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Notizie lazio – Caso tamponi, rinviata udienza Figc

Primo round vinto dai biancocelesti: rinviata l’udienza sul caso tamponi Lazio

Notizie Lazio. Si è tenuta stamane in videoconferenza l’udienza relativa al caso tamponi della Lazio. Il primo round è quindi vinto dai biancocelesti, che hanno ottenuto stamane il rinvio dell’udienza da parte del presidente del Tribunale federale nazionale della Figc. La richiesta di rinvio è stata quindi accolta, con nuova data fissata per venerdì 26 marzo alle ore 11. Come ha spiegato all’ANSA l’avvocato Gentile, l’udienza è stata spostata a causa dell’assenza dei due responsabili dello staff medico biancoceleste, Ivo Pulcini e Fabio Rodia, anch’essi deferiti per presunta violazione del protocollo Covid assieme al club e al presidente Claudio Lotito. Assenti a causa della trasferta della Lazio a Monaco di Baviera per la gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League in programma domani sera.

Bayern Lazio Inzaghi: “Faremo la nostra partita”

Bayern Lazio Inzaghi – Il tecnico biancoceleste, in conferenza stampa, ha presentato il match di domani, valido per gli ottavi di ritorno di Champions

BAYERN LAZIO Inzaghi: “In questi anni abbiamo lavorato per arrivare a giocare gare come quella di domani sera. Andremo a Monaco per fare la nostra partita. Prima della gara d’andata non avevamo ancora mai perso in questa Champions. Gli ottavi alla Lazio mancavano da 20 anni, ora dobbiamo cercare di centrare la Champions con più frequenza. Domani dovremo cercare di fare una grande prestazione contro i Campioni del Mondo e d’Europa in carica.  Serviranno corsa, aggressività e determinazione.

IL CAMMINO IN CHAMPIONS

Abbiamo giocato tre trasferte in Champions, tutte fatte nel migliore dei modi, e probabilmente avremmo meritato qualcosa in più in termini di risultato. Domani affronteremo un grande avversario ma proveremo a dare il massimo. Dobbiamo goderci fino in fondo questa partita. Siamo tutti ambiziosi e consapevoli di aver fatto un buon cammino in Europa. Il nostro obiettivo era raggiungere gli ottavi e ci siamo riusciti”.

PAPARELLI La Lazio replica a Gottardo: “Non è un tifoso” – VIDEO

PAPARELLI La Lazio replica a Gottardo: le parole su Twitter del responsabile della comunicazione biancoceleste Rao.

PAPARELLI La Lazio replica a Gottardo. Il co-conduttore de La Zanzara, ieri, nel corso di una diretta social con il collega Emiliano Pirri, si era espresso in termini poco ‘umani’ sul drammatico episodio. Questo lo sproloquio, cui ha assistito anche lo speaker di Radio Incontro Olympia Emanuele Artibani.

Paparelli chi? Quello che si è preso il razzo in faccia? Era uno sfigato che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ha vinto la Champions della sfiga“.

E a stretto giro è arrivata la replica della Lazio: “La memoria di Vincenzo Paparelli non si tocca. Quella maledetta domenica tanti di noi potevano essere seduti al suo posto. Chi non si inchina al suo ricordo non è un tifoso, non ama il calcio e non merita considerazione“.

Per guardare anche voi la diretta incriminata, cliccate qui

LAZIO – Seduta tattica in vista del Bayern. Dubbio in attacco

Oggi la Lazio si è ritrovata a Formello agli ordini di Inzaghi in vista della gara di ritorno contro il Bayern Monaco

Giornata all’insegna delle prove tattiche, a 2 giorni dagli ottavi di ritorno di Champions contro il Bayern campione d’Europa. Buone notizie sul fronte Lazzari, che oggi ha svolto l’intera seduta in gruppo. L’ex Spal sta recuperando dal trauma elongativo accusato a Bologna e presumibilmente tornerà titolare nella prossima giornata di campionato contro l’Udinese. In difesa, con Acerbi centrale, dovrebbe essere confermato Radu sul centrosinistra con Musacchio che potrebbe aggiudicarsi l’ultima maglia disponibile. In corsia obbligato l’impiego di Marusic a destra, con Fares che potrebbe agire (a scapito di Lulic) sulla fascia opposta. Milinkovic e Luis Alberto mezzali, con Leiva che potrebbe tirare il fiato a beneficio di Escalante. Dubbi anche in avanti dove, a supporto di Immobile, potrebbe esserci Felipe Caicedo. Aperto il ballottaggio con Correa.

La Spagna ‘dimentica’ Luis Alberto: il Mago ancora fuori dai convocati

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La Spagna ‘dimentica’ Luis Alberto: il Mago ancora fuori dai convocati.

La Spagna dimentica Luis Alberto. Continua l’ostracismo della ‘Roja’ nei confronti del numero 10 della Lazio. Che Luis Enrique – chissà, forse condizionato dal suo passato giallorosso – ancora non prende in considerazione. Al Mago non sono bastati i colpi di bacchetta fulminanti a ripetizione con la maglia biancoceleste: il ct non ce la fa proprio a dargli spazio. Nemmeno nelle prossime gare di qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar. La selezione iberica sarà impegnata nei prossimi giorni contro Grecia, Georgia e Kosovo. Gare per le quali Luis Enrique ha deciso di affidarsi a un gruppo di 24 giocatori. Tra essi, però, il nome di Luis Alberto non compare. Di seguito la lista completa.

Portieri: De Gea, Unai, Sanchez;

Difensori: Porro, Eric Garcia, Ramos, Llorente, Martinez, Alba, Gayà;

Centrocampisti: Busquets, Rodri, Thiago, Pedri, M. Llorente, Canales, Koke, Fabian Ruiz;

Attaccanti: Gerard Moreno, Ferran Torres, Oyarzabal, Morata, Bryan Gil, Olmo

Roma Fonseca infuriato con arbitri e Var: “Rigori ridicoli sempre alle stesse squadre. Con noi il Var non esiste”

Roma Fonseca infuriato con arbitri e Var – Il tecnico portoghese al termine della partita persa contro il Parma ha fatto delle scottanti dichiarazioni

Roma Fonseca infuriato con arbitri e Var – La squadra giallorossa nella giornata di ieri affrontava il Parma e la partita è terminata con un netto 2-0 della squadra ducale. Ma Fonseca non l’ha presa per niente bene tanto che durante a Roma tv al termine della partita ha attaccato gli arbitri rei di avercela con loro proteggendo altri club che si troverebbero più in alto dei giallorossi.

LE SUE PAROLE

“Il secondo rigore? Non c’era. Contro di noi però nel dubbio non si va mai al Var mentre con le altre squadre si ricorre sempre al Var e con la Roma mai questo però incide molto, 6-7 punti in più o in meno in classifica. Sono sempre rimasto nel mio senza parlare, rispetto il lavoro che svolgono gli arbitri, l’Italia è il miglior Paese come direttori di gara, ma sbagliano molto. Vedo fischiare dei rigori ridicoli e sempre alle stesse quadre, con la Roma questo invece non accade mai. In Italia si fischiano tantissimi rigori, di più rispetto ad altri campionati ma sempre alle stesse squadre”.

Lazio Immobile: “Più gol con l’Italia. La Lazio punta in alto”

Lazio novità nella causa per i tamponi: Lotito chiama un teste chiave

Lazio novità nella causa per i tamponi: Lotito chiama un teste chiave

Lazio novità nella causa per i tamponi – In questa stagione la società biancoceleste non riesce a trovare pace

Lazio novità nella causa per i tamponi – In casa biancoceleste i problemi sembrano non finire mai. In ballo si hanno diverse problematiche tutte, con il Torino, la squadra di Cairo. Due battaglie separate, una legata al rinvio della partita che si sarebbe dovuta disputare il 2 marzo tra Lazio e Torino, con entrambe le società che andranno fino in fondo per ottenere ragione e l’altra al caos tamponi avvenuto nei primi mesi.

NOVITà IN CASA BIANCOCELESTE

Il Torino ovvero Cairo ha deciso di costituirsi contro la Lazio nel processo per poter presentare un eventuale ricorso nel caso in cui l’esito risultasse negativo ai danni della società di Lotito. Secondo il Corriere dello Sport, il presidente Lotito porterà nel processo che inizierà domani a testimoniare un nuovo teste, parliamo di Enrico di Rosa, direttore del Sisp (servizio igiene sanità) che per la difesa biancoceleste autorizzò il responsabile medico della Lazio, Pulcini, a inserire Immobile nella lista dei convocati per Torino Lazio del 1 novembre dopo che il suo tampone risultò negativo il 30 e 31 ottobre.

Stadio Flaminio Fuksas punge: “Lo darei alla Roma, mai alla Lazio”

LAZIO Andreas Pereira verso il riscatto a fine stagione

Lazio Immobile: “Più gol con l’Italia. La Lazio punta in alto”

Lazio Immobile è l’uomo simbolo di questa squadra e ha da poco ricevuto il premio guadagnato e conquistato nella scorsa stagione a suon di gol

Lazio Immobile mercoledì 10 marzo ha ricevuto in Campidoglio la Scarpa d’Oro vinta nella scorsa stagione. Un grande motivo d’orgoglio sia per la sua famiglia che per la Lazio. Avrebbe voluto coronare questa settimana realizzando una rete contro il Crotone ma purtroppo ciò non è avvenuto. La Gazzetta dello Sport ha voluto intervistare l’attaccante chiedendogli anche della Nazionale.

LE SUE PAROLE

“Sono felice di essere il terzo italiano a portare la Scarpa d’Oro in Italia, prima di me ci sono riusciti solamente Toni e Totti ed entrambi sono stati campioni del Mondo oltre che grandissimi giocatori. Sono orgoglioso di poter ammirare il mio nome vicino ai grandi del calcio”.

STADIO VUOTO

“Purtroppo non vedere i tifosi allo stadio penalizza un pochino, manca proprio la passione, l’emozione, sentire il boato dopo aver fatto un gol, andare a festeggiare con loro. Quindi decido di dedicare questo trofeo non solo alla mia famiglia e ai miei compagni ma anche ai tifosi”.

LAZIO

“Io e la mia famiglia ci troviamo molto bene a Roma, siamo contenti. Con la società e Inzaghi stiamo costruendo basi solide già da diversi anni per puntare a tantissime cose. Vogliamo arrivare sempre più su”.

MANCINI E L’ITALIA

“La mancata qualificazione al Mondiale è sicuramente stato il momento più buio e deludente della mia carriera. Da quando c’è Mancini stiamo facendo un grandissimo lavoro, è arrivato nel 2018 e i risultati parlano chiaro. I tifosi ora sono nuovamente contenti. Abbiamo una grandissima squadra con tanti giovani di ottime prospettive. Siamo molto ottimisti e inoltre le gare del girone si svolgeranno a Roma: abbiamo più motivazioni. Segno pochi gol con la maglia azzurra? A quanto pare ne avevo realizzati così tanti con le maglie dei club che avevo esaurito la mia polvere con gli azzurri (ride, ndr). E’ vero, devo lavorare sulla mia media”.

Stadio Flaminio Fuksas punge: “Lo darei alla Roma, mai alla Lazio”

Andato in frantumi il sogno di Tor di Valle si sta cercando un’altra soluzione per lo stadio della Roma. L’architetto e tifoso giallorosso Fuksas non ha dubbi: occorre recuperare lo Stadio Flaminio. 

“Stadio della Roma? Sceglierei a qualunque costo il vecchio e glorioso Flaminio. Non lo abbatterei, si potrebbe recuperare, ristrutturarlo. Il Flaminio è molto bello, dentro c’è una grande piscina, è molto più di quello che sembra. Nessuno mi ha chiesto di occupamene ma lo farei con grande piacere. Lo farei per tutti i tifosi della Roma. Però vorrei una targa e non ci farei giocare la Lazio”. Così Massimiliano Fuksas durante la trasmissione ‘Un Giorno da Pecora’ su Radio1.

LA REPLICA DEL COMITATO CONSUMATORI LAZIO

Questo uno stralcio del comunicato: “L’archifan giallorosso stavolta ha palesemente peccato di insipienza storica, laddove ha omesso di tenere nella debita considerazione che tutta l’area del “Flaminio” risulta fortemente connotata di caratterizzazioni storiche assolutamente laziali con buona pace di chi vorrebbe curarsi della relativa ristrutturazione ed apporvi una propria targa. (…) Lo Stadio Flaminio rappresenterà per sempre un fattore identitario per tutti i tifosi laziali, che, questo sì, andrebbe tramandato ai posteri ed agli insipienti con una targa commemorativa saecula saeculorum”. 

LAZIO Andreas Pereira verso il riscatto a fine stagione

LAZIO Andreas Pereira verso il riscatto a fine stagione. Le ultime sulla situazione dell’ex United.

LAZIO Andreas Pereira verso il riscatto. Il centrocampista è al momento in prestito dallo United, ma la società vorrebbe prolungarne la permanenza. A patto però di avere uno sconto sui 25 milioni del riscatto. Dal canto suo, il calciatore sarebbe felicissimo dell’idea, pronto anche a ridursi l’ingaggio pur di vederla concretizzata. Vuole anch’egli rimanere nella squadra che ha scelto e preferito alle altre pretendenti in sede di prestito. E la Lazio non vuole lasciarsi scappare un elemento in cui crede molto, tanto da chiedere a Inzaghi di concedergli maggiore minutaggio. Attenzione però alla concorrenza: dal Napoli, che ci aveva pensato prima dell’approdo in biancoceleste, all’Atalanta.

“Vaccino Covid ai tifosi”: bellissima iniziativa dello Zenit

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“Vaccino Covid ai tifosi”: l’iniziativa (bellissima) dello Zenit Sanpietroburgo.

“Vaccino Covid ai tifosi”. Lo Zenit, è proprio il caso di dirlo, scende in campo contro la pandemia. Il club russo omaggerà infatti i supporters che acquisteranno il biglietto per le gare casalinghe con una dose di Sputnik V. A due condizioni: che siano maggiorenni e che abbiano ricevuto dal medico l’ok alla somministrazione. Che verrà effettuata direttamente allo stadio, prima del fischio d’inizio della gara. “Si prega – raccomanda lo Zenit in una nota – di portare con sè passaporto e tessera sanitaria nazionale“. L’iniziativa ha preso il via già ieri e andrà avanti fino al termine della stagione. Chissà che anche l’Italia, dove da mesi gli impianti sono chiusi al pubblico, non possa prendervi spunto…

LA NOSTRA STORIA L’ex biancoceleste Massimo Piscedda

Il 14 marzo 1962 nasce a Roma l’ex difensore biancoceleste Massimo Piscedda. Cresciuto nelle giovanili della Lazio viene ceduto in prestito al Siena ed alla Sanremese. Con quest’ultima colleziona quattro convocazioni e tre presenze nella Lega Nazionale Serie C Under 21.

Torna alla Lazio nella stagione 1983/84. Dopo un anno passato in prestito al Taranto in Serie B ritorna di nuovo alla Lazio. Rifiuta la cessione alla Ternana in serie C1 e viene messo fuori rosa per quasi tutto il campionato. Memorabile per i tifosi biancocelesti il 5 luglio 1987. La famosa gara degli spareggi giocata a Napoli nell’anno della penalizzazione dei nove punti. Gara disputata contro il Campobasso e valida per la permanenza in Serie B. È proprio da un suo cross che arriva il gol di Poli che salva la Lazio dalla Serie C. Massimo Piscedda resta in tutto sei stagioni in maglia biancoceleste. Nel 1990 viene ceduto all’Avellino, poi gioca nell’Ascoli dove conclude la sua carriera.

Terminata la carriera calcistica intraprende quella di allenatore con le selezioni nazionali azzurre minori. Dal 2001 al 2003 è l’allenatore dell’Italia Under 17 e dell’Italia Under 16. In seguito diventa l’assistente di Paolo Berrettini, tecnico dell’Italia Under 18 e dell’Italia Under 19. Berrettini nel 2006 lascia la Federazione e Piscedda diventa il vice di Bruno Giordano sulla panchina del Messina fino all’esonero avvenuto a ottobre. Nel 2007 torna prima alla guida dell’Italia Under 20 e poi dal 2008 dell’Italia Under 19 e dell’Italia Under 18. Dal 2011 lavora per la FIGC come selezionatore della Under 21 di B (denominata B Italia). A luglio del 2015, come selezionatore e responsabile tecnico della Nazionale universitaria italiana, ha vinto la medaglia d’oro alle Universiadi in Corea del Sud.

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Roma Napoli, tifosi giallorossi in rivolta: chiedono il rinvio

Partito il tam-tam mediatico dei tifosi giallorossi sui principali social network per chiedere il rinvio della gara Roma Napoli prevista per domenica 21 marzo alle ore 20.45.

Non è infatti andata giù la decisione della Lega di rinviare ancora la partita Juventus-Napoli. Quest’ultima, inizialmente prevista per il 17 marzo, è stata invece rimandata al prossimo 7 aprile. La Lega ha infatti accolto le richieste delle due squadre di posticipare l’incontro in una settimana molto complicata per entrambe. Soprattutto il Napoli dovrà vedersela domenica 14 marzo con il Milan e domenica 21 marzo proprio con la Roma. Ecco allora che si sono scatenati i social per chiedere di tutelare anche la squadra giallorossa. La Roma infatti sarà impegnata giovedì 18 con lo Shakhtar in Europa League. I tifosi romanisti chiedono almeno lo spostamento della gara di campionato contro i partenopei al prossimo lunedì 22 marzo per dar modo ai ragazzi di Fonseca di rifiatare dopo la trasferta ucraina nell’infrasettimale europeo. Diventato virale su twitter l’hashtag #RinviateRomaNapoli: chissà che così tanto rumore possa far riflettere i piani alti del calcio italiano o che la stessa Roma possa avanzare una richiesta che vada in questa direzione. Staremo a vedere: fatto sta che i social sono in subbuglio e i tifosi sono decisi a non fare un passo indietro.

LAZIO TORINO Lotito denuncia la Asl: le mosse del patron dopo il verdetto del Giudice

LAZIO TORINO Lotito denuncia la Asl: le mosse del patron dopo il verdetto del Giudice.

LAZIO TORINO Lotito denuncia la Asl. Non si esclude nemmeno questa, clamorosa, possibilità, dopo il verdetto del Giudice Sportivo. La sensazione è che ci troviamo davanti solo alle prime puntate di quella che si preannuncia una vera e propria telenovela legale. I presupposti si erano già visti nella memoria difensiva, che non ha però impedito a Mastandrea di invalidare il 3-0 a tavolino. E la conferma è arrivata ieri dal portavoce Rao: “Agiremo in tutte le sedi preposte per far valere le nostre ragioni“. Battaglia in tribunale in vista quindi. Già a partire da domani, quando verrà presentato il preannuncio di reclamo. Poi ci saranno altri cinque giorni a disposizione per preparare il ricorso in vista del processo di secondo grado.

Secondo i legali della Lazio, il provvedimento della Asl sarebbe ‘scaduto’ tra il 28 febbraio e il 1 marzo. Vale a dire, a meno di 24 ore dalla partita. In più, sottolineano, i documenti granata per l’ok agli allenamenti individuali e all’isolamento fino al 2 marzo non avrebbero efficacia retroattiva. Nel mirino inoltre il 23 febbraio, quando fu emanata l’ordinanza immediata a tutela della salute pubblica: in quelle stesse ore, il Torino circolava infatti liberamente. Insomma, sarebbe stato fatto di tutto per impedire l’arrivo a Roma il 2 marzo della squadra di Cairo.

Considerato tutto ciò, Lotito potrebbe inoltrare alla Procura di Torino una denuncia nei confronti dei vertici dell’Asl. Colpevoli di aver prorogato la quarantena ad uso del rinvio della gara. Che a questo punto potrebbe disputarsi in Tribunale: martedì infatti ci sarà il primo atto del processo tamponi e, tra le gare coinvolte, c’è anche quella di andata Torino-Lazio.

FOCUS – Da Caicedo al ‘caso’ Musacchio: Inzaghi, cos’hai contro le riserve?

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FOCUS – Da Caicedo al ‘caso’ Musacchio: Inzaghi, cos’hai contro le riserve?

FOCUS – Da Caicedo al ‘caso’ Musacchio. La partita di ieri è stata solo l’ultima dimostrazione che in casa Lazio esiste un problema tra Inzaghi e le riserve. O meglio, il problema ce l’ha solo il tecnico, che si ricorda di avere delle alternative solo in extremis, spesso e volentieri a giochi fatti. Loro, i secondi, a volte ne sbuffano, mugugnano. Ma, da bravi professionisti, quando scendono in campo fanno sempre il loro dovere sino in fondo. Certo, non sempre fanno miracoli – e ci mancherebbe pure pretenderlo, con così poco tempo a disposizione – ma qualche volta ci riescono.

E’ il caso del Panterone, tornato ieri l’uomo dell’ultimo minuto. A danno di una vittima che, per lui, non potrebbe essere più eccellente. Quel Crotone contro cui, anche qui nei minuti finali, sbagliò un gol che mandò in fumo una Champions già conquistata. E contro cui ieri invece ha risolto una gara divenuta più complicata del previsto, regalando tre punti fondamentali per la corsa all’Europa. E qui giungiamo al nocciolo della questione: un elemento così, con questo carattere e capace di restare concentrato anche sul pullman di ritorno a Formello, può essere ridotto sempre ad entrare negli ultimi minuti? A maggior ragione con un Immobile a un quarto di servizio causa tendinite. Non dico qualche partita, ma almeno qualche tempo in più glielo si potrebbe concedere.

E poi c’è l’altro caso, questo sì clamoroso, di Musacchio. Arrivato a gennaio – un miracolo sotto Lotito! – per sopperire agli infortuni in difesa, in realtà ha sopperito ben poco. Qualche apparizione, con risultati neanche troppo deludenti. Ma poi è arrivata la batosta: la partita con il Bayern, con quell’errore in retropassaggio che ha favorito il vantaggio di Lewandoskij. Da quel momento, il ragazzo è sparito dai radar. Come se quell’assist involontario avesse cancellato d’un colpo quanto di buono fatto fino a quel momento. Sul perchè di questo ‘disuso’ ci si è interrogati a lungo. Si è pensato ad una condizione non al top dopo qualche infortunio di troppo negli ultimi tempi. Addirittura qualcuno ha associato questa ‘sparizione’ a una clausola presente nel contratto: in pratica, non si vorrebbe far toccare a Musacchio quelle 10 presenze che ne garantirebbero in automatico il rinnovo. Ora, se questo è vero, viene da chiedersi cosa sia stato preso a fare. Per poi continuare a vedere gente (Hoedt e Patric) che maschera le proprie carenze solo quando la partita s’incammina sui binari giusti? E cioè, di questi tempi, quasi mai?

Cosa ha l’ex Milan (e parimenti il suo compagno ecuadoregno) meno dei propri pari ruolo? Inzaghi dovrebbe un minimo spiegarlo. In questo modo, si prenderebbe atto del problema e ci si adopererebbe tutti insieme per porvi rimedio. Per il bene della Lazio. Che per volare in alto ha bisogno di tutte le sue ali. Ma proprio tutte.

SS LAZIO LA NOSTRA STORIA -MAURO ZARATE

Il 13 marzo 1987 nasce a Buenos Aires l’ex attaccante della Lazio Mauro Zarate. Quintogenito di una famiglia agiata nella quale il calcio veniva considerato una professione.

Nonno Juvenal era cileno e giocava a calcio. Il padre Sergio giocò nell’Independiente. La madre, nata a Vena di Maida in provincia di Catanzaro, negli anni cinquanta emigrò in Argentina. Dei cinque figli quattro hanno giocato a calcio: Sergio, Ariel, Rolando e Mauro. Il soprannome di Mauro Zarate è Zárate Kid, in onore del film di arti marziali. Dal 2009 è legato alla modella argentina Natalie Weber, con la quale ha una figlia, Mia, nata il 1 gennaio 2012. Inizia la carriera nelle giovanili del Vélez Sársfield. Vince il Torneo di Clausura 2005. A giugno del 2007 passa per una cifra intorno ai 20 milioni di dollari al club qatariano dell’Al-Sadd. Nel gennaio del 2008 si trasferisce al Birmingham City in Inghilterra in prestito da dove torna a maggio. Il 9 luglio del 2008 passa alla Lazio.

Arriva in prestito oneroso per circa 3 milioni di euro, con diritto di riscatto a favore della squadra romana per un totale di circa 17 milioni. Il 30 aprile 2009, giorno indicato come termine massimo per il riscatto, il presidente Claudio Lotito mette sotto contratto il giocatore per cinque anni. Ingaggio a salire di 1,5 milioni a stagione e pagando una cifra intorno ai 20 milioni di euro. Il primo trofeo italiano conquistato in maglia biancoceleste è la Coppa Italia. Con il nuovo tecnico, Davide Ballardini, l’8 agosto 2009 vince la Supercoppa Italiana. Ad agosto 2011 passa in prestito con diritto di riscatto all’Inter con cui firma un contratto quadriennale. A giugno 2012 non viene riscattato e ritorna alla Lazio. Non accettando la convocazione alla gara di campionato Lazio-Inter viene messo fuori rosa.

Il calciatore intenta una causa per mobbing contro la società che, a sua volta, gli fa causa venendo a conoscenza di un suo viaggio alle Maldive quando invece risultava malato. La controversia è rimandata a un Collegio Arbitrale. Il 15 luglio 2013 viene emessa la sentenza del Collegio Arbitrale che sancisce che non vi è stato mobbing da parte del club. Nonostante ciò l’argentino firma un contratto con il Vélez Sársfield, poiché considera il suo contratto con la Lazio nullo, dichiarando alla stampa di volersi avvalere dell’articolo 14 del regolamento FIFA e risolvendo il contratto unilateralmente per giusta causa. In attesa del pronunciamento della Fifa non può giocare gare ufficiali in assenza del transfer internazionale. Il rischio è ricevere una squalifica di 6 mesi per lui e di 2 anni nella compravendita nazionale e internazionale per il Velez.

Ad agosto 2013 la FIFA autorizza Zarate a scendere in campo con il Vélez. Il 1º febbraio 2014 vince la sua prima Supercopa Argentina. A maggio 2014, dopo la risoluzione consensuale del contratto con il Vélez, sigla un accordo triennale con il West Ham. A gennaio 2015, dopo appena 8 presenze, passa al Queens Park Rangers con la formula del prestito. I londinesi annunciano di non voler riscattare il giocatore che fa ritorno al West Ham.

A gennaio 2016 la Fiorentina comunica l’acquisto a titolo definitivo del giocatore per 2 milioni di euro. Il 25 gennaio 2017 passa al Watford. A ottobre passa in prestito all’Al-Nasr. A gennaio 2018 passa, sempre in prestito, al Vélez Sarsfield. Con la Nazionale Argentina ha preso parte al Torneo di Tolone 2006. Tra i convocati per il Campionato sudamericano di calcio Under 20 2007 a cui però non prese parte. Poco dopo partecipa a uno stage con la Nazionale maggiore. Ha partecipato al Campionato mondiale di calcio Under 20 2007 vincendo il titolo.

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Inzaghi, il fuoriclasse della Lazio

Nell’estate del 2016 tutto sembrava praticamente apparecchiato affinché Marcelo Bielsa diventasse il nuovo allenatore della Lazio. E invece il disguido tra il tecnico argentino e il presidente biancoceleste Claudio Lotito aprì, in maniera spontanea, una scelta di cuore che avrebbe cambiato la storia moderna della squadra romana. Il prescelto a occupare la panchina della Lazio fu Simone Inzaghi, il quale aveva già dato tempo iniziato il suo cursus honorum da tecnico proprio nella società laziale partendo dalla categoria allievi regionali nel 2010. La scelta di puntare su di lui fu dunque qualcosa di spontaneo e naturale, che con il tempo si sarebbe rivelata molto azzeccata. 

Prima da calciatore e poi da allenatore, il piacentino ha senza dubbio fatto la storia recente degli Aquilotti, adesso invischiati nella lotta a un posto nella prossima Europa League, secondo le quote delle scommesse sportive online su calcio disponibili in questo momento. Nella sua prima tappa da giocatore biancoceleste, Inzaghi visse un ottimo primo periodo nel quale, nonostante non fosse mai riuscito ad andare oltre le sette reti a stagione in campionato, mise a segno uno storico poker all’Olympique Marsiglia in una gara di Champions League, un traguardo ancora oggi mai raggiunto da nessun altro attaccante italiano. I suoi anni alla Lazio furono costellati da una serie di successi, al primo posto dei quali vi è sicuramente lo Scudetto conquistato nella sua prima stagione, ossia quella 1999-2000, quando i biancocelesti si imposero nella volata finale sulla Juventus. Tuttavia, il grande lavoro di Simone Inzaghi alla Lazio sarebbe stato ancora più importante dopo la sua conversione da calciatore ad allenatore.

Dopo il suo ritiro dalle attività agonistiche nell’estate del 2010, ossia a 34 anni, il piacentino svestì immediatamente i panni del bomber per intraprendere subito la carriera da guida tecnica, dando subito l’impressione di avere un talento naturale per questa professione. Da attaccante centrale di movimento qual’era, Inzaghi jr aveva sviluppato una serie di abilità nel vivere e concepire un gioco dinamico e offensivo fatto soprattutto di verticalizzazioni. Da tecnico il suo obiettivo è stato infatti quello di applicare al meglio questa filosofia di gioco e di puntare molto alle transizioni offensive dirette. La sua Lazio è una creatura da lui plasmata con pazienza ma anche con ottimi risultati, come ad esempio la Supercoppa Italiana vinta nel dicembre 2019 contro una Juventus nettamente più forte sulla carta. Questo trofeo è stato vinto dall’attuale tecnico laziale sia da allenatore (in due occasioni negli ultimi quattro anni) sia da calciatore (nel 2000 e nel 2009), a dimostrazione di quanto la sua presenza sia fondamentalmente molto importante per la sua squadra, anche dal punto di vista della cabala.

Il suo lavoro negli ultimi anni lo ha portato a un rendimento importantissimo, ed è per questo che Lotito continuerà a puntare su di lui come primo fuoriclasse della Lazio. Dopo aver fatto la storia biancoceleste come attaccante, il piacentino adesso vuole continuarla a fare da una panchina alla quale è arrivato per caso, rivoluzionando in positivo l’ambiente di Formello. 

Inzaghi: “Era una vittoria che volevamo a tutti i costi”

Le parole del tecnico biancoceleste ai microfoni di Sky Sport

Lazio-Crotone 3-2. Dopo la vittoria all’Olimpico Inzaghi ha parlato ai microfoni di Sky Sport: “Era una vittoria che volevamo a tutti i costi. Abbiamo perso con Juve, Bologna Bayern e Inter e dovevamo fare meglio. Abbiamo qualche punto di ritardo in classifica. Sapevamo che oggi c’era da soffrire ma la squadra ha buttato il cuore oltre l’ostacolo. Abbiamo espresso un ottimo calcio e abbiamo creato tante occasioni. Dobbiamo ancora migliorare in alcune situazioni. Siamo stati bravi a reagire e i cambi ci hanno aiutato molto. Caicedo? Sappiamo tutti la sua importanza. Oggi volevo farlo giocare dall’inizio perché si allenava con continuità da 10 giorni. Anche Escalante, Muriqi, Pereira e Lulic sono entrati molto bene. Quando Felipe sta bene lo uso sempre. Ha avuto qualche problema e nel frattempo c’è stata anche la crescita di Muriqi. Immobile e Correa anche ci hanno dato tanto. E sul bomber Ciro immobile: Immobile? Deve continuare a lavorare come ha fatto questi giorni. Possono capitare questi momenti, anche se non gli capita spesso. Gli consiglio di credere in se stesso perché è fortissimo, ha vinto la Scarpa d’Oro. Oggi avevo pensato di far giocare Correa, Caicedo e Immobile tutti e tre insieme. Radu? Tutti sanno della sua importanza. La sua assenza e quella di Luiz Felipe sono state difficili. Con loro abbiamo fatto grandi progressi e vinto trofei”, conclude il mister.

Lazio Crotone 3-2, la decide Caicedo. Le pagelle del match

Lazio Crotone 3-2 – Dopo essersi fatti rimontare due volte, i biancocelesti conquistano i 3 punti grazie al gol di Caicedo

REINA 6: Non perfetto sul primo gol, incolpevole sul calcio di rigore, evita la rete del possibile 2-3 con un grande intervento di piede su Rispoli.

Patric 5,5: Partita opaca del difensore spagnolo, tante incertezze e poco più.

Acerbi 5,5: Come tutta la difesa, anche il leader non gioca una buona partita. Da lui ci si attende sempre una prestazione da grande condottiero.

Radu 6: Non al meglio dopo l’operazione di ernia inguinale, il rumeno gioca una partita di sostanza fornendo l’assist per il gol di Milinkovic. Poi cala come tutta la squadra. (Dall’84 Pereira 6.5): Appena 10 minuti totali per lui. Pronti, via e gol: propizia la rete della vittoria di Caicedo con un tiro poi diventato assist per l’ecuadoregno. Intensità e voglia di mettersi in gioco.

Marusic 5: Inesistente, le sue sgroppate dovrebbero fare la differenza specie in assenza di Lazzari. Niente di tutto questo nella gara di oggi.

Milinkovic 6.5: Sblocca il risultato con un piattone sotto porta, poi cala un po’ e sul 2-2 sfiora la doppietta. Non il solito trascinatore ma il merito della vittoria è anche suo.

Luis Alberto 7: Vero leader in campo, con Immobile e Correa non pervenuti tocca a lui prendere per mano la squadra e lo fa bene.

Leiva 5.5: Regista, metronomo, piedi da capogiro e occhi dietro la testa. Questo l’identikit del brasiliano, identikit che però non sembra corrispondergli nel pomeriggio dell’Olimpico, probabilmente non al meglio della condizione. (Dal 70′ Escalante 6,5): Entra in campo e cerca di dare nuova stabilità al centrocampo. Dà il suo contributo nei 20 minuti finali, recupera palloni e la sua presenza si sente.

Fares 5: Sulla fascia poche folate, quasi inesistenti. Causa il rigore del 2-2 con un intervento goffo e la sua partita è inevitabilmente macchiata da questo errore. (Dal 70′ Lulic 6): Fa il suo senza incidere particolarmente ma come tutti i cambi dà nuova linfa alla squadra.

Correa 5.5: Trascinatore nel primo tempo di Torino, non pervenuto questo pomeriggio. Vaga senza una meta e non incide. (Dal 76′ Caicedo 7): Non ci sono più aggettivi, ennesimo gol decisivo nel finale di partita, salva la squadra da un pareggio deludente e caccia via le paure, panterone.

Immobile 6: Sufficienza ad honorem per il bomber biancoceleste. Quella che conta è sempre la partita successiva, oggi prestazione priva di grandi colpi ma la Scarpa d’Oro ricevuta in settimana e l’assist a Luis Alberto lo salvano parzialmente. (Dal 76′ Muriqi 6): Sostituire Immobile è sempre impresa ardua, specie se si viene chiamati in causa per provare a vincere la partita. 18 minuti di sacrificio, di lotta, non incide sotto porta ma poco male.

STADI Gravina apre al ritorno dei tifosi: “Lo sport è cultura”

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STADI Gravina apre al ritorno dei tifosi. Le parole del numero uno Figc, ascoltato a Palazzo Vecchio a Firenze dalla Commissione Cultura e Sport.

STADI Gravina: “Non credo che la salute dei tifosi sarebbe messa in grande pericolo se ne facciamo entrare 100 in impianti che possono contenere 500-1000. O 10mila in uno stadio da 60mila posti. Certo, si devono rispettare i protocolli, ma siamo in grado di applicarli e portarli avanti con grande senso di responsabilità. E lo abbiamo mostrato sul campo. Il calcio oltretutto è uno sport che si pratica all’aperto“.

La cultura – conclude – sta cercando di ottenere la possibilità di riaprire cinema e teatri. In percentuali minime, ma comunque c’è l’idea di poter riaprire. Non credo ci sia qualcosa di offensivo se si può declinare un concetto fondamentale, a me tanto caro. Vale a dire, che lo sport è cultura“.