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LA NOSTRA STORIA – Zenobi, il “Presidentone” che coniò il motto “La Lazio non si discute, si ama”, poi adottato dai rivali giallorossi

Il 23 maggio del 1891 nasceva a Foligno, prov. di Perugia, il “Presidentone” biancoceleste Remo Zenobi. L’unico dirigente ad aver indossato per tre volte i panni di presidente della Lazio in tre decenni e in tre epoche calcistiche completamente diverse.

L’ARRIVO ALLA LAZIO

Dopo essere stato in gioventù un discreto podista le prime notizie che lo riguardano in ambito societario risalgono al 1923. Quando, poco più di trentenne, è un imprenditore di successo. L’occasione di entrare in società si manifesta quando la dirigenza biancoceleste decide di ricostruire lo Stadio della Rondinella, cambiando la dislocazione del campo e ingrandendo le tribune. Zenobi si offre di coprire gran parte della spesa. A patto però che i lavori vengano affidati a una società che avrebbe avuto come azionisti oltre a lui anche Bitetti, Ercoli e Saraceni.

“LA LAZIO NON SI DISCUTE SI AMA”

Il periodo storico della società è particolare dato che una volta chiusasi la ventennale esperienza di Ballerini alla guida della Lazio, in tre anni cambiano tre presidenti. Zenobi assume la presidenza nel 1927 dopo l’intervento decisivo del Generale Vaccaro che sventa la fusione con la Roma. Viene considerato una sorta di papà per i tifosi. È lui a coniare il motto La Lazio non si discute, si ama. Motto che anni dopo viene adottato dai tifosi dell’altra sponda. Zenobi però non è un grande esperto di calcio. Nel 1930 rifiuta di ingaggiare Masetti che passa alla Roma diventando uno dei portieri più forti del calcio italiano.

LA BRASILAZIO

Nello stesso anno, dato l’alto costo dei giocatori italiani, decide di guardare all’estero. Ai figli degli emigrati sparsi in giro per il mondo, soprattutto in America del Sud. Prima porta a Roma i due cugini italo-brasiliani Fantoni I e Fantoni II. Poi Castelli, De Maria, Del Debbio, Guarisi (Filò), “PepeRizzetti, Tedesco e Serafini. Non solo, manda via anche l’allenatore Molnar ed affida la squadra al brasiliano Amicar Barbuy. È la nascita di quella che viene ricordata come la “Brasilazio”. Una squadra spettacolare che a causa del rendimento altalenante dei giocatori non ottiene i risultati sperati.

TIFOSI D’ECCEZIONE: IL DUCE

 

Tra i tanti tifosi delusi, anche un personaggio importante dell’epoca. Un giorno Zenobi intento a far quadrare i conti della società vede sul suo tavolo una richiesta di associazione accompagnata da un assegno di 1.000 lire. Cifra che a quei tempi in pochi si potevano permettere. Leggendo il nome dell’aspirante socio pensa a uno scherzo ma dopo aver verificato, tramite conferma dell’amico Vaccaro, scopre che il nuovo socio è realmente Benito Mussolini. Zenobi firma e il ‘Duce’ diventa socio della Lazio. I deludenti risultati ottenuti dalla “Brasilazio” e le pressioni del regime che pretende di avere due squadre altamente competitive nella capitale spingono Zenobi alle dimissioni.

PAPA’ SI MA DURO QUANDO SERVE

La sua passione per il pallone lo fa restare nell’ambiente al fianco prima di Palmieri e poi di Gualdi finchè, nel 1938, torna per la seconda volta al comando della società e, pian piano, acquista molto potere. Anche se viene chiamato “papà Zenobi” il presidente ha una personalità dura. Se ne rende conto anche qualche giocatore: Marchini ad esempio anche essendo sotto contratto con la Lazio apre una trattativa con il Torino. Quando il presidente lo viene a sapere non lo fa più allenare e lo tiene fermo per un anno nonostante fosse una pedina fondamentale per il gioco dei biancocelesti. 

IL RITORNO

Anche con la stampa gli scontri sono accesi e molti giornalisti vengono allontanati e portati in tribunale a causa dei loro articoli. Ed è proprio il suo modo di fare a far terminare il suo secondo mandato da presidente e così la società passa ad Andrea Ercoli, altra leggenda della Lazio di quell’epoca. Zenobi torna per l’ennesima volta sulla scena laziale nell’immediato dopoguerra deciso a rilanciare la società sia economicamente che in senso sportivo. Appoggiato dall’ingegner Gualdi porta alla Lazio Arce, Furiassi, Hofling, Puccinelli, i fratelli Sentimenti (strappati alla Juventus) e Sukru.

IL VANTO DEL PRESIDENTE

La Lazio chiude per tre anni consecutivi il campionato al quarto posto in classifica, sempre davanti alla Roma che, nel 1951, conosce per prima nella capitale l’onta della retrocessione. La Lazio riesce a sconfiggere i rivali cittadini per ben 7 volte su 8. E, cosa di cui Zenobi si vanta fino al decesso, in tutti gli anni della sua presidenza non perde neanche un derby. Tre giocatori biancocelesti vengono chiamati in Nazionale per i Mondiali del 1950 in Brasile. Il salto di qualità è vicino ma proprio qui escono fuori i limiti di Zenobi, mai stato in grado di cogliere l’attimo.

LO STADIO

Con un po’ di coraggio in più, con l’apertura a soci facoltosi interessati, la Lazio potrebbe puntare ad arrivare ai livelli di Juventus e Torino. Ma Zenobi non la pensa alla stessa maniera: “La Lazio non ha bisogno di niente”, ripete. Anzi secondo la sua idea, di una cosa sola avrebbe bisogno, di un grande stadio: “Senza un grande stadio non si può avere una grande squadra”. A onor del vero il grande stadio è quasi in arrivo dato che il CONI ha quasi terminato i lavori per la costruzione dello Stadio Olimpico. Lavori iniziati durante il regime Fascista ma poi interrotti e ripresi più volte a causa della crisi economica e della guerra.

LE DIMISSIONI

Il 14 aprile si raduna l’Assemblea generale, Zenobi legge la relazione annuale in cui denuncia un passivo di 170 milioni. L’Assemblea gli riconosce i suoi meriti conferendogli una medaglia d’oro in segno di immenso riconoscimento per quanto fatto come dirigente e presidente per riportare la Lazio ai vertici del calcio italiano. Zenobi si commuove però da uomo d’onore qual è, avendo già scelto il suo successore, l’industriale Antonio Annunziata, conferma le sue dimissioni. Lascia la sala tra gli applausi dei presenti e lascia per sempre la Lazio.

LA SCOMPARSA

Si trasferisce a Ischia per delle cure ma nel corso della vacanza, il 12 maggio del 1953, viene stroncato da un infarto. Il ‘Presidentone’ scompare appena cinque giorni prima di Italia-Ungheria partita in cui viene inaugurato lo stadio Olimpico, lo stadio da 80.000 posti che aveva sempre sognato ma nel quale non ha mai visto giocare la sua Lazio.

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LA NOSTRA STORIA Auguri a Silvestro ‘Silvio’ Proto

LA NOSTRA STORIA Silvestro Proto, detto ‘Silvio‘, nasce a Charleroi, in Belgio, il 23 maggio 1983. Portiere di origine e passaporto italiano.

Proto inizia a giocare nella scuola calcio dell’Olympic Charleroi e dopo le giovanili nel 2001 passa alla La Louvière, dove debutta in prima squadra e dove nel 2002-2003 vince una Coppa del Belgio. Due anni dopo passa all’Anderlecht dove resta fino al 2016. Nel 2005 viene nominato portiere belga dell’anno. Nel 2008 passa in prestito al Germinal Beerschot. Con l’Anderlecht ha vinto una Coppa del Belgio, sei campionati e sei Supercoppe del Belgio. A luglio del 2016 si trasferisce all’Ostenda. Il 31 agosto 2017 passa a titolo definitivo all’Olympiakos. A luglio 2018 passa alla Lazio firmando un contratto triennale. Il 15 maggio con i biancocelesti conquista la Coppa Italia.

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LA NOSTRA STORIA Giuseppe Pedercini

LA NOSTRA STORIA Giuseppe Pedercini nacque a Goito (MN) il 23 maggio 1856. Nell’Assemblea di metà luglio del 1901 fu eletto presidente della sezione nuoto della Società Sportiva Lazio.

Dopo la partenza di Luigi Bigiarelli fu eletto presidente della Lazio. Pedercini restò in carica dal 1901 al 1905 quando divenne presidente Fortunato Ballerini. Fu in via Valadier che probabilmente, nel 1901, conobbe i primi soci della Società Podistica Lazio, la cui sede era al n. 21, e decise di far parte di quel sodalizio.

Per scegliere il primo presidente della Società nella primavera del 1901 si fece una gara. Chi fosse riuscito a saltare con un’asta su un carro di fieno avrebbe assunto la carica. Pedercini ce la fece e venne nominato. Sotto la sua presidenza la Società continua l’attività podistica e natatoria ma perde l’Audax Podistico, che si trasferisce sotto l’Associazione Cristiana della Gioventù.

Nel periodo della sua presidenza avvenne il trasferimento della sede da Via Valadier 21 a Via Pompeo Magno 86 (avvenuto tra il 29 aprile e l’11 maggio del 1903) e la prima partita tra Lazio e Virtus del 15 maggio 1904 (3-0 con doppietta di Ancherani). Giuseppe Pedercini scompare il 1 dicembre del 1925.

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LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Romolo Remigi

LA NOSTRA STORIA L’ex attaccante Romolo Remigi nasce a Tarcento, in prov. di Udine, il 23 maggio 1914. Soprannominato ‘Topolino’.

Remigi cresce nelle giovanili biancocelesti. Fa il suo esordio nella Lazio nella stagione 1933/34. La stagione successiva si trasferisce a L’Aquila in Serie B e vi resta per due anni. Nel 1936 passa all’Atalanta e nel 1937 al Como dove gioca fino al 1940. Nel 1942/43 milita nel Savona.

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LAZIO Luis Alberto tra rinnovo e ripartenza Serie A: “Ogni giorno dicono una cosa nuova”

LAZIO Il centrocampista biancoceleste Luis Alberto ha concesso un’intervista a El Pelotazo de Canal Sur Radio. Un’intervista in cui ha affrontato molti temi, dal rinnovo con la Lazio al questione ripartenza della Serie A. Dagli allenamenti alle partite a porte chiuse.

LAZIO Luis Alberto tra la questione rinnovo e la ripartenza della Serie A: “Il rinnovo? Non è stato ancora firmato. È praticamente chiuso da molto tempo, ma per la questione Coronavirus non è stato possibile firmare. Spero che non si tirino indietro (ride, ndr)”.

ALLENAMENTI E RIPARTENZA DELLA SERIE A

Ogni giorno viene detta una cosa nuova. Ora sembra che al 99% l’inizio sarà una settimana dopo rispetto alla Spagna. Il 28 maggio sembra vogliano fare un passo avanti e dare il permesso di iniziare. Al momento continuiamo con l’allenamento individuale e le distanze. Penso che quando torneremo non saremo preparati come eravamo o come siamo all’inizio di una stagione quando viene fatta una preparazione normale. Ciò che ci manca è il calcio. Abbiamo fatto più forza e lavoro fisico, abbiamo giocato poco con la palla. Siamo stati più di due mesi senza una partita, senza fare possesso“.

IL TEMA ‘PORTE CHIUSE’

“Prima di tutto, c’è la salute, ma il calcio non siamo solo noi. Il calcio è un’industria che gestisce molto lavoro, ho letto qualche giorno fa che dà lavoro a 180mila persone. Se restiamo senza giocare, molte persone rimangono senza lavoro. Porte chiuse? Sì, in Europa League qui con la Lazio, ci fecero giocare a porte chiuse all’Olimpico per un paio di partite. È super strano. Devi stare molto attento a ciò che viene detto tra i giocatori, a ciò che viene discusso con l’allenatore e in più il mister è molto attivo con l’arbitro…”.

ULTIM’ORA – Addio a Gigi Simoni, maestro di calcio

Oggi il mondo del calcio piange la scomparsa di Gigi Simoni. L’ex tecnico della Lazio si è spento all’età di 81 anni

 

Gigi Simoni aveva accusato un malore lo scorso 22 giugno nella sua abitazione di San Piero a Grado (Pisa). Da quel momento l’ex tecnico della Lazio ha continuato a lottare senza mai riprendersi. A marzo era tornato a casa, dimesso dalla clinica dove si trovava in cura, alla luce dell’emergenza Coronavirus. Nelle ultime ore le sue condizioni si sono però aggravate, pertanto è stato necessario il ricovero in ospedale dove è arrivato in condizioni estremamente critiche: Simoni è morto poco dopo. Lunga la sua carriera sulla panchina, tra le altre, di Lazio (1985-86), Piacenza, Torino e Inter, con la quale conquistò la Coppa Uefa con l’Inter nel 1998,

CALCIOMERCATO, IDEA PER LA FASCIA 

 

Pannofino e l’amore per la Lazio: “La amo dal 1974”

Pannofino e l’amore per la Lazio – L’attore e doppiatore, è sempre stato un grande tifoso biancoceleste e non lo ha mai nascosto

Pannofino e l’amore per la Lazio – Ogni volta che ha avuto l’occasione per parla della sua fede calcistica laziale, lo ha fatto. Anche questa volta, l’attore e doppiatore è stato intervenuto a Radio incontro Olympia per parlare dell’inizio del suo amore per la Lazio: “In questo momento per il mio mondo non è tutto rose e fiori, stiamo vivendo un periodo difficile. Abbiamo ricominciato a doppiare, però io al momento, sono ancora in quarantena. Mi sono innamorato della Lazio dal 1974, quando mi trasferii dalla Liguria a Roma. Io e il mio compagno andammo allo stadio per lavorare sugli spalti, riuscivo a guardare le partite gratis e a guadagnare soldi. Riuscii anche a partecipare alla festa scudetto, fu un’emozione straordinaria”. 

RIPRESA CAMPIONATO

“Il calcio è sempre e dovrà sempre rimanere un gioco, non bisogna mai esagerare, si vince e si perde. Non ho mai nascosto la mia fede e non ci trovo niene di male, l’importante è essere equilibrti. Ovviamente qualcosa cambierà senza pubblico negli stadi, lo scorso weekend mi sono visto una partita della Germania e ammetto che dopo poco, mi sono addormentato. Il tempo, la vita e il calcio vanno avanti, prima questo sport era romantico”. 

CALCIOMERCATO LAZIO Proposto Castagne: lui o Faraoni sulla destra

 

CALCIOMERCATO LAZIO Proposto Castagne: lui o Faraoni sulla destra

CALCIOMERCATO LAZIO Proposto Castagne – La Lazio avrebbe messo gli occhi su Faraoni, però nelle ultime ora è stato proposto il giocatore belga

CALCIOMERCATO LAZIO Proposto Castagne – I biancocelesti sarebbero alla ricerca di un esterno destro solo in caso di partenza di Adam Marusic, corteggiato dal Psg che dovrà cercare il sostituto per il partente Meunier. Dopo aver sondato il terreno per il ritorno a casa di Davide Faraoni, in questi giorni, sarebbe stato proposto un giocatore seguito fino alla scorsa estate dalla Lazio, parliamo di Timothy Castagne, esterno dell’Atalanta. Alla fine, Inzaghi puntò su Lazzari e il suo arrivo non avvenne.

LEGATO A UNA PARTENZA

L’esterno belga, ha il contratto in scadenza nel 2021 e secondo il Corriere dello Sport, sarebbe stato offerto alla Lazio, classe 95′, può giocare in tutte e due la fasce, senza difficoltà. Dalla sua però, i biancocelesti in rosa contano già: Lulic, Lukaku e Jony per la sinistra e Lazzari, Patric e Marusic sulla destra, perciò solo in caso di addio di uno di questi giocatori si potrebbe pensare all’acquisto di Castagne o di Faraoni, altrimenti gli esterni rimarranno cose.

CALCIOMERCATO LAZIO Badelj al Lokomotiv Mosca: i dettagli

Verdone parla della tragica morte di Paparelli che cambiò il calcio

CALCIOMERCATO LAZIO Badelj al Lokomotiv Mosca: i dettagli

CALCIOMERCATO LAZIO Badelj al Lokomotiv Mosca – Il croato non verrà riscattato dalla Fiorentina e non rimarrà alla Lazio

CALCIOMERCATO LAZIO Badelj al Lokomotiv Mosca – Arrivato due estati fa a parametro 0 dalla Fiorentina, il centrocampista croato, non ha mai convinto la Lazio, così in questa stagione è stato mandando in prestito proprio alla sua ex squadra. 500 mila euro di prestito e 4,5 di riscatto avrebbe dovuto versare la squadra viola che ha già fatto sapere, che non intende tenere il calciatore, perciò a giugno, tornerà in biancoceleste. Non sarà un ritorno lungo, infatti, secondo il Corriere dello Sport, la Lazio e il Lokomotiv Mosca avrebbero già trovato l’accordo: il giocatore sarebbe stato ceduto per 3,5 milioni (con obbligo di riscatto o a titolo definitivo) e potrà iniziare una nuova avventura in Russia, lasciandosi alle spalle le ultime due stagioni che non sono state delle migliori. In questo modo, i biancocelesti avrebbero già una parte dei soldi da investire per l’esterno.

IRLANDA – George Best, genio e sregolatezza nel calcio

LAZIO Strakosha ci crede: “Vogliamo vincere il campionato”

IRLANDA – George Best, genio e sregolatezza nel calcio

Ho speso molti soldi per alcool, donne e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato“. In queste sue poche parole è raccontato chi è stato George Best, giocatore nato il 22 maggio del 1946 a Belfast. Uno dei calciatori più talentuosi di tutti i tempi, di certo il più grande in Inghilterra.

LA CARRIERA DI GEORGE BEST

Ala destra, un fantastico mix di velocità e tecnica. Geniale e carismatico in campo ma anche eccessi, follie e sregolatezze fuori dal rettangolo di gioco. Ribelle sfrenato in pieno stile anni Sessanta. Caratteristiche che lo hanno reso indiscutibilmente un idolo, un’icona senza tempo per i tifosi. A 15 anni viene notato dal Manchester United che ad appena 17 anni lo fa esordire in Premier. E lui sin da subito dimostra di essere un fuoriclasse.

IL QUINTO BEATLES

Ottenne la definitiva consacrazione a 19 anni quando segnò una doppietta al Benfica nei quarti di finale di Coppa dei Campioni e la stampa portoghese gli affibbiò il soprannome di quinto Beatles“. Nel 1967-68 Best si laurea capocannoniere in Inghilterra e diventa campione d’Europa con il Manchester United in finale contro il Benfica. A fine anno venne giudicato il miglior giocatore d’Europa e si aggiudicò il Pallone d’oro. A soli 22 anni aveva già raggiunto l’apice del successo. Da quel momento però inizia il suo lento declino, causato anche dai suoi atteggiamenti fuori dal campo. Giocò la sua ultima partita con il Manchester il 1° gennaio 1974. Tre giorni dopo non si presentò agli allenamenti e Docherty, l’allenatore dei Red Devils, lo escluse dalla squadra. Con i Diavoli Rossi, alla corte del mitico Matt Busby, vinse due campionati e una Coppa Campioni. Nella sua carriera in tutto ha realizzato 137 reti in 361 partite con lo United.

LA FINE DELLA CARRIERA

Senza più una squadra con cui giocare ad appena 28 anni fece qualche apparizione in squadre minori. Chiuse la carriera con la maglia del Tobermore United, in Inghilterra, a 38 anni. Iniziarono però i problemi di salute: nel 2002 fu sottoposto a un trapianto di fegato causato dai gravi danni dovuti all’alcolismo. Morì il 25 novembre 2005 a Londra per un’infezione epatica. A pochi giorni dalla sua scomparsa Best chiese a un tabloid di immortalarlo nella sua ultima immagine pubblica accompagnandola con la frase: Non morite come me“. Il prezzo da pagare per una vita vissuta ai mille all’ora. La capitale dell’Irlanda del Nord, Belfast, gli ha intitolato l’aeroporto cittadino.

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LA NOSTRA STORIA L’ex centrocampista Umberto Pinardi

LA NOSTRA STORIA Umberto Pinardi nasce a Parma il 22 maggio 1928. È diplomato in odontotecnica.

Pinardi fa il suo esordio in Serie B nel girone A (la seconda serie nazionale era divisa in tre gironi) con la Gallaratese nel 1947-1948. Nel 1949/50 viene ingaggiato in Serie A dal Como. Dal 1952 al 1954 veste la maglia della Juventus. Nel 1954 si trasferisce all’Udinese (con cui vince un campionato di Serie B nel 1955-1956) e dove resta fino al 1956 quando passa alla Lazio. In biancoceleste vince una Coppa del Presidente della Repubblica nel 1955/56 e la Coppa Italia nel 1957-1958. Dopo tre stagioni torna di nuovo all’Udinese. Chiude la carriera nella stagione 1960/61 in Serie B con il Como. Divenuto allenatore dal 1964 al 1984 guida Massese, Pisa, Udinese, Ternana, di nuovo Massese, Palermo (Serie A 1972/73), Brescia, Spal, Modena, Taranto e Cavese.

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LAZIO Strakosha ci crede: “Vogliamo vincere il campionato”

LAZIO Strakosha, il numero 1 biancoceleste, ha rilasciato una lunga intervista a Lazio Style Channel. Ha parlato di tanti argomenti e anche dell’infortunio che ha preoccupato i tifosi.

LAZIO Strakosha: “Infortunio? Fortunatamente sto tornando a disposizione dopo un piccolo problema. La situazione è molto migliorata, stiamo aspettando solo la data di ripresa della Serie A. Mentalmente non abbiamo staccato, il calcio è la nostra vita ed è uno sport che tiene unite tante persone. Non bisogna mai smettere di sognare, il nostro obiettivo era la qualificazione per la Champions League, ma adesso vogliamo vincere il campionato“.

PRONTI PER LA RIPRESA

“Non pensavamo di poter essere in lotta per lo Scudetto. Passo dopo passo abbiamo notato dei miglioramenti all’interno della squadra, abbiamo iniziato a crederci dando il massimo per provare a raggiungere un nuovo obiettivo. Abbiamo grandi qualità, sarà importante ritrovare la forma fisica migliore per farci trovar pronti soprattutto nelle prime gare dal momento della ripresa. L’importante sarà star bene e gestire al meglio tutta la rosa. Giocare ogni tre giorni a luglio e ad agosto sarà molto dispendioso. La squadra è cresciuta sul piano mentale: tecnicamente si era visto da subito che avevamo qualità. Mister Inzaghi ci ha portato fiducia, ci ha fatto credere in noi stessi. Vogliamo ancora migliorare, non dobbiamo mai smettere di crescere”.

LA TRANQUILLITA’ ALLA BASE DEL GIOCO

“Sono sempre stato una persona tranquilla. Non parlo molto perché voglio trasmettere tranquillità ai miei compagni di squadra. Serviva tempo per trovare il nostro gioco, ci stiamo prendendo dei rischi importanti, ma in questo modo riusciamo a far divertire la gente ed a creare tante occasioni. Mi piace molto toccare il pallone durante la partita, mi tiene vivo in partita. In questo modo riesco a divertirmi ed a sentirmi parte della squadra. Sono coinvolto di più nella manovra, ma gli allenamenti non sono cambiati”.

SOGNO MIGLIOR DIFESA

“Voglio solo migliorarmi. Riesco a comprendere le cose che svolgo bene, ma anche a criticarmi. Si è creata una vera famiglia anche perché non sono cambiati tanti giocatori durante questo ciclo, c’è stata continuità nel gruppo. Spero che al termine del campionato la Lazio sarà la miglior difesa della classe. Stiamo giocando l’uno per l’altro ed il merito è anche dei nostri tecnici che ci hanno trasmesso questo spirito. È importante poter contare su dei calciatori che riescono a cambiare le partite da soli, sapere che ci sono compagni in grado di ricevere il pallone in mezzo a quattro calciatori ti dà più sicurezza”.

STRAKOSHA: “LAZIO, UN PRIVILEGIO

Vorrei dare un contributo maggiore alla mia Nazionale, per questo motivo devo ancora migliorarmi. Ormai sono abituato al 3-5-2 per come giochiamo il pallone, per noi è più facile trovare delle soluzioni con questo sistema di gioco. Stiamo continuando a lavorare sotto ogni punto di vista. Non è stato facile diventare il portiere della Lazio a vent’anni, non me lo sarei mai aspettato. Per me è un privilegio che non capita a tutti, ne sono molto felice. Mi sto godendo al meglio ogni partita perché è bellissimo”.

Verdone parla della tragica morte di Paparelli che cambiò il calcio

Verdone noto attore giallorosso, ha voluto raccontare i suoi tempi calcistici e la tragica morte di Paparelli

Verdone è intervenuto a Non è la Radio: “Quando ero giovane, potevi andare tranquillamente allo stadio, senza avere paura. Negli anni 60′, specialmente nei derby, c’era un pure e semplice sfottò, sano, tra risate e qualche tiratina di ortaggi, con una bellissima scenografia, senza includere la violenza. Ma poi accadde l’uccisione di Paparelli e da lì, cambiò decisamente tutto. La poesia che si viveva svanì, in curva iniziarono a entrare persone diverse, diventando il tutto sempre più aggressivo. Infine, siamo entrati in un’altra era, non più poetica. La Roma per me è la mia città, io la vivo così, ovviamente c’è anche la Lazio, ma la Roma è la Roma”.

Amendola: “Mio figlio romanista perché ho fatto passare i laziali come ladri”

ULTIMA ORA – Gravina: “Serie A, Serie B e Serie C riprenderanno”

Amendola: “Mio figlio romanista perché ho fatto passare i laziali come ladri”

Claudia Amendola racconta come ha convinto il figlio a diventare un tifoso giallorosso come lui. L’aneddoto ha come protagonisti “negativi” i laziali.

Claudio Amendola, romanista doc, ha raccontato a Caterina Balivo nel programma Vieni da me su Rai 1 come ha convinto il figlio Rocco a tifare per la Roma: “Ho fatto una cosa al limite, praticamente passibile di chiamata al telefono azzurro. Una mattina mentre era all’asilo gli ho portato via tutti i giochi dalla cameretta. Quando è tornato da scuola gli ho detto che erano venuti i laziali a rubargli tutto. Dopo la disperazione iniziale, ho aspettato che si distraesse e ho rimesso tutto a posto. Quando se n’è accorto gli ho detto che i romanisti gli avevano riportato indietro tutti i giocattoli”.

ULTIMA ORA – Gravina: “Serie A, Serie B e Serie C riprenderanno”

Ultima Ora – I campionati professionistici andranno avanti. Il consiglio della Figc ha espresso la volontà di portare a termine Serie A, Serie B e Serie C

Secondo il principio del merito sportivo quale caposaldo di ogni competizione agonistica, come previsto dal CIO e dal CONI, e in conformità alle disposizioni emanate dalla FIFA e dalla UEFA nelle scorse settimane, nonché a seguito della pubblicazione dell’art. 218 del cosiddetto ‘Decreto Rilancio’, la FIGC ha espresso la volontà di riavviare e completare le competizioni nazionali professionistiche fissando al 20 agosto la data ultima di chiusura delle competizioni di Serie A, B e C. Precedentemente al riavvio dell’attività agonistica sarà competenza del Consiglio Federale determinare i criteri di definizione delle competizioni laddove, in ragione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, le stesse dovessero essere nuovamente sospese, secondo i principi di seguito indicati: individuazione di un nuovo format (brevi fasi di playoff e playout allo scopo di decretare l’esito delle competizioni ivi incluse promozioni e retrocessioni; in caso di definitiva interruzione, definizione della classifica anche applicando oggettivi coefficienti correttivi che tangano conto della organizzazione in gironi e/o del diverso numero di gare disputate dai Club e che prevedano in ogni caso promozioni e retrocessioni.

LAZIO Novità per i tifosi alla ripresa della Serie A?

LAZIO Si profila una simpatica novità per i tifosi biancocelesti in vista della ripresa della Serie A. Una ripresa in cui ovviamente le partite si svolgeranno a porte chiuse. I tifosi potranno comunque “essere presenti” allo Stadio Olimpico.

LAZIO Il Direttore della Comunicazione biancoceleste Stefano De Martino, ha parlato di una novità riguardante i tifosi biancocelesti in vista della ripresa della Serie A. Una novità sulla scia di quanto già successo in Germania: “La Società ha pensato, nell’ipotesi sempre più realistica della ripresa del campionato, di poter dare la possibilità ai tifosi della Lazio di esserci e di far vedere la propria presenza. La prossima settimana il progetto sarà attivo. Daremo, a chi lo vuole, la possibilità di essere comunque presente allo stadio grazie alla propria foto. Verrà applicata sul posto di ciascuno. Sul sito ufficiale stiamo allestendo una pagina dedicata a questa iniziativa: basterà registrarsi, tutti i tecnicismi saranno tempestivamente comunicati”.

PORTE CHIUSE

Giocare a porte chiuse garantisce la sicurezza sanitaria”, continua De Martino. “Tutti noi aspettiamo solo il via libera per poter concludere il campionato. Si sta andando in questa direzione, questo ci conforta: il Governo sarà incentivato dai numeri dei contagi in calo e questo ce lo auguriamo a prescindere dal calcio”.

Zaniolo e l’inno della Lazio: “Canzonaccia, porta sfiga”

Ennesima uscita di cattivo gusto dell’enfant prodige giallorosso Nicolò Zaniolo, che stavolta si è scagliato in maniera piuttosto opinabile contro l’inno della Lazio “Vola Lazio Vola”.

Non perde mai l’occasione di fare battute di cattivo gusto sul mondo biancoceleste l’attaccante della Roma Nicolò Zaniolo, che stavolta se lè presa con l’inno della Lazio. L’uscita infelice del giallorosso è avvenuta durante una sfida a Fifa 20 alla PlayStation contro l’amico Gaspare Galasso, in diretta Instagram. Il suo avversario ha intonato l’inno biancocelste solo scambiando il nome del club con il suo nickname nel gioco online: “Vola, Galassicos nel cielo. Vola…“. Immediata, pungente e inopportuna la replica di Zaniolo: “Che canzonaccia. Guarda che porta sfiga, ti fa prendere quattro gol in venti minuti…“. Dopo le parole di ieri di Totti, che aveva dichiarato che “la Lazio non esiste“, ancora una ‘battuta’ di cattivo gusto nei confronti della prima squadra della Capitale.

Lazio Acerbi: “Con Lotito c’è stata una chiacchierata in famiglia”

Lazio Acerbi ha parlato della ripresa del campionato, della riunione con Lotito e dei compagni

Lazio Acerbi è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio: “Diciamo che passare dagli allenamenti individuali a quelli collettivi è giusto, perché facciamo conto che uno di noi risulti o sia risultato positivo, ecco in quel caso la squadra non avrebbe potuto giocare perché sarebbe stata messa tutta in quarantena. Però si vuole ricominciare e questo è positivo. Ovviamente è normale che ci sarà del contatto con gli avversari, è giusto che vengano disputate le partite vere come in Germania, non giochiamo a calcio balilla, il contatto stretto ci sarà. Senza il tifo le partite del calcio saranno un po’ tristi, però ammetto che in Bundes c’è stato un ritmo alto, ovviamente era soltanto la prima partita dopo tanto tempo, già delle prossime gare si alzerà il livello”. 

SULLA RIPRESA

“Il calcio è sia il mio lavoro che la mia passione, ammetto che la sospensione ci ha dato una bella bastonata, stavamo andando a grande ritmo, però è anche vero che questa cosa doveva avvenire, la pandemia era scoppiata e per fortuna in questo momento i dati stanno calando. Ho sentito la mancanza dei compagni, dell’adrenalina e del campo, per fortuna sta tornando quasi la normalità, speriamo si continui a procedere così. Il calcio è un’industria, è la prima passione al mondo ed è giusto che riparta. Hanno modificato il protocollo e il ministro Spadafora ha detto da poco che ci sarà una data di scadenza entro la quale verrà decisa la data di ripartenza o se il campionato terminerà. Sarò sicuro che il campionato sarà ripreso solo quando vedrò l’arbitro dare il via con il fischio d’inizio, no dai sto scherzando”.

INCONTRO CON LOTITO

“Nei giorni scorsi è andato in scena un semplice colloquio con il Presidente dopo due mesi e mezzo che non ci vedevamo, Lotito ha salutato la squadra, è stata una chiacchierata in famiglia. Sono stati toccati tutti gli argomenti a 360°, dagli obiettivi stagionali agli stipendi, è stata una conversazione tra persone mature. Ho letto alcune notizie false, questo mi ha dato molto fastidio: le cose dello spogliatoio devono rimanere nello spogliatoio. Appena riprenderà il campionato, vogliamo riprendere da dove lasciato e fare il meglio che possiamo, teniamo molto alla competizione, vogliamo puntare a qualche obbiettivo importante, in questo momento però è una situazione particolare e ognuno dice la sua opinione”.

COMPAGNI E SQUADRA

“Noi vogliamo giocare, i tifosi rappresentano una marcia in più anche fuori casa, anche il tifo a sfavore rappresenta sempre l’essenza del calcio. Dobbiamo adattarci a questa pandemia, quando faremo gol non ci potremo abbracciare, neanche toccare e sarà stranissimo, almeno i primi tempi, possiamo toccarci  solo i gomiti. Il mister è rimasto in contatto con tutti noi durante il periodo di quarantena a casa, chiedeva personalmente di tutti e con tutti, anche parlando soltanto del più e del meno. Fisicamente siamo stati bene, l’unico stress era legato alla quarantena. Per il resto, ci siamo sempre allenati tutti bene, mangiando anche nel modo migliore. Ci siamo ritrovati tutti a Formello in un buon stato di forma”.

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Lazio Berisha attualmente è in prestito in Germania con il Fortuna Dussendolf dove sta giocando da titolare

Lazio Berisha è arrivato nella scorsa stagione senza lasciare il segno. Il kosovaro infatti, è stato spesso fuori per infortunio e non ha avuto modo di mettersi in mostra, è stato così anche in questa stagione. Insieme alla società, a gennaio hanno deciso di cambiare squadra per avere la possibilità di mettere minuti importanti e riprendere il ritmo partita e così sta accadendo, infatti con il Fortuna, è stato spesso titolare e ha giocato anche l’ultima partita dopo la ripresa della Bundesliga. Ai microfoni di FanZon ha lasciato queste parole: “Mi trovo in questa squadra per ritrovare la giusta forma fisica, riesco a giocare con continuità e questo mi permette di recuperare la condizione fisica. In estate però, vogio tornare alla Lazio, lì c’è più competizione, però sono pronto a giocarmi tutte le mie opportunità. Non so ancora cosa potrà accadare, ma ho ancora un contratto di 3 anni con i biancocelesti”.

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Lazio Lotito aumenta il premio Scudetto, in questo modo garantirebbe ai calciatori, gli stipendi tagliati di marzo e aprile

Lazio Lotito aumenta il premio Scudetto – Dopo l’incontro dell’altro giorno per parlare del taglio degli stipendi, il presidente e la squadra nella giornata di ieri hanno parlato nuovamente. Questa volta però, si è arrivati a una conclusione che prevede un cospicuo aumento del premio in caso di vittoria dello scudetto, questo permetterebbe in parte, di recuperare le due mensilità perse. Inoltre, sempre secondo il Corriere dello Sport, la mensilità di aprile verrà splamata sul contratto della prossima stagione. Il premio scudetto non si sa a quanto ammonti, ma questa soluzione ha fatto piacere ai calciatori che hanno risposto presente con grande felciità.

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