LAZIO Lulic era presente come tutti gli altri all’inaugurazione del Lazio Style Official Store
LAZIO Lulic insieme a tutti gli altri giocatori, ieri pomeriggio era presente a Roma per l’apertura del nuovo store della Lazio. Ha parlato anche lui del big match atteso che si giocherà contro la Juventus, ecco le sue parole:
“Io credo che qualunque squadra si possa battere, dovremo giocare la partita perfetta contro la Juventus. Noi stiamo vivendo un bel periodo, siamo molto bravi ma devo dire che i nostri tifosi ci aiutando molto con questo atteggiamento. Grazie al loro supporto potremo fare moltissime cose e sabato speriamo in uno stadio pieno”.
LAZIO Correa parla della sfida che si giocherà sabato alle ore 20.45 contro la Juventus
LAZIO Correa – Ieri si è svolta l’inaugurazione del nuovo Lazio Style Official Store dalle parti di Piazza di Spagna, all’evento erano presenti diversi volti della Lazio, Immobile, Inzaghi, Lulic, il presidente Lotito e anche Correa che ha parlato così sulla prossima partita contro la Juventus:
“Sicuramente la Juve vorrà vincere e metterà tutta la voglia, ma lo stesso sarà per noi. Questa sarà una grande partita, importante per tutti quanti, noi stiamo giocando un grande campionato e vogliamo continuare così. La nostra gente è presente anche nei momenti di sconforto e vederli oggi, tutti quanti, in così tanti, lo trovo bellissimo. Se possiamo battere la Juve? Beh loro hanno dei giocatori fantastici, ti possono far male in qualsiasi momento, però dovremmo restare concentrati e cercare di vincere”.
Tegola in casa Juventus: ginocchio ko per Sami Khedira. I bianconeri perdono il centrocampista tedesco che non tornerà prima del 2020.
Khedira in accordo con lo staff sanitario della Juventus ha deciso di operarsi a causa del fastidio al ginocchio sinistro riscontrato negli ultimi giorni. Domani sarà sottoposto a intervento di pulizia artroscopica. L’operazione sarà eseguita dal professor Ulrich Boenisch ad Augsburg in Germania. Non sono ancora noti i tempi di recupero ma il rientro è previsto dopo la sosta natalizia. Una brutta notizia per la Juve che perde il centrocampista con più presenze (17) dopo Pjanic (18). Per sostituirlo Sarri si affiderà a Bentancur.
LA NOSTRA STORIA Giovanni Fiorini nacque a Roma il 4 dicembre 1905.
Fiorini esordisce nella Lazio nella stagione 1924/25 e vi resta fino al 1928/29, stagione in cui viene impiegato solo con la formazione Riserve. Mediano dal tocco raffinato e molto elegante nei movimenti si integra bene con Bernardini prima e con Galli dopo la partenza di ‘Fuffo’. Nell’ultima fase della sua carriera alla Lazio spesso viene impiegato in attacco dove sfrutta il suo tempismo.
Traffico bloccato, vespe, motorini, macchine parcheggiate in seconda e terza fila, tra gli alberi e il marciapiede di viale di Tor di Quinto. Sono tanti i tifosi biancocelesti che arrivano da ogni parte. Sono arrivati da ogni quartiere appena la notizia ha cominciato a circolare: “Torna in panchina, è sicuro, lo scrivono i giornali, lo ha detto la radio della Rai”. Bambini con i papà, impiegati, operai, pensionati, professionisti, studenti. Cinquemila persone, forse di più. Chi non sa il motivo di tanta confusione si ferma a chiedere. I cancelli del centro sportivo aperti, intorno al campo un foltissimo gruppo di tifosi, i più fortunati sono aggrappati alla rete di recinzione e si guardano attorno per vederlo. La Lazio ha cambiato l’allenatore, GiulioCorsini dopo la sconfitta di Ascoli è stato esonerato. Sette giornate, cinque punti, quart’ultimo posto in classifica: solo una vittoria (a Genova contro la Samp, con il primo gol in A di Giordano), due pareggi (uno in rimonta nel derby grazie a Chinaglia) e tre ko. Ma adesso è tornato lui, il “Maestro“, il papà della Lazio più bella della storia, l’inventore del primo scudetto, di nuovo in campo con la tuta azzurra e la scritta S.S. Lazio sul giubbetto, pronto a guidare l’allenamento. E’ giovedì 4 dicembre 1975: la squadra lo ha già abbracciato nel parcheggio quando è sceso dalla sua auto. Ma anche loro, gli ex campioni d’Italia, quelli che hanno portato il tricolore sul petto, hanno lo sguardo rivolto verso la porta di legno dello spogliatoio di Tommaso Maestrelli. L’ingresso è da brividi: le mani tra i capelli brizzolati, la corda con il fischietto intorno al collo, un applauso che non finisce più. Si guarda intorno e saluta: è tornato a casa sua tra la sua gente. Il suo ritorno somiglia a un “miracolo“. Il 31 marzo era stato ricoverato presso la clinica Paideia per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico, lasciando la squadra a BobLovati, suo vice: in un primo momento il professor Ziaco, il medico della Lazio, aveva nascosto la verità ai giocatori. Una bugia detta a fin di bene per prendere tempo nell’attesa di trovare le parole giuste: “epatocarcinoma”, un tumore al fegato molto aggressivo, la triste verità. A operarlo, il 7 aprile, era stato il professor ParideStefanini. La lunga degenza, con sempre al fianco la moglie Lina, le figlie Patrizia, Tiziana, e i gemellini Massimo e Maurizio. Aveva perso quindici chili ma si era ripreso, aveva ricominciato a mangiare, era stato dimesso dalla Paideia e si era trasferito per trascorrere un periodo di vacanza con la famiglia a Rosa Marina, seguendo sempre la sua Lazio, affidata nell’attesa di un suo ritorno a GiulioCorsini. Il primo dicembre poi, la telefonata di UmbertoLenzini, la richiesta di tornare per aiutare una squadra che si era persa e non aveva più riferimenti, costretta a lottare per la retrocessione ad appena un anno e mezzo dalla conquista del tricolore. Maestrelli, ancora debole, aveva accettato per l’ennesimo atto d’amore verso i colori biancocelesti. E ora, il 4 dicembre, era di nuovo a Tor di Quinto. Una scelta di cuore perché non era guarito: i medicinali, la febbre, la stanchezza, eppure era sempre in tuta. “Sai Felice, a volte arrivo alla fine dell’allenamento che fatico a stare in piedi”, aveva confidato con l’affetto di un padre a Pulici. Non si lamentava mai però: cuore e dedizione, anche se le energie stavano finendo e i medici gli avevano ordinato di fermarsi. Ma c’era una promessa da mantenere: a Como il 16 maggio del 1976, nella giornata conclusiva di campionato, Maestrelli aveva trentotto di febbre, lo sapevano tutti. Era una giornata calda ma lui aveva freddo. Dopo diciassette minuti la Lazio perdeva 2-0 ed era in Serie B. “Vi dico che ce la farete anche stavolta”. Aveva ragione: il gol di Giordano, quello di Badiani, il pareggio, la salvezza. L’ultimo “miracolo“ di Maestrelli.
LA NOSTRA STORIA Paolo Mandelli nasce a Milano il 4 dicembre 1967. Cresce nelle giovanili dell’Inter.
Paolo Mandelli fa il suo esordio in Serie A nella stagione 1985/86. Dopodiché passa in prestito alla Lazio. Conta due convocazioni e una presenza nella Nazionale Juniores. Gioca in maglia biancoceleste per una stagione per poi tornare in nerazzurro. Nel 1987 gioca con la Sambenedettese. Quindi Messina, Reggiana, Monza, Foggia (in serie A), Modena e Sassuolo. Due presenze nella Lega Nazionale Serie B Under 21. Terminato di giocare diventa allenatore. Dalla stagione 2009/10 guida la Primavera del Sassuolo. A tre giornate dal termine del campionato 2010/11 è promosso allenatore della prima squadra. A fine campionato torna alla Primavera. Nel 2017 vince il Torneo di Viareggio. Nel 2017/18 guida gli Allievi Under-16. Nel 2018 passa al Chievo come allenatore della Primavera.
Per certi versi è stato il derby più bello: sicuramente lo è stato dal punto di vista del risultato, perché mai la Lazio aveva vinto un derby di campionato con tre gol di scarto, mai in generale con tre reti di scarto senza subire gol. Ma anche dal punto di vista della supremazia espressa: una mezz’ora equilibrata ma con una Roma sterile, poi il delirio che parte con lo “scaldabagno” di Cristian Ledesma, uno dei più incredibili gol dalla distanza mai realizzati dalla Lazio in campionato.
Un Natale da favola grazie ai gregari come il centrocampista della Patagonia, che quel giorno diventerà un’icona della Lazio dopo aver faticato molto nei suoi primi mesi in biancoceleste. Ma anche grazie a Massimo Oddo, implacabile dal dischetto dopo che il portiere Doni (d’altronde il periodo era vicino a quello natalizio…) aveva mandato per le terre Pandev in area. Prima espulso, poi riabilitato dall’arbitro Rosetti, il portiere brasiliano non potrà nulla sull’ultima semirovesciata volante di Massimo Mutarelli, rete liberatoria con la Lazio ad orchestrare un contropiede da manuale.
Ledesma, Oddo, Mutarelli: non il derby più importante, non quello più emozionante o sentito, ma per certi versi davvero il più bello. Perché non succede quasi mai, ma ogni tanto capita anche di vincere il derby a occhi chiusi, senza fatica. Quando ci vuole, ci vuole.
Dopo Lotito, all’inaugurazione del nuovo store Lazio Inzaghi ha parlato del prossimo importantissimo impegno dei biancocelesti: la sfida alla Juve.
Lazio Inzaghi ha parlato ai microfoni di Lazio Style Channel: “Fa piacere avere uno store così importante nel cuore di Roma. Sabato una partita importantissima, che arriva in un bel momento, sappiamo cosa troveremo e chi affronteremo, la Juve la conosciamo tutti, ci stiamo preparando tutti e cercheremo di fare bene. Dovremo fare una partita importante, compatti, con la consapevolezza che siamo una ottima squadra, che sta facendo grandi cose lavorando tutti insieme. Sfida Scudetto? Il distacco si è accorciato, ma più che allo Scudetto guarderei a noi, che dobbiamo rimanere umili pur ponendoci degli obiettivi e guardando in avanti”.
In occasione dell’inaugurazione del nuovo store della Lazio Lotito si è soffermato a parlare del rapporto della tifoseria con la squadra e della prossima importante gara con la Juve.
Lazio Lotito ha parlato ai microfoni di Lazio Style Channel: “Questa location è strategica in prossimità di Piazza di Spagna. Deve essere un punto di riferimento per il senso d’appartenenza. Juve? Mi auguro che la gente sia presente. I laziali sono legati al club ma talvolta non lo testimoniano con la presenza, solo col cuore. Vorrei che fossero presenti, la presenza è un elemento in più per ragazzi e società. Vogliamo ottenere risultati all’insegna del valore della società, siamo nell’Olimpo internazionale. Ora mi auguro che la squadra affronti la Juventus con lo stesso spirito con cui ha giocato con le altre. Se manterrà quel profilo, allora potremo andare lontano. Sono un combattente, mai un reduce. Vorrei che la squadra incarnasse questo spirito”.
LAZIO Formello — Nella giornata odierna è andata in scena la seconda seduta della settimana dopo lo scarico di ieri mattina. Simone Inzaghi sorride per il rientro in gruppo di Lucas Leiva: il brasiliano, contro l’Udinese, era stato sostituito a 15’ dalla fine per un fastidio alla coscia. Oggi però l’ex Liverpool è tornato a disposizione e non è in dubbio per la partita di sabato sera contro la Juve. Ai box, invece, Patric (polpaccio), Lukaku (versamento a un ginocchio), Berisha (muscolare) e Marusic, il cui ritorno è però vicino. Il laterale destro oggi si è allenato a parte (insieme al preparatore Bianchini) eseguendo un lavoro atletico e alcune esercitazioni con il pallone. Oggi a Formello non si è visto però Luis Alberto. Lo spagnolo non ha preso parte alla seduta mattutina, dopo aver saltato il lavoro di scarico con il resto dei titolari nella giornata di ieri. L’auspicio è che si tratti di una semplice gestione delle sue condizioni e che possa già da domani partecipare alle prove tattiche. Lo studio della Juve, intanto, è già iniziato con una lunga analisi video svolta prima dell’inizio della sgambata odierna.
“Bisogna essere presenti. La presenza è indice di presidio, come a dire ‘noi ci siamo, questo è il nostro territorio’. Un territorio, questo, da difendere sia sul campo sia nell’attività di tutti i giorni per rendere la società più forte, più credibile e appetibile. Noi lo facciamo quotidianamente per raggiungere i risultati sportivi, ma soprattutto per far sì che il numero di laziali aumenti. Questa crescita avviene se i tifosi ci credono, così come ci deve credere la squadra. Ovviamente accettiamo anche le critiche, se facciamo male è giusto che qualcuno ce lo faccia notare. Anzi, abbiamo bisogno anche di questo. Ai giocatori dico sempre di scendere in campo con determinazione, spirito di gruppo, umiltà e sacrificio. La stessa cosa vale per i tifosi. Fa piacere vedere tutta questa gente a testimoniare la gioia e l’orgoglio di essere laziali, perché noi ci siamo e vogliamo fare la differenza”. Queste le parole del patron biancoceleste Claudio Lotito a margine dell’evento tenutosi nella serata di ieri presso il Lazio Club Quirinale.
Coppa Italia — Nella giornata odierna la Lazio era in attesa di conoscere il nome del proprio avversario in vista degli ottavi di finale della competizione. Il match odierno tra Cremonese ed Empoli ha sancito il passaggio della squadra lombarda che affronterà dunque i biancocelesti, detentori del trofeo, alla luce del successo per 1-0 di questo pomeriggio sulla compagine toscana. La data è ancora da ufficializzare, ma allo stato attuale le soluzioni valutate sono: mercoledì 15 e mercoledì 22 gennaio.
Immobile ricorda la Supercoppa 2017. Le parole del bomber biancoceleste nel video della vigilia dell’apertura dello Store in Centro.
Immobile ricorda la Supercoppa 2017. Tra 20 giorni ci sarà una nuova sfida, sempre alla Juventus, stavolta in Arabia Saudita. Nell’attesa, il bomber biancoceleste rievoca il trionfo dell’agosto di due anni fa all’Olimpico. Quel 3-2 firmato allo scadere da Alessandro Murgia.
“La finale di Supercoppa del 2017 è stata una partita davvero emozionante. La preparazione fu dura, eravamo carichi a mille. Partimmo subito forte con una mia doppietta, poi siamo stati raggiunti da due bellissimi gol di Dybala. A quel punto la sensazione era di perderla ai tempi supplementari: non avevamo più energie e forza ma invece… È stata l’apoteosi dell’emozione, del vincere un trofeo. Già assaporavamo la coppa ancor prima che finisse”.
LAZIO Strakosha avverte la Juve. Il portiere biancoceleste è intervenuto a margine della serata organizzata dal Lazio Club Quirinale.
LAZIO Strakosha avverte la Juve. Le parole dell’estremo difensore biancoceleste ai microfoni di ‘LSC’:
“L’affetto ci serve e ci dà carica per andare avanti, i tifosi ci sostengono allo stadio ma anche quando li incrociamo nel quotidiano; serate come questa non ci fanno altro che piacere, noi speriamo di dare loro sempre di più, sia in campo sia fuori.
Nessuna parata nelle ultime partite? Meglio, perché significa che non concediamo nulla agli avversari e torniamo a casa più sereni, ovviamente quando invece l’altra squadra riesce ad essere pericolosa io devi sempre farmi trovare pronto così da riuscire a ottenere il maggior numero possibile di clean sheet.
Sabato ci attende una sfida molto importante per il nostro cammino, sappiamo che ogni punto è prezioso ma non abbiamo paura di nessuno. Rispettiamo la Juventus, è una grande squadra, vorranno riscattarsi ma noi pensiamo a proseguire nel nostro cammino e dare il massimo.
Eventi come questo sono veramente belli, regalare un sorriso ad un bambino non è paragonabile con nulla al mondo e consente anche a noi di ricordarci come eravamo emozionati quando incontravamo un calciatore: è qualcosa di fuori da mondo. Stare con loro mi riempie il cuore”.
A quattro anni dall’ultima affermazione l’argentino Lionel Messi torna a vincere il Pallone d’Oro.
Per Messi è il sesto Pallone d’Oro della carriera. Uno in più di Ronaldo, solo terzo quest’anno. Nessuno come l campione blaugrana. Dopo il 2009, 2010, 2011, 2012 e 2015, è arrivato anche quello del 2019. Il giocatore del Barcellona si è imposto davanti a Van Dijk e Ronaldo.
“Volevo ringraziare tutti i giornalisti che hanno votato, tutti i miei compagni, il club e la Nazionale. Mi hanno fatto passare un anno grandioso al di là di aver vinto o perso le competizioni. Siete parte di questo premio. Quando ho vinto a 22 anni il mio primo Pallone d’Oro era impensabile per me arrivare oggi a ottenere il sesto trofeo. È molto diverso per la mia vita personale con mia moglie e i miei tre figli”, ha detto Messi dal palco di Parigi. “In tutto questo tempo non ho mai smesso di sognare, di migliore, di godermi il calcio, di fare quello che amo. Sono consapevole dell’età che ho e si gustano ancora di più questi momenti. Il tempo vola, passa tutto rapidissimo, bisogna goderselo. Grazie a tutti”, ha aggiunto.
LA NOSTRA STORIA János Kuszmann nasce a Budapest, in Ungheria, il 3 dicembre 1938. Noto in Spagna come José e in America come Joe Erwin.
Kuszmann inizia la carriera nel Vörös Lobogó. Nel 1958 per sfuggire all’invasione sovietica dell’Ungheria si trasferisce al Wiener SK dove nel 1957/58 vince la Staatsliga A. Sempre nel 1958 passa al Real Betis. Nell’agosto del 1963 la Lazio lo prende in prestito in occasione del Trofeo ‘Bodas de Oro’. Nel febbraio del 1964 passa all’Espanyol. A marzo del 1966 passa al Plus Ultra in terza serie iberica.
Nel 1966 lascia la Spagna per trasferirsi al Beşiktaş in Turchia. Qui vince la Türkiye 1.Lig 1966-1967 e la Cumhurbaşkanlığı Kupası 1967. Nell’estate del 1967 si sposta negli Stati Uniti d’America al Philadelphia Spartans, società militante in NPSL I. A stagione in corso si trasferisce al Cleveland Stokers. Nel 1968 torna a giocare al Beşiktaş. L’anno dopo passa al Boluspor, nella cadetteria turca, con cui ottiene la promozione in massima serie. Chiude la carriera al Panachaïkī nelle serie inferiori elleniche. È deceduto a Budapest il 20 giugno 2001.
LA NOSTRA STORIA Leopoldo Caimmi nasce ad Ancona il 3 dicembre 1906.
Nel 1923 gioca due gare con l’Alba Audace. Nell’ultima stagione prima della fusione dalla quale nascerà la Roma Caimmi passa al Livorno. A fine stagione torna nella capitale per indossare la maglia della Lazio. Con la maglia biancoceleste disputa tre stagioni.
Nel campionato 1929/30 l’Inter offre per il suo acquisto una cifra altissima per averlo ma la Lazio respinge l’offerta. Nel 1931 viene ceduto all’Atalanta dove resta due stagioni. Nella stagione 1933/34 passa con il Casale. La stagione successiva è a Cagliari per chiudere la carriera con il Fanfulla nel 1935/36. È deceduto a Milano nel marzo del 1937.
FORMELLO Lazio di corsa verso la Juve. Ma preoccupano le condizioni di un big.
FORMELLO Lazio di corsa verso la Juve. Senza perdere tempo, Inzaghi e i suoi si mettono subito al lavoro in vista dell’anticipo di sabato contro i bianconeri. Il tecnico, come al solito, divide la squadra in due: da una parte chi non ha affrontato l’Udinese, dall’altra i titolari, alle prese con allunghi di 50 metri. Assenti Luis Alberto e Leiva. Il brasiliano deve essere valutato dopo il fastidio muscolare che lo ha costretto a uscire a 15′ dalla fine. La speranza è che si sia trattato solo di crampi e non di un infortunio più serio, che ne metterebbe in dubbio la presenza contro Sarri & co.
Inzaghi aggrega i Primavera Furlanetto, Cipriano e Falbo e intanto inizia a recuperare i pezzi. A partire da Marusic, che sembra aver completamente superato la lesione al flessore sinistro rimediata con il Milan. Dopo la corsa differenziata di settimana, potrebbe strappare un posto tra i convocati per la Juve. Sotto osservazione anche Patric: lo spagnolo è alle prese con un problema al polpaccio, accusato dopo i pochi minuti col Celtic e che l’ha costretto ai box con l’Udinese. Box dove continuano a permanere anche Lukaku e Berisha: incerti i tempi di recupero per i due, alle prese rispettivamente con un problema al ginocchio e muscolare.
Lazio in lutto: è morto Franco Janich, eroe della prima Coppa Italia biancoceleste.
Lazio in lutto: è morto Franco Janich. Aveva 82 anni. Difensore come non ce ne sono più in circolazione, un libero dotato di grande eleganza e tecnica. In poche settimane entrò nella storia della società: appena arrivato, a soli 21 anni, conquistò la prima Coppa Italia del club, quella del 1958. Un trionfo storico, cui, nei due anni successivi, seguirono quelli in Coppa dell’Amicizia e Coppa delle Alpi. Poi, dopo 105 presenze in biancoceleste, l’arrivederci e l’approdo in Emilia. Infine, nel 1980, l’addio, dopo tre anni da Direttore Sportivo della Lazio. In carriera ha militato anche nell’ Atalanta, nel Bologna (con il quale ha vinto uno Scudetto e una Coppa Italia), Lucchese e Italia (6 presenze). 482 le presenze totali in carriera, durante le quali non ha mai preso un cartellino rosso, né subito una squalifica. Un record che gli è valso un premio, nel 1969/70, come Calciatore Esemplare.
Lazio un altro record, tanto per citare qualche numero in questa fantastica stagione che sta infrangendo ogni record precedente
Lazio un altro record infranto dalla banda di Inzaghi. Sono tutti meravigliati dal trend che da qualche mese a questa parte i biancocelesti hanno intrapreso in campionato, infrangendo ogni record precedentemente scritto. Con il successo di ieri contro l’Udinese, è arrivata la quinta vittoria consecutiva in campionato, non solo, il record raggiunto farà piacere i tifosi che ogni volta in casa, vanno a sostenere le propria squadra. Già, perché con i 3 gol di ieri la Lazio per la prima volta nella sua storia segna almeno 3 gol in casa per ben 5 partite consecutive in campionato. Le vittorie con più di tre reti fino a questo momento erano solo di 4 partite nel 1994, 1997 e 1999, mentre ora siamo già a quota 5, superato quindi il record.