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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante biancoceleste Fabio Nigro

LA NOSTRA STORIA Fabio Nigro nasce a Junin, in Argentina, il 29 dicembre 1965. Era soprannominato ‘El ñufa’ o ‘El Pelado’. Inizia a giocare nel Sarmiento nel 1978. Dopodiché si trasferisce per due anni nel Rivadavia di Junínnelle e quindi nel River Plate. Nel 1983 siccome i giocatori titolari erano in conflitto con la dirigenza schierarono i ragazzi delle giovanili.

Fabio Nigro arriva in Italia nel 1985. I genitori sono argentini, il bisnonno originario di Sulmona. Si allena con il Parma di Arrigo Sacchi ma provenendo da federazione estera per ottenere la cittadinanza deve giocare due stagioni tra i dilettanti. Nella stagione 1985/86 passa al Vigor Lamezia. La stagione dopo è alla Viterbese di Omar Sivori. La Lazio lo prova in occasione di una amichevole. La società biancoceleste lo acquista nell’estate successiva. Nel 1988/89 torna alla Viterbese dove resta due stagioni prima di passare al Frosinone. Due anni dopo si trasferisce in Francia nel FC Gueugnonnais (D2), poi in Slovacchia dove gioca tre anni con lo Slovan Bratislava. Nel 1996/97 torna in patria all’Estudiantes. Gioca poi con Atlético Douglas Haig e Atlético Sarmiento di Junin, di cui diventa DT delle squadre giovanili.

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ULTIME BRESCIA LAZIO – Laziali in massa in trasferta: settore sold out

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Il settore ospiti del Rigamonti è già esaurito. Questa la notizia di giornata in vista di Brescia Lazio: troppa la voglia dei colori biancocelesti.

La vendita è partita lo scorso 23 dicembre e, dopo appena cinque giorni, i mille tagliandi messi a disposizione per i tifosi laziali sono stati polverizzati. Tanto l’entusiasmo tra la gente laziale in attesa di Brescia Lazio per iniziare il 2020 con il botto e portare a Roma la vittoria. La ripresa degli allenamenti è fissata per il 30 dicembre, mentre gli avversari, da qualche giorno in ritiro nella Capitale, sono già tornati a correre.

Luis Alberto tra Supercoppa e sogno proibito Scudetto: “Un passo alla volta”

E’ l’indiscusso re europeo degli assist e uno dei trascinatori del grande inizio di stagione della Lazio, il Mago Luis Alberto ha rilasciato un’intervista a Marca, tra vittoria in Supercoppa e un sogno proibito chiamato Scudetto.

Luis Alberto tra Supercoppa e Scudetto. Le parole a Marca dell’asso spagnolo: “A Riyad una grande gioia. La passata stagione è stata difficile, volevamo chiudere l’anno alla grande. Personalmente ho fatto il possibile per giocare nonostante avessi qualche fastidio. Alla fine ho anche segnato. La Juventus non ci ha regalato nulla, c’era un titolo in palio. Li abbiamo battuti sia in campionato che in Coppa. Siamo consapevoli di quello che possiamo ottenere e diamo l’anima in ogni gara”.

INZAGHI E IL SOGNO SCUDETTO

“Siamo in un ottimo momento di forma, vogliamo continuare così per rimanere nei piani alti della classifica. Lo Scudetto? È presto, facciamo un passo alla volta. Parlarne adesso ci fa perdere la concentrazione. Essere in lotta è un sogno che diventa realtà, ma dobbiamo essere prudenti. Inzaghi quest’anno mi ha dato più libertà e spazio. Il mister vuole che sia più protagonista e per ora sta andando bene sia alla squadra che a me. Quest’anno sono ad un livello molto alto, ho fatto uno scatto in più. Mi sento molto bene e mi sto prendendo nuove responsabilità. Spero di continuare così. C’è qualcosa che mi entusiasmerebbe: andare agli Europei, ma non dipende solo da me. Ci sono tanti altri grandissimi giocatori che vogliono lo stesso”.

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INTANTO VERTICE SOCIETARIO A FORMELLO?>>>LEGGI QUI

LAZIO A breve vertice dirigenziale a Formello. Sul mercato?

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LAZIO A breve vertice dirigenziale a Formello. Tra i probabili temi, inevitabilmente, il mercato.

LAZIO A breve vertice dirigenziale a Formello. In questo momento campi e stanze sono vuote: tutti si stanno godendo qualche giorno di riposo, in attesa di riprendere, da lunedì 30, la preparazione del prossimo impegno ufficiale (Brescia-Lazio, domenica 5 gennaio – ore 12:30). Per i biancocelesti l’impegno non riguarderà però solo il campo, ma anche l’ufficio presidenziale. Nei primi giorni del nuovo anno è previsto un vertice dirigenziale per fare un attimo il punto della situazione. Il tempo che si effettuino i ritorni dalle vacanze dello stesso Lotito (da Cortina), di Inzaghi e di Tare (entrambi a Dubai direttamente da Riyad). Il momento è ottimo e l’entusiasmo, ovviamente, alle stelle. Un’altra Supercoppa italiana in bacheca e un terzo posto in campionato a soli 6 punti – con una partita in meno – dalla vetta. Come ogni gennaio, il tema più caldo sarà il calciomercato. A meno di sorprese, non sono previste mosse in entrata. Un concetto espresso più volte dal patron: il gruppo è unito e la squadra segue alla perfezione il proprio allenatore. Quindi nessun ritocco agli equilibri, soprattutto dopo l’eliminazione dall’Europa League. Da qui sino a maggio le partite da giocare saranno molte di meno, quasi una a settimana (Coppa Italia esclusa). Ognuno all’interno del gruppo conosce il suo ruolo alla perfezione. Negli ultimi giorni si è parlato di un ritorno di Sofian Kiyine dal prestito alla Salernitana. Operazione però complicata sotto il profilo morale: per Lotito sarà infatti difficile privare Ventura e la Salernitana del suo giocatore migliore in un momento delicato del campionato. Il lavoro del ds Tare si rivolgerà quindi più che altro sul mercato in uscita.

Tra i ‘casi’ più rilevanti, quelli relativi a LukakuBerisha e André Anderson. Il primo, a parte l’ingresso (con assist) a Firenze, è stato costantemente out per infortunio. La società vorrebbe dunque cederlo definitivamente (ha mercato in Belgio). Stesso discorso per Berisha. Che ha sin qui deluso le promesse di rilancio senza riuscire a incidere minimamente. Non si è mai adattato al gioco di Inzaghi, dando un apporto alla causa pari allo zero o quasi. In caso di addio, a essere arruolato come sesto centrocampista sarebbe André Anderson, nonostante Ventura vorrebbe riportarlo a Salerno in prestito per sei mesi.

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LAZIO Lotito sul momento d’oro: “Il merito non è mio, ma del gruppo”

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Il presidente della Lazio Lotito sul momento d’oro attraversato dalla squadra biancoceleste. Il patron torna a ribadire quel senso di comunione e di costruzione di una famiglia prima di una società vincente già espresso di fronte alla stampa estera.

LAZIO Lotito sul momento d’oro in un’intervista a RTV Time: Tare? Gli ofrii il ruolo di direttore invece che quello di giocatore e gli dissi: ‘hai mezz’ora per consultare il tuo procuratore e farmi sapere’. Mi ero reso conto che aveva delle buone capacità manageriali e che sarebbe migliorato con il tempo”. 

Poi l’elogio dei meriti del gruppo“Ma non dobbiamo dimenticare che nel calcio si vince e si perde tutti insieme. Sento dire che è merito di Lotito. Il merito è anche di Tare, il merito è dell’allenatore. Quando la Lazio perde la colpa è mia anche se non scendo in campo perché significa che non ho creato le condizioni affinché la squadra vinca. Il calcio è forza di gruppo e si applica sempre la regola del gruppo. In quest’ottica, Igli Tare è una persona che ha aggiunto valore all’interno di questo gruppo”.

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LA NOSTRA STORIA – Fulvio Bernardini: un grande laziale a Trigoria

Nato a Roma il 28 dicembre del 1905 viene registrato all’anagrafe solo il 1 gennaio del 1906, per fargli guadagnare un anno, perché a quei tempi si usava fare così. Fulvio Bernardini è stato il primo giocatore “universale” del calcio romano e italiano.

SFILATINO

Abbinava grande dinamismo a una tecnica sopraffina, sapeva giocare in qualsiasi ruolo del centrocampo e segnava quasi come un attaccante. Bernardini inizia la sua carriera da portiere. Comincia a giocare in una squadra dell’oratorio di San Sebastiano chiamata Exquilia. Da ragazzo veniva soprannominato “sfilatino” perché aveva sempre delle pagnottelle che la mamma gli metteva nella borsa sportiva.

L’ARRIVO IN BIANCOCELESTE

Arriva alla Lazio a 13 anni e mezzo presentato dai soci Mangialaio e Riccioni e viene aggregato alla squadra Ragazzi. Poco dopo esordì in porta nel torneo dedicato al calciatore laziale Alberto Canalini caduto durante la Prima Guerra Mondiale. Era il 1919 e lui si comportò talmente bene che fu promosso portiere titolare fino alla metà della stagione 1920/21 quando, chi dice a causa di una sconfitta con il Naples per 4-2 e chi invece parla un colpo in testa preso durante un derby contro la Fortitudo che lo portò a sfiorare la morte, chiese di poter giocare in attacco. I dirigenti, vista la sua bravura come portiere all’inizio non volevano accontentarlo ma poi decisero di provarlo centravanti nella squadra riserve.

GIOCATORE UNIVERSALE

Anche in questa posizione Fulvio si destreggiò alla grande ma improvvisamente, verso il termine della stagione, chiese di nuovo di essere cambiato di ruolo e cominciò a giocare come centrale difensivo anche se, a seconda dei momenti della partita, occupava tutti i ruoli. In quel periodo l’allenatore era Baccani e la squadra, che giocava alla Rondinella, per tre volte fu la vincitrice delle semifinali interregionali, per altre tre fu Campione della Lega Sud, due volte finalista della stessa Lega – anche se vennero prese decisioni tese a revocare il risultato ottenuto sul campo – e una volta vinse la Prima Divisione. Non si sa quante partite abbia giocato con la Lazio, dato che a quei tempi i giornali non riportavano sempre le formazioni, comunque dovrebbero essere intorno alle 100 mentre i gol furono circa 65.

PRIMO IN NAZIONALE

Il 22 marzo 1925 fu il primo giocatore del centro-sud ad essere convocato in Nazionale per l’incontro Italia-Francia finito con il punteggio di 7-0 per i nostri. Durante il suo periodo biancoceleste indossò la maglia azzurra altre otto volte. Ma nello stesso anno si cominciarono a registrare i primi dissapori con la Lazio. La squadra, alla fine del Campionato 1925/26, finì terza in classifica alle spalle delle rivali Alba e Fortitudo. Bernardini con la sua grande personalità condizionava il gioco della squadra e i rapporti interni.

I PRIMI DISSAPORI CON LA SOCIETA’

Anche fuori dal terreno di gioco cominciò a mostrare una certa insofferenza e qualcuno ne cominciò a criticare certi atteggiamenti di superiorità. Ebbe dei duri confronti con i compagni e inoltre, a soffiare sul fuoco, le grandi società del Nord iniziarono a interessarsi al calciatore. Bernardini respinse un’offerta della Juventus e il dirigente Olindo Bitetti, venutone a conoscenza, ritenne opportuno trovare subito un impiego in banca per il giocatore.

L’INCOMPRENSIONE CHE PORTO’ AL DIVORZIO

Fulvio fu grato alla società ma arrivò un’offerta dell’Internazionale che proponeva al calciatore uno stipendio mensile di 3.000 lire e un premio di rinnovo annuale di 50.000 lire. Bitetti capì subito il pericolo che questa offerta significava per la Lazio e, presentatosi da Bernardini, gli ricordò il fatto che aveva promesso al padre in punto di morte che mai avrebbe lasciato la Lazio. A Bernardini però arrivò un messaggio diverso e il giocatore credendo che gli si stessero rinfacciando le spese sostenute dalla società per il funerale del padre infuriato si trasferì all’Inter.

FRA I PRIMI GIOCATORI A LAUREARSI

L’ultimo che tentò di trattenerlo nella capitale fu il Generale Giorgio Vaccaro che, quando si rese conto che non c’era più nulla da fare, impose al giocatore di pagare un indennizzo di 20.000 lire alla società. Nonostante le proteste del calciatore, suo fratello Vittorio firmò 20 cambiali da 1.000 lire l’una. Un giocatore che per tanti anni era stato il simbolo della Lazio e per il quale i tifosi biancocelesti stravedevano se ne era andato. Nell’Internazionale “Fuffo“, questo era il suo soprannome, rimase fino al 1928: giocò 58 partite e segnò 27 reti. Nel frattempo si laureò alla Bocconi in Scienze Economiche. Nello stesso periodo c’erano soltanto altri due giocatori laureati: Rava e Frossi.

IL PASSAGGIO ALLA ROMA

Quando ormai la Lazio stava cominciando ad abituarsi all’assenza del giocatore nell’estate del 1928 Bernardini accettò di trasferirsi alla Roma. Il giocatore divenne il punto di forza dei giallorossi e si immedesimò talmente nel carattere della squadra testaccina che, con Attilio Ferraris (IV), ne divenne il simbolo, giocando quasi sempre da centromediano. Avversario implacabile nei derby, si distingueva alla fine della partita per la signorilità e l’affetto con cui salutava i calciatori biancocelesti come se quei colori fossero sempre rimasti indelebili nell’anima del campione. Con la Roma giocò fino al 1939, scendendo in campo 286 partite e segnando 45 reti.

LA NAZIONALE

Fece parte della Nazionale fino al 1932 giocando 26 partite, segnando 3 reti e conquistando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1928. Il rapporto con il CT Vittorio Pozzo fu molto conflittuale. Il Commissario Tecnico non lo portò né ai Mondiali del 1934 né a quelli del 1938 giustificandosi dicendo: “Fulvio gioca troppo bene per essere capito dai compagni”. Nel frattempo Bernardini scriveva su Il Littoriale articoli riguardanti la tecnica e la tattica nel gioco del calcio e, una volta finita la carriera, divenne anche giornalista professionista. Lasciata la Roma giocò fino al 1943 con la squadra romana della Mater.

DA ALLENATORE

Dopo l’abbandono dell’attività agonistica e terminata la guerra iniziò la carriera di allenatore con la Roma nel 1949/50 ma il rapporto si chiuse con un esonero. Dal 1951 al 1953 guidò il Vicenza in Serie B. Nel 1956 alla guida della Fiorentina conquista uno storico Scudetto aggiudicandosi anche il premio “Il Seminatore d’Oro”, che bissò con il Bologna nel 1964. Nel 1958 allena la Lazio, con la quale vince la Coppa Italia, primo successo dei biancocelesti. Va sottolineato che questi successi furono gli unici ottenuti da squadre non di Milano o Torino nel dopoguerra fino agli anni ’70. Fu allenatore della Lazio dal 1957/58 al 1960/61 totalizzando 92 panchine. Dal 1961/62 al 1965 fu a Bologna e poi si trasferì alla Sampdoria fino al 1971. Chiuse la sua carriera a livello di club, ricoprendo il ruolo di direttore tecnico nel Brescia.

LA SCOMPARSA

Nel 1974 dopo la disfatta ai Mondiali  tedeschi fu chiamato ad allenare la Nazionale italiana, ruolo che ricoprì fino al 1977. Dopo aver lasciato la Nazionale ricoprì il ruolo di Direttore Generale nella Sampdoria fino al 1979. Morì a Roma il 13 gennaio 1984 a causa di sclerosi laterale amiotrofica diagnosticatagli tre anni prima: le cause della sua morte furono note solo vent’anni dopo, in quanto all’epoca non erano ancora state ipotizzate correlazioni dell’insorgere di tale malattia con l’attività agonistica. Bernardini è stato sepolto nel Cimitero Flaminio a Roma. A suo nome è intitolato il Centro Sportivo di Trigoria della A.S. Roma.

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LA NOSTRA STORIA Il jolly difensivo Primo Sentimenti

LA NOSTRA STORIA Primo Sentimenti nasce a Bomporto (MO) il 28 dicembre 1926. Era soprannominato ‘Pagaia’.

A 14 anni Primo Sentimenti è tra i ‘pulcini’ del Modena. Fa il suo esordio in serie A il 2 dicembre 1945. Nella stagione 1949/50 si trasferisce al Bari. Nel 1950 viene acquistato dalla Lazio dove già si trovano i fratelli Vittorio e Lucidio. In maglia biancoceleste gioca per sette stagioni. Detiene un curioso primato: ha indossato almeno una volta tutte le maglie della Lazio dal numero 2 all’11. Nel 1957 passa all’Udinese dove resta due anni prima di chiudere la carriera nel Parma in Serie B. La sua ultima esperienza da calciatore è nell’Ostiglia. Veste due volte la maglia azzurra nella rappresentativa giovanile. È deceduto a Bomporto il 13 ottobre 2016.

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LAZIO Diaconale: “La squadra ha acquisito maturità”

LAZIO Diaconale: “La cosa più importante è che c’è una grande consapevolezza della squadra che fa ben sperare per il futuro. La svolta? Si è avvertita nel secondo tempo contro l’Atalanta. Adesso la squadra è matura, la vittoria contro la Juventus rappresenta un’ulteriore spinta per centrare il nostro obiettivo che è la qualificazione in Champions. Naturalmente è lecito sognare qualcosa di più. Come gruppo ci sono delle analogie tra questa Lazio e quella del ’74 di Maestrelli, i singoli invece sono molto diversi. Si è registrato un percorso di crescita che ha riguardato tutti, non solo Inzaghi. Vogliamo crescere, per questo non abbiamo cambiato l’ossatura della squadra. Mercato? Si dice sia di riparazione ma la Lazio non è stata rimandata in alcuna materia, e gli acquisti a gennaio sono spesso complicati”. Così il portavoce biancoceleste Arturo Diaconale ai microfoni di Tmw Radio.

ABBONAMENTI LAZIO Canigiani: “Possibile riapertura campagna”

ABBONAMENTI LAZIO Marco Canigiani, responsabile del settore marketing biancoceleste, ha parlato ai microfoni di Lazio Style Radio della possibile riapertura della campagna abbonamenti.

ABBONAMENTI LAZIO Canigiani: “Stiamo effettuando delle verifiche e delle valutazioni in merito alla possibile riapertura della Campagna Abbonamenti. Speriamo possa essere una novità dell’anno nuovo, siamo fiduciosi. Nella nuova formula di fidelizzazione potremmo inserire tutte le gare del girone di ritorno di campionato. Possiamo anche aggiungere, eventualmente, la gara con l’Hellas Verona valida per il recupero della diciassettesima giornata”.

LA LAZIO E I SUOI TIFOSI

Nel 2020 sarà fondamentale l’apporto dei tifosi. Il loro contributo avrà una grandissima importanza per la Lazio. Il nuovo Lazio Style 1900 Official Store sta andando molto bene e la vittoria della Supercoppa ha incentivato le vendite all’interno dei nostri punti vendita. In particolare ad aver riscosso maggior successo sono state la maglia da gara della finale di Supercoppa e la maglietta celebrativa del trionfo contro i bianconeri. Il Natale, sotto questo punto di vista, è stato doppiamente positivo”.

TOUR DELLA SUPERCOPPA

Nel nuovo anno organizzeremo un tour della Supercoppa italiana nei Lazio Style 1900 Official Store evitando problemi di sovrapposizione con la possibile riapertura della Campagna Abbonamenti. Dovremo studiare i momenti migliori per effettuare questo tour. Per la celebrazione dei 120 anni del Club avevamo progettato un bellissimo piano legato alla gara con l’Hellas Verona programmata inizialmente per l’8 gennaio e poi posticipata al prossimo 5 febbraio per esigenze tecniche. Sono in vendita i tagliandi per il prossimo derby. Ancora non abbiamo dei dati in merito a questa campagna. A breve comunicheremo le modalità di vendita dei tagliandi per l’incontro in trasferta con il Brescia. Siamo in attesa di novità da parte del club ospitante”.

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INTANTO ASSENZA PESANTE IN CASA BRESCIA?>>>LEGGI QUI

Brescia senza un pezzo top contro la Lazio?

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Brescia senza un pezzo top contro la Lazio? Le ultime da casa delle Rondinelle, prossimo avversario dei biancocelesti in campionato.

Brescia senza un pezzo top contro la Lazio? La squadra lombarda inizierà il nuovo anno in campionato sfidando i lanciatissimi biancocelesti di Simone Inzaghi. La partita è in programma allo stadio ‘Rigamonti’ il 5 gennaio alle 12:30. Per l’occasione, gli uomini di mister Eugenio Corini, da oggi fino al 31 dicembre, saranno in ritiro per prepararsi a questo difficile impegno. Nella lista dei convocati, diramata in questi minuti dal tecnico, spicca però l’assenza del nome di Donnarumma. L’attaccante ha infatti accusato un risentimento muscolare, che potrebbe costringerlo a saltare la gara con la Lazio. Di seguito la lista completa:

Portieri: Alfonso, Andreacci, Joronen.
Difensori: Chancellor, Cistana, Gastaldello, Magnani, Mangraviti, Martella, Mateju, Sabelli, Semprini, Pojani.
Centrocampisti: Bisoli, Morosini, Romulo, Spalek, Tonali, Viviani, Ghezzi, Lussignoli.
Attaccanti: Ayè, Balotelli, Matri, Torregrossa.

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Lazio Luis Alberto il suo talent scout Calderon: “Non avrebbe difficoltà nel City o nel Barcellona”

Lazio Luis Alberto il suo talent scout Josè Calderon, è stato il primo a capire il vero genio del numero 10 biancoeleste

Luis Alberto sta incantando i tifosi biancocelesti ormai da ben 3 stagioni, quella passata leggermente sotto tono ma ha dimostrato comunque di essere un grande giocatore. In questa però, sta spazzando via ogni record, è già a quota 11 assist in Serie A e anche nella Supercoppa ha messo il suo timbro, il Mago fa magie a ogni partita. Lazio Luis Alberto il suo talent scount lo racconta:

Era il 2004 e ricordo che andai a Jarez de la Frontera che si trova vicino Siviglia, per visionare alcuni giocatori. Pioveva molto, ma poi tutto cambiò, il numero 10 ricevette la palla, saltò due avversari e tirò in porta, in quel momento capii di aver trovato un vero fenomeno. La madre per portarlo al campo di allenamento si faceva ben 230 chilometri, poi c’era lui che non voleva mollare e quindi rimaneva comunque lì nella squadra andalusa dove non riusciva a imporsi. Lasciò il Siviglia perché non riusciva a esprimersi con loro e decise così di andare a Liverpool. In questo momento è alla Lazio però devo ammettere che non avrebbe alcuna difficoltà o ostacolo nel giocare con il Barcellona o il Manchester City. Spero per lui che riuscirà ad andare a Euro 2020, lo meriterebbe molto”.

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CALCIOMERCATO KIYINE

CALCIOMERCATO LAZIO Kiyine: “Ora penso alla Salernitana, ci sono gli agenti per questo”

CALCIOMERCATO LAZIO Kiyine è stato acquistato a giugno dalla società biancoceleste e poi girato nel giro di qualche giorno alla società campana

CALCIOMERCATO LAZIO Kiyine – Arrivato a giugno è stato mandato direttamente a Salerno senza poter assaggiare un minuto di biancoceleste. Sofian Kiyine però è un acquisto biancoceleste, la società ci punta molto per cui, visto le ottime prestazioni che sta sfornando con la squadra campana, potrebbe decide di farlo tornare prima alla base. Già, l’esterno sinistro sta incantando alla Salernitana, anche nel Box Day di ieri, ha realizzato una doppietta al Pordenone portano la squadra alla vittoria. Per Inzaghi, potrebbe essere un’arma più in questa seconda parte di stagione, dando un ricambio a Lulic.

Ecco le sue parole a Dazn al termine della partita:

“Non sono io che mi occupo di queste cose, lascio tutto in mano dei miei agenti. In questo momento penso solo alla Salernitana, voglio vincere il campionato o raggiungere i play-off. Voglio dare il massimo per la squadra, poi quello che verrà, verrà”.

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ENTUSIASMO LAZIO

Voglia di Lazio – Possibile riapertura della campagna abbonamenti

Voglia di Lazio – In casa Lazio sono ore frenetiche, tra qualche giorno ci saranno i cancelli aperti e la società studia nuove iniziative

Voglia di Lazio – Grazie alla conquista della Coppa Italia alla fine dell’anno, alle 8 vittorie di fila e alla recente doppia vittoria contro la Juve in campionato e Supercoppa, i tifosi della Lazio sono alle stelle. Non a caso al rientro da Riyad, ad attendere la squadra c’erano più di 1000 tifosi pronti a festeggiare alle ore 5.00 del mattino pur di elogiare i propri beniamini. Per questo la società, ha deciso di festeggiare aprendo i cancelli lunedì 30 alla ripresa degli allenamenti per far ammirare gli ultimi trofei vinti.

Ma c’è di più, infatti secondo gli ultimi dati, lo store aperto da poco in via Propaganda ha subito un vero e proprio assalto dai tifosi pronti ad acquistare la maglia celebrativa della Supercoppa, il tutto prima della vigilia di Natale. Così, la società sta prendendo in seria considerazione di riaprire la campagna abbonamenti per il girone di ritorno per far sì che i tifosi e la squadra stiano uniti in questo momento cruciale per la stagione dopo mancano le gare contro Brescia a Napoli entrambe all’Olimpico. Presto si sapranno ulteriori notizie che attualmente stanno studiando per aiutare la squadra e i tifosi.

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Lazio premio Supercoppa: ecco quanto hanno preso per la vittoria

Lazio premio Supercoppa – Grazie a questa vittoria, giocatori e staff, hanno ricevuto un premio prefissato a inizio stagione

Lazio premio Supercoppa – I bianocelesti, sono riusciti a portare a casa il trofeo battendo la Juve per ben 3 reti a 1. Il successo è stato ottenuto in Arabia Saudita a Riyad sotto gli occhi dei tifosi di tutto il Mondo, facendo accrescere notevolmente la visibilità della Lazio. Ma per i giocatori, è stata una gioia doppia la vittoria di questa Coppa, infatti per alzarla al cielo, hanno ricevuto un bonus di ben 20.000 euro in più a testa, compresi tutti i membri dello staff. Ovviamente rispetto ad altri obbiettivi, la quota risulta bassa, molto più alto il premio Scudetto e la qualificazione per la Champions, vero obbiettivo stagionale della Lazio. Più bassi i premi per la vittoria della Coppa Italia e la qualificazione in Europa League.

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LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Bruno Camolese

LA NOSTRA STORIA Bruno Camolese nasce a Perarolo di Cadore il 27 dicembre 1914. Inizia a giocare nelle giovanili del Vicenza, dove nel 1931 fa il suo esordio.

Nel 1935 Camolese passa alla Lazio dove gioca per cinque stagioni. Nel 1940 torna al Vicenza. L’anno dopo ritorna in biancoceleste, disputando un’altra stagione. Mentre svolge l’attività agonistica riesce a laurearsi in Scienze Commerciali ed Economiche alla Sapienza. Perfetto conoscitore della lingua tedesca. Nel 1936 partecipò con la Nazionale alle olimpiadi di Berlino. L’anno dopo prese parte ai campionati mondiali universitari di Parigi e nel 1939 a quelli di Vienna.

Nel 1946 si stabilisce a Bassano. Assunto alle Smalterie aveva continuato l’attività sportiva come giocatore-allenatore della società giallorossa in serie C. Ha fondato un primo nucleo dell’Associazione italiana calciatori della quale fu presidente dal 1946 al 1951. Camolese diede molto anche alla Società Tennis Bassano, della quale fu presidente. È morto a Bassano del Grappa nell’ottobre del 2010.

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L’elogio che non ti aspetti: Pruzzo incorona Lulic

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E’ proprio vero che nel periodo di Natale siamo tutti più buoni. Sarà per questo che oggi, parlando ai microfoni di Radio Radio Mattino, l’ex attaccante giallorosso Roberto Pruzzo ha speso parole al miele per il capitano biancoceleste Senad Lulic.

Roberto Pruzzo incorona Lulic. Stamattina, ai microfoni di Radio Radio Mattino, l’elogio che proprio non ti aspetti: l’ex attaccante giallorosso ha speso parole di grande stima per il capitano biancoceleste, decisivo contro la Juventus come in quel famoso 26 maggio: “Lulic è diventato il mio mito. È un operaio, ogni tanto va fuori giri, ma dimostra quanto possano essere utili questi calciatori in un contesto di alto livello come quello della Lazio. Quando hai una manovalanza così, ogni situazione si può risolvere. Ha 33 anni ma è ancora uno bello tosto, con giocatori così vai lontano”.

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INTANTO LUIS ALBERTO SI RACCONTA>>>LEGGI QUI

LAZIO ROMA Il derby del cuore in scena a Rocca di Papa: le info

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Lazio Roma Il Derby del Cuore in scena a Rocca di Papa: le info

Lazio Roma Il derby del cuore in scena a Rocca di Papa. A circa un mese da quello di Serie A (del 26 gennaio). L’anticipazione del derby capitolino sarà in programma il prossimo 29 dicembre. Una dmenica – orfana del campionato – che sarà l’occasione perfetta per una sfida di brneficenza tra le due squadre della Capitale. Che per l’occasione indosseranno le maglie storiche di Lazio Roma, e saranno capitanate rispettivamente da Cèsar Aparecido e Giovanni Cervone. Due grandi ex della sfida. Scopo dell’evento fornire la strumentazione utile alla formazione e allo sviluppo dei bambini e ragazzi che frequentano l’Istituto Comprensivo Leonida Montanari di Rocca di Papa. L’appuntamento è previsto alle ore 10:00 presso il Campo Sportivo Comunale Gavini Lionello di Rocca di Papa.

LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Marques Anfilogino Guarisi

LA NOSTRA STORIA Marques Anfilogino Guarisi nasce a San Paolo, in Brasile, il 26 dicembre 1905. Vero nome Marques Amphilóquio. A volte è segnato come Anfilogino o Anphilogino. Era soprannominato Filò.

Tra i tanti oriundi brasiliani che arrivarono alla Lazio agli inizi degli anni ’30 e che diedero origine alla ‘Brasilazio’ Guarisi fu uno dei più validi. Fece il suo esordio nel Portuguesa de Desportes nel 1922. Quindi passa all’Atletico Paulistano dove nel 1926 vince la classifica dei cannonieri. Poi passa al Corinthians dove conquista tre scudetti nel 1928, 1929 e 1930.

Notato da un emissario italiano nel 1931, dopo aver già vestito la maglia della Nazionale, giunge alla Lazio. L’allenatore Amilcar Barbuy arrivò a schierare dieci oriundi in formazione. Inizialmente le cose non andarono molto bene. In pochi credettero al giocatore che si giustificava affermando che era in attesa di un paio di scarpe fatte appositamente in Brasile per i suoi piedi.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Stefano Chiodi

LA NOSTRA STORIA Stefano Chiodi nasce a Bentivoglio (BO) il 26 dicembre 1956. Cresce nelle giovanili del Bologna. Debutta in serie A nel 1975. Tre anni dopo è acquistato dal Milan con cui vince lo scudetto della stella.

Nel 1980 Stefano Chiodi passa alla Lazio. Il suo nome è legato al rigore calciato fuori nella penultima giornata del Campionato 1980/81 contro il L.R. Vicenza che costò alla Lazio una vittoria decisiva per la promozione in Serie A. La stagione dopo passa al Bologna per poi fare ritorno in biancoceleste nel 1982.

A fine campionato si trasferisce al Prato. In seguito gioca con la maglia del Campania, del Rimini, del Pinerolo e del Baracca Lugo dove nel 1984 chiude la carriera. Da qualche anno aveva aperto un ristorante-bar e si era fatto promotore e organizzatore del Memorial Giuliano Fiorini. Muore all’ospedale Maggiore di Bologna stroncato da un male incurabile a soli 53 anni il 4 novembre del 2009.

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LAZIO Luis Alberto al top: “Coppa miglior regalo di Natale. Scudetto?…”

LAZIO Luis Alberto è ormai elemento imprescindibile della compagine biancoceleste. Il Mago, re europeo degli assist, si è raccontato ai microfoni di Goal.com.

LAZIO Luis Alberto ai microfoni di Goal.com: “La vittoria del mio terzo titolo alla Lazio penso che sia qualcosa di molto speciale. La squadra sta disputando un’ottima stagione e non ci sarebbe potuto essere miglior regalo di Natale che chiudere l’anno con un nuovo trofeo. È un premio a questo gruppo e al buon lavoro che la Lazio sta facendo”.

MISTER INZAGHI

Simone Inzaghi è il “colpevole” di questo grande momento. Siamo con lui da quasi 4 anni e praticamente siamo sempre gli stessi, ci conosciamo tutti molto bene. Va dato merito anche alla società per il grande blocco che ha saputo creare. Ci fidiamo del mister e sappiamo che quest’anno potremmo fare il salto di qualità che stavamo aspettando. Le cose stanno andando bene per noi, siamo in corsa per i nostri obiettivi. Per raggiungerli dovremo mantenere sempre questo livello molto alto di prestazioni”.

LAZIO LUIS ALBERTO IL MAGO

Mi sento benissimo, come mi sono sentito spesso qui a Roma. Voglio dare il mio meglio e metterlo al servizio del gruppo. Sappiamo di stare bene e dobbiamo restare su questa lunghezza d’onda. Sono riuscito a diventare il giocatore completo che volevo essere, in grado di competere ai massimi livelli. Ho fatto un salto in avanti per essere pronto a qualsiasi incontro, ma grazie alla fiducia dell’allenatore e del gruppo tutto è più facile”.

SOGNO SCUDETTO

“Lo scudetto non è un obiettivo razionale. Guardiamo partita per partita e, ad aprile, valuteremo a che punto ci troveremo. Se la squadra dovesse continuare a competere su questi livelli e con questa mentalità vincente, alla fine raggiungeremo i nostri obiettivi. Se abbassassimo la guardia poi faremmo un passo indietro che non possiamo permetterci. Siamo consapevoli che negli ultimi anni non abbiamo raggiunto i traguardi che ci eravamo prefissati perché non siamo riusciti a restare forti fino alla fine. Abbiamo imparato dai nostri errori”.

LA ROJA

“Il mio obiettivo personale è sempre quello di giocare, dare di più e migliorare. Il desiderio numero uno resta quello di raggiungere la nazionale spagnola. Indossare la maglia del mio paese è una cosa importante. So che sto bene, devo continuare così, cercando di mantenere questo mio livello elevato di prestazioni in modo da finire in quell’ultima lista di convocati per Euro 2020. Il ct deve scegliere chi si adatta meglio al suo stile. Sarebbe un’illusione, un sogno diventato realtà, ancor più pensando di giocare un campionato europeo. Devo continuare a lavorare per sperare di ottenere una chance”. 

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