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ULTIM’ORA LAZIO – Diaconale punge ancora Juventus e Inter

Diaconale punge ancora Juventus e Inter: scambio di battute infinito tra il responsabile della comunicazione della Lazio e le dirette pretendenti al titolo dei capitolini.

Diaconale sul suo profilo facebook ha scritto questo post: “Ma chi te lo fa fare?”. Molti amici mi rivolgono questa domanda registrando come il mio taccuino biancoceleste settimanale (e qualche volta anche bisettimanale) susciti non solo tante polemiche ma anche valanghe di insulti nei miei confronti lanciate sui social da tifosi di squadre diverse da quella di cui sono responsabile della comunicazione ed a cui ho consegnato il mio cuore fin da bambino.

Bella domanda, visto che a chiedermi di lanciare provocazioni non è il Presidente Claudio Lotito, che, semmai, mi sollecita a non gettare benzina sui fuochi. Perché lo faccio? Debbo questa risposta ai miei amici (ai miei famigliari un po’ preoccupati per il tono degli insulti) ed anche a tifosi biancocelesti di cui mi faccio Paladino non per obbligo professionale ma per mia scelta.

Sarebbe facile sostenere che a spingermi è la mia lazialità e l’ostilità nei confronti delle altre squadre antagoniste alla mia. Ma la verità è che la colpa è della mia storia professionale. Negli anni più formativi ho avuto la fortuna di lavorare nel giornale diretto da Indro Montanelli e di crescere nel rifiuto dell’omologazione, del conformismo e nel culto dell’opinione controcorrente.

Da allora ad oggi sono passati tanti anni. Ma a quell’insegnamento montanelliano sono rimasto sempre fedele (non a caso sono stato direttore responsabile per quasi vent’anni de “L’Opinione” fissando una linea di liberalismo sempre e comunque controcorrente). E tutti i libri che ho scritto non hanno mai derogato rispetto a questa scelta. Dai primi sulla libertà di stampa e su “Mani Pulite”, a quelli sul rischio dell’atomica iraniana su Israele al pericolo del neoperonismo in Italia, da quello sulle interpretazioni in chiave liberale della storia dello Stato unitario a quello sugli aspetti controversi del pontificato di Papa Francesco.

Potevo cambiare decidendo di scrivere non solo di storia e di politica ma anche di calcio? Non potevo. Tanto più che durante la mia esperienza ormai quadriennale nel mondo calcistico mi sono reso conto dell’esistenza di pregiudizi ingiustificati nei confronti della Lazio, del suo Presidente Claudio Lotito e dei suoi tifosi. Questi pregiudizi premono sulla mia coerenza controcorrente e mi impongono di intervenire con le mie armi professionali. Di qui le battaglie per difendere la stragrande maggioranza dei laziali da accuse frutto di prevenzioni antiche ed infondate.

Le polemiche per spiegare che il legittimo interesse della Lazio a finire regolarmente il campionato non nasce dalla pretesa di vincere lo scudetto a tavolino, ma solo dalla speranza di poterlo conquistare sul campo e per rilevare come questo interesse abbia la stessa legittimità di quello di chi vorrebbe annullare il campionato in corso o per avere lo scudetto d’ufficio e potersi dedicare solo alla Champions o per evitare una rovinosa retrocessione. Le polemiche nei confronti di un inconsapevole ministro che non conosce il ruolo del calcio nell’economia e nell’immaginario collettivo del Paese. Ma soprattutto le polemiche per interrompere quella vulgata politicamente corretta e frutto di interessi precisi che tende a dipingere sempre e comunque Lotito non come un imprenditore che ha costruito negli anni una società sana ed una squadra competitiva recuperandola da una condizione drammatica e fallimentare ma una sorta di diavolo del calcio nazionale che si permette di mettersi di traverso ai potenti per eredità, censo o grande presenza mediatica e che per questo va relegato nell’inferno fasullo ed ipocrita dei presunti cattivi.

Bastano queste ragioni? Per me sono più che sufficienti. Anche a non lasciarmi intimidire dalle aggressioni verbali a cui non replico per non trasformare in rissa una discussione che vorrei mantenere sempre ad un livello di totale civiltà.

CALCIOMERCATO Lazio Correa prova a ingaggiare Vasquez

CALCIOMERCATO Lazio Correa si trasforma in ds e cerca di ingaggiare un suo amico

CALCIOMERCATO Lazio Correa durante la quarantena si mette ai fornelli e cerca di portare alla Lazio il suo amico Vasquez

In questi giorni di quarantena, i calciatori oltre ad allenarsi nelle proprie case, danno spazio ad altri hobby che spesso non riescono a mettere in pratica a causa del poco tempo. Questo è il caso del Tucu Correa, che sta vivendo nella propria abitazione da solo e per distrarsi ha deciso di mettersi all’opera con i fornelli cucinando delle empanadas. Non è mancata la replica del suo ex compagno a Siviglia e amico Franco Vasquez, spesso accostato in ottica biancoceleste. Il tucu tramite il suo social ha deciso di pubblicare un video in cui mostra la preparazione. Il commento di Vasquez non si è fatto attendere dicendo: “Che livello”, la risposta di Correa non si è fatta attendere e ha subito rilanciato: “Vieni alla Lazio. Ti preparo tutto quello che vuoi!”. Non solo fa gol e assist, l’argentino ora cerca di fare il manager ingaggiando giocatori per i biancocelesti, se sono amici… ancora meglio!.

 

https://www.instagram.com/p/B-SnKnbimyj/

Tagli stipendi La Lazio deciderà dopo l’incontro tra Lega e Aic

Lotito punto al rinnovo di Inzaghi: molti club sull’allenatore piacentino

Lotito punto al rinnovo di Inzaghi per allontanarlo dalle sirene delle big europee

Lotito punto al rinnovo di Inzaghi – Ormai il mister non è più una sorpresa, prima che il Coronavirus arrivasse, la sua Lazio, aveva inalato una serie di vittorie e pareggi che stavano facendo sognare tutto l’ambiente e gli amanti del calcio. 21 partite di seguito senza perdere, anche di fronte alla Juve e all’Inter, le due rivali più accreditate. Un vero e proprio capolavoro di un mister che nonostante le qualificazione Champions svanite nel corso degli anni, ha sempre portato avanti la sua idea di calcio, riuscendo a stupire tutti.

Su di lui, ci sono vari club europei, ha conquistato stregando tutti, molti infatti hanno scritto il suo nome sui taccuini, pronti a chiamarlo per gestire la propria panchina. Non a caso, la Juve prima di decidere di ricadere su Sarri, aveva provato a sondare il terreno, stesso discorso per il Milan. Il contratto di Inzaghi scadrà nel 2021, ma Lotito ha intenzione di tenerlo alla Lazio ancora per tanto tempo, proverà a chiedere di porre la firma almeno fino al 2022, per giocarsi la Champions che ormai sembra quasi certa per la prossima stagione con la sua squadra. Un matrimonio così bello, non deve finire.

La Lega calcio contro il Governo dopo le parole di Spadafora

Tagli stipendi La Lazio deciderà dopo l’incontro tra Lega e Aic

Tagli stipendi La Lazio deciderà dopo l’incontro che dovrebbe avvenire in giornata, Lotito è contrario

Tagli stipendi La Lazio deciderà in seguito alla riunione – Il presidente sta aspettando la decisione che oggi verrà presa dalla Lega e dall’Aic riguardante il taglio degli stipendi dei calciatori. In questo momento, il calcio è fermo, non si sa se il campionato verrà terminato o meno e questo potrebbe far perdere introiti a tutti i club. Perciò per evitare un danno enorme, si andrà verso il taglio degli stipendi. Su questo punto, la Juve ha già preso una decisione, qualche giorno fa ha ufficialmente emesso una nota riguardante la questione scrivendo che la società si è accordata con i calciatori per non pagare le mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno.

Lotito, sarebbe contro questa decisione, vorrebbe pagare tutte le rate ai propri giocatori. Inoltre spera di riuscire a termine la Serie A, andando avanti magari, per tutta l’estate, purché non si decida di interrompere la stagione. Qualora non dovesse essere così, il club potrebbe perdere circa 30 milioni di entrate dei diritti tv, che causerebbero un piccolo danno in vista della prossima stagione.

Serie A l’ex Roma Balbo sicuro: “Scudetto? Non lo vince la Lazio”

La Lega calcio contro il Governo dopo le parole di Spadafora

La Lega calcio contro il Governo in seguito alle parole del ministro dello sport Spadafora che detto che ormai il calcio non sarà più come prima a causa della crisi che si vivrà dopo il Coronavirus

La Lega calcio contro il Governo – In una nota ufficiale affidata al presidente Paolo Dal Pino arriva la secca risposta: “Con riferimento alle odierne affermazioni del Ministro dello Sport Spadafora ritengo non sia il momento di fare polemiche e demagogia. I numeri parlano da soli. Non serve aggiungere altro per evidenziare il ruolo della Lega Serie A a sostegno del calcio di base e indirettamente di tutto lo sport italiano. La Serie A da sempre svolge un riconosciuto ruolo di locomotiva del comparto. Producendo direttamente ogni anno circa 3 miliardi di euro di ricavi totali e generando un indotto di 8 miliardi a beneficio dell’intera piramide calcistica.

Oltre a una contribuzione fiscale e previdenziale di 1 miliardo di euro. In questi anni l’importo contributivo e solidaristico della Serie A per lo sviluppo dell’impiantistica, per la valorizzazione dei settori giovanili e per sostenere sport diversi dal calcio, è sempre cresciuto. Si è passati dai 93 milioni destinati nel primo anno della sua fondazione nel 2010, agli oltre 130 che saranno versati al termine dell’attuale stagione. Cifre importanti sulle quali si regge l’intera filiera. Cifre che la Lega Serie A spera di continuare ad erogare anche per il futuro a salvaguardia di tutto il movimento calcistico italiano”.

Belle notizie da Lulic: il biancoceleste ha smaltito l’infortunio alla caviglia

LA NOSTRA STORIA L’attaccante biancoceleste Amos Mariani

LA NOSTRA STORIA Amos Mariani nasce a Montecatini Terme il 30 marzo 1931. Cresce nel Montecatini per esordire in seguito, diciassettenne, in Serie B con l’Empoli nel 1948.

L’anno dopo Amos Mariani passa alla Juventus, che lo fa esordire in Serie A e dove conquista lo Scudetto. Nella stagione 1950/51 si trasferisce all’Atalanta. L’anno dopo passa all’Udinese. Nell’estate del 1952 il commissario tecnico Meazza in occasione della spedizione Olimpica di Helsinki lo convoca in Nazionale. Dal 1952 al 1955 gioca nella Fiorentina. Quindi passa per tre stagioni al Milan. Con i rossoneri al termine della stagione 1956-57 vince di nuovo lo Scudetto e una Coppa Latina. Nella stagione 1958/59 veste la maglia del Padova. Dal 199 al 1961 gioca nella Lazio. Nel 1961 si trasferisce al Napoli, con cui vince una Coppa Italia nel 1961/62. Divenuto allenatore guida in successione Sorso, Pro Vasto, Montebelluna, Torres, Ethnikos Pireo, Montecatini, Lecco, Lucchese ed Alghero. È deceduto a Montecatini Terme il 20 febbraio 2007.

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Serie A l’ex Roma Balbo sicuro: “Scudetto? Non lo vince la Lazio”

Serie A l’ex Roma Balbo fa un pronostico sulla stagione che proseguirà quando il Coronavirus sarà definitivamente debellato. Scudetto? Non sarà della Lazio.

L’ex Roma Balbo non punta sulla Lazio: sì alla ripresa del campionato ma lo scidetto non sarà biancoceleste. Ecco le sue parole: “La Serie A deve essere giocata per intero a costo di chiudere a dicembre. Niente playoff, niente congelamento della classifica. Non è professionale alterare in corsa un torneo costruito per avere una certa durata. Scudetto alla Lazio? Dobbiamo essere sportivi e accettarlo. Ma non lo vince”. Se è sicuro lui allora…

Belle notizie da Lulic: il biancoceleste ha smaltito l’infortunio alla caviglia

Belle notizie da Lulic: il capitano biancoceleste è pronto a riprendere condizione dopo l’operazione alla caviglia sinistra. Ottenuto il via libera.

Terminata la riabilitazione in Svizzera dopo l’operazione, arrivano belle notizie da Lulic. Il bosniaco può tornare ad allenarsi per recuperare il tono muscolare. Tutto in sicurezza sanitaria si intende: nell’era del Coronavirus il biancoceleste dovrà usare la sua palestra di casa in attesa di poter riabbracciare i suoi compagni a Formello. Lo sperano tutti, Inzaghi in primis, perché vorrebbe dire che finalmente il virus è stato debellato e tutto potrà riprendere con una tranquilla normalità.

SERIE A SPADAFORA HA DECISO: RIPRESA CAMPIONATO ANCORA RIMANDATA

Serie A Spadafora, ministro dello Sport italiano, ha dichiarato che non c’è possibilità di ricominciare i campionati a maggio e nemmeno di allenarsi.

Serie A Spadafora ha le idee chiare: no alla ripresa del campionato, non è ancora il momento. Ecco il suo pensiero a Repubblica: “Il calcio non ricomincerà il 3 maggio. Le squadre di Serie A hanno già sbagliato quando era il momento di fermarsi. Devono capire che nulla sarà più come prima. Pensavo ai nostri ragazzi abituati a stringersi, abbracciarsi, passarsi la bottiglietta d’acqua: tutto questo mancherà per molto tempo. Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico. Domani proporrò di prorogare per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive di ogni ordine e grado. Ed estenderò la misura agli allenamenti, sui quali non eravamo intervenuti perché c’era ancora la possibilità si tenessero le Olimpiadi”.

LA NOSTRA STORIA – Arne Bengt Selmosson

Il 29 marzo 1931 nasceva a Sil, in Svezia, uno dei giocatori più ‘controversi’ della storia delle due società romane, Arne Bengt Selmosson, scomparso a Stoccolma nel 2002. Iniziò la sua carriera nelle giovanili del Sils per poi passare al Joenkoeping. Acquistato dall’Udinese nel 1955 per ben 150 milioni rimase inattivo per un anno. Non poté essere schierato a causa di un decreto del Presidente del Consiglio che impediva l’impiego di giocatori stranieri. Tra i bianconeri giocava in coppia con Lorenzo Bettini. I due riuscirono a portare nel campionato 1954-55 la squadra friulana al secondo posto dietro il Milan.  Fu un personaggio popolarissimo. A Udine a causa del colore dei suoi capelli i tifosi lo soprannominarono ‘Raggio di Luna’. Alto e potente, era velocissimo e dotato di una tecnica da fuoriclasse. L’anno successivo il presidente della Lazio, Costantino Tessarolo, con l’aiuto economico di Mario Vaselli, lo portò a Roma dopo una trattativa complessa in cui Alberto Fontanesi e Per Bredesen furono girati all’Udinese insieme a un buon numero di milioni che consentirono ai biancocelesti di avere anche Bettini. Alla Lazio giocò tre stagioni, scendendo in campo in 101 incontri e realizzando 31 reti. Nell’estate del 1958 il presidente reggente della società Leonardo Siliato, con il club in piena crisi finanziaria, dovette vendere l’asso svedese divenuto nel frattempo il beniamino dei tifosi laziali. La cosa che più ferì i tifosi fu il fatto che l’acquirente fu la Roma. La società giallorossa approfittando della situazione finanziaria dei rivali cittadini acquistò il giocatore per 135 milioni. Alcuni dirigenti laziali raggiunsero il calciatore in vacanza in Svezia per scongiurarlo di non firmare il contratto. Lo svedese dichiarò che preferiva restare in biancoceleste ma alla fine dovette cedere. I sostenitori della Lazio a quel punto scesero in piazza. Si verificarono diversi scontri con le forze dell’ordine. Alcuni dirigenti si dimisero, altri per molto tempo rimasero confinati nelle proprie case. I tifosi giurarono di non abbonarsi. Tra l’altro la settimana precedente la cessione un settimanale sportivo aveva messo in vendita uno dei primissimi poster a colori in cui era rappresentato il volto di Selmosson in maglia biancoceleste e i ragazzini laziali avevano riempito le pareti delle loro stanze con quella foto. Tra i giallorossi rimase quattro anni. È l’unico giocatore ad aver segnato nel derby sia per la Lazio che per la Roma. Giocatore esemplare per correttezza. Dopo un goal segnato alla Lazio in un derby tornò a capo basso verso il centro del campo senza esultare. Episodio senza precedenti su un campo di calcio in Italia molto apprezzato dai tifosi delle due squadre. Nell’ultima stagione in giallorosso non scese mai in campo. Nel novembre 1961 passò all’Udinese dove restò fino al 1964, con i friulani in serie B. Rientrato in patria giocò con il Skoevde AIK per poi intraprendere la carriera di allenatore in squadre minori.

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LA NOSTRA STORIA Il portiere Paolo Colucci

LA NOSTRA STORIA Paolo Colucci nasce a Roma il 29 marzo 1926. Nel 1940/41 inizia a giocare nel G.S. Colosseo. L’anno dopo passa al G.S. Vincere.

Arriva alla Lazio nel 1942/43 e vi resta per due stagioni. A 15 anni Colucci inizia a lavorare come impiegato nell’Agenzia generale dell’INA. Aiutato da alcuni partigiani evita l’arresto da parte dei nazifascisti dopo l’attentato di Via Rasella. Entra nel giro della prima squadra a 17 anni fortemente voluto da Dino Canestri. Intanto continua a giocare a livello giovanile. Nelle stagioni 1943/44 e 1944/45 vince il Campionato Romano Ragazzi.

Nel 1945/46 passa in prestito all’Almas dove vince il Campionato di Prima Divisione. Torna alla Lazio nella stagione 1946/47. Nella stagione 1947/48 si trasferisce in prestito al Latina in serie C. L’anno dopo gioca a Palombara. Torna in prestito alla Lazio nel 1949/50 e riscatta il cartellino. Quindi passa all’ATAC e nel 1950/51 ai dilettanti dell’Humanitas dove subisce la rottura dei legamenti. Infortunio che lo costringe al ritiro.

Nel 1986, una volta in pensione, per 18 anni con l’ex compagno di squadra Renato Spurio allena i giovani portieri nel Centro Sportivo Cristoforo Colombo. Ha seguito la Lazio fino alla fine. È stato socio fondatore e Segretario dell”Associazione Vecchie Glorie di Roma e Lazio’. Instancabile organizzatore di iniziative atte a sensibilizzare i giovani sul valore dello sport e sulla necessità di osservare sempre comportamenti etici e corretti.

Tra il 2004 e il 2006 con un altro ex laziale, Franco Rosi, che possiede una casa a Malindi in Kenia ha messo a disposizione i denari per costruire tre aule scolastiche in un istituto per i bambini poveri del Paese africano garantendone anche l’approvvigionamento alimentare. Muore a Roma il 9 novembre 2014.

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ACCADDE OGGI 29 marzo 1992, Juventus-Lazio 1-1: alla “prima” di Cragnotti, Signora salva al 90′

Sergio Cragnotti in tribuna allo stadio Delle Alpi, per la prima volta da proprietario della Lazio. E’ questa la nota di cronaca più importante in una sfida che vedrà la Lazio beffata dopo aver cullato il sogno di un colpaccio a Torino fino allo scadere. Il campionato si risolverà con l’ennesimo assalto fallito all’Europa dei biancocelesti: l’ultimo, perché Cragnotti si rivelerà il principe azzurro atteso dai laziali per oltre novant’anni.

La partita vede una superiorità juventina intermezzata da ripartenze laziali molto efficaci. Piacevole, ma il pareggio rischia di non servire a nessuna delle due squadre. Ma fatalmente si concretizza: a sette minuti dal novantesimo infatti Karl Heinz Riedle trova il vantaggio, poi Fiori è miracoloso su una punizione di Roberto Baggio, ma non può nulla su Schillaci che colpisce proprio a vittoria ormai acquisita. La partita viene arbitrata da un giovane Collina: proprio la prova che fosse la giornata dei protagonisti del calcio del futuro.

Fabio Belli

IL TABELLINO

29 marzo 1992, JUVENTUS-LAZIO 1-1

Marcatori: 38’st Riedle (L), 45’st Schillaci (J)

JUVENTUS: Tacconi, Reuter, De Agostini, Conte (9’st Di Canio), Carrera, Julio Cesar, Alessio, Galia, Schillaci, R.Baggio, Casiraghi. A disp.: Peruzzi, Luppi, Ragagnin. All. Trapattoni.

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin, Gregucci, Soldà, Neri, Bacci, Riedle, Sclosa (22’st Melchiori), Ruben Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Verga, Stroppa. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Collina (Viareggio).

 

Lazio Acerbi: “Aspettiamo per giocare ma teniamoci in forma”

Lazio Acerbi torna a parlare in una diretta Instagram. Anche il giocatore biancoceleste tiene compagnia ai suoi followers in questi giorni difficili di quarantena per il Coronavirus.

Lazio Acerbi su Instagram: “Non so quando potremmo tornare a giocare, basta vedere la situazione attuale per capire. È normale che ci sia un po’ di panico, non si possono prendere decisioni in fretta, vediamo come va. Quando andrà meglio, si tireranno un po’ le somme. L’importante è tenersi in forma, mi manca però giocare insieme al gruppo. La mia famiglia è a Milano, stanno bene”.

Marcolin e la scomparsa del papà per Coronavirus: “Non potrò nemmeno baciarlo”

Un dramma vero quello che stanno affrontando molte famiglie italiane a causa del Covid-19. La morte ha colpito anche un familiare di un ex giocatore della Lazio: Marcolin e la scomparsa del papà per Coronavirus.

“Il mondo del calcio mi ha aiutato nelle prime ore con tanto affetto. Soffro anche per chi ha perso qualcuno di caro. Il primo a chiamare è stato Mancio, subito dopo Sinisa. Poi tifosi di Lazio e Napoli. Insomma, tantissima gente. Eravamo preparati al peggio. Ma il peggio non è mai come te lo immagini. Ero andato a trovarlo a casa a inizio febbraio, non avrò nemmeno la possibilità di dargli un bacio sulla fronte”. Queste le parole del l’ex Lazio e Napoli e ora telecronista affermato. Marcolin e la scomparsa del papà per Coronavirus: oltre la morte ora c’è la sofferenza per un ultimo saluto che inevitabilmente sarà più freddo e distaccato.

LA NOSTRA STORIA L’ex difensore Alberto Caroletta

LA NOSTRA STORIA Alberto Caroletta nasce a Roma il 28 marzo 1948. Dopo gli esordi con il Bettini Quadraro nell’estate del 1965 passa alla Lazio con Antonio Giammei. Nel 1965/66 partecipa alle finali nazionali del campionato Primavera e vince i Trofei Cin Casoni e Agostini. L’anno dopo vince i Trofei di Saint Ouen e Città di Riccione.

Nel 1967/68, con la Lazio in serie B, Alberto Caroletta è promosso nella squadra De Martino dove conquista il titolo italiano. Dopo un’altra stagione e il servizio di leva passa in prestito a L’Aquila. A fine stagione torna alla Lazio. Gioca ancora nella De Martino e vince di nuovo il titolo nazionale. Convocato per il ritiro precampionato del 1971 partecipa a quasi tutte le amichevoli estive. A novembre passa in prestito alla Salernitana. La stagione dopo torna alla Lazio. A novembre è di nuovo in prestito al Trani. Nel 1973/74 inizia la stagione con il Frosinone ma dopo sei gare, assunto dall’ENEL, abbandona il calcio professionistico.

Nel 1974/75 accetta la proposta di un collega di lavoro e riprende a giocare con il Passo Corese. Resta dieci anni, salvo una stagione al Torre Maura, prima come giocatore e poi come allenatore-giocatore. Come allenatore, chiamato dall’ex compagno di squadra Chinaglia, guida il Villa San Sebastiano, compagine abruzzese di I Categoria nella quale Giorgione si cimenta come calciatore. Alberto Caroletta oggi è pensionato, vive alla Garbatella e si diletta a partecipare a tornei di calciotto insieme ai sui ex colleghi dell’ENEL.

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LA NOSTRA STORIA L’ex centrocampista Giambattista Moschino

LA NOSTRA STORIA Giambattista Moschino nasce a Vigevano, in prov. di Pavia, il 28 marzo 1939. Cresce nelle giovanili del Novara. Fa il suo esordio in Serie A nella stagione 1955/56 ad appena 16 anni. L’anno dopo gioca tra i cadetti e dal 1957 diventa titolare.

Nel 1959 Moschino passa al Torino in Serie B. La stagione 1960/61 la passa in tribuna a causa di un brutto infortunio. Nel novembre del 1961 torna al Novara. Dopo essere tornato di nuovo al Torino passa in prestito alla Lazio nel novembre del 1962. Dalla stagione 1963/64 torna ai granata dove resta per sette stagioni vincendo la Coppa Italia nella stagione 1967/68. Nella stagione 1970/71 passa al Verona. Ritorna alla Lazio nel 1971/72 voluto da Tommaso Maestrelli.

Con i biancocelesti centra la promozione in A e viene confermato per la stagione dopo. In totale gioca tre stagioni con la Lazio. Alla fine della stagione 1972/73 chiude con il calcio giocato e diventa l’allenatore della Reggina in serie B. Nel 1975/76 è direttore sportivo dell’Albese in C. Successivamente torna ad allenare guidando la Reggiana e poi come vice l’Alessandria. Per anni Moschino è stato istruttore federale presso il Centro Tecnico di Coverciano. È deceduto a Vigevano il 20 luglio 2019.

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LAZIO Tare: “Priorità combattere il virus, sperando poi di giocarci lo Scudetto”

LAZIO Il Direttore Sportivo biancoceleste Igli Tare ha concesso un’intervista al quotidiano torinese Tuttosport, dove ha parlato della situazione calcio nell’emergenza Coronavirus.

LAZIO Il Direttore Igli Tare è stato tra i dirigenti intervistati di Tuttosport in un’indagine sul calciomercato. Le sue parole sulla situazione: “La priorità combattere il virus e chiudere la stagione, non riuscirci sarebbe fatale per la situazione economica del calcio. Speriamo di giocarci lo scudetto fino all’ultimo, anche se non si può ancora sapere quando si riprenderà. Solo dopo penseremo a come organizzare il mercato. L’unica cosa certa è che sarà più complicato. L’abbassamento generale dei prezzi è possibile, ma molto dopenderà da come concluderemo l’annata. Non mi intriga l’idea di una sessione sempre aperta fino all’inverno”.

INTANTO CURVA NORD DONA 8MILA EURO PER L’EMERGENZA>>>LEGGI QUI

CORONAVIRUS LAZIO — La Curva Nord raccoglie 8.000 euro

CORONAVIRUS LAZIO — Ambiente biancoceleste in prima linea nel combattere l’emergenza. La Curva Nord ha organizzato una donazione destinata all’Ospedale San Paolo di Civitavecchia. Una volta raccolti i fondi, i tifosi biancocelesti li hanno interamente devoluti al reparto di terapia intensiva per acquistare maschere, autorespiratori, occhiali e materiale di protezione necessario per combattere l’emergenza sanitaria. Per diffondere e promuovere questo messaggio, ci hanno messo la faccia anche Ciro Immobile e Danilo Cataldi. Il centrocampista biancoceleste, attraverso un video su Instagram, ha lanciato il suo appello: “Diamo una mano, ci sono in ballo le vite di molte persone”. Il risultato, considerando i tempi stretti, si è rivelato un grande successo perché sono stati raccolti più di 8 mila euro.

Taglio degli stipendi: scontro tra il Barcellona e i suoi giocatori

I giocatori del Barcellona dicono no al taglio degli stipendi. La società blaugrana, in crisi economica dopo la sospensione dell’attività sportiva, davanti al rifiuto dei calciatori si è rivolta al Tribunale.

Il Barcellona ha diffuso un comunicato in cui spiega che della questione del taglio degli stipendi si occuperà il dipartimento del Lavoro della Catalogna. La nota del club recita: “La dichiarazione dello stato d’allarme del 14 marzo, a seguito dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo per la pandemia di coronavirus, ha significato la cessazione di tutte le attività sportive e non del nostro club. In questo scenario il Cda ha deciso di attuare una serie di misure per mitigare gli effetti e ridurre le conseguenze di questa crisi. Tra le misure adottate quelle relative al luogo di lavoro. Motivate dalla necessità di attuare misure per adattare gli obblighi contrattuali del personale del club alle nuove e temporanee circostanze.

Riguarda la presentazione dei diversi file relativi nel campo sportivo (calcio e altri sport professionistici), così come nel resto del personale non sportivo. File che verranno esaminati davanti al dipartimento del Lavoro della Generalitat de Catalogna una volta che il club avrà condiviso con tutto il personale, sportivo e non, gli aspetti relativi a queste misure e il loro campo di applicazione. Si tratta di una riduzione della giornata lavorativa imposta dalle circostanze e dalle misure di protezione attuate e, di conseguenza, della riduzione proporzionale della remunerazione prevista nei rispettivi contratti. Misure che il club intende attuare scrupolosamente a seguito degli standard formali di lavoro secondo i criteri di proporzionalità e, soprattutto, correttezza. Con l’unico obiettivo di riprendere l’attività il più presto possibile”.

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud: ecco gli altri nomi

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud – L’attaccante francese a giugno vedrà il suo contratto scadere e ha già dichiarato alla società inglese che non rinnoverà

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud – La Lazio con tutta probabilità nella prossima stagione, giocherà la Champions League sia in caso di conclusione del campionato sia se si continuasse a giocare, perciò si cercano già i rinforzi per la prossima stagione. Olivier Giroud è stato corteggiato per tutto gennaio, ma il Chelsea ha deciso di non lasciarlo partite. Però sembrerebbe che tra la Lazio e il giocatore, ci sia un accordo per il trasferimento in biancoceleste a giugno quando il suo contratto sarà scaduto.

Però non è l’unico calciatore che interessa alla società, infatti Tare ha da sempre sognato di avere in rosa Pedro, anche lui come il francese, a giugno vedrà il proprio contratto in scadenza. Il Ds provò a portarlo a Roma già nel 2018 senza successo ora però, le cose potrebbero cambiare. Un altro nome è quello di Marcos Alonso, ex Fiorentina, laterale sinistro che potrebbe fare al caso di Inzaghi, grazie alla sua corsa, tecnica e forza. Lui a differenza degli altri due non ha il contratto in scadenza ma è ai ferri corti con la società che nel prossimo calciomercato, lo metterà in vendita, per la Lazio sarebbe un’ottima opportunità. Il mercato estivo laziale potrebbe parlare inglese.

CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato