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LA NOSTRA STORIA – Tanti auguri all’ex Paolo Pochesci

Il 26 maggio 1961 a Frascati nasce Paolo Pochesci, difensore cresciuto nelle giovanili della Lazio.

Nella stagione 1978-79 conquista con la squadra Primavera la Coppa Italia di categoria. Passa poi in prima squadra dove resta per quattro stagioni collezionando 70 presenze e 3 reti in Campionato. Nel 1983 si trasferisce all’Ascoli, poi nel Campobasso, nel Brindisi e infine per cinque stagioni alla Ternana. Nella sua carriera anche una convocazione nella Nazionale Militare. Una volta appesi gli scarpini al chiodo ha intrapreso la carriera di allenatore alla guida del Monterotondo. Dal 2006 al 2014 fa parte del settore giovanile della Lazio, come responsabile della scuola calcio. Dal 2017 è coordinatore tecnico e supervisore del settore giovanile dell’FC Frascati. Pochesci a volte si diletta anche in veste di commentatore televisivo e opinionista sportivo per Lazio Style Channel.

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Lotito querela giornalista della Gazzetta dello Sport per diffamazione

Articolo diffamatorio nei confronti del presidente della Lazio. Lotito querela il giornalista della Gazzetta dello Sport. Il comunicato della società

Non è andata giù al patron della Lazio l’articolo diffamatorio di Sebastiano Vernazza. Il giornalista ha scritto un articolo riprendendo le frasi di Lotito sulla partita Juve Inter. Però nell’articolo si fa riferimento anche al passato del presidente con rimandi a Calciopoli, allo spalma debiti e ad altri casi. Per questo motivo Lotito querela giornalista della Gazzetta dello Sport e annnuncia ogni azione legale nelle sedi opportune. Il comunicato del Presidente è apparso sul sito della Lazio: “Il dott. Claudio Lotito ha preso atto dell’articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, a firma di Sebastiano Vernazza, finalizzato a diffamare e gettare discredito sulla sua persona. La libertà di informazione non consente di violare il diritto della persona alla sua immagine, e quando viene utilizzata solo come schermo per mettere in ridicolo o colpire qualcuno deve essere sanzionata. Il dott. Lotito ha dato quindi mandato ai suoi legali di reagire in tutte le sedi giudiziarie (civili e penali) per ottenere la tutela che la Costituzione assicura alla persona“.

LAZIO Canigiani, il rimborso abbonamenti e i dubbi sulla soluzione playoff

LAZIO Il responsabile del marketing biancoceleste Marco Canigiani è intervenuto all’interno del programma C’mon Lazio in onda su Nonèlaradio. In studio Alessandro “Mozzarella” e Davide Sperati. Canigiani ha toccato molti argomenti del mondo Lazio, dalla questione abbonamenti alla soluzione playoff, dalle iniziative per i tifosi al ritorno al calcio giocato.

LAZIO Canigiani sul ritorno dei tifosi allo stadio: “È prematuro dirlo oggi. Al momento non se ne parla. Credo bisognerà vedere come si evolverà la situazione, è molto complicato fare previsioni”.

Una maglia speciale in caso di qualificazione alla Champions League?

“Stiamo ragionando su una serie di opzioni. Quello che è accaduto quest’anno incide su molti aspetti, anche su quelli commerciali. Noi siamo chiusi da tre mesi con i nostri punti vendita, molta roba è rimasta in magazzino e dovremo smaltirla. Avremo una stagione anomala, molte idee dovranno forzatamente essere accantonate”.

Che umore c’è a Formello?

“Su questo non posso darti una risposta così puntuale, dato che bisogna evitare i contatti il più possibile. So che sono carichi e pronti per ripartire come si deve”.

Tifosi in streaming allo stadio?

“Ci stiamo lavorando, studiando le varie possibilità, vedremo cosa si potrà fare”.

Lazio, Canigiani e il rimborso degli abbonamenti

“Stiamo aspettando delle disposizioni definitive, ci dovrebbe essere un decreto apposito. Credo nella prossima stagione si recupererà quanto perso in quella attuale. Stiamo aspettando indicazioni più precise. Sicuramente qualcosa verrà fatto. In base alle indicazioni ogni società applicherà nel suo contesto le linee guida che verranno date”.

Cosa succederà alla fine di questa stagione? Ritiro?

“Non posso fare previsioni. Se il campionato dovesse riprendere a metà giugno finirebbe a fine agosto, poi bisognerà vedere quando inizierà il prossimo. Si vive alla giornata. Iniziamo questa stagione poi giorno dopo giorno vedremo come poterci muovere”.

C’è la remota possibilità che da qui a due mesi si possa tornare allo stadio?

“Non dipenderà da noi, quindi non saprei proprio. Ad oggi dico no, ma è tutto veramente difficile e in alto mare. Chi di dovere valuterà l’impatto della parziale riapertura. Io non credo che da qui a fine campionato sarà possibile tornare allo stadio. Ma tutto può succedere. Chi di noi a Natale avrebbe mai pensato di ritrovarci in una situazione del genere?”.

Da tifoso, alla ripartenza cambierà tutto?

“Sarà come ripartire con un nuovo campionato con caratteristiche completamente diverese. Chi indovinerà il modo in cui affrontarlo sarà avvantaggiato. Si viene da tre mesi di stop e si giocherà per due mesi, d’estate e ogni tre giorni. Bisognerà vedere chi azzeccherà la formula giusta. È una situazione anomala”.

Cosa ne pensi dell’ipotesi playoff?

“Complicatissima. Qualsiasi formula verrà scelta ci saranno scontenti e problematiche da gestire. Secondo me i playoff sono l’ultima spiaggia, tutti sembrano scartarla”.

 

 

Spadafora e la ripartenza della Serie A: “In ballo due date”

Spadafora e la ripartenza della Serie A – Ogni giorno, arrivano notizie diverse sulla possibile ripartenza del calcio italiano

Spadafora e la ripartenza della Serie A – I calciatori hanno ripreso gli allenamenti individuali il 4 maggio e oggi potranno tornare ad allenarsi in gruppo. Nonostante questo però, non è ancora certo che il campionato riprenda, anche se, in molti paesi è già ripartito o hanno comunicato una data ufficiale, come in Spagna, la Liga infatti riprenderà l’8 giugno. Il ministro dello sport, Spadafora, ospite al Tg3, ha parlato così: “Abbiamo due date per la ripartenza del campionato, 13 giugno o 20 giugno. Abbiamo anche ricevuto il nuovo protocollo della Figc che è uguale a quello che verrà applicanto per gli allenamenti collettivi. Giovedì c’incontreremo con la Lega e la Figc e valuteremo insieme cosa fare, se far ripartire il campionato anche qui da noi, il tutto in base anche alla valutazione dell’emergenza sanitaria”.

POSSIBILITà PARTITE IN CHIARO

“In Germania si è trovato un accordo con Sky, che ha concesso la visione in chiaro solo della diretta gol, perché gli abbonati pagano ed è giusto che abbiano un diritto in più, anche qui mi stanno chiedendo di fare la stessa cosa per la Serie A. Ci stiamo pensando a questa cosa, ci permetterebbe di risolvere alcuni problemi, come magari gli spostamenti di persone nelle case, pub o posti all’aperto in cui potrebbe vedersi la partita, evitando così assemblamenti in caso in cui la Serie A dovesse ripartire. Io sono pronto a firmare per questa possibilità, per aiutare tutti i cittadini e i tifosi nel poter vedere la diretta gol”.

Lazio Inzaghi: “Giocatori? Fisicamente li ho visti in difficoltà”

 

Lotito su Juve-Inter: “L’avete vista tutti”. La FIGC apre un’indagine

Il presidente potrebbe finire dei guai in seguito ad alcune dichiarazioni di un mese fa. Lotito su Juve-Inter

Lotito su Juve-Inter – Nell’intervista del 26 aprile, rilasciata alla Repubblica, il presidente Lotito annunciava: “mi trovo a un punto dalla Juventus e solamente per la partita Juventus-Inter che vabbè, l’avete vista tutti”, lasciando intendere che quella partita non fosse del tutto regolare, o meglio è questo che la procura ha inteso, perciò, secondo Il Tempo, ha deciso di approfondire l’argomento, aprendo un’indagine. Il presidente potrebbe essersi semplicemente lamentato del poco impegno o della paura per il virus (si è giocato l’ultimo giorno prima dell’inizio della quaratena), ma nonostante questo, la Procura della FIGC è tenuta ad aprire un fascicolo per qualsiasi dichiarazione rilasciate da tesserati alla stampa.

COSA SUCCEDERà

Ora il presidente è stato convocato per avere delle ulteriori informazioni in merito a quanto detto e al termine dell’indagine si andrà incontro a due soluzioni: o Lotito porterà delle prove, indizi o sospetti sulla partita dell’8 marzo giocata allo Juventus Stadium, facendo aprire un fascicolo sull’irregolarità della partita, oppure in caso non avesse nulla da dire o aggiungere le parole gli si ritorcerebbero contro, aprendo un deferimento nei suoi confronti per dichiarazioni lesive. Per sapere l’esito, bisognerà aspettare 60 giorni, quando tutto il procedimento verrà terminato dopo aver sentito la versione di Lotito e poi si saprà in cosa incomberà il presidente della Lazio.

Lazio Inzaghi: “Giocatori? Fisicamente li ho visti in difficoltà”

Extracalcio – Reina loda il corteo della destra e il rapper lo insulta

Lazio Inzaghi: “Giocatori? Fisicamente li ho visti in difficoltà”

Lazio Inzaghi torna a parlare dei suoi calciatori e del periodo vissuto, nella speranza che la Serie A a breve, ufficilizzi il ritorno in campo

Lazio Inzaghi parla a Che Tempo che Fa della situazione attuale: “Non vediamo l’ora di ripartire, ci aspettiamo questa cosa, anche per tutte le persone che lavorano in questo ambito. Le condizioni ci sono tutte, anche tra noi allenatori, ci siamo chiamati e vogliamo tornare in campo, ovviamente con la dovuta sicurezza. Questo lo stiamo già facendo dall’inizio degli allenamenti. Tralasciando la classifica, noi stavamo facendo qualcosa di straordinario. Poi siamo a conoscenza che nel calcio si può passare in un attimo dalle stelle alle stalle. La Germania è ripartita, sarebbe molto importante che accadesse anche qui. Tutti lavoriamo in sicurezza, siamo monitorati, manteniamo le distanze. Abbiamo tantissima voglia, siamo già molto avanti”. 

POSITIVITà

“Per fortuna non è ancora accaduto che un giocatore risultasse positivo, comunque attendiamo il protocollo. Se mai dovesse succedere, il positivo si isolerebbe, nel frattempo, continuerebbe gli allenamenti, nella speranza poi, che la settimana dopo, possa giocare. Mio fratello ovviamente spera di poter ripartire, in Serie B la situazione è diversa, ancora non hanno permesso neanche gli allenamenti individuali. Però i numeri  dei contagiati stanno diminuendo, un’ottima cosa. Ho sentito molti allenatori e anche loro come me, non vedono l’ora di poter ricominciare”.

CALCIATORI

“Al rientro erano molto motivati e contenti, però lì ho anche visto un pochino in difficoltà, perché noi e alcune squadre, ci siamo fermate prima degli altri, erano 62 giorni che non si allenavano e la difficoltà che hanno trovato, era prevedibile. Al massimo stavano fermi 3 settimane e mezzo durante le vacanze, ora di più, non erano preparati. Questo però, è un problema per tutti”.

Extracalcio – Reina loda il corteo della destra e il rapper lo insulta

“Il calcio è la più importante delle cose non importanti”

STORIE DI CALCIO – Gaetano Scirea, campione d’altri tempi

Il 25-5-1953 nasceva a Cernusco sul Naviglio (MI) Gaetano Scirea. Cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta fa il suo esordio in Serie A in un Cagliari-Atalanta 0-0.

L’ARRIVO ALLA JUVENTUS

Nell’estate del 1974 Scirea si trasferisce alla Juventus dove vince 7 scudetti, 2 Coppe Italia, la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa, la Coppa Campioni, la Coppa delle Coppe e la Coppa Uefa. Vanta il record di presenze in bianconero: 563 partite tra campionato e coppe. In serie A ha giocato 396 partite, segnando 28 gol. Esordì con la Nazionale Italiana in Italia-Grecia 3-2 del 30-12-1975. Con la maglia azzurra mette in fila 78 presenze realizzando tre reti. Grande protagonista del trionfo mondiale in Spagna nel 1982. Ha preso parte anche ai mondiali del 1978 e del 1986. In sedici anni di carriera non è mai stato espulso o squalificato.

LA SCOMPARSA DI SCIREA

Scirea è un campione entrato di diritto nel cuore di chi ama il calcio e nel tempio dei fuoriclasse. Muore prematuramente a soli 36 anni il 3 settembre 1989 in Polonia in circostanze tragiche. A seguito di un incidente stradale rimane bloccato nelle lamiere di una vecchia auto che va in fiamme. Diventato da poco secondo allenatore al fianco di Dino Zoff si stava recando in Polonia per osservare il Gornik, che sarebbe stato avversario della Juventus in Coppa Uefa. A Gaetano Scirea oltre lo stadio comunale del suo paese natio è dedicata una curva dello stadio torinese “Delle Alpi”.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Sergio Clerici

LA NOSTRA STORIA Sergio Clerici nasce a San Paolo, in Brasile, il 25 maggio 1941. Era soprannominato ‘Gringo’. Cresce nelle giovanili del Portuguesa.

Nella stagione 1960/61 Sergio Clerici è acquistato dal Lecco, dove resta per due anni giocando in Serie A. Nel 1967/68 passa al Bologna. L’anno dopo gioca nell’Atalanta. Tra il 1969 al 1971 veste la maglia del Verona. Nel 1971/72 passa alla Fiorentina dove resta due stagioni. Nel campionato 1973/74 è al Napoli.

Durante la stagione resta coinvolto in uno scandalo sportivo in cui sono implicate Verona e Foggia, retrocesse d’ufficio in serie B. Totalmente scagionato poi nel processo sportivo. Nella stagione 1975/76 gioca nel Bologna. Poi nel 1977/78 passa alla Lazio dove termina la carriera. Smesso di giocare torna in Brasile dove aveva una concessionaria di automobili della Fiat e dove allena il Palmeiras e il Santos.

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Extracalcio – Reina loda il corteo della destra e il rapper lo insulta

Spiacevole episodio quello accaduto fra Pepe Reina e il rapper spagnolo ‘Nega’, dopo che il portiere ha fatto i complimenti alla manifestazione di Vox contro il governo Sanchez.

Il portiere del Milan – ora in prestito all’ston Villa, Pepe Reina è stato insultato da un rapper spagnolo per aver elogiato la manifestazione di sabato scorso del partito Vox contro il governo Sanchez. Il rapper Nega della crew Los Chikos del Maiz scrive “Guarda che sei uno str… anche in nazionale pensavi di essere super simpatico ed invece eri solo imbarazzante. E oh, sorpresa, alla fine è stato confermato che eri uno str… Il piu’ str… Fascista di m…”. Tutti questi insulti sono comparsi Twitter. Reina aveva postato su una foto della manifestazione di Vox con auto e motorini e migliaia di bandiere spagnole, scrivendo: “Bene, mi sembra che la gente sia scesa in strada, giusto?” con gli hashtag “democrazia” e “uniti siamo più forti”. L’ex portiere del Napoli ha poi risposto con “Meno lezioni di dignità, campione”.

https://twitter.com/PReina25/status/1264183463500034049?s=20

 

La Var cambia posto

 

Serie A – Nuove misure per arbitri e giocatori. La Var cambia posto

Serie A – ecco le nuove misure che adotteranno arbitri e  giocatori. La Var cambia posto. La serie A è pronta a ripartire in massima sicurezza.

Serie A – Nuove misure per arbitri e giocatori. La Var cambia posto. Il calcio si sta preparando per tutelare al meglio giocatori e arbitri. A tal proposito si è espresso anche Rizzoli, designatore degli arbitri. “Noi siamo pronti, questa può anche essere l’occasione di cambiare atteggiamento in campo e non solo. Basta con le proteste aggressive”. L’ex arbitro si sofferma anche sulla distanza che dovrà esserci fra i giocatori e l’arbitro in campo. “Stiamo parlando di correttezza che dovrebbe già esserci da un punto di vista del rispetto. Per parlare ci dovranno essere solo due persone. L’emergenza legata al virus ci impone la distanza e quindi il capitano verrà a parlare con la giusta distanza e i giusti modi. Nel caso in cui verrà troppo di corsa sarà invitato a mantenersi a un metro e mezzo di distanza. L’ammonizione per comportamento antisportivo scatterà solo quando si andrà oltre al rispetto e alla correttezza nei confronti dell’arbitro”. Queste le parole del designatore rilasciate a Studio Sport. Novità anche per la postazione Var. Non sarà più montata fra le due panchine, ma dall’altra parte del campo.

Interessanti parole dell’ex Ct della nazionale Arrigo Sacchi

“Il calcio è la più importante delle cose non importanti”

“Se la curva dei contagi non risale, penso che si debba ripartire. Con un impegno: se qualcosa va storto, dobbiamo essere pronti a riconsiderare il calcio la più importante delle cose non importanti”. Questo è il pensiero dell’ex ct azzurro Arrigo Sacchi. A proposito dei presidenti che hanno tramato per fermare il giocattolo pensando di non pagare gli stipendi dei calciatori: “La maggioranza di loro ha votato per continuare. Ci sono club che sono andati oltre le loro possibilità. Però sono stati una minoranza, vuol dire che qualcosa sta cambiando. Stimo Gabriele Gravina, che ha dimostrato il suo coraggio fin da quando con una piccola società di dilettanti arrivò in serie B. è la prova che le buone idee e una componente di rischio intelligente possono valere più dei soldi, perfino in un paese che ha eletto i soldi a valore primario”. Sulla possibilità che il calcio a porte chiuse possa essere più coraggioso, Sacchi risponde: “Non credo, è come recitare in un teatro vuoto. Ti viene paura. La differenza la fanno le personalità”. Queste le dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport.

Luis Alberto sul rinnovo

LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Ferdinando Dal Pont

LA NOSTRA STORIA Ferdinando Dal Pont nasce a Udine il 24 maggio 1911. Inizia a giocare nel 1929/30 con l’Udinese. Con i friulani resta sei anni.

Nel 1936/37 passa alla Triestina con cui esordisce in Serie A. La stagione dopo Dal Pont è acquistato dalla Lazio. Il 6 febbraio 1938 durante un derby perso 2-1 con la Roma si frattura una costola e seguita a giocare. Però in seguito, colpito duro da un difensore giallorosso, riporta la rottura di perone e tibia.

Torna a giocare quasi un anno dopo ma non riesce più ad esprimersi come prima dell’incidente. Resta alla Lazio tre stagioni. Nel 1940 gioca una stagione con l’Alba Roma. Dal 1941 al 1946 è tra le fila del Pro Gorizia. Nel 1947 passa alla Maceratese e da qui al Chieti, dove nel 1949 conclude la carriera. Divenuto allenatore guida Rimini e Maceratese. Muore a Gorizia il 9 marzo 1985.

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LA NOSTRA STORIA Il Presidente Riccardo Barisonzo

LA NOSTRA STORIA Il Presidente Riccardo Barisonzo nacque a Cagliari il 24 maggio 1882. Uomo di sport molto legato al regime.

Eletto presidente della Sezione Calcio nel 1926. Riconfermato nelle assemblee del 1927 e del febbraio 1929 prima dell’arrivo di Zenobi. Barisonzo fu funzionario delle Ferrovie dello Stato e Presidente del Dopolavoro Ferroviario di Roma nel 1928. Eletto deputato nel 1929 per la XXVIII Legislatura del Regno. Dal 1930 fino al 1941 ricoprì la carica di Presidente della Federazione Italiana di Atletica Pesante. Contemporaneamente nel 1931 era Presidente del Trastevere.

Da ottobre Presidente della Sezione Rugby della Lazio. Nel 1932 diventa anche Vicepresidente della Federazione Internazionale Pesi e Sollevamento e Presidente delle sezioni biancocelesti di Rugby, Tiro a Volo e Pallacanestro. Il 3 dicembre 1939 eletto presidente della sezione Hockey. Infine il 18 settembre 1940 presidente della Sezione Pattinaggio a rotelle. Nel 1940 gli fu assegnata la Stella al Merito Sportivo. È morto a Cagliari nel 1969.

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L’idea della Lazio: tifosi all’Olimpico in… streaming

Spalti vuoti e silenziosi? No grazie. La Lazio le sta provando tutte per garantire il sostegno alla squadra nelle partite interne all’Olimpico

Le immagini che arrivano dai campi della Bundesliga hanno lasciato l’amaro in bocca. Stadi silenziosi, spalti vuoti e le uniche voci sono quelle dei calciatori e degli allenatori. Sembra di assistere a delle amichevoli o a delle partitelle tra amici. Purtroppo la situazione coronavirus impone il distanziamento sociale, ma la Lazio sta cercando idee alternative. Alla società biancoceleste non va giù l’idea di giocare nel silenzio assoluto o in uno stadio privo di colori. Così, dopo l’idea delle gigantografie cartonate dei tifosi da posizionare sui seggiolini, ecco una proposta tecnologica. Secondo le voci che circolano intorno a Formello, si vorrebbe coinvolgere i tifosi via streaming. Le modalità ancora non sono note, ma potrebbe esserci un collegamento proiettato sui tabelloni con le case dei tifosi che potranno dare sostegno e carica ai calciatori. Si attendono eventuali conferme e modalità, anche se in Bundesliga è stato già messo in pratica.

LA NOSTRA STORIA – Zenobi, il “Presidentone” che coniò il motto “La Lazio non si discute, si ama”, poi adottato dai rivali giallorossi

Il 23 maggio del 1891 nasceva a Foligno, prov. di Perugia, il “Presidentone” biancoceleste Remo Zenobi. L’unico dirigente ad aver indossato per tre volte i panni di presidente della Lazio in tre decenni e in tre epoche calcistiche completamente diverse.

L’ARRIVO ALLA LAZIO

Dopo essere stato in gioventù un discreto podista le prime notizie che lo riguardano in ambito societario risalgono al 1923. Quando, poco più di trentenne, è un imprenditore di successo. L’occasione di entrare in società si manifesta quando la dirigenza biancoceleste decide di ricostruire lo Stadio della Rondinella, cambiando la dislocazione del campo e ingrandendo le tribune. Zenobi si offre di coprire gran parte della spesa. A patto però che i lavori vengano affidati a una società che avrebbe avuto come azionisti oltre a lui anche Bitetti, Ercoli e Saraceni.

“LA LAZIO NON SI DISCUTE SI AMA”

Il periodo storico della società è particolare dato che una volta chiusasi la ventennale esperienza di Ballerini alla guida della Lazio, in tre anni cambiano tre presidenti. Zenobi assume la presidenza nel 1927 dopo l’intervento decisivo del Generale Vaccaro che sventa la fusione con la Roma. Viene considerato una sorta di papà per i tifosi. È lui a coniare il motto La Lazio non si discute, si ama. Motto che anni dopo viene adottato dai tifosi dell’altra sponda. Zenobi però non è un grande esperto di calcio. Nel 1930 rifiuta di ingaggiare Masetti che passa alla Roma diventando uno dei portieri più forti del calcio italiano.

LA BRASILAZIO

Nello stesso anno, dato l’alto costo dei giocatori italiani, decide di guardare all’estero. Ai figli degli emigrati sparsi in giro per il mondo, soprattutto in America del Sud. Prima porta a Roma i due cugini italo-brasiliani Fantoni I e Fantoni II. Poi Castelli, De Maria, Del Debbio, Guarisi (Filò), “PepeRizzetti, Tedesco e Serafini. Non solo, manda via anche l’allenatore Molnar ed affida la squadra al brasiliano Amicar Barbuy. È la nascita di quella che viene ricordata come la “Brasilazio”. Una squadra spettacolare che a causa del rendimento altalenante dei giocatori non ottiene i risultati sperati.

TIFOSI D’ECCEZIONE: IL DUCE

 

Tra i tanti tifosi delusi, anche un personaggio importante dell’epoca. Un giorno Zenobi intento a far quadrare i conti della società vede sul suo tavolo una richiesta di associazione accompagnata da un assegno di 1.000 lire. Cifra che a quei tempi in pochi si potevano permettere. Leggendo il nome dell’aspirante socio pensa a uno scherzo ma dopo aver verificato, tramite conferma dell’amico Vaccaro, scopre che il nuovo socio è realmente Benito Mussolini. Zenobi firma e il ‘Duce’ diventa socio della Lazio. I deludenti risultati ottenuti dalla “Brasilazio” e le pressioni del regime che pretende di avere due squadre altamente competitive nella capitale spingono Zenobi alle dimissioni.

PAPA’ SI MA DURO QUANDO SERVE

La sua passione per il pallone lo fa restare nell’ambiente al fianco prima di Palmieri e poi di Gualdi finchè, nel 1938, torna per la seconda volta al comando della società e, pian piano, acquista molto potere. Anche se viene chiamato “papà Zenobi” il presidente ha una personalità dura. Se ne rende conto anche qualche giocatore: Marchini ad esempio anche essendo sotto contratto con la Lazio apre una trattativa con il Torino. Quando il presidente lo viene a sapere non lo fa più allenare e lo tiene fermo per un anno nonostante fosse una pedina fondamentale per il gioco dei biancocelesti. 

IL RITORNO

Anche con la stampa gli scontri sono accesi e molti giornalisti vengono allontanati e portati in tribunale a causa dei loro articoli. Ed è proprio il suo modo di fare a far terminare il suo secondo mandato da presidente e così la società passa ad Andrea Ercoli, altra leggenda della Lazio di quell’epoca. Zenobi torna per l’ennesima volta sulla scena laziale nell’immediato dopoguerra deciso a rilanciare la società sia economicamente che in senso sportivo. Appoggiato dall’ingegner Gualdi porta alla Lazio Arce, Furiassi, Hofling, Puccinelli, i fratelli Sentimenti (strappati alla Juventus) e Sukru.

IL VANTO DEL PRESIDENTE

La Lazio chiude per tre anni consecutivi il campionato al quarto posto in classifica, sempre davanti alla Roma che, nel 1951, conosce per prima nella capitale l’onta della retrocessione. La Lazio riesce a sconfiggere i rivali cittadini per ben 7 volte su 8. E, cosa di cui Zenobi si vanta fino al decesso, in tutti gli anni della sua presidenza non perde neanche un derby. Tre giocatori biancocelesti vengono chiamati in Nazionale per i Mondiali del 1950 in Brasile. Il salto di qualità è vicino ma proprio qui escono fuori i limiti di Zenobi, mai stato in grado di cogliere l’attimo.

LO STADIO

Con un po’ di coraggio in più, con l’apertura a soci facoltosi interessati, la Lazio potrebbe puntare ad arrivare ai livelli di Juventus e Torino. Ma Zenobi non la pensa alla stessa maniera: “La Lazio non ha bisogno di niente”, ripete. Anzi secondo la sua idea, di una cosa sola avrebbe bisogno, di un grande stadio: “Senza un grande stadio non si può avere una grande squadra”. A onor del vero il grande stadio è quasi in arrivo dato che il CONI ha quasi terminato i lavori per la costruzione dello Stadio Olimpico. Lavori iniziati durante il regime Fascista ma poi interrotti e ripresi più volte a causa della crisi economica e della guerra.

LE DIMISSIONI

Il 14 aprile si raduna l’Assemblea generale, Zenobi legge la relazione annuale in cui denuncia un passivo di 170 milioni. L’Assemblea gli riconosce i suoi meriti conferendogli una medaglia d’oro in segno di immenso riconoscimento per quanto fatto come dirigente e presidente per riportare la Lazio ai vertici del calcio italiano. Zenobi si commuove però da uomo d’onore qual è, avendo già scelto il suo successore, l’industriale Antonio Annunziata, conferma le sue dimissioni. Lascia la sala tra gli applausi dei presenti e lascia per sempre la Lazio.

LA SCOMPARSA

Si trasferisce a Ischia per delle cure ma nel corso della vacanza, il 12 maggio del 1953, viene stroncato da un infarto. Il ‘Presidentone’ scompare appena cinque giorni prima di Italia-Ungheria partita in cui viene inaugurato lo stadio Olimpico, lo stadio da 80.000 posti che aveva sempre sognato ma nel quale non ha mai visto giocare la sua Lazio.

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LA NOSTRA STORIA Auguri a Silvestro ‘Silvio’ Proto

LA NOSTRA STORIA Silvestro Proto, detto ‘Silvio‘, nasce a Charleroi, in Belgio, il 23 maggio 1983. Portiere di origine e passaporto italiano.

Proto inizia a giocare nella scuola calcio dell’Olympic Charleroi e dopo le giovanili nel 2001 passa alla La Louvière, dove debutta in prima squadra e dove nel 2002-2003 vince una Coppa del Belgio. Due anni dopo passa all’Anderlecht dove resta fino al 2016. Nel 2005 viene nominato portiere belga dell’anno. Nel 2008 passa in prestito al Germinal Beerschot. Con l’Anderlecht ha vinto una Coppa del Belgio, sei campionati e sei Supercoppe del Belgio. A luglio del 2016 si trasferisce all’Ostenda. Il 31 agosto 2017 passa a titolo definitivo all’Olympiakos. A luglio 2018 passa alla Lazio firmando un contratto triennale. Il 15 maggio con i biancocelesti conquista la Coppa Italia.

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LA NOSTRA STORIA Giuseppe Pedercini

LA NOSTRA STORIA Giuseppe Pedercini nacque a Goito (MN) il 23 maggio 1856. Nell’Assemblea di metà luglio del 1901 fu eletto presidente della sezione nuoto della Società Sportiva Lazio.

Dopo la partenza di Luigi Bigiarelli fu eletto presidente della Lazio. Pedercini restò in carica dal 1901 al 1905 quando divenne presidente Fortunato Ballerini. Fu in via Valadier che probabilmente, nel 1901, conobbe i primi soci della Società Podistica Lazio, la cui sede era al n. 21, e decise di far parte di quel sodalizio.

Per scegliere il primo presidente della Società nella primavera del 1901 si fece una gara. Chi fosse riuscito a saltare con un’asta su un carro di fieno avrebbe assunto la carica. Pedercini ce la fece e venne nominato. Sotto la sua presidenza la Società continua l’attività podistica e natatoria ma perde l’Audax Podistico, che si trasferisce sotto l’Associazione Cristiana della Gioventù.

Nel periodo della sua presidenza avvenne il trasferimento della sede da Via Valadier 21 a Via Pompeo Magno 86 (avvenuto tra il 29 aprile e l’11 maggio del 1903) e la prima partita tra Lazio e Virtus del 15 maggio 1904 (3-0 con doppietta di Ancherani). Giuseppe Pedercini scompare il 1 dicembre del 1925.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Romolo Remigi

LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Romolo Remigi nasce a Tarcento, in prov. di Udine, il 23 maggio 1914. Soprannominato ‘Topolino’.

Remigi cresce nelle giovanili biancocelesti. Fa il suo esordio nella Lazio nella stagione 1933/34. La stagione successiva si trasferisce a L’Aquila in Serie B e vi resta per due anni. Nel 1936 passa all’Atalanta e nel 1937 al Como dove gioca fino al 1940. Nel 1942/43 milita nel Savona.

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LAZIO Luis Alberto tra rinnovo e ripartenza Serie A: “Ogni giorno dicono una cosa nuova”

LAZIO Il centrocampista biancoceleste Luis Alberto ha concesso un’intervista a El Pelotazo de Canal Sur Radio. Un’intervista in cui ha affrontato molti temi, dal rinnovo con la Lazio al questione ripartenza della Serie A. Dagli allenamenti alle partite a porte chiuse.

LAZIO Luis Alberto tra la questione rinnovo e la ripartenza della Serie A: “Il rinnovo? Non è stato ancora firmato. È praticamente chiuso da molto tempo, ma per la questione Coronavirus non è stato possibile firmare. Spero che non si tirino indietro (ride, ndr)”.

ALLENAMENTI E RIPARTENZA DELLA SERIE A

Ogni giorno viene detta una cosa nuova. Ora sembra che al 99% l’inizio sarà una settimana dopo rispetto alla Spagna. Il 28 maggio sembra vogliano fare un passo avanti e dare il permesso di iniziare. Al momento continuiamo con l’allenamento individuale e le distanze. Penso che quando torneremo non saremo preparati come eravamo o come siamo all’inizio di una stagione quando viene fatta una preparazione normale. Ciò che ci manca è il calcio. Abbiamo fatto più forza e lavoro fisico, abbiamo giocato poco con la palla. Siamo stati più di due mesi senza una partita, senza fare possesso“.

IL TEMA ‘PORTE CHIUSE’

“Prima di tutto, c’è la salute, ma il calcio non siamo solo noi. Il calcio è un’industria che gestisce molto lavoro, ho letto qualche giorno fa che dà lavoro a 180mila persone. Se restiamo senza giocare, molte persone rimangono senza lavoro. Porte chiuse? Sì, in Europa League qui con la Lazio, ci fecero giocare a porte chiuse all’Olimpico per un paio di partite. È super strano. Devi stare molto attento a ciò che viene detto tra i giocatori, a ciò che viene discusso con l’allenatore e in più il mister è molto attivo con l’arbitro…”.

ULTIM’ORA – Addio a Gigi Simoni, maestro di calcio

Oggi il mondo del calcio piange la scomparsa di Gigi Simoni. L’ex tecnico della Lazio si è spento all’età di 81 anni

 

Gigi Simoni aveva accusato un malore lo scorso 22 giugno nella sua abitazione di San Piero a Grado (Pisa). Da quel momento l’ex tecnico della Lazio ha continuato a lottare senza mai riprendersi. A marzo era tornato a casa, dimesso dalla clinica dove si trovava in cura, alla luce dell’emergenza Coronavirus. Nelle ultime ore le sue condizioni si sono però aggravate, pertanto è stato necessario il ricovero in ospedale dove è arrivato in condizioni estremamente critiche: Simoni è morto poco dopo. Lunga la sua carriera sulla panchina, tra le altre, di Lazio (1985-86), Piacenza, Torino e Inter, con la quale conquistò la Coppa Uefa con l’Inter nel 1998,

CALCIOMERCATO, IDEA PER LA FASCIA