di Brescia. È morto l’anno scorso, troppo presto, aveva 75 anni. E poi il signor Romeo, ne ho dimenticato il cognome e chiedo scusa alla sua famiglia, che è stato il primo a credere in qualche mio talento. Avevo sette anni, mi portava su un campo di calcetto di Casalmaiocco sprofondato nella nebbia e nell’umidità e mi faceva tirare di destro e di sinistro. Prima di essere un difensore ho fatto il portiere e l’attaccante. Potevano mettermi in qualsiasi ruolo, me la sarei cavata comunque”.

LA FAMIGLIA

“Mia  madre mi ha educato alla bontà, mio padre mi ha trasmesso la tenacia e l’ambizione. Ho sempre avuto bisogno di un avversario per dare il massimo, l’ho idealizzato per molto tempo nella figura paterna. Dopo la morte di papà sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere e, credetemi, bevevo di tutto. Potrà sembrare un paradosso terribile, ma mi ha salvato il cancro. Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato”

SQUINZI

“Ci siamo capiti e rispettati. A volte ci bastava uno sguardo, altre volte un abbraccio. Non chiedetemi di aggiungere altro…”

LA PREGHIERA 

“Se prego spesso? Non spesso… ogni sera e ogni mattina. Da sempre. Una preghiera personale che dura almeno cinque minuti con la quale parlo con Dio e le persone care che non ci sono più, poi un Padre nostro e un’Ave Maria”.

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FIORENTINA LAZIO Probabili formazioni. Ciro e Luis Alberto titolari

Archiviata l’amara sconfitta contro il Celtic, la Lazio si rituffa nel campionato. Domenica sera ostacolo Fiorentina al Franchi. Fiorentina Lazio probabili formazioni

Simone Inzaghi e la Lazio dovranno essere bravi a lasciarsi alle spalle la cocente sconfitta di Glasgow. La compagine biancocelste è chiamata al pronto riscatto, ma davanti avrà una lanciata Fiorentina con un Ribery ad alti livelli. Torneranno titolari Radu, Luis Alberto e Immobile. Leiva tornerà disponibile dopo la squalifica scontata contro l’Atalanta. Fiorentina Lazio probabili formazioni:

FIORENTINA (3-5-2): Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Lirola, Pulgar, Badelj, Castrovilli, Dalbert; Ribery, Chiesa.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Luis Alberto, Leiva, Milinkovic, Lulic; Correa, Immobile.

LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Virgilio Levratto

LA NOSTRA STORIA Virgilio Felice Levratto nasce a Carcare, in prov. di Savona, il 26 ottobre 1904. Era soprannominato ‘sfondareti’.

Nel 1921 inizia a giocare nelle giovanili del Vado dove resta fino al 1924. Nella stagione 1924/25 milita nel Verona. L’anno successivo passa al Genoa. Con la squadra ligure gioca per sette campionati fino al 1932. Levratto arriva alla Lazio nel 1934 al culmine della carriera. In biancoceleste resta due stagioni. Dopo la Lazio si trasferisce al Savona per tre stagioni. Chiude la carriera nel 1941/42 alla Cavese.

Terminato di giocare intraprende la carriera di allenatore. Guida Savona, Messina, Lecce e, fino alla scomparsa, Nolese. Nel 1956 fu il secondo di Bernardini nella Fiorentina che vinse lo scudetto. In Nazionale giocò 28 partite segnando 11 reti. Alle Oimpiadi del 1928 vince la Medaglia di bronzo con la Nazionale Olimpica. Il Quartetto Cetra lo citò nel testo della canzone “Che centrattacco”. Muore a Savona il 30 giugno 1968. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Vado Ligure.

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LA NOSTRA STORIA L’attaccante biancoceleste Dimitri Pinti

LA NOSTRA STORIA Dimitri Pinti nasce a Pescara il 26 ottobre 1932.

Inizia a giocare nel Foligno nella stagione 1954/55. L’anno dopo Pinti è alla Massese. Nel 1957 gioca nel Vittorio Veneto. Nel 1958 si trasferisce alla Reggiana dove resta per due campionati. Acquistato nella stagione 1960/61 dal Lanerossi Vicenza fa il suo esordio in serie A. Nell’estate del 1961 passa alla Lazio in serie B. Con i biancocelesti disputa una stagione e mezza. A novembre del 1961 si trasferisce all’Udinese nella trattativa che riporta Orlando Rozzoni alla Lazio. Nel 1963 passa al Parma dove resta fino al 1967. È deceduto a Venezia l’8 ottobre 2018.

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ACCADDE OGGI 4 ottobre 1998, Lazio-Cagliari 2-0: Fernando Couto e quella corsa sotto la Nord

Gli infortuni di Nesta e Vieri, i tre pareggi consecutivi in avvio di campionato, una squadra che tra dubbi e infortuni stenta a decollare. La Lazio è reduce da una campagna acquisti faraonica, ma si ritrova alla quarta giornata in Serie A ancora senza vittorie e con tutti i big in infermeria. E anche il primo tempo col Cagliari si rivela una sorta di flop. Il pubblico inizia a rumoreggiare, poi nel secondo tempo la svolta.

Il gol decisivo viene realizzato da un gregario che la Serie A l’aveva assaggiata anni prima con la maglia del Parma. Arrivato quasi come aggiunta obbligata nell’affare De la Pena, Fernando Couto diventerà il valore aggiunto di una Lazio che si appresta a vincere tutto, ma ancora non lo sa. Liberatoria la sua corsa sotto la Nord dopo il gol al 3′ della ripresa, con tanto di prima, acrobatica capriola a caratterizzarne le marcature. Coi sardi in dieci per l’espulsione di O’Neill, ci penserà Stank0vic a firmare il raddoppio e la prima, sospirata vittoria in campionato della Lazio.

Fabio Belli

IL TABELLINO

LAZIO-CAGLIARI 2-0

Marcatori: 48′ Fernando Couto, 70′ Stankovic.

LAZIO: Marchegiani, Pancaro (73′ Gottardi), Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Sergio Conceicao, Venturin, Almeyda (82′ Baronio), Nedved, Stankovic, Salas (89′ Protti). A disp. Ballotta, Lombardi, G.Lopez,Marcolin. All. Spinosi – DT Eriksson.

CAGLIARI: Scarpi, Zebina, Zanoncelli, Grassadonia, Berretta (73′ Cavezzi), O’Neill, De Patre, Nyathi (61′ Mazzeo), Vasari, Kallon, Muzzi. A disp. Franzone, Carruezzo, D.Lopez, V.Esposito, Lonstrup. All. Ventura.

Arbitro: Boggi (Salerno).

Note: espulso O’Neill al 6′ s.t. per doppia ammonizione.

Diaconale sui tifosi: “Tolleranza zero, chiederemo risarcimento danni”

Il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, commenta il comportamento dei tifosi biancocelesti per le vie di Glasgow.

Le parole di Diaconale sui tifosi: “In questi casi la società adotta una posizione dura e di tolleranza zero. Sono azioni che comportano solo un danno per il club. Per questo potremmo agire per il risarcimento danni. Nonostante facciamo quanto possibile per limitare tali accadimenti non possiamo negare a questi razzisti di entrare allo stadio. Bisogna separare le responsabilità. Noi possiamo fare la nostra parte ma poi gli altri devono fare la loro. Avvicinare Hitler alla Lazio è un errore.

Non si può generalizzare perché si tratta di alcuni tifosi e non di tutti. La stragrande maggioranza della tifoseria biancoceleste detesta la maglia con il volto di Hitler. Sono provocazioni ed azioni volte a danneggiare la società, dato che la Lazio è vista come una squadra razzista in Europa. Poi quando la società invia una delegazione ad Auschwichtz non ne parla nessuno. Il fenomeno della politicizzazione delle curve ha generato una sensazione per cui all’interno delle curve un certo tipo di politica o manifestazioni politiche potessero avere rilevanza. Noi paghiamo un fenomeno sociale diffusosi nel corso degli anni”.

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VERSO FIORENTINA – LAZIO: MISSIONE RISCATTO CON I TITOLARISSIMI

VERSO FIORENTINA LAZIO – Missione riscatto con i titolarissimi

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VERSO FIORENTINA LAZIO – Dopo la debacle europea a Glasgow contro il Celtic, la Lazio è chiamata ad un nuovo delicato impegno al cospetto dei viola. Le ultime sui probabili schieramenti.

VERSO FIORENTINA LAZIO – Probabile che, per cercare un immediato riscatto, Inzaghi si affidi in blocco ai titolarissimi. A partire dalla difesa, dove, a protezione dei pali del confermatissimo Strakosha, saranno nuovamente Luiz Felipe e Radu ad affiancare Acerbi. L’unico ballottaggio è per la fascia destra, dove la presenza di Lazzari sarà messa in discussione fino all’ultimo da Marusic. Il montenegrino è più fresco, avendo saltato la gara di ieri per squalifica, ma l’ex Spal, dopo aver riscattato un periodo complicato con il suo primo gol laziale, ora non vuole più fermarsi. Vista l’importanza della partita, è probabile che la rotazione degli uomini non riguardi nemmeno il centrocampo. Tornerà dunque dal 1′ Luis Alberto, cui si uniranno nel terzetto mediano Leiva e Milinkovic. A riprendersi nuovamente il posto, dopo la panchina in Europa League, anche Lulic, sulla sinistra, e davanti Immobile. Il capocannoniere sarà affiancato da uno tra Correa e Caicedo, con El Tucu al momento in leggero vantaggio.

PROBABILI FORMAZIONI

FIORENTINA (3-5-2): Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Lirola, Pulgar, Badelj, Castrovilli, Dalbert; Chiesa, Ribery. All. Montella

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Lulic; Correa, Immobile. All. Inzaghi.

LAZIO Adani: “Una delle miglior partita della stagione”

Lazio Adani commenta la partita Celtic Lazio a Sky

LAZIO Adani esprime il suo giudizio sulla partita di Europa League giocata dai biancocelesti. Nonostante la buona prestazione, non sono riusciti a vincere la partita portando a casa una sconfitta, ma per il telecronista la Lazio ha fatto bene

“La reputo una sconfitta immeritevole per la Lazio, soprattutto per come ci si è raggiunta. Hanno fatto tutto i biancocelesti, le occasioni per segnare sono state tante ma sia per mancanza di cattiveria le ha fallite sia per l’ottima prova di Foster non sono state finalizzate. Credo che la Lazio al di là del risultato, perché bisogna anche considerare la prestazione, togliendo la prima partita contro la Sampdoria e quella contro la Roma, ha giocato la miglior partita della stagione. I due top, Milinkovic e Correa, sbagliano troppo, hanno tantissima qualità ma devono entrare nell’ottica che il gol è una rarità e se ti capita la chance, devi riuscire a segnare”.

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ACCADDE OGGI Lazio-Atalanta 3-0: la “guerra lampo” di Signori & co.

Una Lazio ambiziosa ma capace di vincere solo una delle prime sei partite di campionato. E’ questa la squadra che si presenta ai nastri di partenza del campionato 1992/93, primo anno a tempo pieno di Sergio Cragnotti alla guida del più antico sodalizio calcistico della Capitale.

La Lazio promette, regala spettacolo come nel match contro il Parma e quello contro il Milan dei marziani a San Siro la settimana precedente, ma manca ancora di un pizzico di concretezza. Arriverà tutta insieme in una domenica di fine ottobre, contro un’Atalanta che sin troppe volte si era dimostrata bestia nera dei biancazzurri, e che aveva collezionato circa vent’anni senza sconfitte nella massima serie contro la Lazio.

Signori si conferma inarrestabile, andando a segno dopo appena un minuto di gioco. Al contrario dei precedenti match , la Lazio non cade nei tranelli avversari e la rimonta dell’Atalanta di Lippi non si concretizza. Anzi arrivano i gol di Winter e Fuser nella ripresa che chiudono i conti, con buona pace dei contestatori di SuperDino. La cavalcata per l’Europa è appena iniziata.

Fabio Belli

IL TABELLINO

25 ottobre 1992, LAZIO-ATALANTA 3-0

Marcatori: 1′ Signori, 51′ Winter, 80′ Fuser.

LAZIO: Fiori, Bonomi, Favalli, Bacci, Luzardi, Cravero, Fuser, Doll, Winter, Gascoigne (31’st Corino), Signori (28’st Sclosa). A disp.: Orsi, Stroppa, Neri. All. Zoff.

ATALANTA: Ferron, Porrini, Minaudo (28’st Mascheretti), Valentini, Alemao, Montero, Rambaudi, Bordin, Ganz, De Agostini (13’st Rodriguez), Perrone. A disp.: Pinato, Pasciullo, Tresoldi. All. Lippi.

Arbitro: Ceccarini di Livorno.

 

LA NOSTRA STORIA Il pioniere Carlo Della Longa

LA NOSTRA STORIA Carlo Della Longa nasce il 25 ottobre 1884 a Vigevano (PV). Inizia a giocare nel Milan nel 1906.

Difensore, dal 1908 Carlo Della Longa entra a far parte della Lazio. Nel 1910 gioca con il Roman. Nel campionato 1911/12 ritorna alla Lazio. Nella stagione 1913/14 torna al Roman. In quegli anni è sicuramente il più forte attaccante della Lazio. Fa parte della formazione che vince la Coppa Viscogliosi-Baccelli e la Coppa Tosti. Inoltre vince a Napoli per 3 a 1 in una delle prime trasferte.

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LA NOSTRA STORIA – Tanti auguri all’ex biancoceleste Renato Miele

Che sia sempre stato un attivista nessuno lo ha mai messo in dubbio. Oggi Renato Miele vanta un curriculum di tutto rispetto e di alto profilo. Ex difensore della Lazio. Avvocato e fondatore del Centro di allenamento per Calciatori professionisti senza contratto per conto dell’Associazione Italiana Calciatori e con il patrocinio della FIGC.

Renato Miele nasce il 25 ottobre 1957 a Roma. Cresce nelle giovanili biancocelesti, dove nella stagione 1976/77 vince il Campionato Beretti. Gioca poi con Brindisi, Pisa, Spal e Catania, prima di tornare nel 1982/83 alla Lazio, dove disputa due stagioni. Nel 1984/85 resta inattivo e la stagione seguente viene ceduto alla Triestina. Oltre a fare gli auguri all’ex giocatore biancoceleste riproponiamo una sua bella e interessante intervista rilasciata al Corriere dello Sport.

Si inizia dagli anni ’80, gli anni dei calciatori della Lazio romani: “Era l’anno della B, c’erano otto romani tra i titolari. Io, D’Amico, Giordano, Manfredonia, Marini, Orsi, Perrone e Saltarelli. In noi c’era la voglia di fare bella figura davanti ai concittadini, c’era il senso di appartenenza”.

Ama il calcio pulito Miele, per il quale ha sempre combattuto. Come in occasione di Calciopoli, nel quale si è costituito parte civile per conto di Arcadio Spinozzi, ex compagno nella Lazio: “Abbiamo cercato di tirare fuori tutte le malefatte del calcio per dare un contributo di miglioramento. Oggi stanno uscendo le stesse cose denunciate dieci anni fa”.

Nipote di un magistrato, avvocato e figlio di avvocato, l’ex giocatore ha fatto dell’onore una ragione di vita: “Mi sono laureato in giurisprudenza mentre giocavo in A. Guardo la Lazio con simpatia. Purtroppo conoscendo cosa c’è dietro le quinte non posso essere un tifoso di calcio appassionato. Ho gli occhi deformati dalla conoscenza dei fatti”.

Il ricordo della Lazio romana: “Era il classico spogliatoio dei romani, tutti burloni. Si scherzava anche a pochi minuti dalla partita. Giordano, D’Amico e Orsi erano dei giocherelloni. A Pistoia, una volta, prendemmo le macchine dei tifosi per andare a comprare le giacche di pelle, più volte mi sono ritrovato la giacca della divisa scucita. In campo c’era voglia di divertirsi, ma poi si giocava seriamente”.

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CELTIC LAZIO LAZZARI: “Peccato per la rimonta: sbagliate troppe occasioni”

Celtic Lazio Lazzari amaro dopo l’ennesima rimonta subita a Glasgow. Troppe le occasioni sbagliate sotto porta dai biancocelesti.

Celtic Lazio Lazzari ai microfoni di Sky: “Peccato per il risultato: abbiamo fallito tante occasioni. Il palo di Correa che non ci ha permesso di raddoppiare, poi il tiro di Immobile strozzato e la grande parata su Cataldi. Non sono comunque preoccupato: la prestazione è stata fatta”.

CELTIC LAZIO Inzaghi: “Abbiamo ancora 9 punti in ballo”

CELTIC LAZIO Inzaghi dopo la sconfitta immeritata che ha compromesso il percorso in Europa dei biancocelesti

CELTIC LAZIO Inzaghi ai microfoni di Sky: “Questo è il brutto del calcio, abbiamo fatto una grande partita contro una squadra di valore ma è difficile digerire una sconfitta del genere, dobbiamo andare avanti e continuare con questo spirito. Purtroppo succede e quest’anno ci era già capitato ma ai ragazzi non devo dire niente questa sera. Il secondo gol è stato un errore individuale dove una marcatura non va persa e lo paghi a caro prezzo. Mancano 3 partite e ci sono 9 punti, avremo il Cluj in gara nostra e sono sicuro che con questo spirito ci qualificheremo”.

Le due partite all’Olimpico le dovremo vincere facendo poi una grande partita a Rennes. Io penso che abbiano fatto tutti bene, avremmo meritato altro e dovremo sicuramente lavorare di più perché questo ancora non basta. Io ai ragazzi non ho ancora parlato, parlerò stasera e devono continuare a lavorare così, giocando in questo modo secondo me si andrà lontano. Dispiace perché avremo meritato altro, in Europa abbiamo la strada in salita ma è ancora tutto aperto”

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CELTIC LAZIO LE PAGELLE – Ancora una rimonta: sveglia!

Celtic Lazio le pagelle: buona prova dei biancocelesti che però perdono ancora in rimonta. L’Europa League ora è a rischio.

LAZIO (3-5-2)

Strakosha 5,5 – Non deve compiere interventi da ricordare eppure esce dal campo con 2 gol sulle spalle. La difesa stasera non lo ha aiutato ma quando farà una parata decisiva?

Bastos 6 – Si destreggia bene sulla linea difensiva ma qualche spavento lo fa correre ai tifosi della Lazio

Vavro 5,5 – Impacciato e a tratti fuori posizione se la cava con il fisico e con l’aiuto di Acerbi. Da rivedere.

Acerbi 5,5 – Un autentico baluardo difensivo per 88′ poi si perde la marcatura di Julien che regala la vittoria al Celtic.

Lazzari 7 – Un autentico motorino: si è rivisto a tratti il Manuel della Spal. Un gol per lui ad incorniciare una bella prestazione e tanti cross interessanti per i compagni.

Parolo 5,5 – Molto statico e compassato soffre i centimetri degli avversari. Al 72′ ha una ghiotta occasione sui suoi piedi su cross di Lazzari ma il portiere avversario gli nega il gol.

Leiva 6,5 – Lucas ha recuperato tantissimi palloni e fatto ripartire la squadra: non è ancora ai livelli dello scorso anno ma sta tornando.

Milinkovic-Savic 5,5 – Troppe palle perse a centrocampo, Sergej non ha spadroneggiato nella mediana come suo solito. La fisicità degli avversari è stata determinante.

Jony 5,5 – L’unico nel primo tempo a non entrare in partita: appoggi sbagliati, errori tecnici e una posizione da rivedere. Lo spagnolo non è entrato ancora nei meccanismi della squadra. Al 68′ Lulic 5,5 – Il capitano della Lazio non entra bene in partita: il cambio con Jony non ha cambiato passo.

Caicedo 6,5 – Grande partita per il panterone condita da sponde e passaggi filtranti per i compagni. Con la sua fisicità ha creato spazi per gli inserimenti centrali dei centrocampisti. Sempre sul pezzo. Al 84′ Cataldi 6 – Il portiere degli scozzesi gli nega un eurogol al 94′ e 36 secondi: il suo bolide si sarebbe insaccato all’angolino ma il miracolo del portiere gli ha strozzato l’urlo di gioia in gola.

Correa 6 – Sempre pronto al dialogo con Caicedo, si crea una grossa occasione al 20′ del secondo tempo: solo il palo gli nega la gioia del gol. Al 72′ Immobile 5,5 – Ciro sbaglia un gol facile davanti al portiere dopo una bellissima triangolazione con Caicedo: Immobile non può sbagliare gol simili.

Inzaghi 5,5 – La sua Lazio subisce ancora una rimonta: stasera molta sfortuna perché le occasioni della sua squadra sono state tante. Eppure i gol subiti sono tantissimi: servirà registrare la difesa al più presto.

CELTIC LAZIO TARE: “Basta andare in svantaggio, serve vincere”

A pochi minuti da Celtic Lazio Tare ha parlato del momento della squadra che va troppo spesso in svantaggio: stasera a Glasgow servirà la vittoria.

Celtic Lazio Tare ha parlato così ai microfoni di Sky Sport: “Il nostro cammino sino ad ora è stato positivo: abbiamo avuto una bella reazione con il Bologna, l’Atalanta e anche con lo stesso Rennes. Ora però dobbiamo vincere perché dobbiamo acquistare fiducia. Andiamo troppo spesso in svantaggio? Se poi ribaltiamo non c’è problema, va bene anche andare sotto (ride ndr). Stasera dobbiamo fare bene e giocare semplice: capire quando aggredire la partita e quando soffrire”.

CELTIC LAZIO Probabili formazioni —Ballottaggio a tre in avanti

CELTIC LAZIO Probabili formazioni — In vista del match di questa sera Simone Inzaghi sembra intenzionato ad avvalersi del turnover, ma non troppo. Tra i pali ci sarà Strakosha, mentre il terzetto difensivo sarà composto da Vavro, Bastos e Acerbi. In mediana Parolo prenderà il posto di Luis Alberto, con Leiva e Milinkovic a completare il reparto. In avanti è ballottaggio a 3 per due maglie. Di seguito i probabili schieramenti: 

CELTIC (4-2-3-1): Forster; Frimpong, Jullien, Ajer, Bolingoli-Mbombo; Brown, McGregor; Forrest, Rogic, Elyounoussi; Edouard. All. Lennon.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Bastos, Vavro, Acerbi; Lazzari, Parolo, Leiva, Milinkovic, Jony; Caicedo, Correa. A disp. Guerrieri, Luiz Felipe, Patric, Cataldi, Berisha, Lulic, Immobile. All. Inzaghi.

FIORENTINA LAZIO Designato l’arbitro della gara: i precedenti

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FIORENTINA LAZIO Designato l’arbitro della gara: i precedenti.

FIORENTINA LAZIO Designato l’arbitro della gara. A renderlo noto la stessa società biancoceleste, in un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale.

“La 9ª giornata di Serie A TIM Fiorentina-Lazio, in programma domenica 27 ottobre alle ore 20:45 allo Stadio Artemio Franchi di Firenze, sarà diretta dal signor Marco Guida (sez. di Torre Annunziata).

Assistenti: Mondin – Passeri IV uomo: Piccinini V.A.R.: Mazzoleni A.V.A.R.: Lo Cicero”.

PRECEDENTI

19 le direzioni dell’arbitro campano con i biancocelesti. Lo score vede un perfetto equilibri, con 7 vittorie per la Lazio, altrettante sconfitte e 5 pareggi.

Tre i precedenti di Guida con la Prima Squadra della Capitale nella scorsa stagione: oltre alla sfida casalinga con la Juventus, l’arbitro campano ha diretto anche la gara d’andata ed in quella di ritorno contro la SPAL. Quest’anno invece Guida è stato designato per il derby della seconda giornata, terminato 1-1.

La prima apparizione dell’arbitro torrese con la Lazio risale al 15 maggio 2010, alla vittoria per 3-1 dei biancocelesti sull’Udinese. Quello di domenica sera sarà invece il primo confronto tra Lazio e Fiorentina diretto da Guida in carriera.

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LA NOSTRA STORIA Il portiere biancoceleste Emilio Siena

LA NOSTRA STORIA Emilio Siena nasce a Foligno il 24 ottobre 1921. Inizia a giocare nei tornei studenteschi con le Scuole Industriali.

Nel 1936 è nella squadra dei Gruppi Fascisti di Foligno. L’anno dopo Siena passa al Foligno con cui disputa il Campionato di I^ Divisione Umbra e poi la Serie C. Gioca in seguito con i Diavoli Azzurri Orvieto. Nel 1942 lo preleva la Lazio. Nel 1944, a causa della guerra, torna a giocare con il Foligno. Gioca poi con lo Spoleto e quindi ancora a Foligno fino al 1954, tranne una parentesi con l’Angelana.

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