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Attenta, Lazio: gli occhi del Milan su Cataldi!

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Ci sarebbe anche quello di Danilo Cataldi tra i giovani profili in orbita Milan. È quanto rivela l’edizione odierna di ‘Tuttosport’, secondo la quale il nome del centrocampista laziale sarebbe emerso nel corso di un summit avvenuto giovedì sera a Milanello tra Sinisa Mihajlovic e la dirigenza rossonera per programmare il futuro della squadra e dotarla di giocatori under 23 ma già esperti a livello internazionale. Nella lista stilata dei profili da seguire sarebbe stato inserito appunto anche il classe ’94 di Ottavia, una pista gradita al tecnico serbo ma che al momento appare di difficile, se non impossibile, percorribilità, vista la stima che Pioli e la società hanno del ragazzo. Sarà per questo che, oltre alla sua, il club meneghino monitora anche altre situazioni, tra cui quelle di Calhanoglu, Max Mayer, Xhaka Mandragora.

I precedenti di Hellas Verona-Lazio

Con la vittoria contro il Genoa la Lazio ha rialzato la testa. Domenica prossima, ospite dell’Hellas Verona, ha la possibilità di fare un ulteriore salto di qualità e di punti. La squadra di Pioli deve confermare la crescita mostrata nel precedente turno di campionato. Tra i biancocelesti, probabile, il rientro in campo di Biglia dopo l’infortunio riportato contro il Bologna alla prima giornata di campionato. Nonostante il periodo nero attraversato dalla truppa biancoceleste, la Lazio ha raccolto finora 9 punti in 5 incontri, frutto di tre vittorie interne.Ora è chiamata alla prova del nove, deve dimostrare di essere in grado di conquistare punti anche in trasferta, dove fino ad esso non ha raccolto nessun punto. Di fronte un Verona lontano parente della buona squadra vista la scorsa stagione. La squadra di Mandorlini ancora al palo in fatto di vittorie ha finora raccolto solo 3 punti, frutto di tre pareggi. Oltre ai problemi di classifica l’Hellas avrà anche problemi nel reparto avanzato, dove oltre all’infortunato Luca Toni, Mandorlini dovrà fare anche a meno di Gianluca Pazzini. Anche se i precedenti sono favorevoli alla squadra di casa, Mandorlini non potrà dormire sonni tranquilli. I precedenti al Bentegodi sono 20: 9 le vittorie dei padroni di casa (l’ultima un 4-1 di due stagioni fa), 2 quelle dei biancocelesti (l’ultima un successo per 2-0 risalente a 25 anni fa grazie ad una doppietta del tedesco Karl Heinze Riedle) e 9 i pareggi (di cui l’ultimo per 1-1, registrato nella stagione scorsa); 27 le reti veronesi e 16 quelle della Lazio.

 

Paolo Di Canio, dal campo alla tv

L’ex giocatore biancoceleste, Paolo Di Canio, dopo aver smesso i panni di calciatore ha tentato la carriera di allenatore in Inghilterra, guidando le squadre del Swindon Town e del Sunderland. Al termine dell’esperienza sulle panchine d’oltremanica, l’ex attaccante, ha intrapreso su Fox Sports, la carriera di commentatore televisivo. Ora, soddisfatti dei risultati ottenuti in tale veste, i dirigenti della rete televisiva hanno deciso di fargli condurre, in prima persona, un programma sportivo: “House of Football”, un programma dedicato al calcio inglese che andrà in onda ogni lunedì dal 28 settembre. Pezzo forte della nuova trasmissione sarà la presentazione del posticipo del lunedì inglese, il famoso “Monday Night”. Inoltre, interverranno in studio vari ospiti per fare il punto sui temi di attualità calcistica e ci saranno interventi telefonici del pubblico televisivo.

 

Primavera – Domani alle 14,00 Bari-Lazio: questi i convocati di Inzaghi

Domani la Primavera di Simone Inzaghi, in occasione della terza giornata di campionato, sarà ospite del Bari. La squadra biancoceleste, al terzo posto in classifica con 4 punti, frutto di una vittoria ed un pareggio, si trova alle spalle delle capoliste Roma e Ternana, che sono a punteggio pieno. Tre i punti raccolti dalla squadra barese. L’incontro è stato anticipato alle 14.
Come apparso sul sito ufficiale della Lazio, il tecnico biancoceleste, Simone Inzaghi, ha diramato l’elenco dei giocatori convocati. Questa la lista completa dei giocatori biancocelesti:

Portieri: Rausa, Matosevic, Lazzari;

Difensori: Mattia, Germoni, Dovidio, Antonucci, Quaglia, Cardelli, Pedrazzini;

Centrocampisti: Bernardi, Murgia, Verkaj, Borecki, Rokavec, Folorunsho, Cardoselli, Beqiri, Manoni;

Attaccanti: Palombi, Rossi, Bezziccheri, Nolano, Cali, Cinti.

Milinkovic Savic, dall’Under 21 alla nazionale maggiore: “Ringrazio la Lazio”

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Dopo aver conquistato la Lazio con due splendide partite disputate partendo da titolare, Milinkovic Savic è pronto a conquistare la Serbia. Il giovane centrocampista è stato convocato nella nazionale maggiore del suo paese. Un passo importante avendo solo 20 anni, lasciando da campione del Mondo la sua Under 21. Al sito mondo.rs il giovane biancoceleste ha espresso tutta la sua gioia: “Sinceramente non me lo aspettavo. E’ una gioia immensa e spero di ripagare il mio mister per la scelta che ha fatto. Se verrò chiamato in causa mi farò trovare pronto“. Poi i ringraziamenti: “Rimgrazio fortemente tutte le persone che hanno creduto e che stanno credendo nelle mie potenzialità. Dal mio club precedente alla Lazio che mi sta permettendo di giocare in un campionato di altissimo livello“.

Matuzalem: “Mi piacerebbe battere la Lazio”

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I tifosi della Lazio non hanno dimenticato la sua grinta ed il suo carattere, un carattere che spesso straripava in entrate ruvide e scomposte (chiedere conferma all’ex laziale Cristian Brocchi).

Francelino Matuzalem è il volto nuovo del centrocampo dell’Hellas Verona ed è stato presentato alla stampa nella mattinata di giovedì. Interrogato dai giornalisti riguardo la sfida di domenica allo stadio Bentegodi ha così commentato: “La Lazio è stata una squadra importante per la mia carriera, mi piacerebbe batterla. Non hanno fatto un grande inizio di campionato, però vengono da una vittoria. Arriveranno con molto entusiasmo, noi saremo pronti e avremo la possibilità di fare un risultato positivo.”

I tifosi laziali augurano al brasiliano un’esperienza positiva nella città di Giulietta e Romeo, ma solo a partire dalla prossima partita…

Pioli, adesso tocca a te

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La stagione scorsa lo aveva visto incensato da stampa e tifosi come vera e propria rivelazione tra gli allenatori. Una stagione culminata con il terzo posto in campionato, ed il conseguente accesso ai preliminari di Champions League, ed una finale di Coppa Italia persa solo ai supplementari contro l’invincibile Juventus di Massimiliano Allegri.

Stefano Pioli, arrivato in punta di piedi a Roma sponda biancoceleste dopo esperienze a Bologna e Palermo tra le perplessità dei più, che chiedevano un allenatore pronto ed affermato. Ma lui, Stefano Pioli, non si era fatto intimidire da una piazza notoriamente esigente, da una stampa romana sempre pronta ad attaccare appena si fosse presentato il primo problema, la prima crisi. Si era messo a lavorare e, nonostante un inizio di stagione tutt’altro che positivo, era riuscito passo dopo passo, partita dopo partita a convincere tutti; una Lazio dal gioco spumeggiante, a tratti inarrestabile, plasmata da un allenatore con tante idee e altrettante motivazioni. “Gli schemi non sono importanti, ogni giocatore sa qual è il suo compito” è una frase che Mister Pioli aveva usato più di una volta rispondendo ai cronisti che chiedevano lumi sul modulo adottato dalla sua squadra. Un 4-3-3 di base, con esterni d’attacco molto impegnati anche nella fase difensiva e la richiesta di un moto perpetuo agli esterni di difesa. Poi il definitivo lancio del talento cristallino di Felipe Anderson, la conferma di un Antonio Candreva in versione top player, la classe e la capacità innata di dettare il ritmo del gioco di Lucas Biglia e la sicurezza del pacchetto arretrato guidato da Stefan De Vrij avevano fatto il resto.

Ora il problema è il seguente: possibile che in una sola estate, senza cedere nemmeno uno dei pezzi pregiati sia cambiato tutto? Possibile che siano svanite tutte le certezze di un allenatore accumulate dopo una stagione stellare?

No, francamente non è possibile, ma ci troviamo di fronte una Lazio distratta, priva di gioco, con una preparazione atletica precaria, una Lazio che sembra la brutta copia di quella della passata stagione; ed un allenatore in leggera confusione, costretto, tra infortuni e condizione altalenante dei suoi giocatori, a cambiare più volte modulo e formazione. Gli applausi si sono trasformati in fischi, la sua panchina ha cominciato a traballare, ma bisogna avere fiducia, il Mister merita fiducia. Una fiducia guadagnata sul campo.

Adesso tocca a lui trovare il bandolo della matassa, riuscire a dare una risposta a tutti i punti interrogativi di questa Lazio attuale. Una Lazio che in casa riesce comunque a sciorinare il proprio gioco, anche se a tratti, ma che in trasferta pare irriconoscibile. Mister Pioli ha parlato di spirito, quello spirito di gruppo che in questo inizio di stagione sembrava scomparso, ma che nella bella vittoria contro il Genoa ha visto di nuovo emergere, anche se non del tutto. A cominciare dalla trasferta di Verona Pioli chiede una decisa sterzata alle prestazioni della squadra, soprattutto lontano dallo stadio Olimpico. Si fida dei suoi giocatori e loro si fidano di lui.

I tifosi si affidano a Pioli, c’è luce in fondo al tunnel, la Lazio non molla mai.

 

Giulio Piras

 

INFERMERIA- Dott. Salvatori “Biglia disponibile per Verona, Gentiletti e Milinkovic non hanno problemi”

L’infermeria sovraffollata è stato sicuramente uno dei problemi di questo inizio di stagione per la Lazio di Pioli. Non una scusante, ma sicuramente una brutta gatta da pelare per Pioli. Pian piano forse, l’infermeria si sta svuotando, ed i calciatori arruolabili tornano ad essere sempre di più. Intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio il medico sociale Salvatori ha fatto il punto sugli infortunati. Queste le sue parole “La ripresa di Biglia è totale, è il secondo giorno di lavoro completo con il gruppo. Posso quindi affermare che clinicamente è ok, e sarà disponibile per Verona, ora sta al mister valutarne le condizioni fisiche e decidere se convocarlo o meno“. Assenti forzati i soliti Klose, Matri e De Vrij, a cui si aggiunge Konko “Sottoposto ieri a controlli strumentali in Paideia abbiamo riscontrato un affaticamento muscolare al polpaccio che lo renderà indisponibile per Verona, si lavora per la gara contro il St.Etienne“. Differenziato svolto da Gentiletti e Milinkovic-Savic invece solo a scopo precauzionaleNon hanno nessun tipo di problema, volevamo solo fargli fare un carico di lavoro differente dal resto del gruppo, sono pronti per Verona!”

Forza Lazio, ora non fermarti più!

Ogni anno fa storia a sè, ogni campionato è diverso da quello precedente e sicuramente anche da quello futuro, ma alcune analogie ci sono. Certe caratteristiche una squadra le ha nel proprio dna. La Lazio lo ha nel dna e anche nel proprio inno “Non mollare mai”. Di momenti duri la Lazio ne ha passati e ne passerà, ma la voglia di lottare, di riprendersi e rialzarsi quella, davvero non la leverà nessuno. L’annata calcistica è cominciata davvero male, tre sconfitte pesantissime in trasferta hanno pesato sul morale e sulla classifica. La Champions salutata ad Agosto è stata una botta psicologica non indifferente, i cinque gol di Napoli hanno ferito l’orgoglio di tutti, tifosi e calciatori. Con il Genoa però abbiamo rialzato la testa, ed ora è il momento di dare continuità di risultati, anche in trasferta. La trasferta di Verona è un occasione più unica che rara per farlo. Le assenze continuano ad essere tante, ma piano piano l’infermeria si svuota ed il ricordo di Leverkusen svanirà. Nove punti in cinque partite sono più di quanti ne avevamo lo scorso anno, ed è sicuramente un buon punto di partenza. Biglia dovrebbe tornare a Verona, e con lui in campo la serenità della squadra è altra cosa. Nel momento di difficoltà ci si può appoggiare, metaforicamente e non, ad uno che in carriera ha giocato finali di coppa del mondo e Copa America da titolare e leader del centrocampo, e questo sarà fondamentale, specialmente per un gruppo pieno di ragazzi giovani. Forza Lazio allora, il momentaccio deve essere solo un ricordo, a Verona per trovare continuità, serenità ed, ovviamente, punti!

Il gol di Felipe Anderson tra i più belli dell’ultima giornata

AGGIORNAMENTO ORE 20.40 – Con quasi 4.500 “Mi Piace” i tifosi hanno scelto come miglior gol dell’ultimo turno di Serie A il tiro a giro del brasiliano, arrivato dritto al cuore dei tifosi della S.S. Lazio. 2°posto invece per il milanista Balotelli con circa 3.300 preferenze. Felipe torna a vincere e convincere, con i suoi numeri e le sue giocate i biancocelesti si sentono più al sicuro.

È di Felipe Anderson il gol più bello della 5^giornata. Con quasi 4.500 “Mi Piace” i tifosi hanno scelto il tiro a…

Posted by Serie A TIM on Sabato 26 settembre 2015

Eccolo, finalmente è tornato. Dopo un periodo di appannamento contro il Genoa si è rivisto il vero Felipe Anderson. Il brasiliano mercoledì sera si è reso protagonista di un’ottima partita. Sul terreno di gioco il giovane centrocampista biancoceleste ha sciorinato tutto il suo repertorio, oltre alle serpentine tra i giocatori avversari ha siglato da fuori area, con un tiro a giro sotto l’incrocio, anche la splendida rete del raddoppio della Lazio. La sua rete è tra le 5 più belle della quinta giornata di campionato. La pagina Facebook “Serie A Tim” ha lanciato un sondaggio fra i tifosi per scegliere il gol più bello della giornata. Per chi vuole partecipare al sondaggio basta mettere il “mi piace” sotto la foto del gol che si vuole votare. Oltre alla sua marcatura tra gli altri papabili ci sono “la fantastica punizione di Balotelli”, “il destro preciso di Eder”, “il gran tiro di Floccari” e “la percussione di Castro”, ma quello realizzato da FA10 sembra essere il principale candidato alla vittoria finale.

Calcio e tifo. Ecco l’ultimo sondaggio della Demos-Coop

il punto di vista di Simone Roselli Giornalista responsabile Osservatorio Calcio Italiano

Il Calcio si sa, è di chi lo ama. Ed in Italia gli innamorati del Calcio sono tanti. Un Amore che si manifesta in senso di appartenenza ed identificazione per i colori che fanno battere il cuore del tifoso. Si tratta di un fenomeno sociologico che nel nostro Paese però necessità di una valorizzazione culturale in termini di strutture e servizi a favore della comunità degli appassionati come già avviene nei paesi più progrediti.

E si perché se da un lato oggi 4 italiani su 10 si definiscono tifosi (40% sul campione del sondaggio condotto da Demos-Coop) dall’altro al termine della scorsa stagione si è registrato l’ennesimo calo degli spettatori presenti allo stadio (-6.1% rispetto alla stagione 2013/14 come da Report n. 6/2015 realizzato da osservatoriocalcioitaliano.it).

I molteplici scandali (ciclici) ed alcune scelte di gestione (opinabili) contribuiscono ad impigrire il tifoso al seguito della propria squadra (media di 22.057 rispetto ai 23.481 del 2013, fonte osservatoriocalcioitaliano.it) ma non il senso di appartenenza ai propri colori (dal 36% al 40%, +11% rispetto al 2013, fonte Demos-Coop) ed il grado di attaccamento alla squadra (il 47% dei tifosi si definisce militanti, fonte Demos-Coop).

Stiamo assistendo ad un ridimensionamento della base del tifo italiano. Ancora non completo. Ma pur sempre in atto. Di certo si tratta un ridimensionamento molto inferiore rispetto alla politica (che nel nostro Paese suscita sentimenti di sfiducia) e dei campanilismi vari (che tendono a confondersi in un contesto di globalizzazione). Soprattutto perché il tifo per la propria squadra di calcio rappresenta ancor oggi la fede più intrinseca per gli italiani.

Djordjevic, un gol ogni 173 minuti

Finalmente nell’ultimo turno di campionato contro il Genoa, Filip Djordjevic, anche approfittando degli infortuni riportati da Klose e Matri, si è ripreso la maglia da titolare. Il giocatore, dopo i pochi minuti in cui era sceso in campo nella terribile serata napoletana, è stato schierato sin dal primo minuto dal tecnico Pioli, riuscendo anche a realizzare il gol del vantaggio biancoceleste. L’infortunio che lo aveva tenuto lontano dal terreno di gioco sembra ormai alle spalle. Nonostante i vari infortuni riportati risulta impressionante la sua media gol. Come riportato dal Corriere dello Sport, il giocatore serbo viaggia ad una media di un gol ogni 173 minuti. Nella sua carriera romana, fino ad ora, l’attaccante biancoceleste è sceso in campo in 26 incontri, nel corso dei quali è riuscito a segnare 9 gol. Ieri il dottor Salvatori si è detto soddisfatto e stupito delle condizioni del giocatore che ha tenuto il campo per tutto l’incontro con i genoani andando oltre le aspettative. Ora Filip vola verso la conferma nell’incontro di domenica prossima, che vedrà la squadra di Pioli protagonista a Verona contro l’Hellas di Mandorlini, con la speranza di poter migliorare la sua media-gol.

Carrizo: “Quando a Roma facevo la gambeta tutti si arrabbiavano”

Juan Pablo Carrizo venne acquistato dalla Lazio nel 2007 ma solo nel campionato 2008-2009 si trasferì definitivamente nella capitale. Acquistato dalla società biancoceleste, che versò nelle casse del River Plate 7,5 milioni, firmò un contratto quinquennale da 650mila euro a stagione. L’acquisto del portiere però rimase in sospeso per problemi burocratici legati alla naturalizzazione del giocatore e venne rimandato in prestito alla sua ex società in attesa che la situazione si sbloccasse. Il trasferimento a Roma si concluse solo l’anno successivo grazie all’acquisizione della cittadinanza italiana di Cristian Ledesma. La sua carriera romana fu un’altalena continua di alti e bassi, nell’arco dei 5 anni le sue prestazioni in campionato si limitarono a solo 25 partite. Caratteristca principale del portiere argentino era la famosa “gambeta“, una sorta di dribbling nella sua area di rigore, con la quale sbilanciare gli attaccanti avversari prima di andare al rilancio del pallone. Il gesto tecnico, sebbene spettacolare, non era visto bene dai suoi tifosi che, in quei pochi interminabili istanti, restavano col fiato sospeso nel timore che qualche avversario potesse portargli via la sfera e di conseguenza realizzare una rete nella porta sguarnita. A commento di quel gesto tecnico l’ex portiere biancoceleste, attuale secondo nell’Inter di Mancini, è intervenuto ai microfoni di Inter Channel: “A Roma spesso mi capitava di tentare la “gambeta” sui calciatori avversari ma in quel periodo le cose alla Lazio non andavano al meglio e la gente si arrabbiava per il mio gesto. Ancora ricordo benissimo quanto il tecnico Delio Rossi ed i sostenitori biancocelesti si adirassero quando tentavo di farla”.

Costacurta: “Nel 1999 Lazio e Parma erano più forti di noi ma…”

Billy Costacurta, ex difensore del Milan ed attuale opinionista Sky, è intervenuto a microfoni dell’emittente dove collabora. L’ex calciatore è tornato a parlare del Campionato 1998-1999, stagione in cui i rossoneri nelle ultime giornate rimontarono sette punti ai capitolini, sorpassandoli proprio in dirittura d’arrivo conquistando lo scudetto. La squadra romana guidata da Sven Goran Eriksson sembrava non avere rivali nella conquista del titolo ma non aveva fatto i conti con i rossoneri. Decisiva fu la penultima giornata: il Milan battendo l’Empoli, già retrocesso, scavalcarono i biancocelesti che, tra le recriminazioni della società romana per l’arbitraggio di Treossi, non andarono oltre il pareggio a Firenze. La settimana successiva gli uomini dello svedese Eriksson superarono in casa il Parma ma non bastò, perchè i rossoneri riuscirono ad espugnare il campo di Perugia mettendo, con pieno successo, la parola fine a quell’incredibile campionato.

A commento per quell’incredibile cavalcata Costacurta ha dichiarato:

In quel momento Lazio e Parma erano nettamente più forti di noi ma improvvisamente andarono incontro a delle crisi, noi fummo bravi ad approfittarne. In quella squadra la difesa era il nostro punto debole ma in avanti, come nel Milan di oggi, avevamo calciatori che creavano molto gioco e grazie ad una buona dose di fortuna riuscimmo a restare attaccati a loro in classifica ed alla fine a superarli. Il paragone tra quella squadra e quella odierna ci può stare, però oggi le squadre davanti ai rossoneri sono più di due e non sarà facile ripetere quell’impresa”.

Nonostante la pesante batosta subita in campionato però il morale dei biancocelesti non venne meno, e la loro stagione non finì li perchè a pochi giorni da quella profonda delusione riuscirono a conquistare la Coppa delle Coppe e, dopo il preliminare per la Champions, riuscirono anche a conquistare l’accesso alla competizione internazionale più importante.

Verona-Lazio a Giacomelli: precedenti positivi per i biancocelesti

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Sarà Piero Giacomelli ad arbitrare il match di domenica al Bentegodi tra Verona e Lazio. Il fischietto triestino sarà coadiuvato dagli assistenti Crispo Gava, dal quarto uomo Vuoto e dagli addizionali Calvarese Ghirsini. Quattro i precedenti della Lazio con questo direttore di gara, con un bilancio di 3 vittorie e 1 sconfitta. L’ultimo incrocio lo scorso 26 ottobre, quando i biancocelesti batterono in casa il Torino.

Galderisi a I Laziali Sono Qua “Lazio, credi in Pioli e supera il momento buio, poi sei lì”

Giuseppe Galderisi, un passato da calciatore un presente da allenatore. Nella sua carriera ha indossato le maglie di Verona, Lazio e Juve tra le altre. Nella sua bacheca tanti trofei, tra i quali tre scudetti ed una coppa Italia. Con la Lazio ottiene una promozione sotto la guida di Fascetti, ed i tifosi della Lazio non l’hanno di certo dimenticato. Un presente che ha sempre a che fare con il calcio, la sua grande passione. Nel 2001 ha fondato una scuola calcio a Padova, e da lì ha dato il via questa nuova avventura. Oggi, intervenuto alla trasmissione radiofonica I Laziali Sono Qua, ha parlato del momento della Lazio. Queste le sue parole “La sconfitta con il Leverkusen ha fatto male ed è pesata, ora però bisogna chiudere al più presto questo momento, perchè la Lazio ha grandi possibilità visto che siamo solo all’inizio. Le assenze della Lazio sono pesanti, pesantissime. Però, lo dico da calciatore, certe assenze ogni tanto, quando tutto gira per il meglio, ti possono anche esaltare. Anche il Verona dovrà fare i  conti con delle assenze, ma a differenza della Lazio, loro hanno una rosa meno competitiva rispetto a quella della formazione di Pioli“.

Quali sono gli attaccanti che ti piacciono di più della formazione romana?

“Da Keita mi aspetto molto, ha potenzialità enormi, va coccolato perchè è un patrimonio della Lazio. Il ritorno di Djordjevic è stato molto importante, è una punta vera che serve ad ogni squadra. Matri, all’esordio ha fatto benissimo. Certo che se fosse arrivato prima….E poi Klose, beh è Klose…Il potenziale della Lazio è davvero importante. In questo campionato livellato, anche un pò pazzo, la Lazio se ritrova la serenità e l’entusiasmo dello scorso anno, può recitare un ruolo importante. Le cose non sono andate bene all’inizio, ma nonostante tutto si trova sopra a Juve Napoli e Roma. L’Inter è partita bene, così come la Fiorentina, ma è presto per giudicarle. Il Milan ancora non lo capisco e per Sinisa ci vorrà ancora del tempo. Per ciò che riguarda la Lazio Qualche problema indubbiamente c’è stato in questo inizio di stagione, ma ho una grandissima fiducia verso Pioli ed tutto il suo staff. Roma è una piazza difficile perchè passionale, ma nonostante qualche brutta sconfitta, la piazza è con Pioli e questo è di sicuro un merito. Compattarsi e farsi forza per Vincere a Verona vorrebbe dire davvero trovarsi nei primi piani della classifica, nonostante le sonore sconfitte arrivate contro Chievo e Napoli.

In conclusione un pronostico sulla Lazio?

Questa squadra dovrà fare i conti anche con la competizione europea che non va di certo trascurata. Ha perso purtroppo l’occasione di giocare la Champions, ora va giocata l’Europa League con l’obiettivo di vincerla. In Italia non vedo squadre schiacciasassi: la Juve è in crisi, il Napoli è discontinuo e la Roma non mi esalta. Con una tifoseria del genere, se ci si ricompatta tutti, sono certo che la Lazio può arrivare tra le prime tre-quattro. In conclusione ci tengo a dire che a Roma non sono riuscito a dare tutto ciò volevo, ma quando torno nella Città Eterna mi sento ancora a casa, grazie!”

D’Amico: “Affrontiamo il Verona nel momento migliore, battiamolo!”

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Mancano soltanto 48 ore a Verona-Lazio, un’occasione più unica che rara per i biancocelesti per sfatare il ‘tabù trasferta’ che li tormenta da inizio stagione. A ribadirlo, nel corso della trasmissione ‘Quelli che hanno portato il calcio a Roma, Vincenzo D’Amico: “Serve sicuramente accortezza– ha detto – Le assenze di Toni e Pazzini (anche se l’ex Milan potrebbe recuperare in extremis ndr) possono incidere positivamente, visto che si tratta di due giocatori fondamentali. La Lazio ha però un’urgenza che si chiama Biglia, che al momento non ha un valido sostituto. Sotto questo aspetto, Pioli potrebbe accelerarne il recupero e, visto che ieri ha lavorato per intero con il gruppo, lo schiererà sicuramente. Per domenica mi piacerebbe vederlo al centro della mediana, con Cataldi nel suo ruolo di intermedio insieme a Parolo. Affrontiamo il Verona nel momento migliore, prendiamoci questi tre punti fondamentali“.

Moriggi, il gregario del ’74: “Con la Lazio tre presenze ma due titoli”

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In pochi se lo ricordano, ma è uno che con la maglia della Lazio ha vinto ben due titoli. Stiamo parlando di Avelino Moriggi, classe 1946 da Cinisello Balsamo, secondo di Felice Pulici nell’anno del primo scudetto. Un’esperienza che ha voluto ricordare oggi dalle colonne de ‘Il Corriere dello Sport’: “Nel ’74 la Lazio vinse anche lo scudetto under 23, quello delle riserve. – ha detto – In quella squadra c’erano D’Amico e Giordano e nella finale, che si giocò a Terni, battemmo 4-0 la Fiorentina di Antognoni”. “Era quella una Lazio con un rispetto diverso, in cui non ti sentivi una riserva, e con Pulici ci rispettavamo a vicenda. – prosegue l’ex numero uno lombardo – Tante volte manifestavo a Maestrelli la voglia di andare via, ma lui mi diceva sempre che dovevo restare“. Nell’ultima gara di campionato contro il Bologna sperava di essere in campo. Ciò purtroppo non accadde, ma lui non ne fece un dramma: “Nessun problema, è bello anche così“. Così come non ha mai fatto un dramma per le pochissime presenze con la Lazio: “Ho fatto cinque anni e mezzo di panchine. Sono sceso in campo solo tre volte e le ricordo. Ma in fondo era giusto che giocasse sempre Pulici, visto che era più forte“. A distanza di tanti anni, Moriggi non ha mai dimenticato quel gruppo: “Ricordo Tor di Quinto, le porte piccole, le sfide tra spogliatoio A e spogliatoio, tra il gruppo di Chinaglia e quello di Wilson. Sfide che erano delle vere e proprie guerre, che nessuno voleva perdere mai. Pensa che una volta in campionato ci chiesero di pareggio, ma Chinaglia rispose ‘no, ce la giochiamo’“.

UOMO LIBERO? NO TIFOSO

Doveva essere un giorno di festa. Un ritorno in grande stile. Ma evidentemente ancora non è tutto pronto, per vedere e ammirare, di nuovo i fans laziali in trasferta al seguito della propria squadra del cuore. Infatti stamattina, durante la trasmissione radiofonica ILSQ, condotta da Danilo Galdino, sulle frequenze di Elle Radio 88.100 fm, sono intervenuti  Sandro “Il Cinese” ed altri ragazzi che hanno a cuore la Lazio e i suoi splendidi tifosi. La notizia irradiata è che, purtroppo, per problemi organizzativi non derivanti dai tifosi della Lazio, non ci sarà la tanto attesa trasferta di Verona. Una notizia che fa scalpore, e che lascia l’amaro in bocca, perchè già da diversi giorni, si era messa in moto tutta la struttura organizzativa dei tantissimi ragazzi, pronti a seguire i pionieri capitolini allo Stadio Bentegodi.

“Noi decidiamo di tornare in trasferta dopo 6 anni – le dichiarazioni rilasciate da Sandro nel corso della trasmissione – e da una società forte come la Lazio – fra le prime 50 al mondo dal punto di vista di brand – doveva forse esserci più organizzazione e non farsi trovare così impreparata. Verona poteva essere una bellissima occasione per ritrovarci tutti intorno alla nostra squadra e magari andare tutti con il treno. Poteva di sicuro essere una buonissima occasione per riamalgamarci e per trascorrere una bellissima domenica al fianco della nostra Lazio. Mi auguro che la società non abbia responsabilità, ma gradiremmo una comunicazione ufficiale, anchè perchè dalla TicketOne (società che gestisce i biglietti e le tessere del tifoso), dicono che i problemi riguardanti l’emissione e il rilascio delle tessere, siano derivanti dalla S.S.Lazio. Ora dovremo attendere il 18 ottobre, quando a Reggio Emilia la Lazio giocherà contro il Sassuolo“.

D’altro canto bisogna anche annotare le parole di Angelo Cragnotti rilasciate ieri alla radio ufficiale biancoceleste in cui viene fatta chiarezza su una tematica che, come spesso accade, ha troppi punti interrogativi :“La procedura per l’emissione della tessera del tifoso è cambiata rispetto all’anno scorso, ora è più semplice e più snella. La tessera viene emessa solo da TicketOne e i Ticket sono inoltrati via internet. Sul nostro sito si trova la procedura per la richiesta della tessera online. Tra martedì e mercoledì partiremo con l’emissione della tessera Millenovecento anche presso i Lazio Style 1900 Official Store, la procedura sarà più snella perché avverrà contestualmente alla richiesta e la foto verrà fatta con appositi dispositivi. Dalla prossima settimana preciseremo quali saranno i Lazio Style che potranno emettere, contestualmente alla richiesta, la tessera del tifoso”. 

Ora i tifosi si aspettano un comunicato ufficiale da parte della società, per capire come mai non si può andare in trasferta a Verona. Insomma i tifosi vorrebbero capire, come è giusto che sia, di chi sono le responsabilità di questo ritardo organizzativo, che di fatto vieta al tifoso biancoceleste di seguire liberamente la Lazio nella delicata trasferta di Verona. Uomo libero, no tifoso.

Magico FA10, per gli ex laziali: “Sempre in campo”

Contro il Genoa Pioli ha ritrovato il suo magico Felipe Anderson. La stella del brasiliano si era un po’ eclissata ma è bastata riprendere maggiore fiducia nei propri mezzi ecco che dal cilindro è uscito fuori il goal capolavoro che ha piegato definitivamente il Grifone. La stagione di Felipe riparte da quel goal, già a Verona i tifosi si aspettano segnali di continuità, quella necessaria per vedere sbocciare definitivamente un campione. Ma per trovarla deve giocare sempre, come sostengono 5 ex grandi biancocelesti – intervistati dal Corriere dello SportOrsi, Wilson, Oddi, Garlaschelli e Piscedda.

“Devi aspettarlo Felipe, lo conosciamo – esordisce Fernando Orsinon fa trenta partite bene, ne fa dieci, ma deve essere impiegato il più possibile. Gli fa bene la continuità, sapendo che ha delle pause durante la partita. Gioca male, come successo nel primo tempo col Genoa, poi prende la palla e la mette all’incrocio dei pali”.

“Per me giocherebbe sempre – della stessa opinione Giancarlo Oddi – se tocca il pallone può fare gol oppure assist, anche quando non è al 100% incide. Pioli ha fatto bene a dire quelle cose, ha fatto capire che gli stanno dietro troppe persone sbagliate. Felipe deve mettersi in mano all’allenatore”. 

“Il Felipe visto contro il Genoa deve giocare sempre – le parole di Pino Wilson – se tocca sette palloni, cinque sono azioni da gol. Deve stare bene fisicamente, deve avere la mente libera. Pioli, non a caso, ha rilasciato una dichiarazione importante. Non se ne può fare a meno in campo. Dal primo minuto sembra essere più pronto e voglioso”. 

“E’ un talento e per questo può essere discontinuo – il pensiero di Massimo Piscedda – per esprimersi deve avere il supporto della squadra. Preferisco sempre lui a ciò che non è talentuoso. Non lo conosco sotto il profilo caratteriale, deve essere uomo, ormai ha una platea che non si può permettere di essere debole. Ha qualità che pochi giocatori hanno in Italia”.

“Si deve mettere in testa di crescere e di avere continuità – le parole di Garlaschelliè ormai da più di due anni alla Lazio, conosce l’ambiente e il calcio italiano. Forse non ha un carattere fortissimo, con il Genoa prima del gol l’ho visto un po’ moscio. È giovane, ha bisogno di sostegno e di essere gratificato”.