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LAZIO CELTIC Il mister scozzese Lennon contro la squalifica della Curva Nord

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LAZIO CELTIC Il mister scozzese Lennon contro la squalifica della Curva Nord.

LAZIO CELTIC Il mister scozzese Lennon contro la squalifica della Curva Nord. Anche di questo argomento il tecnico ha parlato nella conferenza stampa di vigilia della sfida di campionato contro il Ross County. Queste le sue parole, a partire dalla sfida del 24 ottobre al Celtic Park“Giochiamo sabato, quindi da qui al giovedì di Europa League passeranno diversi giorni. I miei ragazzi sono ansiosi di scendere in campo: quella contro la Lazio sarà una sfida importantissima nell’ottica del passaggio del girone, quindi vogliamo arrivarci il più in forma possibile”.

Poi, sulla squalifica della Curva Nord nella gara di ritorno, il 7 novembre allo Stadio Olimpico“È un’amara delusione. Non vediamo l’ora di giocare a Roma, ma la chiusura di parte dello stadio priverà la partita della sua dolcezza”. Parole che però non lo esentano dal condannare gli episodi che hanno causato la decisione dell’Uefa. Ma non solo: se dovessero essercene altri durante la gara – riporta celtsarehere.com – Lennon potrebbe anche decidere di ritirare la squadra dal campo, previo ovviamente confronto con la sicurezza e la società.

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LAZIO Jony: “Esordio nel derby speciale. L’errore con l’Inter mi aiuterà a crescere”

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A pochi mesi dal suo arrivo alla Lazio Jony racconta le sue emozioni ai microfoni dei media spagnoli.

LAZIO Jony in una lunga intervista a ‘elcomercio.es’: “Il derby all’esordio è stato qualcosa di speciale. Dal giorno in cui sono arrivato all’aeroporto ho capito l’importanza di questa gara. Nella cultura italiana il calcio è vissuto in modo più caloroso rispetto alla Spagna. La Lazio ha vissuto momenti difficili negli ultimi anni. Ora stiamo provando a crescere con obiettivi molto alti. Il primo, come ha affermato il presidente sin dall’inizio di stagione, è quello di tornare in Champions. Ci stiamo lavorando e ci vuole un pò di tempo, ma è un club in crescita. La città, d’altra parte, è impressionante. Il Vaticano, la Fontana di Trevi, il Colosseo. Tutto. Ho intenzione di fare un bel tour con la mia famiglia”.

L’ERRORE A SAN SIRO

È stato molto speciale esordire da titolare lì, un campo e uno stadio molto bello con un’atmosfera spettacolare. L’Inter, inoltre, è in un momento fantastico. Dopo la partita ero molto deluso, perché la sconfitta è nata da un mio errore in cui ho perso il contatto visivo con l’uomo e col pallone. Sono esperienze dalle quali devo crescere”.

INZAGHI

“È una persona che costruisce un rapporto intimo coi suoi giocatori. Un appassionato del suo lavoro, fa impressione per come vive le partite, sempre al massimo. Vive tutto in modo intenso e cerca di trasmettere tutto a noi. Non sono titolare e questo, sinceramente, me lo aspettavo. È un nuovo sistema per me il 3-5-2, in una nuova posizione e devo crescere dal punto di vista difensivo. Ci sono molte azioni di copertura in cui devo migliorare perché non ho mai avuto quel ruolo e per caratteristiche mi ritengo più offensivo. Ma dal primo momento ne ero consapevole e ne ho parlato con tutti. A molti giocatori serve un anno di transizione. Luis Alberto mi consiglia sempre di restare calmo, prendendo ad esempio la sua prima stagione. Guardatelo ora, è indiscutibile. Devo mantenere quella calma e cercare di migliorare”.

DALLA LIGA ALLA SERIE A

“Questo è un calcio completamente diverso rispetto allo spagnolo, molto più tattico e un po’ più lento. I sistemi cambiano molto. Qui 3-5-2 e 4-3-3 sono molto utilizzati, con un gioco sulle fasce abbastanza sviluppato. Anche lo stato del manto erboso in alcuni stadi non è dei migliori. Ma è un’esperienza bellissima. Il lavoro tattico che svolgono gran parte delle squadre mi ha sorpreso molto. Per i club che lottano per la salvezza è molto complicato. Per creare occasioni devi muovere la palla molto velocemente e questo rende tutto più difficile. È un calcio molto diverso, più fisico e tattico”.

L’ADDIO AL MALAGA

“Chiunque conosceva la mia situazione. Nel caso in cui il Málaga fosse rimasto in Seconda Divisione, sarei potuto andare in una squadra di categoria superiore. Ho aderito al mio contratto. Il club non la vedeva nello stesso modo e così hanno cercato di rendermi le cose difficili. Ma la FIFA è stata chiara: mi ha dato il “trasferimento” provvisorio e ora appartengo alla Lazio e mi godrò questa esperienza. Sono un giocatore della Lazio per i prossimi cinque anni, il contratto col Malaga è stato risolto”.

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LA NOSTRA STORIA L’allenatore Dezső Kőszegy

LA NOSTRA STORIA Il tecnico Dezső Kőszegy, noto anche col nome italianizzato Desiderio Kőszegi. Nasce a Budapest il 19 ottobre 1888.

Calciatore e allenatore, ha giocato prima portiere e poi difensore. Terminata la carriera da calciatore Kőszegy arriva in Italia nel primo dopoguerra per allenare la Pistoiese. Dopodiché nel 1924 passa alla Lazio. I risultati ottenuti non sono quelli sperati e il tecnico ungherese lascia la panchina al termine della stagione 1925-26. Durante la carriera allena anche il Prato. Muore a Budapest il 17 dicembre 1961.

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LAZIO ATALANTA Probabili formazioni — Parolo dal 1′

LAZIO ATALANTA Probabili formazioni — In vista del match di domani contro gli uomini di Gasperini, Inzaghi deve rinunciare allo squalificato Lucas Leiva. Al suo posto, in cabina di regia, giocherà Marco Parolo. Sulla corsia destra dovrebbe riprendere il proprio posto Manuel Lazzari, mentre è aperto il ballottaggio tra Correa e Caicedo per una maglia a supporto di Ciro Immobile, con l’argentino leggermente favorito. Di seguito i probabili schieramenti.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Parolo, Luis Alberto, Lulic; Correa, Immobile. All: Inzaghi.

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini; Toloi, Palomino, Masiello; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Gomez; Ilicic, Muriel. All: Gasperini.

LAZIO ATALANTA Conferenza Inzaghi: “Gara difficile. Serve il salto di qualità”

LAZIO ATALANTA Conferenza Inzaghi — Questo pomeriggio il tecnico biancoceleste è intervenuto in sala stampa e ha presentato il match contro i nerazzurri, in programma domani alle 15.00 all’Olimpico

Si riprende dopo la sosta, l’ultima volta non andò bene. Cambierai qualcosa?

Sarà un altro ciclo di partite molto importanti, sicuramente più impegnative rispetto a quelle del primo. Cercherò di scegliere in base a ciò che vedo in allenamento. L’Atalanta è scomoda e organizzata, proveremo a fare una grande partita”. 

Cosa c’è nelle sue parole dei giorni scorsi in allenamento?

Questa frase che è stata scritta non ricordo di averla detta. Magari non era concentrato su ciò che si è detto. Questa è una partita importante, siamo all’inizio, ma è importante per la classifica. L’Atalanta ha avuto continuità, in questi anni è sempre stata una sfida aperta e avvincente. In campionato l’anno scorso avevano meritato la vittoria ai punti, così come noi in finale di Coppa Italia”.

Sulle parole di Lotito?

Penso che voi giornalisti siate molto bravi il più delle volte a far dire cose che non si pensano. Il mio lavoro in questi 4 anni è sotto gli occhi di tutti. Un allenatore prende 10-20 decisioni in un giorno, deve sbagliare il meno possibile, ma ciò che è stato fatto è sotto gli occhi di tutti e nessuno può togliercelo. Lotito è un grandissimo motivatore, con le cose che ha detto ha provato a spronare tutto l’ambiente Lazio”.

Lotito parla di Champions chiaramente…

Dobbiamo alzare l’asticella. Abbiamo una squadra attrezzata, lo sono anche le altre e sappiamo di potercela giocare con tutti. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre capacità, ci manca questo tassello. A livello di gioco questo è il migliore anno, manca qualche punto in classifica, c’è rammarico. I ragazzi sanno che dobbiamo correre, l’Atalanta si è rinforzata con Muriel, Malinovsky e Kjaer, ora hanno rotazioni che prima non avevano”.

Domani come una finale?

Dovremo interpretare la gara nel migliore dei modi, come in finale di Coppa. Sappiamo che sono forti, ma anche loro sanno che con noi hanno perso diverse volte. Anche loro avranno delle preoccupazioni. La stiamo preparando nel migliore dei modi”.

Avrebbe barattato la vittoria in Coppa con la Champions?

Questa è la famosa domanda che si faceva. Probabilmente con il quinto-sesto posto, l’avrai barattato. Quando abbiamo centrato la finale battendo il Milan, mancavano ancora diverse partite, compreso lo scontro diretto. A cinque-sei partite dalla finale l’obiettivo è andato dalla parte della Coppa“.

L’Atalanta ha più fame, dice Lotito. Questa è la differenza?

Se uno vede il campionato sì. Se vede la Coppa, dice che la Lazio ha avuto più fame. Loro hanno avuto più continuità, a livello tecnico non siamo inferiori. Con l’aiuto della Champions si sono rinforzati senza perdere nessuno”. 

Il segreto dell’Atalanta è Gasperini?

Sì, ma mi sembrerebbe ingeneroso dare tutto il merito a Gasperini. È tutto l’ambiente che ha permesso la cavalcata, anche in Coppa Italia. Hanno fatto un cammino meraviglioso, lo stanno continuando, Gasperini è il valore aggiunto ma è tutto l’ambiente a remare nella stessa direzione. Si sono tolti soddisfazioni, come noi d’altronde, che ora vogliamo arrivare quarti. Sappiamo che ci sono difficoltà, ci sono 5 o 6 squadre sulla carta più forti di noi”.

Cosa ha in più la Lazio dell’Atalanta?

“Sicuramente quello che ha in più è la continuità in campionato. La Lazio, a livello tecnico, è molto forte”.

L’Atalanta in Champions non sta andando bene…

A volte bisogna vedere come arrivano le sconfitte, come la nostra a Ferrara per esempio. A Zagabria ha meritato di perdere, l’altra la rivincerebbero giocandola. Poi a volte si pagano a caro prezzo alcuni errori. Stanno facendo grandi cose, mi ricordo quando ci rubarono il quarto posto quando perdemmo a Crotone. Stanno facendo grandi cose, onore a loro. Noi stiamo facendo il nostro, sapendo che dobbiamo trovare la continuità di risultati. Secondo me stiamo giocando un ottimo calcio”.

Come hai visto Correa e Milinkovic?

Hanno lavorato molto bene, bisognerebbe vivere lo spogliatoio. Chi vive qua 24 ore sa le cose. Correa viveva un momento complicato per problemi suoi, aveva fatto un ottimo secondo tempo, non è improvvisato sul dischetto, si ferma sempre a fine allenamento. Abbiamo voluto fargli tirare il rigore. Dopo è sempre facile parlare. Sul momento bisogna prendere delle decisioni”. 

Klose dice la Lazio non è da primi quattro posti…

“Di Klose ho un bellissimo ricordo, mi diede una grandissima disponibilità nelle prime 7 e fece gol importanti. Credo sia normale che abbia espresso un giudizio che dovremo smentire con il lavoro e con i risultati”.

Berisha anche stavolta è rientrato qualche giorno dopo…

“Ha chiesto un permesso di due giorni, aveva avuto un indolenzimento, ma dice che sta bene. Rientrando oggi non so ancora se sarà convocato per domani. Cercherò di valutare, parlerò con lui e vedremo. Ha fatto una buona gara col Montenegro, ha finito affaticato, ha chiesto due giorni per sistemare alcune cose fisiche”. 

Gabriele Paparelli ricorda la tragedia del padre. E ringrazia i tifosi laziali

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Gabriele Paparelli ricorda la tragedia del padre. E ringrazia i tifosi laziali.

Gabriele Paparelli aveva 8 anni quando, quel 28 ottobre 1979, suo padre Vincenzo, 33, morì tragicamente. L’occasione un Roma-Lazio come tanti, ma che ha cambiato per sempre la vita sua e della sua famiglia. Proprio quei momenti Gabriele ha voluto ripercorrere in una lunga intervista a LA7“Perdere un padre a 8 anni significa perdere un punto di riferimento della tua vita, stravolgere la propria esistenza. Mio padre era una persona fantastica, giovane. Eravamo una tipica famiglia di fine anni ’70: felice, allegra, genuina. Dava tutte le sue attenzione alla famiglia, ai figli, al lavoro. E in più aveva la forte passione per la Lazio. Mi si è sconvolta la vita nel giro di poche ore, quel giorno sono stato obbligato a crescere”. 

Poi su quella tragica giornata“Ho saputo di quello che era successo solo la sera, anche se la partita era nel pomeriggio. I miei familiari hanno fatto di tutto per farmi svagare. Siamo andati alle giostre. Poi ho intravisto il telegiornale in un bar, e sono stato trascinato via. Ma anche se avevo 8 anni avevo captato qualcosa, mi dicevo: “Possibile che tra tante persone sia successo qualcosa proprio a mio padre?”. Un padre che non avrebbe dovuto nemmeno assistere a quella gara: “Noi eravamo una famiglia molto unita, la domenica ci ritrovavamo nel nostro paese, a Valmontone. Pioveva, ma poi è uscito il sole, come uno scherzo del destino. Lui non ha resistito e ha deciso di andare. Io volevo accompagnarlo, ma mi ha detto di no perché essendo un derby c’era il rischio che succedesse qualcosa. Mi ha promesso che mi avrebbe portato la prossima volta. La sto ancora aspettando”.

“Sono partiti 3 razzi dalla Curva Sud, – prosegue il racconto – il primo è andato fuori l’Olimpico, mentre il secondo l’ha colpito. Mia madre gli ha detto: “Vincè, senti cosa sta succedendo?”. Ma non ha fatto in tempo a finire la frase che il secondo razzo l’ha centrato nell’occhio. Mamma d’istinto ha cercato di toglierlo e per questo si è ferita, ma non è niente in confronto alla ferita che le ha lasciato per tutta la vita quel giorno”. Da quel giorno il calcio italiano non è stato più lo stesso: “Lì si è rotto un ingranaggio che tanti tifosi possedevano. Una sicurezza che li legava allo sport, fatto di sani principi, competizione. In quel periodo uno tutto si aspettava piuttosto che morire allo stadio”. E, tanto per non farsi mancare nulla, poi sono arrivati anche gli insulti alla memoria: “Non abbiamo mai potuto convivere con quello che è successo, non ci hanno permesso di superare la cosa, perché purtroppo negli anni siamo diventati un bersaglio. Ci sono migliaia di scritte per Roma: “10 100 1000 Paparelli”, “Paparelli te stai a perde i tempi belli”. Io da quando giravo con il motorino a 16 anni mi portavo una bomboletta spray sotto la sella per cancellarle, lo facevo per nasconderle a mia madre. Era un trauma per lei, la sua giornata era finita nel momento in cui leggeva quelle frasi”.

“Provo più disperazione che rabbia, quella c’era in adolescenza. Crescendo ho capito che molte di quelle persone che scrivevano quelle cose e cantavano quei cori non sapevano neanche chi fosse Paparelli. Ho cercato di farglielo capire negli anni, ci stiamo ancora provando ma non ci siamo riusciti del tutto. Fortunatamente la tifoseria laziale ci è sempre stata vicina, a me e tutta la mia famiglia. Sono un tifoso sfegatato della Lazio anche io, ma ho la fobia dello stadio. Ci sono andato pochissime volte. Mi espongo per far capire che quello che ci hanno fatto. Cantando e scrivendo quelle cose hanno solo ferito la mia famiglia e i tifosi laziali, che considero una seconda famiglia. Il calcio va vissuto con la dolcezza e la purezza che c’è negli occhi di mia figlia quando la porto allo stadio, che vive con gioia la semplicità di vedere una bandiera sventolare”.

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INTER NAPOLI Omicidio Belardinelli, arrestato l’assassino

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INTER NAPOLI Omicidio Belardinelli, arrestato l’assassino.

INTER NAPOLI Omicidio Belardinelli, arrestato l’assassino. Tifoso napoletano, c’era lui al volante dell’auto che lo scorso 26 dicembre travolse e uccise l’ultrà nerazzurro. L’episodio avvenne prima della partita in Via Novara, a circa 2 km dallo stadio San Siro. Il guidatore, un 39enne, è ora accusato di omicidio volontario. L’uomo – rivela gazzetta.it – era al volante di una Renault Kadjar che faceva parte della carovana degli ultrà del Napoli, quando è stato assaltato da un gruppo di interisti. Gli ultrà hanno invaso la strada per dar vita ad un’azione programmata, come rivela la presenza di mazze, coltelli e bastoni. Il 39enne avrebbe dunque spinto il piede sull’acceleratore, ben consapevole che con quella manovra avrebbe potuto uccidere Belardinelli. Per questo, è stato accusato di omicidio volontario nella forma del “dolo eventuale”, ossia con l’accettazione del rischio dell’evento.

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LAZIO ATALANTA Inzaghi mostra i video sui match precedenti

LAZIO ATALANTA Inzaghi questa volta non vuole sbagliare la partita e l’approccio sbagliato che i suoi mettono nel secondo tempo, quindi ha deciso di analizzare i video delle partite precedenti

LAZIO ATALANTA Inzaghi non vuole commettere gli stessi errori della passata stagione contro la squadra di Gasperini. Già, in entrambe le occasioni in campionato, la Lazio è uscita fuori sconfitta. Così il mister, ha deciso di mostrare un video ai ragazzi che evidenzia gli errori passati. Grazie all’aiuto del match analyst ha mostrato i video della sconfitta del 5 maggio per 1-3 e la vittoria della Coppa Italia. In questo modo ha mostrato ai giocatori cosa ha funzionato e cosa no ovvero il mancato ritmo dopo il vantaggio e la deconcentrazione che ha portato poi al ribaltamento del risultato. Mentre questa cosa non è avvenuta in Coppa Italia dove la Lazio ha vinto la partita proprio nel finale ed è questo che il mister chiede ai giocatori: di non mollare per tutta la partita e rimanere concentrati.

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LE PAROLE DI KLOSE

LAZIO ascolta Klose: “Mi piacerebbe allenare la Lazio”

LAZIO ascolta Klose su quale potrebbe essere il suo futuro e chi gli piacerebbe allenare tra qualche anno

LAZIO ascolta Klose – Miroslav Klose si è concesso in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, l’ex attaccante biancoceleste ora allena gli allievi del Bayern Monaco per incominciare la sua avventura da allenatore. Ha parlato anche del nuovo tecnico milanista Pioli, i due sono diventati ottimi amici dopo che il mister lo allenò nel periodo biancoceleste. Miroslav si dice molto contento per la nuova avventura del tecnico e spera possa far bene. Ecco alcune parole sulla Lazio, Champions, Immobile e il suo futuro

Klose racconta di come Strakosha sia cambiato molto rispetto a quando giocava con lui. In quel periodo faceva il terzo portiere e non dava molte sicurezze, anzi avrebbe puntuto dei soldi sul fatto che non sarebbe riuscito a diventare un titolare. Invece il portiere ha dimostrato che se si lavora con i giovani, questi possono ripagarti. Su Immobile che ha preso il suo posto nella Lazio dice: “L’ho sempre ritenuto un attaccante forte già quando giocava con il Torino. Lui lavora molto per la squadra, corre, lotta e in questo modo riesce a ottenere molto palle per segnare. La stessa cosa che facevo io”.

In questo momento Miro sta allenando gli allievi del Bayern, gioca con il 3412 un modulo votato al calcio offensivo pressando sempre gli avversari. Una volta terminata la sua avventura con i giovani, gli piacerebbe allenare in Bundesliga, Serie A o in uno dei campionati migliori. A quel punto gli viene posta una domanda diretta, se gli piacerebbe allenare un giorno anche la Lazio e ha risposto senza esitare: “Sì”.

Capitolo Champions – Il tedesco dà in parte la colpa alla sfortuna e alla squadra che perde punti contro le squadre infiori rispetto a lei, ecco perché non riesce a entrare in Champions. Così fa un invito alla squadra dicendo di mettere attenzione in ogni partita anche quelle meno importanti e aggiunge: “Alcune volte il problema è anche la rosa. Quest’anno poi visto la qualità della Serie A, ritengo possa essere difficile arrivare quarti”.

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ATALANTA Gasperini: “Sarà un periodo duro per noi”

ATALANTA Gasperini commenta il periodo dei bergamaschi e il ciclo di partite che dovrà affrontare partendo proprio da quella contro la Lazio

ATALANTA Gasperini – Come sappiamo, domani si giocherà Lazio Atalanta alle ore 15.00, sarà l’anticipo dell’ottava giornata di Serie A. Le due squadre si affronteranno dopo la sosta delle Nazionali. Il mister Gasperini ha parlato della sfida durante l’evento all’Orio Center dedicato ai bambini atalantini che cade proprio durante il 112imo anno del club, ecco le sue parole:

“Sarà un periodo difficile, affronteremo Lazio, Napoli e Sampdoria in trasferta, due volte il Manchester City e Cagliari e Udinese in casa. Se si ha un sogno, bisogna affrontarlo superando ostacoli e difficoltà. Nelle ultime stagioni stiamo andando bene ricevendo belle soddisfazioni, soprattutto grande entusiasmo”.

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LA STORIA DEGLI IRRIDUCIBILI

LA NOSTRA STORIA L’ex Prospero Omodei Zorini

LA NOSTRA STORIA Prospero Omodei Zorini nasce a Torino il 18 ottobre 1888.

Centrocampista, fece parte di quella squadra che nel 1908 in Toscana vinse tre partite in un giorno solo segnando 8 reti senza subirne aggiudicandosi il primo campionato interregionale. Nel settembre del 1907 Zorini vinse con la Lazio anche a Perugia contro lo Sport Club Siena in una delle prime trasferte.

Nel 1908 a Napoli trionfa per 3-1 contro il Naples per la Coppa d’Onore. Mediano dinamico e potente, divenne poi un chimico. Si stabilì a Monza dove lavorò in un’industria. Non si conosce la data di morte ma nel 1950 risultava ancora in vita. Durante la Prima Guerra Mondiale fu insignito della Medaglia d’Argento al V.M..

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VERSO LAZIO ATALANTA – Inzaghi ha scelto il suo 11 di partenza

Verso Lazio Atalanta: Inzaghi ha fatto le sue scelte. Gli 11 giocatori che scenderanno in campo contro la Dea sono più che un’idea.

Lazzari al posto di Marusic e Correa al fianco di Immobile. Inzaghi ha sciolto gli ultimi dubbi verso Lazio Atalanta di sabato alle ore 15. Al posto dello squalificato Leiva provato Parolo con ai fianchi Milinkovic e Luis Alberto. Dietro Acerbi, Luiz Felipe e Radu con Lulic sulla sinistra. Domani sarà già vigilia e andranno in scena le prove definitive alle ore 15.

LAZIO RENNES Diaconale torna sulla sentenza Uefa. E avverte i responsabili

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LAZIO RENNES Diaconale torna sulla sentenza Uefa. E avverte i responsabili.

LAZIO RENNES Diaconale torna sulla sentenza Uefa. Il massimo organo calcistico europeo ha condannato i biancocelesti per i saluti romani durante l’ultimo match di Europa League. Imposta la chiusura della Curva Nord nel prossimo impegno casalingo europeo contro il Celtic e un match a porte chiuse (pena quest’ultima sospesa). Una decisione che, per colpa di pochi, rischia di avere pesanti ripercussioni sul cammino di tutta la squadra. Queste le parole in merito del portavoce della società ai microfoni di Radio Sportiva

Purtroppo il comportamento di pochissimi tifosi, circa una ventina, rischia di mettere in discussione il cammino della squadra in Europa League: saremo costretti a giocare in uno stadio che non potrà contare sull’intera Curva Nord. Inoltre, se questi comportamenti proseguiranno in futuro rischiamo di giocare a porte chiuse. La linea della tolleranza zero del presidente Lotito ci ha evitato una sanzione più pesante e va seguita: le opinioni politiche sono legittime, ma non ha senso esprimerle all’interno degli stadi. Soprattutto quando si sa che c’è una attenzione particolare della Uefa nei confronti della Lazio. Sono manifestazioni che danneggiano la Lazio e la maggior parte dei tifosi, si facciano in altri luoghi, non allo stadio”.

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LAZIO ATALANTA Designato l’arbitro del match: i precedenti

LAZIO ATALANTA Designato l’arbitro della partita di sabato alle ore 15.00 allo stadio Olimpico sarà Gianluca Rocchi della sezione di Firenze

LAZIO ATALANTA Designato l’arbitro – Sarà un match importante per entrambe le squadre, una sfida Champions anche se non decisiva, ma potrebbe far diminuire o ampliare la distanza tra le due squadre. A dirigere questo match ci sarà Gianluca Rocchi, come guardalinee Tegoni e Tolfo, Manganiello farà il quarto uomo e al Var ci sarà Guida affiancato all’Avar da Carboni.

I precedenti

La Lazio è la squadra che Rocchi ha diretto più di tutte nella sua carriera 43, a seguire la Roma con 41 e il Milan con 38. Con questa partita, inoltre, la Lazio diventerà la squadra più arbitrata finora in questa stagione, salendo a quota 2 partite (Sampdoria-Lazio 3-0). Ha un bilancio in pareggio: 17 vittorie, 8 pareggio e 18 sconfitte. Ha già arbitrato le due squadre in questo match in altri due precedenti, tutti favorevoli ai biancocelesti.

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INZAGHI PARLA ALLA SQUADRA

Lazio Atalanta Inzaghi carica la squadra per la vittoria

Lazio Atalanta Inzaghi carica il gruppo motivandolo tramite un discorso prima di iniziare l’allenamento

Lazio Atalanta Inzaghi carica il gruppo – I giocatori sono tornati dalla sosta delle Nazionali e sono pronti per la partita di sabato contro l’Atalanta alle ore 15.00. Non sarà una sfida semplice considerando la forza dei bergamaschi ma la Lazio non può permettersi di perdere e ampliare il distacco per la Champions: al momento sono 5 in punti di differenza. Perciò, Inzaghi ha voluto caricare la squadra attraverso un discorso motivazionale cercando di alimentare la fame e la grinta per questo match. Non sarà decisivo considerando che sarà solamente l’ottava partita ma potrà già indirizzare l’andamento del campionato, perciò il mister ha voluto dare degli ordini durante l’allenamento trasmesso da Lazio Style Channel:

“In questi giorni in cui c’è stata la sosta abbiamo lavorato duro ma ora dovremmo impegnarci di più per gli ultimi due giorni, altrimenti sabato non ce la faremo. Ancora ricordiamo le due partite della scorsa stagione dove eravamo lenti e alla fine l’abbiamo persa, mentre nell’altra abbiamo portato a casa la Coppa vincendo”. Ha proseguito: L’Atalanta è l’Atalanta e bisogna farle i complimenti, ma non bisogna dimenticare che se ci mettiamo lo stesso spirito loro, siamo più forti. Dobbiamo assolutamente vincere questa partita altrimenti diventa un casino”.

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AUGURI A MARUSIC

LA NOSTRA STORIA – La signora biancoceleste: Gabriella Grassi

La “Presidentessa” senza età. Il 17 ottobre nasceva a Cattolica, prov. di Rimini, Gabriella Grassi. Storica responsabile della segreteria della Lazio dal 1969 al 2003. Venne portata in società dal dirigente della sezione Pallacanestro Roberto Antonelli, squadra di basket in cui la Grassi militava.

L’ENTRATA NEL MONDO DEL CALCIO

Quando la signora Gabriella comunica la sua decisione di lasciare la pallacanestro per entrare nel mondo del lavoro il dirigente le chiede di attendere prima di prendere quella decisione e le promette di trovare una valida alternativa. Antonelli convince Umberto Lenzini a far entrare Gabriella Grassi come segretaria part-time nella Lazio Calcio, per dare un aiuto a Nando Vona, all’epoca segretario generale.

L’ARRIVO DI CRAGNOTTI

Così la Grassi si divide tra gli uffici di via Col di Lana e il campo d’allenamento, ma quel lavoro comincia ad appassionarla. Con l’arrivo alla guida della società di Sergio Cragnotti, il nuovo presidente la promuove dirigente e ne ufficializza la nomina a Segretario Generale, mettendole in mano le chiavi della Lazio. Diventa il referente della società biancoceleste presso la FIFA, l’UEFA, la Federcalcio e la Lega, assumendo un grande potere, tanto che Luciano Moggi la chiama “la presidentessa”. Quando il 30 luglio del 2003 arriva l’annuncio dell’ingresso in società di Giuseppe De Mita, con l’incarico di Direttore Generale, nonostante i tentativi di trattenerla di Baraldi e di Roberto Mancini, dopo 36 anni la Grassi decide di lasciare la Lazio, considerando incompatibile la sua presenza con quella di De Mita.

LA CHIAMATA DI LOTITO

Un anno dopo circa, quando Lotito diventa presidente la chiama al telefono e la convoca per un incontro a Villa San Sebastiano. L’incontro è fissato per le 16 ma il presidente si presenta alle 20 e la tiene a parlare fino alle 2 di notte. Sei ore di colloquio che le bastano per inquadrare il personaggio, per capire che non ci sono le condizioni per tornare a lavorare per la sua Lazio e decide gentilmente di declinare l’offerta. È stata senza ombra di dubbio la donna più importante della storia della Lazio, l’unica che in tanti anni di vita della società è stata in alcuni frangenti più importante e decisiva anche di fuoriclasse o presidenti.

TANTI AUGURI “PRESIDENTESSA” !!!

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Oberdan Biagioni

LA NOSTRA STORIA Oberdan Biagioni nasce a Roma il 17 ottobre 1969. Cresce nelle giovanili della Lazio. Nella stagione 1986/87 è Campione d’Italia Primavera. Gioca una stagione in maglia biancoceleste in Serie B. Nel 1988 passa al Monopoli, da cui torna in prestito temporaneo per il Torneo di Viareggio del 1989.

Nell’ottobre del 1989 Oberdan Biagioni torna di nuovo al Monopoli. Quindi gioca con Cosenza, Foggia, Udinese, di nuovo Foggia, Pistoiese, ancora Foggia, Fidelis Andria, Brescia, Cosenza, Crotone, Giulianova. Nel 2003/04 chiude la carriera al Tivoli. Diventa poi allenatore. Guida Tivoli, Terracina, Ostia Mare, Andria. Dal dicembre 2013 passa alla guida dell’Olbia. A gennaio 2016 il neo presidente Alessandro Marino lo esonera. A novembre diventa l’allenatore del Potenza. Nell’ottobre del 2018 passa alla guida del Messina. Ruolo dal quale è esonerato per motivi disciplinari.

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LA NOSTRA STORIA Antonio Sbardella

Antonio Sbardella nacque a Palestrina, in prov. di Roma, il 17 ottobre 1925. Deceduto a Roma a seguito di una lunga malattia incurabile nell’ospedale Fatebenefratelli sull’isola Tiberina il 14 gennaio 2002.

Antonio Sbardella iniziò la carriera come portiere nelle giovanili della Lazio e la concluse in Serie C nell’Artiglio, squadra romana del quartiere Italia. Concluse la carriera a causa della doppia frattura di clavicola e omero, che definì come “un fortunato colpo di sfortuna” intraprendendo la più fortunata carriera arbitrale. In carriera ha arbitrato 167 gare in Serie A. Nel 1966 venne insignito con il prestigioso Premio Giovanni Mauro. Raggiunse l’apice della carriera ai Mondiali di Messico ’70 dirigendo la finale per il terzo e quarto posto tra Uruguay e Germania. Sarebbe toccato a lui dirigere la finalissima ma non fu possibile perché ci arrivò l’Italia. Venne però premiato con il “Fischietto d’oro” come miglior arbitro del torneo. Vanta anche due finali di Coppa Italia e la finale di Coppa delle Fiere del 1967.

Terminato di arbitrare intraprese la carriera dirigenziale, prima con la Lazio (con cui ha vinto uno scudetto nel ruolo di direttore sportivo) fino al 1974, poi con Roma, Triestina, come amministratore delegato, ed ancora Lazio (fino al 1983 come direttore generale), poi con la FIGC fondando e guidando la Divisione Calcio a 5 di cui era rimasto presidente. Inoltre da dieci anni era Presidente del Comitato Regionale Lazio della Lega Nazionale Dilettanti.

LA LAZIO

Chiamato alla Lazio da Umberto Lenzini nel 1971 per ricostruire la squadra dopo la retrocessione è lui a contattare Tommaso Maestrelli e a portarlo a Roma. Riporta ordine in società e in squadra. Usa il pugno di ferro con Giorgio Chinaglia quando chiese di essere ceduto e lo deferì alla disciplinare facendolo tornare nei ranghi. Si scontra spesso con Umberto Lenzini accusandolo di “buonismo”. A Terni nel 1971 quando la squadra si rifiutò di partire per il ritiro perché non erano stati pagati i premi per la qualificazione in Coppa Italia avrebbe voluto deferire tutti, mentre il presidente invece arrivò a un compromesso. In questi anni le maggiori soddisfazioni come dirigente di club. Riuscì a costruire una Lazio irripetibile con tanti talenti irrequieti fino ad allora sconosciuti. Lasciò la società biancoceleste prima dello Scudetto del 1974 per via del fallimento della cordata capeggiata dal consigliere Riccardo Riva che avrebbe dovuto rilevare la società.

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FORMELLO Tornano i Nazionali, via alle prove tattiche

FORMELLO Seduta pomeridiana per i ragazzi di mister Inzaghi, che si sono ritrovati alle ore 16 al campo Fersini per la seduta pomeridiana.

FORMELLO Tutti in campo alle ore 16 al Fersini di Formello agli ordini di mister Inzaghi. Al termine di un iniziale riscaldamento tecnico incentrato sul possesso palla, la formazione biancoceleste ha svolto un’ampia fase tattica in vista del match di sabato con l’Atalanta. La seduta si è conclusa con una partitella a metà campo. 

TORNANO I NAZIONALI VIA ALLE PROVE TATTICHE ANTI ATALANTA

Inzaghi riabbraccia i suoi Nazionali: Strakosha, Acerbi, Immobile, Luiz Felipe, Marusic e Luis Alberto sono tutti a rapporto al Fersini. Non si vedono ancora Berisha e André Anderson che dovrebbero rientrare a Formello domani. Intanto emergono i primi ballottaggi in vista dell’Atalanta: Correa, dopo il lavoro ridotto svolto ieri, sembra aver recuperato. Solita corsa a due con Caicedo per affiancare Immobile in attacco. Contro i nerazzurri di Gasperini mancherà Leiva, squalificato. Al suo posto sembra scontato l’impiego di Parolo, ai cui lati agiranno Milinkovic e Luis Alberto. A destra ballottaggio tra Lazzari e Marusic, mentre a sinistra pochi dubbi sulla presenza di Lulic. In difesa Luiz Felipe e Radu ai fianchi di Acerbi. Domani con il gruppo al completo si inizierà a fare sul serio. Alla sfida con l’Atalanta mancano appena tre giorni…

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INTANTO BIAVA ANALIZZA LA SFIDA>>>LEGGI QUI

LAZIO ATALANTA Biava: “Assenza Zapata importante. Immobile e Correa…”

LAZIO ATALANTA Biava, doppio ex della gara dell’Olimpico, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio per parlare della sfida in programma sabato.

LAZIO ATALANTA Biava: “Lazio e Atalanta sono due squadre che giocano sempre a viso aperto, hanno giocatori di corsa e qualità. I biancocelesti a volte sbagliano l’approccio con squadre alla portata, finora però non sono stati all’altezza solo contro la SPAL,mentre a Milano contro l’Inter anche perdendo hanno dominato. L’Atalanta invece finora è stata più continua, così come lo scorso anno. Muriel e Zapata sono due grandi attaccanti, l’assenza di Duvan sarà pesante per Gasperini.

“NON LASCIARE SPAZI ALL’ATALANTA”

La Lazio dovrà evitare di lasciare spazi, perché l’Atalanta sa arrivare molte volte al tiro, mentre Immobile e Correa dovranno essere bravi a non concedere punti di riferimento. Bastos e Luiz Felipe stanno facendo bene, sono due garanzie per Inzaghi. Luiz ha ancora ampi margini di miglioramento, mentre Bastos è più maturo vista l’esperienza. La sosta è arrivata al momento giusta, ha permesso a tutti di rifiatare anche se ci sono stati anche tanti Nazionali”.

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