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LAZIO ATALANTA Cucchi duro su Gasperini: “Non conosce le nuove regole del calcio”

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LAZIO ATALANTA Cucchi duro su Gasperini: le parole del giornalista sulle dichiarazioni del tecnico bergamasco dopo la partita di sabato.

LAZIO ATALANTA Cucchi duro su Gasperini. L’ex telecronista Rai è intervenuto per replicare alle dichiarazioni del tecnico dei bergamaschi nel post partita di sabato. Queste le sue parole ai microfoni di ‘RadioYes’: “Sono piuttosto severo su questo: dopo tanti anni di calcio, sono un po’ in difficoltà perché non si parla più della partita ma solo dell’arbitro. Il problema principale è la non conoscenza delle regole del calcio, che nel tempo cambiano: è obbligatorio informarsi, anche da parte degli addetti ai lavori. Poi si può giudicare il lavoro dell’arbitro, ma spesso gli allenatori peccano di non conoscenza”.

Poi sulla partita: “Per quanto riguarda la gara di sabato, il calcio è folle, questa è la sua bellezza; dopo il primo tempo nessuno avrebbe puntato sulla Lazio, ma i biancocelesti con temperamento ed un pizzico di fortuna sono riusciti a fare bene, complice anche un piccolo calo degli avversari”.

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CELTIC LAZIO Probabili formazioni – C’è Vavro, dubbi a centrocampo

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CELTIC LAZIO Probabili formazioni – In attesa della ripresa degli allenamenti, fissata per oggi alle 15, vediamo le ultime in vista della sfida di EL di giovedì.

CELTIC LAZIO Probabili formazioni – Ripartire dal secondo tempo contro l’Atalanta. Sarà questo per Inzaghi & co. l’imperativo da seguire per fare punti al Celtic Park. In un match che potrebbe già scrivere una pagina importante in ottica qualificazione. I padroni di casa comandano infatti il girone a quota 4 punti, a seguire Lazio e Cluj a 3 e il fanalino di coda Rennes a 1. Vista l’importanza dell’impegno, mister Inzaghi potrebbe dunque optare per un turnover minimo. In porta confermato Strakosha, protetto in difesa, oltre che dall’imprescindibile Acerbi, dai rientranti Vavro e Bastos. A centrocampo potrebbe rivedersi dal 1′ Leiva, out per squalifica in campionato. Il brasiliano è però insidiato da Parolo, in cerca di riscatto dopo i soli 45′ giocati sabato. Ballottaggio aperto dunque, anche se Inzaghi potrebbe anche schierare l’ex Cesena come mezzala, al posto di uno tra Milinkovic e Luis Alberto. Dovrebbe partire invece dalla panchina Berisha, che ha superato un leggero stop. In ballo per un posto anche Cataldi, anche se maggiori indicazioni si avranno solo dalle prove tattiche. A destra, l’assenza di Marusic (per l’ultima giornata di squalifica), sarà colmata, se non ci saranno nuovi problemi, da Lazzari. Sul versante opposto si giocano una maglia Lulic e Jony, mentre davanti sono due le maglie da destinare a Immobile, Correa e Caicedo. Proprio quest’ultimo è al momento in vantaggio sui compagni.

PROBABILI FORMAZIONI

CELTIC (4-2-3-1): Forster; Frimpong, Jullien, Ajer, Bolingoli-Mbombo; Brown, McGregor; Forrest, Rogic, Elyounoussi; Edouard. All. Lennon.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Vavro, Acerbi, Bastos; Lazzari, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Jony; Caicedo, Immobile. All. Inzaghi.

Lazio Atalanta ecco com’è nata la rimonta: le parole nello spogliatoio

Lazio Atalanta ecco com’è nata la rimonta che ha permesso di pareggiare 3-3 una partita che sembrava ormai persa

Lazio Atalanta ecco com’è nata la rimonta – La prestazione del primo tempo contro l’Atalanta è stata a dir poco imbarazzante, in campo è apparsa poco reattiva e spesso i giocatori si trovavano fuori posizione. Il primo gol è nato da un’azione in solitaria di Gosens che è riuscito a partire da centrocampo senza essere disturbando arrivando poi a fornire l’assist decisivo. Sembra una squadra priva di motivazione e voglia e ormai la partita sembrava persa visto il 3-0.

Nel secondo tempo invece grazie agli ingressi di Cataldi e Patric, qualcosa è cambiato, una Lazio trasformata, decisa, concentrata che ha cambiato l’andamento del match ormai inaspettato. Così è arrivata la rimonta dal 3-0 al 3-3 e i biancocelesti hanno dato l’impressione di poter ottenere anche la vittoria se avessero avuto a disposizione qualche altro minuto. Ma da cosa è nata tutta questa grinta e voglia inaspettata che nel primo tempo non c’era?

DISCORSO NELLO SPOGLIATOIO

Una volta tornati nello spogliatoio dopo aver sentito i fischi di tutto l’Olimpico indirizzati a loro, c’è stato un leggero silenzio. Dopo di che, Inzaghi ha deciso di parlare tirando su la squadra, insieme a lui sono intervenuti Lulic e Correa e da veri leader hanno incoraggiato il resto dei compagni motivandoli: “Se dobbiamo perdere, facciamolo da uomini”. Parole che hanno fatto breccia nei giocatori dando quella spinta e quel motivo di orgoglio in più che serviva ed è arrivata poi la clamorosa rimonta che ha permesso alla Lazio di riacciuffare la partita.

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Immobile felice per la doppietta ma triste per le parole di Gasperini

Immobile felice per la doppietta che permette alla Lazio di agguantare la partita contro l’Atalanta ma è deluso dalle parole dette da Gasperini

Immobile felice per la doppietta che gli ha permesso di raggiungere quota 9 gol nella classifica dei marcatori portandosi da solo in testa. Però, dopo il pareggio sono arrivate molte critiche al numero 17 da parte di Gasperini, il mister bergamasco, a fine partita si è lamentato davanti alle telecamere per i rigori guadagnati secondo lui non in modo corretto “tuffandosi” per ottenere il penalty.

A Ciro queste parole non sono piaciute per niente, gli è stata parzialmente rovinata la festa, si è sentito accusare e ne è rimasto deluso. Il suo agente Marco Sommella ha voluto difendere il bomber di Torre Annunziata dalle critiche ricevute:

“Non capisco le dichiarazioni di Gasperini, sono gravi e inaccettabili. Ciro è molto deluso e arrabbiato per via di queste parole che sono arrivate da un tecnico esperto e non da un semplice tifoso. Lui ha costruito la sua carriere con sudore, sacrificio e passione. Non è un simulatore ed è infastidito per essere stato tirato fuori senza motivo. Se cadrà o inciamperà la prossima volta, che succederà?”.

BERGOMI Dà RAGIONE A GASPERINI

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Bergomi dà ragione a Gasperini: “Parole giuste, furbata dell’attaccante”

Bergomi dà ragione a Gasperini che nel post partita ha inveito contro Immobile per i due rigori conquistati e per lui da non fischiare

Bergomi dà ragione a Gasperini – La Lazio è riuscita a ottenere il pareggio in rimonta contro l’Atalanta anche grazie a due rigori guadagnati da Immobile. Il tecnico bergamasco però, ha accusato Ciro di aver rubato i rigori. Ieri a Sky Club anche Bergomi ha dato ragione al tecnico, e

“La reputo una furbata dell’attaccante che ha messo la gamba davanti al difensore. Ovviamente tutto è lecito ma è anche normale che fa Gasperini e per me ha ragione. Non aspettavo altro se non che un allenatore dicesse questa cosa, altrimenti non è più calcio. Su questi casi ormai alzo le mani perché altrimenti non potrebbe più esserci nessun tipo di contatto. Sui rigori assegnati alla Lazio troverai sempre qualcuno che dirà che erano da fischiare, perché un piccolo contatto c’è, si può mettere il piede davanti, tutto quello che vuoi, però dove stiamo andando?“.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Arturo Chini Ludueña

LA NOSTRA STORIA Arturo Chini Ludueña nasce a Canada de Gomez, in Argentina, il 21 ottobre 1904. Attaccante, naturalizzato italiano.

Fa il suo esordio molto giovane con il Newell’s Old Boys di Rosario. Era soprannominato ‘l’Avvocato’ perché laureato in Legge. Ludueña arriva in Italia nel 1926 per un provino con la Juventus ma viene ingaggiato dall’Alba. Con la fusione di quest’ultima con la Roman e la Fortitudo viene inserito negli organici della neo costituita Roma. Fu il primo straniero nella storia della società giallorossa. Nel 1933 fu convocato dalla Nazionale universitaria. Resta alla Roma fino 1934.

Messo in lista trasferimento passa alla Lazio, senza però essere mai utilizzato in competizioni ufficiali della prima squadra. Inserito nella squadra Riserve, denominata Lazio II, vince il Campionato di 2^ Divisione Lazio. Nell’estate del 1935 lascia i biancocelesti e si trasferisce al Trastevere dove rimane per tre stagioni. È morto nel 1993.

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LA NOSTRA STORIA L’allenatore e dirigente Alfonso Ricciardi

LA NOSTRA STORIA Alfonso Ricciardi nasce ad Avellino il 21 ottobre 1913. Cresce nel ruolo di portiere nell’Avellino.

Dal 1932 al 1934 Ricciardi gioca nel Campobasso. Quindi si trasferisce alla Salernitana dove resta per quattro anni. Nel 1938 gioca nel Bari. In Puglia resta tre anni prima di passare al Milan. Nel maggio 1937,é il portiere del GUF Napoli che si aggiudica la VI edizione dei Littoriali. Nel 1944 è stato giocatore-allenatore nel Seregno e quindi, sempre come allenatore, all’Avellino, al Campobasso ed al Livorno dove dal 1952 al 1955 ha ricoperto l’incarico di Direttore sportivo ed amministrativo. Nel 1956 lascia il Livorno per diventare segretario nella Lazio. Nel campionato 1961/62, a partire dalla 21^ giornata, guida la Lazio. Dopo sette giornate viene sostituito da Carlo Facchini. È scomparso a Roma il 2 luglio 1980.

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LA NOSTRA STORIA Il portiere biancoceleste Giuseppe Rossi

LA NOSTRA STORIA Il portiere Giuseppe Rossi nasce a Tresana (MS) il 20 ottobre 1939. Arriva a Roma giovanissimo con la famiglia.

Giuseppe Rossi inizia a giocare come portiere nel 1956 nei dilettanti del Volsinio per poi passare in serie D nel 1959/60 al Rieti. È notato dai dirigenti biancocelesti durante una amichevole con il Rieti. Nell’estate del 1960 si trasferisce alla Lazio ed è inserito nella squadra De Martino. A fine stagione esordisce in prima squadra in Coppa delle Alpi, trofeo poi vinto dai biancocelesti. Nel 1961/62 passa in prestito al Pisa in serie C.

Tornato alla Lazio ricopre il ruolo di secondo portiere conquistando la Promozione in serie A. Rossi però avrà modo di giocare solo con la De Martino e in occasione di alcune amichevoli. Nel 1963/64 passa alla Salernitana in serie C. Con i campani resta due stagioni. Nel 1965/66 passa al Bari sempre in serie C. Torna quindi a Roma, viene assunto da un Istituto di Credito e rimane fermo una stagione. Nel 1967/68 riprende a giocare con l’Almas, dove resta per cinque stagioni prima di ritirarsi. Nel periodo all’Almas vince un Campionato di Promozione, una Coppa Italia Dilettanti e una Coppa Internazionale Ottorino Barassi.

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LA NOSTRA STORIA L’ex portiere biancoceleste Dario Marigo

LA NOSTRA STORIA Dario Marigo nasce a Lecco il 20 ottobre 1960. Cresce nelle giovanili del Milan. Nella stagione 1979/80 passa al Chieti.

L’anno dopo Dario Marigo si trasferisce alla Lazio come terzo portiere. Nel 1982 passa al Perugia. La stagione seguente torna alla Lazio ma a ottobre passa al Campania in Serie C1. Dal 1984 al 1988 milita con il Catania. Quindi un anno nella Cavese. Nel 1990 torna al Chieti dove resta fino al 1994 quando si trasferisce al Lecco e dove conclude la carriera da calciatore.

Ha vestito per sei volte la maglia della Nazionale Juniores, per due quella della Nazionale Under 21 e altre due con la Lega Nazionale Under 21 Serie B. Terminato di giocare diventa preparatore dei portieri di Lecco, Venezia, Salernitana, Messina, Avellino. Guida in seconda il Livorno nella stagione 2004/05 e l’Hellas Verona in quella 2007/08.

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LAZIO ATALANTA Inzaghi in conferenza: “Reazione super, Gasperini non lo commento”

Lazio Atalanta Inzaghi analizza il 3-3 intreno al termine di una grande rimonta

Lazio Atalanta Inzaghi: “Penso che la partita sia stata chiara, loro nel primo tempo hanno dominato in lungo e in largo, ma nella ripresa abbiamo avuto le nostre occasioni e le abbiamo sfruttate. Le parole di Gasperini? Bisogna saper accettare le decisioni arbitrali, così come noi le abbiamo dovute accettare negli anni passati, quando abbiamo per la Champions per decisioni dubbie. Mi dispiace che si sia detto qualche cosa contro Immobile in occasione dei rigori. Nel secondo tempo Strakosha non ha fatto una parata“.

Il pareggio che significato ha?

Nel primo tempo c’è stato anche un demerito nostro. Questo pareggio è meritato perchè abbiamo avuto una reazione da squadra vera“.

Cosa hai detto alla squadra negli spogliatoi?

Di giocare aggressivi perchè dovevamo recuperare tre gol. Ho fatto subito due cambi perchè volevo fare una partita super aggressiva. Complimenti ai ragazzi“.

Lazzari cosa ha?

Ha avuto qualche problema intestinale la mattina e sembrava recuperato. Poi ha avuto una ricaduta nel riscaldamento“.

La rimonta è un segnale positivo?

Ero fiducioso all’inizio, poi la partita si è messa come avete visto. Mi dispiace che si sia sbagliato l’approccio iniziale. Abbiamo reagito da grande squadra“.

LAZIO ATALANTA Cataldi: “Grande reazione. Peccato per il primo tempo”

LAZIO ATALANTA Cataldi ai microfoni di Lsr: “La squadra ha reagito alla grande dopo un primo tempo da dimenticare. Siamo contenti di aver ripreso la partita con grande orgoglio. Nell’intervallo è cambiato qualcosa, abbiamo trovato la cattiveria che è mancata nel primo tempo. Vedendo la squadra del secondo tempo si potrebbe anche dire che questi sono due punti persi. Abbiamo saputo trovare la forza di reagire e questo è motivo d’orgoglio. Ci manca qualcosa per completare il nostro percorso di crescita. Bisogna ripartire dalla prestazione del secondo tempo e continuare a lavorare come sappiamo”.

LAZIO ATALANTA Gasperini in conferenza: “Rigori? Come in finale di Coppa Italia…”

Lazio Atalanta Gasperini è contrariato per le decisioni arbitrali

Lazio Atalanta Gasperini furioso per le scelte arbitrali: “Prendiamo atto di questa partita e delle decisioni arbitrali e andiamo avanti. Sapevamo che contro la Lazio era una gara difficile. Già accadde in Coppa Italia in finale con un rigore negato, oggi ne sono stati concessi due dubbi. Noi abbiamo avuto le nostre occasoni per vincere e non le abbiamo sfruttate. Non sono d’accordo quando sento dire che la Lazio ha meritato il pareggio, anche se nel secondo tempo ci siamo abbassati troppo e fallito il quarto gol in contropiede, in quanto avevamo tanti spazi a disposizione“.

LAZIO ATALANTA Immobile: “Rimonta d’orgoglio. Ripartiamo da qui”

LAZIO ATALANTA Immobile — Al fischio finale del match il centravanti biancoceleste, autore di una doppietta, ha commentato il 3-3 dell’Olimpico ai microfoni di Sky Sport: “Peccato per il primo tempo inaccettabile. Siamo scesi in campo senza spirito e senza voglia e loro hanno meritato il 3-0. Nel secondo tempo abbiamo reagito e la squadra ha tirato fuori l’orgoglio e gli attributi. Dobbiamo ripartire dalla prestazione dell’ultima mezz’ora. Recuperare 3 gol ti dà una marcia in più e questo deve aiutarci a ripartire e ridarci consapevolezza dei nostri mezzi. Il rigore? Vi prego, non fatemi più tirare rigori al novantesimo. Sto perdendo anni di vita, questo era pesante, perché la squadra meritava il pareggio”.

PAGELLE LAZIO ATALANTA 3-3 Pazzi da legare, remuntada targata Immobile

Termina il match dell’Olimpico con il punteggio di 3-3. Pagelle Lazio Atalanta

Pagelle Lazio Atalanta 3-3

STRAKOSHA 5 – Salva al minuto 11 su Pasalic, poi affonda con tutta la squadra subendo tre gol. Responsabilità sulla punizione cross di Muriel che vale lo 0-2. Salva su Malinovskyi con un buon riflesso su calcio di punizione

LUIZ FELIPE 5.5 – In bambola della Dea, i gol arrivano tutti dal lato destro. Questo ragazzo ha potenziale, ma è troppo discontinuo e altalenante

ACERBI 6 – Non sa gestire l’urto degli attacchi dell’Atalanta e va in confusione come tutto il reparto arretrato. Cambia tutto nella ripresa quando la Lazio fa la partita, salva in più circostanze sui contropiedi orobici

RADU 5.5 – Un po’ meglio nella seconda frazione, ci ha messo la grinta, ma oggi non è bastato per arginare Muriel e Gomez. Esce per crampi. Dal 79′ CAICEDO s.v.

MARUSIC 4 – Si è fatto notare per aver preso il posto di Lazzari e per un’ammonizione. Sostituito all’intervallo. Dal 46′ PATRIC 6 – Ordinato e preciso sia come ala destra che come difensore nel terzetto arretrato come accaduto negli ultimi 10 minuti

MILNKOVIC 6 – Male nel primo tempo, si accende nella ripresa quando inizia a verticalizzare e a trovare le corsie per servire Immobile. Ha preso in mano il centrocampo nel momento giusto

PAROLO 4 – Spaesato, confusionario, non è sceso in campo. Non sapeva cosa fare e dove posizionarsi. Da un suo errore parte l’azione dello 0-1. Dal minuto 46 CATALDI 6 Con lui in campo la squadra ha iniziato a giocare con maggiore fluidità, facendo circolare maggiormente il pallone. Avrebbe meritato di partire dall’inizio

LUIS ALBERTO 5 – La fisicità del centrocampo orobico lo annienta del tutto e lui non fa nulla per trovare una soluzione- Cresce nel secondo tempo con tutta la squadra, ma non è stata una prestazione da ricordare

LULIC 5 – Hateboer sulla sua fascia ha vita facile. Il capitano ha corso come sempre, ma questa volta a vuoto. Non ha effettuato un cross per gli attaccanti e anche in copertura ha sofferto.

CORREA 6 – Sigla il gol del 2-3 con un bolide sotto la traversa che non lascia speranze a Gollini. Peccato si sia svegliato troppo tardi. Fallisce sul 2-3 un colpo di testa sugli sviluppi di un corner

IMMOBILE 7 – Dopo una prima frazione opaca,nella ripresa tira fuori tutta la grinta che ha e si procura e trasforma il rigore che riapre la gara portandola sull’1-3. Indemoniato se ne procura un altro al 90′ e lo trasforma. TRASCINATORE

ALL. INZAGHI 6 – E’ la media tra il 4 del primo tempo e l’8 della ripresa. Il mister ha mandato in campo una squadra molla che si è sciolta al primo gol di Muriel. Nella ripresa è cambiato tutto: ha avuto il coraggio e l’intuizione di togliere subito Parlo e Marusic per Cataldi e Patric. La riacciuffa in maniera rocambolesca con due rigori. A questo punto la domanda è lecita: mister, qual è la vera Lazio?

LAZIO CELTIC Il mister scozzese Lennon contro la squalifica della Curva Nord

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LAZIO CELTIC Il mister scozzese Lennon contro la squalifica della Curva Nord.

LAZIO CELTIC Il mister scozzese Lennon contro la squalifica della Curva Nord. Anche di questo argomento il tecnico ha parlato nella conferenza stampa di vigilia della sfida di campionato contro il Ross County. Queste le sue parole, a partire dalla sfida del 24 ottobre al Celtic Park“Giochiamo sabato, quindi da qui al giovedì di Europa League passeranno diversi giorni. I miei ragazzi sono ansiosi di scendere in campo: quella contro la Lazio sarà una sfida importantissima nell’ottica del passaggio del girone, quindi vogliamo arrivarci il più in forma possibile”.

Poi, sulla squalifica della Curva Nord nella gara di ritorno, il 7 novembre allo Stadio Olimpico“È un’amara delusione. Non vediamo l’ora di giocare a Roma, ma la chiusura di parte dello stadio priverà la partita della sua dolcezza”. Parole che però non lo esentano dal condannare gli episodi che hanno causato la decisione dell’Uefa. Ma non solo: se dovessero essercene altri durante la gara – riporta celtsarehere.com – Lennon potrebbe anche decidere di ritirare la squadra dal campo, previo ovviamente confronto con la sicurezza e la società.

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LAZIO Jony: “Esordio nel derby speciale. L’errore con l’Inter mi aiuterà a crescere”

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A pochi mesi dal suo arrivo alla Lazio Jony racconta le sue emozioni ai microfoni dei media spagnoli.

LAZIO Jony in una lunga intervista a ‘elcomercio.es’: “Il derby all’esordio è stato qualcosa di speciale. Dal giorno in cui sono arrivato all’aeroporto ho capito l’importanza di questa gara. Nella cultura italiana il calcio è vissuto in modo più caloroso rispetto alla Spagna. La Lazio ha vissuto momenti difficili negli ultimi anni. Ora stiamo provando a crescere con obiettivi molto alti. Il primo, come ha affermato il presidente sin dall’inizio di stagione, è quello di tornare in Champions. Ci stiamo lavorando e ci vuole un pò di tempo, ma è un club in crescita. La città, d’altra parte, è impressionante. Il Vaticano, la Fontana di Trevi, il Colosseo. Tutto. Ho intenzione di fare un bel tour con la mia famiglia”.

L’ERRORE A SAN SIRO

È stato molto speciale esordire da titolare lì, un campo e uno stadio molto bello con un’atmosfera spettacolare. L’Inter, inoltre, è in un momento fantastico. Dopo la partita ero molto deluso, perché la sconfitta è nata da un mio errore in cui ho perso il contatto visivo con l’uomo e col pallone. Sono esperienze dalle quali devo crescere”.

INZAGHI

“È una persona che costruisce un rapporto intimo coi suoi giocatori. Un appassionato del suo lavoro, fa impressione per come vive le partite, sempre al massimo. Vive tutto in modo intenso e cerca di trasmettere tutto a noi. Non sono titolare e questo, sinceramente, me lo aspettavo. È un nuovo sistema per me il 3-5-2, in una nuova posizione e devo crescere dal punto di vista difensivo. Ci sono molte azioni di copertura in cui devo migliorare perché non ho mai avuto quel ruolo e per caratteristiche mi ritengo più offensivo. Ma dal primo momento ne ero consapevole e ne ho parlato con tutti. A molti giocatori serve un anno di transizione. Luis Alberto mi consiglia sempre di restare calmo, prendendo ad esempio la sua prima stagione. Guardatelo ora, è indiscutibile. Devo mantenere quella calma e cercare di migliorare”.

DALLA LIGA ALLA SERIE A

“Questo è un calcio completamente diverso rispetto allo spagnolo, molto più tattico e un po’ più lento. I sistemi cambiano molto. Qui 3-5-2 e 4-3-3 sono molto utilizzati, con un gioco sulle fasce abbastanza sviluppato. Anche lo stato del manto erboso in alcuni stadi non è dei migliori. Ma è un’esperienza bellissima. Il lavoro tattico che svolgono gran parte delle squadre mi ha sorpreso molto. Per i club che lottano per la salvezza è molto complicato. Per creare occasioni devi muovere la palla molto velocemente e questo rende tutto più difficile. È un calcio molto diverso, più fisico e tattico”.

L’ADDIO AL MALAGA

“Chiunque conosceva la mia situazione. Nel caso in cui il Málaga fosse rimasto in Seconda Divisione, sarei potuto andare in una squadra di categoria superiore. Ho aderito al mio contratto. Il club non la vedeva nello stesso modo e così hanno cercato di rendermi le cose difficili. Ma la FIFA è stata chiara: mi ha dato il “trasferimento” provvisorio e ora appartengo alla Lazio e mi godrò questa esperienza. Sono un giocatore della Lazio per i prossimi cinque anni, il contratto col Malaga è stato risolto”.

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LA NOSTRA STORIA L’allenatore Dezső Kőszegy

LA NOSTRA STORIA Il tecnico Dezső Kőszegy, noto anche col nome italianizzato Desiderio Kőszegi. Nasce a Budapest il 19 ottobre 1888.

Calciatore e allenatore, ha giocato prima portiere e poi difensore. Terminata la carriera da calciatore Kőszegy arriva in Italia nel primo dopoguerra per allenare la Pistoiese. Dopodiché nel 1924 passa alla Lazio. I risultati ottenuti non sono quelli sperati e il tecnico ungherese lascia la panchina al termine della stagione 1925-26. Durante la carriera allena anche il Prato. Muore a Budapest il 17 dicembre 1961.

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LAZIO ATALANTA Probabili formazioni — Parolo dal 1′

LAZIO ATALANTA Probabili formazioni — In vista del match di domani contro gli uomini di Gasperini, Inzaghi deve rinunciare allo squalificato Lucas Leiva. Al suo posto, in cabina di regia, giocherà Marco Parolo. Sulla corsia destra dovrebbe riprendere il proprio posto Manuel Lazzari, mentre è aperto il ballottaggio tra Correa e Caicedo per una maglia a supporto di Ciro Immobile, con l’argentino leggermente favorito. Di seguito i probabili schieramenti.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Parolo, Luis Alberto, Lulic; Correa, Immobile. All: Inzaghi.

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Palomino, Masiello; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Gomez; Ilicic, Muriel. All: Gasperini.

LAZIO ATALANTA Conferenza Inzaghi: “Gara difficile. Serve il salto di qualità”

LAZIO ATALANTA Conferenza Inzaghi — Questo pomeriggio il tecnico biancoceleste è intervenuto in sala stampa e ha presentato il match contro i nerazzurri, in programma domani alle 15.00 all’Olimpico

Si riprende dopo la sosta, l’ultima volta non andò bene. Cambierai qualcosa?

Sarà un altro ciclo di partite molto importanti, sicuramente più impegnative rispetto a quelle del primo. Cercherò di scegliere in base a ciò che vedo in allenamento. L’Atalanta è scomoda e organizzata, proveremo a fare una grande partita”. 

Cosa c’è nelle sue parole dei giorni scorsi in allenamento?

Questa frase che è stata scritta non ricordo di averla detta. Magari non era concentrato su ciò che si è detto. Questa è una partita importante, siamo all’inizio, ma è importante per la classifica. L’Atalanta ha avuto continuità, in questi anni è sempre stata una sfida aperta e avvincente. In campionato l’anno scorso avevano meritato la vittoria ai punti, così come noi in finale di Coppa Italia”.

Sulle parole di Lotito?

Penso che voi giornalisti siate molto bravi il più delle volte a far dire cose che non si pensano. Il mio lavoro in questi 4 anni è sotto gli occhi di tutti. Un allenatore prende 10-20 decisioni in un giorno, deve sbagliare il meno possibile, ma ciò che è stato fatto è sotto gli occhi di tutti e nessuno può togliercelo. Lotito è un grandissimo motivatore, con le cose che ha detto ha provato a spronare tutto l’ambiente Lazio”.

Lotito parla di Champions chiaramente…

Dobbiamo alzare l’asticella. Abbiamo una squadra attrezzata, lo sono anche le altre e sappiamo di potercela giocare con tutti. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre capacità, ci manca questo tassello. A livello di gioco questo è il migliore anno, manca qualche punto in classifica, c’è rammarico. I ragazzi sanno che dobbiamo correre, l’Atalanta si è rinforzata con Muriel, Malinovsky e Kjaer, ora hanno rotazioni che prima non avevano”.

Domani come una finale?

Dovremo interpretare la gara nel migliore dei modi, come in finale di Coppa. Sappiamo che sono forti, ma anche loro sanno che con noi hanno perso diverse volte. Anche loro avranno delle preoccupazioni. La stiamo preparando nel migliore dei modi”.

Avrebbe barattato la vittoria in Coppa con la Champions?

Questa è la famosa domanda che si faceva. Probabilmente con il quinto-sesto posto, l’avrai barattato. Quando abbiamo centrato la finale battendo il Milan, mancavano ancora diverse partite, compreso lo scontro diretto. A cinque-sei partite dalla finale l’obiettivo è andato dalla parte della Coppa“.

L’Atalanta ha più fame, dice Lotito. Questa è la differenza?

Se uno vede il campionato sì. Se vede la Coppa, dice che la Lazio ha avuto più fame. Loro hanno avuto più continuità, a livello tecnico non siamo inferiori. Con l’aiuto della Champions si sono rinforzati senza perdere nessuno”. 

Il segreto dell’Atalanta è Gasperini?

Sì, ma mi sembrerebbe ingeneroso dare tutto il merito a Gasperini. È tutto l’ambiente che ha permesso la cavalcata, anche in Coppa Italia. Hanno fatto un cammino meraviglioso, lo stanno continuando, Gasperini è il valore aggiunto ma è tutto l’ambiente a remare nella stessa direzione. Si sono tolti soddisfazioni, come noi d’altronde, che ora vogliamo arrivare quarti. Sappiamo che ci sono difficoltà, ci sono 5 o 6 squadre sulla carta più forti di noi”.

Cosa ha in più la Lazio dell’Atalanta?

“Sicuramente quello che ha in più è la continuità in campionato. La Lazio, a livello tecnico, è molto forte”.

L’Atalanta in Champions non sta andando bene…

A volte bisogna vedere come arrivano le sconfitte, come la nostra a Ferrara per esempio. A Zagabria ha meritato di perdere, l’altra la rivincerebbero giocandola. Poi a volte si pagano a caro prezzo alcuni errori. Stanno facendo grandi cose, mi ricordo quando ci rubarono il quarto posto quando perdemmo a Crotone. Stanno facendo grandi cose, onore a loro. Noi stiamo facendo il nostro, sapendo che dobbiamo trovare la continuità di risultati. Secondo me stiamo giocando un ottimo calcio”.

Come hai visto Correa e Milinkovic?

Hanno lavorato molto bene, bisognerebbe vivere lo spogliatoio. Chi vive qua 24 ore sa le cose. Correa viveva un momento complicato per problemi suoi, aveva fatto un ottimo secondo tempo, non è improvvisato sul dischetto, si ferma sempre a fine allenamento. Abbiamo voluto fargli tirare il rigore. Dopo è sempre facile parlare. Sul momento bisogna prendere delle decisioni”. 

Klose dice la Lazio non è da primi quattro posti…

“Di Klose ho un bellissimo ricordo, mi diede una grandissima disponibilità nelle prime 7 e fece gol importanti. Credo sia normale che abbia espresso un giudizio che dovremo smentire con il lavoro e con i risultati”.

Berisha anche stavolta è rientrato qualche giorno dopo…

“Ha chiesto un permesso di due giorni, aveva avuto un indolenzimento, ma dice che sta bene. Rientrando oggi non so ancora se sarà convocato per domani. Cercherò di valutare, parlerò con lui e vedremo. Ha fatto una buona gara col Montenegro, ha finito affaticato, ha chiesto due giorni per sistemare alcune cose fisiche”. 

Gabriele Paparelli ricorda la tragedia del padre. E ringrazia i tifosi laziali

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Gabriele Paparelli ricorda la tragedia del padre. E ringrazia i tifosi laziali.

Gabriele Paparelli aveva 8 anni quando, quel 28 ottobre 1979, suo padre Vincenzo, 33, morì tragicamente. L’occasione un Roma-Lazio come tanti, ma che ha cambiato per sempre la vita sua e della sua famiglia. Proprio quei momenti Gabriele ha voluto ripercorrere in una lunga intervista a LA7“Perdere un padre a 8 anni significa perdere un punto di riferimento della tua vita, stravolgere la propria esistenza. Mio padre era una persona fantastica, giovane. Eravamo una tipica famiglia di fine anni ’70: felice, allegra, genuina. Dava tutte le sue attenzione alla famiglia, ai figli, al lavoro. E in più aveva la forte passione per la Lazio. Mi si è sconvolta la vita nel giro di poche ore, quel giorno sono stato obbligato a crescere”. 

Poi su quella tragica giornata“Ho saputo di quello che era successo solo la sera, anche se la partita era nel pomeriggio. I miei familiari hanno fatto di tutto per farmi svagare. Siamo andati alle giostre. Poi ho intravisto il telegiornale in un bar, e sono stato trascinato via. Ma anche se avevo 8 anni avevo captato qualcosa, mi dicevo: “Possibile che tra tante persone sia successo qualcosa proprio a mio padre?”. Un padre che non avrebbe dovuto nemmeno assistere a quella gara: “Noi eravamo una famiglia molto unita, la domenica ci ritrovavamo nel nostro paese, a Valmontone. Pioveva, ma poi è uscito il sole, come uno scherzo del destino. Lui non ha resistito e ha deciso di andare. Io volevo accompagnarlo, ma mi ha detto di no perché essendo un derby c’era il rischio che succedesse qualcosa. Mi ha promesso che mi avrebbe portato la prossima volta. La sto ancora aspettando”.

“Sono partiti 3 razzi dalla Curva Sud, – prosegue il racconto – il primo è andato fuori l’Olimpico, mentre il secondo l’ha colpito. Mia madre gli ha detto: “Vincè, senti cosa sta succedendo?”. Ma non ha fatto in tempo a finire la frase che il secondo razzo l’ha centrato nell’occhio. Mamma d’istinto ha cercato di toglierlo e per questo si è ferita, ma non è niente in confronto alla ferita che le ha lasciato per tutta la vita quel giorno”. Da quel giorno il calcio italiano non è stato più lo stesso: “Lì si è rotto un ingranaggio che tanti tifosi possedevano. Una sicurezza che li legava allo sport, fatto di sani principi, competizione. In quel periodo uno tutto si aspettava piuttosto che morire allo stadio”. E, tanto per non farsi mancare nulla, poi sono arrivati anche gli insulti alla memoria: “Non abbiamo mai potuto convivere con quello che è successo, non ci hanno permesso di superare la cosa, perché purtroppo negli anni siamo diventati un bersaglio. Ci sono migliaia di scritte per Roma: “10 100 1000 Paparelli”, “Paparelli te stai a perde i tempi belli”. Io da quando giravo con il motorino a 16 anni mi portavo una bomboletta spray sotto la sella per cancellarle, lo facevo per nasconderle a mia madre. Era un trauma per lei, la sua giornata era finita nel momento in cui leggeva quelle frasi”.

“Provo più disperazione che rabbia, quella c’era in adolescenza. Crescendo ho capito che molte di quelle persone che scrivevano quelle cose e cantavano quei cori non sapevano neanche chi fosse Paparelli. Ho cercato di farglielo capire negli anni, ci stiamo ancora provando ma non ci siamo riusciti del tutto. Fortunatamente la tifoseria laziale ci è sempre stata vicina, a me e tutta la mia famiglia. Sono un tifoso sfegatato della Lazio anche io, ma ho la fobia dello stadio. Ci sono andato pochissime volte. Mi espongo per far capire che quello che ci hanno fatto. Cantando e scrivendo quelle cose hanno solo ferito la mia famiglia e i tifosi laziali, che considero una seconda famiglia. Il calcio va vissuto con la dolcezza e la purezza che c’è negli occhi di mia figlia quando la porto allo stadio, che vive con gioia la semplicità di vedere una bandiera sventolare”.

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