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Stefan Radu, il romeno (romano) che ha scalato la storia della Lazio

Stefan Radu, il romeno (romano) che ha scalato la storia della Lazio. Il traguardo è a un passo, ma la corsa potrebbe non finire qui…

Stefan Radu, il romeno che ha scalato la storia della Lazio. Romeno ormai solo di nascita, perchè di fatto il terzino è romano. E soprattutto laziale purosangue. Merito di una vita con il biancoceleste sul petto: 401 gare, condite da ben 6 trofei. Una vetta conquistata settimana scorsa a Udine, ma che Stefan deve condividere con un mostro sacro del calibro di Beppe Favalli. Ancora per poco però: manca infatti solo un passo per celebrare l’appuntamento con la storia. Segnatevi questa data: sabato 3 aprile, ore 15. La cornice quella dello Stadio Olimpico e lo Spezia l’avversario di turno. Ancora pochi giorni quindi e lo scettro lascerà Orzinuovi per approdare a Bucarest. Anzi, a Formello, in quella che è ormai ‘casa Radu’. Dove il romeno entrò per la prima volta 13 anni fa, il 30 gennaio 2008. Fu mister Delio Rossi a concedergli la prima, in Coppa Italia a Firenze, come centrale della difesa a quattro. Ruolo che poi lasciò definitivamente sotto Simone Inzaghi, per passare sull’out sinistro della linea a tre. Tra i due cambi, tante soddisfazioni: una su tutte, il derby del 26 maggio 2013 (considerato “la partita più bella mai giocata”). Ma anche, più di recente, l’esordio da titolare in Champions, a Monaco contro il Bayern. Tra l’altro, dopo aver recuperato (in tempi anche qui record, tanto per non farsi mancare nulla) da un’operazione all’ernia inguinale. Un guaio che, paradossalmente, è stata la sua fortuna, perchè ne ha dimostrato l’imprescindibilità per lo scacchiere biancoceleste: con lui ai box, infatti, la Lazio è stata sconfitta in 3 apparizioni su 4. Sarà per questo che, nonostante i 34 anni (35 il prossimo 22 ottobre), la Lazio non vuole assolutamente perderlo: le trattative per il rinnovo del contratto, in scadenza a fine stagione, sono infatti in corso. In ballo, ancora un anno di matrimonio, con opzione addirittura per il successivo. E se la salute continuerà ad assisterlo, ci sarà l’opportunità di scrivere insieme ancora tante e tante pagine di storia.

Lazio Inzaghi chiede concentrazione alla squadra: obbiettivo Champions

Lazio Inzaghi chiede concentrazione a tutta la squadra per le partite che dovranno disputare ad Aprile

Lazio Inzaghi chiede concentrazione a tutto il gruppo. La Champions si è avvicinata dopo le sconfitte di Roma e Juventus e alla vittoria dei biancocelesti contro l’Udinese. Ma ancora non è stato deciso nulla, i posti per andare nella massima competizione europea sono in ballo e la Lazio punta a uno di questi. In questi giorni a tenere banco in orbita biancoceleste è sicuramente il verdetto riguardante i tamponi: niente penalizzazione e questo potrebbe dare un’ulteriore carica ai ragazzi. Nei prossimi giorni invece, verrà deciso l’esito riguardate al rinvio di Lazio-Torino se la gara verrà disputata oppure vinta a tavolino dalla squadra di Lotito. Quel che è certo però è che i ragazzi non devono farsi distrarre da questi discorsi fuori campo ma pensare a lavorare duro per poter superare questo momento con aprile che li vedrà impegnati parecchie volte.

DISCORSO ALLA SQUADRA

In questi giorni Inzaghi ha ripetuto più volte alla squadra che non ammette distrazione extra calcistiche, l’obbiettivo numero uno è un posto in Champions per non fallire. Tutti insieme verso questo obbiettivo che non è difficile da raggiungere per questo ha chiesto massima concentrazioni e 0 alibi. Già, perché oltre alla questione tamponi-rinvio a tener banco sono stati anche gli innumerevoli infortuni con Inzaghi costretto a dover rinunciare per gran parte del campionato a Luiz Felipe (ancora fuori) e Radu due perni della difesa. Ora però è il momento di ripartire dalla vittoria di Udine con le 5 partite da affrontare ad Aprile sfidando le dirette avversarie: Milan e Napoli.

LA NOSTRA STORIA – Bernardo Corradi: il panzer di Siena

Attaccante dal fisico possente. Carattere di ferro. È stato paragonato a Casiraghi e a Chinaglia, bomber che hanno scritto la storia della Lazio. Bernardo Corradi nasce a Siena il 30 marzo 1976.

Debutta in Serie C2 a Poggibonsi nella stagione 1994-95. Poi dal 1996 Bernardo Corradi inizia il suo giro d’Italia. Comincia nel Mobilieri Ponsacco, ancora in C2 (31 partite e 6 gol). Passa al Cagliari in Serie B. Dopo solo due mesi, chiuso da giocatori come Muzzi, Dario Silva e Banchelli, passa al Montevarchi. L’anno successivo passa in Serie B alla Fidelis Andria.

L’ARRIVO IN SERIE A

Dopo la felice esperienza pugliese il panzer senese torna a Cagliari, ma in Serie A. Debutta il 30 agosto 1999 contro una squadra del suo futuro, la Lazio. Conclude il campionato senza segnare reti. Nel 2000 in una operazione di mercato legata al trasferimento di Macellari passa all’Inter. Nell’estate del 2000 passa al Chievo in Serie B. Con i clivensi Bernardo si afferma a grandi livelli e torna in A. Il Chievo  riesce a guadagnarsi un posto in Coppa Uefa. Corradi si dimostra il terminale perfetto della squadra. La stagione è talmente sorprendente che l’Inter, comproprietaria del cartellino, decide di riportarlo a Milano. Poi però Ronaldo va al Real Madrid e l’Inter per poter arrivare a Crespo gira Corradi alla Lazio.

GLI ANNI ALLA LAZIO

In biancoceleste si conferma una delle migliori punte centrali italiane. Nelle stagioni 2002-2003 e 2003-2004 segna 10 gol. Segna il primo gol in Champions League nella vittoria per 3-1 all’Olimpico contro il Benfica. Il 21 marzo 2003 realizza il suo unico gol nel derby (1-1 finale). Le sue reti sono spesso fondamentali ma la rete più importante è senza dubbio il primo dei due gol laziali nella finale di ritorno di Coppa Italia che la Lazio disputò a Torino contro la Juventus. Gara conclusa col risultato di 2-2 che in virtù del 2-0 casalingo permise alla compagine capitolina di conquistare la sua quarta Coppa Italia.

L’ESPERIENZA ALL’ESTERO E IL RIENTRO IN ITALIA

Nel 2004 viene ceduto definitivamente al Valencia per circa 9 milioni di euro. Al termine della stagione nella Liga spagnola si trasferisce in prestito al Parma. Nell’estate 2006 torna al Valencia che lo cede al Manchester City per circa 2 milioni di euro. Nella stagione 2007-2008 passa in prestito oneroso senza diritto di riscatto al Parma. A luglio 2008 rescinde il contratto con i Citizens e ad agosto firma un annuale con la Reggina. A fine maggio 2009 rescinde il contratto con il club calabrese restando svincolato. Nell’estate del 2009 viene ufficializzato il suo ingaggio da parte dell’Udinese. Il 30 giugno 2011 la società friulana e il giocatore non riescono a trovare un accordo per il rinnovo del contratto per la stagione successiva e Corradi si libera a parametro zero. A dicembre inizia ad allenarsi con il Monza, squadra di Lega Pro Prima Divisione.

L’ESPERIENZA IN CANADA

A febbraio 2012 parte per il Canada per un periodo di prova con i Montréal Impact. Squadra militante nella Major League Soccer statunitense. Il 14 marzo viene ufficializzato il suo ingaggio da parte dei canadesi. Qui ritrova il connazionale Matteo Ferrari con il quale si era già allenato pochi mesi prima con il Monza e aveva sostenuto il provino. Terminata la stagione, poche settimane dopo aver firmato un nuovo contratto annuale, subisce un grave infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro. In seguito all’infortunio si è dovuto fermare e non ha giocato più nessuna partita. Il 7 dicembre il Montreal Impact decide di non rinnovargli il contratto.

LA NAZIONALE

Nel febbraio 2003 viene convocato tra gli azzurri di Trapattoni. All’esordio realizza la rete decisiva contro il Portogallo. Prende parte anche all’Europeo 2004. «Senza la Lazio non sarei mai arrivato in Nazionale», ha sempre dichiarato riconoscente nei confronti della società biancoceleste.

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LA NOSTRA STORIA – L’uomo che fece piangere l’Inter: Karel Poborsky

Il 30 marzo 1972 nasce a Jindichuv-Hadec, nella Rep. Ceca, l’ex centrocampista della Lazio Karel Poborsky. Inizia la sua carriera nella Dynamo Ceske Budejovice per passare poi alla Viktoria Zizkov. Esterno d’attacco, grazie a un tiro forte e preciso tenta spesso la via della rete. Nella stagione 1995/96 Karel Poborsky passa allo Slavia Praga e la stagione successiva viene acquistato dal Manchester Utd. Rimane in Inghilterra per un campionato e nell’estate 1998 si trasferisce al Benfica dove resta per tre stagioni. E proprio dalla squadra portoghese viene acquistato nel gennaio del 2001 dalla Lazio. È lui a realizzare due dei quattro gol che la Lazio segna all’Inter il 5 maggio 2002  consegnando lo scudetto alla Juventus. Dopodiché torna in patria allo Sparta Praga e poi alla Dynamo Ceske Budejovice. Quest’ultima squadra è quella dove Karel aveva esordito e della quale attualmente è il presidente. Ha disputato 118 partite nella Nazionale Ceka.

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LA NOSTRA STORIA – In memoria di Bob Lovati

Roberto BobLovati, uno dei più importanti personaggi della storia della Lazio, ci ha lasciato il 30 marzo 2011.

Portiere di grande livello negli anni ’50-’60. Le maggiori presenze (135) Bob Lovati le ha collezionate in maglia biancoceleste. Il giorno della sua scomparsa aveva 84 anni. Dopo aver smesso di giocare era rimasto nel club capitolino come allenatore delle giovanili, preparatore dei portieri, tecnico della prima squadra e dirigente. Grande intenditore di calcio. Chi lo conosceva bene diceva amasse molto il buon vino e le belle donne. Neanche sulla sponda opposta del Tevere riuscivano ad odiarlo. Simpatico, sorridente e misurato cancellava anche l’odio stracittadino.

DA MILANO A ROMA

Da Cusano Milanino, in prov. di Milano, arrivò a Roma nel 1956. Difese la porta biancoceleste per sei stagioni. Con la Lazio vinse la Coppa Italia del 1958. Dal giorno dell’addio al calcio giocato divenne un punto di riferimento fuori dal campo per la società capitolina. Allenatore della prima squadra, dirigente, istruttore dei giovani, osservatore, vice-allenatore.

Lovati prese in mano la Lazio nei momenti più difficili. Una sorta di tappabuchi che riusciva sempre a risolvere qualsiasi situazione. Ebbe un rapporto speciale con Tommaso Maestrelli. Lo aiutò in campo e fuori come mediatore di quella Lazio piena di campioni che nel ’74 vinse lo scudetto. Quando Maestrelli si ammalò Bob  prese le redini della squadra gestendo un periodo terribile.

UN CARATTERE ECCEZIONALE

Persona straordinaria e di grande umanità, è stato un monumento per la Lazio. Inoltre è stata una delle persone che più si è prodigato nella crescita di tanti giovani del vivaio laziale. Emblema biancoceleste per oltre cinquanta anni. Da sempre punto di riferimento indiscusso per tifosi e sportivi. Il suo grande attaccamento alla Capitale ed ai colori laziali hanno contraddistinto tutta la sua vita rendendolo un simbolo e un patrimonio del calcio romano. Lovati ha vissuto il meglio e il peggio della Lazio.

Durante una sua intervista dichiarò: “I più forti giocatori che ho mai visto erano Frustalupi e Re Cecconi. Poi i vari Selmosson, Muccinelli, Tozzi e Signori. I portieri più forti: Pulici, Marchegiani e Peruzzi. Fra gli allenatori Zoff ha fatto un grande lavoro, forse sottovalutato. Zeman è stato il tecnico più moderno. Ricordo Lenzini come un presidente splendido, un vero papà. Gli anni di Calleri furono parecchio difficili, poi Cragnotti modernizzò la Lazio trasformandola in un club ad ampio raggio”. Con il passare degli anni gli incarichi del ‘Cigno’, così era soprannominato quando difendeva la porta biancoceleste, andarono sempre più scemando.

L’ADDIO ALLA LAZIO

Lotito ha tagliato i ponti col passato ma Lovati non ha mai avuto una parola fuori posto. Anzi durante un’intervista lanciò un appello al pubblico laziale: È un momento difficile, non ci sono risorse e resta complicato essere competitivi. Ho notato una forma di allontanamento dalla squadra, per motivi che non sta a me analizzare, ma è sbagliato. Bisogna sempre rimanere vicini a questa maglia, restare compatti per il bene della Lazio”. A maggio 2014 l’attuale Presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha presentato il progetto dell’Academy biancoceleste intitolata a lui.

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Sebastiano Siviglia: “Sono i tifosi che danno senso al calcio”

L’intervista all’ex calciatore Sebastiano Siviglia, che ricorda con affetto gli anni biancocelesti

E’ intervenuto oggi ai microfoni di Non è la Radio, all’interno del programma C’mon Lazio Sebastiano Siviglia, ex calciatore biancoceleste, chiamato al telefono in occasione del suo compleanno. Durante l’intervista il calciatore ha condiviso alcuni ricordi, come il gol segnato contro il Torino, che ha definito: “un momento liberatorio: venivamo da 3 partite senza punti, c’erano state delle polemiche interne quindi per me fu sia un gesto liberatorio che un modo per conciliare gli animi“. Siviglia ha dedicato poi un pensiero speciale ai tifosi: “Il tifo è importante, sono le persone intorno a te che danno il senso di questo sport, se non ci fosse il popolo intorno noi saremmo paragonabili a chi gioca a bocce, per fare un esempio… Il grande merito del calcio è dato da tutte quelle persone che seguono lo sport e i propri beniamini con passione. Il tifo era uno stimolo in più per me, sono stato sempre in piazze “calde” durante la mia carriera“. Alla domanda se, avendo militato in entrambe le squadre capitoline, avesse riscontrato differenze nel modo in cui la stampa trattava i due team, Siviglia ha replicato: “Non ci ho fatto molto caso, tra l’latro sono stato così poco tempo con la Roma che nn saprei dire”. Nel giudicare la sua esperienza alla Lazio Siviglia non nutre però alcun dubbio: “I 6 anni alla Lazio sono stati importanti e stupendi, ho vissuto l’epoca delle difficoltà della squadra, poi piano piano sono ricresciute le basi per diventare di nuovo la squadra importante che è oggi“. Gli speaker hanno concluso l’intervista chiedendogli chi fosse secondo lui il giocatore della Lazio più completo durante i suoi trascorsi biancocelesti. “Beh, sicuramente dipendeva dal ruolo. Ci sono stati però giocatori che sono stati leader, guide, come Angelo Peruzzi, o giocatori che avevano una pasta diversa, sia come uomini che come calciatori, ad esempio Zarate per qualità tecniche, o Tommaso Rocchi per come sapeva attaccare in profondità“, ha replicato Sebastiano.

UFFICIALE: AS Roma, stagione finita per Kumbulla

AS Roma, brutte notizie per Kumbulla: una brutta lesione segna la fine della stagione del calciatore

AS Roma. Brutte notizie per Marash Kumbulla: la sua stagione finisce infatti in nazionale. Il calciatore, che era stato uno degli obiettivi della Lazio nel calciomercato dello scorso anno, è stato sottoposto a una serie di controlli dopo il problema al ginocchio destro accusato nel match contro l’Albania. Gli accertamenti medici hanno evidenziato una lesione del menisco esterno destro. Kumbulla non vuole però operarsi, e opterà per una terapia conservativa, come in passato già fatto da Diawara. Oggi è stato sottoposto ad esami di controllo al polpaccio a Villa Stuart anche Mkhitaryan, che dovrebbe rientrare per la prima gara con l’Ajax.

UFFICIALE: ricorso Lazio-Torino, la storia infinita

Ancora in stallo la decisione della Corte Sportiva d’Appello sul match non giocato a Roma lo scorso 2 marzo

Roma. Ricorso Lazio – Torino, verdetto rinviato. Continua la querelle tra la squadra biancoceleste e i Granata. Non è stata infatti emessa alcuna sentenza oggi riguardo la partita non giocata contro il Torino. I rappresentanti della società biancoceleste hanno dialogato stamane in videoconferenza con la Corte d’Appello della Figc, ma senza ottenere un risultato definitivo. La sentenza finale arriverà infatti nei prossimi giorni. La Lazio ha portato avanti la sua richiesta di ottenere un risultato di 3-0 a tavolino, sostenendo che i Granata avrebbero potuto raggiungere la Capitale e giocare il match. Diversa l’opinione del legale del Torino: “È innegabile la causa di forza maggiore per cui il Torino non poteva raggiungere l’Olimpico per la partita del 2 marzo“.

Criscitiello difende la Lazio: “Caso tamponi un bluff. Perchè un simile accanimento?”

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Dopo la sentenza ‘soft’ sul caso tamponi, Criscitiello difende la Lazio.

Criscitiello difende la Lazio. Queste le parole del direttore in un editoriale su ‘TMW’: E’ un dato di fatto che Lotito non sia simpatico alla stampa. Certamente nemmeno a me lo è, però bisogna scindere i conflitti di interesse con le simpatie, le antipatie e la verità. E la verità è che la Lazio ha subito una valanga di fango mediatico che non ha portato a nulla. Volevano che fosse retrocessa in B, forse per togliere il posto ad una delle retrocesse. Volevano il -17, Lotito al gabbio e i medici radiati dall’ordine. Invece il caso tamponi è risultato un bluff. A Lotito qualche mese non cambia nulla. Pensate se si strappa i capelli perchè non può andare in campo e negli spogliatoi per 7 mesi. Dovremmo però chiederci il perchè di un simile accanimento quando la Lazio ha poi di fatto avuto ragione su tutta la linea. A volte la macchina del fango parte troppo veloce, ma poi, quando deve fare marcia indietro, non trova più il cambio. Possibile che un professionista come il dr. Fabio Rodia possa mettersi a fare magheggi per i tamponi della Lazio? Come medico, è stato il primo ad operare con la sua equipe al Cto di Roma utilizzando un robot. Si confonde la giustizia sportiva con quella ordinaria, due mondi diversi e soprattutto con una valenza diversa. La giustizia sportiva condanna e poi assolve, ma nel frattempo la macchina del fango miete vittime innocenti. Come i due dottori della Lazio, eccellenze in ambito sanitario nazionale“.

CALCIOMERCATO Lazio dall’Argentina sicuri: biancocelesti su Borré

CALCIOMERCATO Lazio – Tra poco si ritornerà in campo per preparare la sfida contro lo Spezia ma in casa biancoceleste si parla comunque di mercato

CALCIOMERCATO Lazio – Tare è alla ricerca di un rinforzo per la prossima stagione che potrebbe essere diverso in caso di qualificazione in Champions o all’Europa League. Come riporta il noto partale ESPN la Lazio sarebbe interessata a Santos Borré sul quale giravano voci già nei mesi scorsi. Secondo il portale la società sarebbe intenzionata a portare il colombiano classe 95′ nella Capitale. Parliamo di una punta che è in grado di giocare anche come seconda punta accompagnando il bomber principale, attualmente gioca nel River Plate e la sua valutazione si aggira intorno ai 15 milioni. Nel campionato dopo appena 7 gare è già a quota 5 reti, ultimamente ha messo a segno un grande poker.

OFFERTA

Secondo il portale la Lazio a breve farà ricevere all’agente del colombiano un’offerta per portarlo a Roma. Nonostante il suo cartellino si aggiri intorno ai 15 milioni, Borré a giugno si libererà a 0, il suo contratto è in scadenza e ha deciso di non rinnovare. Al giocatore è già arrivata un’offerta da parte del Gremio che ha messo sulla carta un precontratto per 4 anni da 2 milioni di dollari. Agli agenti del ragazzo l’offerta è piaciuta molto ma preferirebbero che continuasse la sua carriera in Europa, proprio per questo potrebbero prendere in seria considerazione un’offerta della Lazio.

LA NOSTRA STORIA – Renzo Garlaschelli, l’uomo di Vidigulfo

Renzo Garlaschelli nasce a Vidigulfo, in provincia di Pavia, il 29 marzo del 1950. A soli 18 anni fa il suo esordio tra i professionisti giocando in serie D col Sant’Angelo Lodigiano. Ala guizzante. Il primo anno realizza 6 reti in 32 partite. Attira immediatamente l’attenzione del Como, che lo fa esordire nel 1969 in serie B. Con i lariani gioca tre campionati nella serie cadetta sfiorando la promozione nella stagione 1971-1972. Promozione contesa fino all’ultimo proprio alla Lazio di Tommaso Maestrelli. Il ‘maestro’ resta colpito dalle doti del ragazzo. Quando la società decide di vendere Massa all’Inter consiglia a Sbardella il nome di Renzo Garlaschelli come sostituto e spalla ideale di Giorgio Chinaglia. Quindi nell’estate del 1972 Garlaschelli arriva a Roma tra lo scetticismo generale e con il compito di non far rimpiangere l’attaccante che la stagione precedente ha firmato 12 reti. Impresa difficilissima per il giovane lombardo, che in carriera fino a quel momento ha segnato al massimo 6 reti in una stagione, tra  l’altro all’esordio e in serie D. Ma Maestrelli, grandissimo conoscitore di calcio, riesce a confezionare un tridente particolare con Chinaglia centrale, Garlaschelli a destra e Manservisi a sinistra come esterni offensivi con il compito di allargare le difese avversarie. La Lazio pratica un calcio mai visto prima in Italia. Ognuno porta un contributo alla causa, sia di gioco che di gol. Nella sua prima stagione in biancoceleste il Garla segna 7 reti come Nanni, mentre Chinaglia arriva a 10. La definitiva consacrazione arriva a marzo. Prima apre le marcature nel derby vinto 2-0. La settimana successiva con una doppietta consente alla Lazio di vincere a Palermo. Infine con un altro gol firma la vittoria biancoceleste nella trasferta di Cagliari. La squadra di Mestrelli vola e sogna lo scudetto ma capitola nei minuti finali dell’ultima giornata a causa di un gol di Damiani a Napoli che manda in pezzi il sogno tricolore. L’anno seguente il tecnico biancoceleste decide dimodificare l’assetto della squadra inserendo il giovane Vincenzo D’Amico al posto di Manservisi. Mossa indovinata che consente a Chinaglia di vincere la classifica cannonieri con 24 reti e a Garlaschelli di stabilire con 10 reti (senza rigori) il suo record di gol segnati in un campionato in serie A. L’uscita di scena di Maestrelli segna il declino della Lazio e anche di Garlaschelli. Chinaglia parte per l’America e Garlaschelli diventa la spalla di Bruno Giordano. Vive comunque altre stagioni da protagonista: 7 reti nel 1976 e altrettanti nel 1978. Nel 1980 con la squadra travolta dallo scandalo scommesse e con Cacciatori, Giordano, Manfredonia e Wilson a Regina Coeli con l’aiuto di D’Amico si carica la Lazio sulle spalle e con una manipolo di ragazzi della Primavera riesce a guidare la squadra alla salvezza. L’arrivo di Castagner e la conseguente rivoluzione lo portano ai margini della prima squadra, dove resterà facendo la spola tra la tribuna e la panchina per altre due annate. Nell’estate del 1982 dopo 228 partite di campionato e 51 gol segnati lascia la Lazio per tornare dalle sue parti. Va a giocare a due passi da casa, nel Pavia, che grazie ai suoi gol (11 in due stagioni) conquista la promozione in serie C1. Chiusa la carriera da giocatore Renzo Garlaschelli lascia definitivamente il calcio. Ora fa il commentatore radiofonico, regalando indimenticabili duetti con Mario Facco e i compagni di squadra dell’epoca dello scudetto, sfornando in continuazione aneddoti e racconti di quella che resterà per sempre come la Lazio più folle e più affascinante della storia.

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LA NOSTRA STORIA – Tanti auguri a Sebastiano Siviglia

Sebastiano Siviglia è un ex difensore nato a Palizzi Marina, in prov. di Reggio Calabria, il 29 marzo 1973. Inizia a giocare nelle giovanili della Reggina. Passa poi al Parma. Da qui alla Nocerina, Verona, Atalanta, Roma e Lecce, prima di arrivare alla Lazio. Acquistato dal Parma arriva a Formello nel 2004 a 31 anni. È stato uno dei primi acquisti di Lotito (formula del prestito). Esordisce con la maglia biancoceleste numero 5 nella stagione 2004-2005. Al termine della stagione torna alla società emiliana venendo messo in seguito fuori rosa finché non viene svincolato. Torna di nuovo alla Lazio che dal 2005 lo mette sotto contratto. Rientrato a Roma sceglie la maglia numero 13, quella di Alessandro Nesta. Disputa in tutto sei stagioni a Roma. Nella stagione 2009-2010 viene nominato vice capitano della squadra ma al termine del campionato non rinnova il contratto. In biancoceleste ha vinto la Coppa Italia 2008-2009 e la Supercoppa Italiana nella stagione successiva. Rimasto svincolato il centrale si ferma per un breve periodo. Da gennaio 2011 riprende ad allenarsi con la Reggina che valuta la possibilità di tesserarlo. Pochi giorni dopo però annuncia il suo ritiro

Il percorso da allenatore

 Una volta appesi gli scarpini al chiodo diventa l’allenatore del Monterotondo lasciando a fine stagione. Successivamente passa per un anno alla guida del Potenza. A febbraio 2012 viene ingaggiato dalla Nocerina come tecnico della Primavera. Alla fine dell’anno inizia a frequentare il corso di abilitazione per master di allenatori professionisti Prima Categoria-Uefa Pro a Coverciano. Ad agosto 2013 viene ingaggiato dalla Lazio come allenatore della squadra della categoria Giovanissimi Regionali. L’annata successiva siede sulla panchina dei Giovanissimi Nazionali. A luglio del 2016 diventa allenatore della Primavera della Ternana. Il mese dopo viene promosso a tecnico della prima squadra a seguito dell’esonero di Panucci. Due giorni dopo però gli viene preferito Benny Carbone. A gennaio viene nominato ds della Ternana. Nell’agosto 2018 diventa l’allenatore della Primavera del Lecce.

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Roma Pallotta ci ricasca con un tifoso: “Sei il primo dei f****** idiots”

L’ex presidente della Roma Pallotta ancora criticato dai suoi ex sostenitori si lascia andare ad un commento davvero troppo eloquente.

Pallotta non ci sta e risponde per le rime alle critiche: su Twitter è entrato a gamba tesa dialetticamente con un tifoso che lo accusava di aver giustificato i suoi fallimenti per rispettare il Fair Play finanziario imposto dalla Uefa: “Tu sei veramente in cima alla lista dei fucking idiots. Fai parte di una categoria a parte. Dovrò pensare a come definirti nel fine settimana”.

LAZIO TORINO Affondo dei biancocelesti: “Vogliamo il 3-0 a tavolino”

LAZIO TORINO Affondo dei biancocelesti: “Vogliamo il 3-0 a tavolino”.

LAZIO TORINO Affondo dei biancocelesti. Che, dopo la sentenza ‘soft’ sul caso tamponi (su cui comunque verrà fatto ricorso, anche dalla Procura), non intendono fermarsi. La prima udienza sul ‘caso granata’, rinviata la settimana scorsa, avrà luogo domani. Per fare chiarezza, ai microfoni di Radio Punto Nuovo ha parlato il legale della Lazio, avv Gentile. “Lotito – spiega – è stato inibito solo per l’attività federale. Quindi continuerà a fare il suo solito lavoro, ma non parteciperà alle riunioni. Le sanzioni sono esecutive. Il presidente potrà andare allo stadio, ma senza scendere negli spogliatoi. I dottori Pulcini e Rodia invece non potranno andare in campo“. Sul ricorso sul Torino poi aggiunge: “Vogliamo che ci venga riconosciuto il 3-0 a tavolino. Abbiamo sporto reclamo sulla decisione del Giudice Sportivo di ripetere la gara. Questo perchè riteniamo che i provvedimenti dell’Asl di Torino siano stati contraddittori. Secondo il regolamento sportivo, una squadra con 13 giocatori tra cui un portiere è obbligata a presentarsi. Deve esserci chiarezza“.

Spinazzola non ha dubbi: “Porterei Acerbi alla Roma”

Complice una difesa giallorossa a tratti disastrosa Spinazzola indica la strada per il prossimo mercato della società. I nomi fatti sono però pura utopia più che trattative impostabili.

La sosta delle Nazionali ha portato molti giocatori a parlare nei ritiri e durante le conferenze stampa. Uno di questi è il terzino della Roma e della Nazionale di Mancini Spinazzola: “Alla Roma porterei Chiellini, Bonucci e Acerbi”. Un’uscita che sicuramente non piacerà ai tifosi dell’altra sponda visto anche come l’ultima volta avevano preso gli auguri di Pellegrini per bomber Ciro Immobile. 

Lazio Club La Teramo laziale, uniti per Daniel Guerini e la solidarietà

Grande messaggio di lazialità e solidarietà del Lazio Club La Teramo laziale “Antonio Di Francesco” in ricordo del giovane sfortunato Daniel Guerini e non solo.

Queste le parole di Mario il presidente del Lazio club La Teramo laziale: “Volevo far sapere a tutti che tifare Lazio , non è andare allo stadio o vedere al club le partite , è soprattutto aiutare il prossimo, noi siamo andati a cercare di portare un sorriso a dei bambini disabili abbandonati , donando loro uova di Pasqua e generi di prima necessità. La struttura “IL NIDO DEL FOCOLARE “, si trova vicino Teramo ed è gestita da delle suore. In questo triste momento dove stiamo tutti combattendo contro il maledetto COVID, reso ancor più triste dalla morte di Daniel, aiutare chi ha bisogno ci ha resi immensamente felici”. Grandissimi solo applausi per la gente laziale.

Lazio caso tamponi, the day after: Barigelli torna all’attacco, travaso di bile per i romanisti

Lazio caso tamponi: arrivano le reazioni dal mondo del calcio italiano dopo la sentenza. Il direttore della Gazzetta Barigelli torna all’attacco, i romanisti sono sul piede di guerra e nelle radio locali non si parla d’altro.

Un polverone che non accenna a placarsi: tutti ne parlano, tutti continuano a chiedere la testa di Lotito e la penalizzazione della Lazio. Non si accetta neppure una sentenza di un giudice. Primo su tutti il giornale dal quale sono piovute le accuse più pesanti, la Gazzetta della Sport di Cairo e del direttore Barigelli. Quest’ultimo naturalmente non ha potuto esimersi stamane dal confermare le sue posizioni: “La sentenza del Tribunale della Federcalcio non è un’assoluzione, è una condanna. Partiamo da questo dato di fatto, altrimenti c’è il rischio di fare confusione, che nel calcio italiano è sempre pratica diffusa”. Ma sono più i romanisti che non si danno pace: “Ricapitolando. La Roma sbaglia mettendo in lista un giocatore con il Verona e ha lo 0-3 a tavolino. La Lazio mette in lista e fa giocare, più volte, giocatori in sospetta positività al Covid, e viene multata. Fermate il mondo”. Poi ancora: “Non riesco a capacitarmi di come possa essere arrivata una sentenza del genere. Ormai Lotito ha in mano il calcio italiano. A noi hanno tolto un punto per una svista, a loro le caramelle per un fatto gravissimo. Penso sia l’ora di non seguire più il calcio”. 

ISOLA DEI FAMOSI Gascoigne costretto al ritiro

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ISOLA DEI FAMOSI Gascoigne costretto al ritiro: ecco il motivo.

ISOLA DEI FAMOSI Gascoigne costretto al ritiro. L’ex campione inglese potrebbe essere il primo concorrente ad abbandonare la scena del reality. Il motivo? Un infortunio riportato giovedì sera, durante la prova ricompensa. I medici hanno immediatamente provveduto a valutarne l’entità con degli esami, ma il responso sarebbe stato abbastanza grave. A rivelarlo, ai microfoni di Novella 2000, una voce molto vicina all’Isola: Gascoigne si sarebbe slogato una spalla, motivo per cui dovrà lasciare l’Honduras.

UFFICIALE – Caso tamponi, nessuna penalizzazione per la squadra

Caso tamponi Lazio, uscita la sentenza ufficiale. “Poteva andar peggio. Sono soddisfatto per la Lazio, perché abbiamo evitato sanzioni più severe che erano nell’aria. Per Lotito e i medici speravo meglio, speravamo di arrivare a una assoluzione“. Queste le parole dell’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, commentando all’ANSA la sentenza del Tribunale federale nazionale. Sentenza che ha comminato al club romano una multa di 150 mila euro inibendo per 7 mesi il presidente, Claudio Lotito, per responsabilità diretta per violazione del protocollo Covid e a 12 mesi i due medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia. La volontà della società biancoceleste è quella di andare in appello. “Vediamo prima le motivazioni, siamo orientati a ricorrere in appello perché siamo convinti delle nostre ragioni. Se le motivazioni della sentenza ci convinceranno del contrario allora eviteremo“, aggiunge Gentile. “Il problema esiste, è serio e non riguarda solo la Lazio. Riguarda in genere l’applicazione del sistema legislativo della vicenda Covid. Vediamo se la questione deve essere governata dal privato o dal pubblico“, conclude Gentile.

Lega Serie A, assegnati i diritti tv per il prossimo triennio

Lega Serie A. Con 16 voti a favore e 4 contrari sono stati finalmente assegnati i diritti ti per i prossimi tre anni. Lo comunica l’Ansa: alla fine l’ha spuntata Dazn. I club che hanno votato contro sono: Genoa, Crotone, Sassuolo e Sampdoria. 

La formula 

Dazi si è aggiudicata i pacchetti 1 e 3 per un valore di 840 milioni di euro a stagione. Il pacchetto 1 include la trasmissione di 7 gare a giornata in esclusiva, il pacchetto 3 invece di gare in co-esclusiva.Per quanto riguarda il pacchetto 2 invece, che include la co-esclusiva delle 3 gare, sono in corso i colloqui tra la Lega e Sky, che ha offerto 70 milioni a stagione. Lunedì 29 marzo l’offerta scadrà in base a quanto previsto nel bando, e allora si avrà una risposta definitiva anche per questo pacchetto.