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LA NOSTRA STORIA Il pioniere Arnaldo Perugini

LA NOSTRA STORIA Arnaldo Perugini nasce a Roma il 14 aprile 1892.

Attaccante ma nel 1908 Perugini gioca anche in porta. Il 6 gennaio 1910 nel corso dell’assemblea viene eletto segretario della sezione amministrativa. Nello stesso anno collabora come corrispondente da Roma con il giornale Foot-Ball di Milano. Nel 1912 ricopre il ruolo di segretario del Comitato Regionale del Lazio. Nella stagione 1912/13 viene eletto capitano della Lazio III.

Rimane sempre nella squadra riserve ma con un piede in prima squadra. Il 5 luglio 1914 gioca titolare nella finale di andata del campionato italiano persa contro il Casale. Il suo ruolo fu ala sinistra. Nello stesso anno entra nei quadri dirigenziale nel ruolo di segretario della sezione Calcio.

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Rezza (ISS) “Era solo una battuta per sdrammatizzare”

“Da romanista manderei tutto a monte”, questa la battuta del direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss e membro del Comitato tecnico scientifico, Gianni Rezza.

Poche parole, quelle esternate nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile, ma capaci di alzare un vespaio. L’uscita non è però piaciuta ai tifosi laziali che hanno preso d’assalto i social per replicare al professore di fede giallorossa. Anche la società biancoceleste è intervenuta tramite Arturo Diaconale che ha risposto a muso duro. Cercando di placare gli animi in serata il direttore dell’Iss, Gianni Rezza, è tornato sulle sue parole: “Si è trattato solo di una battuta per sdrammatizzare il contesto. Quanto alla ripresa del calcio credo sia una decisione difficile da prendere date le possibili implicazioni sanitarie”. Concetto che ha comunque trovato sostegno nel presidente del Torino, Urbano Cairo: “Riprendere a giocare il campionato a fine maggio è impossibile. Ha parlato un uomo di scienza. Ha confermato una cosa che io sostengo da tempo perché ho una certa dimestichezza con i numeri. Con la situazione attuale non si può proprio pensare di tornare a giocare tra un mese e mezzo purtroppo. E sottolineo il purtroppo, dato che oltre al Torino ho la Gazzetta dello Sport e quindi avrei interesse a che si riprendesse per motivi evidenti”.

(VIDEO) DOTTOR REZZA: “DA ROMANISTA VORREI DIRE… TUTTO A MONTE”

ACCADDE OGGI Lazio – Atletico Madrid 0-0. Un pari che valse la finale di Coppa Uefa

La Lazio per la prima volta nella sua storia centra una finale europea. Un sogno che si realizza, la finale di Parigi di Coppa Uefa contro l’Inter di Ronaldo

NOTTE STORICA PER LA LAZIO

L’inizio è tutto della Lazio che con un bel tiro da fuori area di Favalli impegna severamente il portiere Molina. La porta madrilena è sotto pressione ancora con Boksic ed ancora Favalli. L’Atletico Madrid affida i suoi attacchi a Vieri che, marcato magistralmente a uomo da Nesta, rimarrà inconcludente per tutta la partita.

PRIMA LA SOFFERENZA, POI LA GIOIA

La ripresa inizia con l’Atletico Madrid che cerca di ribaltare il risultato negativo dell’andata (0-1 Jugovic) L’occasione più ghiotta capita al neo entrato Josè Mari che spreca malamente un prezioso assist di Vieri.  Venturin sembra reggere da solo il centrocampo ed in difesa sale in cattedra Nesta. La Lazio regge ed il suo pubblico con un grande tifo la sorregge e la accompagna fino al sospirato fischio finale che fa esplodere lo stadio Olimpico nel tripudio per la finale raggiunta.

(VIDEO) Dottor Rezza: “Da romanista vorrei dire… tutto a monte”

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(VIDEO) Il Dottor Rezza con una battuta fa capire il timore dei tifosi della Roma riguardo l’ipotesi della Lazio tricolore. “Da romanista vorrei dire… tutto a monte”

La notizia è venuta fuori durante la consueta conferenza stampa della Protezione civile con il dottor Rezza e Borrelli che stavano rispondendo alle domande dei giornalisti. Alla faccia della verità, il noto epidemiologo ha fatto una battuta riguardo la ripartenza del campionato di calcio “Per quanto riguarda il campionato… beh io da romanista vorrei che andasse tutto a monte”. Poi il dottore lascia le vesti del tifoso, per continuare a rispondere in modo più formale alla domanda del giornalista. “Certo il calcio è uno sport che implica dei contatti e questi possono implicare a loro volta un certo rischio di trasmissione. Ho sentito che qualcuno proponeva un monitoraggio più stretto, magari con dei test ripetuti ogni tot giorni ai calciatori. Sinceramente mi sembra un’ipotesi un po’ tirata. Del resto siamo quasi a maggio e se dovessi dare un parere tecnico, non darei in questo momento un parere favorevole, sinceramente. Dopodiché sta alla politica decidere.”

QUI IL IL VIDEO DELLA BATTUTA, DAL MINUTO DIECI

Rezza (ISS): “Da giallorosso, sospendiamo la Serie A”. Diaconale: “Tifo dà alla testa”

Botta e risposta tra Giovanni Rezza, direttore dell’ISS e Arturo Diaconale, sulla possibilità di ripresa della Serie A

Arturo Diaconale è in grande spolvero in questo periodo di quarantena e lo sta dimostrando difendendo la Lazio in ogni dove e contro chiunque. Incalzante e pungente nel suo consueto “taccuino biancoceleste“, il dirigente alla corte di Lotito questa volta risponde alla provocazione di Giovanni Rezza. Quest’ultimo, scienziato del dipartimento delle malattie infettive, con una battuta ha risposto così sulla ripresa della Serie A durante una conferenza stampa: “Sono giallorosso, fosse per me il campionato lo manderei a monte“. Pronta la risposta di Diaconale all’AdnKronos: “Alcune volte il tifo può dare alla testa e colpisce anche gli scienziati. Meglio se si occupano su come fronteggiare il virus e dedicassero le loro forze nella ricerca di un vaccino, invece di fare i tifosi“.

LOTITO CUORE D’ORO, NESSUN DIPENDENTE IN CASSA INTEGRAZIONE

Diaconale risponde a Cellino: “Sei un asino patentato che ha paura della B”

Diaconale risponde a Cellino: immediata la replica del responsabile della comunicazione della Lazio al presidente del Brescia. Quest’ultimo aveva accusato Lotito di ragliare come un asino.

Il raglio ed il calcio di Cellino

Decisamente stupefacenti, nel senso che suscitano stupore per la loro ingiustificata gravità, le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Brescia, Massimo Cellino, in una intervista al quotidiano della propria città, in cui ha aggredito Claudio Lotito, che a suo parere non rappresenterebbe la Lazio visto che del “club è solo il presidente del Comitato di Gestione” e con cui non vuole neppure parlare visto che “io ascolto solo chi è degno di essere ascoltato”. “Raglio d’asino – ha detto testualmente – non giunge in Paradiso”.

IL RAGLIO D’ASINO E’ IL SUO

Purtroppo per lui, però, il raglio d’asino che non può giungere in Paradiso sembra essere proprio il suo. Non solo perché ignora il sistema duale di gestione societaria e non tiene conto che la S.S. Lazio è una società quotata in Borsa e che la maggioranza del suo pacchetto azionario è detenuta dal presidente Lotito. Ma soprattutto perché se oltre a ragliare si mette anche a scalciare in maniera violenta e scoordinata dimostra di essere lui stesso un asino patentato che ha difficoltà a discutere in maniera civile e composta in un momento in cui la gravità della crisi imporrebbe un comportamento più misurato e responsabile.

PAURA DELLA SERIE B

Naturalmente si comprende perché mai Cellino sia così irritato e nervoso nell’insistere sulla sua richiesta di bloccare il campionato e cristallizzare la classifica scongiurando l’ipotesi della caduta in serie B per la sua squadra. Ma per evitare una eventualità del genere (di cui Cellino dice non essere spaventato in quanto certo di un immediato ritorno della sua squadra nella serie superiore) è proprio necessario ragliare e scalciare in maniera così scomposta da rendere fin troppo evidente che per lui Lotito è solo un pretesto per nascondere il timore di dover piegare la testa alla legge dello sport, quella secondo cui i risultati validi sono quelli espressi dal campo e non dalle interviste?

Nessun taglio degli stipendi e no cassa integrazione: Lotito ha deciso

La Lazio prova a distinguersi dalle altre società di calcio italiane: nessun taglio degli stipendi e no cassa integrazione: Lotito pagherà tutti senza ammortizzatori sociali.

Un bilancio solido permette anche di muoversi all’interno di una crisi in maniera diversa. La Lazio non rischia di soffrire il calo degli introiti derivanti dal campionato fermo e ha preso una decisione importante. Grazie a un post sui social di Giovanni Lacchè, amministratore di Media Sport Event che organizza tra gli altri il ritiro estivo di Auronzo, siamo venuti a conoscenza della mossa di Lotito. “La Lazio nella persona del presidente Claudio Lotito, ha deciso di non tagliare nessun ingaggio ai giocatori e lo staff tecnico. Non metterà inoltre nessun dipendente Lazio in cassa integrazione. Un gesto che nobilita il distinguersi dalla massa di pecoroni” si legge così sul facebook di Lacchè.

LA NOSTRA STORIA L’ex difensore Nelson Gutiérrez

LA NOSTRA STORIA Nelson Daniel Gutiérrez Luongo nasce a Montevideo, in Uruguay, il 13 aprile 1962. Inizia la carriera giocando nelle giovanili Penarol di Montevideo dove resta fino al 1984.

Nelson Gutierrez si trasferisce quindi all’Atlético Nacional di Medellin, in Colombia. Dal 1985 al 1988 gioca con il River Plate. Dall’Argentina arriva alla Lazio. Disputa una stagione in maglia biancoceleste. Passa quindi al Verona dove resta per una stagione prima di trasferirsi in Spagna al Logroñés e vi resta per due stagioni. Dal 1993 al 1966 torna al Penarol. Nel 1997 chiude definitivamente la carriera nelle fila del Defensor.

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LA NOSTRA STORIA Il difensore Carlo Soldo

LA NOSTRA STORIA Carlo Soldo nasce a Genivolta (Cr) il 13 aprile 1942. Inizia a giocare nelle giovanili della Folgore, a Milano, prima di arrivare al Novara dove nella stagione 1960/61 esordisce in Serie B.

Nel 1963 Carlo Soldo approda al Varese contribuendo alla promozione in Serie A. Nel 1966 passa all’Inter con cui gioca la Coppa dei Campioni 1966-67. A causa di alcuni contrasti con l’allenatore Helenio Herrera non giocò mai in campionato. A novembre dell’anno dopo, a poche ore dalla chiusura del mercato di riparazione, Carlo Soldo si trasferisce alla Lazio in serie B per 95 milioni. In biancoceleste nel 1968-69 ottiene la promozione in A. Disputa tre campionati in biancoceleste. A novembre del 1969 passa al Monza dove resta per due stagioni.

Nel 1971 torna alla Lazio ma per essere subito ceduto alla Pro Vercelli. Nella stagione 1972/73 passa al Messina prima di chiudere definitivamente con il calcio giocato l’anno successivo con la Triestina. La sua carriera fu condizionata da un infortunio al ginocchio che lo portò a giocare con poca regolarità in campionati minori fino al 1974. Smesso di giocare diventa allenatore. Guida Portogruaro, Novese, S. Angelo, Treviso, Casale, Derthona, Pro Patria, Pergocrema e la nazionale Under 16 dell’Iraq.

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Cellino contro Lotito: “Raglio d’asino non giunge in Paradiso”

Il Presidente del Brescia Massimo Cellino non ci è andato leggero e si è detto contrario all’idea di riprendere gli allenamenti ad aprile e tornare in campo a maggio. “Ribadisco che se si riprenderà a giocare io non schiererò il Brescia. Non è una provocazione: mi diano i punti di penalizzazione che vogliono, mi assumo tutte le responsabilità del caso”, ha detto Cellino in un’intervista pubblicata quest’oggi sul Giornale di Brescia, rilasciando qualche commento anche sulla Lazio: “Lotito vuole tornare a giocare? Raglio d’asino non giunge in Paradiso si dice a casa mia: io ascolto solo chi è degno di essere ascoltato”, e ha poi aggiunto: “Tra l’altro non so nemmeno se rappresenti la Lazio, visto che del club è solo presidente del comitato di gestione”.

VIDEO – Paradiso ed Elisa insieme contro il Coronavirus con il singolo “Andrà tutto bene”

Il lazialissimo Tommaso Paradiso ed Elisa insieme contro il Coronavirus: lanciato il singolo “Andrà tutto bene” a sostegno della protezione civile.

L’hanno detto loro stessi: questo singolo è nato anche sotto consiglio dei fan sui social ed è rivolto a tutte le persone che soffrono e lottano contro il Covid-19. Tommaso Paradiso ed Elisa insieme contro il Coronavirus con il singolo “Andrà tutto bene”. I proventi andranno interamente alla Protezione civile in prima linea nella gestione dell’emergenza. Paradiso ed Elisa hanno fatto il gol più bello mettendoci su un piano calcistico: in attesa che tutta l’Italia riparta insieme andrà tutto bene.

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LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Sigvard Löfgren

LA NOSTRA STORIA Sigvard Löfgren nasce a Ronneby, in Svezia, il 12 aprile 1928. Gioca nell’Helsinborgs e nella Nazionale Svedese.

Nel 1951 Löfgren è acquistato dalla Lazio, che vince la concorrenza di molte altre squadre. Per problemi burocratici il nulla osta per il suo tesseramento viene però rilasciato solo dopo l’inizio del campionato. Per questo il suo esordio in maglia biancoceleste avviene solo alla VI^ giornata di campionato. Confermato la stagione successiva riporta un serio infortunio e gioca solo alcune amichevoli e gare di allenamento. Nell’estate 1955 viene ceduto alla Spal. A Ferrara resta una sola stagione, l’ultima in Italia, dopodiché torna in Svezia. Nel 1959 gioca con il Ronneby BK. È deceduto a Ronneby il 21 aprile 1996.

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DIACONALE: “Tutti sono contro di noi, la Lazio merita rispetto”

Il portavoce della Lazio Arturo Diaconale è intervenuto ai microfoni di Radiosei per difendere la Lazio e il presidente Lotito dai detrattori e ribadire la posizione del club in merito alla ripresa del campionato. “C’è uno schieramento incentrato su un conformismo fondato su pregiudizi anti-Lazio che mi spingono a fare una voce fuori dal coro”, ha detto Diaconale, “tutti i media si muovono all’unisono per criticare la Lazio e il presidente Lotito, qualsiasi cosa si faccia i tifosi della Lazio sono brutti e cattivi, pregiudizio totalmente ingiustificato, contro cui combatto da tempo. Lo stesso nei confronti di Lotito”. Il portavoce dei biancocelesti ha inoltre ribadito che “la Lazio ha 120 anni e merita più rispetto” e “la posizione della Lazio è sempre stata a favore della ripresa del campionato fatta in sicurezza e il fatto che probabilmente si riparta”, spiega Diaconale, “è una vittoria”.

CORONAVIRUS Gravina: “Scudetto del cuore a medici ed infermieri”

La Figc lancia un’iniziativa speciale dedicata a chi in questo periodo si sta prendendo cura del Paese: medici e personale sanitario, volontari della Protezione Civile, le forze dell’ordine e le forze armate. E’ proprio a tutti coloro che stanno affrontando il virus quotidianamente che la Figc assegnerà lo “scudetto del cuore”, un premio simbolico che verrà consegnato in un evento ad hoc allo stadio di Bergamo e coinciderà con l’iniziativa del ct Mancini di giocare una partita tra la Nazionale maschile e femminile, ovviamente quando ci saranno le condizioni per riaprire gli stadi. “Il calcio rappresenta uno straordinario collante sociale e ha enormi responsabilità anche quando il pallone non rotola”, ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina, principale promotore dell’iniziativa.

ZOFF: “Capisco Lotito, ma attenzione: in testa c’è la Juve”

Intervistato dal Corriere della Sera, Dino Zoff ha parlato dell’eventualità di una ripresa del campionato, lasciando qualche commento anche sulla Lazio. “Siccome in ballo c’è la vita, c’è il futuro, non una partita o una coppa, dobbiamo mettere da parte egoismi e interessi di bottega” ha affermato l’ex tecnico biancoceleste. Zoff ha poi detto la sua sulla questione del taglio degli stipendi, sostenendo che “bisogna fare ognuno la sua parte” e dunque “tutti si dovrà rinunciare a qualcosa”. La conversazione si è poi spostata sull’argomento Lazio e Dino Zoff ha commentato la posizione presa da Lotito, mostrando comprensione nei suoi confronti: “Da un certo punto di vista posso anche capirlo, è umano”. L’ex portiere ha dovuto riconoscere che “la Lazio ha fatto una stagione eccezionale”, precisando comunque che “in testa c’è la Juve, quindi se si torna a giocare è ancora tutto in ballo”.

Lotito chiama Inzaghi e la squadra: “Rimanete pronti”

Ormai è ufficiale: le attività, ad eccezione di alcune, resteranno chiuse fino al 4 maggio così come gli allenamenti sportivi. Nel frattempo però Lotito chiama Inzaghi e la squadra per tenere alta la tensione.

Nel corso di una conference call con il mister e la squadra il patron avrebbe detto: “Tenetevi pronti per quando si potrà ripartire. Il centro di Formello è stato sanificato, è un posto sicuro. Noi siamo pronti ed aspettiamo”. Lotito chiama Inzaghi e la squadra: questo discorso sarebbe avvenuto prima che ieri sera premier Conte dichiarasse la proroga del lockdown ma la sostanza non cambia: c’è voglia di ripartire a maggio e si assicura la massima sicurezza. C’è un campionato da finire ma anche un virus da sconfiggere!

LA NOSTRA STORIA Il portiere Zvonimir Monsider

LA NOSTRA STORIA Zvonimir Monsider nasce a Zagabria l’11 aprile 1920. Inizia a giocare nelle giovanili della Juventus Zagreb e del Mladost Zagreb.

Nel 1937 Monsider passa al Trgovački. L’anno dopo gioca nel Ferraria. Dal 1939 al 1945 è nelle fila del Concordia e infine Dinamo dal 1945 al 1948. Tra il 1942 e il 1943 durante il breve periodo dell’indipendenza croata disputa 6 gare con la rappresentativa nazionale. Dal 1945 al 1948 mentre gioca con la Dinamo Zagreb milita per 7 volte con la maglia della Jugoslavia. In occasione di una partita a Trieste tra la Dinamo e la locale squadra della Ponziana decide di non rientrare a Zagabria e di accettare l’offerta della Lazio. La Dinamo però non rilascia l’autorizzazione al trasferimento e il giocatore, pur rimanendo nella società biancoceleste resta fermo per un anno e mezzo.

Quando la situazione si sblocca la Lazio lo cede al Padova perché non potendo tesserare più di tre giocatori stranieri per regolamento non avrebbe potuto procedere all’acquisto del centravanti Arce. Rientrato alla Lazio passa all’Hungaria FbC. Al termine di una tournée in Spagna e in Sud America viene ingaggiato dai colombiani dell’Universidad Bogotá. L’anno dopo si trasferisce in Spagna al Barcellona ma la Federazione Spagnola blocca l’arrivo di tutti gli stranieri e Monsider resta senza contratto. Si iscrive quindi al corso allenatori che supera classificandosi quinto su trenta partecipanti. Allena i portieri in diversi club spagnoli di secondo piano: Sabadell Barcellona, Barakaldo, Terrassa, Unió Esportiva Sants e L’Hospitalet. Nel 1961 lascia l’Europa e si trasferisce in Canada dove continua l’attività di preparatore dei portieri nel club Metro Croazia di Toronto. È morto a Crystal River, in Florida, il 16 marzo 1997.

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Lazio e Auronzo di Cadore insieme fino al 2022

La Lazio ha comunicato di aver prolungato con il Comune di Auronzo di Cadore l’accordo per il ritiro estivo del club biancoceleste.

Con un comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, la Lazio ha annunciato di aver prolungato l’accordo con il Comune veneto di Auronzo di Cadore fino alla stagione 2021/2022. Una partnership che continua dunque, arrivando a 15 anni. Nel corso degli anni tanti tifosi ed appassionati biancocelesti hanno trascorso le vacanze seguendo il ritiro della squadra ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.

IL COMUNICATO

“La S.S. Lazio, la Media Sport Event Group ed il Comune di Auronzo di Cadore sono liete di annunciare il prolungamento alla stagione 2021/22 dell’accordo per il ritiro estivo della squadra biancoceleste nell’incantevole scenario del “Paese delle Tre Cime di Lavaredo”. Il record di presenza della Lazio nella cittadina veneta è destinato quindi a rafforzarsi arrivando, con il rinnovo, a toccare quota 15 anni di presenza. Un connubio forte, realizzatosi grazie al lavoro portato avanti dal club con le autorità locali, in primis l’Assessore allo Sport del Comune di Auronzo Enrico Zandegiacomo Seidelucio, già fautore del ritiro 13 anni fa, e la Media Sport Event Group di Gianni Lacché che hanno creduto fortemente in questa iniziativa sportiva e turistica”.

IL CONNUBIO TRA LA LAZIO ED AURONZO

“Il paesaggio delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità, le strutture sportive all’avanguardia e il rapporto di grande empatia venutosi a creare tra il popolo laziale e la popolazione auronzana fanno sì che Auronzo sia diventato la location ideale per il ritiro della squadra biancoceleste, accolta e coccolata sempre con grande calore. Il rinnovo assume oggi un significato particolare visto il momento storico di emergenza sanitaria che tutta la nazione sta vivendo, quasi a voler comunicare un messaggio di ottimismo e di speranza. Anche quest’anno il Comune di Auronzo, Media Sport Event e tutta la “macchina” organizzativa, si faranno trovare pronti qualsiasi siano le decisioni, le necessità e le esigenze per il ritiro estivo”.

INTANTO ANCORA SCINTILLE TRA LOTITO E AGNELLI>>>LEGGI QUI

Lotito Agnelli, ancora scintille per la ripresa: pressioni sul governo

Lotito Agnelli lo scontro è aperto: i patron in pressing sul governo per far prevalere le proprie posizioni. Motivo della contesa? La data per la ripresa degli allenamenti.

La Lazio preme per una lenta ripresa in sicurezza a partire dal 14 aprile, la Juve vorrebbe la contemporaneità di tutte le squadre con allenamenti a partire dal 4 maggio. Le posizioni sono ben delineate: a fianco di Lotito ci sono De Laurentiis e Pallotta, con Agnelli invece Ferrero, Cellino, Marotta, Cairo e Preziosi. Lotito Agnelli: la contesa è aperta. La Lazio vuole essere premiata in quanto ha vietato che i suoi giocatori lasciassero la Capitale, Juve e Inter invece vorrebbero far rientrare i calciatori lasciati andare nelle proprie nazioni e ammortizzare i 14 giorni di quarantena obbligatori per chi rientra dall’estero. La partita è aperta e ora si gioca sui tavoli del governo: Lotito e Agnelli infatti stanno facendo pressione su Spadafora. Vedremo a questo punto se il calcio potrà cominciare gradualmente a ripartire dal 14 aprile o se ci sarà ancora lockdown totale.

LAZIO Luis Alberto: “Il mio futuro? E’ alla Lazio. Voglio lo Scudetto”

LAZIO Luis Alberto parla del periodo passato, della carriera, dell’arrivo in biancoceleste e del sogno Scudetto

LAZIO Luis Alberto si è lasciato intervistare dal giornalista di ‘Onda Cero’ attraverso il canale ufficiale ‘El Transistor’ parlando della Lazio della quarantena:

“Dopo aver disputato la partita con il Bologna mi sono recato ad Andalusa con il mio fisioterapista per delle cure, lì c’è la mia famiglia, poi sono tornato subito a Roma, ma loro non sono tornati subito, così ho passato un mese qui da solo. Però mi è andata bene, perché ho la residenza in Italia e quindi mi hanno potuto raggiungere. Gli hanno controllato la temperatura, così ora stanno qui con me e mi tocca pure fare la spesa per tutti. L’Italia in questo momento si trova più avanti rispetto alla Spagna, credo che già a fine mese potremo iniziare ad allenarci, ovviamente non ancora tutti insieme, in piccoli gruppi. Ho la sensazione che piano piano stia finendo tutto, qui a Roma siamo più tranquilli, mentre al Nord è più grave. 

Campionato: “Cambiano sempre data e decisione. Però penso vogliano iniziare verso l’inizio di giugno, però non è possibile dare già un giorno specifico. Dipende tutto da cose si evolverà questo virus, anche se la cosa più importante che passi il prima possibile. Io voglio finire il campionato, sarebbe giusto sia per chi sta in alto ma anche per chi sta in basso. Non lo dico perché siamo secondi”.

Carriera

“Ho tardato nel fare il salto di qualità, l’avrei già dovuto fare da giovane, quando stavo al Siviglia non ero molto maturo, anche se non ho avuto molte chance. Mentre quando sono passato al Liverpool arrivavo dalla Serie B spagnolo, ho avuto un impatto diverso. Però sono riuscito ad adattarmi e mi allenavo sempre con intensità. A Malaga invece ho iniziato bene il pre campionato, però al Deportivo nell’anno successivo è andata benissimo, mi sentivo fiducioso. Mi divertivo molto e poi è arrivata la pubalgia. Però il vero salto di qualità l’ho fatto con la Lazio, questo è un grandissimo club. Quando sono arrivato non mi conosceva nessuno, specialmente all’inizio, ma era tutta colpa mia. Venivo sì dal Liverpool, ma non avevo mai giocato, mi allenavo e basta. Ho incontrato Campillo e ho cambiato totalmente mentalità. Iniziai a giocare di più e da lì è cambiato tutto, avere un mental coach per un giocatore giovane è davvero importante”.

Rinnovo: “Ho sempre ribadito che il Siviglia è casa mia e un giorno mi piacerebbe tornare, però il mio futuro è alla Lazio, è praticamente impossibile. Siamo a buon punto per il rinnovo, sono fiducioso, presto sarà ufficiale, ma prima bisognerà aspettare che termini il Coronavirus”.

Supercoppa: “E’ stato tutto molto strano, ho fatto il primo gol, ma è anche quello che ho festeggiato di meno. I nostri tifosi non c’erano e lì continuavano a urlare solo per Ronaldo. Non avevamo la rivalità e l’opportunità di esultare con la gente. La mia famiglia ovviamente era lì con me, però non è la stessa cosa, non mi ha dato la stessa adrenalina. Avrei preferito farlo in casa della Juventus, non mi è piaciuto”.

“Felipe Anderson era diverso, aveva una qualità non comune, anche Milinkovic è molto forte a livello qualitativo. Però quello che mi sta sorprendendo è Correa, lo conoscevo già dai tempi di Siviglia. Ho parlato con Immobile del Siviglia, ha detto che si è trovato bene, gli è piaciuta la città, il club, tutto, però davanti a lui c’era Gameiro ed era complicato. Ora l’importante è che stia con noi e che continui a segnare 35-40 gol a stagione”.

“Un saluto a tutti i laziali, speriamo passi tutto subito. Ci vediamo presto all’Olimpico per festeggiare qualcosa di bello con la Lazio. Venire alla Lazio è stata la miglior decisione che abbia preso. Con i tifosi della Roma non ho avuto mai nessun problema, qui le due squadre sono molto rivali più di Siviglia-Betis. Con i nostri tifosi che ci elogiano in campo siamo 12 invece che 11. E’ stato bello trasformare i fischi in applausi”.

“Sono sempre insieme a Jony da quando è arrivato qui. E’ facile giocare con Milinkovic. A Ciro ho chiesto un orologio se dovesse raggiungere i 37 gol, anche a Correa, d’altronde gli fornisco sempre degli assist”.

Obbiettivi: “Sono contento nonostante l’Europeo che sarebbe potuto essere il mio momento. Continuo a giocare come so e cerco di vincere la Serie A. Dobbiamo credere nello scudetto. Non dobbiamo dimenticare il nostro obbiettivo principale ovvero la Champions, però non si può neanche negare l’evidenza, siamo in lotta per lo scudetto”.

Diaconale augura Buona Pasqua a tutti soprattutto agli juventini…

Balzaretti: “La Roma arrivata sempre sopra la Lazio”