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STORIE DI CALCIO – Gaetano Scirea, campione d’altri tempi

L’ARRIVO ALLA JUVENTUS
Nell’estate del 1974 Scirea si trasferisce alla Juventus dove vince 7 scudetti, 2 Coppe Italia, la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa, la Coppa Campioni, la Coppa delle Coppe e la Coppa Uefa. Vanta il record di presenze in bianconero: 563 partite tra campionato e coppe. In serie A ha giocato 396 partite, segnando 28 gol. Esordì con la Nazionale Italiana in Italia-Grecia 3-2 del 30-12-1975. Con la maglia azzurra mette in fila 78 presenze realizzando tre reti. Grande protagonista del trionfo mondiale in Spagna nel 1982. Ha preso parte anche ai mondiali del 1978 e del 1986. In sedici anni di carriera non è mai stato espulso o squalificato.
LA SCOMPARSA DI SCIREA
Scirea è un campione entrato di diritto nel cuore di chi ama il calcio e nel tempio dei fuoriclasse. Muore prematuramente a soli 36 anni il 3 settembre 1989 in Polonia in circostanze tragiche. A seguito di un incidente stradale rimane bloccato nelle lamiere di una vecchia auto che va in fiamme. Diventato da poco secondo allenatore al fianco di Dino Zoff si stava recando in Polonia per osservare il Gornik, che sarebbe stato avversario della Juventus in Coppa Uefa. A Gaetano Scirea oltre lo stadio comunale del suo paese natio è dedicata una curva dello stadio torinese “Delle Alpi”.

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LA NOSTRA STORIA Tanti auguri a Mauro Tassotti

Il 19 gennaio 1960 nasce a Roma uno dei più forti difensori italiani: Mauro Tassotti. Terzino destro cresciuto nelle giovanili della Lazio.
Nel 1978, agli ordini di Roberto Clagluna, Mauro Tassotti si aggiudica con la Primavera la prima storica Coppa Italia di categoria della società biancoceleste. Il 5 novembre 1978 a diciotto anni contro l’Ascoli fa il suo esordio in prima squadra. Durante la sua permanenza nella squadra romana giocò due partite nella Nazionale Juniores, 5 – con una rete – nella Nazionale Under 21 e due nella Nazionale Olimpica. Resta tre stagioni in maglia biancoceleste.
LA CARRIERA IN ROSSONERO
Nell’estate del 1980 viene ceduto per motivi economici al Milan. Con Franco Baresi, Paolo Maldini e Alessandro Costacurta, ha formato la difesa rossonera tra la fine degli anni ottanta e la metà degli anni novanta vincendo di tutto. 4 scudetti (1988, 1992,1993,1994), 2 Coppe dei Campioni e la Champions League del 1994, alzata con la fascia da capitano al braccio a causa dell’assenza in finale di Franco Baresi, nel suo palmarès. Debutta in azzurro a 32 anni partecipando ai Mondiali del 1994. Dopo appena sette partite disputate termina la sua carriera in nazionale a causa di una gomitata rifilata a Luis Enrique – che gli costerà 8 giornate di squalifica – nei quarti di finale contro la Spagna. Nel 1997, a 37 anni, si ritirò dal calcio giocato.
LA CARRIERA DA ALLENATORE
Appesi gli scarpini al chiodo allena per cinque stagioni la Primavera del Milan conquistando per due volte il Torneo di Viareggio. Nella stagione 2000/01 subentra a Zaccheroni insieme a Cesare Maldini sulla panchina della prima squadra rossonera. Nella stagione seguente diventa l’allenatore in seconda di Carlo Ancelotti e lo rimarrà per otto stagioni, poi lo sarà anche di Leonardo e di Allegri. A giugno 2015 con la nomina ad allenatore dei rossoneri di Siniša Mihajlović non è più vice allenatore. Da luglio ricopre un ruolo di osservatore. Il suo nuovo compito è quello di seguire da vicino la crescita dei giovani rossoneri che vengono mandati in prestito. A luglio del 2016 rescinde consensualmente il contratto in scadenza nel 2017 lasciando così il Milan dopo 36 anni per seguire come allenatore in seconda l’ex milanista Andriy Shevchenko sulla panchina della Nazionale ucraina.
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