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LAZIO Tare: “Priorità combattere il virus, sperando poi di giocarci lo Scudetto”

LAZIO Il Direttore Sportivo biancoceleste Igli Tare ha concesso un’intervista al quotidiano torinese Tuttosport, dove ha parlato della situazione calcio nell’emergenza Coronavirus.

LAZIO Il Direttore Igli Tare è stato tra i dirigenti intervistati di Tuttosport in un’indagine sul calciomercato. Le sue parole sulla situazione: “La priorità combattere il virus e chiudere la stagione, non riuscirci sarebbe fatale per la situazione economica del calcio. Speriamo di giocarci lo scudetto fino all’ultimo, anche se non si può ancora sapere quando si riprenderà. Solo dopo penseremo a come organizzare il mercato. L’unica cosa certa è che sarà più complicato. L’abbassamento generale dei prezzi è possibile, ma molto dopenderà da come concluderemo l’annata. Non mi intriga l’idea di una sessione sempre aperta fino all’inverno”.

INTANTO CURVA NORD DONA 8MILA EURO PER L’EMERGENZA>>>LEGGI QUI

CORONAVIRUS LAZIO — La Curva Nord raccoglie 8.000 euro

CORONAVIRUS LAZIO — Ambiente biancoceleste in prima linea nel combattere l’emergenza. La Curva Nord ha organizzato una donazione destinata all’Ospedale San Paolo di Civitavecchia. Una volta raccolti i fondi, i tifosi biancocelesti li hanno interamente devoluti al reparto di terapia intensiva per acquistare maschere, autorespiratori, occhiali e materiale di protezione necessario per combattere l’emergenza sanitaria. Per diffondere e promuovere questo messaggio, ci hanno messo la faccia anche Ciro Immobile e Danilo Cataldi. Il centrocampista biancoceleste, attraverso un video su Instagram, ha lanciato il suo appello: “Diamo una mano, ci sono in ballo le vite di molte persone”. Il risultato, considerando i tempi stretti, si è rivelato un grande successo perché sono stati raccolti più di 8 mila euro.

Taglio degli stipendi: scontro tra il Barcellona e i suoi giocatori

I giocatori del Barcellona dicono no al taglio degli stipendi. La società blaugrana, in crisi economica dopo la sospensione dell’attività sportiva, davanti al rifiuto dei calciatori si è rivolta al Tribunale.

Il Barcellona ha diffuso un comunicato in cui spiega che della questione del taglio degli stipendi si occuperà il dipartimento del Lavoro della Catalogna. La nota del club recita: “La dichiarazione dello stato d’allarme del 14 marzo, a seguito dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo per la pandemia di coronavirus, ha significato la cessazione di tutte le attività sportive e non del nostro club. In questo scenario il Cda ha deciso di attuare una serie di misure per mitigare gli effetti e ridurre le conseguenze di questa crisi. Tra le misure adottate quelle relative al luogo di lavoro. Motivate dalla necessità di attuare misure per adattare gli obblighi contrattuali del personale del club alle nuove e temporanee circostanze.

Riguarda la presentazione dei diversi file relativi nel campo sportivo (calcio e altri sport professionistici), così come nel resto del personale non sportivo. File che verranno esaminati davanti al dipartimento del Lavoro della Generalitat de Catalogna una volta che il club avrà condiviso con tutto il personale, sportivo e non, gli aspetti relativi a queste misure e il loro campo di applicazione. Si tratta di una riduzione della giornata lavorativa imposta dalle circostanze e dalle misure di protezione attuate e, di conseguenza, della riduzione proporzionale della remunerazione prevista nei rispettivi contratti. Misure che il club intende attuare scrupolosamente a seguito degli standard formali di lavoro secondo i criteri di proporzionalità e, soprattutto, correttezza. Con l’unico obiettivo di riprendere l’attività il più presto possibile”.

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud: ecco gli altri nomi

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud – L’attaccante francese a giugno vedrà il suo contratto scadere e ha già dichiarato alla società inglese che non rinnoverà

CALCIOMERCATO LAZIO Dal Chelsea non solo Giroud – La Lazio con tutta probabilità nella prossima stagione, giocherà la Champions League sia in caso di conclusione del campionato sia se si continuasse a giocare, perciò si cercano già i rinforzi per la prossima stagione. Olivier Giroud è stato corteggiato per tutto gennaio, ma il Chelsea ha deciso di non lasciarlo partite. Però sembrerebbe che tra la Lazio e il giocatore, ci sia un accordo per il trasferimento in biancoceleste a giugno quando il suo contratto sarà scaduto.

Però non è l’unico calciatore che interessa alla società, infatti Tare ha da sempre sognato di avere in rosa Pedro, anche lui come il francese, a giugno vedrà il proprio contratto in scadenza. Il Ds provò a portarlo a Roma già nel 2018 senza successo ora però, le cose potrebbero cambiare. Un altro nome è quello di Marcos Alonso, ex Fiorentina, laterale sinistro che potrebbe fare al caso di Inzaghi, grazie alla sua corsa, tecnica e forza. Lui a differenza degli altri due non ha il contratto in scadenza ma è ai ferri corti con la società che nel prossimo calciomercato, lo metterà in vendita, per la Lazio sarebbe un’ottima opportunità. Il mercato estivo laziale potrebbe parlare inglese.

CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato

Parma D’Aversa punge Inzaghi: “E’ uno dei migliori, però ora fa lo gnorri”

Parma D’Aversa punge Inzaghi – Il tecnico ha parlato del mister piacentino mettendolo sul podio dei migliori allenatori

Parma D’Aversa punge Inzaghi – L’allenatore del Parma, è intervenuto in questo momento di difficoltà per parlare di calcio e ha nominato anche la Lazio e Inzaghi. Ancora non gli è andata giù la partita tra Parma-Lazio, reo secondo lui, di aver subito un’ingiustizia con il rigore non concesso all’ultimo minuto, ecco le sue parole:

Sarri ancora si deve ambientare del tutto, ha bisogno ancora di un po’ di tempo, anche se ricordiamo che è pur sempre primo in classifica e agli ottavi di Champions. Anche Conte però sta facendo un ottimo lavoro nonostante tra la sua be la Juventus in questo momento ci sia un distacco di punti. La Lazio invece è riuscita a mettere i bianconeri in apprensione, li tiene sempre tesi, merito soprattutto di Inzaghi. In questo momento tutti noi più che sul calcio, abbiamo le testa e gli occhi su altre problematiche, certo ci manca però dobbiamo stare attenti ad altro. Chi metto sul podio come allenatori? Al terzo posto Liverani, mentre primo e secondo posto Gasperini e Inzaghi, entrambi stanno portando due squadre che in questi anni a fare cose straordinarie che non erano assolutamente abituate a quelle posizioni. Stanno lavorando benissimo con le rose che hanno a disposizione”.

“Pochi fa abbiamo fatto l’ultima chiamata, ci sentiamo spesso telefonicamente. Ognuno ovviamente cerca di fare i propri interessi, ma quello che è accaduto in quella partita, penso sia sugli occhi di tutti. Poi in conferenza stampa ha fatto lo “gnorri” è diventato bravo in questo”.

Inzaghi chiama i giocatori per tenerli concentrati e motivati

Inzaghi chiama i giocatori per tenerli concentrati e motivati

Inzaghi chiama i giocatori per tenere alta la condizione fisica e la concentrazione qualora arrivasse il via libera per la ripresa degli allenamenti

Inzaghi chiama i giocatori – Lotito inizialmente aveva fissato la ripresa degli allenamenti per lunedì 23, ma non è arrivato l’ok da parte della Lega per la messa in sicurezza così è stato tutto rimandato. La Serie A ormai è bloccata da tre settimane e i giocatori potrebbero aver perso lo smalto a livello fisico e mentale, perciò Simone Inzaghi chiama sistematicamente tutti in base a dei turni. Durante le chiamate, chiede ai giocatori di rimanere calmi e restare concentrati per essere pronti in ogni momento in caso d’inizio. Quando sono stati annullati gli allenamenti il tecnico ha detto ai ragazzi di rimanere concentrati, continuando ad allenarsi perché appena verrà confermato il ritorno, si dovranno tutti far trovare pronto, ci sarà pochissimo tempo per recuperare, perciò bisognerà farsi trovare subito pronti.

Insomma, un allenatore sempre presente per tutti, anche in questo momento di difficoltà, chiama costantemente i suoi giocatori per tenerli concentrati e tutti rispondono presente. Infatti a differenza di altri club, i biancocelesti, sono rimasti tutti a Roma senza cambiare città perché sia il mister che il presidente, credono nella ripresa del campionato. Durante le dichiarazioni o dirette Instagram, i calciatori infatti parlano spesso del mister Inzaghi e di quanto lo sentano vicino in questo momento delicato.

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CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato

CORONAVIRUS Novità in arrivo anche per il calciomercato. Salvo proroghe in Italia i contratti dei calciatori scadono il 30 giugno e dal giorno successivo se ne fanno di nuovi. Normalmente ciò avviene a campionato concluso. Per concludere campionati e coppe per club, come affermato da Gabriele Gravina, si dovrà giocare anche a luglio e agosto.

Quest’anno però con lo stop imposto dall’emergenza coronavirus il calendario del calciomercato potrebbe essere stravolto. Per giocare anche nei mesi estivi le federazioni e le leghe che organizzano i campionati dovranno chiedere alla Fifa che la validità dei contratti dei calciatori sia posticipata oltre la data del 30 giugno. Questo perché altrimenti le ultime partite di campionati e coppe si giocherebbero con formazioni inedite e diverse rispetto al resto della stagione a causa di prestiti conclusi, trasferimenti già concordati e nuovi arrivi dall’estero. Quindi se la fine della stagione sarà prorogata anche la finestra di mercato estivo dovrà subire conseguenze. In Europa le contrattazioni dovranno cominciare più tardi. Secondo Gravina ad agosto e concludersi a settembre inoltrato. O addirittura più avanti. Alla Fifa si è studiato anche lo scenario estremo: mercato aperto fino a novembre o dicembre.

Le associazioni dei procuratori, in tutto il mondo, stanno studiando la questione del calendario delle contrattazioni. Raffaele Rigitano, avvocato dell’associazione Aiacs-Assoagenti, dichiara: “Immaginare un mercato che si sovrapponga per diversi mesi al campionato creerebbe difficoltà. Che possa restare aperto per il mese di settembre, invece, sembra un compromesso ragionevole. La priorità è che il calcio riprenda. Il resto si può discutere”. Sulla polemica sollevata dal presidente Fifa, Gianni Infantino, riguardo agli agenti che avrebbero troppo potere e guadagnerebbero troppo, Beppe Galli, presidente di Aiacs-Assoagenti, risponde: “Gli agenti non guadagnano troppo. I prezzi sono stabiliti dalle società e i guadagni sono parametrati al giro d’affari complessivo. Non tutti sono Mendes e Raiola, molti sono economicamente in difficoltà, visto che spesso i club non pagano o lo fanno con enormi ritardi”. Dei 7 miliardi di euro complessivi del mercato estivo dei calciatori gli agenti intercettano come quota d’intermediazione circa il 12%.

SERIE A – GRAVINA: “IL CAMPIONATO DEVE FINIRE”

Lutto nel calcio internazionale: morto Michel Hidalgo

Calcio internazionale in lutto: morto Michel Hidalgo. L’ex commissario tecnico della Francia campione d’Europa nel 1984 si è spento a Marsiglia all’età di 87 anni. Il suo nome è legato a quello del giocatore più rappresentativo della nazionale transalpina Michel Platini.

Morto Michel Hidalgo. Dopo una carriera da calciatore di medio livello da allenatore raggiunge i risultati più eclatanti proponendo il cosiddetto calcio ‘champagne’. Porta la Francia al Mondiale del 1978 fermandosi però al primo girone eliminata da Italia e Argentina. Quattro anni dopo, in Spagna, la sua squadra incanta ma è fermata in semifinale dalla Germania. I tedeschi si impongono ai rigori dopo aver raggiunto i galletti sul 3-3 ai supplementari. Raggiunge il trionfo due anni dopo nell’Europeo giocato in casa e vinto nella finale contro la Spagna.

DIACONALE: “JUVE E INTER HANNO INTERESSE AD ANNULLARE IL CAMPIONATO”

LA NOSTRA STORIA – Franco Janich, l'”armadio” biancoceleste

Il 27 marzo 1937 nasceva a Udine Francesco Ianich, meglio noto come Franco Janich. Inizia a giocare nelle fine dello Spilimbergo.

Passa poi alle giovanili dell’Atalanta, con la quale esordisce in Serie A. Difensore, giocava nel ruolo di libero. Roccioso ma corretto (non venne mai espulso), venne soprannominato l'”armadio”.  Nel corso della sua lunga carriera non ha mai segnato un gol.

L’ARRIVO ALLA LAZIO

Nel 1958 arriva alla Lazio, dove conquista subito la Coppa Italia (la prima della società biancoceleste nel dopoguerra), la Coppa dell’Amicizia (per nazioni) nel 1960 e la Coppa delle Alpi (per nazioni) nel 1961. È stato uno dei difensori più eleganti e tecnici che abbiano mai indossato i colori biancocelesti. Con la squadra capitolina ha collezionato 93 presenze in Campionato, 10 in Coppa Italia e 2 in Coppa delle Alpi.

L’ADDIO ALLA LAZIO

Nella stagione 1960-1961 passò al Bologna dove diventò titolare fisso e raggiunse il traguardo più alto della sua carriera vincendo lo storico Scudetto del 1964, vinto allo spareggio contro l’Inter di Herrera. Nel periodo bolognese gioca anche 6 partite in Nazionale. Era in campo nelle sconfitte subite con il Cile nei Mondiali del 1962 e contro la Corea del Nord nei Mondiali del 1966. Nella stagione 1969/70 vinse il Premio come Calciatore esemplare assegnato dal quotidiano Stadio al calciatore che più si è distinto nel torneo per qualità atletiche, morali e tecniche (in quel momento 388 partite nel massimo campionato senza mai subire squalifiche).

LA NUOVA AVVENTURA ALLA LAZIO

Terminata la carriera da giocatore diventa Direttore Generale del Napoli dal 1972 al 1976 e dal 1978 al 1980. Poi passa al Como dove ricopre la carica di Direttore Sportivo. Dal 1978 al 1980 torna alla Lazio con l’incarico di Direttore Sportivo. A causa dell’arrivo di Moggi in biancoceleste rinuncia al terzo anno di contratto con la società capitolina e si trasferisce alla Triestina. In seguito diventa direttore sportivo del Bari, dove resta per otto anni. Nel 1986 viene squalificato per sei mesi per lo scandalo scommesse. Tra fine anni novanta e i primi del duemila con il procuratore Riccardo Franceschini gestisce un’agenzia di ricerca di talenti calcistici, la Franceschini-Janich. All’inizio dello stesso decennio entra a far parte dello staff amministrativo del Manfredonia. Dalla stagione calcistica 2007-2008 Janich ricopre il ruolo di direttore sportivo nel Pomezia, squadra di calcio di Eccellenza Laziale.

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SERIE A Gravina: “Il campionato deve finire. Coverciano a disposizione per terapia intensiva”

SERIE A Il numero uno della Figc Gabriele Gravina ha concesso una lunga intervista ai microfono di SkySport in cui ha parlato del calcio italiano in questo difficilissimo periodo a livello non solo nazionale, ma globale.

SERIE A Il Presidente della Figc Gabriele Gravina: “Abbiamo un piano al quale abbiamo dato priorità assoluta, il valore della competizione sportiva. Ci siamo già attivati con la FIFA, che ha organizzato una task force per rivedere i termini di prolungamenti dei contratti nel caso in cui dovessimo sforare la scadenza del 30 giugno. Oggi la deadline è del 30 giugno, ma siamo in attesa di comunicazioni da parte dell’UEFA e della FIFA. Per noi l’ideale è imporre una proroga fino al 30 luglio, con partenza entro il mese di maggio. Dobbiamo comunque attenerci al rispetto delle ordinanze che ci arrivano dalle massime autorità. Dipendiamo dall’OMS, non possiamo prevaricare il loro ruolo. Se non si potesse andare oltre il 30 giugno faremo una serie di riflessioni per salvare il valore della competizione sportiva che è stata raggiunta sul campo. È un’ipotesi a cui non abbiamo ancora dato attenzione”.

GRAVINA SULL’ASSEGNAZIONE DELLA SERIE A

“Io resto ottimista. Escludo che si posso ‘collegare’ la stagione 2019-2020 a quella successiva. La possibile assegnazione del titolo? Ne parleremo in Consiglio Federale. Mi piace essere legato all’idea che il campionato si deve finire. Vorrebbe dire che avremo superato questo periodo difficile. Il calcio italiano non vive solo sull’assegnazione dello scudetto. Ci sono tanti tornei, vanno assegnati i posti in Europa, le promozioni, le retrocessioni. Sono convinto che l’UEFA e la FIFA daranno un’indicazione univoca su come proseguire i campionati. Di ipotesi ne sento tantissime, come la Serie A a 22 squadre. Non è facile modificare format che sono stati già fissati all’interno delle nostre norme federali. Con il campionato che parte in ritardo e che dovrà contenere meno partite per arrivare pronti all’Europeo diventerebbe una situazione ingestibile”.

IL CALCIO SI MOBILITA. COVERCIANO A DISPOSIZIONE

“Il calcio ancora una volta ha dimostrato una grande sensibilità nel cercare di stare vicino ai suoi tifosi e lanciare messaggi di solidarietà. A cominciare da Fabio Cannavaro, Alex del Piero e tutti i campioni del mondo del 2006 per finire ai gesti di solidarietà espressi da club e giocatori. Oggi la Federazione mette a disposizione il suo gioiello di famiglia, Coverciano. Abbiamo offerto il nostro centro tecnico per la terapia intensiva, e ringrazio per questo il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’assessore Andrea Vannucci e l’assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi. Due settimane fa abbiamo messo a disposizione una palazzina per i vigili del fuoco, già operativo come centro di emergenza. Oggi, invece, tutta la nostra foresteria per medici e infermieri, oltre a 20-30 posti dell’Auditorium. Questo è il vero volto che il calcio mette in mostra. Siamo pronti a mettere a disposizione tutte le nostre energie per questo percorso che tutti insieme dobbiamo vincere”.

IL RINVIO DEGLI EUROPEI

Con Mancini abbiamo condiviso subito l’idea di rinviare l’Europeo. Inutile nascondere che ci è dispiaciuto moltissimo. Io ho pensato subito ai 1000 volontari e a tutte le strutture coinvolte e impegnate nell’organizzare un evento straordinario. Il CT è stato molto sereno e tranquillo. Come ha detto lui lo vinceremo nel 2021. Per la ripresa del gioco ci dobbiamo affidare a coloro che hanno maggiore esperienza su qual è lo stato delle cose. I giocatori volati all’estero rappresentano situazioni che lascio gestire alle società: anche loro sono uomini che hanno i loro affetti e bisogni come i nostri”.

INTANTO DIACONALE ATTACCA>>>LEGGI QUI

LAZIO Diaconale: “Juve e Inter hanno interesse ad annullare il campionato”

LAZIO Diaconale: “La Juventus ha autorizzato alcuni suoi tesserati ad allontanarsi da Torino e tornare nei paesi d’origine per stare vicini ai propri familiari ammalati. Lo stesso ha fatto l’Inter con motivazioni simili a quelle della società presieduta da Andrea Agnelli. Nessuno dei dirigenti delle due società aveva previsto che una volta deciso il rientro degli atleti questi ultimi sarebbero stati costretti a seguire una quarantena di almeno due settimane e che al ritorno avrebbero potuto trovare una situazione compromessa dalla scoperta di alcuni compagni affetti da coronavirus. La pandemia ha colpito giocatori di altre squadre ponendo quest’ultime, oltre che Juventus ed Inter, in una condizione di difficoltà nel caso venisse deciso la ripresa degli allenamenti oltre, ovviamente, quella del campionato. Di qui l’interesse di alcune società ad annullare il campionato in corso come se per tre quarti non si fosse mai giocato ed a rinunciare non solo alla assegnazione dello scudetto ma anche alla indicazione delle squadre destinate alla retrocessione. Un interesse del genere, che può anche essere considerato legittimo o almeno comprensibile, poggia però sulla previsione che la pandemia del coronavirus sia destinata ad andare avanti senza sosta per tutta la primavera ed anche per l’intera estate costringendo il governo ad allungare a dismisura il tempo del blocco delle persone e delle attività, delle attività scolastiche e di quelle sportive.

Su quale base scientifica si fonda però una previsione del genere? Le esperienze di Cina, Corea del Sud e Giappone fanno sperare che l’offensiva del virus non sia destinata a durare così a lungo ma, anche grazie alle misure di contenimento realizzate, possa esaurirsi secondo i ritmi seguiti dalle altre influenze di massa che si sono manifestate negli anni passati. Le pressioni del blocco del campionato, quindi, si fondano sugli interessi particolari delle squadre che se si ripartisse si troverebbero con i ranghi ridotti dalle quarantene e da una preparazione necessariamente carente e su quelli delle altre squadre che con l’annullamento del campionato vedrebbero annullato il rischio di retrocessione in serie B. Il lato bizzarro della situazione è che se Claudio Lotito, Aurelio De Laurentiis ed altri presidenti chiedono la ripartenza per concludere regolarmente il campionato ed evitare il rischio di pesanti conseguenze economiche sulle società e sull’intero settore, vengono accusati di egoismo. Il Presidente della Lazio, che conosce la situazione degli ospedali del Lazio per ragioni di lavoro ma anche perché ha sempre manifestato grande attenzione e solidarietà per chi vi opera e per chi vi è ricoverato, viene irriso come neo-virologo da Andrea Agnelli e dal cugino Lapo Elkann. Per cui se Lotito spera nell’esaurirsi breve del contagio è un virologo egoista mentre se Agnelli ed Elkann puntano sul contagio prolungato non sono anche loro dei virologi senza titolo scientifico bensì dei difensori della salute e della pubblica virtù. Ma se i giocatori di Juventus ed Inter non fossero partiti e non ci fossero stati dei contagiati, chi sarebbero i virtuosi e chi gli egoisti? Quelli che badano solo ai propri personali interessi proponendo l’annullamento del campionato o quelli che pensano che i propri interessi coincidano con quelli di un settore che oltre alla salute dei giocatori e dei tifosi deve anche preoccuparsi di non cadere nel baratro dei fallimenti?”. Così il portavoce biancoceleste Arturo Diaconale sul proprio consueto editoriale.

Giocatori e Lotito patto d’acciaio: rispetto delle regole per la ripresa

Tra i giocatori e Lotito patto d’acciaio: la squadra è unita con la società nel rispetto delle regole per la ripresa del campionato. A Formello si spera che la stagione possa andare avanti naturalmente a Coronavirus sconfitto.

La Lazio rispetta le regole: tutti i suoi giocatori e tesserati sono rimasti nella Capitale o quantomeno in Italia. A nessuno è stato permesso di lasciare il Paese nonostante alcuni calciatori abbiano la famiglia lontana. Le altre squadre? Beh è sotto gli occhi di tutti che Juve e Inter su tutte hanno agito diversamente. Douglas Costa in Brasile a fare selfie sulla spiaggia, Higuain partito con un jet privato per raggiungere l’Argentina nonostante i casi positivi in casa bianconera. A Milano sponda Inter lo stesso: Brozovic e Handanovic tra gli altri hanno fatto ritorno a casa. La Lazio no: si è attenuta alle prescrizioni del governo e quando l’emergenza Coronavirus sarà finita è pronta a tornare ad allenarsi nella massima sicurezza igienica e sanitaria. Tutti a Formello sperano nella ripresa del campionato anche giocando d’estate.

Il decreto del Presidente del Consiglio Conte parla chiaro: chi rientrerà in Italia dovrà stare in quarantena per 14 giorni. In questo modo non sarà possibile per i giocatori emigrati tornare ad allenarsi se il campionato dovesse riprendere a maggio o giugno. Perché queste squadre hanno permesso ai propri calciatori di tornare a casa se ancora una decisione non è stata presa? Lotito furioso anche con Marotta per questa scelta della società Inter. Come andrà a finire? Nei prossimi giorni la Lega si incontrerà di nuovo (in videoconferenza): si vuole aspettare almeno dopo la Pasqua per cercare di trovare una soluzione per i campionati nazionali. Ora la priorità è l’emergenza sanitaria: si naviga a vista in attesa che il Coronavirus possa allentare la sua morsa distruttiva.

Lotito continua lo scontro con Marotta: “Hai mandato via tutta la squadra”

Lotito continua lo scontro con Marotta – Ultimamente il presidente della Lazio entra spesso in discussione con il dirigente dell’Inter o il presidente della Juventus

Lotito continua lo scontro con Marotta – Il campionato è fermo a causa del Coronavirus, non si hanno ancora i tempi tecnici per capire se e quando si potrà riprendere, però oltre a Lotito anche le piccole squadre sperano di poter tornare a giocare pensando a qualche strategia. Ma non tutti sono dello stesso parere, infatti ieri oltre alla litigata con Agnelli c’è stata anche quella con Marotta reo secondo Lotito di aver concesso ai giocatori di andarsene all’estero. Infatti ricordiamo che in questo momento, bisogna rimanere tutti a casa per non creare altri problemi. Ma la Juventus che dopo il periodo di quarantena ha lasciato partire per diverse destinazioni i propri calciatori: Douglas Costa, Khedira, Pjanic, Ronaldo e Higuain non si trovano a Torino e se il campionato dovesse ricominciare, potrebbero non essere presenti all’appuntamento. Stesso discorso per l’Inter che terminata la quarantena ha mandato via diversi giocatori come: Brozovoc, Godin, Handanovic e Vecino. D’altro canto Lotito, ha chiesto a tutti i suoi giocatori di non spostarsi e rimanere a casa, rinunciando anche alle famiglie nel caso in cui il campionato dovesse riprendere e gli stessi calciatori hanno accettato la decisione perché ci tengono a completare la stagione.

Ecco le parole dette a Marotta:

“Che vuoi che t’interessi di terminare il campionato, hai già mandato via tutta la squadra”.

Napoli, Cagliari e ora anche se leggermente, l’Atalanta, sostengono la Lazio e sperano anche loro che appena il virus se ne andrà, si potrà riprendere il campionato. In particolare De Lauretiis si è schierato con Lotito sulla questione dei giocatori lasciati partire e che potrebbero mettere in difficoltà entrambe le squadre.

LE PAROLE DI KEITA

Keita: “La Lazio mi ha fatto esordire, la rispetto”

Keita è stato dalla Primavera fino alla prima squadra un giocato della Lazio dove è cresciuto dimostrando tanto

Keita – L’attaccante del Senegal arrivò alla Lazio giocando prima in Primavera dove conquistò lo Scudetto e poi passo in prima squadra grazie alle sue straordinarie doti. Dopo alcuni anni però, il rapporto tra lui e la Lazio si è diviso e dopo un calciomercato tormentato il calciatore scelse il Monaco. A gennaio dell’anno scorso è tornato in Italia, in prestito all’Inter ma poi la squadra nerazzurra non l’ha riscattato. Anche lui per via del Coronavirus si trova a casa e ieri è intervenuto in diretta con Gianluca di Marzio e ha parlato della squadre che lo ha lanciato:

“Alla Lazio ho vissuto 7 anni, la rispetto moltissimo come squadra. La mia carriera calcistica da professionista è iniziata lì, grazie a loro, ho vinto anche uno scudetto primavera. Anche l’Inter come la Lazio, la rispetto molto perché ci ho giocato, rispetto anche il Milan. Qui al Monaco sono molto contento, amo conoscere nuove persone, una nuova lingua e fare nuove esperienze. Il calcio italiano mi manca, sono cresciuto con la Lazio e ho fatto un anno all’Inter, però ripeto, al Monaco mi trovo benissimo e sono contento. In futuro però, mi piacerebbe tornare in Italia, anzi vi dico che avrei già qualche offerta. L’anno in cui sono andato via dalla Lazio, sono stato vicinissimo alla Juventus, il trasferimento alla fine però, non si è concretizzato”.

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CORONAVIRUS Morto il padre di Dario Marcolin

L’Inter e i suoi tifosi in prima fila contro il coronavirus

CORONAVIRUS L’Inter e i suoi tifosi in prima fila. La campagna di crowdfunding dell’Inter ‘#TogetherAsATeam’ ha raccolto 658.000 euro che saranno devoluti all’ospedale Sacco di Milano.

Come spiega il club nerazzurro in una nota: “Importante il contributo dei tifosi tramite il crowdfunding di Facebook lanciato sabato 14 marzo. Arrivate circa 3.500 donazioni per un totale di 108.000 euro”. Alla somma raccolta dai tifosi dell’Inter per combattere il coronavirus bisogna aggiungere altri 500.000 euro raccolti dal club tra giocatori, dirigenti e dipendenti e i 50.000 euro donati dalla Fondazione PUPI del vicepresidente Javier Zanetti. “L’obiettivo della donazione organizzata in collaborazione con la Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus è il finanziamento delle attività di ricerca dell’ospedale milanese. Struttura che sta svolgendo un ruolo fondamentale a livello internazionale nello sviluppo del vaccino per il Covid-19”, continua la nota.

CORONAVIRUS – MORTO IL PADRE DI DARIO MARCOLIN

CORONAVIRUS Morto il padre di Dario Marcolin

Grave lutto in casa Marcolin. Vittima del coronavirus anche il padre di Dario, ex calciatore biancoceleste e attualmente commentatore di DAZN.

Il padre di Dario Marcolin, Giancarlo, è morto a Brescia a causa del Coronavirus. Aveva 75 anni. Il suo nome fa parte della lista ufficiale delle persone decedute, 921 al momento, nel Comune lombardo. Numero che potrebbe salire in quanto tra i dati del registro sanitario non sono elencati i decessi riconducibili a persone che hanno manifestato una sintomatologia propria del morbo ma che non hanno fatto alcun tampone. Il numero delle persone contagiate, in base al numero dei tamponi effettuati, i soggetti risultati positivi sono 6.298. Stima sempre approssimative. A confermarlo sono le parole del Sindaco di Brescia, Emilio del Bono. L’aumento dei contagi resta stabile, +256, per un totale di 6.728 positivi. Il dato più allarmante è che tra le persone infettate ci sono almeno 1.800 giovani di 30 anni che hanno la polmonite.

LAZIO – LOTITO SPINGE PER LA RIPRESA

Lazio Acerbi: “Mi piace difendere e se capita, segno. Ciro? Lo sento spesso”

Lazio Acerbi continua a parlare di sé rispondendo alle domande dei tifosi tramite le dirette Instagram

Lazio Acerbi – Il numero 33 biancoceleste, si trova a casa, in quarantena e ogni tanto, decide di dedicarsi alle dirette Instagram dopo può rispondere alla domande dei tifosi sulla sua vita personale o sul calcio

Forza mentale: “Io mi faccio seguire e aiutare da uno psicanalista perché voglio migliorare sempre, sia come uomo e in tutto quello che svolgo. Bisogna sempre migliorare, dipende tutto da se stessi. A me piace giocare, quindi gioco sempre anche quando in campo sono leggermente stanco, in quel caso inizio a usare la testa, è importante usarla per uno che gioca nel mio ruolo. E’ anche per questo che durante la settimana mi riposo molto”. 

I gol: “Se mi dovessero far tirare un rigore importante? Lo calcerei senza problemi, non sentirei la paura addosso, perché è sempre meglio tirare e sbagliare piuttosto che non farlo. Fino a qualche anno fa mi piaceva moltissimo segnare, adesso quando segno provo belle sensazioni ma preferisco più difendere la porta. Però mi piace salire in attacco. Quando sono andato davanti la porta nel gol contro il Torino devo ammettere che intorno a me ho sentito molti insulti, poi invece è andato tutto bene e mi hanno addirittura detto che sono stato bravo. A volte se ti senti di fare una cosa, la devi fare. Però sono dell’idea, che è sempre meglio passare la palla a Luis Alberto”.

Luis Alberto: “Lui è semplicemente fantastico. Noi non lo abbiamo scoperto ora, si vedeva già dagli anni passati la sua vera forza, in questa stagione però, ha trovato continuità a livello fisico. E’ un vero talento con tante qualità, sicuramente è uno dei giocatori più forti con cui abbia mai giocato, forse solo Robinho era più forte di lui”.

Immobile: “Lui aveva fatto cose eccezionali anche la scorsa stagione, dimostrando di essere un grande. Quest’anno è riuscito addirittura a migliorare trovando un grande equilibro e serenità. Insieme a tutta la squadra sta dando tantissimo e grazie a tutti sta rendendo moltissimo. Ovvio che lo sento, abbiamo un bel rapporto e ci sentiamo spessissimo”.

Futuro: “Mi piacerebbe allenare una volta finita la carriera come calciatore. Ammetto di essere un vero rompiscatole, quindi questo, potrebbe aiutarmi molto come allenatore, perché so osservane bene e credo che sarei in grado di gestire bene un gruppo”.

Attaccanti in Serie A: “Beh, diciamo che ce ne sono diversi di attaccanti che in Serie A potrebbero darmi fastidio, direi gli attaccanti che sono completi. Sì, quelli che hanno sia forza che fisico come Higuain o Dzeko. I giocatori completi sono veramente imprevedibili”.

Fantacalcio: “Ci giocavo da piccolo, ora non più perché dovrei stargli dietro e non ci riesco, non ricordo neanche chi gioca e chi no. Però sono contento che la gente mi acquisti, è bello sapere di essere apprezzato da chi ti segue. Molte persone ci mettono tanta voglia in questo gioco e quando ti vogliono spendendo molti crediti, ti fa sentire bene”.

Paura: “Io ogni tanto ho paura, perché non sono invincibile. Però bisogna saperla tenere d’occhio senza farsi sovrastare, avere troppa paura non è mai buono, ti porta spesso a essere troppo negativo. Spesso avere troppe paranoie ti blocca e non ti permette di vivere bene, perciò vanno gestite, anche nel calcio”.

 

LA NOSTRA STORIA Il difensore biancoceleste Luigi Cassano

LA NOSTRA STORIA Luigi Cassano nasce a Litta Parodi il 26 marzo 1920.

Cassano inizia la carriera nell’Alessandria. Nel 1937 passa al Liguria, dove resta per due stagioni. Nel 1939 si trasferisce al Napoli. Nella stagione 1942-43 passa al Torino, con il quale diventa Campione d’Italia e vince la Coppa Italia. Nel 1945 è si nuovo in forza all’Alessandria. La stagione successiva passa alla Lazio e poi alla Sampdoria.

Mentre gioca con la squadra ligure contrae il tifo per aver mangiato delle cozze avariate a Bari durante una trasferta e spirò il 5 febbraio 1948 a 28 anni non ancora compiuti. In sua memoria istituto un trofeo calcistico denominato Coppa Cassano. L’affermazione finale della competizione andò al Genoa che superò la Sampdoria dopo cinque sfide precampionato iniziate nella stagione 1948/49 e concluse in quella 1952/53. È deceduto a Genova il 5 febbraio 1948.

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LA NOSTRA STORIA L’ex portiere Maurizio Moscatelli

LA NOSTRA STORIA Maurizio Moscatelli nasce a Cesena il 26 marzo 1955. Cresce nel vivaio del Cesena.

Nel 1974 Maurizio Moscatelli fa il suo esordio tra i professionisti passando in prestito al Piacenza in Serie C. Dopo due stagioni passa ancora con la formula del prestito allo Spezia. Nella stagione 1977-1978 torna al Cesena per poi trasferirsi per due anni alla Pistoiese. Nel 1980 si trasferisce alla Lazio. In maglia biancoceleste gioca per tre stagioni per poi passare alla Cavese.

Nella stagione 1984-1985 torna alla Pistoiese. L’anno dopo gioca nell’Ancona. Dal 1986 al 1988 difende la porta della Vis Pesaro. Infine un anno a Riccione dove conclude la carriera. Terminato di giocare lavora per diciotto anni con il Cesena: dieci come allenatore dei portieri e otto nel settore giovanile. Ora si trova in pensione.

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LA NOSTRA STORIA L’ex centrocampista Attilio Ferraris

LA NOSTRA STORIA Attilio Ferraris nasce il 26 marzo 1904 a Roma. Quando nel 1934 fu acquistato dalla Lazio era già un mito sia nella sua squadra, la Roma, sia in Nazionale dove aveva appena vinto il Mondiale.

Attilio Ferraris nasce in una famiglia di origini piemontesi. Cresciuto nella Fortitudo, nel 1927 si ritrova alla Roma, nuova società appena nata dalla fusione con altre squadre della capitale. Uomo dal cuore d’oro. Sempre il migliore in campo anche se nella vita era un grande fumatore, bevitore e amante dell’altro sesso. Nonostante i vizi Vittorio Pozzo lo volle ai Mondiali del 1934, dove fu uno dei protagonisti della vittoria del II° Campionato del Mondo.

Pochi giorni dopo il suo clamoroso passaggio alla Lazio provocò una sommossa popolare. La Roma, per placare le acque e cautelarsi, impose nel contratto una clausola con una forte penale nel caso in cui fosse stato schierato in un derby. Pochi giorni prima del derby successivo un fattorino consegnò un assegno e un biglietto che ne annunciava la convocazione per la stracittadina, nella quale risultò tra i migliori in campo.

Nella seconda stagione, durante un Lazio-Triestina giocato alla seconda giornata e terminato 3-2, riportò un serio infortunio. Tornò a giocare il 26 gennaio 1936 disputando un incontro con la Lazio III e poi altri cinque con la Lazio II. Il rientro in squadra avvenne il 5 marzo 1936. La Lazio credendolo finito lo cedette al Bari dove, ristabilitosi, saltò solo una gara. In Puglia rimane due stagioni poi, dopo una apparizione alla Lazio per disputare una amichevole, nella stagione 1938/39 ritorna alla Roma.

Lasciati i giallorossi passa al Catania. Termina la carriera nel 1944 nell’Elettronica. Morì a Montecatini l’8 maggio 1947, su un campo di calcio, durante una partita tra vecchie glorie. La sua tomba al cimitero del Verano riporta Attilio Ferraris – Campione del Mondo. Ai funerali sulla sua bara ci fu la maglia della Nazionale di Bernardini. Invano se ne cercò una sua e non trovandola fu proprio il fraterno amico a porgere la sua.

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