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Serie A l’ex Roma Balbo sicuro: “Scudetto? Non lo vince la Lazio”

Serie A l’ex Roma Balbo fa un pronostico sulla stagione che proseguirà quando il Coronavirus sarà definitivamente debellato. Scudetto? Non sarà della Lazio.

L’ex Roma Balbo non punta sulla Lazio: sì alla ripresa del campionato ma lo scidetto non sarà biancoceleste. Ecco le sue parole: “La Serie A deve essere giocata per intero a costo di chiudere a dicembre. Niente playoff, niente congelamento della classifica. Non è professionale alterare in corsa un torneo costruito per avere una certa durata. Scudetto alla Lazio? Dobbiamo essere sportivi e accettarlo. Ma non lo vince”. Se è sicuro lui allora…

Belle notizie da Lulic: il biancoceleste ha smaltito l’infortunio alla caviglia

Belle notizie da Lulic: il capitano biancoceleste è pronto a riprendere condizione dopo l’operazione alla caviglia sinistra. Ottenuto il via libera.

Terminata la riabilitazione in Svizzera dopo l’operazione, arrivano belle notizie da Lulic. Il bosniaco può tornare ad allenarsi per recuperare il tono muscolare. Tutto in sicurezza sanitaria si intende: nell’era del Coronavirus il biancoceleste dovrà usare la sua palestra di casa in attesa di poter riabbracciare i suoi compagni a Formello. Lo sperano tutti, Inzaghi in primis, perché vorrebbe dire che finalmente il virus è stato debellato e tutto potrà riprendere con una tranquilla normalità.

SERIE A SPADAFORA HA DECISO: RIPRESA CAMPIONATO ANCORA RIMANDATA

Serie A Spadafora, ministro dello Sport italiano, ha dichiarato che non c’è possibilità di ricominciare i campionati a maggio e nemmeno di allenarsi.

Serie A Spadafora ha le idee chiare: no alla ripresa del campionato, non è ancora il momento. Ecco il suo pensiero a Repubblica: “Il calcio non ricomincerà il 3 maggio. Le squadre di Serie A hanno già sbagliato quando era il momento di fermarsi. Devono capire che nulla sarà più come prima. Pensavo ai nostri ragazzi abituati a stringersi, abbracciarsi, passarsi la bottiglietta d’acqua: tutto questo mancherà per molto tempo. Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico. Domani proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò la misura agli allenamenti, sui quali non eravamo intervenuti perché c’era ancora la possibilità si tenessero le Olimpiadi”.

LA NOSTRA STORIA – Arne Bengt Selmosson

Il 29 marzo 1931 nasceva a Sil, in Svezia, uno dei giocatori più ‘controversi’ della storia delle due società romane, Arne Bengt Selmosson, scomparso a Stoccolma nel 2002. Iniziò la sua carriera nelle giovanili del Sils per poi passare al Joenkoeping. Acquistato dall’Udinese nel 1955 per ben 150 milioni rimase inattivo per un anno. Non poté essere schierato a causa di un decreto del Presidente del Consiglio che impediva l’impiego di giocatori stranieri. Tra i bianconeri giocava in coppia con Lorenzo Bettini. I due riuscirono a portare nel campionato 1954-55 la squadra friulana al secondo posto dietro il Milan.  Fu un personaggio popolarissimo. A Udine a causa del colore dei suoi capelli i tifosi lo soprannominarono ‘Raggio di Luna’. Alto e potente, era velocissimo e dotato di una tecnica da fuoriclasse. L’anno successivo il presidente della Lazio, Costantino Tessarolo, con l’aiuto economico di Mario Vaselli, lo portò a Roma dopo una trattativa complessa in cui Alberto Fontanesi e Per Bredesen furono girati all’Udinese insieme a un buon numero di milioni che consentirono ai biancocelesti di avere anche Bettini. Alla Lazio giocò tre stagioni, scendendo in campo in 101 incontri e realizzando 31 reti. Nell’estate del 1958 il presidente reggente della società Leonardo Siliato, con il club in piena crisi finanziaria, dovette vendere l’asso svedese divenuto nel frattempo il beniamino dei tifosi laziali. La cosa che più ferì i tifosi fu il fatto che l’acquirente fu la Roma. La società giallorossa approfittando della situazione finanziaria dei rivali cittadini acquistò il giocatore per 135 milioni. Alcuni dirigenti laziali raggiunsero il calciatore in vacanza in Svezia per scongiurarlo di non firmare il contratto. Lo svedese dichiarò che preferiva restare in biancoceleste ma alla fine dovette cedere. I sostenitori della Lazio a quel punto scesero in piazza. Si verificarono diversi scontri con le forze dell’ordine. Alcuni dirigenti si dimisero, altri per molto tempo rimasero confinati nelle proprie case. I tifosi giurarono di non abbonarsi. Tra l’altro la settimana precedente la cessione un settimanale sportivo aveva messo in vendita uno dei primissimi poster a colori in cui era rappresentato il volto di Selmosson in maglia biancoceleste e i ragazzini laziali avevano riempito le pareti delle loro stanze con quella foto. Tra i giallorossi rimase quattro anni. È l’unico giocatore ad aver segnato nel derby sia per la Lazio che per la Roma. Giocatore esemplare per correttezza. Dopo un goal segnato alla Lazio in un derby tornò a capo basso verso il centro del campo senza esultare. Episodio senza precedenti su un campo di calcio in Italia molto apprezzato dai tifosi delle due squadre. Nell’ultima stagione in giallorosso non scese mai in campo. Nel novembre 1961 passò all’Udinese dove restò fino al 1964, con i friulani in serie B. Rientrato in patria giocò con il Skoevde AIK per poi intraprendere la carriera di allenatore in squadre minori.

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LA NOSTRA STORIA Il portiere Paolo Colucci

LA NOSTRA STORIA Paolo Colucci nasce a Roma il 29 marzo 1926. Nel 1940/41 inizia a giocare nel G.S. Colosseo. L’anno dopo passa al G.S. Vincere.

Arriva alla Lazio nel 1942/43 e vi resta per due stagioni. A 15 anni Colucci inizia a lavorare come impiegato nell’Agenzia generale dell’INA. Aiutato da alcuni partigiani evita l’arresto da parte dei nazifascisti dopo l’attentato di Via Rasella. Entra nel giro della prima squadra a 17 anni fortemente voluto da Dino Canestri. Intanto continua a giocare a livello giovanile. Nelle stagioni 1943/44 e 1944/45 vince il Campionato Romano Ragazzi.

Nel 1945/46 passa in prestito all’Almas dove vince il Campionato di Prima Divisione. Torna alla Lazio nella stagione 1946/47. Nella stagione 1947/48 si trasferisce in prestito al Latina in serie C. L’anno dopo gioca a Palombara. Torna in prestito alla Lazio nel 1949/50 e riscatta il cartellino. Quindi passa all’ATAC e nel 1950/51 ai dilettanti dell’Humanitas dove subisce la rottura dei legamenti. Infortunio che lo costringe al ritiro.

Nel 1986, una volta in pensione, per 18 anni con l’ex compagno di squadra Renato Spurio allena i giovani portieri nel Centro Sportivo Cristoforo Colombo. Ha seguito la Lazio fino alla fine. È stato socio fondatore e Segretario dell”Associazione Vecchie Glorie di Roma e Lazio’. Instancabile organizzatore di iniziative atte a sensibilizzare i giovani sul valore dello sport e sulla necessità di osservare sempre comportamenti etici e corretti.

Tra il 2004 e il 2006 con un altro ex laziale, Franco Rosi, che possiede una casa a Malindi in Kenia ha messo a disposizione i denari per costruire tre aule scolastiche in un istituto per i bambini poveri del Paese africano garantendone anche l’approvvigionamento alimentare. Muore a Roma il 9 novembre 2014.

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ACCADDE OGGI 29 marzo 1992, Juventus-Lazio 1-1: alla “prima” di Cragnotti, Signora salva al 90′

Sergio Cragnotti in tribuna allo stadio Delle Alpi, per la prima volta da proprietario della Lazio. E’ questa la nota di cronaca più importante in una sfida che vedrà la Lazio beffata dopo aver cullato il sogno di un colpaccio a Torino fino allo scadere. Il campionato si risolverà con l’ennesimo assalto fallito all’Europa dei biancocelesti: l’ultimo, perché Cragnotti si rivelerà il principe azzurro atteso dai laziali per oltre novant’anni.

La partita vede una superiorità juventina intermezzata da ripartenze laziali molto efficaci. Piacevole, ma il pareggio rischia di non servire a nessuna delle due squadre. Ma fatalmente si concretizza: a sette minuti dal novantesimo infatti Karl Heinz Riedle trova il vantaggio, poi Fiori è miracoloso su una punizione di Roberto Baggio, ma non può nulla su Schillaci che colpisce proprio a vittoria ormai acquisita. La partita viene arbitrata da un giovane Collina: proprio la prova che fosse la giornata dei protagonisti del calcio del futuro.

Fabio Belli

IL TABELLINO

29 marzo 1992, JUVENTUS-LAZIO 1-1

Marcatori: 38’st Riedle (L), 45’st Schillaci (J)

JUVENTUS: Tacconi, Reuter, De Agostini, Conte (9’st Di Canio), Carrera, Julio Cesar, Alessio, Galia, Schillaci, R.Baggio, Casiraghi. A disp.: Peruzzi, Luppi, Ragagnin. All. Trapattoni.

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Neri, Bacci, Riedle, Sclosa (22’st Melchiori), Ruben Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Verga, Stroppa. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).

 

Lazio Acerbi: “Aspettiamo per giocare ma teniamoci in forma”

Lazio Acerbi torna a parlare in una diretta Instagram. Anche il giocatore biancoceleste tiene compagnia ai suoi followers in questi giorni difficili di quarantena per il Coronavirus.

Lazio Acerbi su Instagram: “Non so quando potremmo tornare a giocare, basta vedere la situazione attuale per capire. È normale che ci sia un po’ di panico, non si possono prendere decisioni in fretta, vediamo come va. Quando andrà meglio, si tireranno un po’ le somme. L’importante è tenersi in forma, mi manca però giocare insieme al gruppo. La mia famiglia è a Milano, stanno bene”.

Marcolin e la scomparsa del papà per Coronavirus: “Non potrò nemmeno baciarlo”

Un dramma vero quello che stanno affrontando molte famiglie italiane a causa del Covid-19. La morte ha colpito anche un familiare di un ex giocatore della Lazio: Marcolin e la scomparsa del papà per Coronavirus.

“Il mondo del calcio mi ha aiutato nelle prime ore con tanto affetto. Soffro anche per chi ha perso qualcuno di caro. Il primo a chiamare è stato Mancio, subito dopo Sinisa. Poi tifosi di Lazio e Napoli. Insomma, tantissima gente. Eravamo preparati al peggio. Ma il peggio non è mai come te lo immagini. Ero andato a trovarlo a casa a inizio febbraio, non avrò nemmeno la possibilità di dargli un bacio sulla fronte”. Queste le parole del l’ex Lazio e Napoli e ora telecronista affermato. Marcolin e la scomparsa del papà per Coronavirus: oltre la morte ora c’è la sofferenza per un ultimo saluto che inevitabilmente sarà più freddo e distaccato.

LA NOSTRA STORIA L’ex difensore Alberto Caroletta

LA NOSTRA STORIA Alberto Caroletta nasce a Roma il 28 marzo 1948. Dopo gli esordi con il Bettini Quadraro nell’estate del 1965 passa alla Lazio con Antonio Giammei. Nel 1965/66 partecipa alle finali nazionali del campionato Primavera e vince i Trofei Cin Casoni e Agostini. L’anno dopo vince i Trofei di Saint Ouen e Città di Riccione.

Nel 1967/68, con la Lazio in serie B, Alberto Caroletta è promosso nella squadra De Martino dove conquista il titolo italiano. Dopo un’altra stagione e il servizio di leva passa in prestito a L’Aquila. A fine stagione torna alla Lazio. Gioca ancora nella De Martino e vince di nuovo il titolo nazionale. Convocato per il ritiro precampionato del 1971 partecipa a quasi tutte le amichevoli estive. A novembre passa in prestito alla Salernitana. La stagione dopo torna alla Lazio. A novembre è di nuovo in prestito al Trani. Nel 1973/74 inizia la stagione con il Frosinone ma dopo sei gare, assunto dall’ENEL, abbandona il calcio professionistico.

Nel 1974/75 accetta la proposta di un collega di lavoro e riprende a giocare con il Passo Corese. Resta dieci anni, salvo una stagione al Torre Maura, prima come giocatore e poi come allenatore-giocatore. Come allenatore, chiamato dall’ex compagno di squadra Chinaglia, guida il Villa San Sebastiano, compagine abruzzese di I Categoria nella quale Giorgione si cimenta come calciatore. Alberto Caroletta oggi è pensionato, vive alla Garbatella e si diletta a partecipare a tornei di calciotto insieme ai sui ex colleghi dell’ENEL.

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LA NOSTRA STORIA L’ex centrocampista Giambattista Moschino

LA NOSTRA STORIA Giambattista Moschino nasce a Vigevano, in prov. di Pavia, il 28 marzo 1939. Cresce nelle giovanili del Novara. Fa il suo esordio in Serie A nella stagione 1955/56 ad appena 16 anni. L’anno dopo gioca tra i cadetti e dal 1957 diventa titolare.

Nel 1959 Moschino passa al Torino in Serie B. La stagione 1960/61 la passa in tribuna a causa di un brutto infortunio. Nel novembre del 1961 torna al Novara. Dopo essere tornato di nuovo al Torino passa in prestito alla Lazio nel novembre del 1962. Dalla stagione 1963/64 torna ai granata dove resta per sette stagioni vincendo la Coppa Italia nella stagione 1967/68. Nella stagione 1970/71 passa al Verona. Ritorna alla Lazio nel 1971/72 voluto da Tommaso Maestrelli.

Con i biancocelesti centra la promozione in A e viene confermato per la stagione dopo. In totale gioca tre stagioni con la Lazio. Alla fine della stagione 1972/73 chiude con il calcio giocato e diventa l’allenatore della Reggina in serie B. Nel 1975/76 è direttore sportivo dell’Albese in C. Successivamente torna ad allenare guidando la Reggiana e poi come vice l’Alessandria. Per anni Moschino è stato istruttore federale presso il Centro Tecnico di Coverciano. È deceduto a Vigevano il 20 luglio 2019.

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LAZIO Tare: “Priorità combattere il virus, sperando poi di giocarci lo Scudetto”

LAZIO Il Direttore Sportivo biancoceleste Igli Tare ha concesso un’intervista al quotidiano torinese Tuttosport, dove ha parlato della situazione calcio nell’emergenza Coronavirus.

LAZIO Il Direttore Igli Tare è stato tra i dirigenti intervistati di Tuttosport in un’indagine sul calciomercato. Le sue parole sulla situazione: “La priorità combattere il virus e chiudere la stagione, non riuscirci sarebbe fatale per la situazione economica del calcio. Speriamo di giocarci lo scudetto fino all’ultimo, anche se non si può ancora sapere quando si riprenderà. Solo dopo penseremo a come organizzare il mercato. L’unica cosa certa è che sarà più complicato. L’abbassamento generale dei prezzi è possibile, ma molto dopenderà da come concluderemo l’annata. Non mi intriga l’idea di una sessione sempre aperta fino all’inverno”.

INTANTO CURVA NORD DONA 8MILA EURO PER L’EMERGENZA>>>LEGGI QUI

CORONAVIRUS LAZIO — La Curva Nord raccoglie 8.000 euro

CORONAVIRUS LAZIO — Ambiente biancoceleste in prima linea nel combattere l’emergenza. La Curva Nord ha organizzato una donazione destinata all’Ospedale San Paolo di Civitavecchia. Una volta raccolti i fondi, i tifosi biancocelesti li hanno interamente devoluti al reparto di terapia intensiva per acquistare maschere, autorespiratori, occhiali e materiale di protezione necessario per combattere l’emergenza sanitaria. Per diffondere e promuovere questo messaggio, ci hanno messo la faccia anche Ciro Immobile e Danilo Cataldi. Il centrocampista biancoceleste, attraverso un video su Instagram, ha lanciato il suo appello: “Diamo una mano, ci sono in ballo le vite di molte persone”. Il risultato, considerando i tempi stretti, si è rivelato un grande successo perché sono stati raccolti più di 8 mila euro.

Taglio degli stipendi: scontro tra il Barcellona e i suoi giocatori

I giocatori del Barcellona dicono no al taglio degli stipendi. La società blaugrana, in crisi economica dopo la sospensione dell’attività sportiva, davanti al rifiuto dei calciatori si è rivolta al Tribunale.

Il Barcellona ha diffuso un comunicato in cui spiega che della questione del taglio degli stipendi si occuperà il dipartimento del Lavoro della Catalogna. La nota del club recita: “La dichiarazione dello stato d’allarme del 14 marzo, a seguito dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo per la pandemia di coronavirus, ha significato la cessazione di tutte le attività sportive e non del nostro club. In questo scenario il Cda ha deciso di attuare una serie di misure per mitigare gli effetti e ridurre le conseguenze di questa crisi. Tra le misure adottate quelle relative al luogo di lavoro. Motivate dalla necessità di attuare misure per adattare gli obblighi contrattuali del personale del club alle nuove e temporanee circostanze.

Riguarda la presentazione dei diversi file relativi nel campo sportivo (calcio e altri sport professionistici), così come nel resto del personale non sportivo. File che verranno esaminati davanti al dipartimento del Lavoro della Generalitat de Catalogna una volta che il club avrà condiviso con tutto il personale, sportivo e non, gli aspetti relativi a queste misure e il loro campo di applicazione. Si tratta di una riduzione della giornata lavorativa imposta dalle circostanze e dalle misure di protezione attuate e, di conseguenza, della riduzione proporzionale della remunerazione prevista nei rispettivi contratti. Misure che il club intende attuare scrupolosamente a seguito degli standard formali di lavoro secondo i criteri di proporzionalità e, soprattutto, correttezza. Con l’unico obiettivo di riprendere l’attività il più presto possibile”.

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud: ecco gli altri nomi

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud – L’attaccante francese a giugno vedrà il suo contratto scadere e ha già dichiarato alla società inglese che non rinnoverà

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud – La Lazio con tutta probabilità nella prossima stagione, giocherà la Champions League sia in caso di conclusione del campionato sia se si continuasse a giocare, perciò si cercano già i rinforzi per la prossima stagione. Olivier Giroud è stato corteggiato per tutto gennaio, ma il Chelsea ha deciso di non lasciarlo partite. Però sembrerebbe che tra la Lazio e il giocatore, ci sia un accordo per il trasferimento in biancoceleste a giugno quando il suo contratto sarà scaduto.

Però non è l’unico calciatore che interessa alla società, infatti Tare ha da sempre sognato di avere in rosa Pedro, anche lui come il francese, a giugno vedrà il proprio contratto in scadenza. Il Ds provò a portarlo a Roma già nel 2018 senza successo ora però, le cose potrebbero cambiare. Un altro nome è quello di Marcos Alonso, ex Fiorentina, laterale sinistro che potrebbe fare al caso di Inzaghi, grazie alla sua corsa, tecnica e forza. Lui a differenza degli altri due non ha il contratto in scadenza ma è ai ferri corti con la società che nel prossimo calciomercato, lo metterà in vendita, per la Lazio sarebbe un’ottima opportunità. Il mercato estivo laziale potrebbe parlare inglese.

CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato

Parma D’Aversa punge Inzaghi: “E’ uno dei migliori, però ora fa lo gnorri”

Parma D’Aversa punge Inzaghi – Il tecnico ha parlato del mister piacentino mettendolo sul podio dei migliori allenatori

Parma D’Aversa punge Inzaghi – L’allenatore del Parma, è intervenuto in questo momento di difficoltà per parlare di calcio e ha nominato anche la Lazio e Inzaghi. Ancora non gli è andata giù la partita tra Parma-Lazio, reo secondo lui, di aver subito un’ingiustizia con il rigore non concesso all’ultimo minuto, ecco le sue parole:

Sarri ancora si deve ambientare del tutto, ha bisogno ancora di un po’ di tempo, anche se ricordiamo che è pur sempre primo in classifica e agli ottavi di Champions. Anche Conte però sta facendo un ottimo lavoro nonostante tra la sua be la Juventus in questo momento ci sia un distacco di punti. La Lazio invece è riuscita a mettere i bianconeri in apprensione, li tiene sempre tesi, merito soprattutto di Inzaghi. In questo momento tutti noi più che sul calcio, abbiamo le testa e gli occhi su altre problematiche, certo ci manca però dobbiamo stare attenti ad altro. Chi metto sul podio come allenatori? Al terzo posto Liverani, mentre primo e secondo posto Gasperini e Inzaghi, entrambi stanno portando due squadre che in questi anni a fare cose straordinarie che non erano assolutamente abituate a quelle posizioni. Stanno lavorando benissimo con le rose che hanno a disposizione”.

“Pochi fa abbiamo fatto l’ultima chiamata, ci sentiamo spesso telefonicamente. Ognuno ovviamente cerca di fare i propri interessi, ma quello che è accaduto in quella partita, penso sia sugli occhi di tutti. Poi in conferenza stampa ha fatto lo “gnorri” è diventato bravo in questo”.

Inzaghi chiama i giocatori per tenerli concentrati e motivati

Inzaghi chiama i giocatori per tenerli concentrati e motivati

Inzaghi chiama i giocatori per tenere alta la condizione fisica e la concentrazione qualora arrivasse il via libera per la ripresa degli allenamenti

Inzaghi chiama i giocatori – Lotito inizialmente aveva fissato la ripresa degli allenamenti per lunedì 23, ma non è arrivato l’ok da parte della Lega per la messa in sicurezza così è stato tutto rimandato. La Serie A ormai è bloccata da tre settimane e i giocatori potrebbero aver perso lo smalto a livello fisico e mentale, perciò Simone Inzaghi chiama sistematicamente tutti in base a dei turni. Durante le chiamate, chiede ai giocatori di rimanere calmi e restare concentrati per essere pronti in ogni momento in caso d’inizio. Quando sono stati annullati gli allenamenti il tecnico ha detto ai ragazzi di rimanere concentrati, continuando ad allenarsi perché appena verrà confermato il ritorno, si dovranno tutti far trovare pronto, ci sarà pochissimo tempo per recuperare, perciò bisognerà farsi trovare subito pronti.

Insomma, un allenatore sempre presente per tutti, anche in questo momento di difficoltà, chiama costantemente i suoi giocatori per tenerli concentrati e tutti rispondono presente. Infatti a differenza di altri club, i biancocelesti, sono rimasti tutti a Roma senza cambiare città perché sia il mister che il presidente, credono nella ripresa del campionato. Durante le dichiarazioni o dirette Instagram, i calciatori infatti parlano spesso del mister Inzaghi e di quanto lo sentano vicino in questo momento delicato.

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CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato

CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato. Salvo proroghe in Italia i contratti dei calciatori scadono il 30 giugno e dal giorno successivo se ne fanno di nuovi. Normalmente ciò avviene a campionato concluso. Per concludere campionati e coppe per club, come affermato da Gabriele Gravina, si dovrà giocare anche a luglio e agosto.

Quest’anno però con lo stop imposto dall’emergenza coronavirus il calendario del calciomercato potrebbe essere stravolto. Per giocare anche nei mesi estivi le federazioni e le leghe che organizzano i campionati dovranno chiedere alla Fifa che la validità dei contratti dei calciatori sia posticipata oltre la data del 30 giugno. Questo perché altrimenti le ultime partite di campionati e coppe si giocherebbero con formazioni inedite e diverse rispetto al resto della stagione a causa di prestiti conclusi, trasferimenti già concordati e nuovi arrivi dall’estero. Quindi se la fine della stagione sarà prorogata anche la finestra di mercato estivo dovrà subire conseguenze. In Europa le contrattazioni dovranno cominciare più tardi. Secondo Gravina ad agosto e concludersi a settembre inoltrato. O addirittura più avanti. Alla Fifa si è studiato anche lo scenario estremo: mercato aperto fino a novembre o dicembre.

Le associazioni dei procuratori, in tutto il mondo, stanno studiando la questione del calendario delle contrattazioni. Raffaele Rigitano, avvocato dell’associazione Aiacs-Assoagenti, dichiara: “Immaginare un mercato che si sovrapponga per diversi mesi al campionato creerebbe difficoltà. Che possa restare aperto per il mese di settembre, invece, sembra un compromesso ragionevole. La priorità è che il calcio riprenda. Il resto si può discutere”. Sulla polemica sollevata dal presidente Fifa, Gianni Infantino, riguardo agli agenti che avrebbero troppo potere e guadagnerebbero troppo, Beppe Galli, presidente di Aiacs-Assoagenti, risponde: “Gli agenti non guadagnano troppo. I prezzi sono stabiliti dalle società e i guadagni sono parametrati al giro d’affari complessivo. Non tutti sono Mendes e Raiola, molti sono economicamente in difficoltà, visto che spesso i club non pagano o lo fanno con enormi ritardi”. Dei 7 miliardi di euro complessivi del mercato estivo dei calciatori gli agenti intercettano come quota d’intermediazione circa il 12%.

SERIE A – GRAVINA: “IL CAMPIONATO DEVE FINIRE”

Lutto nel calcio internazionale: morto Michel Hidalgo

Calcio internazionale in lutto: morto Michel Hidalgo. L’ex commissario tecnico della Francia campione d’Europa nel 1984 si è spento a Marsiglia all’età di 87 anni. Il suo nome è legato a quello del giocatore più rappresentativo della nazionale transalpina Michel Platini.

Morto Michel Hidalgo. Dopo una carriera da calciatore di medio livello da allenatore raggiunge i risultati più eclatanti proponendo il cosiddetto calcio ‘champagne’. Porta la Francia al Mondiale del 1978 fermandosi però al primo girone eliminata da Italia e Argentina. Quattro anni dopo, in Spagna, la sua squadra incanta ma è fermata in semifinale dalla Germania. I tedeschi si impongono ai rigori dopo aver raggiunto i galletti sul 3-3 ai supplementari. Raggiunge il trionfo due anni dopo nell’Europeo giocato in casa e vinto nella finale contro la Spagna.

DIACONALE: “JUVE E INTER HANNO INTERESSE AD ANNULLARE IL CAMPIONATO”

LA NOSTRA STORIA – Franco Janich, l'”armadio” biancoceleste

Il 27 marzo 1937 nasceva a Udine Francesco Ianich, meglio noto come Franco Janich. Inizia a giocare nelle fine dello Spilimbergo.

Passa poi alle giovanili dell’Atalanta, con la quale esordisce in Serie A. Difensore, giocava nel ruolo di libero. Roccioso ma corretto (non venne mai espulso), venne soprannominato l'”armadio”.  Nel corso della sua lunga carriera non ha mai segnato un gol.

L’ARRIVO ALLA LAZIO

Nel 1958 arriva alla Lazio, dove conquista subito la Coppa Italia (la prima della società biancoceleste nel dopoguerra), la Coppa dell’Amicizia (per nazioni) nel 1960 e la Coppa delle Alpi (per nazioni) nel 1961. È stato uno dei difensori più eleganti e tecnici che abbiano mai indossato i colori biancocelesti. Con la squadra capitolina ha collezionato 93 presenze in Campionato, 10 in Coppa Italia e 2 in Coppa delle Alpi.

L’ADDIO ALLA LAZIO

Nella stagione 1960-1961 passò al Bologna dove diventò titolare fisso e raggiunse il traguardo più alto della sua carriera vincendo lo storico Scudetto del 1964, vinto allo spareggio contro l’Inter di Herrera. Nel periodo bolognese gioca anche 6 partite in Nazionale. Era in campo nelle sconfitte subite con il Cile nei Mondiali del 1962 e contro la Corea del Nord nei Mondiali del 1966. Nella stagione 1969/70 vinse il Premio come Calciatore esemplare assegnato dal quotidiano Stadio al calciatore che più si è distinto nel torneo per qualità atletiche, morali e tecniche (in quel momento 388 partite nel massimo campionato senza mai subire squalifiche).

LA NUOVA AVVENTURA ALLA LAZIO

Terminata la carriera da giocatore diventa Direttore Generale del Napoli dal 1972 al 1976 e dal 1978 al 1980. Poi passa al Como dove ricopre la carica di Direttore Sportivo. Dal 1978 al 1980 torna alla Lazio con l’incarico di Direttore Sportivo. A causa dell’arrivo di Moggi in biancoceleste rinuncia al terzo anno di contratto con la società capitolina e si trasferisce alla Triestina. In seguito diventa direttore sportivo del Bari, dove resta per otto anni. Nel 1986 viene squalificato per sei mesi per lo scandalo scommesse. Tra fine anni novanta e i primi del duemila con il procuratore Riccardo Franceschini gestisce un’agenzia di ricerca di talenti calcistici, la Franceschini-Janich. All’inizio dello stesso decennio entra a far parte dello staff amministrativo del Manfredonia. Dalla stagione calcistica 2007-2008 Janich ricopre il ruolo di direttore sportivo nel Pomezia, squadra di calcio di Eccellenza Laziale.

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SERIE A Gravina: “Il campionato deve finire. Coverciano a disposizione per terapia intensiva”

SERIE A Il numero uno della Figc Gabriele Gravina ha concesso una lunga intervista ai microfono di SkySport in cui ha parlato del calcio italiano in questo difficilissimo periodo a livello non solo nazionale, ma globale.

SERIE A Il Presidente della Figc Gabriele Gravina: “Abbiamo un piano al quale abbiamo dato priorità assoluta, il valore della competizione sportiva. Ci siamo già attivati con la FIFA, che ha organizzato una task force per rivedere i termini di prolungamenti dei contratti nel caso in cui dovessimo sforare la scadenza del 30 giugno. Oggi la deadline è del 30 giugno, ma siamo in attesa di comunicazioni da parte dell’UEFA e della FIFA. Per noi l’ideale è imporre una proroga fino al 30 luglio, con partenza entro il mese di maggio. Dobbiamo comunque attenerci al rispetto delle ordinanze che ci arrivano dalle massime autorità. Dipendiamo dall’OMS, non possiamo prevaricare il loro ruolo. Se non si potesse andare oltre il 30 giugno faremo una serie di riflessioni per salvare il valore della competizione sportiva che è stata raggiunta sul campo. È un’ipotesi a cui non abbiamo ancora dato attenzione”.

GRAVINA SULL’ASSEGNAZIONE DELLA SERIE A

“Io resto ottimista. Escludo che si posso ‘collegare’ la stagione 2019-2020 a quella successiva. La possibile assegnazione del titolo? Ne parleremo in Consiglio Federale. Mi piace essere legato all’idea che il campionato si deve finire. Vorrebbe dire che avremo superato questo periodo difficile. Il calcio italiano non vive solo sull’assegnazione dello scudetto. Ci sono tanti tornei, vanno assegnati i posti in Europa, le promozioni, le retrocessioni. Sono convinto che l’UEFA e la FIFA daranno un’indicazione univoca su come proseguire i campionati. Di ipotesi ne sento tantissime, come la Serie A a 22 squadre. Non è facile modificare format che sono stati già fissati all’interno delle nostre norme federali. Con il campionato che parte in ritardo e che dovrà contenere meno partite per arrivare pronti all’Europeo diventerebbe una situazione ingestibile”.

IL CALCIO SI MOBILITA. COVERCIANO A DISPOSIZIONE

“Il calcio ancora una volta ha dimostrato una grande sensibilità nel cercare di stare vicino ai suoi tifosi e lanciare messaggi di solidarietà. A cominciare da Fabio Cannavaro, Alex del Piero e tutti i campioni del mondo del 2006 per finire ai gesti di solidarietà espressi da club e giocatori. Oggi la Federazione mette a disposizione il suo gioiello di famiglia, Coverciano. Abbiamo offerto il nostro centro tecnico per la terapia intensiva, e ringrazio per questo il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’assessore Andrea Vannucci e l’assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi. Due settimane fa abbiamo messo a disposizione una palazzina per i vigili del fuoco, già operativo come centro di emergenza. Oggi, invece, tutta la nostra foresteria per medici e infermieri, oltre a 20-30 posti dell’Auditorium. Questo è il vero volto che il calcio mette in mostra. Siamo pronti a mettere a disposizione tutte le nostre energie per questo percorso che tutti insieme dobbiamo vincere”.

IL RINVIO DEGLI EUROPEI

Con Mancini abbiamo condiviso subito l’idea di rinviare l’Europeo. Inutile nascondere che ci è dispiaciuto moltissimo. Io ho pensato subito ai 1000 volontari e a tutte le strutture coinvolte e impegnate nell’organizzare un evento straordinario. Il CT è stato molto sereno e tranquillo. Come ha detto lui lo vinceremo nel 2021. Per la ripresa del gioco ci dobbiamo affidare a coloro che hanno maggiore esperienza su qual è lo stato delle cose. I giocatori volati all’estero rappresentano situazioni che lascio gestire alle società: anche loro sono uomini che hanno i loro affetti e bisogni come i nostri”.

INTANTO DIACONALE ATTACCA>>>LEGGI QUI