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LAZIO PARMA MARUSIC: “Contento per il gol davanti ai tifosi”

Lazio Parma Marusic quest’anno ha perso il posto sulla fascia destra per merito del nuovo arrivato Lazzari. Oggi però è stato l’autore del secondo gol

LAZIO PARMA MARUSIC – Oggi la Lazio a differenza delle ultime due partite, non stecca la gara e al rientro in campo nel secondo tempo conduce senza preoccupazioni trovando anche il raddoppio con Marusic. Ora si porta 5 in classifica con 8 punti. Lazio Parma ai microfoni

Sono tornato a giocare da titolare e ho fatto un’ottima prestazione, spero di continuare in questo modo. Milinkovic è stato molto bravo, un ottimo assist, avevamo parlato prima della gara. Ora ci aspetterà una partita importante mercoledì e dobbiamo pensare a quella, non dobbiamo più pensare alle due sconfitte passate ma continuare su questa strada. Sono molto contento perché ho fatto gol davanti ai nostri tifosi e per me questo è uno stimolo per lavorare di più. E importante vincere queste partite. Sono molto contento qui, con questa squadra, noi siamo forti e dobbiamo lavorare molto e pensare alle prossimo partite, sono molto contento”.

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LA CONFERENZA INZAGHI

LAZIO PARMA LUIZ FELIPE: “Non temo l’Inter, abbiamo possibilità”

LAZIO PARMA LUIZ FELIPE è stato autore di un’ottima partita difensiva sulla freccia del Parma Gervinho

LAZIO PARMA LUIZ FELIPE: “Abbiamo fatto le cose chieste dal mister durante la settimane, una grande partita e adesso andremo a riposare perché mercoledì ci aspetta un’altra partita importante. Io penso che le sconfitte servano per crescere, tutti perdono, ma serve per imparare dagli errori. Ora abbiamo pagato e andremo a San Siro per fare una grande partita. Quest’affetto che vogliamo sempre ci aiutano per le partite, loro sono un uomo in più in campo. Oggi abbiamo dato tutto e abbiamo vinto, dobbiamo recuperare. Abbiamo due giorni per lavorare sull’Inter, ma dovremo fare grandi allenamenti sulla loro squadra per andare a San Siro e fare un’ottima gara, bisognerà stare concentrati e giocare bene. Non era facile fermare Gervinho, ma è stato merito del mister e del preparatore che mi hanno detto quello che fare. L’episodio con Strakosha? Lui ha chiamato la palla ma io pensavo si trovasse in porta ed è successo quell’episodio, poi ne abbiamo parlato nell’intervallo. Non temo niente dell’Inter, hanno una grande squadra, ma se stiamo concentrati faremo una grande partita, anche loro dovranno stare attenti a noi”.

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LAZIO PARMA Conferenza Inzaghi: “Non guardo in faccia nessuno”

LAZIO PARMA Conferenza Inzaghi dallo stadio Olimpico di Roma dopo il successo per 2-0 sulla squadra gialloblu

LAZIO PARMA Conferenza Inzaghi: “La partita è stata fatta molto bene, un’ottima gestione, Sepe ha fatto 13 parate e Strakosha 1, sono stati bravi i ragazzi, venivano da 2 sconfitte brucianti, una grande partita. Non c’è nessun problema con Immobile, è molto generoso, un vincente e vuole essere sempre in campo. In quel momento era giusto cambiarlo, a fine primo tempo aveva un problemino, ma io non guardo in faccia nessuno. Abbiamo già chiarito la situazione, Caicedo ha fatto molto bene poi”.

“Dovevi vincerle, dobbiamo sapere che anche quando non ci sono allarmi devi stare sempre sull’attenti, sul pezzo, la classifica è molto corta.. Per noi stasera era molto importante, siamo tutte lì e continuare su questo passo, sapendo che per noi è molto faticoso considerando le partite ravvicinate. Siamo tornati venerdì mattina e abbiamo avuto poco tempo per preparare questa partita, molto delicata”.

Contro l’Inter potrete dimostrare che le ultime due partite erano solamente un black out

“La partita sarà da preparare molto bene, giocheremo contro una grandissima squadra, ma cercheremo di fare nel migliore dei modi. Penso che i ragazzi questa sera siano stati molto bene, dovremo recuperare energie. Purtroppo giocando in Europa League rispetto a chi gioca la Champions, abbimao meno tempo però è una cosa che sapevamo e cercheremo di far tesoro alzando il nostro livello”.

Stasera ho visto una Lazio simile a due anni, era il Parma o hai corretto la squadra?

“Il problema è che abbiamo fatto le prime tre partite con una settimana a disposizione e giocatori freschi,ora ricomincia il tour de force e dobbiamo cambiare qualcosa. Il famoso turnover. Ne avevate parlato tanto in settimana, probabilmente se stasera fosse andata male avreste parlato non lo so di Marusic o qualcun’altro, sono l’allenatore lavoro per la mia squadra e cerco di farla andare al meglio. Ho la fortuna di vedere tutti i giorni i ragazzi e gli allenamenti, quindi cerco di scegliere e poi quando mi chiedete del turnover di Ferrara vi rispondo che per me non lo è perché Caicedo e Parolo sono due giocatori titolari”.

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LAZIO PARMA Immobile sbotta. Inzaghi chiarisce

LAZIO PARMA Immobile sbotta per la sostituzione al 60′ del secondo tempo. Inzaghi però chiarisce la situazione

LAZIO PARMA Immobile sbotta – Ciro ha siglato il primo gol per la Lazio e per tutta la partita è apparso sempre nel vivo del gioco, non sbagliando quasi nulla sfiorando anche la doppietta. Intorno alla metà del secondo tempo, Inzaghi decide di sostituirlo per far entrare Caicedo preservandolo per la trasferta impegnativa dell’infrasettimanale che la Lazio giocherà mercoledì contro l’Inter. Il cambio però, non è per niente piaciuto a Ciro che è uscito parecchio arrabbiato inveendo contro il mister per il cambio. L’attaccante non voleva uscire visto la sua buona prestazione, arrivato in panchina continuava a dire: “Eassurdo, è assurdo”, rivolto a Inzaghi. Quest’ultimo poi è andato verso la panchina chiedendo al ragazzo di finire lì la questione.

Inzaghi è intervenuto a Sky chiarendo la situazione: “Ciro ha avuto dei problemi fisici in questi giorni, quindi ho deciso di farlo uscire per preservalo. Dopo rivedrà la partita e capirà perché ho fatto questo cambio. Mi sono avvicinato dopo averlo lasciato sbollire dicendogli di finire lì la cosa. Lui ha capito subito e ha iniziato a incitare i suoi compagni, non c’è nessun caso”.

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LE PAGELLE DI LAZIO PARMA

PAGELLE LAZIO PARMA Marusic da applausi, questa è la Lazio che vogliamo!

I voti dei calciatori biancocelesti. Pagelle Lazio Parma

Le pagelle Lazio Parma

STRAKOSHA 7 – L’azione dell’1-0 parte dal suo piede con una pennellata a cercare e trovare Luis Alberto che imbecca Immobile. Miracoloso al minuto 22 quando di piede dice di no a Inglese, al tiro a tu per tu con l’albanese nell’area piccola. Si riscatta alla grande dopo le disattenzioni contro il Cluj. Una paratona che vale un gol

LUIZ FELIPE 7 – sfortunato al minuto 59 dove un rimpallo beffardo gli nega l’occasione di andare in gol sugli sviluppi di un corner. Gioca con una tranquillità e sicurezza disarmante, sembra quasi un veterano. Non sbaglia nulla ed è tra i migliori della partita

ACERBI 6.5 – Ace non sbaglia un colpo e torna sui suoi livelli dopo due gare in affanno. Guida bene la difesa, grazie anche ad un ottimo Luiz Felipe che gli rende le cose più facili. Inglese e Gervinho, clienti scomodi, sono stati arginati senza troppe difficoltà.

RADU 6 – Non inizia bene: al minuto 3 viene saltato sulla trequarti troppo facilmente e ducali vicino al gol. Sbroglia una complicata situazione al minuto 29, fermando in extremis Inglese impedendogli il dribbling che lo avrebbe messo in porta. Sicuro a tratti, prima parte di gioco un pochino distratto

MARUSIC 7,5 – Se lo merita tutto il montenegrino. Adam torna titolare dopo tanto tempo e dopo un’estate travagliata tra infortunio e concorrenza di Lazzari. Il numero 77 oggi ha offerto una gara brillante con tanta corsa e un bel gol. Ottimo inserimento e il diagonale sotto porta a trafiggere Sepe. Oggi in versione Forrest Gump, voto 7, come i numeri che porta sulla maglia più un mezzo punto in più per la caparbietà. E stava anche per siglare una doppietta. IL MIGLIORE.

MILINKOVIC 6.5 – Sembrava opaco, lì a fare il compitino. Invece il Sergente ha zittito tutti al minuto 69 quando ha deciso di sfoderare una giocata di classe: lancio millimetrico per Marusic a scavalcare la retroguardia gialloblu e Adam che sigla il 2-0. Mezzo gol è anche del Sergente

LEIVA 6 – sono 73 i minuti giocati dal brasiliano. Lucas non è ancora al 100% della condizione e si vede. Gioca con la furbizia e là dove non arriva con la corsa, ci arriva con l’esperienza, restando il baluardo a protezione della difesa. Dal 72esimo PAROLO s.v.

LUIS ALBERTO 6.5 – assist al bacio dello spagnolo che in verticale mette Immobile in porta. Tenta l’eurogoal su calcio d’angolo al minuto 60, ma colpisce il palo. Solite impeccabili geometrie, Il Mago è il classico giocatore che si nota poco in campo ma che è indispensabile per il gioco della squadra. Oggi bene, più fiducioso dopo Ferrara

LULIC 6 – Solita gara ordinata basata sulla quantità e sulla sostanza, più che sulla qualità. Non soffre gli attacchi avversari e comanda la fascia con l’aiuto di Radu. Il capitano c’è. Dal minuto 83 JONY s.v.

CORREA 6 – L’argentino ha una voglia di spaccare il mondo e si vede, ma ciò limita la sua brillantezza e lucidità sotto porta. Ci prova più volte: tiro a giro dentro l’area di rigore al minuto 6 ma larga di poco. Molto mobile, svaria su tutto il fronte offensivo, 100% al dribbling, Sepe gli dice no al minuto 30 con il piedone. Nella ripresa il copione non cambia: un consiglio a El Tucu: restare calmo, non strafare ed i risultati arriveranno

IMMOBILE 7 al minuto 8 bomber Ciro, servito magistralmente da Luis Alberto, sigla il gol del vantaggio con con un diagonale di sinistro che fa sponda con il palo e si insacca alle spalle di Sepe. Il portiere gialloblu gli dice di no al 47esimo deviando un suo bolide dal limite dell’area. 4 gol in 4 gare disputate, what else? Dal 62’ CAICEDO s.v.

ALL. INZAGHI 6.5 – Ha avuto il coraggio di tornare all’antico e affidarsi alla squadra dello scorso anno. I nuovi acquisti tutti in panchina, con il solo Jony subentrato nella ripresa. Ottima l’intuizione di schierare Marusic, che lo ha ripagato con un gol e una buonissima prestazione. Questa volta non ci sono stati cali di concentrazione nella ripresa e neanche rimonte incredibili. Finalmente si torna al clean shit, con la porta sbarrata, dopo i 4 gol subiti nelle ultime due gare. Ora mercoledì il primo vero esame che ci dirà chi è veramente la Lazio: la sfida all’Inter di Conte, dove Inzaghi dovrà essere bravissimo a tirare fuori tutta la grinta dai suoi giocatori.

LAZIO PARMA Formazioni ufficiali

Simone Inzaghi torna all’antico per la sfida di questa sera, affidandosi ai calciatori della scorsa stagione. Lazio Parma formazioni ufficiali

LAZIO PARMA FORMAZIONI UFFICIALI

LAZIO (3-5-2) Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Marusic, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Lulic; Correa, Immobile.

PARMA (4-3-3) Sepe; Darmian, Iacopono, Alves, Pezzella; Junior, Brugman, Barillà; Kulusevski, Inglese, Gervinho.

LA NOSTRA STORIA Dino Canestri

LA NOSTRA STORIA Dino Canestri nacque a Prato il 22 settembre 1907. Difensore, allenatore e dirigente, del club biancoceleste.

Anche se toscano di nascita Canestri è stato sicuramente romano d’adozione. A Roma per il servizio militare nel Corpo dei granatieri di Sardegna fu notato da alcuni osservatori della Lazio e invitato a provare alla Rondinella. Iniziò a giocare nel 1921 nelle giovanili del Prato come centrattacco, e in questo ruolo arrivò fino alla prima squadra. L’amore per il calcio di Dino aveva radici lontane. A 10 anni il giorno della prima Comunione arrivò tardi alla cerimonia perché si era messo a giocare a pallone su un prato.

L’INGAGGIO

Fu l’allenatore Koszegi a trasformarlo in terzino e con tale maglia vinse nel 1924 il Campionato interregionale. Il suo acquisto fu probabilmente caldeggiato dal suo vecchio allenatore nel Prato, appunto Koszegi, che era passato intanto alla Lazio. Oppure segnalato dal calciatore laziale Cesare Mariani a cui Dino era legato da grande amicizia. L’ostacolo per ingaggiare il giocatore fu convincere la sua mamma che, donna molto all’antica e vedova, non voleva che il figlio si trasferisse nella capitale.

L’ESORDIO

Il problema si risolse grazie all’invio a Prato di convincenti emissari laziali che rassicurarono la mamma e offrirono a Dino un impiego all’Ufficio Cambi di Roma gestito dal consigliere e poi vice presidente biancoceleste Raul Campos. Esordì contro il Padova il 2 ottobre 1927. Il trio difensivo con Ezio Sclavi in porta, Canestri e Renato Bottacini terzini, risultò tra i più forti reparti in assoluto fino al 1933 quando, a causa di un gravissimo infortunio riportato a Trieste dovette smettere di giocare a soli 27 anni.

ALLENATORE

Restò comunque alla Lazio diventando allenatore delle giovanili biancocelesti. Nel 1941, in un momento difficilissimo per la Lazio, accettò di allenare la prima squadra su invito di Remo Zenobi. Durante la guerra fu l’allenatore che permise alla Lazio di vincere il Campionato Romano del 1944 sia con la prima squadra che con i Ragazzi e il Campionato assoluto Ragazzi nella stagione 1947/48. Dopo la guerra guidò le giovanili biancocelesti sempre con ottimi risultati.

LA NAZIONALE

Nella seconda parte della stagione 1957/58 allena nuovamente la prima squadra in sostituzione dell’esonerato Milovan Ciric. Nel frattempo alternò l’attività di talent-scouts per la Lazio (presidente della sezione squadre minori), con ruoli dirigenziali di grande responsabilità. Nel 1958 allena la Nazionale Dilettanti in previsione delle Olimpiadi romane e per i Giochi Mediterranei arrivando alle semifinali. Poi da grande appassionato biancoceleste fece ritorno alla società.

Significativo l’episodio accaduto in occasione della nascita del primo nipotino Gianfranco. Dino fece stampare una carta d’identità per il neonato dove alla voce “segni particolari” inserì LAZIALE. Il bambino, oggi adulto, è naturalmente un grande sostenitore biancoceleste. Dino Canestri è rimasto nella Lazio fino al 1964. Deceduto il 2 novembre 1981 riposa al Cimitero Flaminio.

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LA NOSTRA STORIA Alceste Grifoni, uno dei fondatori

LA NOSTRA STORIA Il 9 gennaio del 1900 Alceste Grifoni è assieme ad altri giovani tra i fondatori della Società Podistica Lazio. Nuotatore e podista di valore.

Alceste Grifoni nasce a Roma il 22 settembre 1882 in Via del Governo Vecchio 6. Figlio di Antonio e Prosperina Isidori. Diventa calciatore e gioca come difensore sinistro nelle prime partite a Piazza d’Armi. Gioca il primo derby romano vinto per 3-0 contro la Virtus. Nel 1903 è l’ideatore del Campionato unico tra gli studenti di Roma sulla distanza dei 400 mt. I migliori venivano iscritti alla Lazio.  Svolge un’utilissima azione di proselitismo e di organizzazione societaria. Pur restando sempre fedele alla Lazio e ai suoi principi, a causa della carriera militare che ha intrapreso nella Regia Marina, deve diradare il suo impegno in società. Decorato con Croce di Guerra. Muore a Roma il 9 giugno 1958.

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LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Paolo Todeschini

LA NOSTRA STORIA Paolo Todeschini nasce a Milano il 22 settembre 1920. Cresce nel Milan dove esordisce in Serie A a 19 anni. Nel 1945 si trasferisce al Bologna.

L’anno dopo passa all’Atalanta da dove la Lazio lo acquista nel 1948. Nel 1949 passa al Napoli. Quindi milita con Palermo, Monza e Mantova. Chiusa la carriera da calciatore Todeschini diventa allenatore. Nel 1960 guida la nazionale olimpica azzurra ai Giochi di Roma, quindi il Milan (1960/61). Nella stagione 1961/62, con la Lazio in Serie B, chiamato dal presidente Massimo Giovannini diventa allenatore dei biancocelesti. Dopo una sconfitta contro la Lucchese è sostituito da Ricciardi.

Dopo aver guidato Cosenza, Pro Patria, Messina, Sorrento, Entella e di nuovo Sorrento, resta fuori dal calcio per diversi anni prima di concludere la carriera allenando la Nazionale italiana Femminile dal 1981 al 1983. Laureato in Architettura, alterna le attività di giocatore e allenatore con quella di scultore ed espone le sue opere, molte di tema sportivo (tra le quali il busto di Meazza allo stadio di San Siro), in numerose gallerie d’arte. Muore a Milano il 30 marzo del 1993.

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LAZIO PARMA Probabili formazioni. Marusic titolare?

I biancocelesti sono chiamati a riscattare le due debacle contro Spal e Cluj. Domenica sera all’Olimpico arriveranno i ducali. Lazio Parma probabili formazioni

Lazio Parma probabili formazioni

Lazio (3-5-2): 1 Strakosha; 3 Luiz Felipe, 33 Acerbi, 26 Radu; 77 Marusic, 21 Milinkovic-Savic, 6 Leiva, 10 Luis Alberto, 19 Lulic; 11 Correa, 17 Immobile. (23 Guerrieri, 93 Vavro, 24 Proto, 4 Patric, 15 Bastos, 22 Jony, 7 Berisha, 16 Parolo, 29 Lazzari 32 Cataldi, 20 Caicedo, 34 Adenakye). All.: Inzaghi. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno. Indisponibili: nessuno.

Parma (4-3-3): 1 Sepe; 36 Darmian, 2 Iacoponi, 22 Alves, 28 Gagliolo; 10 Hernani, 15 Brugman, 17 Barilla’; 44 Kulusevski, 9 Inglese, 27 Gervinho (34 Colombi, 53 Alastra, 16 Laurini, 97 Pezzella, 3 Dermaku, 21 Scozzarella, 93 Sprocati, 7 Karamoh, 11 Cornelius). All.: D’Aversa. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno. Indisponibili: Kucka, Grassi.

Arbitro: Abisso di Palermo

PEDULLA INCREDULO PER LA DEBACLE CONTRO IL CLUJ

Sabatini: “Per Nainggolan notte in bianco e sigarette. Il 26 maggio sarei morto”

Sabatini — Nella giornata odierna il direttore dell’area tecnica del Bologna, ed ex ds giallorosso, ha ripercorso il proprio passato alla Roma

Walter Sabatini: “Vivo il calcio con gioia, mi trovo bene con la mia gente e sono sempre pronto a festeggiare perché il calcio ha un lato divertente. Non quando perdi, quando perdi non c’è niente di divertente. In questi anni è cambiata tutta la mia vita. Quando sto in mezzo alla gente a un certo punto mi folgora l’idea delle sigarette, allora sciolgo la seduta, mi alzo e me ne vado. Per quelli della mia generazione Coverciano era Camelot, quando sono andato la prima volta pensavo che non esistesse, i pochissimi fotogrammi che avevo visto erano in bianco e nero e quando mi hanno aperto il cancello ho pensato di svenire. Ero stato selezionato come miglior calciatore giovane della mia categoria in Umbria, nei Nagc, e invece fu la mia più grande delusione calcistica. Quando ho saputo di non essere tra i primi tre qualificati di quella selezione di giocatori in me si è rotto qualcosa, sono andato in frantumi. Le sigarette? Non capisco come possa esistere un direttore sportivo che non fuma o un allenatore? Qualche giorno fa ho chiamato Sarri dicendogli, non di smettere chiaramente, ma di rallentare un po’. Lui mi ha risposto che è estremamente difficile. Zeman era uno che mi stava dietro, quando veniva nel mio ufficio nessuno si azzardava a entrare, c’era una cortina di fumo, ma come uno possa allenare senza fumare non l’ho mai capito. Ho fumato più sigarette per Nainggolan che per tutti gli altri: quella notte la trascorsi al telefono con il direttore sportivo del Cagliari, con Cellino dall’altra parte che mi metteva i bastoni tra le ruote per complicare la trattativa, ma sentivo che la voleva fare. Il tutto si concluse alle cinque del mattino, fu una notte difficile. La sigaretta più dolorosa risale al derby Lazio-Roma di Coppa Italia all’Olimpico. Lì ho pensato di morire, senza le sigarette sarei morto realmente”. Queste le parole di Walter Sabatini nell’intervista rilasciata a Il Foglio.

EDITORIALE – LAZIO PARMA FONDAMENTALE. GATTUSO NON CI SERVE

Finalmente il campionato sta entrando nel vivo. Dopo le prime due giornate e la conseguente pausa per la nazionale, dalla settimana scorsa si è entrati veramente nel vivo della stagione. Purtroppo però la Lazio è partita malissimo con due sconfitte per 2 a 1 (e sempre dopo essere passata in vantaggio), contro avversarie non di certo di blasone internazionale.

Spal e Cluj sono formazioni alla portata della compagine capitolina, soprattutto se affrontate con la formazione tipo. Difficile da capire il turn over fatto a Ferrara, ancora più complicato giustificare quello effettuato in Romania (Luis Alberto e Immobile addirittura non convocati). Il mister ha appena parlato a Formello in conferenza stampa e giustamente tergiversa sulle questioni più complicate. Certo che però affermare che Parolo e Caicedo sono due titolari al netto di Milinkovic e Correa mi sembra un’esagerazione. Titolari per una formazione di media classifica, non certo per una formazione che punta al quarto posto.
Domani c’è il Parma di Inglese e dell’ex giallorosso Gervinho e la Lazio già non può sbagliare (calcolando che poi c’è il turno infrasettimanale a Milano contro l’Inter lanciatissima di Antonio Conte).
Che dirvi, domani sarà una bella gara ricca di contenuti e di pathos. Noi speriamo tanto che sia anche una gara ricca di punti. Tre per l’esattezza. Avanti Lazio.

LAZIO PARMA Conferenza Inzaghi: “Caicedo e Parolo sono due titolari”

Sono stati giorni non facilissimi, cosa sta succedendo?

“Abbiamo perso due gare dove dovevamo fare meglio, dove si è vista una buona lazio nel primo tempo, meno nella ripresa. C’è rammarico perché dovevamo e potevamo fare di più”.

 Troppa differenza tra primo e secondo tempo: può essere una mancanza di personalità?

“Sicuramente, abbiamo analizzate le gare e abbiamo il dovere di riprendere il nostro cammino”.

 Le sono state attribuite parecchie responsabilità per il turnoevr che hai fatto.

Queste sono opinioni. A Ferrara hanno giocato Parolo e Caicedo che considero due titolari. Poi Patric ha fatto molto bene. Mentre per Cluj hanno giocato Jony, Berisha e Bastos. Hanno fatto tutti bene. Io parlerei più di cali di concentrazione che di turnover”.

 In tanti stanno puntanto il dito contro di lei. C’è stato un confronto con la società?

“C’è delusione e un po’ di amarezza ma al tempo stesso tantissima fiducia. Dobbiamo ripartire e mantenere la calma. Voglia e determinazione per ripartire”.
 

 Si dice che la lazio debba migliorare nella mentalità, come si fa se i giocatori sono questi?

Bisogna sempre rimanere umili, come nel ritiro, probabilmente dopo le prime due partite si era alzata l’asticella. Da che nessuno parlava di noi, poi eravamo diventati tutti dei fenomeni. Ora tutti dei polli. Bisogna mantenere un equilibrio, parecchie cose non sono andate, bisogna ripartire con più fame, abbiamo tante partite non semplice, che dobbiamo interpretare bene. Sono alla nostra portata”. 

Rimane una Lazio offensiva?

“Continuiamo su quello che abbiamo fatto nelle prime 4 partite, ci portiamo dietro tutto, dobbiamo interpretare bene le partite, domani il Parma ha ottimi elementi e un ottimo mercato. Ha fatto grandi cose D’Aversa, due promozioni di fila e una salvezza tranquilla. Dobbiamo rimanere lucidi e avere la cattiveria agonistica mancata quando siamo andati in fatica”.

Altro modulo in corsa?

Si possono cambiare i moduli, come successo in Romania negli ultimi 12 minuti. Ma conta l’interpretazione, benissimo nelle prime due partite, poi 50 minuti non bastano in una gara, affrontiamo squadre forti. Se torniamo a lavorare d squadra, tutti quanti e con la giusta serenità, potremo ripartire alla grande sia in Italia sia in Europa”.

C’è ancora la possibilità di parlare di anno zero?

“Senz’altro, dobbiamo guardare il futuro e non indietro. Ora pensiamo al Parma, una partita impegnativa che arriva dopo un ko bruciate. Siamo tornati all’alba venerdì, abbiamo l’allenamento di oggi e la sgambatina di domani per capire i giocatori più idonei per domani sera”. 

LA NOSTRA STORIA Il difensore Sergio Piacentini

LA NOSTRA STORIA Sergio Piacentini nasce a Piombino, in prov. di Livorno, il 21 settembre 1920. Cresce nel Torino. Con il Grande Torino nelle annate 1942-1943 e 1945-1946 conquista due scudetti e una edizione della Coppa Italia.

Nel 1942 Piacentini viene convocato nella Under 21 e gioca una partita contro l’Ungheria. Durante il campionato di guerra 1943/44 gioca nell’Alessandria. Nel 1946 passa alla Sampdoria. Dal 1947 passa alla Lazio. In maglia biancoceleste gioca per quattro stagioni. Nell’ultima però è impiegato solo in incontri amichevoli e nel Campionato Riserve. Nell’estate del 1951 si trasferisce al Chinotto Neri. È scomparso nel 1990 all’età di 69 anni.

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LA NOSTRA STORIA L’attaccante Luigi Vettraino

LA NOSTRA STORIA Luigi Vettraino nasce a Roma il 21 settembre 1920. Era soprannominato ‘scoiattolo’.

Nella Pasqua del 1938 la Lazio fu invitata a sostenere tre partite amichevoli in Germania. I risultati furono i seguenti: Neustadt-Lazio 1-4; Rappresentativa Berlino-Lazio 0-5, Mannheim-Lazio 1-6. In quest’ultima partita Vettraino segnò tre goal.
Esordisce in prima squadra nel campionato 1938/39. L’anno dopo Vettraino divenne titolare trovando un’intesa naturale con Silvio Piola. Una coppia che rese la vita difficile a ogni difesa avversaria. Il 4 aprile 1940 Luigi era in borghese allo Stadio Nazionale per assistere a una partitella di allenamento che l’Italia stava disputando per prepararsi all’incontro con la Romania.  Alla fine del 1° tempo, dopo aver segnato tre reti, Piola uscì per un dolore alla gamba. Il CT Vittorio Pozzo fece convocare il centravanti laziale Evaristo Barrera. Quest’ultimo non si trovava e allora fece spogliare Luigi che aveva visto in mezzo al pubblico. Nel 2° tempo Vettraino fece due reti in pochi minuti. Pozzo gli confidò che se fosse stato più alto lo avrebbe convocato di sicuro. Nonostante i successi sportivi non volle mai lasciare il posto di usciere all’Immobiliare. Verso la fine del campionato 1940/41 moriva, ad appena 21 anni, l’ex pulcino Cobelli promessa del calcio italiano. La notizia rattristò tutti e anticipò un’altra brutta notizia. La stagione successiva Vettraino gioca solo una gara prima di ammalarsi di una brutta infezione che lo costrinse al ritiro. Si curò a lungo ma quando tornò in campo fece solo qualche partita nel campionato romano di guerra con la Mater di Bernardini. Finito il conflitto mondiale provò a tornare ai precedenti livelli sempre nella Lazio. Ma non giocò più da titolare perché la malattia l’aveva segnato fisicamente. Militò in altre formazioni romane chiudendo la carriera nella stagione 1950/51 alla Sogene.  A 26 anni uno dei calciatori biancocelesti più forti di sempre e tra i più amati dai tifosi laziali fu costretto ad abbandonare il calcio. È stato Dirigente Accompagnatore delle giovanili negli anni ’80. È deceduto a Roma il 25 luglio 1998 poco prima di compiere 78 anni.

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EVENTO IMPERDIBILE – UNA FESTA DELLO SPORT PER TUTTI. #SSL

FESTA DELLO SPORT PER TUTTI Con le sezioni della s.s. Lazio Sabato 28 settembre 2019, Villa Glori Viale Maresciallo Pilsudski, 25, Roma Dalle ore 12.00 alle 20.00 Una giornata di sport per tutti. Una “Festa dello Sport per tutti”.

La Società Sportiva Lazio, scelta dalla Commissione europea e dalla Presidenza del Consiglio di ministri, sabato 28 settembre 2019 a Villa Glori (viale Maresciallo Pilsudski, 25, Roma) organizzerà e ospiterà con le sue sezioni la “Festa dello Sport per tutti”, terzultimo atto della European Week of Sports 2019 #BeActive5. Lanciata nel 2015, la settimana europea dello sport è stata creata come risposta all’incremento dell’inattività e sedentarietà della popolazione con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini circa l’importanza di uno stile di vita attivo, offendo a grandi e piccini l’opportunità di fare sport. Da 5 milioni di partecipanti e 7.000 eventi nel 2015, l’edizione 2018 ha attirato 12 milioni di partecipanti su 48.500 eventi. Sabato 28 settembre 2019 presso la sede della Lazio Equitazione di Villa Glori donne e uomini (dai 4 anni agli 80 anni), normodotati e persone con disabilità, potranno praticare sport all’area aperta con l’ausilio delle sezioni biancocelesti. Non mancherà la partecipazione di personalità e autorità dal mondo politico e dallo sport italiano.

LAZIO Le parole di Pedullà: “2 gol dalla più scarsa del girone”

LAZIO Le parole di Pedullà dopo l’ennesimo ko nel giro di 3 giorni e a sole 5 partite ufficiali stagionali, un vero problema per i biancocelesti

LAZIO Le parole di Pedullà a Sportitalia rendono chiaro il momento che stanno vivendo i biancocelesti. Infatti la partita di ieri contro il Cluj avrebbe dovuto portare ben 3 punti ai biancocelesti per giocarsi poi il primato del girone contro il Rennais, ma ciò non è avvenuto. Dopo l’ennesimo primo tempo giocato bene, arriva sempre il secondo disastroso. Ecco cosa pensa Alfredo Pedullà:

“Questa è stata la solita Lazio, non ho trovato nessuna novità. Come al solito nel secondo tempo la squadra di Inzaghi è sparita. Il Cluj è la squadra più scarsa del girone ed è riuscita comunque a fare 2 gol alla Lazio portando addirittura i tre punti a casa. Probabilmente i biancocelesti erano rimasti all’aeroporto, è una cosa inspiegabile”.

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Cluj Lazio Jony è l’unico a salvarsi: nota dolce di una partita amara

Cluj Lazio Jony è l’unico che nella partita di ieri ha lasciato impressioni positive ai tifosi dopo un’altra sconfitta negativa

Cluj Lazio Jony – Dopo la sconfitta di Ferrara è arrivata quella di Cluj, sono rimasti a casa Immobile e Luis Alberto, sarebbero potuti servire, ma così non è stato. L’esterno iberico è stato l’unica nota positiva di questa partita. Già, un acquisto che sembrava essere sbagliato a causa del suo non ruolo, quello da 5 laterale. Invece ieri ha dimostrato di saper giocare anche in quel ruolo, di coprire e saper poi ripartire nel migliore dei modi. Cross e corsa messi a servizio per i compagni che non hanno saputo sfruttare le sue occasioni se non è per il cross del gol avvenuto tramite calcio d’angolo.

Dribbling, velocità e cross sono le sue armi vincenti che potrebbero rappresentare una vera arma in più in partita in corso quando gli avversari, saranno stanchi o anche all’inizio della partita contro squadre chiuse che tendono a rimanere chiuse dietro. Nel primo tempo ha sfornito un ottimo assist per Milinkovic che non ne ha saputo approfittare, idem in altre occasioni, lui crossava e nessuno sapeva approfittarne. Il 28enne chiede spazio, ha voglia di continuare su questo passo ed è deciso a mettere Inzaghi in seria difficoltà per contendere il posto a Lulic. Anche all’esordio nel derby aveva servito un attimo assist a Lazzari che aveva messo la palla in rete, peccato però che l’esterno iberico si trovasse in fuorigioco. Jony risponde presente in una notte da dimenticare per il resto dei compagni.

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ACCADDE OGGI 30 aprile 1978, Milan-Lazio 0-2: la penultima volta a San Siro

Penultima giornata del campionato 1977/78: dell’autogol di Maldini che ha regalato 27 anni fa l’ultimo successo in campionato nella San Siro rossonera, si è scritto a lungo. Bisogna farne passare 38 di anni prima di arrivare invece all’altro precedente più vicino. D’altronde in Serie A la Lazio ha vinto solo nove volte in casa del Milan: una di queste occasioni è stata una vittoria a tavolino.

Anni 70, tempi in cui i petardi sugli spalti e anche in campo sono all’ordine del giorno. Uno di essi cade vicino, troppo vicino al laziale Ghedin, che si accascia a terra. Costretto a lasciare il campo, per la Lazio si prospetta una vittoria a tavolino: a quei tempi funziona così, poi Gigi Martini si rende protagonista di una bella discesa sulla destra e la Lazio sbanca San Siro anche sul campo.

La Lazio non farà reclamo, visto che i due punti sono arrivati sul campo, ma il Giudice Sportivo assegnerà comunque lo 0-2, come deterrente per i lanciatori di petardi: una politica discutibile, che verrà completamente rivista undici anni dopo, proprio nella stagione dell’ultimo successo laziale a Milano, a causa del caso-Alemao che consegnò al Napoli una vittoria vitale per lo scudetto.

Fabio Belli

IL TABELLINO

30 aprile 1978

MILAN-LAZIO 0-1 (0-2 dopo decisione del Giudice Sportivo)

Marcatori: 86′ Martini.

MILAN: Albertosi, Sabadini, Maldera (III), Capello, Bet, Turone, Tosetto, Bigon, Gaudino (46′ Boldini), Rivera, Buriani. A disp.: Rigamonti, Carotti. All. Liedholm.

LAZIO: Garella, Ghedin (53′ Pighin), Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Boccolini, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Clerici. All. Lovati.

Arbitro: Sig. Michelotti di Parma.

 

LA NOSTRA STORIA L’ex difensore Carlo Parola

LA NOSTRA STORIA Carlo Parola nasce a Torino il 20 settembre 1921. Era soprannominato ‘Nuciu’.

Rimasto orfano a sette anni si trasferisce a Cuneo con la madre dove inizia a giocare a pallone. Tornato nella natia Torino inizia a giocare con il Dopolavoro FIAT e dal 1939 con la Juventus dove fa il suo esordio in Serie A appena diciottenne. In bianconero vince una Coppa Italia (1941-1942) e due scudetti (1949-1950 e 1951-1952). La notorietà di Parola è dovuta soprattutto a un gesto tecnico, la rovesciata, che fu il primo a utilizzare con frequenza nel calcio italiano. La più famosa ‘rovesciata di Parola’ è del 15 gennaio 1950. Rovesciata pubblicata in oltre 200 milioni di copie con didascalie in arabo, cirillico, giapponese e greco.

Nel 1954 passa alla Lazio, squadra con cui chiuse la carriera calcistica. Per dieci volte indossò la maglia della Nazionale. Conclusa la carriera da calciatore diventa allenatore. Nel 1955/56 la Lazio lo affianca all’allenatore Ferrero con il ruolo di addetto alla squadra. Dal 1956 al 1959 guida l’Anconitana. Quindi tre stagioni alla Juventus. Nel 1962 è al Prato. Dal 1965 al 1968 guida il Livorno. Nella stagione 1968/69 è al Napoli. Dal 1969 al 1974 è alla guida del Novara (con il quale vince Il Seminatore d’Oro per la C nel 1969/70). Infine torna di nuovo alla Juventus per due stagioni, vincendo lo scudetto nel campionato 1974/75. È deceduto il 22 marzo 2000.

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