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LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Paolo Todeschini

LA NOSTRA STORIA Paolo Todeschini nasce a Milano il 22 settembre 1920. Cresce nel Milan dove esordisce in Serie A a 19 anni. Nel 1945 si trasferisce al Bologna.

L’anno dopo passa all’Atalanta da dove la Lazio lo acquista nel 1948. Nel 1949 passa al Napoli. Quindi milita con Palermo, Monza e Mantova. Chiusa la carriera da calciatore Todeschini diventa allenatore. Nel 1960 guida la nazionale olimpica azzurra ai Giochi di Roma, quindi il Milan (1960/61). Nella stagione 1961/62, con la Lazio in Serie B, chiamato dal presidente Massimo Giovannini diventa allenatore dei biancocelesti. Dopo una sconfitta contro la Lucchese è sostituito da Ricciardi.

Dopo aver guidato Cosenza, Pro Patria, Messina, Sorrento, Entella e di nuovo Sorrento, resta fuori dal calcio per diversi anni prima di concludere la carriera allenando la Nazionale italiana Femminile dal 1981 al 1983. Laureato in Architettura, alterna le attività di giocatore e allenatore con quella di scultore ed espone le sue opere, molte di tema sportivo (tra le quali il busto di Meazza allo stadio di San Siro), in numerose gallerie d’arte. Muore a Milano il 30 marzo del 1993.

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LAZIO PARMA Probabili formazioni. Marusic titolare?

I biancocelesti sono chiamati a riscattare le due debacle contro Spal e Cluj. Domenica sera all’Olimpico arriveranno i ducali. Lazio Parma probabili formazioni

Lazio Parma probabili formazioni

Lazio (3-5-2): 1 Strakosha; 3 Luiz Felipe, 33 Acerbi, 26 Radu; 77 Marusic, 21 Milinkovic-Savic, 6 Leiva, 10 Luis Alberto, 19 Lulic; 11 Correa, 17 Immobile. (23 Guerrieri, 93 Vavro, 24 Proto, 4 Patric, 15 Bastos, 22 Jony, 7 Berisha, 16 Parolo, 29 Lazzari 32 Cataldi, 20 Caicedo, 34 Adenakye). All.: Inzaghi. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno. Indisponibili: nessuno.

Parma (4-3-3): 1 Sepe; 36 Darmian, 2 Iacoponi, 22 Alves, 28 Gagliolo; 10 Hernani, 15 Brugman, 17 Barilla’; 44 Kulusevski, 9 Inglese, 27 Gervinho (34 Colombi, 53 Alastra, 16 Laurini, 97 Pezzella, 3 Dermaku, 21 Scozzarella, 93 Sprocati, 7 Karamoh, 11 Cornelius). All.: D’Aversa. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno. Indisponibili: Kucka, Grassi.

Arbitro: Abisso di Palermo

PEDULLA INCREDULO PER LA DEBACLE CONTRO IL CLUJ

Sabatini: “Per Nainggolan notte in bianco e sigarette. Il 26 maggio sarei morto”

Sabatini — Nella giornata odierna il direttore dell’area tecnica del Bologna, ed ex ds giallorosso, ha ripercorso il proprio passato alla Roma

Walter Sabatini: “Vivo il calcio con gioia, mi trovo bene con la mia gente e sono sempre pronto a festeggiare perché il calcio ha un lato divertente. Non quando perdi, quando perdi non c’è niente di divertente. In questi anni è cambiata tutta la mia vita. Quando sto in mezzo alla gente a un certo punto mi folgora l’idea delle sigarette, allora sciolgo la seduta, mi alzo e me ne vado. Per quelli della mia generazione Coverciano era Camelot, quando sono andato la prima volta pensavo che non esistesse, i pochissimi fotogrammi che avevo visto erano in bianco e nero e quando mi hanno aperto il cancello ho pensato di svenire. Ero stato selezionato come miglior calciatore giovane della mia categoria in Umbria, nei Nagc, e invece fu la mia più grande delusione calcistica. Quando ho saputo di non essere tra i primi tre qualificati di quella selezione di giocatori in me si è rotto qualcosa, sono andato in frantumi. Le sigarette? Non capisco come possa esistere un direttore sportivo che non fuma o un allenatore? Qualche giorno fa ho chiamato Sarri dicendogli, non di smettere chiaramente, ma di rallentare un po’. Lui mi ha risposto che è estremamente difficile. Zeman era uno che mi stava dietro, quando veniva nel mio ufficio nessuno si azzardava a entrare, c’era una cortina di fumo, ma come uno possa allenare senza fumare non l’ho mai capito. Ho fumato più sigarette per Nainggolan che per tutti gli altri: quella notte la trascorsi al telefono con il direttore sportivo del Cagliari, con Cellino dall’altra parte che mi metteva i bastoni tra le ruote per complicare la trattativa, ma sentivo che la voleva fare. Il tutto si concluse alle cinque del mattino, fu una notte difficile. La sigaretta più dolorosa risale al derby Lazio-Roma di Coppa Italia all’Olimpico. Lì ho pensato di morire, senza le sigarette sarei morto realmente”. Queste le parole di Walter Sabatini nell’intervista rilasciata a Il Foglio.

EDITORIALE – LAZIO PARMA FONDAMENTALE. GATTUSO NON CI SERVE

Finalmente il campionato sta entrando nel vivo. Dopo le prime due giornate e la conseguente pausa per la nazionale, dalla settimana scorsa si è entrati veramente nel vivo della stagione. Purtroppo però la Lazio è partita malissimo con due sconfitte per 2 a 1 (e sempre dopo essere passata in vantaggio), contro avversarie non di certo di blasone internazionale.

Spal e Cluj sono formazioni alla portata della compagine capitolina, soprattutto se affrontate con la formazione tipo. Difficile da capire il turn over fatto a Ferrara, ancora più complicato giustificare quello effettuato in Romania (Luis Alberto e Immobile addirittura non convocati). Il mister ha appena parlato a Formello in conferenza stampa e giustamente tergiversa sulle questioni più complicate. Certo che però affermare che Parolo e Caicedo sono due titolari al netto di Milinkovic e Correa mi sembra un’esagerazione. Titolari per una formazione di media classifica, non certo per una formazione che punta al quarto posto.
Domani c’è il Parma di Inglese e dell’ex giallorosso Gervinho e la Lazio già non può sbagliare (calcolando che poi c’è il turno infrasettimanale a Milano contro l’Inter lanciatissima di Antonio Conte).
Che dirvi, domani sarà una bella gara ricca di contenuti e di pathos. Noi speriamo tanto che sia anche una gara ricca di punti. Tre per l’esattezza. Avanti Lazio.

LAZIO PARMA Conferenza Inzaghi: “Caicedo e Parolo sono due titolari”

Sono stati giorni non facilissimi, cosa sta succedendo?

“Abbiamo perso due gare dove dovevamo fare meglio, dove si è vista una buona lazio nel primo tempo, meno nella ripresa. C’è rammarico perché dovevamo e potevamo fare di più”.

 Troppa differenza tra primo e secondo tempo: può essere una mancanza di personalità?

“Sicuramente, abbiamo analizzate le gare e abbiamo il dovere di riprendere il nostro cammino”.

 Le sono state attribuite parecchie responsabilità per il turnoevr che hai fatto.

Queste sono opinioni. A Ferrara hanno giocato Parolo e Caicedo che considero due titolari. Poi Patric ha fatto molto bene. Mentre per Cluj hanno giocato Jony, Berisha e Bastos. Hanno fatto tutti bene. Io parlerei più di cali di concentrazione che di turnover”.

 In tanti stanno puntanto il dito contro di lei. C’è stato un confronto con la società?

“C’è delusione e un po’ di amarezza ma al tempo stesso tantissima fiducia. Dobbiamo ripartire e mantenere la calma. Voglia e determinazione per ripartire”.
 

 Si dice che la lazio debba migliorare nella mentalità, come si fa se i giocatori sono questi?

Bisogna sempre rimanere umili, come nel ritiro, probabilmente dopo le prime due partite si era alzata l’asticella. Da che nessuno parlava di noi, poi eravamo diventati tutti dei fenomeni. Ora tutti dei polli. Bisogna mantenere un equilibrio, parecchie cose non sono andate, bisogna ripartire con più fame, abbiamo tante partite non semplice, che dobbiamo interpretare bene. Sono alla nostra portata”. 

Rimane una Lazio offensiva?

“Continuiamo su quello che abbiamo fatto nelle prime 4 partite, ci portiamo dietro tutto, dobbiamo interpretare bene le partite, domani il Parma ha ottimi elementi e un ottimo mercato. Ha fatto grandi cose D’Aversa, due promozioni di fila e una salvezza tranquilla. Dobbiamo rimanere lucidi e avere la cattiveria agonistica mancata quando siamo andati in fatica”.

Altro modulo in corsa?

Si possono cambiare i moduli, come successo in Romania negli ultimi 12 minuti. Ma conta l’interpretazione, benissimo nelle prime due partite, poi 50 minuti non bastano in una gara, affrontiamo squadre forti. Se torniamo a lavorare d squadra, tutti quanti e con la giusta serenità, potremo ripartire alla grande sia in Italia sia in Europa”.

C’è ancora la possibilità di parlare di anno zero?

“Senz’altro, dobbiamo guardare il futuro e non indietro. Ora pensiamo al Parma, una partita impegnativa che arriva dopo un ko bruciate. Siamo tornati all’alba venerdì, abbiamo l’allenamento di oggi e la sgambatina di domani per capire i giocatori più idonei per domani sera”. 

LA NOSTRA STORIA Il difensore Sergio Piacentini

LA NOSTRA STORIA Sergio Piacentini nasce a Piombino, in prov. di Livorno, il 21 settembre 1920. Cresce nel Torino. Con il Grande Torino nelle annate 1942-1943 e 1945-1946 conquista due scudetti e una edizione della Coppa Italia.

Nel 1942 Piacentini viene convocato nella Under 21 e gioca una partita contro l’Ungheria. Durante il campionato di guerra 1943/44 gioca nell’Alessandria. Nel 1946 passa alla Sampdoria. Dal 1947 passa alla Lazio. In maglia biancoceleste gioca per quattro stagioni. Nell’ultima però è impiegato solo in incontri amichevoli e nel Campionato Riserve. Nell’estate del 1951 si trasferisce al Chinotto Neri. È scomparso nel 1990 all’età di 69 anni.

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LA NOSTRA STORIA L’attaccante Luigi Vettraino

LA NOSTRA STORIA Luigi Vettraino nasce a Roma il 21 settembre 1920. Era soprannominato ‘scoiattolo’.

Nella Pasqua del 1938 la Lazio fu invitata a sostenere tre partite amichevoli in Germania. I risultati furono i seguenti: Neustadt-Lazio 1-4; Rappresentativa Berlino-Lazio 0-5, Mannheim-Lazio 1-6. In quest’ultima partita Vettraino segnò tre goal.
Esordisce in prima squadra nel campionato 1938/39. L’anno dopo Vettraino divenne titolare trovando un’intesa naturale con Silvio Piola. Una coppia che rese la vita difficile a ogni difesa avversaria. Il 4 aprile 1940 Luigi era in borghese allo Stadio Nazionale per assistere a una partitella di allenamento che l’Italia stava disputando per prepararsi all’incontro con la Romania.  Alla fine del 1° tempo, dopo aver segnato tre reti, Piola uscì per un dolore alla gamba. Il CT Vittorio Pozzo fece convocare il centravanti laziale Evaristo Barrera. Quest’ultimo non si trovava e allora fece spogliare Luigi che aveva visto in mezzo al pubblico. Nel 2° tempo Vettraino fece due reti in pochi minuti. Pozzo gli confidò che se fosse stato più alto lo avrebbe convocato di sicuro. Nonostante i successi sportivi non volle mai lasciare il posto di usciere all’Immobiliare. Verso la fine del campionato 1940/41 moriva, ad appena 21 anni, l’ex pulcino Cobelli promessa del calcio italiano. La notizia rattristò tutti e anticipò un’altra brutta notizia. La stagione successiva Vettraino gioca solo una gara prima di ammalarsi di una brutta infezione che lo costrinse al ritiro. Si curò a lungo ma quando tornò in campo fece solo qualche partita nel campionato romano di guerra con la Mater di Bernardini. Finito il conflitto mondiale provò a tornare ai precedenti livelli sempre nella Lazio. Ma non giocò più da titolare perché la malattia l’aveva segnato fisicamente. Militò in altre formazioni romane chiudendo la carriera nella stagione 1950/51 alla Sogene.  A 26 anni uno dei calciatori biancocelesti più forti di sempre e tra i più amati dai tifosi laziali fu costretto ad abbandonare il calcio. È stato Dirigente Accompagnatore delle giovanili negli anni ’80. È deceduto a Roma il 25 luglio 1998 poco prima di compiere 78 anni.

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EVENTO IMPERDIBILE – UNA FESTA DELLO SPORT PER TUTTI. #SSL

FESTA DELLO SPORT PER TUTTI Con le sezioni della s.s. Lazio Sabato 28 settembre 2019, Villa Glori Viale Maresciallo Pilsudski, 25, Roma Dalle ore 12.00 alle 20.00 Una giornata di sport per tutti. Una “Festa dello Sport per tutti”.

La Società Sportiva Lazio, scelta dalla Commissione europea e dalla Presidenza del Consiglio di ministri, sabato 28 settembre 2019 a Villa Glori (viale Maresciallo Pilsudski, 25, Roma) organizzerà e ospiterà con le sue sezioni la “Festa dello Sport per tutti”, terzultimo atto della European Week of Sports 2019 #BeActive5. Lanciata nel 2015, la settimana europea dello sport è stata creata come risposta all’incremento dell’inattività e sedentarietà della popolazione con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini circa l’importanza di uno stile di vita attivo, offendo a grandi e piccini l’opportunità di fare sport. Da 5 milioni di partecipanti e 7.000 eventi nel 2015, l’edizione 2018 ha attirato 12 milioni di partecipanti su 48.500 eventi. Sabato 28 settembre 2019 presso la sede della Lazio Equitazione di Villa Glori donne e uomini (dai 4 anni agli 80 anni), normodotati e persone con disabilità, potranno praticare sport all’area aperta con l’ausilio delle sezioni biancocelesti. Non mancherà la partecipazione di personalità e autorità dal mondo politico e dallo sport italiano.

LAZIO Le parole di Pedullà: “2 gol dalla più scarsa del girone”

LAZIO Le parole di Pedullà dopo l’ennesimo ko nel giro di 3 giorni e a sole 5 partite ufficiali stagionali, un vero problema per i biancocelesti

LAZIO Le parole di Pedullà a Sportitalia rendono chiaro il momento che stanno vivendo i biancocelesti. Infatti la partita di ieri contro il Cluj avrebbe dovuto portare ben 3 punti ai biancocelesti per giocarsi poi il primato del girone contro il Rennais, ma ciò non è avvenuto. Dopo l’ennesimo primo tempo giocato bene, arriva sempre il secondo disastroso. Ecco cosa pensa Alfredo Pedullà:

“Questa è stata la solita Lazio, non ho trovato nessuna novità. Come al solito nel secondo tempo la squadra di Inzaghi è sparita. Il Cluj è la squadra più scarsa del girone ed è riuscita comunque a fare 2 gol alla Lazio portando addirittura i tre punti a casa. Probabilmente i biancocelesti erano rimasti all’aeroporto, è una cosa inspiegabile”.

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Cluj Lazio Jony è l’unico a salvarsi: nota dolce di una partita amara

Cluj Lazio Jony è l’unico che nella partita di ieri ha lasciato impressioni positive ai tifosi dopo un’altra sconfitta negativa

Cluj Lazio Jony – Dopo la sconfitta di Ferrara è arrivata quella di Cluj, sono rimasti a casa Immobile e Luis Alberto, sarebbero potuti servire, ma così non è stato. L’esterno iberico è stato l’unica nota positiva di questa partita. Già, un acquisto che sembrava essere sbagliato a causa del suo non ruolo, quello da 5 laterale. Invece ieri ha dimostrato di saper giocare anche in quel ruolo, di coprire e saper poi ripartire nel migliore dei modi. Cross e corsa messi a servizio per i compagni che non hanno saputo sfruttare le sue occasioni se non è per il cross del gol avvenuto tramite calcio d’angolo.

Dribbling, velocità e cross sono le sue armi vincenti che potrebbero rappresentare una vera arma in più in partita in corso quando gli avversari, saranno stanchi o anche all’inizio della partita contro squadre chiuse che tendono a rimanere chiuse dietro. Nel primo tempo ha sfornito un ottimo assist per Milinkovic che non ne ha saputo approfittare, idem in altre occasioni, lui crossava e nessuno sapeva approfittarne. Il 28enne chiede spazio, ha voglia di continuare su questo passo ed è deciso a mettere Inzaghi in seria difficoltà per contendere il posto a Lulic. Anche all’esordio nel derby aveva servito un attimo assist a Lazzari che aveva messo la palla in rete, peccato però che l’esterno iberico si trovasse in fuorigioco. Jony risponde presente in una notte da dimenticare per il resto dei compagni.

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ACCADDE OGGI 30 aprile 1978, Milan-Lazio 0-2: la penultima volta a San Siro

Penultima giornata del campionato 1977/78: dell’autogol di Maldini che ha regalato 27 anni fa l’ultimo successo in campionato nella San Siro rossonera, si è scritto a lungo. Bisogna farne passare 38 di anni prima di arrivare invece all’altro precedente più vicino. D’altronde in Serie A la Lazio ha vinto solo nove volte in casa del Milan: una di queste occasioni è stata una vittoria a tavolino.

Anni 70, tempi in cui i petardi sugli spalti e anche in campo sono all’ordine del giorno. Uno di essi cade vicino, troppo vicino al laziale Ghedin, che si accascia a terra. Costretto a lasciare il campo, per la Lazio si prospetta una vittoria a tavolino: a quei tempi funziona così, poi Gigi Martini si rende protagonista di una bella discesa sulla destra e la Lazio sbanca San Siro anche sul campo.

La Lazio non farà reclamo, visto che i due punti sono arrivati sul campo, ma il Giudice Sportivo assegnerà comunque lo 0-2, come deterrente per i lanciatori di petardi: una politica discutibile, che verrà completamente rivista undici anni dopo, proprio nella stagione dell’ultimo successo laziale a Milano, a causa del caso-Alemao che consegnò al Napoli una vittoria vitale per lo scudetto.

Fabio Belli

IL TABELLINO

30 aprile 1978

MILAN-LAZIO 0-1 (0-2 dopo decisione del Giudice Sportivo)

Marcatori: 86′ Martini.

MILAN: Albertosi, Sabadini, Maldera (III), Capello, Bet, Turone, Tosetto, Bigon, Gaudino (46′ Boldini), Rivera, Buriani. A disp.: Rigamonti, Carotti. All. Liedholm.

LAZIO: Garella, Ghedin (53′ Pighin), Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Boccolini, Agostinelli, Giordano, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Clerici. All. Lovati.

Arbitro: Sig. Michelotti di Parma.

 

LA NOSTRA STORIA L’ex difensore Carlo Parola

LA NOSTRA STORIA Carlo Parola nasce a Torino il 20 settembre 1921. Era soprannominato ‘Nuciu’.

Rimasto orfano a sette anni si trasferisce a Cuneo con la madre dove inizia a giocare a pallone. Tornato nella natia Torino inizia a giocare con il Dopolavoro FIAT e dal 1939 con la Juventus dove fa il suo esordio in Serie A appena diciottenne. In bianconero vince una Coppa Italia (1941-1942) e due scudetti (1949-1950 e 1951-1952). La notorietà di Parola è dovuta soprattutto a un gesto tecnico, la rovesciata, che fu il primo a utilizzare con frequenza nel calcio italiano. La più famosa ‘rovesciata di Parola’ è del 15 gennaio 1950. Rovesciata pubblicata in oltre 200 milioni di copie con didascalie in arabo, cirillico, giapponese e greco.

Nel 1954 passa alla Lazio, squadra con cui chiuse la carriera calcistica. Per dieci volte indossò la maglia della Nazionale. Conclusa la carriera da calciatore diventa allenatore. Nel 1955/56 la Lazio lo affianca all’allenatore Ferrero con il ruolo di addetto alla squadra. Dal 1956 al 1959 guida l’Anconitana. Quindi tre stagioni alla Juventus. Nel 1962 è al Prato. Dal 1965 al 1968 guida il Livorno. Nella stagione 1968/69 è al Napoli. Dal 1969 al 1974 è alla guida del Novara (con il quale vince Il Seminatore d’Oro per la C nel 1969/70). Infine torna di nuovo alla Juventus per due stagioni, vincendo lo scudetto nel campionato 1974/75. È deceduto il 22 marzo 2000.

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LA NOSTRA STORIA Il centrocampista biancoceleste Franco Rosi

LA NOSTRA STORIA Franco Rosi nasce a Genzano, in prov. di Roma, il 20 settembre 1927.

Rosi cresce nelle giovanili della Lazio prima di disputare due stagioni nella prima squadra biancoceleste dove esordisce nel 1945. Passa in prestito all’Avezzano per tornare a Roma nella stagione 1946/47. Nel 1948/49 va in prestito al Fano. A fine stagione torna alla Lazio. Nel 1944 è stato Campione Romano Ragazzi. Nel 1947/48 ha vinto il titolo di Campione d’Italia con la Lazio Juniores. Gioca in seguito con Stabia, Lecce, Taranto e L’Aquila. Terminato la carriera da calciatore guida Grottaferrata e Cynthia.

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CLUJ LAZIO Inzaghi: “Bisogna crescere ma sono convinto che passeremo il turno”

CLUJ LAZIO Inzaghi — Al termine del match, il tecnico biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Sky Sport e ha analizzato la sconfitta

CLUJ LAZIO Inzaghi: “Quella di questa sera è una sconfitta che brucia. Siamo ancora in corsa per la qualificazione. Oggi è stata una partita storta. Spiace per il risultato, probabilmente avremmo meritato qualcosa in più e sono convinto che passeremo il turno. Nel primo tempo avremmo dovuto chiudere la partita e l’arbitro non avrebbe dovuto fischiare il rigore. I demeriti però sono i nostri, se avessimo chiuso la partita non avremmo parlato dell’arbitro.

Il primo tempo è stato giocato benissimo, ma bisogna migliorare nella finalizzazione. Ora testa alta, tra due giorni e mezzo giocheremo di nuovo contro il Parma. Sono dispiaciuto per queste due sconfitte, probabilmente dovevamo fare di più. Giocare bene non basta, dobbiamo essere un po più concreti. Tra Ferrara ed oggi avremmo meritato di più. I nuovi? Non penso ai singoli, dobbiamo analizzare i secondi tempo perché caliamo troppo. Parma? Sappiamo che avremo una gara non semplice contro una squadra organizzata. Recupereremo energie e faremo una grande gara”.

CLUJ LAZIO ACERBI: “Su la testa: crolliamo troppo nella ripresa”

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Cluj Lazio Acerbi analizza la sconfitta nella prima di Europa League: striglia la squadra e la esorta a reagire.

Cluj Lazio Acerbi a Sky: “Dopo Ferrara perdi anche in Romania con un rigore fischiato contro. Si trattengono entrambi, molto strana la decisione dell’arbitro. Abbiamo fatto degli errori, la strada ora è voltare pagina. Mancano 2 giorni al Parma poi se si vince si va a San Siro. Su la testa ora. Il Cluj è una buona squadra in casa, mena, è fisica. E’ arrivato l’errore nostro, peccato. Abbiamo altre 5 partite per qualificarci: abbiamo tempo, dobbiamo migliorare. La squadra è forte ci risolleveremo come abbiamo sempre fatto. Le occasioni le creiamo ma poi crolliamo: dobbiamo andare oltre la stanchezza per portare a casa il risultato. Gli errori li fanno tutti: dobbiamo farci un esame di coscienza”.

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LE PAGELLE DELLA DEBACLE IN ROMANIA

CLUJ LAZIO LE PAGELLE – Inzaghi ora basta fare lo scienziato!

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Cluj Lazio le pagelle: ecco i voti della nostra redazione alla debacle dei biancocelesti. L’Europa League comincia malissimo.

Strakosha 4,5 – Spiazzato sul rigore degli avversari, combina un pastrocchio sul secondo gol dei rumeni: si trova nella terra di nessuno a centro area e lascia la porta sguarnita. I suoi compagni di difesa fanno il resto.

Vavro 5,5 – La sua prestazione è sulla stessa lunghezza d’onda del suo compagno di reparto Acerbi: insicuro e spaesato nelle chiusure difensive.

Acerbi 5,5 – Serata non delle migliori per il grande Ace: anche lui finisce nel vortice negativo che sta colpendo la Lazio. Come è possibile quel buco centrale sul secondo gol del Cluj con una difesa a 3?

Bastos 6 – Un gol, un errore macroscopico in fase difensiva graziato dall’attaccante del Cluj e un salvataggio con il piedone: tutto questo è Quissanga Bastos, croce e delizia della difesa laziale. Al 81′ Adekanye s.v.

Lazzari 5,5 – Prova a saltare l’uomo ma viene raddoppiato prima e triplicato poi: gli avversari lo temono e lo hanno studiato. L’azione della Lazio dalla sua parte non trova sfogo. Non riesce a segnare un gol da posizione favorevole: peccato

Milinkovic 5,5 – Anche lui crolla sotto i colpi del Cluj che opera la rimonta: da lui ci si aspetta che prenda in mano la squadra. Nemmeno la fascia di capitano è bastata stasera…

Leiva 5,5 – Il brasiliano non ha lo smalto dei tempi migliori: causa il rigore e arranca a centrocampo. Se la difesa soffre è anche perché manca protezione a centrocampo.

Berisha 6 – Una sufficienza di incoraggiamento per un ragazzo che in maglia biancoceleste deve dimostrare ancora il suo reale potenziale. Non ha ancora i 90′ nelle gambe e Inzaghi lo richiama in panchina nella ripresa. Al 67′ Cataldi 5,5 – Prende il giallo dopo 120 secondi dall’entrata in campo per un intervento rude a gamba tesa. Tenta il tiro nel recupero quando la Lazio tenta a tutti i costi il pareggio ma trova le gambe del portiere avversario.

Jony 6,5 – Tanti cross per lui, in questo inizio di campionato non se ne erano mai visti tanti. Suo l’angolo da cui scaturisce il gol di Bastos. Lulic 79′ s.v.

Correa 5 – L’argentino stasera è sceso in campo? Non si è mai visto, sulla falsariga della partita con la Spal. E’ rimasto con la testa alla Nazionale.

Caicedo 5 – Solo sponde irritanti per il panterone stasera: mai incisivo sottoporta. C’è da dire che anche i compagni che lo supportavano non hanno aiutato.

Inzaghi 3 – Sbaglia ancora le scelte di formazione: lascia a casa tutti i titolari senza una ragione. Che senso ha fare turnover il 19 settembre quando le squadre devono ancora entrare in forma? La sua squadra è fragile e senza idee: urge un cambio di rotta. Tornare a fare le cose semplici senza inutili manie di protagonismo.

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CLUJ LAZIO – LA FORMAZIONE INIZIALE

Cluj Lazio ecco la formazione ufficiale:

Strakosha

Vavro

Acerbi

Bastos

Lazzari

Milinkovic (C)

Leiva

Barisha

Jony

Correa

Caicedo

LAZIO PARMA Designato l’arbitro della gara

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LAZIO PARMA Designato l’arbitro della gara: i precedenti.

LAZIO PARMA Designato l’arbitro della gara. A comunicarlo la stessa società biancoceleste, in una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale.

“La 4ª giornata di Serie A TIM Lazio-Parma, in programma domenica 22 settembre alle ore 20:45 allo Stadio Olimpico di Roma, sarà diretta dal signor Rosario Abisso (sez. di Palermo).

Assistenti: Villa – Gori 

IV uomo: Minelli 

V.A.R.: Massa 

A.V.A.R.: Liberti”

PRECEDENTI

Sei gli incroci tra i biancocelesti e l’arbitro siciliano: il primo il 20 agosto 2017, quando gli uomini di Inzaghi debuttarono nel campionato 2017/2018 con un pareggio in casa contro la Spal.

Successivamente, Abisso ha diretto i capitolini il 21 gennaio 2018: avversario, sempre tra le mura amiche, il ChievoVerona, travolto per 5-1. Nella scorsa stagione, invece, l’arbitro siciliano ha diretto il match vinto per 4-1 all’Olimpico con il Genoa. I biancocelesti se lo sono ritrovati davanti anche in Coppa Italia, lo scorso 31 gennaio, nei quarti di finale contro l’Inter. Infine, gli ultimi precedenti risalgono al finale della scorsa stagione: per la precisione, alla gara casalinga con il Sassuolo e al match esterno con il Torino che concluse l’ultimo campionato. 

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LAZIO Oggi 3 giocatori titolari per la prima volta: Jony è pronto

LAZIO Oggi 3 giocatori titolari per la prima volta dovranno dimostrare a Inzaghi di essere più di semplici riserve

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LAZIO Oggi 3 giocatori titolari per la prima volta – Alle ore 18.55, inizierà l’avventura europea stagionale della Lazio. La prima partita, li vedrà impegnati in Romania contro il Cluj, squadra molto forte nella propria Nazione che ha sfiorato in questa stagione la qualificazione in Champions, perdendo solamente ai preliminari. La Lazio viene dalla sconfitta deludente di Ferrara e dovrà fare di tutto per arrivare alla vittoria scacciando le parole di questi giorni. Inzaghi ha lasciato alcuni big a casa, infatti non saranno della partita: Radu, Luis Alberto e Immobile. Vuole concedere dello spazio a chi non ne ha ancora ricevuto con la consapevolezza che possano rendere moltissimo per conquistarsi un posto da titolare.

Un ampio turnover quello scelto dal mister che punterà sulla voglia di mettersi il luce di: Jony, Vavro e Berisha. I primi due faranno il loro esordio da titolari con la maglia della Lazio, mentre per Berisha sarà la prima stagionale e potrà dimostrare di essere tornato il giocatore di Salisburgo e quello ammirato con la propria Nazionale. Dovranno mettersi in mostra e far vedere che nello scacchiere di Inzaghi loro possono essere utili, potranno dare una mano con il passare del tempo diventando magari titolari alternandosi con le prime scelte.

Ci si aspetta molto dal centrocampista kosovaro, acquistato un anno fa per 8 milioni senza mai far vedere nulla se non infortuni. Mentre di Jony si è visto solamente l’ottimo cross servito al derby per Lazzari il quale avrebbe segnato se l’esterno spagnolo non si fosse trovato in fuorigioco. Per Vavro è arrivata qualche critica dopo la sconfitta contro la Spal, per qualche marcatura sbagliata, oggi potrà dimostrare di essere un buon difensore oppure sentire la pressione commettendo qualche errore. Tutti e 3, avranno l’occasione di mettersi in mostra, starà a loro approfittarne. Spera di giocare qualche minuto debuttando anche lui, Adekanye, recuperato per questa partita.

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LA NOSTRA STORIA – Tanti auguri al “ghepardo” Tommaso Rocchi

Il 19 settembre 1977 nasce a Venezia Tommaso Rocchi. Cresciuto nelle giovanili della sua città natia, a 16 anni si trasferisce alla Juventus. Nella stagione 1993-94 vince il Campionato Primavera. L’anno successivo entra a far parte della prima squadra senza però giocare neanche un minuto. A fine stagione la società bianconera decide di mandare il giovane a farsi le ossa nelle serie minori. Gioca con Pro Patria, Fermana, Como e Saronno. Nei due anni successivi ha militato in Serie B con Treviso e Empoli.

L’ARRIVO ALLA LAZIO

Nell’estate del 2004 i biancocelesti, appena prelevati da Claudio Lotito, hanno pochi giocatori in organico. Il neopresidente capitolino tra i tanti acquisti fatti per rimpinguare la rosa acquista anche Tommaso Rocchi. Nel primo anno a Roma, la Lazio si divide tra le gestioni di Mimmo Caso e di Papadopulo. L’attaccante veneto fa innamorare subito la Curva Nord con un gol nel derby del 6 gennaio 2005, chiudendo la gara sul 3-1 e facendo impazzire di gioia i presenti insieme al suo grande amico Paolo Di Canio.

LEADER IN CAMPO E FUORI

Nelle stagioni successive Tommasino diventa sempre più leader indiscusso sia in campo che nello spogliatoio. Nella stagione 2005-06 la Lazio chiude al sesto posto in campionato. Il ‘ghepardo’, questo il suo soprannome, realizza sedici gol che gli valgono addirittura la chiamata in Nazionale. L’anno dopo, in un campionato stravolto dallo scandalo “Calciopoli”, i biancocelesti si classificano al terzo posto. Posizione che gli vale l’accesso ai preliminari di Champions, e Rocchi si ripete mettendo a segno altre sedici reti.

LA COPPA CON LA FASCIA DA CAPITANO AL BRACCIO

Ma la stagione più bella di Tommasino alla Lazio è il 2007-08 quando i ragazzi di Delio Rossi raggiungono la finale di Coppa Italia, vincendola contro la Sampdoria, e Rocchi alza la sua prima coppa con la fascia di capitano al braccio. Tre mesi dopo la Lazio si ripete vincendo a Pechino la finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter. Merito anche di Tommasino che con un pallonetto dal limite dell’area mette fuori gioco Julio Cesar e regala ai tifosi biancocelesti un altro trofeo. Di lì in poi, vuoi l’età, vuoi che la Lazio comincia a crescere anche dal punto di vista tecnico, Rocchi non brilla in campo ma resta comunque uno dei leader nel gruppo, considerato da tutti un vero punto di riferimento.

L’ADDIO ALLA LAZIO

A gennaio 2013 decide di lasciare la Lazio, accettando l’offerta arrivata dall’Inter ma a fine stagione non gli viene rinnovato il contratto. A novembre del 2013 si accorda con il Padova. Ad agosto 2014 firma per l’Haladás, formazione ungherese che milita nella massima divisione. A fine stagione rimane svincolato, decide di rimanere un altro anno in Ungheria firmando un contratto annuale con il Tatabánya, squadra allenata da Bruno Giordano e militante in Nemzeti Bajnokság III. Successivamente prima a causa di una ricaduta dell’infortunio già patito e poi per le dimissioni di Giordano per il resto della stagione non colleziona più nessuna presenza. Sarà questa l’ultima annata sul campo per l’attaccante veneziano, il quale a fine stagione decide di appendere gli scarpini al chiodo.

CAPITOLO NAZIONALE

In Nazionale ha esordito a 28 anni. Nel 2008 è stato convocato da Pierluigi Casiraghi nella Nazionale Olimpica per partecipare alle Olimpiadi di Pechino come unico fuoriquota del gruppo azzurro, segna anche un gol contro la Corea del Sud ma un infortunio lo costringe ad abbandonare la competizione.

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