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SCUDETTO LAZIO Cucchi: “In quel momento ero radiocronista e basta. A microfono spento però…”

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Nel giorno del ventennale del secondo scudetto Lazio Cucchi ricorda le emozioni di quel giorno. Un giorno non come tutti gli altri per l’ex radiocronista, non solo perchè tifoso biancoceleste, ma anche perchè ‘costretto’ a raccontare la partita dei ‘rivali’ bianconeri.

Proprio per ricordare quel Perugia-Juventus, che decretò lo Scudetto Lazio, Cucchi, tramite il proprio profilo Instagram, ne pubblica la distinta. “Un po’ sgualcita, un po’ stropicciata, – aggiunge a corredo – ma ancora in grado di parlarmi. Parlarmi di quel tumulto di emozioni che il 14 maggio del 2000, per me laziale ma in quel momento radiocronista e basta, mi stava invadendo il cuore. Il foglio di lavoro, le formazioni di quel giorno. La lacrima uscì ma a microfono spento, alle 18 e 4 minuti. Buon ventennale del nostro scudetto a tutti i laziali”.

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SCUDETTO LAZIO Eriksson e Cragnotti: “Quella squadra fantastica. Questa invece…”

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Nel giorno del ventesimo anniversario del secondo scudetto Lazio Eriksson e Cragnotti, i due principali artefici, ricordano quell’incredibile impresa, non lesinando paragoni con la situazione della squadra attuale.

SCUDETTO LAZIO Eriksson e Cragnotti hanno ricordi indelebili di quei momenti. Partiamo da quelli del presidente, che costruì quel sogno e che ammette che avrebbe potuto avere una portata anche maggiore. “Ero convinto che il 14 maggio il campionato fosse finito. Visto che eravamo più forti, avrei accettato anche uno spareggio con la Juventus, e invece…Che emozioni dalla tribuna. La Lazio di oggi? Poteva e può vincere lo scudetto“. Qualche parola anche su Simone Inzaghi, che, ricorda Cragnotti, già a quei tempi pensava da allenatore e spesso parlava dell’impostazione della squadra in campo.

IL RICORDO DEL MISTER SCUDETTO

Ma anche il mister rievoca con affetto quella squadra: “Era davvero fantastica, i migliori giocatori che abbia mai allenato. Il loro era un livello mondiale. Quando si trattava di impostare eravamo ottimi, ma al momento di ripartire in contropiede diventavamo fantastici. Fu per questo che convinsi Mihajlovic a giocare arretrato: lui e Mancini erano in grado di mandarti in porta“. E nemmeno Eriksson dimentica Inzaghi, definito attaccante di prima classe, nonostante avesse di fronte grandi campioni.

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Lazio Tare: “Scudetto? Ci proveremo quest’anno o il prossimo”

Lazio Tare parla del possibile disastro in caso di sospensione del campionando parlando del ministro dello sport Spadafora

Lazio Tare parla alla Repubblica suul possibile stop del campionato: “Scudetto? Proveremo a conquistarlo se la Serie A dovesse proseguire, oppure tenteremo l’anno prossimo. Chi continua ad accusarci che vogliamo riprendere solo per interesse personale allora, non ha capito granché. Il calcio è un lavoro, dietro ci sono almeno 370 mila persone che grazie a questo, riescono a far vivere le proprie famiglie, se si fermerà, sarà il fallimento per tanti e l’Italia perderà pezzi di storia, non solamente sportiva. Sarebbe un disastro sociale. Poi, se ci dovessimo fermare adesso sicuramente significherebbe non poter riprendere neanche a Settembre, perché stare fermi per molti mesi sarebbe un disastro. Il calcio non è solamente la Serie A, ci sono tantissime famiglie che ci lavorano, dobbiamo difenderle”.

SPADAFORA

“Non voglio credere che il ministro Spadafora sia così incosciente da farlo apposta, però ammetto che esistono altri governi in Europa che stanno facendo di tutto per aiutare il calcio: Germania, Spagna, Inghilterra. Qui invece, questo non avviene, così come in Francia dove hanno fermato tutto definitivamente, sono sicuro che il governo francese perderà molte cause civili con i club. Cerchiamo di evitare un’estate in tribunale. Continuano a prenderci in giro con queste complicazioni futili. Almeno che siano chiari, oppure ci saranno delle complicazioni enormi: economiche, sociali, psichiche e sportive. La gente in questo momento è in crisi nervosa e il calcio potrebbe aiutarli, in molti ne hanno bisogno. Il protocollo sanitario tedesco lo reputo in assoluto in migliore, funziona così: tantissimi controlli per tutti e se capita un positivo allora viene messo lui in isolamento, non l’intera squadra. Qui alla Lazio dopo gli esami sierologi siamo risultati tutti negativi, nessuno è andato via da Roma”.

ULTIM’ORA – La Figc ha scelto la data per la ripresa del campionato

LA NOSTRA STORIA Il centrocampista Salvador Gualtieri

LA NOSTRA STORIA Salvador Gualtieri nasce a Buenos Aires, in Argentina, il 14 maggio 1917. Noto in Italia come Salvatore Gualtieri. A causa della sua altezza (m. 1,85) era chiamato ‘Sellerone’.

Gualtieri arriva alla Lazio nel marzo del 1940 dal San Lorenzo de Almagro ma viene tesserato nella stagione 1940/41. Intanto partecipa ad alcune amichevoli. Gioca per otto stagioni in maglia biancoceleste. Conquista il Campionato Romano del 1943/44 e nel dopoguerra fu capitano della squadra. Oltre l’attività di calciatore gestiva una fornita enoteca al centro di Roma.

Nella stagione 1945/46 per alcune partite assume il ruolo di allenatore-giocatore sostituendo Canestri. Nel 1949, terminata la carriera, resta alla Lazio come secondo di Sperone. Prese parte alla tournée di aprile 1950 in Jugoslavia. Dopodiché torna in Argentina.

Subito dopo però si trasferisce in Brasile per impiantare una piantagione di caffè con il suo grande amico biancoceleste Ramella. L’anno precedente i due amici collaborarono con la Federazione italiana per organizzare la partita Brasile-Italia. Questa la dichiarazione rilasciata dai due a chi li intervistava: “Azzurro è il colore della Patria, ma lo è anche della Lazio. Per far prima abbiamo preferito gridare Forza Lazio”.

Nel 1961 torna a Roma anche per l’insistenza della moglie che era romana. Nel Campionato 1961/62 torna alla Lazio come secondo di Lorenzo. Quindi si ritirò completamente ma ogni domenica era allo stadio per vedere le partite della sua Lazio. È deceduto il 18 dicembre 1998.

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LA NOSTRA STORIA Bruto Seghettini, l’uomo che portò il pallone a Roma

LA NOSTRA STORIA Bruto Seghettini nasce a Nizza il 14 maggio 1881. Dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano naturalizzato francese.

Seghettini fu socio e calciatore del Racing Club di Parigi, polisportiva fondata nel 1882. Trasferitosi a Roma nel 1894 dopo aver fondato l’Audace Club Podistico a settembre del 1900, il pomeriggio del 6 gennaio 1901 portò il primo pallone da foot-ball a Roma, nella sede della Lazio a Via Valadier.

Illustrò le regole del gioco agli atleti biancocelesti, allenati dallo stesso Seghettini nelle uscite avvenute in Piazza d’Armi. Fu anche uno dei fondatori del Club Sportivo Audace Roma, compagine progenitrice della Roma. Partecipò inoltre nel marzo del 1902 a una partita tra laziali ed ‘audaciani’. Morì a Nizza il 23 marzo del 1975.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Costantino Fava

LA NOSTRA STORIA Costantino Fava nasce a Lancenigo, in prov. di Treviso, il 14 maggio 1946. Cresce nelle file del Treviso. Nel 1967 vince il Premio di Calciatore esemplare per la serie C.

All’inizio della stagione 1967/68 Costantino Fava arriva alla Lazio. Partecipa a diverse gare del campionato De Martino, laureandosi Campione d’Italia di categoria per la serie B. Quindi passa per due anni in prestito al Perugia e al Livorno. Torna alla Lazio e prende parte alla Coppa delle Alpi. Viene poi ceduto, sempre in prestito, al Parma in serie C. A giugno è di nuovo biancoceleste e vince la Coppa delle Alpi.

A luglio è convocato per il ritiro a Padula ma, dopo quattro gare è accantonato da Maestrelli che non lo ritiene idoneo agli schemi della squadra. A novembre lascia la Lazio e passa in comproprietà al Prato in Serie C. Dopo gioca con Reggiana, Avellino, Lecce, Treviso, Mestrina, Mestre e Pordenone. Terminato di giocare nella stagione 1989/90 diviene vice allenatore del Brindisi. Vive a Lancenigo ed è proprietario di un mobilificio.

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La Figc ha scelto la data per la ripresa del campionato

Serie A: i club della massima divisione a maggioranza hanno votato per la ripresa del campionato il 13 giugno. Ora spetterà al Governo pronunciarsi.

Se la data dovesse essere confermata la bozza di calendario prevede partite ogni 3-4 giorni fino alla conclusione del 2 agosto, con pause soltanto per disputare le semifinali di ritorno e la finale di Coppa Italia, in calendario rispettivamente il 1° e il 22 luglio. Inoltre Spadafora ha dichiarato che il Presidente della Federcalcio Gravina ha accolto le osservazioni del Cts. Sarebbe tutto pronto per riadattare il proprio protocollo proposto qualche settimana fa. In questo modo si può consentire senza altre difficoltà di poter riprendere entro il 18 maggio gli allenamenti di gruppo.

SERIE A Spadafora: “Abbiamo già sottovalutato il virus. Non ripetiamo questo errore”

SERIE A Spadafora — Nella giornata di oggi, il ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport è intervenuto in Aula al Senato e analizzato le possibilità di ripresa del campionato

SERIE A Spadafora: “Qualora il campionato dovesse riprendere come tutti ci auguriamo, vorrà dire che saremo arrivati a questa decisione dopo un susseguirsi di attività che ne permettono lo svolgimento in sicurezza per tutti. Gli unici Paesi che hanno deciso subito una data sono quelli che hanno bloccato il campionato, gli altri hanno dovuto analizzare la curva dei contagi e valutare il da farsi per ripartire in sicurezza. C’è un’evoluzione legittima del pensiero tra presidenti di società, giornalisti e addetti ai lavori, ma noi non ci siamo mai fatti condizionare da pressioni. Nei supermercati è possibile mantenere distanziamenti e utilizzare protezioni, il calcio in quanto sport di squadra e di contatto non può seguire questi accorgimenti: pertanto è previsto l’autoisolamento in caso di nuovo contagio. L’aver sottovalutato questo problema ha già portato alla quarantena di diverse squadre nelle scorse settimane, per questo non possiamo permetterci di trovarci di nuovo in una situazione analoga” . 

Il Calcio ai tempi del Covid19. Il primo infortunato della serie A è della Roma

Non inizia bene la nuova preparazione per il portiere della Roma Pau Lopez. Di fatto è lui il primo infortunato della Serie A dopo la ripresa degli allenamenti. Il portiere della Roma infatti ha riportato la microfrattura del polso durante la seduta di preparazione. Per il giocatore di mister Fonseca si prevedono tre settimane di stop. Pronto Antonio Mirante o Daniel Fuzato

Lazio Eriksson e lo scudetto del 2000: “Gli anni più belli della mia vita”

Lazio Eriksson e lo scudetto del 2000 vinto da allenatore, domani ricorrerà il 20imo anniversario

Lazio Eriksson e lo scudetto del 2000 – L’allenatore per l’anniversario dello scudetto, ha deciso di scrivere una lettera al giornale Leggo, per ricordare e ringraziare ancora una volta per i momenti vissuti in quell’annata.

LA LETTERA

“Cara Lazio, forse già lo sai, ma con te ho vissuto gli anni più belli della mia vita. Tre stagioni e mezza che non dimentico, sempre al massimo, senza rimpianti. Tutte, anche l’ultima non conclusa. E non è certo un mistero se ripeto adesso, nei giorni del ventesimo anniversario dello scudetto del 2000, che quella squadra che vinse il titolo italiano è la più forte che abbia mai allenato. Quando firmai con Cragnotti nel 1997 vidi nei suoi occhi, in quelli dei dirigenti, dello staff tecnico, dei giocatori un’immensa voglia di vincere. Anno dopo anno la squadra divenne sempre più forte,  fino al capolavoro dello scudetto. Per me lavorare alla Lazio è stato come lavorare a casa. Quella era proprio casa mia. Non vi ho mai detto che effetto fantastico faceva sentire il mio nome cantato all’Olimpico dai tifosi. Abbiamo vinto tanto, tra scudetti e coppe, e non ho mai pensato che qualcuno avesse più merito di altri nei nostri successi. Eravamo un gruppo. Ringrazio tutti, questa è una buona occasione per farlo. Soprattutto i tifosi, magnifici. Sappiate che seguo ancora la Lazio e che, prima di questo drammatico periodo della pandemia che ha fermato tutto, la squadra di Simone Inzaghi mi è sembrata davvero la più forte della serie A. Vi abbraccio idealmente tutti. Siete stati voi i grandissimi, immensi come il cielo biancoceleste. Allora come oggi posso dire che è stato tutto troppo bello”.

LAZIO Zeman: “È rischioso ripartire”

 

Lazio Inzaghi: “Lo scudetto del 2000 bellissimo. Un regalo? Sì sa”

Lazio Inzaghi il 14 maggio del 2000 vinse lo scudetto con i biancocelesti e quest’anno prima dello stop era in lotta per vincerlo come allenatore proprio dello stesso club

Lazio Inzaghi domani festeggerà il 20imo annivversario del secondo scudetto biancocelste, il 14 maggio del 2000. Il tenico piacentino ora, sta allenando la Lazio e prima dello stop la sua squadra stava ripercorrendo quel cammino che avrebbe potuto portarli alla vittoria del campionato, anche se, potrebbe ancora accadere qualora la Serie A ricominciasse. Ecco le sue parole in una lunga intervista al Corriere dello Sport: “Sembrava che non ce l’avremmo fatta, invece arrivò la vittoria, fu una vera impresa, quasi impossibile. Fu bellissimo vincere in quel modo, eravamo tutti lì, negllo spogliatoio,in attesa di sapere il risultato della Juventus a Perugia, a un certo punto, iniziai a guardare il monitor per vedere la Juve insieme ai miei compagni, non ci speravamo molto e invece poi è arrivato, al termine della partita abbiamo festeggiando tantissimo, i tifosi erano rimasti sugli spalti”.

TELEFONATA A PIPPO

“In casa i nostri genitori sapevano che uno dei due avrebbe vinto lo scudetto. La sera chiamai mio fratello, non era felice, aveva il morale a terra, il calcio però è così, poi due anni prima lo vinse anche lui, realizzando tra l’altrao una tripletta. La Juventus era la favorita, ma invece abbiamo trionfato noi, il calcio è fatto così”.

 RIPARTENZA CAMPIONATO

“Prima dello stop del campionato stavamo molto bene, ora sicuramente ci faremo trovare pronti per la ripartenza. Ovviamente sarà come fare un altro ritiro, ora bisognerà giocare ogni 3 giorni, invece non fosse stato sospeso, avrebbe disputato fino alla fine una partita a settimana. Ora tutto è cambiato, ma siamo pronti, sappiamo cosa ci aspetta e cercheremo di farci trovare pronti e al meglio. Ancora ci alleniamo in piccoli gruppi e a debita distanza, aumentando di volta in volta i carichi di lavoro in modo tale che quando ci saranno gli allenamenti di gruppo saremo pronti. Ora però dovremmo essere bravi a evitare infortuni e recuperare i giocatori visto che si giocherà ogni tre giorni, sarà molto dura, ne siamo consapevoli. Un regalo ai tifosi della Lazio? Tutti lo sanno ma non voglio dire nulla, proprio come il 14 maggio del 2000 prima di scendere in campo e…”.

CALCIOMERCATO LAZIO Ecco i tre rinforzi per la Champions: il punto

LAZIO Zeman: “È rischioso ripartire”

LA NOSTRA STORIA L’ex difensore Fabio Calcaterra

LA NOSTRA STORIA Fabio Calcaterra nasce a Magenta (MI) il 13 maggio 1965. Inizia a giocare da bambino nella squadra del suo paese, la S.S. Vela Mesero. Dopo un provino passa alle giovanili dell’Inter dove cresce. Nella stagione 1984/85 passa in prestito al Siena e la stagione successiva alla Lazio.

Nel 1986 Fabio Calcaterra torna all’Inter dove resta per due stagioni. Dal 1988 al 1991 gioca nel Cesena. Quindi due campionati a Bari. Dal 1993 torna di nuovo al Cesena. Nel 1995 passa alla SPAL. Nel 1996 inizia la stagione al Gualdo per poi passare al Forlì. L’anno dopo è al Catania. Al termine della stagione resta senza squadra. Nel dicembre del 1998 si accorda con il Pergocrema per una stagione. Infine due anni con l’Atletico Milan dove termina la carriera da calciatore. Intraprende la carriera di allenatore guidando gli allievi nazionali del Cesena. Dal 2003 al 2007 allena nelle giovanili dell’Inter compresa la Primavera guidata nella stagione 2005/06. Nel 2009 passa ad allenare gli allievi nazionali del Modena. Nel 2010 è vice-allenatore del Benevento. Dal 2011 al 2013 allena i giovanissimi della squadra campana. Nella stagione 2014/15 è alla Sampdoria come preparatore alla tattica sempre nell’ambito delle formazioni giovanili. Dal 2015 fino al 2019 è Responsabile del Settore Giovanile del club ligure.

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LAZIO Zeman: “È rischioso ripartire”

L’ex Lazio Zeman parla della ripresa del campionato

Intervenuto su Rai Radio 1 ai microfoni di “Un giorno da pecora”, l’ex tecnico della Lazio Zdenek Zeman si è detto perplesso sulla possibile ripresa del campionato, mettendo al primo posto la questione della salute. “La vedo male, secondo me non si dovrebbe ripartire a meno che il virus non scompaia”, aggiungendo che “trentamila morti non sono pochi”. E se “le scuole sono chiuse e i bambini non sputano”, viceversa “i calciatori sputano tutti ed è una cosa pericolosa”, ha detto. La Serie A vuole ricominciare perché “mancano i soldi, per recuperare qualcosa, ma io penso che la salute sia importante”. L’ex Lazio ha comunque precisato che secondo lui “non si può giocare con le mascherine” e sulla possibilità di giocare a porte chiuse non ha dubbi: “Il calcio è uno spettacolo per la gente”. Zeman ha precisato: “Il calcio mi manca” e “se ripartiranno le partite le guardo, ma mi auguro per loro che questo non accada”.

Spadafora sulla ripresa del campionato

CALCIOMERCATO LAZIO Ecco i tre rinforzi per la Champions: il punto

CALCIOMERCATO LAZIO Tre colpi per sognare in grande, questa è la decisione dei biancocelesti che proveranno a portare a Roma tre colpi da Champions

CALCIOMERCATO LAZIO – Giorni di felicità in casa biancoceleste, tutti i giocatori sono tornati ad allenarsi, anche se ancora non è consentito svolgere attività raggruppate. Già dalle prime sessioni di allenamento però, sì sono visti giocatori pronti e vogliosi, non hanno nessuna intenzione di terminare il cammino intrapreso fino allo stop del campionato. Come riporta il Corriere dello Sport, la stessa cosa la può dire Tare, che in questi giorni sta iniziando a mettere su la squadra per la prossima stagione, cercando di regalare a Inzaghi tre colpi importanti, uno per reparto per far sì che la partecipazione alla prossima Champions sia delle migliori.

DIFESA

In difesa Tare avrebbe messo gli occhi su Kumbulla, il classe 2000 proprietà del Verona. Su di lui però c’è una vera e propria asta, in italia Inter e Napoli su tutte, ma la Lazio potrebbe riuscire a strappare il sì da parte del giocatore, la sua valutazione si aggira intorno ai 20 milioni. Il calciatore andrebbe a sostituire Radu per farlo rifiatare, in più potrebbe esserci la possibile cessione di Luiz Felipe molto richiesto dalla Spagna. Un piccolo sogno sarebbe il ritorno nelle squadra di cui è tifoso, parliamo di Alessio Romagnoli, ma qui l’ostacolo ingaggio è alto, in più il Milan potrebbe lasciarlo partire solo in caso di necessità e per un prezzo alto.

CENTROCAMPO

Escalante è il primo rinforzo del mercato estivo, è stato già acquistato a gennaio, ma non è l’unico che potrebbe arrivare nel reparto centrale. Milinkovic non dovrebbe andar via considerando che dopo tanti anni, ha finalmente conquistato la Champions, se dovessero arrivare offerte al di sopra dei 100 milioni, Lotito le prenderebbe in considerazione e al suo posto si penserebbe a Rakitic. Parolo avrà un anno in più e il posto come vice ala potrebbe essere preso da Cataldi, che in questa stagione è cresciuto molto. L’unico ruolo scoperto rimarrebbe quello del vice Leiva, per questo la Lazio si sta adoperando per un acquisto dalla Premier: Dendoncker del Wolverhampton. Lui sarebbe un ottimo acquisto, può ricoprire più ruoli all’interno del centrocampo e con la squadra inglese sta facendo davvero bene, il 25enne potrebbe arrivare anche grazie agli ottimi rapporti con il suo agente: Mendes, anche kui come Kumbulla ha un prezzo che gira intorno ai 20-25 milioni.

ATTACCO

Tare in questo caso ha giocato d’anticipo, ha già iniziano a piazzare il colpo Luis Suarez di proprietà del Watford. Il colombiano 22enne, sta disputando una stagione eccellente con il Real Zaragoza e la Lazio avrebbe già trovato l’accordo per il suo ingaggio con gli agenti del calciatore che sono gli stessi di Luis Alberto e Jony. Lotito è disposto a spendere 15 milioni pur di garantirsi la punta e superarare la concorrenza di Atletico, Chelsea e Valencia.

Spadafora: “Responsabilità dei medici sociali. Con un positivo tutti in quarantena”

CALCIOMERCATO LAZIO Intesa per Luis Suarez: i dettagli

CALCIOMERCATO LAZIO Kumbulla è ancora nei pensieri di Tare

LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Giuliano Fortunato

LA NOSTRA STORIA Giuliano Fortunato nasce a Tricesimo, in prov. di Udine, il 12 maggio 1940. Cresce nelle giovanili della Pro Gorizia. Nel 1959 passa alla Triestina con cui gioca due stagioni in Serie B.

Giuliano Fortunato passa quindi al Lanerossi Vicenza, con cui esordisce in Serie A. Nel 1962 passa al Milan. Resta in rossonero cinque stagioni vincendo nella stagione 1962-63 la Coppa dei Campioni e la Coppa Italia nel 1966-67. Nel 1967 si trasferisce alla Lazio. Appena arrivato in biancoceleste vince il Campionato De Martino. Nella stagione 1968/69 conquista la promozione in serie A con i biancocelesti. Nella stagione 1970/71 vince di nuovo il Campionato De Martino. Nel 1971 conquista la Coppa delle Alpi. Dopo cinque stagioni, lasciato libero, nel 1972 si allena per un breve periodo con la Roma di Helenio Herrera per poi passare al Lecce in serie C dove nel 1974 chiude la carriera.

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Spadafora: “Responsabilità dei medici sociali. Con un positivo tutti in quarantena”

Il Ministro Spadafora ha dettato le linee guida per la ripresa della Serie A, che ora verranno valutate dalla FIGC. Responsabilità dei medici e quarantena per tutti

Erano attese le dichiarazioni del ministro Spadafora, dopo aver ascoltato le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Intervenuto durante l’edizione serale del TG1, il ministro si è così espresso: “Deve esserci la piena responsabilità del medico sociale sulla salute dei calciatori. Inoltre se ci sarà un solo caso di positività, tutta la squadra dovrà mettersi in quarantena. Se la FIGC accetterà queste condizioni, il 18 maggio ripartiranno gli allenamenti di gruppo. Ripresa della Serie A? Bisogna essere prudenti, lo ha consigliato anche il CTS, poi valuteremo la situazione dopo la prima settimana di allenamenti in gruppo. Il mio augurio è che tutto lo sport riprenda, ma sempre in condizioni di sicurezza“.

Matri ricorda la sua esperienza alla Lazio: “Emozione indimenticabile”

Una sola stagione in biancoceleste senza lasciare troppo il segno. Ma Alessandro Matri conserva un bel ricordo delle sua esperienza in biancoceleste

Ha indossato la maglia numero 17, quella che oggi è sulle spalle di Ciro immobile. Alessandro Matri ha disputato una sola stagione con l’aquila sul petto, siglando 7 gol. L’ex calciatore che ha appeso gli scarpini al chiodo pochi giorni fa, è intervenuto a Lazio Style Radio per raccontare la sua Lazio: “Per me è stata una bella esperienza che porterò nel cuore. L’ambiente mi ha colpito tantissimo, dallo staff, ai compagni fino ai tifosi. Mi dispiace di non aver espresso al massimo il mio potenziale e di essere stato troppo altalenante. Il mio ricordo più bello? La doppietta all’esordio contro l’Udinese, entrando dalla panchina. Lì ho capito la forza della tifoseria della Lazio e mi sono goduto l’Olimpico. A Formello ho tanti amici e giocavo spesso a biliardo con capitan Lulic. Simone Inzaghi mi ha sorpreso ma sono felice di vedere la Lazio lottare per lo scudetto. Il mio futuro? Voglio aggiornarmi e capire cosa fare, ma vorrei restare nel mondo del calcio“.

LAZIO Leiva: “Sarò sempre un Reds, ma alla Lazio sono davvero felice”

LAZIO 13 anni fa Lucas Leiva esordiva con la maglia del Liverpool. Un’esperienza, quella con la maglia dei Reds, che ha forgiato il centrocampista brasiliano, che sulle sponde del Mersey ha lasciato un pezzo di cuore. Leiva ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali del club inglese.

LAZIO Lucas Leiva ha parlato ai canali ufficiali del Liverpool, tra ricordi Reds e presente biancoceleste: “L’anno successivo alla mia partenza il Liverpool ha perso la finale di Champions. Però l’anno dopo l’abbiamo vinta e sono stato davvero felice. Io, mio figlio, la mia famiglia, siamo tutti tifosi dei Reds. Certo se avessi aspettato ancora un po’…ma in realtà non ero felice nell’ultimo periodo e quindi non aveva senso restare. Meglio vedere la squadra vincere ed essere felice giocando. Diciamo che ho vinto da tifoso del Liverpool“.

POI ARRIVO’ LA LAZIO…

“È stata una nuova sfida per me. Un club che mi ha accolto a braccia aperte e mi ha subito dato molte responsabilità. Da quando sono arrivato abbiamo vinto tre titoli. Ora siamo secondi in campionato ed è stato fantastico il nostro percorso. La famiglia si è ambientata molto bene, il clima è meraviglioso, sin dal giorno in cui siamo arrivati è stato tutto positivo, qui sono davvero felice. Quando sono andato via da Liverpool volevo giocare e mostrare di nuovo il mio valore. Sono riuscito a farlo e per me questo è stato molto importante”.

Picchiò e minacciò con un coltello un giovanissimo tifoso della Lazio. Daspo

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L’ accusa è quella di aver picchiato e minacciato di accoltellare un ragazzo minorenne, solo perché indossava una felpa della Lazio. Per questo motivo il questore di Ferrara ha notificato un Daspo di 5 anni ad un giovane tifoso della Spal, 24enne e già sottoposto ad un provvedimento identico con scadenza 2024, aggravato dalla misura cautelare dell’obbligo di presentarsi a un ufficio di polizia per aver commesso una rapina.

Ripresa Serie A Cellino: “Ho cambiato idea ripartiamo”

Ripresa Serie A Cellino, presidente del Brescia, uno dei maggiori detrattori delle scorse settimane a ricominciare a giocare, cambia idea e si adegua alla maggioranza.

Il patron bresciano aveva accusato a più riprese anche il presidente della Lazio da sempre favorevole alla ripresa in sicurezza. Ora ha cambiato partito e punta a riprendere il campionato. “Mi adeguo alla maggioranza, ho cambiato idea. Bisogna tentare di riprendere il campionato per un motivo bene preciso: se non ripartiamo qui falliscono tutti” così Cellino in un’intervista al quotidiano La Repubblica. Ecco allora che l’ex presidente del Cagliari si adegua alla linea di Lotito e di De Laurentiis preoccupato per la crisi economica in atto anche sul mondo del calcio.